2 CRONACA DI NAPOLI
CASO ROMEO GIUSEPPE SAVARESE, ACCUSATO DI ESSERE LA “TALPA” DELLA DIA SI DIFENDE E ACCUSA ALCUNI COLLEGHI
L’OMICIDIO UN UOMO LANCIA UNO SGUARDO A BACIOTERRACINO, MENTRE IL KILLER SI PREPARA A SPARARE. IN PROCURA ANCORA NESSUNA SEGNALAZIONE
Video choc, sospetti sul “palo”
di Pasquale Carotenuto
I sospetti della Procura, dopo il video choc dell’assassinio di Mariano
Bacioterracino, si stanno concentrando sul palo che avrebbe indica-
to al killer chi sparare. Ad un certo punto del filmato, infatti, si nota un
giovane che passa davanti alla vittima designata lanciandogli uno
sguardo. Subito dopo parte la letale raffica di proiettili. Quell’uomo,
dunque, potrebbe essere il cosiddetto filatore, il palo che ha indicato
chi uccidere. Sul sicario, invece, non c’è tuttora alcuna novità, poichè
in Procura, nonostante il clamore delle immagini choc diffuse su tut-
ti i mezzi di stampa nazionali, e che stanno facendo il giro del mon-
do, non è arrivata neppure una segnalazione. A dirlo è il procuratore
della Repubblica di Napoli, Giovandomenico Lepore che non dispera
in tutti i modi in una telefonata per aprire un varco nelle indagini, an-
che se l’omertà sembra al momento continuare a regnare sovrana. Pa-
radossalmente va meglio ai “Verdi” che hanno offerto un premio di
2mila euro per chi sarà in grado di aiutare gli inquirenti «Sono già ar-
rivate le prime disponibilità a collaborare per arrivare in tempi brevi
all’identificazione del killer della Sanità - afferma l’ex assessore pro-
vinciale, Francesco Emilio Borrelli - ieri ci sono giunti telefonicamen-
te tre contatti che ci hanno comunicato di voler identificare il sicario
e di dare una mano alle indagini. Ovviamente - conclude - verifiche-
remo la loro attendibilità per capire se si tratti semplicemente di qual-
cuno che desidera ottenere il premio economico». La moglie di Ma-
riano Bacioterracino, intanto, non resta nel silenzio in seguito alla dif-
fusione del video dove suo marito viene ucciso dai sicari della camorra.
Un filmato che ha visto anche lei e di cui ha parlato davanti alle tele-
camere di Studio Aperto: «Uccidono tanta gente, hanno ucciso anche
mio marito. Qual è il problema?», dice Enrichetta. Poi difende colui
che tutti indicano come un camorrista: «Era solo un rapinatore, non è
mai stato un affiliato». Incalzata dalle domande, dice inoltre «di non
provare rabbia verso nessuno» e che può solo pregare. Intanto la so-
rella della vittima parla della reazione della nipotina Lucia di soli 13an-
ni, che ha ricevuto il video dell’omicidio del padre sul telefonino re-
stando sconvolta. E anche ad un giorno dalla diffusione del filmato
non mancano le repliche della politica con il presidente della Regione,
Antonio Bassolino: «L’augurio - dichiara - è che lo choc provocato dal
video stimoli in tanti a fare di più. La paura e la necessità di denun-
ciare sono due sentimenti che divergono - aggiunge - ma c’è anche
il diritto-dovere di un magistrato impegnato ogni giorno contro la cri-
minalità a spronare i cittadini a collaborare». Il consigliere comunale
del Pdl, Ciro Signoriello, difende invece «la stampa, ingiustamente ac-
PIAZZA GARIBALDI IN FUGA IL COMPLICE
Gli sferra pugno in volto
e lo rapina: preso bandito
Volevano rapinarlo e volevano
farlo a tutti i costi. Per questo si
sono affiancati alla vittima
predestinata e gli hanno
sferrato un pugno in pieno
volto. Dopo uno di loro è sceso
dallo scooter ed ha iniziato a
rovistargli tra le tasche con la
speranza di trovare soldi. È
questo quanto è accaduto ieri in
piazza Garibaldi. Quello che
però i banditi non sapevano era
che quell’uomo era il fratello di
un carabinieri effettivo alla
stazione di Ardea, libero dal
servizio e poco distante dal
luogo dell’aggressione. Ha
notato la scena e in pochi
secondi è intervenuto con decisione. Ha afferrato per il giubbotto
il malvivente ed ha cercato di fermarlo riuscendoci con non pochi
problemi. Dopo di che ha chiamati colleghi che sono giunti sul
posto in pochi minuti mentre riusciva a tenere a bada il
rapinatore. Si tratta di Gaetano Piscopo, 29 anni, residente in via
Sant’Antonio Abate, già noto alle forze dell’ordine. Nel frattempo
il complice è riuscito a fuggire ma i militari sono sulle sue tracce.
Il fratello del carabiniere è stato portato all’ospedale dove è stato
medicato per una forte contusione al volto. Per fortuna nulla di
grave rispetto a quello che gli sarebbe potuto capitare. Certo non
una bella vicenda che pone ancora una volta l’attenzione sulla
sicurezza nella quartiere San Lorenza preda di rapinatori,
extracomunitari senza fissa dimora e di notte di prostiute e
viandanti.
«Vittima di un complotto ma gli “007” non c’entrano»
di Fabio Postiglione
Cinque ore di interrogatorio nel quale il sostituto commissario della
Dia, Giuseppe Savarese, ha cercato di ricostruire tutti i passaggi
dell’inchiesta che hanno portato al suo arresto per il reato di
accesso abusivo ai sistemi informatici. L’uomo, accompagnato dal
suo avvocato difensore Dario Russo, ha risposto alle domande dei
pm Pierpaolo Filippelli, Vincenzo D’Onofrio e Raffaello Falcone, i
tre sostituti procuratori che indagano sul caso Romeo e
sull’inchiesta “Magnanapoli”. Era stato proprio lui a chiedere un
incontro urgente con i magistrati, questo a 24 ore dal sequestro di
un “dossier” che lo stesso indagato stava scrivendo nella sua cella.
Cinque giorni fa la polizia giudiziaria ha controllato la sua cella al
carcere di Santa Maria Capua Vetere ed ha trovato ciò che i
magistrati speravano di trovare. Ieri nel corso di cinque ore ha
Due sequenze dellʼomicidio Bacioterracino, nel cerchio il presunto “palo”.
cusata, per la diffusione delle immagini». E sul caso è intervenuto in-
fine Marcello D’Orta autore del best-sellers “Io speriamo che me la ca-
vo”: «Purtroppo a Napoli non sono scene nuove ma in molti sono or-
mai abituati a vedere certe cose. Accadeva cinquant’anni fa e suc-
cede pure oggi».
PIANURA DENTRO IL 32ENNE GABRIELE FOGGIANO: L’ARMA AVEVA IL COLPO IN CANNA
Aveva in casa pistola e droga: in cella
Aveva un’arma in casa con un ca-
ricatore e con con un colpo in can-
na pronto per fare fuoco. Era un’ar-
ma che era stata rubata 20 anni fa
ma che lui custodiva indisturbato
nella sua abitazione. Forse una sof-
fiata, forse intuito investigativo.
Sta di fatto che ieri i carabinieri
della stazione di Pianura hanno ar-
restato per il reato di ricettazione
e detenzione illegale di armi. In
carcere è finito Gabriele Foggiano, 32 anni, del luogo. L’uomo era già
noto alle forze dell’ordine. Dopo accurate indagini i militari dell’Arma
SAN PIETRO A PATIERNO MANETTE PER CIRO LIGUORE
Sorpreso a smerciare dosi Evasione dai domiciliari,
le getta in aiuola: in galera torna dentro un 32enne
In via degli Ortolani i carabinieri della stazione san Pietro a
Patierno hanno tratto in arresto per spaccio di stupefacente Ciro
Liguore, 32enne, di Afragola, già noto alle forze dell’ordine.
I militari dell’Arma hanno sorpreso l’uomo in flagranza di illecita
attività mentre era intento a vendere stupefacente ad acquirenti.
Accortosi della presenza di carabinieri l’uomo ha tentato di disfarsi
della “roba” gettandola in una aiuola, ma la successiva
perquisizione del luogo ha permesso il rinvenimento ed il sequestro
di 24 grammi di hashish suddivisi in 10 stecchette. L’arrestato è
stato tradotto nel carcere di Poggioreale e nelle prossime ore
processato con il rito della direttissima.
sabato 31 ottobre 2009
detto di essere vittima di un complotto ma di non essere lui il
destinatario finale del complotto ma di esserci finito dentro per un
giro di assurde coincidenze. La “vittima” era un suo collega. Per
dimostrarlo ha raccontato quello che per lui è successo in una
ricostruzione suggestiva ma priva al momento di riscontri concreti.
Ha accusato colleghi della Dia e non i servizi segreti che lui dice
non c’entrare nulla nella storia anche perché, ha sostenuto, di
essere stato a contatto con loro per motivi di lavoro. Si è difeso ma
forse la Procura si aspettava da lui qualcos’altro. Al momento
continuano le indagini serrate anche per cercare il destinatario
finale di quella fuga di notizie, se ovviamente fuga di notizia c’è
stata. Al momento Savarese, anche su decisione del Tribunale del
Riesame, resta in galera. «Il quadro probatorio può essere
inquinato e la reiterazione potrebbe essere probabile», sostengono
i giudici della Libertà.
QUARTIERI SPAGNOLI IN GIOVENTÙ VICINO AI MARIANO
Casa lavoro, ammanettato
il 58enne Mauro Calvanese
In gioventù era considerato un simpatizzante dei Mariano, ma negli
ultimi tempi secondo gli investigatori se ne stava un po’ in disparte. Ciò
non gli aveva comunque impedito di violare le prescrizioni della libertà
vigilata e così nei suoi confronti è stata emessa la misura di sicurezza
della Casa di lavoro: stesso genere, ma più grave. Ieri mattina i
poliziotti del commissariato Montecalvario l’hanno eseguita e ora Mauro
Calvanese, 58enne napoletano dei Quartieri Spagnoli, si trova nel
carcere di Poggioreale in attesa della designazione della struttura cui è
stato assegnato. L’uomo ieri è stato rintracciato presso la sua
abitazione di via lungo Gelso e arrestato in esecuzione dell’ordine di
consegna per l'esecuzione della misura di sicurezza. I giudici del
Tribunale di sorveglianza hanno disposto che resterà nella Casa di
lavoro, eventuali benefici o permessi-premi a parte, per due anni.
Mauro Calvanese, pregiudicato per rapina, furto, ricettazione,
favoreggiamento personale, resistenza e lesioni e con precedenti di
polizia per violazione della legge sulle armi e stupefacenti, in passato
sottoposto alla sorveglianza
speciale di pubblica sicurezza, ha
ripetutamente violato la misura di
sicurezza della libertà vigilata cui
era sottoposto dal 2008. Gli agenti
del commissariato avevano più
volte segnalato nei mesi scorsi le
ripetute violazioni delle
prescrizioni e per questo motivo, il
magistrato ha disposto
l'aggravamento della misura di
sicurezza della libertà vigilata,
stabilendo l'assegnazione di Mauro
Calvanese ad una Casa di lavoro
per 2 anni. L’uomo è stato condotto
al carcere di Poggioreale, in attesa
della designazione dell'istituto
della Casa lavoro.
hanno rinvenuto e sequestrato a
casa dell’uomo una pistola semi-
automatica calibro 6,35; con 4 car-
tucce nel caricatore e colpo in can-
na, oltre a 1,5 grammi di marijua-
na che lui ha spergiurato essere
per uso strettamente personale. Ul-
teriori approfondimenti hanno per-
messo di verificare che l’arma era
stata rubata e il furto era stato de-
nunciato alla Questura di Napoli il
3 aprile del 1986. Adesso l’arrestato è a Poggioreale mentre sulla pistola
sono in corso indagini.
VOMERO I CARABINIERI L’HANNO TROVATO VICINO CASA
I carabinieri del nucleo operativo della compagnia Vomero hanno
tratto in arresto per evasione dai domiciliari, Salvatore Mercolino,
33enne del luogo, è già noto alle forze dell’ordine. L’uomo,
sottoposto al regime degli arresti domiciliari per spaccio di
sostanze stupefacenti, è stato sorpreso dai militari dell’Arma
all’esterno del suo domicilio dove alla vista delle forze dell’ordine
ha cercato prontamente di tornare nel suo appartamento
sperando che gli uomini in divisa non l’avessero già visto. Tutto
vano, però, perchè Mercolino è stato arrestato ed ora è in attesa di
rito direttissimo. Frattanto resterà nella casa circondariale di
Poggioreale.