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Arte e Cultura

Il Cimitero Monumentale di Staglieno, temi di lettura tra societ ed estetica


di Linda Kaiser

A Pap, che mi tiene compagnia durante le mie visite a Staglieno

Il Cimitero Monumentale di Genova il maggiore luogo di sepoltura della citt, ancora in uso, ma soprattutto uno dei cimiteri monumentali pi importanti dEuropa.

Questa la ragione per cui vale sempre una visita e i turisti stranieri, in particolare, vi arrivano per vedere un parco allaperto di sculture, un vasto recinto museale che racconta la storia, la vita e larte di unintera societ, dalla met dellOttocento in poi. La lettura di percorsi tematici, molteplici e interdisciplinari allinterno del Cimitero di Staglieno, pu dunque avvenire su diversi piani. Innanzitutto, Staglieno, come ogni camposanto, suscita la riessione sul rapporto delluomo con la morte, sulla ritualit del funerale, sul luogo e la modalit della sepoltura, sul desiderio di essere ricordato, questioni che furono affrontate con lo spirito dellepoca. A questo proposito, proprio nella seconda met del XVIII secolo, in Francia, nasce il dibattito intorno al carattere insalubre dei cimiteri urbani, nelle chiese o vicino a esse. Negli anni 1770-80 vengono messi a punto progetti di nuovi cimiteri che, se da una parte riproducono nella loro topograa la societ globale, dallaltra teorizzano musei di tombe. La svolta decisiva porta la data del 12 giugno 1804, quando viene emanato da Napoleone, a Saint-Cloud, il Decreto Imperiale sulle Sepolture. Questo atto fondante, che regolamenta cimiteri e funerali no ai giorni nostri, stabilisce nalmente lobbligo di seppellire i morti fuori dalle mura delle citt, giustapponendoli e non sovrapponendoli, chiusi in singole bare. Vengono contemplate anche le concessioni perpetue, ereditarie, e la personalizzazione del luogo di sepoltura. Il Cimitero di Staglieno nasce dalla necessit di ottemperare agli obblighi legislativi del tempo, sollecitati dal governo
A fronte Giovanni Battista Cevasco, Tomba Francia e Pescetto, 1878. Particolare

di Torino. Il Municipio di Genova incarica larchitetto civico Carlo Barabino di procedere nella progettazione e nella scelta del luogo per il nuovo cimitero, che lui individua nel 1835 sulla strada provinciale per Bobbio, nel borgo periferico del Comune di Staglieno, in unarea posta fra i torrenti Veilino e Bisagno, nella Villa Vaccarezza. In quello stesso anno Barabino muore e il suo progetto primario, un semplice campo rettangolare quadripartito, con una Cappella dei suffragi sopraelevata sul anco della collina, viene giudicato superato. Il nuovo incarico viene afdato a un suo collaboratore, Giovanni Battista Resasco, che ricalca nelle strutture essenziali il rettangolo chiuso, ma lo circonda con una corsia di arcate monumentali riservata a defunti importanti che hanno lo spazio necessario per una doppia la di monumenti artistici, mentre nei due lati corti si estendono anche due corsie di colombari, dedicati a defunti meno abbienti. Al centro della corsia maggiore, verso monte, c la grandiosa Cappella dei suffragi, vero e proprio pantheon neoclassico dotato di cupola, frontone e colonne di marmo, al quale si ascende con scaloni e rampe. La galleria superiore ospita tombe di defunti socialmente ancora pi illustri, mentre nei campi comuni sono sepolti i poveri. Dopo tre anni di rilievi, lelaborato progetto di Resasco viene approvato nel 1840 e realizzato a partire dal 1846. Linaugurazione avviene il 1 gennaio 1851. I successivi, necessari ampliamenti del Cimitero di Staglieno rispecchiano un altro tema importante: quello del rapporto con lo sviluppo urbanistico e demograco. La citt dei morti e la citt dei vivi crescono o decrescono, come accadr durante la Prima guerra mondiale in maniera simile. Intorno a un nucleo centrale necessaria unespansione che, presente tut-

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tora, sempre pi disordinata. Lo stesso Resasco incaricato del primo ampliamento, da lui proposto in forma di emiciclo, con porticati aperti e colombari, lungo il lato nord-est: lopera viene iniziata nel 1868, ma larchitetto muore nel 1872 senza vederne il compimento. Intanto viene sistemato il Boschetto regolare, a ventaglio dietro la Cappella, e disposto il Boschetto irregolare, che segue landamento della collina. La previsione di un ampliamento simmetrico a sud-ovest non viene rispettata. Mantengono ancora unimpronta monumentale il Porticato Montino, iniziato nel 1925 nella parte bassa della Valle del Veilino a ovest rispetto al nucleo storico e, pi a monte, il Porticato SantAntonino, eseguito a esedra tra il 1937 e il 1955. Un terzo tema emergente nel Cimitero di Staglieno, oltre a quelli gi delineati del rapporto con il luogo della sepoltura e con
In alto Domenico Carli, Tomba Ferrari, 1890. Particolare In basso Augusto Rivalta, Tomba Raggio, 1872. Particolare A fronte sopra Giuseppe Navone, Tomba Pierfrancesca, 1909. Particolare. In basso Giulio Monteverde, Tomba Oneto, 1882. Particolare.

lo sviluppo urbanistico, la relazione con le diverse classi sociali. Come accennato, erano previste zone diverse per defunti di ceti diversi, disparit di collocazione e di trattamento misurate secondo la maggiore o minore agiatezza. Laristocrazia genovese ambisce ad abitare in citt nei quartieri alti e similmente qui si stringe intorno alla Cappella centrale, insieme a qualche grande famiglia mercantile. Le arcate del quadriportico basso sono riservate ai borghesi, molti dei quali, non fortunati per nascita, si sono guadagnati la vita con lindustria, la navigazione e il commercio, attraverso perseveranza e sacrici nel lavoro. A tal proposito, esemplare il caso di Caterina Campodonico, la famosa donnina che vendeva noccioline e canestrelli, e che ha risparmiato una monetina dopo laltra per avere accanto ai ricchi un monumento scolpito da Lorenzo Orengo (1881, Porticato inferiore). Le concessioni acquisite dalle prime due classi vengono coperte da monumenti, spesso voluminosi, che trovano posto sotto le arcate esteriori e allinterno di grandi nicchie corrispondenti alle arcate. Nei giardini del Boschetto si ritrovano defunti di varia provenienza sociale, mentre la piccola borghesia connata nei colombari, disposti in corsie ricoperte da volte e illuminate dallalto per mezzo di nestroni semi ellittici. I poveri si avvicendano nelle fosse e periodicamente vengono raccolti negli ossari. Altri temi molto interessanti, di cui si deve tener conto in una sintetica guida alla lettura del Cimitero di Staglieno, riguardano lo spirito del tempo e del luogo e le rappresentazioni artistiche. In relazione allo spirito ottocentesco, nel quale nasce, il cimitero genovese diventa unistituzione culturale, una meta di visita e, contemporaneamente, un luogo di meditazione. Attraverso il monumento, si invitano turisti e passanti a ricordare, pregare e piangere i morti. Le persone scomparse sono celebrate con epitaf prolissi e individuali, spesso dedicati a spose o bambini, o a meriti professionali e virt domestiche, dove si sottolineano sentimenti e rimpianti. Latmosfera vagamente romantica a Staglieno, che pure , a tutti gli effetti, un Cimitero Monumenta-

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le, costruito secondo una architettura del recinto, dove la pietra tende a invadere lo spazio, sopravvive nelle parti boscose. In queste, spesso scoscese perch arrampicate sulla collina, ci si perde come in un giardino il sepolcreto paesaggistico ricco di sorprese, di tombe-cappelle nascoste tra gli alberi, di guglie e statue svettanti nel verde, di cippi e arche, di sepolcri dal forte impatto scenograco, come quello di Giuseppe Mazzini (architetto Gaetano Vittorio Grasso, 1877), che sembra scavato nella roccia. La Necropoli di Staglieno vanta una fama mondiale soprattutto per la variet e ricchezza dei suoi monumenti, anche se non in tutti, ovviamente, rifulge il genio dellarte creativa o lo stile adeguato della commemorazione. Dal 1850 in poi, come viene ricordato, committenti e artisti quasi sempre liguri gareggiano tra loro: gli abbienti nel dimostrare liberalit e gusto, gli scultori nel corrispondervi. Somme ingenti di denaro industriosamente guadagnato sul volgere del secolo corrispondono a grandiose ordinazioni e a splendide esecuzioni, che rispecchiano lascesa della borghesia anche tra le arcate del camposanto e nei viottoli del Boschetto. Si diffondono ben presto le riproduzioni fotograche dei monumenti, che vengono ammirati, copiati, plagiati e riprodotti in altri cimiteri. I neo-stili sono rappresentati come in unantologia: dal tardo neoclassicismo, che contraddistingue i monumenti pi antichi e i personaggi pi vetusti, si arriva al neogotico, romantico e orito, al neorinascimento, alla ripresa dello stile egizio e no al liberty. Il realismo borghese mette in scena non soltanto le fattezze del defunto, ma anche la famiglia che lo circonda nellestremo saluto, con tutti i dettagli e la gestualit del quotidiano. La statua in funzione di ritratto, lesaltazione degli ultimi momenti di vita e il tema del passaggio alleternit sono diffusi come la rafgurazione di bambini e adolescenti, la cui mortalit era allepoca ancora elevata. La moda del tempo testimoniata da vesti maschili e femminili rese con rara maestria, in cui si contempla la leggerezza del marmo nel riprodurre pizzi e merletti, veli aderenti ai corpi della belle-poque, nastri e addobbi, tube e bombette stropicciate, giacche e decorazioni militari. Sconnato il campionario di ori, simboli, croci di tutti i generi, sigle, oggetti sacri e che richiamano il lavoro martelli, ruote dentate, ancore, timoni, globi, penne e calamai , o il macabro memento mori, attraverso teschi, scheletri, falci, clessidre, accole e civette. In chi visita il Cimitero di Staglieno la slata di cos innumerevoli sguardi, volti e mani intrecciate, protese, contratte, abbandonate pu coinvolgere e turbare allo stesso tempo. Corpi opulenti e sensuali, come quello scolpito da Giulio Monteverde nella Tomba Celle (1893, Porticato superiore), sono accostati al disfacimento della morte, in un contrasto tra Eros e Thanatos che rispecchia tendenze inconciliabili, le stesse dettate dalla pudica e ipocrita morale borghese del tempo. Tra gli angeli, che a Staglieno costituiscono una vasta schiera scultorea, emerge lambiguo e celeberrimo Angelo del Giudizio, opera di Giulio Monteverde per la Tomba Oneto (1882, Por-

ticato superiore): questa gura femminea, seducente e ipnotica, affascina per la sua sublime bellezza. Laccumulazione della polvere, che dissolve il biancore e accentua drammaticamente neri e grigi, fa il resto. La citt dei morti di Staglieno dunque un parco con un museo di belle arti e, come fenomeno sociale ed estetico che pu essere apprezzato e compreso da tutti, va curato, tutelato, valorizzato e fatto conoscere. Bibliograa essenziale
Philippe Aris, Lhomme devant la mort, Paris, Editions du Seuil, 1977. Ferdinando Resasco, La Necropoli di Staglieno. Opera storica descrittiva-aneddotica, Genova, Stabilimento Tipograco Genovese, 1892. Giovanni Grasso, Graziella Pellicci, Staglieno, Genova, Sagep Editrice, 1974. Franco Sborgi, Staglieno e la scultura funeraria ligure tra Ottocento e Novecento, Torino, Artema, 1997. Aldo Padovano (fotograe di Anselmo Orsi), La citt silenziosa. Il Cimitero Monumentale di Staglieno, Genova, De Ferrari, 2012.

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