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tempi]
N: Narratore
FI: Fulvio Izzo
LDF: Luigi Di Fiore
Martucci
RM: Roberto
PC:
PB: Piero
LDF: Farini parlava di vile canaglia, Thaon di Revel, che era il direttore del
ministero della guerra nella luogotenenza parlava di gente da cui non si
pu trarre alcun profitto. Quando il generale La Marmora, incaricato da
Cavour, and a fare unispezione al Castello Sforzesco di Milano, dove
cerano 6000 uomini provenienti deal Regno delle Due Sicilie, fece una
relazione tremenda, dicendo che non si poteva trarre alcun beneficio
dallarruolamento di quei soldati e che, su circa 1000 uomini, al massimo
un centinaio potevano essere utilizzati.
N: Cos il 18 Novembre 1860 il generale Alfonso La Marmora scriveva dopo
aver visitato i detenuti al castello sforzesco di Milano, che rifiutavano in
massa di passare dalla parte dellesercito piemontese:
I prigionieri Napoletani dimostrano un pessimo spirito. Su 1600 che si
trovano a Milano, non arriveranno su 100 quelli che acconsentono a
prendere servizio Sono tutti ricoperti di rogna e di vermina Non so per
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verit che cosa si potr fare di questa canaglia I giovani forse potremmo
utilizzarli, ma i vecchi, e son molti, bisogna disfarsene al pi presto.
N: La terribile durezza delle condizioni di vita per i detenuti di Fenestrelle e
il lungo silenzio della storiografia ufficiale hanno inevitabilmente
alimentato su questi temi una pubblicistica revisionistica in parte anche
decisamente neoborbonica, con cui pure bisogna confrontarsi.
RM: In realt non sono stati effettuati degli studi di settore, (quindi nel
foggiano, nel Vulture, a Cosenza). Larchivio di Stato di Cosenza ha un
fondo brigantaggio enorme: c una sola completamente foderata di
fascicoli. Non dimentichiamo che nel massiccio del Pollino ha operato la
guardia nazionale mobilizzata agli ordini del colonnello Pietro Fumel, che
ha applicato sistemi di tipo Sud Americano per la repressione del
brigantaggio. Dalle fucilazioni in massa alle false fucilazioni a tante alte
cose su cui potrebbero girare dei film. Tutta la documentazione
riguardante lattivit delle colonne mobili del colonnello Fumel, compreso
il pagamento delle diarie e dellarmamento, nellarchivio di Cosenza e
nessuno le ha studiate.
N: Per questo spesso liniziativa cade su storici non di professione, che
dedicano lintera esistenza allo studio di carte inesplorate.
FI: Facendo ricerche sul brigantaggio e sul Regno delle Due Sicilie mi sono
imbattuto in alcune piccole notizie, sia date da storici borbonici, quali il De
Sivo dellepoca, sia consultando la Civilt Cattolica, dove cerano degli
indizi un poco maggiori. Questo mi ha spronato ad allargare la ricerca che
poi stata effettuata allUfficio Storico SME, dove ho potuto trovare alcuni
documenti. E stata una ricerca totalmente in solitudine che per ha
portato a qualche frutto. Da questo momento in poi il problema dei soldati
napoletani stata conosciuto nella storiografia italiana.
N: Non pi invece verificabile la storia della morgue (termine francesepiemontese per dire obitorio o camera della morte), la fossa comune
addossata alle mura di cinta, dove sarebbero stati gettati centinaia di
soldati napoletani ricoperti con la calce viva. La struttura ancora ben
visibile alle spalle della chiesa della fortezza, da dove precipita lo scarico
di pietra lungo 26m, come visibile la grata su misura per far passare i
corpi. Ma in epoca fascista, quando Fenestrelle era ancora un carcere
duro, la morgue stata fatta saltare e ogni traccia svanita per sempre.
Restano per decine di certificazioni di morte, altri documenti inediti
ritrovati nei registri parrocchiali, redatti in parte in francese, e allarchivio
di Stato di Torino dove sono custodite le poche carte superstiti
dellospedale militare della Fortezza. Documenti che provano come a
Fenestrelle i prigionieri napoletani morissero sempre per le stesse ragioni,
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LC: Sicuramente la cosa che si viene a sapere della vita, dei prigionieri
soprattutto, il patimento del freddo tanto che, qui a differenza di alte
fortezze sabaude, tutto quello che era considerato invernale, dalla
consegna della legna al cambio degli indumenti, veniva fatto almeno un
mese prima rispetto agli altri e posticipati di un mese rispetto gli altri.
Quindi pacifico che dei soldati che provenivano da localit del Sud Italia,
equipaggiati per quelle localit, trovandosi in queste condizioni
sicuramente non ci stavano troppo bene.
RM: Quando viene emanata la legge Pica, il 15 Agosto del 1863, da tre
anni il Mezzogiorno continentale in fiamme Due distinti fenomeni,
qualificati eversivi, dal governo italiano dellepoca, si sono saldati: una
gigantesca insurrezione contadina, finora mai studiati, e quello che stato
definito il grande brigantaggio.
PC: Nei rapporti iniziali non viene citato il numero: sono stati fucilati dei
briganti, ho catturato dei briganti e li ho fucilati
RM: Non abbiamo cifre esatte, perch lapplicazione della legge Pica
comportava anche la censura di guerra in tutti i territori proclamati in
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GM: Effettivamente c una certa ferocia che colpisce: sono stati descritti
anche episodi di cannibalismo. La repressione del brigantaggio o delle
popolazioni che fiancheggiano il brigantaggio nel 61 non rivolta a
colpire il fenomeno del brigantaggio ma rivolta ad intimidire la
popolazione.
N: Nel contesto in cui divampa questa che in molti hanno definito una vera
e propria guerra civile durata quasi 10 anni, un ruolo fondamentale lo ha il
tracollo delleconomia del Sud allindomani dellUnit nazionale. Perch
limpoverimento reale delle masse contadine nel Mezzogiorno, le
insorgenze armate, la diffusissima renitenza alla leva militare, che
prolung di fatto per anni, sotto diverso nome, la questione dei prigionieri
di guerra sono tutti fenomeni strettamente connessi, parti e frammenti di
uno stesso discorso che racconta il tramonto definitivo di unintera epoca
di tutto un mondo.
GM: La vulgata retorica quella della patria che deve unire tutti: ci sono
queste immagini, limmagine dellItalia turrita, limmagine dellItalia delle
100 citt che sono tutte artifizi retorici che servono proprio a dare un
immaginario collettivo nel quale identificarsi, e quindi per portare poi a
termine questo processo di nazionalizzazione delle masse. Secondo alcuni
non la nazione a creare lo Stato ma lo Stato che crea la nazione.
N: Cos dal Maggio 1860 il Regno delle Sicilie inizia a pagare il prezzo di
una serie di scelte che si riveleranno fatali. Una politica interna
paternalistica con il popolo e miope con i ceti medi. Una politica troppo
isolazionistica per un paese cos piccolo, per di pi al centro di un
Mediterraneo, in cui si avvicina lapertura di Suez, e tornano ad incrociarsi
giganteschi interessi geopolitici. Eppure, alla vigilia dellUnit, il Regno
anche lo Stato italiano con leconomia probabilmente pi solida.
dirigenti del Nord a pensare alla politica economica del paese. Una politica
che danneggia il Sud.
N: Ma a parte il gigantesco aumento della pressione fiscale, conseguente
allunione del paese meno indebitato dEuropa, il Regno delle Due Sicilie,
con quello pi indebitato, il Piemonte, allindomani dellUnit soprattutto
limmediata adozione delle misure liberiste sponsorizzate da Londra e
Parigi a far crollare la gran parte delle industrie nel Sud, non in grado di
reggere la concorrenza una volta perduto il sostegno delle politiche
protezionistiche borboniche.
PB: Mentre molte industrie del Nord si ripresero dopo la batosta liberista
degli Anni 60 e 70, molte imprese del Sud non si ripresero, se non
parzialmente, ma altre chiusero. Il grande problema del Sud questo: a
un certo punto, di fronte al fatto che lindustria del Nord si organizza e ha
capacit competitive, gli imprenditori meridionali si convertono
allagricoltura. Quindi il rafforzamento di un economia industriale, tra
laltro in area territoriale molto ristretta, il triangolo industriale, ha creato
le condizioni per una deindustrializzazione del mezzogiorno.
N: Un quadro ben sintetizzato dalla situazione dellex capitale del regno
subito dopo lUnit.
RM: Con lUnit una grande capitale europea, Napoli la terza citt
dEuropa (nellordine Londra-Parigi-Napoli), viene ridotta al rango di
capoluogo di provincia.
PB: Diventer un comune come tutti gli altri, perdendo tutta una serie di
realt economiche e sociali importanti: la zecca per fabbricare la moneta,
le industrie legate alla produzione di divise per lesercito.
GDC: Tra il 1870 e il 1913 5 milioni di persone vanno via. Non un caso:
c quel famoso slogan molto tragico O briganti o emigranti. Finisce la
storia del brigantaggio del 1870 grossomodo e inizia quella
dellemigrazione. E gente che partiva dal Sud fino al 60 non se ne conta
nessuno, non c un dato di un solo emigrante. Ho studiato i fasci della
polizia che controllava le entrate e le uscite dal Regno: cera gente che
veniva a lavorare da noi ma non cera gente che partiva dal Sud e dal
resto dellItalia e del mondo. Questo vorr pur dire qualcosa. Dicono i
professori universitari che mancavano le navi ( una delle cose pi
comiche che siamo stati costretti a sentire in questi anni). Le navi cerano:
cera una nave che in 26 giorni partiva da Napoli e arrivava a New York.
Solo che con i Borboni, con Ferdinando II, portava le nostre merci e subito
dopo lunificazione italiana la nostra gente.
GM: LItalia impiega 30 anni per pacificare queste regioni e questo non va
dimenticato.
RM: Purtroppo Torino, che ha saputo vincere una guerra non dichiarata,
non ha saputo vincere la pace.
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FI: Nel decennio che va dal 1860 al 70, fino a quando poi i sovrano
napoletani lasceranno Roma per andare in esilio a Parigi, il governo
piemontese ebbe sempre dei grossi problemi con questi soldati, anche se
poi il fenomeno va scemando. Nel 70 cerano ancora soldati napoletani in
questi due campi.
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