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Central Intelligence Agency

MANUALE
DELLA
TORTURA

Il testo Usa top-secret

Traduzione di Nora Tagliazucchi

DATANEWS Editrice
Via di S. Erasmo, 22
00184 Roma
Tel. 0670450318
Fax 0670450320
www.datanews.it
info@datanews.it

Prima edizione luglio 1999
Seconda edizione novembre 1999
Terza edizione aprile 2005
Grafica di Francesca Perna
Stampa Tipolitografia Empograph, Roma
@ Copyright 2005 by DATANEWS Editrice Srl, Roma

INDICE

Premessa di Fabio Giovannini 7

I. INTRODUZIONE 11
A. Lo scopo di questo manuale 11
B. Schema dello studio 13

II. DEFINIZIONI 15

III. CONSIDERAZIONI LEGALI E POLITICHE 17

IV. L'INTERROGANTE 21

V. L'INTERROGATO 27
A. Tipi di fonti: categorie di intelligence 27
B. Tipi di fonti: categorie di personalit 30
C. Altri indizi 42

VI. LO SCREENING E ALTRI PRELIMINARI 45
A. Lo screening 45
B. Altre procedure preliminari 49
C. Sintesi 51

VII. PROGRAMMAZIONE DELL'INTERROGATORIO
DI CONTROSPIONAGGIO 53
A. La natura dell'interrogatorio di controspionaggio 53
B. Il piano dell'interrogatorio 58
C. I punti specifici 59

VIII. L'INTERROGATORIO DI CONTROSPIONAGGIO
NON COERCITIVO 69
A. Osservazioni generali 69

B. La struttura dell'interrogatorio 70
C. Tecniche d'interrogatorio non coercitivo
di fonti resistenti 83

IX. L'INTERROGATORIO DI CONTROSPIONAGGIO
COERCITIVO IN CASO DI FONTI RESISTENTI 103
A. Restrizioni 103
B. La teoria della coercizione 103
C. L'arresto 107
D. La detenzione 107
E. La privazione degli stimoli sensoriali 109
F. Le minacce e la paura 113
G. L'indebolimento 115
H. Il dolore 116
I. La suggestionabilit potenziata e l'ipnosi 118
J. La narcosi 123
K. Scoprire le simulazioni 125
L. Conclusioni 127

X. LISTA DI CONTROLLO PER L'INTERROGANTE 131

PREMESSA

Il testo che state per leggere, "Kubark Counterintelligence
Interrogation": stato tenuto segreto per oltre trent'anni, e ha
ottenuto la derubricazione solo nel gennaio 1997, quando la
Cia ha aggiunto questo documento alla lista dei dossier da
rendere pubblici.
Chi ha scritto il "Kubark Counterintelligence Interrogation"
senza dubbio un esperto di scienza del comportamento,
uno tra i tanti scienziati che ottennero cospicui finanziamenti
dalla Cia per approfondire le tecniche di tortura psicologica
(come risulta dai bilanci dell'agenzia).
Si tratta di un testo emblematico dei metodi utilizzati dal
servizio segreto americano per ottenere collaborazioni forzate e
notizie riservate da chiunque fosse ritenuto in possesso di dati
utili agli Usa.
Per raggiungere il suo scopo, i funzionari e gli agenti della
Cia addestrati con il metodo Kubark non dovevano fermarsi
di fronte a nulla, se non alla necessit di evitare contromisure
capaci di mettere nei guai gli Stati Uniti (denunce, campagne
stampa, eccetera).
Scopo del "Kubark Counterintelligence Interrogation"
esplicitamente la manipolazione delle menti, tramite espedienti
psicologici che arrivano sino alla deprivazione sensoriale,
all'ipnosi e all'uso di droghe ( accertato, ad esempio,
che la Cia ha usato l'Lsd su spie sovietiche prigioniere). Per
disintegrare le difese psichiche delle vittime viene contemplato,
con linguaggio asettico da trattato scientifico, anche il ricorso
al dolore fisico (cio la classica tortura sui "corpi" dei
prigionieri).

L'autore del "Kubark Counterintelligence Interrogation"
distingue tra misure coercitive e non coercitive: l'interrogatorio
coercitivo prevede una pressione psicofisica con "strumenti"
esterni (droghe, violenze, eccetera), mentre l'interrogatorio
non-coercitivo avviene inducendo solo stati psicologici alterati
tramite le procedure del colloquio con la vittima. Ma questa
distinzione palesemente una sottigliezza che di fatto autorizza
qualsiasi violazione dei diritti umani del prigioniero.
Non si parla mai, ad esempio, della presenza di avvocati
del prigioniero agli interrogatori. Gli uomini sottoposti a
interrogatorio
Kubark sono in totale balia dei loro "interroganti",
privi di ogni diritto elementare.
Nel testo spesso si incontrano delle parole in codice. Alcune,
pi semplici, sono state rivelate: KUBARK, innanzitutto, significa
Cia. PBRIME indica gli altri paesi del blocco occidentale.
RIS sta per Russian Intelligence Service. MKULTRA
il termine in codice attribuito a un progetto segreto
della Cia per realizzare esperimenti di controllo psicologico
(cio di lavaggio del cervello): tutta la documentazione sul
progetto MKULTRA stata distrutta ufficialmente dalla
Cia nel 1973. Ma altri codici restano incomprensibili.
Il mantenimento dei codici segreti non il solo limite imposto
dalla Cia alla divulgazione di questo testo. Molte sono le
righe cancellate. Cosa c'era di cos imbarazzante in quelle righe,
a distanza di trent'anni, per imporne ancora la censura?
Si pu ipotizzare che accanto alle crudelt legittimate nel testo
reso pubblico, in quelle righe ve ne fossero altre ben pi
impressionanti.
Inoltre sono stati cancellati tutti i paragrafi che riguardano
la detenzione illegale di prigionieri (la Cia, infatti,
non autorizzata dalle leggi americane ad effettuare arresti).
Originariamente il "Kubark Counterintelligence Interrogation"
era datato luglio 1963, in piena Guerra Fredda. Ma
si sbaglierebbe a pensare che il "Kubark Counterintelligence
Interrogation" sia solo un reperto del passato. Di certo le tecniche
descritte nel manuale erano ancora attive fino alla met
degli anni ottanta. Un altro manuale della Cia molto simile
stato scoperto nel 1983, e poco dopo ne emerso uno dedicato
ai Contras del Nicaragua. Il Congresso americano si dovuto
ripetutamente occupare di queste rivelazioni.
Ma sappiamo anche che le tecniche di tortura psicologica
descritte nel "Kubark Counterintelligence Interrogation" sono
state messe in pratica in numerosi paesi controllati dagli Usa.
Soprattutto in America Latina la Cia ha addestrato forze
speciali e reparti militari a questo tipo di interrogatori. Forze
speciali e reparti militari, non si dimentichi, che praticavano
correntemente il rapimento, la tortura e l'assassinio degli oppositori.
In Guatemala e Honduras sono stati scoperti i fatti
pi gravi, ma la Cia ha applicato le tecniche di tortura anche
nei paesi del Medio Oriente, nel Sud-est asiatico (Vietnam
innanzitutto) e persino in Giappone. In Iran, poi, la Cia ha
addestrato la Savak, la polizia segreta dello Sci tristemente
nota per i suoi crimini. E per l'America Latina, dove agivano
vere e proprie "squadre della morte": stato reso attivo anche
il famigerato "Project X" per eliminare i dissidenti.
Leggendo le atrocit che la Cia addestrava a commettere
sugli "interrogati": viene alla memoria un testo ben pi famoso,
e che ha fatto molto scalpore negli anni settanta: "Arcipelago
Gulag" di Alexander Solgenitsin. Anche nel libro di
Solgenitsin si descrivono le torture psicologiche usate dal Kgb
per piegare i prigionieri, per farli confessare sotto minaccia e
con una spietata violenza sulle menti. L'opinione pubblica occidentale
venne bombardata di servizi sulla stampa, inchieste
giornalistiche e televisive, per additare la brutalit del regime
sovietico. Ora sappiamo che anche nel nostro "mondo libero"
i metodi di sopraffazione sui prigionieri erano (e probabilmente
sono ancora) analoghi. E' mancato solo un premio Nobel
che denunciasse, suscitando lo stesso clamore, le violenze
descritte nel "Kubark Counterintelligence Interrogation ".

Fabio Giovannini

I. INTRODUZIONE

A. Lo scopo di questo manuale

Questo manuale non pu insegnare a nessuno come
essere, o come divenire, un buon interrogante. Nel caso
migliore, esso pu aiutare il lettore ad evitare i tipici
errori di interroganti sprovveduti.
Il suo scopo di fornire delle linee guida per gli interrogatori
KUBARK e specialmente per l'interrogatorio
di controspionaggio su "fonti resistenti" (resistant
source). Esso vuole essere un aiuto ad interroganti e ad
altri direttamente interessati, e si fonda in larga parte
su risultati pubblicati di ampi studi, comprese delle inchieste
scientifiche condotte da specialisti su argomenti
strettamente correlati.
Negli interrogatori non c' niente di misterioso. Essi
consistono soltanto nella ricerca di informazioni necessarie
tramite risposte a delle domande. Cos come
per tutti gli specialisti, alcuni sono pi abili di altri; e
alcuni aspetti di questa loro superiorit possono essere
innati. Ma un buon interrogatorio si fonda comunque
sulla conoscenza della materia in oggetto e di alcuni
principi generali, anzitutto psicologici, che non sono di
difficile comprensione. Il successo di un buon interrogante
dipende in larga misura dall'uso, consapevole o
inconsapevole, di questi principi e dei processi e tecniche
che ne derivano. La conoscenza della materia in
oggetto e dei principi di base non basta a decretare il
successo di un interrogatorio, ma permette di evitare
gli errori caratteristici di un interrogatorio mal condot-
to. Lo scopo, quindi, non di insegnare al lettore come
essere un buon interrogante, ma piuttosto di dirgli
che cosa deve imparare per diventarlo.
Il pi arduo tra i compiti professionali l'interrogatorio
di una "fonte resistente" che sia membro di uno
staff o agente di un servizio di intelligence Orbit (Orbit
intelligence) o di un servizio di sicurezza, o anche di
un'organizzazione comunista clandestina. Di solito, il
vantaggio resta a favore dell'inquisitore, ma esso fortemente
ridotto dall'addestramento, dalla pazienza e
dalla durezza dell'interrogato. In questi casi, all'interrogante
occorre tutto l'aiuto che pu ottenere, e una
delle principali fonti di aiuto sono i dati scientifici. Il
servizio di intelligence che riesce ad utilizzare una
conoscenza moderna e pertinente gode di enormi vantaggi
rispetto ad un servizio che svolga il suo lavoro clandestino
con metodi da XVIII secolo. E' vero che gli psicologi
americani hanno dedicato pi attenzione alle
tecniche comuniste di interrogatorio, specialmente al
"lavaggio del cervello", che non alle tecniche americane;
ciononostante essi hanno svolto ricerche scientifiche
su molti soggetti strettamente collegati all'interrogatorio:
gli effetti della debolezza e dell'isolamento, il
poligrafo, le reazioni al dolore e alla paura, l'ipnosi e
l'aumento della suggestionabilit, la narcosi, eccetera.
Questo lavoro sufficiente e abbastanza rilevante da
non permettere pi di discutere di interrogatorio senza
riferirsi alla ricerca psicologica svolta nell'ultimo decennio.
Perci uno dei principali compiti di questo studio
di far convergere dei dati scientifici rilevanti sull'interrogatorio
di controspionaggio (counterintelligence).
Si fatto ogni sforzo possibile per riferire ed
interpretare questi dati nel nostro linguaggio invece
che nella terminologia usata dagli psicologi.
Questo studio non si limita affatto a riassumere ed
interpretare i dati scientifici. L'approccio degli psicolo-
gici di solito manipolativo; in altre parole, essi suggeriscono
metodi che impongono controlli o alterazioni
sull'interrogato dall'esterno. Ad eccezione del contesto
di riferimento comunista, essi hanno rivolto meno attenzione
alla creazione di controlli interni, cio alla capacit
di convertire la fonte, cos che ne risulti una cooperazione
volontaria. A parte alcune considerazioni
d'ordine morale, l'imposizione di tecniche esterne di
manipolazione comporta seri rischi di successive cause
legali, di pubblicit negativa, o di tentativi di rivalsa.

B. Schema dello studio

Questo studio parte dal tema generale dell'interrogatorio
in s (parti I, II, III, IV e VI) e giunge sino alla
programmazione di un interrogatorio di controspionaggio
(parte VII) e all'interrogatorio di controspionaggio
di fonti resistenti (parti VII, IX e X). Definizioni,
considerazioni legali e discussioni sugli interroganti
e sulle fonti riguardano poi tutti i tipi di interrogatorio,
cos come la sezione VI relativa allo screening e ad altri
preliminari. Una volta stabilito che la fonte probabilmente
un "obiettivo di controspionaggio" (counterintelligence
target) (in altre parole, fa probabilmente parte di
un servizio straniero di intelligence o di sicurezza, oppure
un comunista, o fa parte di un qualsiasi altro gruppo
impegnato in attivit clandestine contro la sicurezza
nazionale), l'interrogatorio programmato e condotto
in conformit: Le tecniche di interrogatorio di
CS (controspionaggio) sono discusse secondo i gradi
di intensit man mano che aumenta la concentrazione
sulla fonte resistente. L'ultima sezione, sulle cose da fare
e da non fare, un approfondimento delle parti iniziali;
come lista di controllo, essa posta alla fine soltanto
per convenienza.

II. DEFINIZIONI

La maggior parte della terminologia di intelligence
impiegata qui, che una volta poteva apparire ambigua,
stata chiarita con l'uso o tramite istruzioni KUBARK.
Perci sono state omesse le definizioni per termini
come "informazione bruciata" (burned notice),
transfuga (defector), fuggiasco (escapee) e rifugiato (refugee).
Sono state invece incluse altre definizioni malgrado
un accordo generale sul loro significato, quando
questo significato sia reso poco chiaro dal contesto.
Valutazione: analisi e sintesi dell'informazione, di
norma relativamente ad una o pi persone, allo scopo
di giudicarla. La valutazione di singoli individui si fonda
sulla compilazione e l'uso di dettagli psicologici e
biografici.
Bona fides: prove o informazioni affidabili circa l'identit,
la storia personale (compreso il lavoro di intelligence)
e le intenzioni o la buona fede.
Controllo: la capacit di produrre, alterare o arrestare
un comportamento umano insinuando, citando o
usando mezzi psicologici per ottenere l'adeguamento
alla direttiva. Questo adeguamento pu essere volontario
o involontario. Il controllo sull'interrogato pu solo
raramente essere stabilito senza un controllo sul suo
ambiente.
Interrogatorio di controspionaggio: interrogatorio
(vedi cap. VII) mirato ad ottenere informazioni su
attivit clandestine ostili, nonch su persone o gruppi
impegnate in quelle attivit. Gli interrogatori di CS
KUBARK sono praticamente sempre mirati a produr-
re informazioni su servizi stranieri di intelligence e di sicurezza,
o su organizzazioni comuniste. poich la sicurezza
un fattore di competenza del controspionaggio,
l'interrogatorio condotto per ottenere ammissioni circa
piani o attivit clandestine dirette contro i servizi di sicurezza
KUBARK o PBPRIME anche un interrogatorio
di CS. Ma, a differenza dell'interrogatorio di polizia,
l'interrogatorio di CS non mira ad ottenere che
l'interrogato incrimini se stesso, per portarlo poi a giudizio.
Per un servizio di CS, le ammissioni di complicit
non sono uno scopo in s, ma preludono semplicemente
all'acquisizione di ulteriori informazioni.
Debriefing, letteralmente: "mettere a rapporto":
ottenere informazioni ponendo domande ad una
fonte controllata e bene informata, che di solito
volontaria.
Eliciting, la traduzione letterale : "cavar fuori":
ottenere informazioni senza dimostrare intenzioni
o forte interesse, tramite scambi verbali o
scritti con una persona che pu essere oppure no disposta
a fornire ci che si cerca e che pu oppure no essere
controllata.
Interrogatorio: ottenere informazioni con domande
dirette a una o pi persone in condizioni totalmente
o in parte controllate da colui che fa le domande, o in
condizioni ritenute sotto il proprio controllo da chi riceve
le domande. poich le interviste, il debriefing, l'eliciting,
sono metodi pi semplici di ottenere informazioni
da soggetti che cooperano, l'interrogatorio di solito riservato
a fonti sospette, o resistenti, o tutt'e due le cose.
Colloquio di intelligence: ottenere informazioni, di
solito in condizioni non controllate, ponendo domande
ad una persona conscia della natura e forse anche del
valore delle sue risposte, ma che di solito non si rende
conto degli scopi e della specifica affiliazione all'intelligence
dell'intervistatore.

III. CONSIDERAZIONI LEGALI E POLITICHE

La legge che ha dato origine alla KUBARK ha specificamente
negato a questo servizio poteri giudiziari e
di polizia. Eppure la detenzione in un ambiente controllato
e forse anche per un lungo periodo di tempo
spesso essenziale per un interrogatorio di controspionaggio
che voglia avere successo quando si tratti di
una fonte recalcitrante (...) [circa tre righe cancellate].
Questa necessit dovrebbe, ovviamente, essere determinata
al pi presto possibile.
La legalit della detenzione e interrogatorio di una
persona e dei metodi impiegati (...) [circa dieci righe
cancellate].
La detenzione pone il pi comune dei problemi legali.
La KUBARK non ha autorit legale indipendente
per detenere un individuo contro la sua volont (...)
[circa quattro righe cancellate]. La fretta con cui certi
interrogatori KUBARK sono stati condotti non sempre
il prodotto dell'impazienza. Alcuni servizi di sicurezza,
specialmente quelli del blocco cino-sovietico,
possono lavorare come vogliono, affidandosi sia al
tempo sia ai loro metodi per vincere le resistenze dei
recalcitranti. La KUBARK di solito non pu. Perci, a
meno che non si consideri che la persona da interrogare
sia disposta a cooperare e lo sia a tempo indefinito,
il primo passo nella programmazione dell'interrogatorio
decidere per quanto tempo la fonte pu essere
mantenuta in stato di fermo. La scelta del metodo dipende
in parte dalla risposta a questo interrogativo.
(...)
[circa quindici righe cancellate]
Il trattamento ed il questioning di un transfuga sono
soggette alle norme (...) [una o due parole cancellate]
della Direttiva n. 4: alla sua rispettiva Direttiva Chief/
KUBARK, in particolare (...) [circa dodici righe cancellate]
il Book Dispatch (...) [una o due parole cancellate]
ed a pertinenti (...) [una o due parole cancellate].
Nota: Il testo fa distinzione tra "interrogatorio" e "questioning",
perch
evidentemente nel secondo caso le tecniche sono diverse e pi "dolci".
Fine nota.
Coloro che sono impegnati nell'interrogatorio di transfughi,
fuggiaschi e rifugiati, o rimpatriati, devono conoscere
questi riferimenti.
Il tipo di informazioni di controspionaggio da cercare
in un interrogatorio di CS generalmente precisato
nella Direttiva Chief/KUBARK e con maggiori dettagli
nel Book Dispatch (...) [circa un terzo delle righe cancellato].
L'interrogatorio di cittadini PBPRIME pone problemi
particolari. Primo, questi interrogatori non dovrebbero
essere svolti per motivi estranei alla sfera di
responsabilit della KUBARK. Per esempio, il (...) [circa
due terzi delle righe cancellate] ma non dovrebbero di
norma essere coinvolti direttamente. Le attivit clan-
destine svolte all'estero a favore di una potenza straniera
da un cittadino PBPRIME non ricadono nell'ambito
delle responsabilit investigative e di interrogatorio
della KUBARK. Tuttavia, qualsiasi indagine, interrogatorio,
o intervista di un cittadino PBPRIME che sia
condotta all'estero perch si sospetta o si sa che egli
impegnato in attivit clandestine dirette contro la sicurezza
del PBPRIME richiede l'approvazione personale
e preventiva del Chief/RUDESK o del suo vice.
Dal 4 ottobre 1961, stato reso applicabile anche all'estero
l'Espionage Act, rendendo cos possibile citare
davanti alle Corti federali qualsiasi cittadino PBPRIME
che violi le norme di questa legge in paesi stranieri.
ODENVY ha chiesto di essere informato, in anticipo
se i tempi lo permettono, di ogni passo investigativo
intrapreso in questi casi. poich i dipendenti della
KUBARK non possono testimoniare in tribunale,
ogni indagine deve essere condotta in modo tale che le
prove cos ottenute possano essere prodotte in modo
appropriato qualora il caso arrivi al procedimento (...)
[circa una riga cancellata] stabilisce l'indirizzo e le procedure
nelle indagini su cittadini PBPRIME all'estero.
Gli interrogatori condotti sotto coercizione e costrizione
sono pi facilmente esposti al rischio di illegalit
e di conseguenze dannose per la KUBARK. Perci il
permesso a livello del KUDOVE per l'interrogatorio
di una fonte contro la sua volont e nelle seguenti circostanze
deve essere ottenuto in anticipo:
1. qualora siano inflitti danni corporali,
2. se devono essere usati metodi o materiali medici,
chimici, elettrici, per indurre l'interrogato
all'acquiescenza, (...)
3. (...) [circa tre righe cancellate].
L'interrogante di CS che tratta con un interrogato
non cooperante ben istruito da un servizio nemico sulle
restrizioni legali con cui i servizi ODYOKE devono
operare, deve attendersi delle tattiche dilatorie efficaci.
All'interrogato stato detto che la KUBARK non pu
detenerlo a lungo, che deve resistere solo per un po'.
Nikolay Khokhlov, ad esempio, rifer che prima di
partire per Francoforte sul Meno per la sua missione
omicida, gli passarono per la testa questi pensieri: Se
dovessi cadere in mano alle autorit occidentali, posso
essere reticente, stare zitto, negare la mia visita volontaria
a Okolovich. So che non sar torturato e che secondo
le procedure della legge occidentale posso com-
portarmi spavaldamente. L'interrogante che trova
una resistenza esperta non deve innervosirsi e premere;
se lo fa pi probabile che commetta degli atti illegali
che poi la fonte pu usare contro di lui. Tenendo
presente che il tempo sta dalla sua parte, l'interrogante
dovrebbe fare in modo da averne quanto necessario.

IV. L'INTERROGANTE

Una serie di studi sull'interrogatorio analizza le qualit
che dovrebbe avere un interrogante. L'elenco
quasi interminabile: modi professionali, polso, comprensione
e compassione, vastit di conoscenze generali,
conoscenze specifiche, "una conoscenza pratica di
psicologia", abilit nei trucchi del mestiere, prontezza,
perseveranza, integrit, discrezione, pazienza, un alto
quoziente di intelligenza, vasta esperienza, flessibilit,
eccetera. Alcuni testi esaminano persino i modi e il vestire
dell'interrogante, e uno arriva a prescrivere i tratti
considerati desiderabili anche della sua segretaria.
Ripetere qua questo elenco non servirebbe a niente,
specialmente perch quasi tutte queste caratteristiche
sono auspicabili anche in funzionari, agenti, poliziotti,
rappresentanti, taglialegna e chiunque altro. L'analisi
della letteratura scientifica al riguardo non ha individuato
nessun tratto comune a interroganti di successo,
n qualunque altra indagine che fornisca a questi elenchi
di caratteristiche una qualsiasi validit obiettiva.
Forse i quattro requisiti di maggiore importanza per
l'interrogante sono: 1) addestramento ed esperienza
operativa sufficienti a permettere un'empirica percezione
dei punti di vantaggio; 2) familiarit reale con la
lingua da usare; 3) vasta conoscenza di fondo del paese
d'origine dell'interrogato (e del servizio di intelligence,
qualora sia in ballo); 4) una reale comprensione della
fonte come persona.
(...) [circa dodici righe cancellate] stazioni, ed anche
alcuni casi possono richiedere ad un interrogante di
avere questi requisiti, individualmente o come team.
Qualora sia disponibile un certo numero di interroganti,
la percentuale di successo accresciuta da un'attenta
combinazione di questioners e di fonti, e evitando
che una rigida pre-programmazione impedisca questa
combinazione. Dei quattro requisiti di cui sopra, forse
una reale comprensione del carattere della fonte il
pi importante, ma anche il meno comune. Pi avanti
vedremo questo aspetto pi dettagliatamente. Tuttavia,
facciamo subito un'osservazione generale perch
la riteniamo fondamentale per stabilire una relazione
con l'interrogato, da cui dipende il successo di un interrogatorio
non coercitivo.
L'interrogante dovrebbe ricordare che lui e l'interrogato
spesso lavorano a fini opposti non perch l'interrogato
si rifiuti di collaborare o voglia ingannare, ma
semplicemente perch ci che egli vuol ottenere dalla
situazione non ci che vuole l'interrogante. Lo scopo
dell'interrogante di ottenere delle informazioni utili,
fatti sui quali presumibilmente l'interrogato ha acquisito
informazioni. Ma all'inizio dell'interrogatorio, e forse
ancora per molto tempo dopo, la persona cui vengono
rivolte le domande non molto interessata a comunicare
il grosso delle sue informazioni specifiche al
suo questioner, gli interessa di pi presentarsi sotto l'aspetto
migliore. La domanda che primeggia nella sua
mente, all'inizio, probabilmente non : Come posso
aiutare PBPRIME?, ma piuttosto Che impressione
sto facendo? e, subito dopo, Che cosa mi accadr?
(un'eccezione l'agente infiltrato o il provocatore inviato
ad un centro KUBARK dopo essere stato addestrato
a resistere ad un interrogatorio. Un agente di
questo tipo pu sentirsi abbastanza fiducioso da non
preoccuparsi troppo di se stesso. Il suo interesse principale,
sin dall'inizio, pu anzi essere quello di acquisire
informazioni circa l'interrogante ed il suo servizio).

L'interrogante competente pu risparmiare un sacco
di tempo comprendendo i bisogni emotivi dell'interrogato.
Molti, davanti ad un funzionario - e ad uno
oscuramente potente - che rappresenta una potenza
straniera vengono al concreto molto pi rapidamente
se indotti a pensare, sin dall'inizio, che sono trattati come
persone. Cose normali come salutare per nome un
interrogato in apertura di seduta gli fa sentire, sin dall'inizio,
che trattato come una persona e non come
una spugna da strizzare. Ci non vuol dire che si debba
permettere ad un tipo egotista di cullarsi a lungo
nel calore del riconoscimento individuale. Ma importante
attenuare il timore della denigrazione che affligge
molte persone sottoposte per la prima volta ad
interrogatorio, rendendo chiaro che l'individualit dell'interrogato
rispettata. Una volta stabilita questa in-
tesa, l'interrogatorio pu spostarsi su questioni impersonali
e non sar poi ostacolato o interrotto - perlomeno
non troppo spesso - da risposte irrilevanti miranti
non a fornire fatti ma a dimostrare che l'interrogato
un essere umano degno di rispetto.
Bench sia spesso necessario usare l'inganno per indurre
un individuo a dire ci che vogliamo sapere, specialmente
negli interrogatori CS, la domanda iniziale
che l'interrogante deve porsi dovrebbe essere: Come
posso indurlo a dirmi quel che sa?, e non: Come
posso intrappolarlo per fargli sputare quello che sa?.
Se l'interrogato veramente ostile per motivi ideologici,
vanno bene delle tecniche di manipolazione; ma la
presunzione di ostilit - o perlomeno l'impiego di tattiche
di pressione gi dal primo incontro - possono rendere
difficile anche un soggetto altrimenti disposto a
reagire positivamente al riconoscimento della sua personalit
e a una iniziale presunzione di buona volont.
Un altro commento preliminare relativamente all'interrogante
che di norma egli non dovrebbe perso-
nalizzare l'interrogatorio. Egli non dovrebbe, cio,
sentirsi compiaciuto, lusingato, frustrato, stimolato, o
comunque coinvolto emotivamente e personalmente
nell'interrogatorio. Una calibrata manifestazione di
sensibilit a scopo specifico un'eccezione; ma anche
in circostanze come questa l'interrogante deve mantenere
un pieno controllo. Come situazione, l'interrogatorio
intensamente interpersonale; perci tanto pi
necessario controbilanciare questa situazione con un
atteggiamento che l'interrogato riconosca chiaramente
come essenzialmente leale e obiettiva. Il tipo di persona
che non riesce a non personalizzare, che si fa coinvolgere
emotivamente nella situazione dell'interrogatorio,
pu ottenere come interrogante degli occasionali
successi (magari spettacolari), ma quasi sicuro che
la sua media sar bassa.
Si dice spesso che l'interrogante dovrebbe essere
"un buon giudice della natura umana". In effetti, (...)
[circa tre linee cancellate] pi probabile che l'interrogante
non sottovaluti ma sopravvaluti la propria abilit
nel giudicare altri, specialmente se ha una scarsa o
nulla preparazione in fatto di psicologia moderna. Ne
consegue che errori di valutazione e di gestione risultano
pi facilmente da giudizi frettolosi fondati sulla presunzione
di un'abilit innata nel giudicare altri, che
non dal tenere a bada questi giudizi sinch non siano
conosciuti abbastanza fatti.
Si molto discusso di esperti d'interrogatorio rispetto
a esperti di materie specifiche. I dati disponibili suggeriscono
che questi ultimi hanno un leggero vantaggio.
Ma quando si tratta di scopi di controspionaggio
questo dibattito accademico (...) [circa cinque righe
cancellate].
E' buona pratica assegnare degli interroganti inesperti
a compiti di sorveglianza, o ad altri compiti supplementari
direttamente collegati all'interrogatorio,
cosicch essi possano seguire da vicino il procedimento
prima di assumerlo. Si raccomanda anche l'impiego
di interroganti alle prime armi come "setacciatori"
(screeners) (vedi parte VI).
Bench ci sia una certa validit nell'opinione, spesso
espressa nei manuali d'interrogatorio, che l'interrogatorio
essenzialmente una battaglia tra intelligenze
perspicaci, l'interrogante CS che incontra un interrogato
addestrato e resistente dovrebbe ricordare che
un'ampia
(...)
L'interrogante dovrebbe essere sostenuto, ogni volta
che sia possibile, da un analista qualificato che riveda
il suo "bottino" quotidiano; l'esperienza ha dimostrato
che questa revisione sollever domande da porre e
punti da chiarire e porta ad una completa copertura
della questione in esame.
(...)
variet di aiuti pu essergli messa a disposizione sul
campo o dalla centrale (questi aiuti sono discussi nella
parte VIII). La natura intensamente personale della situazione
d'interrogatorio rende ancor pi necessario
che il questioner KUBARK non miri tanto ad un trionfo
personale quanto a raggiungere il suo vero scopo -
cio l'acquisizione di tutta l'informazione necessaria
con dei mezzi autorizzati.

V. L'INTERROGATO

A. Tipi di fonti: categorie di intelligence

Dal punto di vista dei servizi di intelligence le categorie
di persone che pi spesso forniscono informazioni
utili in risposta a domande sono i viaggiatori, i rimpatriati,
i transfughi, i traditori e i rifugiati; le fonti "trasferite";
gli agenti, compresi i provocatori, i doppiogiochisti
e gli agenti d'infiltrazione; i truffatori e i falsificatori.
1. I viaggiatori sono di solito intervistati, debriefed,
o sottoposti a domande con una tecnica di eliciting.
Nota: Debriefed si riferisce alla tecnica per cui si chiedono
informazioni rozze, frammentarie, anche inconsapevoli - che possono
poi essere "incasellate" in un contesto organico. Fine nota.
Se sono interrogati, il motivo che si sa o si suppone che
essi rientrino in una delle categorie che seguono.
2. I rimpatriati sono talvolta interrogati, bench
pi spesso si ricorra ad altre tecniche.
Gli interessi riservati del governo ospitante impongono
spesso degli interrogatori da parte di un servizio
di collegamento piuttosto che da parte della KUBARK.
Se la KUBARK a condurre l'interrogatorio,
vengono fatti i seguenti passi preliminari:
a. un controllo dei precedenti, compresi i dati locali
e quelli al comando centrale;
b. prove di buona fede;
c. determinazione del tipo di rimpatriato e del livello
di accesso durante la permanenza fuori
dal suo paese;
d. valutazione preliminare delle motivazioni
(compreso l'orientamento politico), affidabilit
e capacit come osservatore e relatore;
e. determinazione dei suoi rapporti di intelligence
o della militanza comunista, con un servizio o
con un partito del paese del rimpatriato, paese
di detenzione o altro. Sono indispensabili dei
dettagli completi.
3. I transfughi, traditori e rifugiati sono normalmente
interrogati abbastanza a lungo da permettere almeno
un test preliminare della loro buona fede. L'esperienza
degli anni del dopoguerra ha dimostrato che
i transfughi sovietici (1) quasi mai hanno defezionato
soltanto o principalmente perch indotti da un servizio
occidentale, (2) di solito lasciano l'Urss per motivi
personali pi che per motivi ideologici, e (3) sono
spesso agenti del RIS.
Tutte le analisi del flusso di transfughi-rifugiati hanno
dimostrato che i servizi Orbit sono ben coscienti
dei vantaggi offerti da questo mezzo per collocare degli
agenti in paesi sotto mira (...) [circa quattordici righe
cancellate] per l'interrogatorio sono di solito abbastanza
ben noti ai servizi di trasferimento da avere una
cartella gi aperta. Quando sia possibile, la KUBARK
dovrebbe assicurarsi una copia della cartella, o il suo
equivalente informativo completo, prima di accettare
una custodia.
4. Gli agenti sono pi spesso debriefed che non interrogati
(...) [circa tre righe cancellate] come strumenti
di analisi. Se si stabilisce, o si hanno forti sospetti,
che l'agente appartiene ad una delle seguenti categorie,
di solito si fa un'ulteriore indagine e poi alla fine
un altro interrogatorio.
a. Agente provocatore. Molti agenti provocatori si
presentano come fuggiaschi, rifugiati o transfughi per
infiltrarsi in gruppi di emigrati, nell'intelligence ODYOKE,
o in altri obiettivi assegnati loro dai servizi nemici.
Bench le denunce fatte da rifugiati veri, e altre prove
di informazione ottenute da documenti, funzionari locali
e fonti analoghe, possano smascherarli, la detenzione
di agenti provocatori dipende spesso da un interrogatorio
specializzato. Un altro capitolo di questo
manuale tratta dei tests preliminari sulla buona fede,
ma i risultati di questi tests preliminari sono spesso inconcludenti,
e un minuzioso interrogatorio spesso essenziale
per giungere ad una confessione e ad una individuazione.
Perci l'agente provocatore pu essere
interrogato per un'intelligence operativa e positiva come
pure sotto l'aspetto del controspionaggio, a condizione
che si abbia una piena coscienza del suo status
durante l'interrogatorio ed anche pi tardi, quando si
stendono i rapporti.
b. Agente doppio. L'interrogatorio di un agente
doppio segue alla scoperta o al forte sospetto che esso
stia "tenendo buoni" i servizi avversari. Come per l'interrogatorio
di un agente provocatore, un'indagine
preliminare accurata pu fruttare parecchio quando si
passa alle domande. In effetti, un principio base dell'interrogatorio
che chi pone le domande deve avere
a disposizione, prima di cominciare, quante informazioni
pertinenti sia possibile raccogliere senza che il futuro
interrogato ne sia al corrente.
(...)
[due terzi della pagina cancellati]
d. I truffatori e i mentitori sono di solito interrogati
per ragioni "preventive", non per ottenerne informazioni.
Lo scopo la prevenzione o l'annullamento
del danno arrecato alla KUBARK o ai servizi ODYOKE.
I truffatori e i mentitori hanno poco da comunicare
che abbia interesse da un punto di vista di contro-
spionaggio, ma sono notoriamente degli abilissimi perditempo.
L'interrogatorio in questi casi inconcludente
e, se prolungato, improduttivo. Si pu trovare eccezionalmente
un trafficante professionale con numerosi
contatti con servizi di intelligence, ma in questo caso egli
di solito si tiene buono il servizio del paese ospitante
perch altrimenti non pu lavorare tranquillamente.

B. Tipi di fonti: categorie di personalit

La quantit di sistemi escogitati per catalogare gli esseri
umani ampia e molti di questi sistemi sono di
dubbia validit. I trattati sull'interrogatorio riportano
diversi schemi di catalogazione. Le due tipologie pi
spesso suggerite sono quelle psico-emozionali e geografico-culturali.
Coloro che difendono la prima sostengono
che lo schema psico-emozionale non varia in
modo significativo col tempo, il luogo, o la cultura. La
seconda scuola sostiene che esistono un carattere nazionale
e delle categorie subnazionali, e le guide per
l'interrogatorio fondate su questo principio raccomandano
un approccio adeguato alle culture geografiche.
E' chiaro che la fonte sottoposta ad interrogatorio
non pu essere capita se la si isola in un vuoto, avulso
dal contesto sociale. E' non meno vero che alcune delle
cantonate pi marchiane in un interrogatorio (ed in
altri processi operativi) risultano dall'ignoranza dell'ambiente
della fonte. Inoltre, delle schematizzazioni
psico-emozionali presentano talvolta degli estremi atipici
piuttosto che la tipologie di individui che l'interrogante
incontra di solito. Queste tipologie poi sollevano
divergenze anche tra psichiatri e psicologi professionali.
Gli interroganti che le adottano e che notano nell'interrogato
una o due delle caratteristiche del "tipo A",
possono per errore assegnare la fonte alla categoria A
e far derivare il resto da questa catalogazione.

D'altra parte, ci sono obiezioni valide riguardo all'adozione
di categorie cultural-geografiche a scopi d'interrogatorio
(per quanto valide esse possano essere come
criteri KUCAGE). Le trappole tese dall'ignoranza
della specifica cultura della fonte hanno (...) [circa
quattro righe cancellate].
(...)
[circa otto righe cancellate]
La soluzione ideale sarebbe di evitare ogni catalogazione.
Fondamentalmente, tutti gli schemi di etichettatura
degli individui sono sbagliati di per s; se applicati
in modo arbitrario, producono sempre delle distorsioni.
Tutti gli interroganti sanno che una reale comprensione
dell'individuo vale molto di pi di una profonda
conoscenza di questa o quella casella in cui sia
stato collocato. E per gli scopi dell'interrogatorio sono
molto pi significativi i modi in cui egli si differenzia
dal tipo astratto che non quelli in cui gli si conforma.
Ma la KUBARK non dispone n del tempo n del
personale necessari per indagare le profondit dell'individualit
di ogni singola fonte. Nelle fasi d'apertura
dell'interrogatorio, o in un interrogatorio rapido, si
costretti a fare un certo uso della catalogazione stenografica,
malgrado le distorsioni. Come per altri aiuti all'interrogatorio,
uno schema di categorie utile solo se
riconosciuto per ci che - una serie di etichette che
facilitano la comunicazione ma che non coincidono
con le persone cos etichettate. Se un interrogato mente
in modo persistente, un interrogante pu farne un
rapporto e congedarlo come "bugiardo patologico".
Eppure persone di questo tipo possono avere informazioni
di controspionaggio (o altre) di valore non inferiore
a quelle di altre fonti, e l'interrogante che ha pi
probabilit di ottenerle quello che non si contenta di
applicare un'etichetta, ma interessato sia al motivo
per cui il soggetto mente, sia in che cosa egli mente.

Fatte tutte queste riserve, e con l'ulteriore osservazione
che coloro che trovano le categorie psico-emozionali
pragmaticamente valide dovrebbero usarle, e
coloro che invece non sono di questo parere dovrebbero
evitarle, descriviamo i seguenti nove tipi. Le categorie
si fondano sul fatto che il passato di una persona
si riflette sempre, anche se vagamente, sulla sua etica e
sulla sua condotta attuali. Il vecchio cane pu imparare
dei giochetti nuovi, ma non dei modi nuovi di impararli.
La gente cambia, ma ci che sembra una nuova
condotta o un nuovo schema psicologico spesso
solo una variante del vecchio tema.
Non si pretende che lo schema di classificazione qui
presentato sia completo, certamente qualche interrogato
non rientrer in nessuno dei gruppi sotto elencati.
E come tutte le altre tipologie, anche questo sistema ha
delle sovrapposizioni, cosicch qualche interrogato
mostrer caratteristiche proprie a pi gruppi. Soprattutto,
l'interrogante deve ricordare che se in una fonte
si trovano caratteristiche proprie di un gruppo, ci
non permette di concluderne che la fonte "appartiene"
a quel gruppo, e che anche un'etichettatura corretta
non significa capire l'individuo ma vale solo come aiuto
a capirlo.
I nove gruppi principali della categoria psico-
emozionale adottata in questo manuale sono i seguenti.
1. Il tipo ordinato-ostinato. Le persone di questo
gruppo sono caratteristicamente sobrie, ordinate e
fredde, spesso molto intellettuali. Non sono impulsive.
Tendono a pensare in modo logico e agire in modo deliberato.
Spesso prendono decisioni molto lentamente.
Sono molto meno disposte a fare sacrifici personali
per una causa che ad usare quei sacrifici come mezzi
temporanei per un vantaggio personale permanente.
Sono riservate e poco disposte a confidare ad altri i lo-
ro piani e le loro trame, che spesso riguardano il rovesciamento
di qualche forma di autorit. Sono anche
ostinate, bench possano fingere di cooperare, o anche
credere di stare cooperando. Nutrono dei rancori.
Il tipo ordinato-ostinato si considera superiore agli
altri. Talvolta il suo senso di superiorit s'intreccia con
una sorta di pensiero magico che comporta una quantit
di superstizioni e fantasie circa il controllo del suo
ambiente. Pu persino avere un sistema morale tutto
suo. Talvolta egli soddisfa il suo senso di superiorit
provocando un trattamento ingiusto. Egli tenta anche,
in modo caratteristico, di tenersi sempre aperta una
via di uscita, evitando ogni reale impegno verso qualcosa.
E' - ed sempre stato - intensamente preoccupato
dei suoi beni personali. Ed di solito un avaro che
risparmia su tutto, ha un forte senso delle convenienze,
puntuale e pulito. Il suo denaro e altri suoi beni
hanno per lui una qualit personalizzata; sono parte di
lui. Spesso porta con se delle monete lucenti, degli oggetti
ricordo, un mazzo di chiavi ed altri oggetti che
per lui hanno un valore reale o simbolico.
Di solito il tipo ordinato-ostinato ha una storia di ribellione
attiva durante la fanciullezza, centrata sul fare
regolarmente l'esatto contrario di ci che gli veniva
detto. Da adulto egli pu aver imparato a mascherare
la sua resistenza e a divenire passivo-aggressivo, ma la
sua determinazione ad andare per la sua strada resta
inalterata. Ha solamente imparato a procedere in modo
indiretto, se necessario. Il suo odio profondo e il
suo timore dell'autorit, radicato sin dall'infanzia, nell'et
adulta sono ben mascherati. Ad esempio, una
persona di questo tipo pu confessare facilmente e rapidamente
sotto interrogatorio anche atti che non ha
commesso, per distogliere l'interrogante dallo scoprire
qualcosa di significativo (o, pi raramente, a causa di
sensi di colpa).

L'interrogante che ha a che fare con un tipo ordina-
to-ostinato dovrebbe evitare di apparire come un'autorit
nemica. Minacce, gesti minacciosi, pugni sul tavolo,
forti reazioni a risposte evasive o a bugie e altre
tattiche autoritarie del genere serviranno solo a risvegliare
nel soggetto le sue vecchie ansie e il suo abitua-
le meccanismo di difesa. Per stabilire un rapporto,
l'interrogante dovrebbe essere cordiale. Sar probabilmente
utile che l'interrogante e la stanza dell'interrogatorio
appaiano straordinariamente lindi. L'interrogato
ordinato-ostinato spesso colleziona monete o altri
oggetti per hobby; passare un po' di tempo a condividere
il suo interesse pu aiutare a rompere un po' il
ghiaccio. Con questo tipo di interrogato estremamente
importante stabilire un rapporto (...) [circa tre
righe cancellate].
2. Il tipo ottimista. Questo tipo di fonte quasi
sempre spensierata, impulsiva, inconsistente ed inaffidabile.
Egli pare godere di un continuo stato di benessere.
Pu essere generoso all'estremo, dando agli altri
ci che vorrebbe fosse dato a lui. Pu divenire un alcoolizzato
o un drogato. Non capace di resistere ad
una forte pressione; reagisce ad una sfida non aumentando
il proprio sforzo ma scappando via per evitare il
conflitto. La sua convinzione che "qualcosa cambier",
che "tutto andr bene", si basa sul suo bisogno
di evitare le proprie responsabilit negli eventi e di dipendere
da un destino propizio.
Di solito, questa persona stata molto coccolata nella
prima fase della sua vita. Talvolta il membro pi
giovane di una famiglia numerosa, il figlio di una donna
di mezza et (il cosiddetto "figlio-cambia-vita"). Se
poi ha subito delle forti frustrazioni pi tardi nella sua
fanciullezza, pu essere petulante, vendicativo, sempre
esigente.

Come fonti sotto interrogatorio, i tipi ottimistici reagiscono
meglio davanti ad un approccio gentile, paterno.
Se resistono, si pu trattarli efficacemente con la
tecnica "Mutt-and-Jeff" discussa pi avanti. Le tattiche
di pressione o un atteggiamento ostile possono spingerli
a rinchiudersi in se stessi, mentre un atteggiamento
rassicurante pu indurli ad aprirsi. Essi tendono a
cercare delle promesse, a mettere l'interrogante nel
ruolo di protettore e di solutore di problemi, ed importante
che l'interrogante eviti di fare delle promesse
specifiche che non possono essere mantenute, perch
un ottimista che divenga vendicativo pu dimostrarsi
fastidioso.
3. Il tipo avido, esigente. Questo tipo si attacca
agli altri come una sanguisuga e si aggrappa in modo
ossessivo. Per quanto estremamente dipendente e passivo,
egli esige sempre che gli altri si prendano cura di
lui e soddisfino i suoi desideri. Se pensa di aver ricevuto
un torto, non cerca di rifarsi con i suoi sforzi ma cerca
di persuadere altri a prendere il bastone in sua difesa-
"combattete tu e lui". La sua lealt si trasferisce facilmente
quando sente che lo sponsor che ha scelto lo
ha abbandonato. I transfughi di questo tipo si sentono
addolorati perch i loro desideri non sono stati soddisfatti
nei loro paesi di origine, ma presto si sentono
non meno colpiti anche in un altro paese e si rivoltano
contro il loro governo o i loro rappresentanti allo stesso
modo di prima. Il tipo avido ed esigente soggetto
a depressioni piuttosto frequenti. Pu rivolgere verso
se stesso il suo desiderio di vendetta e in casi estremi
pu arrivare al suicidio.
Il tipo avido ed esigente ha spesso sofferto di una
precoce privazione di affetto o di sicurezza. Da adulto
egli continua a cercare dei genitori sostitutivi che si
prendano cura di lui come i suoi genitori veri non avevano
fatto, secondo lui.

L'interrogante che tratta con questo tipo deve fare
attenzione a non respingerlo, altrimenti il rapporto
pu essere distrutto. D'altra parte, l'interrogante non
deve accettare richieste che non possono o non debbono
essere soddisfatte. Il tono da padre comprensivo
o da fratello maggiore pu invece rendere sensibile il
soggetto. Se fa delle richieste esorbitanti, un favore
senza importanza pu fornire un sostitutivo soddisfacente,
perch la richiesta non esprime tanto una necessit
specifica quanto il bisogno di sicurezza del soggetto.
Perci egli probabilmente trover rassicurante ogni
manifestazione di interesse per il suo benessere.
Nel trattare con questo tipo - e in larga misura anche
con uno qualsiasi dei tipi qui descritti - l'interrogante
deve essere cosciente dei limiti e delle trappole di una
persuasione razionale. Se cerca di avviare un rapporto
di cooperazione appellandosi alla logica, egli dovrebbe
prima decidere se la resistenza della fonte si fonda
sulla logica, altrimenti - se la resistenza totalmente o
principalmente emozionale pi che razionale - i suoi
tentativi risulteranno vani. La resistenza emozionale
pu essere dissipata solamente da una manipolazione
emozionale.
4. Il tipo ansioso, egocentrico. Bench questa
persona sia timorosa, essa anche impegnata in una
costante lotta con se stessa per nascondere i suoi timori.
Spesso un temerario che compensa le sue paure
facendo finta che il pericolo non esista. Pu essere un
aviatore acrobatico o un artista da circo che "dimostra"
se stesso davanti alla folla. Pu anche essere un
dongiovanni. E' portato a vantarsi e spesso mente per
sete di complimenti e lodi. Come soldato o ufficiale
pu essere stato decorato per atti di coraggio; ma in
questo caso i suoi compagni possono sospettare che i
suoi atti derivino dal piacere di esporsi al pericolo e alle
previste delizie delle ricompense, approvazioni, ap-
plausi. Il tipo ansioso ed egotista di solito intensamente
vanitoso e altrettanto sensibile.
Le persone che mostrano queste caratteristiche sono
in realt insolitamente timorose. Le cause delle loro
ansie nascoste sono troppo complesse e sottili per poterle
discutere in questo manuale.
Per l'interrogante, pi importanti delle cause sono le
occasioni di operare delle manipolazioni fruttuose della
fonte, fornite dall'ansia nascosta. Il desiderio della
fonte di far impressione di solito subito evidente. E'
probabilmente volubile. Ignorare o ridicolizzare le sue
vanterie, o tagliar corto chiedendogli che si attenga ai
fatti, pu farlo risentire e bloccare il flusso. Giocare
sulla sua vanit, specialmente lodando il suo coraggio,
di solito una buona tattica, se impiegata con abilit.
Gli interrogati ansiosi ed egocentrici che nascondono
dei fatti significativi, come i contatti con servizi nemici,
possono divulgarli se indotti a ritenere che la verit
non sar usata per danneggiarli, e se l'interrogante sottolinea
la durezza e la stupidit dell'avversario nell'inviare
una persona cos intrepida in una missione cos
mal preparata. C' poco da guadagnare e molto da
perdere a mettere in luce le bugie senza importanza
dette da questo tipo di fonte.
Fanfaronate su imprese temerarie, prodezze sessuali,
o altre "prove" di coraggio e di virilit meglio accoglierle
col silenzio o con risposte amichevoli ma non
impegnative, a meno che questo non porti via troppo
tempo. Se si pensa ad un uso operativo, il reclutamento
pu talvolta essere effettuato con domande come:
Mi chiedo se lei sarebbe disposto ad impegnarsi in
una missione pericolosa.
5. Il tipo con complesso di colpa. Questo tipo di
persona ha una coscienza forte, crudele, irrealistica.
Tutta la sua vita sembra dedicata a rivivere i suoi sensi
di colpa. Talvolta sembra deciso a fare ammenda; altre
volte ritiene che altri portano la colpa di ci che andato
storto. In entrambi i casi, egli cerca costantemente
qualche prova, o qualche indizio esterno, che la colpa
degli altri pi grande della sua. Spesso completamente
impegnato a dimostrare di essere stato trattato
in modo ingiusto. In realt, egli pu provocare un trattamento
ingiusto per placare la sua coscienza con la
punizione. I giocatori "coatti" che non trovano alcun
piacere nel vincere e trovano invece sollievo nel perdere
appartengono a questa categoria. Cos pure per
le persone che confessano dei crimini non commessi.
Talvolta questo tipo di persone commette davvero dei
crimini per poi poterli confessare ed essere punito.
Anche i masochisti appartengono a questa categoria.
Le cause del complesso di colpa stanno in torti veri
o immaginari fatti dai genitori o da altri che il soggetto
pensava di dover amare ed onorare. Da bambini, queste
persone possono essere state spesso sgridate o punite.
Oppure sono state dei figli "modello" che reprimevano
tutte le loro naturali ostilit.
E' difficile interrogare il tipo con complessi di colpa.
Egli pu "confessare" un'attivit clandestina ostile, o
altri atti che interessano la KUBARK, nei quali in
realt non mai stato coinvolto. Delle accuse contro
di lui da parte dell'interrogante possono dare l'avvio a
queste false confessioni. Oppure il soggetto pu restare
silenzioso, godendosi la "punizione". Per l'LC-
FLUTTER un soggetto scadente. Le difficolt nel
trattare con interrogati afflitti da complessi di colpa variano
talmente da caso a caso che quasi impossibile
elencare dei buoni principi generali. Forse il consiglio
migliore che l'interrogante, una volta messo sull'avviso
dal procedimento di screening (vedi cap. IV), o anche
dall'eccessiva preoccupazione del soggetto per il
giudizio morale, giudichi come sospetta e soggettiva
ogni informazione fornita dall'interrogato su cose che
lo preoccupino moralmente. Se punite in qualche modo,
le persone con forti complessi di colpa possono
smettere di resistere e cooperare, grazie al senso di
gratificazione indotto dalla punizione.
6. Il tipo incapace di successo assomiglia molto al
tipo con complesso di colpa. Questo tipo di persona
non pu tollerare il successo e passa la vita fallendo in
qualche momento critico. Spesso incline ad incidenti.
Tipicamente, ha una lunga storia in cui si dimostrato
promettente e ha quasi portato a buon fine un
incarico o un'impresa significativi, ma senza completarli.
Il tipo incapace di successo si culla nelle sue ambizioni
sinch sono delle fantasie, ma si assicura in
qualche modo che non diventino realt. I suoi conoscenti
pensano spesso che il suo successo proprio
dietro l'angolo, ma poi succede sempre qualcosa. In
realt, questo qualcosa un senso di colpa, del tipo descritto
pi sopra. La persona incapace di successo ha
una coscienza che gli proibisce il piacere del successo
e del relativo riconoscimento. Spesso egli proietta il
suo senso di colpa e ritiene che tutti i suoi fallimenti sono
avvenuti per colpa di qualcun altro. Egli pu avere
un forte bisogno di soffrire e pu ricercare il pericolo e
le lesioni. Come interrogati, queste persone che "non
possono sopportare il benessere" non presentano problemi
particolari, a meno che l'interrogante non urti il
loro complesso di colpa o i motivi dei loro fallimenti
passati. In quel caso saltano fuori delle distorsioni soggettive,
non dei fatti. L'interrogante abile isoler questa
zona di inaffidabilit.
7. Il tipo schizoide o bizzarro vive per la maggior
parte del tempo in un mondo di fantasie. A volte sembra
incapace di distinguere la realt dal mondo di sua
creazione. Il mondo reale gli sembra vuoto e senza significato,
in contrasto con quel mondo misteriosamen-
te significativo che si costruito. E' totalmente incapace
di tollerare le frustrazioni che capitano nel mondo
esterno e davanti a esse si ritira nel proprio mondo interno.
Non ha legami con altri, pur potendo attribuire
significati o valori simbolici e personali a altre persone.
I bambini allevati in case in cui non ricevono gli affetti
e le attenzioni ordinarie, o in orfanotrofi, o in comunit
statali, possono da adulti rientrare in questa categoria.
Respinti nei loro tentativi iniziali di stabilire
legami con altri, essi divengono sospettosi di ogni legame
e si chiudono in se stessi. Qualsiasi collegamento
ad un gruppo o ad un paese diverr inaffidabile e, di
regola, transitorio. Nello stesso tempo, il tipo schizoide
ha bisogno di approvazione esterna. Pur ritirandosi
dalla realt, non vuole sentirsi abbandonato.
Come interrogato, il tipo schizoide incline a mentire
prontamente per ottenere approvazione. Dir all'interrogante
ci che secondo lui l'interrogante vuole
sentire, e questo per vedere un sorriso sul volto dell'interrogante.
Poich non sempre capace di distinguere
tra fatti e fantasie, pu anche non rendersi conto di star
mentendo. Il desiderio di approvazione fornisce all'interrogante
uno strumento. Mentre l'accusa di mentire
o altre manifestazioni di disistima provocheranno un
suo ritiro dalla situazione, stuzzicare il tipo schizoide
per fargli sputare la verit pu non essere difficoltoso
qualora il tipo si convinca che non otterr favore con
delle menzogne, n otterr sfavore dicendo la verit.
Come per il tipo con complessi di colpa, il tipo schizoide
pu dimostrarsi un soggetto inaffidabile per dei
tests da parte dell'LCFLUTTER perch le sue esigenze
interiori lo spingono a confondere i fatti con le fantasie.
Pu anche divenire un agente inaffidabile per la
sua incapacit di affrontare i fatti e di costruirsi delle
relazioni reali.
8. L'offeso ritiene che il mondo gli debba molte cose.
Ritiene di aver patito una pesante ingiustizia e che
dovrebbe esserne ripagato. Talvolta l'ingiustizia impersonale,
dovuta al destino, come una deformit fisica,
una malattia molto penosa, o un'operazione nell'infanzia,
o la precoce perdita di un genitore o di entrambi.
Giudicando non meritate queste disgrazie, l'offeso
le considera delle ingiustizie che qualcuno o qualcosa
deve ricompensare. Perci pretende come suo diritto
dei privilegi non accordati a altri. Se questa pretesa
ignorata o negata, l'eccezione diviene ribelle, allo stesso
modo di molti adolescenti. Essi sono convinti che la
logicit delle loro pretese chiara a tutti e che ogni rifiuto
di soddisfarle deliberatamente malvagio.
Quando interrogato, probabile che l'offeso chieda
denaro, aiuto per la sua risistemazione ed altri favori -
in termini del tutto sproporzionati al valore del suo
contributo. Ogni risposta ambigua a queste richieste
sar interpretata come consenso. Di tutti i tipi che abbiamo
esaminato, l'offeso il solo che pu probabilmente
portare una presunta ingiustizia fattagli dalla
KUBARK davanti alla stampa o al tribunale.
In generale, la linea migliore da seguire nel trattare
con coloro che si credono offesi di ascoltare attentamente
le loro rimostranze (entro ragionevoli limiti di
tempo) e di non prendere impegni che non possano essere
interamente mantenuti. Transfughi da servizi nemici
di intelligence, doppiogiochisti, provocatori e altri,
che hanno avuto qualcosa di pi di un contatto di sfuggita
con un servizio cino-sovietico, possono, se appartengono
a questa categoria, dimostrarsi insolitamente
reattivi se l'interrogante fa delle allusioni a un trattamento
iniquo ricevuto da un altro servizio. Qualsiasi
utilizzazione operativa pianificata di persone di questo
tipo dovrebbe tener conto del fatto che esse non hanno
alcun senso di fedelt a una causa comune e tendono a
rivolgersi in tono risentito contro i superiori.
9. Il tipo medio o normale non manca del tutto
delle caratteristiche degli altri tipi. In effetti, egli pu di
volta in volta presentarle quasi tutte. Ma nessuna di esse
dominante in modo persistente; le qualit dell'uomo
medio - ostinazione, ottimismo irrealistico, ansia
eccetera - non sono preponderanti o pressanti se non
per intervalli di tempo relativamente brevi. Inoltre, le
sue reazioni al mondo attorno a lui dipendono pi dagli
eventi in quel mondo e meno da schemi rigidi e
soggettivi di quanto non accada con gli altri tipi qui
esaminati.

C. Altri indizi
(...)
[circa quattro righe cancellate]
E' probabile che il vero transfuga (cio distinto dall'agente
nemico mascherato da transfuga) abbia una
storia di opposizione all'autorit. Il fatto negativo che
i transfughi che hanno lasciato la loro terra natia perch
non andavano d'accordo con i loro superiori immediati
sono inclini a ribellarsi anche alle autorit del
nuovo paese (un fatto che ha una forte incidenza nelle
ri-defezioni). E' perci probabile che i transfughi si collochino
nella categoria degli ordinati-ostinati, degli
avidi ed esigenti, degli schizoidi e degli offesi.
Gli esperimenti e le analisi statistiche condotte dall'universit
del Minnesota riguardavano, da un lato, il
rapporto tra ansia e tendenze di aggregazione (desiderio
di stare con altra gente) e, dall'altro, la posizione di
nascita nella famiglia. Alcuni dei risultati, anche se necessariamente
di carattere sperimentale e speculativo,
hanno un certo interesse per gli interrogatori. Come si
ricorda nella bibliografia, i ricercatori conclusero che
l'isolamento crea tipicamente ansia, che l'ansia intensifica
il desiderio di stare con altri che condividono lo
stesso timore, e che soltanto i figli unici e i primogeniti
sono pi ansiosi e meno disposti o capaci di resistere al
dolore di quanto lo siano gli altri figli. Altre ipotesi sono
che il timore aumenta i bisogni di aggregazione dei
primogeniti e dei figli unici molto di pi che per gli altri
figli. Queste differenze sono pi marcate nelle persone
provenienti da famiglie piccole che non in quelle
provenienti da famiglie numerose. E infine, i figli unici
sono pi propensi a chiudersi e a persistere in situazioni
che creano ansia di quanto non facciano i primogeniti,
che tendono pi spesso a sottrarsene. Per altri
aspetti importanti - intensit dell'ansia e bisogno emozionale
di aggregazione - non sono state scoperte delle
differenze significative tra "primogeniti" e "figli unici".
Ne consegue che stabilire la "posizione di nascita"
del soggetto prima di dare inizio all'interrogatorio pu
essere utile per l'interrogante. Per sono necessari due
avvertimenti. Il primo che i risultati sono, in questa
fase, solamente delle ipotesi sperimentali. Il secondo
che anche se si dimostrano esatti per grandi gruppi, i
dati sono analoghi a quelli delle tabelle attuariali; non
hanno alcun valore specifico di predizione per i singoli
individui.

VI. LO SCREENING E ALTRI PRELIMINARI

A. Lo screening
(...) [circa due terzi di riga cancellati] alcune grandi
stazioni sono in grado di effettuare uno screening psicologico
preliminare prima che cominci l'interrogatorio.
Lo scopo dello screening di fornire all'interrogante,
preliminarmente, un'informazione sul tipo e sulle caratteristiche
dell'interrogato. Si consiglia di fare lo
screening ogni qualvolta lo permettano il personale e le
attrezzature, a meno che non sia ragionevolmente certo
che l'interrogatorio ha scarsa rilevanza e che l'interrogato
pienamente disposto a collaborare.
Lo screening deve essere condotto da intervistatori,
non dagli interroganti; o perlomeno i soggetti non dovrebbero
essere sottoposti allo screening dallo stesso
personale KUBARK che pi tardi li interrogher.
(...)
[circa dieci righe cancellate]
Altri mezzi ausiliari di controllo di carattere psicologico
sono meglio gestiti da uno psicologo ben preparato.
I tests condotti su ... condividono le caratteristiche
reattive dei collaboratori; la differenza sta pi nella natura
ed intensit delle motivazioni che nelle emozioni.
Da un'analisi di registrazioni oggettive di tests e di
informazioni biografiche su un campione di 759 rimpatriati
del Big Switch risultava che coloro che hanno
collaborato differivano da coloro che non lo avevano
fatto nei seguenti punti: i collaboratori erano pi anzia-
ni, avevano fatto pi anni di scuola, avevano un punteggio
pi elevato nei tests di intelligenza fatti dopo il
rimpatrio, avevano servito pi a lungo nell'esercito
prima della cattura, e avevano un punteggio pi elevato
nella Psychopathic Deviate Scale - pd... Tuttavia, il 5
per cento del campione dei non-collaboratori che avevano
resistito attivamente - che erano o decorati dall'esercito,
o considerati come "reazionari" dai cinesi - differiva
dal resto del gruppo esattamente nello stesso
modo del gruppo dei collaboratori e non si riusciva a
distinguere un gruppo dall'altro in base ad una qualsiasi
variabile, ad eccezione dell'et, in quanto quelli che
avevano resistito erano pi anziani dei collaboratori.
Anche una valutazione preliminare sommaria, se
valida, pu essere un vantaggio per l'interrogante perch
gli permetter di partire con una tattica generalmente
efficace - una tattica adeguata alla personalit
della fonte. Il dottor Moloney ha espresso l'opinione,
che possiamo utilizzare come esempio, che l'AVH (sigla
del servizio segreto ungherese) ha potuto ottenere
ci che voleva dal cardinale Mindszenty perch adatt
i propri metodi d'interrogatorio alla sua personalit.
Non c' alcun dubbio che Mindszenty si preoccupava
di divenire sicuro e potente arrendendosi alla pi
grande di tutte le potenze - la sua idea di Dio - e che
questo lo predispose a reagire secondo una linea tratta
dalla sua esperienza dell'intelligence comunista. Per lui
la resa del "sistema di s" al sistema autoritario era naturale
quanto il principio stesso del martirio.
Il compito dello screening reso pi agevole dal fatto
che lo screener interessato al soggetto, non all'informazione
che esso pu possedere. Molti - persino degli
agenti provocatori addestrati a mentire - parleranno
con una certa libert di fatti della fanciullezza e di rapporti
familiari. Ed anche il provocatore che sostituisce
una persona fittizia alla figura di suo padre riveler
una parte dei suoi sentimenti verso il padre nel corso
della sua dettagliata storia circa il sostituto immagina-
rio. Se lo screener ha imparato a mettere a suo agio la
fonte potenziale, a tastare il terreno in ognuno dei casi,
non probabile che la fonte consideri pericolosa una
conversazione casuale su se stesso.
Lo screener ha interesse a che il soggetto parli di s.
Una volta iniziato il flusso, lo screener non deve cercare
di arrestarlo con domande, gesti o altre interruzioni sino
a quando le informazioni ottenute non bastino a inquadrare
sommariamente il tipo. E' pi probabile che
il soggetto parli liberamente se i modi dello screener sono
cortesi e pazienti. L'espressione facciale dello screener
non dovrebbe rivelare un interesse particolare in
una qualche affermazione; egli deve soltanto apparire
ben disposto e comprensivo. In poco tempo, molti che
hanno cominciato a parlare di se stessi risalgono alle
prime esperienze, cosicch sufficiente che lo screener
ascolti e faccia occasionalmente una sobria osservazione
d'incoraggiamento per venire a sapere un mucchio
di cose. Domande di routine a proposito di insegnanti,
datori di lavoro, capi gruppo, ad esempio, indurranno
il soggetto a rivelare molte cose sui suoi rapporti con i
genitori, i suoi superiori ed altri che hanno avuto un
impatto emozionale su di lui, a causa delle associazioni
che si creano nella sua mente.
E' molto utile che lo screener possa mettersi nei panni
del soggetto. Quanto pi lo screener impara sulla regione
di nascita e sullo sfondo culturale del soggetto, tanto
minore la probabilit che egli irriti il soggetto con
un'osservazione non appropriata. Commenti come
Devono essere stati tempi duri per lei e la sua famiglia,
oppure S, capisco che lei fosse arrabbiato, o
anche Molto interessante sono abbastanza innocui
da non distrarre il soggetto, e nello stesso tempo indicano
un interesse fatto di comprensione. Anche sag-
giare la posizione del soggetto nei confronti dei suoi
nemici serve allo stesso scopo, e commenti come Era
ingiusto, non avevano alcun diritto di trattarla in quel
modo aiuteranno a stabilire un rapporto e a stimolare
ulteriori rivelazioni.
E' importante che durante il procedimento di screening
vengano individuate delle anomalie grossolane.
Le persone che soffrono di gravi malattie mentali presenteranno
distorsioni, deliri o allucinazioni e di solito
forniranno delle spiegazioni bizzarre del loro comportamento.
Si risparmier tempo e denaro congedando
il soggetto mentalmente malato o inviandolo a degli
specialisti.
Il secondo e correlato scopo dello screening di permettere
un'ipotesi fondata sul probabile atteggiamento
della fonte nei confronti dell'interrogatorio. Una stima
essenziale per la programmazione dell'interrogatorio
riguarda la probabilit che l'interrogato si dimostri
cooperativo o recalcitrante, perch i metodi da seguire
nei due casi sono molto diversi.
Nelle stazioni o basi che non possono effettuare uno
screening in senso formale, sempre utile far precedere
ad un interrogatorio importante un colloquio della
fonte, fatto da qualcuno che non sia l'interrogante e
mirato ad ottenere il massimo di informazioni valutative
prima che cominci l'interrogatorio.
A meno che non si desideri ottenere un effetto shock,
il passaggio dal colloquio all'interrogatorio non dovrebbe
essere repentino. Al primo incontro con l'interrogato
di norma una buona idea che l'interrogante
dedichi un po' di tempo allo stesso tipo di conversazione
calma e cortese che ha caratterizzato il colloquio.
Anche se ha gi il risultato dello screening, cio una prima
classificazione per tipi, l'interrogante ha bisogno di
capire il soggetto secondo i propri termini. Se invece si
dimostra subito aggressivo, egli impone alla prima se-
duta dell'interrogatorio (e in misura minore alle sedute
successive) uno schema troppo arbitrario. Come ha
detto un esperto, Chiunque proceda senza considerare
il potere che ha l'ansia di ostacolare i rapporti umani
non imparer mai a svolgere un colloquio.

B. Altre procedure preliminari
(...)
[circa due righe cancellate]
Il trattamento preliminare di altri tipi di fonti di solito
meno difficoltoso. Per quanto riguarda i nostri scopi,
basta elencare i seguenti principi.
1. Ogni informazione pertinente a disposizione
deve essere accorpata e studiata prima di programmare,
ed ancor pi di condurre, l'interrogatorio.
Un'oncia di indagine vale una libbra
di domande.
2. Si deve distinguere quanto prima possibile tra
fonti che verranno inviate (...) [circa mezza riga
cancellata] sito organizzato ed equipaggiato
per l'interrogatorio e quelle il cui interrogatorio
verr completato dalla base o stazione con la
quale stato stabilito il primo contatto.
3. La procedura suggerita per giungere ad una valutazione
preliminare dei nuovi arrivati (...)
[circa quattro righe cancellate].
I punti chiave vengono qui ripetuti per riferimento.
Questi tests preliminari mirano a integrare l'esame tecnico
dei documenti di un nuovo arrivato, domande sostanziali
relative alla patria e all'occupazione dichiarate
e altre domande standard. Le seguenti domande dovrebbero,
se vengono fatte, esser poste al pi presto dopo
il contatto iniziale, mentre il nuovo arrivato ancora
sotto stress e prima che si sia abituato alla procedura.
a. Si pu chiedere al nuovo arrivato di identificare
tutti i parenti e gli amici nella zona, o anche
nel paese in cui chiesto per la prima volta l'asilo
PBPRIME. Queste tracce dovrebbero essere
seguite rapidamente. Gli agenti provocatori
sono talvolta guidati a "defezionare" nelle loro
aree di riferimento e gli amici o i parenti gi
sul posto possono avere un carattere ostile.
b. Nel primo interrogatorio, l'interrogante dovrebbe
stare all'erta per frasi o concetti tipici di
un'attivit di intelligence e dovrebbe registrare
queste indicazioni sia che egli intenda seguirle
subito nell'interrogatorio (...) [circa una riga
cancellata].
c. L'LCFLUTTER dovrebbe essere utilizzato se
possibile. Altrimenti bisogna chiedere al nuovo
arrivato di sottoporsi a questo test non appena
possibile. Si devono registrare i rifiuti, come
pure le indicazioni che il nuovo arrivato stato
istruito su questa tecnica da parte di un altro
servizio. Vanno notati il modo e la natura delle
reazioni del nuovo arrivato a questa proposta.
d. Se l'LCFLUTTER, l'indagine screening, o un altro
qualsiasi metodo, stabiliscono che esiste
una precedente storia di intelligence, dovrebbero
essere raccolte le seguenti informazioni minime
(...).
(...)
[circa un terzo di pagina cancellato]
[circa mezza pagina cancellata]
h. (...) [circa tre righe cancellate]
(...)
[tutta una pagina revisionata, ad eccezione
del punto 4, a tre quarti circa della pagina]
(...)
[circa quattro righe cancellate]
5. Tutti i documenti attinenti l'interrogatorio programmato
meritano di essere studiati. I documenti
provenienti da paesi del Blocco, o quelli
che per qualche motivo non siano consueti o
familiari, sono di norma inviati al settore o al
centro appropriati per un'analisi tecnica.
6. Se durante lo screening o una fase pre-interrogatorio
viene accertato che la fonte stata gi interrogata,
questo fatto deve essere reso noto all'interrogante.
Gli agenti, ad esempio, sono
abituati ad essere interrogati ripetutamente e in
modo professionale. Questo vale anche per le
persone che sono state arrestate diverse volte.
Le persone con un addestramento pratico nel-
l'essere interrogate divengono dei soggetti sofisticati,
capaci di individuare incertezze, trucchi
evidenti, o altri punti deboli. "

C. Sintesi

Lo screening ed altre procedure preliminari aiuteranno
l'interrogante - e la sua base, stazione (...) [una o
due parole cancellate] a decidere se la futura fonte 1)
ha probabilmente delle informazioni utili al controspionaggio
data la sua associazione con un servizio
straniero o con un partito comunista e 2) disposta a
cooperare volontariamente o no. Con l'aiuto di queste
valutazioni e con qualsiasi altro giudizio fornito dallo
screening, l'interrogante pronto a programmare.

VII. PROGRAMMAZIONE DELL'INTERROGATORIO
DI CONTROSPIONAGGIO

A. La natura dell'interrogatorio
di controspionaggio

Lo scopo di lungo periodo dell'interrogatorio di
controspionaggio di ottenere dalla fonte tutte le
informazioni di controspionaggio che egli pu avere.
Lo scopo a breve periodo di ottenere la sua cooperazione
a questo fine e, se egli resiste, di distruggere la
sua capacit di resistenza e sostituirla con un atteggiamento
cooperativo. Le tecniche usate per annullare la
resistenza, indurre all'arrendevolezza e alla fine ottenere
una cooperazione volontaria sono esaminate nel
capitolo VIII di questo manuale.
Non ci sono due interrogatori uguali. Ogni interrogatorio
plasmato in modo definitivo dalla personalit
della fonte - e da quella dell'interrogante, dato che
l'interrogatorio un procedimento intensamente interpersonale.
Tutto lo scopo dello screening e di larga
parte della prima fase dell'interrogatorio sta nel saggiare
i punti forti e quelli deboli del soggetto. Solo
quando questi siano stati accertati e capiti diviene possibile
programmare in modo realistico l'interrogatorio.
La programmazione di un interrogatorio di controspionaggio
esige comprensione (formalizzata o no)
delle dinamiche della confessione. Qui viene a proposito
lo studio di Horowitz sulla natura della confessione.
Perch non sempre ci si comporta spavaldamente
davanti ad un'accusa? Perch una persona condanna
se stessa con una confessione quando, al peggio, a non
confessare non ci si rimette niente (e magari ci si guadagna)...?.
Horowitz risponde che le confessioni ottenute
senza costrizioni sono di solito il risultato delle
condizioni seguenti.
1. La persona accusata esplicitamente o implicitamente
e si sente accusata.
2. Di conseguenza, la sua libert psicologica - nella
misura in cui si sente capace di fare ci che
vuole - decurtata. Tale sensazione non deriva
necessariamente da una restrizione della sua libert
fisica, o da qualche altra realt esterna.
3. L'accusato si sente sulla difensiva perch si trova
su un terreno insicuro. Non sa quanto sappia
l'interrogante. Perci l'accusato non ha alcuna
formula per un comportamento adeguato,
non ha un ruolo, se si vuole, che possa
utilizzare in quella situazione.
4. Egli percepisce l'accusatore come rappresentante
dell'autorit. A meno che non creda che i
poteri dell'accusatore superino di gran lunga i
suoi, non probabile che egli si senta assediato
e sulla difensiva. E se percepisce che l'accusa
sostenuta da prove "reali", aumenta lo squilibrio
tra le forze esterne e le sue proprie e la sua
posizione psicologica diviene pi precaria. E'
interessante osservare che in situazioni di questo
genere l'accusato tende a reagire in modo
esasperato o esagerato; tende all'ostilit e a manifestazioni
emozionali; all'ipocrisia, alle controaccuse,
alla difesa....
5. Egli deve credere di essere tagliato fuori da forze
amiche o di sostegno. In questo caso egli diviene
la sola fonte della propria "salvezza".
6. Un'altra condizione, molto probabilmente necessaria,
anche se non sufficiente, per la confes-
sione che l'accusato si senta colpevole. Un
motivo possibile che un senso di colpa provo-
chi l'auto-ostilit. Dovrebbe essere non me-
no chiaro che se la persona non si sente in colpa,
nella sua mente egli non colpevole e non
confesser un'azione che altri possono considerare
come cattiva o sbagliata e che egli, di fatto,
considera corretta. In questo caso, la confessione
pu essere ottenuta solo con la coercizione,
anche quando prevalgano tutte le altre condizioni
gi indicate.
7. Alla fine, l'accusato spinto tanto avanti sulla
via della confessione che gli pi facile continuare
che tornare indietro. A quel punto, egli
sente che la confessione l'unica via per tirarsi
fuori dai guai e tornare alla libert.

Horowitz stato citato e riassunto con una certa ampiezza
perch si pensa che quanto precede sia un resoconto
sostanzialmente valido per i processi che mirano
ad ottenere confessioni da soggetti che non oppongono
forti resistenze all'inizio, che non hanno mai
dovuto affrontare dei periodi di detenzione e interrogatori
e che non sono stati addestrati da una intelligence
o un servizio di sicurezza nemico nelle tecniche di resistenza.
Un comunista o un agente novellino o deluso,
ad esempio, possono essere indotti a confessare ed
a cooperare senza ricorrere a forze esterne coercitive,
a parte l'interrogatorio in quanto tale, grazie alla progressione
gi indicata di eventi soggettivi.
E' importante capire che l'interrogatorio, sia come
situazione che come procedimento, esercita di per s
una pressione esterna significativa sull'interrogato sino
a quando non gli si permette di abituarvisi. Alcuni psicologi
fanno risalire questo effetto ai rapporti infantili.
Meerlo, ad esempio, dice che ogni rapporto verbale ripete
sino ad un certo punto il modello dei primi rap-
porti verbali tra fanciullo e genitore. In particolare, un
interrogato incline a vedere l'interrogante come un
genitore, o come simbolo parentale, un oggetto che
solleva sospetto e resistenza, o accettazione remissiva.
Se l'interrogante inconsapevole di questo processo
inconscio, il risultato pu essere una confusa battaglia
tra atteggiamenti sommersi, nella quale le parole dette
sono soltanto una copertura della lotta non correlata ai
livelli inferiori delle due personalit. D'altra parte, l'interrogante
che capisce questi fatti e sa come volgerli a
proprio vantaggio pu non aver bisogno di ricorrere a
pressioni pi forti di quelle che derivano direttamente
dal contesto e dalla funzione dell'interrogatorio.
Ovviamente, molti soggetti resistenti dell'interrogatorio
di controspionaggio non possono essere indotti a
cooperare, e nemmeno a piegarsi, semplicemente con
la pressione che si crea in loro o con l'effetto rinforzato
della situazione d'interrogatorio. Divengono allora
indispensabili delle tecniche manipolative - sempre
correlate all'individuo ma puntate su di lui dall'esterno
della sua interiorit. E' ipotesi fondamentale di questo
manuale che queste tecniche, che possono aver successo
anche con fonti altamente resistenti, sono essenzialmente
dei metodi per indurre una regressione della
personalit ad un qualche livello iniziale e pi debole
necessario a vanificare la resistenza e ad inculcare
un senso di dipendenza. Tutte le tecniche impiegate
per abbattere un ostacolo all'interrogatorio, tutta la
gamma - dal semplice isolamento sino all'ipnosi e alla
narcosi - sono essenzialmente dei modi di accelerare il
processo di regressione. Mentre l'interrogato scivola
all'indietro dalla maturit verso uno stato infantile, i
tratti appresi o strutturati della sua personalit cedono
e cadono secondo un ordine cronologico inverso, cosicch
le caratteristiche acquisite pi di recente - che
sono anche le caratteristiche che l'interrogato utilizza
nella sua difesa - sono le prime ad andarsene. Come
fanno osservare Gill e Brennan, la regressione fondamentalmente
una perdita di autonomia.
Un'altra chiave per il successo dell'interrogatorio di
una fonte resistente la presentazione di una razionalizzazione
accettabile del cedimento. Man mano che la
regressione procede, quasi tutti i resistenti avvertono
un crescente stress interno che risulta dal voler simultaneamente
nascondere e rivelare. Per sottrarsi alla tensione
crescente, la fonte pu aggrapparsi ad ogni motivo
di cedimento che gli salvi la faccia, ad ogni spiegazione
che plachi la sua coscienza e al tempo stesso la
possibile ira dei suoi superiori e consociati qualora egli
sia restituito al controllo comunista. Pianificare un interrogatorio
pi importante degli aspetti specifici del
piano. Spetta all'interrogante fornire la giusta razionalizzazione
al momento giusto. Anche qui evidente
l'importanza di comprendere l'interrogato; la giusta
razionalizzazione deve essere una scusa o un motivo
tagliato su misura della personalit della fonte.
Il procedimento d'interrogatorio una sequenza
ininterrotta e tutto ci che accade nella sequenza influenza
gli avvenimenti successivi. poich interpersonale,
quel procedimento di continuit non reversibile.
Perci sbagliato avviare un interrogatorio di controspionaggio
in modo sperimentale, con l'intenzione
di abbandonare gli approcci infruttuosi uno per uno sino
a che non si sia scoperto per caso il metodo efficace.
I fallimenti dell'interrogante, le sue penose ritirate
da vicoli ciechi aumentano la fiducia in s della fonte e
la sua capacit di resistenza. Mentre l'interrogante si
dibatte per ottenere dal soggetto dei fatti che avrebbero
dovuto essere accertati prima dell'interrogatorio, il
soggetto apprende sempre di pi sull'interrogante.

B. n piano dell'interrogatorio

Il piano dell'interrogatorio pi importante dei suoi
punti specifici. Dato che due interrogatori non sono
mai uguali, l'interrogatorio non pu essere realisticamente
pianificato dall'A alla Z in tutti i suoi particolari
sin dall'inizio. Ma pu e deve essere pianificato dall'A
alla F o dall'A alla M. Le possibilit di fallimento di un
interrogatorio di controspionaggio non pianificato sono
troppo alte. Peggio, un approccio tira-avanti-comunque
pu rovinare le possibilit di successo anche
se pi tardi vengono utilizzati dei metodi efficaci.
La categoria intelligence cui appartiene il soggetto,
pur non determinante a scopo di pianificazione, ha
sempre un certo significato. Il piano dell'interrogatorio
di un viaggiatore differisce da quello di altri tipi
perch il tempo disponibile spesso breve. Di conseguenza,
l'esame della sua buona fede spesso meno
penetrante. Di solito egli considerato ragionevolmente
affidabile se stata accertata la sua identit e indipendenza
da altri servizi di intelligence, se i controlli
di documentazione non danno informazioni derogatorie,
se quanto egli dice dei suoi antecedenti non presenta
omissioni o discrepanze che facciano supporre
dei silenzi pi significativi, se non cerca di estrarre delle
informazioni sull'interrogante o sul suo sponsor e se
fornisce volontariamente delle informazioni dettagliate
che appaiano affidabili, o siano accertate come tali.
(...)
[circa cinque righe cancellate]
I transfughi possono di solito essere interrogati unilateralmente,
almeno per qualche tempo. Le pressioni
per ottenere una partecipazione verranno di solito pi
tardi (...) [circa mezza riga cancellata] da parte di un
membro ODYOKE. Il tempo disponibile per un te-
sting unilaterale ed il suo sfruttamento dovrebbe essere
calcolato all'inizio, con un certo rispetto per i diritti e
gli interessi di altri membri della comunit di intelligence.
Il fatto singolo pi significativo da tenere a mente
quando si pianifica l'interrogatorio di un transfuga sovietico
che una certa percentuale di questi si sono rivelati
essere degli agenti controllati; le stime su questa
percentuale sono state del (...) [una o due parole cancellate]
in un periodo di diversi anni dopo il 1955.
La mancanza, per la KUBARK, di poteri esecutivi ha
una particolare importanza se si considera l'interrogatorio
di un agente sospetto, o di qualsiasi altro soggetto
da cui ci si attende della resistenza. Per regola generale,
difficile aver successo nell'interrogatorio di controspionaggio
di una fonte resistente a meno che il servizio
interrogante non possa controllare il soggetto ed
il suo ambiente per tutto il tempo necessario.
(...)
[circa venti righe cancellate]
[un terzo di pagina cancellato]

C. I punti specifici
1. Lo scopo specifico

Prima che cominci l'interrogatorio, l'interrogante ha
chiaramente in mente ci che vuole sapere, perch
pensa che la fonte abbia quelle informazioni, quanto
importanti esse siano, e come meglio ottenerle. Ogni
confusione su questi punti, o ogni interrogatorio fondato
sulla premessa che lo scopo prender forma man
mano che procede l'interrogatorio, quasi sicuramente
porta a girare senza meta e al fallimento conclusivo. Se
gli scopi specifici non possono essere formulati chiaramente,
bene condurre delle ulteriori indagini prima
che cominci l'interrogatorio.
2. Resistenza

Vanno valutati il tipo e l'intensit della resistenza
prevista. E' utile sapere in anticipo se l'informazione
desiderata sia in qualche modo pericolosa o dannosa
per gli interessi dell'interrogato. In questo caso, l'interrogante
dovrebbe considerare se la stessa informazione,
o la sua conferma, pu essere ottenuta da un'altra
fonte. Interrogare subito dei sospetti, su una base fattuale
debole, di solito causa una perdita di tempo, non
il suo contrario. D'altra parte, se l'informazione necessaria
non delicata per il soggetto, limitarsi semplicemente
a chiederla di solito preferibile che non cercare
di aggirare il soggetto per farlo ammettere e creare
cos un'inutile battaglia tra abilit mentali.
L'analisi psicologica preliminare del soggetto rende
pi agevole decidere se egli portato a resistere e, in
questo caso, se la sua resistenza deriva dal timore che i
suoi interessi personali siano danneggiati, o risulti dalla
natura non-cooperativa del tipo ordinato-ostinato e
simili. La scelta del metodo da usare nel vincere la resistenza
anch'esso determinato dalle caratteristiche
dell'interrogato
3. L'ambiente dell'interrogatorio

La stanza in cui si svolge l'interrogatorio non deve
avere cause di distrazione. Il colore dei muri, del soffitto,
dei tappeti e del mobilio non dovrebbe essere allarmante.
I quadri dovrebbero essere smorti o non esserci
per niente. Che il mobilio debba includere una scrivania
un fatto che dipende non dalla comodit del
l'interrogante, ma piuttosto dalla prevista reazione del
soggetto ad apparenze di superiorit e ufficialit. Un
semplice tavolo pu essere preferibile. Una sedia ben
imbottita per l'interrogato talvolta preferibile ad una
sedia di legno a schienale rigido, perch se egli dovr
stare in piedi per un lungo periodo di tempo, o comunque
essere privato di comodit fisiche, il contrasto
sar pi forte e ne risulter un maggiore disorientamento.
Alcuni trattati sull'interrogatorio sottolineano il
valore di una luce che venga da dietro l'interrogante e
punti direttamente sul soggetto. Anche qui una regola
rigida non realistica. L'effetto su una fonte cooperativa
inibitorio e l'effetto su una fonte evasiva pu renderla
ancor pi ostinata. Come per gli altri dettagli, anche
questo dipende dalla personalit dell'interrogato.
Una buona pianificazione impedir delle interruzioni.
Se la stanza usata anche per scopi che non siano
d'interrogatorio, una volta avviato l'interrogatorio dovrebbe
essere appeso alla porta un cartello "Non disturbare"
o qualcosa del genere. L'effetto di qualcuno
che entra per cercare la sua penna, o invitare a pranzo
l'interrogante, pu essere devastante. Per lo stesso motivo
non dovrebbe esserci un telefono nella stanza; altrimenti
si pu essere certi che suoner al momento
sbagliato. Oltretutto, esso un visibile collegamento
con l'esterno; la sua presenza fa sentire al soggetto che
meno tagliato fuori, che pi capace di resistere.
La stanza dell'interrogatorio offre delle condizioni
ideali per fotografare l'interrogato a sua insaputa con
una macchina fotografica nascosta dietro ad un quadro
o altrove.
Se si usa come luogo d'interrogatorio un nuovo edificio
di sicurezza bisogna esaminarlo attentamente per
accertarsi che l'ambiente possa essere modificato a
piacimento. Per esempio, bisogna conoscere in anticipo
le caratteristiche della corrente elettrica, cosicch i
trasformatori ed altri commutatori possano, se necessario,
essere a portata di mano.
Di solito, si trova il modo di registrare l'interrogatorio,
trasmetterlo ad un'altra stanza, o entrambe le cose.
Molti interroganti sperimentati non amano prendere
note. Essendo sollevati da questo compito, essi sono
pi liberi di concentrarsi su ci che dicono le fonti, su
come lo dicono e su cosa fanno mentre parlano o
ascoltano. Un altro motivo per non prendere note
che questo distrae e talvolta preoccupa l'interrogato.
Nel corso di diverse sedute condotte senza prendere
note, risultato probabile che il soggetto cada nella
confortante illusione di non parlare per un verbale.
Un altro vantaggio della registrazione su nastro che
essa pu essere ascoltata di nuovo pi tardi. Per alcuni
soggetti lo shock di sentire inaspettatamente la propria
voce snervante. La registrazione impedisce anche
che pi tardi ci siano distorsioni o dinieghi su quanto
stato ammesso (...) [circa sei righe cancellate]. Una registrazione
anche un valido aiuto nell'addestramento
degli interroganti, che possono cos studiare i loro errori
e le loro tecniche pi efficaci. Interrogatori eccezionalmente
istruttivi, o alcune loro parti, possono anche
essere utilizzati nell'addestramento di altri.
Se possibile, l'attrezzatura audio dovrebbe essere
impiegata anche per trasmettere il procedimento in
un'altra stanza, utilizzata come posto d'ascolto. Il
vantaggio principale che questo permette alla persona
che dirige l'interrogatorio di annotarsi dei punti cruciali
e progettare la strategia da seguire pi avanti, sostituendo
un interrogante con un altro, stabilendo in modo
esatto i momenti per le brusche interruzioni, eccetera.
E' utile anche piazzare un piccolo lampeggiatore,
o qualche altro sistema di segnalazione, dietro all'interrogato,
senza che questi se ne renda conto, per segnalare
all'interrogante che deve lasciare la stanza per delle
consultazioni, o che qualcun altro sta per entrare.
4. I partecipanti

Gli interrogati sono di solito esaminati separatamente.
La separazione permette di usare una serie di tecni-
che che altrimenti non sarebbero possibili. Essa inoltre
intensifica nell'interrogato la sensazione di essere tagliato
fuori da ogni aiuto amichevole. Il confronto tra
due o pi sospetti, per produrre recriminazioni o ammissioni,
particolarmente pericoloso se non stato
preceduto da interrogatori separati che abbiano sollecitato
l'acquiescenza di uno degli interrogati, o almeno
delle ammissioni significative riguardanti entrambi i
sospetti. Le tecniche per gli interrogatori separati di
fonti collegate tra loro sono discusse nel capitolo IX.
Il numero di interroganti impiegati in un unico caso
varia da una sola persona sino ad un team allargato. La
dimensione del team dipende da diverse considerazioni,
anzitutto dall'importanza del caso e dall'intensit
della resistenza della fonte. Bench molte sedute consistano
in un interrogante e un interrogato, alcune delle
tecniche discusse pi avanti richiedono la presenza di
due, tre, quattro interroganti. Il team di due persone, in
particolare, soggetto ad antipatie non volute e a conflitti
non previsti dai ruoli assegnati. La pianificazione
delle condotta successiva dovrebbe eliminare queste
contrariet prima che si presentino, specialmente perch
la fonte cercher di volgerle a suo vantaggio.
I membri di un team che non sono impegnati in altri
compiti possono essere impiegati al posto di ascolto.
Gli interroganti inesperti trovano che ascoltare un interrogatorio
in corso pu essere molto istruttivo.
Una volta iniziato l'interrogatorio, l'interrogante deve
funzionare a due livelli. Egli cerca di fare contemporaneamente
due cose apparentemente contraddittorie:
stabilire un rapporto con il soggetto, restando per
un osservatore essenzialmente distaccato. Oppure egli
pu scagliarsi contro l'interrogato resistente in modo
forte e minaccioso (per abbattere la resistenza e creare
le condizioni necessarie per un rapporto), ma restando
del tutto disimpegnato dentro di s, osservando la si-
gnificanza delle reazioni del soggetto e l'efficacia della
propria azione. Gli interroganti poco abili spesso
scambiano questa azione a due livelli con la recitazione,
ma c' una differenza essenziale. L'interrogante
che si limita a fingere, nella sua azione apparente, di
sentire una data emozione o di avere un dato atteggiamento
nei confronti della fonte probabilmente poco
convincente; ben presto la fonte avverte l'inganno.
Anche dei bambini avvertono rapidamente questo tipo
di finzione. Per essere persuasive, la compassione o
l'ira devono essere vere; ma per essere utili, esse non
devono incidere sul profondo di un'osservazione precisa,
impassibile. Questo funzionamento a due livelli
non difficile n insolito; molte persone agiscono a
volte come attori e come osservatori a meno che le loro
emozioni siano cos legate alla situazione che la facolt
critica si disintegra. Con l'esperienza, l'interrogante
diviene esperto in questo dualismo. L'interrogante
che scopre di essere emozionalmente coinvolto
e non pi capace di fredda oggettivit dovrebbe riferirlo
ai superiori in modo da permettere la sua sostituzione.
Malgrado tutti gli sforzi di pianificazione e di selezione
di un interrogante che abbia l'et, la provenienza
ambientale, l'abilit, la personalit e l'esperienza
necessarie a farne la scelta migliore per quel lavoro,
capita talvolta che interrogante ed interrogato sentano,
al primo incontro, un'attrazione o un'antipatia immediate,
cos forti da imporre rapidamente il cambio dell'interrogante.
Nessun interrogante dovrebbe esitare a
notificare al suo superiore il suo eventuale coinvolgimento
emozionale, quando sia divenuto evidente.
Prova di mancanza di professionalit non questa reazione,
ma il fatto di non riferirla.
Altri motivi per cambiare l'interrogante dovrebbero
essere previsti ed evitati sin dall'inizio. Durante la prima
parte dell'interrogatorio, sviluppare un rapporto
tra l'interrogante ed una fonte che all'inizio non collabora
pi importante delle informazioni ottenute;
quando questo rapporto viene distrutto da un cambio
di interrogante, il sostituto deve ricominciare tutto
daccapo. Anzi, egli comincia con uno svantaggio, perch
il fatto di essere gi stato sottoposto ad un interrogatorio
avr reso pi efficaci le resistenze della fonte.
Perci la base, stazione (...) [una o due parole cancellate]
non dovrebbe impiegare come interrogante capo
una persona la cui disponibilit cessi prima che il caso
sia stato completato.
5. I tempi

Prima dell'inizio dell'interrogatorio, si dovrebbe calcolare
il lasso di tempo presumibilmente necessario e
probabilmente disponibile per l'interrogante come pure
per l'interrogato. Se il soggetto non in detenzione,
il suo normale impiego del tempo deve essere controllato
in anticipo cosicch non lo si debba lasciare andare
in un momento critico perch ha un appuntamento,
o deve andare a lavorare.
Dato che estrarre informazioni da un soggetto recalcitrante
la parte difficile del lavoro, l'interrogatorio
non dovrebbe cominciare prima che siano stati raccolti
tutti i fatti pertinenti, disponibili presso fonti dichiarate
o collaboranti.
La seduta d'interrogatorio con una fonte resistente
in detenzione non dovrebbe essere svolta secondo un
programma immutabile. Il disorientamento diminuisce
la capacit di resistenza. Il soggetto pu essere lasciato
da solo per diversi giorni; o pu essere riportato
in cella, lasciato dormire per cinque minuti e poi ricondotto
ad un interrogatorio impostato come se fossero
passate otto ore. Il criterio che le sedute siano
pianificate in modo da sconvolgere il senso di ordine
cronologico della fonte.
6. La conclusione

La fine di un interrogatorio deve essere pianificata
prima che cominci l'interrogatorio. Il tipo di domande,
i metodi impiegati e persino gli scopi possono essere
decisi da ci che accade quando si arrivi alla conclusione
(...) [circa tre righe cancellate]. Se la fonte deve
essere rilasciata, forse marcata come sospetto agente
ostile, ma non assoggettata ad un'ulteriore sorveglianza
di controspionaggio, importante evitare una fine
inconcludente che avverta l'interrogato dei nostri dubbi
ma senza stabilire alcunch. Gli interrogatori peggiori
sono quelli che si trascinano verso un niente di
conclusivo.
Si dovrebbe esaminare in anticipo una variet di
dettagli terminali. I documenti della fonte devono essergli
restituiti e saranno disponibili in tempo? La fonte
deve essere pagata? Se si tratta di un falsificatore o
di un agente ostile, stato fotografato e si sono prese le
sue impronte digitali? Sono auspicabili degli ulteriori
contatti, e sono stati predisposti? E' stato ottenuto un
permesso di rilascio?
Come stato osservato all'inizio di questo capitolo,
il fruttuoso interrogatorio di una fonte decisamente resistente
di solito comporta due procedimenti fondamentali:
la regressione calcolata dell'interrogato e la
presentazione di una razionalizzazione accettabile. Se
sono stati fatti questi due passi, diviene molto importante
che la nuova malleabilit sia trasformata in conversione.
In altre parole, un soggetto che abbia finalmente
fornito l'informazione desiderata e a cui sia stata
dato un motivo che salvi il suo rispetto di s, la sua
coscienza, o entrambe le cose, pu spesso essere disposto
a fare il passo finale, cio accettare i valori dell'interrogante
e far causa comune con lui.
Se si prospetta un impiego operativo, la conversione
imperativa. Ma anche se, dopo che il suo patrimonio
di informazioni sia stato scavato fino in fondo, la fonte
non ha pi alcun valore, passare ancora un po' di tempo
per colmare il suo senso di vuoto con nuovi valori
pu essere un buon metodo di garanzia. Tutti i servizi
non comunisti sono importunati da ex interrogati
scontenti che insistono con le domande e minacciano
azioni ostili, o le mettono in atto, se le loro richieste
non sono soddisfatte. In particolare i transfughi, proprio
perch sono ostili ad ogni tipo di autorit, sollevano
problemi minacciando ricorsi presso i tribunali locali,
o magari li fanno, organizzano la pubblicazione di
storie vendicative, o vanno dalla polizia locale. L'ex
interrogato particolarmente incline a sollevare problemi
in futuro se durante l'interrogatorio stato sottoposto
a qualche forma di coercizione imposta dall'esterno.
Il tempo passato, dopo la fine dell'interrogatorio,
a fortificare nella fonte il senso di accettazione del
mondo dell'interrogante pu essere solo una frazione
del tempo necessario per vanificare i suoi tentativi di
vendetta. Inoltre, la conversione pu formare un elemento
utile e duraturo (vedi anche le osservazioni in
VIII, B, 4).

VII. L'INTERROGATORIO DI CONTROSPIONAGGIO
NON COERCITIVO

A. Osservazioni generali

Il termine "non coercitivo" usato per indicare metodi
di interrogatorio che non sono fondati sulla coercizione
di un soggetto riluttante con l'impiego di una forza
superiore a lui esterna. Tuttavia, l'interrogatorio non
coercitivo non manca di pressioni. Anzi, lo scopo di
provocare il massimo di pressione, o almeno quanta
ne sia necessaria per indurre alla malleabilit. La differenza
che la pressione provocata nell'interrogato.
La sua resistenza minata, la sua tendenza a cedere
rafforzata, sinch alla fine egli sconfigge se stesso.
Manipolare psicologicamente il soggetto Sino a renderlo
docile, senza metodi esterni per forzarlo a sottomettersi,
sembra pi difficile di quanto sia in realt. Il
vantaggio iniziale sta dalla parte dell'interrogante. Sin
dall'inizio, egli sa molte pi cose sulla fonte di quanto
questa ne sappia su se stessa. E pu creare e amplificare
un effetto di onniscienza in molti modi. Per esempio,
egli pu mostrare all'interrogato una grossa pratica
con sopra il suo nome. Anche se quella pratica contiene
poco o niente oltre a dei fogli bianchi, il tono di
familiarit con cui l'interrogante si riferisce all'ambiente
di provenienza del soggetto pu convincere alcune
fonti che egli sa tutto e che la resistenza futile.
Se l'interrogato in detenzione, l'interrogante pu
anche manipolare il suo ambiente. Semplicemente tagliando
via dei contatti umani, l'interrogante monopolizza
l'ambiente umano della fonte. Egli esercita lo
stesso potere di un padre onnipotente, stabilendo
quando la fonte pu essere mandata a letto, quando e
che cosa pu mangiare, se sar ricompensato per buona
condotta o punito per il contrario. L'interrogante
pu rendere il mondo del soggetto non soltanto dissimile
da quello cui abituato, ma anche strano in s, un
mondo in cui gli schemi familiari di tempo, spazio e
percezione sensoria sono ribaltati. Pu modificare bruscamente
l'ambiente. Per esempio, una fonte che rifiuti
completamente di parlare pu essere posta in isolamento
temporaneo, poi qualcuno dai modi amichevoli
lo invita improvvisamente a fare una passeggiata nel
bosco. Il senso di sollievo e di piacere impedisce al
soggetto di rifiutarsi di partecipare a commenti innocui
sul tempo e sui fiori. Da questo si pu passare a dei
ricordi e in breve tempo si stabilisce un precedente di
scambio verbale. Sia i tedeschi che i cinesi hanno usato
questo trucco in modo efficace.
L'interrogante sceglie anche la chiave, o le chiavi,
emozionali sulle quali condurre l'interrogatorio o una
parte di esso.
A causa di questi vantaggi "(...) [circa sei righe cancellate]".

B. La struttura dell'interrogatorio

Un interrogatorio di controspionaggio consiste in
quattro parti: la fase di apertura, la ricognizione, le domande
dettagliate e la conclusione.
1. La fase di apertura

Gli interrogati pi resistenti bloccano l'accesso ad
importanti informazioni di controspionaggio per uno
o pi dei seguenti quattro motivi. Il primo una specifica
reazione negativa all'interrogante. Un inizio poco
abile o un'antipatia di fondo possono rendere non
cooperativa una fonte anche se essa non ha niente di
importante o dannoso da rivelare. Il secondo motivo
che alcune fonti sono resistenti "per natura" - cio per
un precedente condizionamento - ad ogni tipo di accondiscendenza
verso l'autorit. Il terzo motivo che
il soggetto convinto che l'informazione desiderata risulter
dannosa o incriminante per lui e che cooperare
con l'interrogante peggio che non cooperare. Il quarto
motivo una resistenza ideologica. La fonte si
identificata con una causa, un movimento o organizzazione
politica, o con un servizio di intelligence nemico.
Indipendentemente dal suo atteggiamento verso l'interrogante,
dalla sua personalit e dai suoi timori sul
proprio futuro, la persona profondamente dedita ad
una causa nemica si dimostrer di solito fortemente resistente
sotto interrogatorio.
Uno scopo fondamentale della fase di apertura
confermare le valutazioni sulla personalit ottenute
con lo screening e permettere all'interrogante di avere
una profonda comprensione della fonte come individuo.
A meno che non ci sia un problema di tempo,
l'interrogante non dovrebbe spazientirsi se l'interrogato
si defila dagli scopi dell'interrogatorio e ricade su
preoccupazioni personali. Questo pu mettere a nudo
dei fatti significativi non risultanti dallo screening. Mentre
il soggetto parla, il rapporto dello screening viene
messo in luce, il tipo diviene un individuo. E talvolta
un monologo apparentemente sconnesso su questioni
personali prelude ad ammissioni significative. Alcune
persone sono incapaci di fornire informazioni che le
mettano sotto una luce sfavorevole sino a che, grazie
ad una lunga razionalizzazione iniziale, non si siano
convinti di aver messo le cose in modo che l'interrogante
possa capire perch hanno agito come hanno
agito. Se all'interrogato necessario questo "salvare la
faccia", sar una perdita di tempo cercare di costrin-
gerlo a mollare i preliminari e venire ai fatti. Secondo
lui, egli sta parlando di una questione importante, del
"perch". Sar offeso e pu divenire del tutto non collaborativo
se gli si porranno delle domande insistenti
sul "che cosa" puro e semplice.
C' un altro vantaggio a lasciare che il soggetto parli
liberamente ed anche in modo sconnesso nella prima
fase dell'interrogatorio. L'interrogante libero di
osservare. Gli esseri umani comunicano molto con
mezzi non verbali. Un abile interrogante, ad esempio,
ascolta attentamente le voci e apprende molto da queste.
Un interrogatorio non semplicemente una questione
verbale; anche una questione vocale, e la voce
indica tensione, paura, avversione a certi argomenti. E
utile anche osservare la bocca del soggetto, che di norma
rivela di pi dei suoi occhi.
Anche i gesti e le posizioni dicono molto. Se un soggetto
di solito gesticola molto in certi momenti ed in
altri fisicamente rilassato, ma poi siede tutto rigido e
senza muoversi, la sua posizione probabilmente l'immagine
della sua tensione mentale. L'interrogante dovrebbe
prendere mentalmente nota dell'argomento
che ha provocato questa reazione.
Un manuale sull'interrogatorio elenca i seguenti indicatori
fisici di emozioni e raccomanda che gli interroganti
ne prendano nota, non come prove conclusive
ma come elementi di valutazione.
1. Un volto arrossato o avvampante indica rabbia
o imbarazzo ma non necessariamente senso di
colpa.
2. Il sudore freddo un forte segnale di paura o
di shock.
3. Un volto pallido indica paura e di solito mostra
che l'interrogante ha colpito nel segno.
4. Una bocca secca denota nervosismo.
5. La tensione nervosa pu essere dimostrata torcendo
un fazzoletto o stringendo le mani a pugno.
6. Lo sforzo emozionale, o la tensione, pu causare
un forte battito cardiaco che diviene visibile
nel polso e nella gola.
7. Un leggero sospiro, un respiro trattenuto o una
voce incerta possono tradire il soggetto.
8. L'irrequietezza pu manifestarsi in molti modi,
che indicano tutti un senso di nervosismo.
9. Un uomo sottoposto ad una tensione emozionale
o nervosa accoster involontariamente i
gomiti ai fianchi. E' un meccanismo protettivo
di difesa.
10. Il movimento del piede quando una gamba
accavallata sull'altra pu essere un indice. La
circolazione del sangue nella gamba di sotto
parzialmente impedita e questo causa un leggero
spostamento o movimento del piede libero a
ogni battito cardiaco. Questo pi pronunciato
ed osservabile se il ritmo del polso aumenta.

Anche le pause sono significative. Ogni qualvolta
una persona parla di un argomento importante per lei,
essa attraversa a grande velocit un procedimento di
automonitoraggio. Questo automonitoraggio pi intenso
se la persona parla ad uno sconosciuto ed ancor
pi intenso se essa deve rispondere a domande poste
dallo sconosciuto. Il suo scopo di non dare all'interrogante
un'informazione colpevole o che possa
danneggiare il rispetto di s di chi parla. Quando le
domande e le risposte si avvicinano a zone sensibili,
questo automonitoraggio crea facilmente dei blocchi
mentali. Questi, a loro volta, producono delle pause
innaturali, dei suoni senza senso che danno a chi parla
un po' di tempo, o altre interruzioni. Non facile di-
stinguere tra blocchi innocenti - cose trattenute per
motivi di prestigio personale - e blocchi colpevoli -
cio cose che l'interrogante ha bisogno di sapere. Ma
la creazione di un rapporto fruttuoso tender ad eliminare
i blocchi innocenti, o almeno a ridurli al minimo.
Costituire un rapporto il secondo scopo fondamentale
della fase di apertura dell'interrogatorio. Talvolta
l'interrogante sa in anticipo, grazie allo screening,
che il soggetto non sar cooperativo. Altre volte la
probabilit di resistenza stabilita anche senza screening;
ad esempio, degli agenti ostili scoperti di solito
hanno non soltanto la volont di resistere ma anche i
mezzi per farlo, grazie ad una storia di copertura o altre
spiegazioni. Ma la previsione di queste difficolt
aumenta, anzich diminuire, il valore di un rapporto.
In altre parole, la mancanza di un rapporto pu indurre
un interrogato a trattenere delle informazioni che
altrimenti egli avrebbe fornito liberamente, mentre l'esistenza
di un rapporto pu spingere un interrogato intenzionato
a non parlare a cambiare atteggiamento.
Perci l'interrogante non deve irrigidirsi se si trova davanti
ad un'ostilit iniziale, o rafforzare in qualsiasi altro
modo gli atteggiamenti negativi che pu avere trovato
all'inizio.
Durante la prima fase, il suo atteggiamento dovrebbe
restare pratico ma anche tranquillamente (non
ostentatamente) cordiale e gradevole. Delle osservazioni
iniziali da parte del soggetto come So che cosa
lei vuole, ma posso dirle subito che non lo avr da
me, possono essere trattate con un imperturbabile
Perch non mi dice che cosa l'ha fatta arrabbiare?. A
questo punto, l'interrogante deve evitare di farsi trascinare
in una lite, per quanto provocatorio possa essere
l'atteggiamento dell'interrogato. Se non risponde all'aggressivit
n con proteste insincere che lui un
"amico" del soggetto, n con un'analoga rabbia, ma
piuttosto con un calmo interesse a ci che ha irritato il
soggetto, l'interrogante ha guadagnato un paio di punti
di vantaggio sin dall'inizio. Ha stabilito una superiorit
di cui avr bisogno pi tardi, e ha aumentato le
possibilit di stabilire un rapporto.
La durata della fase iniziale dipende da quanto tempo
ci vuole per stabilire un rapporto o per decidere
che impossibile ottenere una cooperazione volontaria.
Pu essere una questione di secondi, o pu essere
una battaglia lunga, in salita. Bench il costo in tempo
e pazienza sia talvolta elevato, il tentativo di far s che
il soggetto pensi che il suo interrogante una persona
comprensiva non dovrebbe essere abbandonato sino a
che non siano state esaurite tutte le risorse ragionevoli
(a meno che, naturalmente, l'interrogatorio non meriti
tanto tempo). Altrimenti probabile che l'interrogatorio
non produca risultati ottimi. Di fatto, probabile
che esso si concluda con un fallimento, e l'interrogante
non dovrebbe farsi dissuadere dal tentare di stabilire
un rapporto dalla convinzione interiore che nessun
uomo con la testa a posto incrimina mai se stesso per
fornire il tipo di informazioni che gli si chiedono. La
storia dell'interrogatorio piena di confessioni e di altre
auto-incriminazioni che erano essenzialmente il risultato
di una sostituzione del mondo esterno con
quello dell'interrogatorio. In altre parole, mentre svaniscono
i suoni e le viste del mondo esterno, altrettanto
tende ad accadere anche alla sua significanza per
l'interrogato. Quel mondo sostituito dalla stanza dell'interrogatorio,
i suoi due occupanti e la relazione dinamica
tra loro. Procedendo l'interrogatorio, il soggetto
tende sempre di pi a rivelare o a trattenere informazioni
secondo i valori del mondo dell'interrogatorio
anzich secondo quelli del mondo esterno (a meno
che i periodi d'interrogatorio siano solo delle brevi interruzioni
della sua vita normale). In quel piccolo
mondo con due abitanti, uno scontro di personalit -
come cosa distinta da un conflitto tra scopi - assume
una forza esagerata, come un tornado nel tunnel del
vento. Entra in ballo il rispetto di s dell'interrogato e
dell'interrogante, e l'interrogato lotta per non cedere i
propri segreti all'avversario per motivi soggettivi, perch
duramente deciso a non essere il perdente, l'inferiore.
Se d'altra parte l'interrogante stabilisce un rapporto,
il soggetto pu tenersi le sue informazioni per
altri motivi, ma spesso la sua resistenza manca di quell'intensit
dura, da ultima trincea, che esiste quando lo
scontro personalizzato.
L'interrogante che avverte o decide nella fase iniziale
che ci che ascolta una balla, deve resistere al primo
e naturale impulso a dimostrarne la falsit. In certi
interrogati, le esigenze dell'ego e il bisogno di salvare la
faccia sono talmente intrecciati con l'intento di conservare
la storia di copertura che sentirsi dare del bugiardo
ne aumenta semplicemente la resistenza. E' meglio
lasciare aperta una via d'uscita, uno spiraglio che permetta
alla fonte di correggere la sua storia senza apparire
stupido.
Se si decide, pi avanti nell'interrogatorio, di mettere
l'interrogato davanti alle prove della sua menzogna,
pu essere utile il seguente consiglio circa il controinterrogatorio
legale.
Molto dipende dalla sequenza con cui si conduce il
controinterrogatorio di un teste disonesto. Non si deve
mai arrischiare la domanda principale fino a che non
si sono poste le basi perch, una volta messo davanti ai
fatti, il teste non possa n negare n spiegare. Talvolta
la prova documentaria pi pesante, sotto forma di lettere
o di dichiarazioni giurate, viene tacciata di tradimento
o di falsit semplicemente per il modo maldestro
con cui stata trattata. Se avete una lettera scritta
dal teste, nella quale, rispetto ad una parte del caso,
egli assume una posizione opposta a quella su cui ha
appena giurato, evitate l'errore di mostrare quella lettera
al teste perch la identifichi e di leggergliela poi
domandandogli "Che cosa ha da dire su questo?". Durante
la lettura della lettera il teste pu raccogliere i
suoi pensieri e preparare la sua risposta alla domanda
che sta per seguire, e gli effetti di quella lettera saranno
perduti. Il metodo corretto di usare una lettera del
genere di portare quietamente il teste a ripetere la dichiarazione
che ha fatto nella sua testimonianza diretta,
e che la lettera contraddice. Poi leggergli la lettera.
Il teste non ha spiegazioni. Ha dichiarato un fatto, non
ha niente per correggerla.
2. La ricognizione

Se l'interrogato cooperativo sin dall'inizio, o se il
rapporto stabilito durante la fase iniziale e la fonte diviene
cooperativa, non occorre una fase di ricognizione;
l'interrogante procede direttamente a domande
dettagliate. Ma se l'interrogato resiste, diviene necessaria
una fase di esplorazione. Sono gi state fatte delle
ipotesi quanto a ci che egli pu rifiutare di dire: che
un mistificatore, o un agente RIS, o qualcos'altro che
egli giudica importante nascondere. Oppure, l'ipotesi
pu essere che egli abbia saputo di attivit del genere
da parte di qualcun altro. In ogni caso, lo scopo della
ricognizione di fare un rapido test dell'ipotesi e, ancor
pi importante, di indagare le cause, l'estensione e
l'intensit della resistenza.
Nella fase d'apertura, l'interrogante avr tracciato le
possibili zone di resistenza osservando quali argomenti
hanno causato emozione o reazioni fisiche, blocchi
della parola o altri indicatori. Adesso egli comincia ad
esplorare quelle zone. Ogni interrogante esperto ha
osservato che se un interrogato trattiene delle informazioni,
la sua ansia aumenta quando l'interrogatorio si
avvicina al bersaglio. Pi innocuo l'argomento, pi
volubile l'interrogato. Ma man mano che le domande
lo rendono inquieto, l'interrogato diviene meno comunicativo
o magari anche ostile. Nella fase d'apertura
l'interrogante ha accettato questo meccanismo protettivo.
Ora, tuttavia, continua a battere su zone sensibili
sinch non abbia determinato la posizione di ciascuna
di esse e l'intensit delle difese. Se la resistenza
leggera, la semplice insistenza pu abbatterla; e allora
possono seguire domande dettagliate. Ma se la resistenza
forte, bisogna introdurre un nuovo argomento
e riservare le domande dettagliate a una fase ulteriore.
Durante la fase di ricognizione due pericoli sono
particolarmente possibili. Sino a questo punto, davanti
a delle resistenze l'interrogante non ha insistito su
una linea d'interrogatorio. Ora, tuttavia, egli insiste e il
rapporto pu essere danneggiato. Alcuni interrogati
possono mettere sul personale questo cambiamento di
linea e tendere a personalizzare il conflitto. L'interrogante
deve resistere a questa tendenza. Se soccombe e
s'impegna in una lotta tra abilit, pu non poter compiere
il suo lavoro. La seconda tentazione da evitare
l'inclinazione naturale a ricorrere in modo prematuro
ad astuzie o a tecniche coercitive per sistemare subito
la faccenda. Lo scopo fondamentale della ricognizione
determinare il grado di pressione che sar necessario
nella terza fase. L'interrogante dovrebbe tenere in serbo
la sua potenza di fuoco fino a quando non sappia
che cosa si trova davanti.
3. Le domande dettagliate

Se stato stabilito un rapporto e l'interrogato non
ha niente di importante da nascondere, la fase delle
domande dettagliate presenta soltanto problemi di
routine. Le principali considerazioni di routine sono:
L'interrogante deve sapere esattamente cosa vuole.

Dovrebbe essersi annotato su carta o avere bene in
mente tutte le domande cui cerca una risposta. Succede
di solito che la fonte ha un bagaglio relativamente
ampio di informazioni di scarso o alcun valore d'intelligence
e solo una piccola scorta di pepite. Tender naturalmente
a parlare di ci che conosce meglio. L'interrogante
non dovrebbe mostrarsi presto spazientito,
ma non dovrebbe nemmeno permettere che i risultati
siano vaghi. Il punto decisivo ci che vogliamo noi,
non ci che l'interrogato pi disposto a fornire.
Al tempo stesso, necessario fare ogni sforzo per
impedire che il soggetto si renda conto, attraverso il
procedimento d'interrogatorio, dei nostri vuoti informativi.
Questo criterio particolarmente importante
se l'interrogato vive la sua vita normale, va a casa ogni
sera e compare solo una o due volte la settimana per
l'interrogatorio, o se la sua buona fede dubbia. In
quasi tutte le circostanze, tuttavia, si deve evitare di rivelare
chiaramente ci che ci interessa e ci che sappiamo.
E' di solito un sistema maldestro dare persino al
pi cooperativo degli interrogati una lista ordinata di
domande e chiedergli di scrivere le risposte. (Questa
esclusione non riguarda le autobiografie o questioni
d'informazione che non siano soggette a controversia
con la fonte). Una parte del tempo normalmente dedicata
a questioni di scarso o nessun interesse d'intelligence
a scopo di mascheratura. L'interrogante pu
rafforzare questo procedimento prendendo delle note,
o fingendo di farlo, su questioni che sembrano importanti
all'interrogato ma che non hanno alcun valore
d'intelligence. Da questo punto di vista, si pu dire che
un interrogante ha avuto successo se una fonte che di
fatto un agente nemico pu riferire all'altra parte solo
dei settori generali d'interesse per noi, ma non pu
indicare punti specifici senza con questo ricorrere ad
un'informazione ingannevole.

E' buona pratica redigere un rapporto il giorno stesso
dell'interrogatorio o prima della seduta successiva,
cos da poter rimediare prontamente a difetti, vuoti o
contraddizioni annotati per tempo.
E' un buon espediente anche chiedere all'interrogato
di prender nota di argomenti che dovrebbero essere
affrontati e che gli vengono in mente mentre sta discutendo
di aspetti immediati. Il prender nota di un punto
o di un pensiero a parte li fissa nella mente dell'interrogato.
Infatti, i punti che vengono in mente all'interrogato
nel corso dell'interrogatorio sono poi di
solito dimenticati se non vengono annotati; oppure
tendono a scombussolare il piano dell'interrogatorio
se vengono affrontati subito con una digressione.
In un debriefing le domande dovrebbero di norma
essere formulate in modo da provocare risposte positive
e dovrebbero essere specifiche. L'interrogante non
dovrebbe fermarsi davanti ad una risposta negativa in
termini generali senza sondare. Per esempio, la domanda
Lei sa qualcosa sull'impianto X? produce
probabilmente una risposta negativa; allora bisogna
chiedere Lei ha degli amici che lavorano all'impianto
X?, oppure Lei pu descriverne l'esterno?.
E' importante stabilire se ci che il soggetto sa di una
determinata cosa di prima mano, stato appreso in
modo indiretto, o soltanto un'ipotesi. Se l'informazione
stata acquisita in modo indiretto, occorre avere
l'identit delle sotto-fonti e alcune informazioni sui loro
canali. Se invece la dichiarazione si fonda su ipotesi,
necessario avere i fatti su cui si fondano le conclusioni
per una valutazione.
Man mano che un interrogatorio dettagliato procede,
verranno a galla altri dati biografici. Questi dati
dovrebbero essere inclusi nel rapporto, ma bene non
deviare da un argomento impersonale per seguire una
traccia biografica. Queste tracce possono essere ripre-
se pi tardi a meno che non sollevino dubbi circa la
buona fede del soggetto.
Sempre nel corso di un interrogatorio dettagliato, e
specialmente a met strada, il desiderio di completare
il lavoro pu spingere l'interrogante ad essere sempre
pi pratico e persino brusco. Gli pu capitare di tagliar
corto o di metter da parte le solite domande sulle condizioni
del soggetto con cui ha aperto le sedute precedenti.
Oppure di tagliar corto in modo sempre pi brusco
quando si presentano ricordi e digressioni. Il suo
interesse si spostato dall'interrogato come tale, che sino
a poco prima era una persona interessante, a ci
che suo compito sapere. Ma se stato stabilito un
rapporto, l'interrogato avvertir presto questo cambiamento
di atteggiamento e se ne risentir. Questo punto
particolarmente importante se l'interrogato un transfuga,
che si trova davanti a cambiamenti che lo confondono
ed perci in uno stato fortemente emozionale.
Tutti gli interrogati hanno i loro alti e bassi, dei momenti
in cui sono stanchi o indisposti, momenti in cui i
problemi personali gli hanno scosso i nervi. La particolare
familiarit nella situazione d'interrogatorio e il fatto
stesso che l'interrogante ha deliberatamente sollecitato
un rapporto portano spesso il soggetto a parlare
dei suoi dubbi, timori e altri sentimenti personali. L'interrogante
non dovrebbe mai interrompere bruscamente
questo flusso, n mostrare impazienza, a meno
che questo non prenda un'eccessiva quantit di tempo,
o a meno che non appaia chiaro che tutte quelle chiacchiere
mirano deliberatamente a fare da cortina fumogena
per impedire all'interrogante di fare il suo lavoro.
Se si pensa che l'interrogato cooperativo, allora dall'inizio
alla fine del procedimento il soggetto deve pensare
che l'interesse dell'interrogante nei suoi confronti
rimasto costante. A meno che l'interrogatorio non finisca
presto, improbabile che l'atteggiamento dell'in-
terrogato nei confronti dell'interrogante resti costante.
Il soggetto si sentir o sempre pi attirato verso l'interrogante,
o sempre pi in una posizione antagonistica.
Di norma, il modo migliore per l'interrogante di mantenere
stabile il rapporto di tenere dall'inizio alla fine
lo stesso atteggiamento calmo, rilassato, aperto.
Un interrogatorio dettagliato finisce soltanto quando
1) sono state ottenute tutte le informazioni utili di controspionaggio,
2) il calo del rendimento e impegni pi
urgenti costringono a chiudere, o 3) la base, stazione
(...) [una o due parole cancellate] ammette una sconfitta
totale o parziale. Salvo che per il primo motivo, la
chiusura soltanto temporanea. E' un grosso sbaglio lasciar
perdere un interrogato la cui resistenza ha avuto
successo, o un interrogato il cui interrogatorio stato
concluso prima che le sue informazioni potenziali fossero
state tutte sfruttate. La KUBARK deve tenere
d'occhio queste persone perch la gente e le circostanze
cambiano. A meno che la fonte non muoia o abbia
detto tutto ci che sa essere pertinente ai nostri scopi, il
suo interrogatorio pu essere interrotto, magari per
anni - ma non deve essere considerato completato.
4. La conclusione

La fine di un interrogatorio non implica la fine delle
responsabilit dell'interrogante. Dall'inizio della pianificazione
sino alla fine dell'interrogatorio stato necessario
capire e "parare" i vari problemi che una ex fonte
vendicativa pu sollevare. Come si gi notato, la
mancanza di autorit esecutiva all'estero e le sue esigenze
operative di anonimato rendono la KUBARK
particolarmente vulnerabile ad attacchi legali o sulla
stampa. La difesa migliore contro questi attacchi la
prevenzione, grazie all'arruolamento o all'arrendevolezza.
Comunque sia stata ottenuta una reale cooperazione,
il fatto che esista sembra agire da deterrente
contro successivi atti ostili. Il soggetto inizialmente resistente
pu divenire cooperativo grazie ad una parziale
identificazione con l'interrogante ed i suoi interessi,
oppure la fonte pu arrivare a questa identificazione a
causa della sua cooperazione. In entrambi i casi, improbabile
che egli sollevi seri problemi in futuro. Difficolt
reali sono pi spesso sollevate da interrogati che
sono riusciti a tenersi delle informazioni.
I punti seguenti sono di norma una parte di routine
della conclusione:
(...)
[circa dieci righe cancellate]
[circa sette righe cancellate]
[circa sette righe cancellate]
[circa quattro righe cancellate]

C. Tecniche d'interrogatorio non coercitivo
di fonti resistenti

Se durante lo screening o nelle fasi di apertura o di ricognizione
dell'interrogatorio si incontra resistenza
nella fonte, si possono applicare dei metodi non coercitivi
per minare l'opposizione e rafforzare la tendenza
a cedere e a cooperare. Bench questi metodi siano indicati
qui in ordine approssimativo di pressione crescente,
non bisogna dedurne che ognuno di essi vada
usato sino a che non si trovi la chiave adatta alla serratura.
Al contrario, una buona parte dell'abilit e del
successo di un interrogante sperimentato sta nella sua
capacit di adeguare il metodo alla fonte. L'impiego di
tecniche senza successo aumenter di per s la volont
e la capacit di resistenza della fonte.
Questo criterio riguarda anche la decisione di ricorrere
a tecniche coercitive e decide la scelta di questi
metodi. Se secondo l'interrogante una fonte totalmente
resistente ha l'abilit e la determinazione di resistere
a qualsiasi metodo non coercitivo o ad una combinazione
di questi metodi, bene evitarli del tutto.
L'efficacia della maggior parte delle tecniche non
coercitive dipende dal loro effetto sconvolgente. La situazione
d'interrogatorio di per s inquietante per
molti che vi si trovano per la prima volta. Lo scopo
di rafforzare questo effetto, di scombussolare completamente
le familiari associazioni emozionali e psicologiche
del soggetto. Una volta raggiunto questo scopo,
la resistenza seriamente indebolita. C' un intervallo
- che pu essere estremamente breve - di animazione
sospesa, una sorta di shock o paralisi psicologica. E' causata
da un'esperienza traumatica o subtraumatica che
fa esplodere, per cos dire, il mondo familiare del soggetto,
come pure l'immagine che ha di se stesso dentro
a quel mondo. L'interrogante sperimentato riconosce
questo effetto e sa che da quel momento la fonte molto
pi aperta a dei suggerimenti, molto pi incline a
compiacere, che non prima di aver avuto quello shock.
In breve, le tecniche seguenti dovrebbero essere adeguate
alla personalit dell'interrogato, e la loro efficacia
rafforzata da un buon tempismo e dal rapido
sfruttamento dello shock. (Alcuni punti sono tratti da
Sheehan).
1. La porta accanto

Occasionalmente, l'informazione che si cerca di ottenere
da una fonte recalcitrante pu venire da una fonte
volontaria. L'interrogante deve decidere se essenziale
al suo scopo avere una confessione, o se quell'informazione,
che pu essere in possesso di altri come pure della
sua fonte resistente, rappresenta davvero il suo scopo.
La fatica di estrarre la verit da un interrogato mal
disposto va fatta solo se quell'informazione non pu essere
ottenuta pi agevolmente altrove, o se delle considerazioni
operative esigono l'auto-incriminazione.
2. Nessuno ti vuol bene

Un interrogato che rifiuta di rivelare cose senza gravi
conseguenze per lui pu talvolta essere persuaso a
parlare con la semplice tattica di fargli notare che sino
a quel momento tutte le informazioni relative al suo
caso sono venute da altre persone; l'interrogante vuole
essere onesto, riconosce che alcuni di coloro che
hanno denunciato il soggetto possono essere stati prevenuti
o malevoli; comunque, probabile che ci sia
una qualche deformazione dei fatti a meno che l'interrogato
non ristabilisca la realt. Dipende dalla fonte
stessa far s che l'interrogante venga a conoscere entrambi
i lati della storia.
3. L'occhio onniveggente
(ossia la confessione fa bene all'anima}

L'interrogante che gi conosce una parte della storia
spiega alla fonte che lo scopo dell'interrogatorio non
di avere ulteriori informazioni: l'interrogante sa gi
tutto. Il suo vero scopo di sondare la sincerit (l'affidabilit,
l'onore, eccetera) della fonte. L'interrogante fa
poi alcune domande di cui conosce gi la risposta. Se
il soggetto mente, lo si informa in modo fermo e spassionato
che ha mentito. Con un'abile manipolazione
di quanto gi si sa, l'interrogante pu convincere un
soggetto ingenuo che tutti i suoi segreti sono gi allo
scoperto e che un'ulteriore resistenza sarebbe non soltanto
inutile ma anche pericolosa. Se questa tecnica
non funziona rapidamente, bisogna abbandonarla prima
che l'interrogato si renda conto dei limiti reali di
ci che sa l'interrogante.
4. L'informatore

La detenzione permette tutta una serie di trucchi.
Uno di questi - consistente nel mettere un informatore
nella stessa cella della fonte - cos noto, specialmente
nei paesi comunisti, che la sua utilit seriamente
compromessa se non distrutta. Meno noto il trucco
di mettere nella cella della fonte due informatori. Uno
di essi, A, cerca di tanto in tanto di stuzzicare la fonte
per avere qualche informazione; B invece sta zitto. Al
momento buono, durante un'assenza di A, B avverte
la fonte di non dire niente ad A perch B sospetta che
sia un informatore messo l dalle autorit.
Il sospetto contro il compagno di cella pu talvolta
essere superato se egli mostra alla fonte un microfono
nascosto che ha "scoperto" e suggerisce di parlare solo
sottovoce e all'altro capo della stanza.
5. Notizie da casa

Permettere ad un interrogato di ricevere delle lettere
da casa attentamente selezionate pu contribuire all'effetto
desiderato dall'interrogante. Permettere alla
fonte di scrivere delle lettere, specialmente se gli si fa
credere che saranno portate fuori di nascosto senza
che le autorit ne sappiano niente, pu produrre informazioni
che sarebbe difficile ottenere con un interrogatorio
diretto.
6. Il testimone

Se altri hanno accusato l'interrogato di spiare per
conto di un servizio nemico, o di altre attivit che lui
nega, c' la tentazione di mettere la fonte recalcitrante
a confronto con il suo accusatore o i suoi accusatori.
Ma un rapido confronto presenta due lati deboli: pu
intensificare l'ostinazione nel diniego; e compromette
le possibilit di ricorrere a metodi pi sottili.
Uno di questi metodi consiste nel mettere l'interrogato
in un altro ufficio e di far passare davanti alla porta,
sino alla stanza dell'interrogatorio, un accusatore
che la fonte conosce personalmente, o una qualsiasi
persona - anche una che sia amica della fonte e ostile
nei confronti dell'interrogante - che si pensa sappia
qualcosa su ci che l'interrogato sta nascondendo. E'
anche essenziale che l'interrogato sappia o sospetti che
il testimone sia in possesso di informazioni incriminanti.
Un'ora dopo, l'interrogante che ha trattato con
l'interrogato in precedenti sedute, apre la porta e chiede
alla stenografa di venire da lui, con matita e blocchetto.
Dopo un po' lei ritorna e batte a macchina del
materiale dal suo blocchetto, con diverse copie a carbone.
Fa una pausa, guarda l'interrogato e chiede alla
guardia di dirle lettera per lettera il nome della fonte.
Essa pu anche chiedere direttamente all'interrogato
come scrivere esattamente il nome di una strada, di
una prigione, di un funzionario comunista di intelligence,
o di altre cose collegate all'attivit di cui lui accusato.
Porta il suo lavoro completato all'ufficio interno,
ritorna e telefona per chiedere che qualcuno venga per
essere testimone legale. Un altro uomo compare ed
entra nell'ufficio interno. La persona che recita la parte
dell'informatore pu essere uscita da una porta sul
retro gi all'inizio di questa procedura; o, se cooperativo,
pu continuare a recitare la sua parte. In entrambi
i casi, una coppia di interroganti, con o senza l"
"informatore", esce dall'ufficio interno. A differenza di
prima, ora essi appaiono rilassati e sorridenti. L'interrogante
dice alla guardia, Ok, Tom, portalo via. Non
abbiamo pi bisogno di lui. Anche se l'interrogato
adesso insiste per dire la sua parte della storia, gli si dice
di rilassarsi, perch l'interrogante lo vedr di nuovo
domani, o anche dopodomani.
Si pu registrare una seduta con il testimone. Se il
testimone denuncia l'interrogato non ci sono problemi.
Se non lo fa, l'interrogante cerca di farlo parlare di
un agente nemico condannato di recente in tribunale,
o comunque conosciuto dal testimone. Nel corso della
successiva seduta d'interrogatorio della fonte, se necessario
gli si fa ascoltare una parte del nastro con la
denuncia. Oppure si pu fargli ascoltare delle osservazioni
del testimone riguardanti la spia gi condannata,
se necessario revisionate, in modo che l'interrogato si
convinca che lui l'oggetto di quelle osservazioni.
I testimoni cooperativi possono essere addestrati ad
esagerare, in modo che se si fa ascoltare la registrazione
all'interrogato, o se si organizza un confronto, la
fonte - ad esempio un sospetto corriere - trovi che il testimone
esagera la sua importanza. Il teste sostiene che
l'interrogato soltanto un corriere casuale, che in
realt il capo della banda rapimenti della RIS. L'interrogante
allora finge stupore e dice nel registratore,
Credevo che fosse soltanto un corriere; e se ci avesse
detto questo, pensavo di lasciarlo andare. Ma adesso
la cosa pi seria. In base ad accuse come queste dovr
consegnarlo alla polizia per un processo. Sentendo
tutto questo, l'interrogato pu confessare la verit
circa la colpa minore per evitare una punizione pi
pesante. Se invece continua a tacere, l'interrogante
pu mettersi dalla sua parte dicendo, Sa, non sono
del tutto conVinto che il tale ci abbia raccontato la verit.
Personalmente, penso che ha esagerato di molto.
Non vero? Qual la storia vera?.
7. Sospetti correlati

Se due o pi fonti sono sospettate di complicit in atti
diretti contro la sicurezza degli Usa, esse dovrebbero
essere separate subito. Se il tempo lo permette, pu essere
una buona idea (che dipende per dalla valutazione
psicologica di entrambi) rimandare l'interrogatorio
di circa una settimana. A domande timorose da parte
di uno o dell'altro dei sospetti si pu rispondere con
un sorriso eloquente e qualcosa come Ci vediamo a
tempo debito. Non c' fretta. Se documenti, testimoni
o altre fonti forniscono informazioni sull'interrogato
A, si possono fare osservazioni come B dice che a
Smoljensk lei ha denunciato il tale alla polizia segreta.
E' vero? E' successo nel 1937?, perch questo aiuta a
mettere in testa ad A l'impressione che B sta parlando.
Se l'interrogante sicuro dei fatti relativi al caso ma
non riesce ad ottenere delle ammissioni da A o da B, si
pu preparare una confessione scritta con la riproduzione
della firma di A. (Se B riconosce la firma di A
pu essere d'aiuto, ma non essenziale). La confessione
contiene i fatti salienti, ma distorti; essa dimostra
che A tenta di gettare tutta la responsabilit su B. Una
registrazione su nastro opportunamente revisionata,
che sembra dire che A ha denunciato B, pu essere
usata allo scopo, separatamente o insieme alla "confessione"
scritta. Se A si sente indisposto o gi di morale,
pu essere fatto passare davanti ad una finestra, o gli si
pu mostrare B in qualche altro modo, ma senza creare
le condizioni per una conversazione; probabile
che B interpreti l'aspetto abbattuto di A come prova di
una confessione e di una denuncia. (E' importante che
in queste mosse d'apertura A sia il pi debole dei due
dal punto di vista emozionale e psicologico). Poi B legge
(o sente) la "confessione" di A. Se B continua a tacere,
l'interrogante dovrebbe congedarlo alla svelta dicendo
che la confessione firmata di A basta allo scopo
e che non importa se B la convalida o no. Alla successiva
seduta con B, l'interrogante seleziona alcuni punti
minori, che non danneggiano B in modo sostanziale
ma che sono lo stesso esagerati, e dice Non sono sicuro
che qui A fosse davvero leale nei suoi confronti. Le
spiacerebbe dirmi qual la sua versione della storia?.
Se B abbocca, l'interrogante passa a questioni di maggior
significato.
Si pu anche ricorrere alla routine dell'ufficio interno
e di quello esterno. A, il pi debole, viene portato nel-
l'ufficio interno e la porta lasciata socchiusa, o la lunetta
tra le due stanze aperta. B poi condotto da
una guardia nell'ufficio esterno e fatto sedere in modo
che possa sentire, anche se non in modo chiaro. L'interrogante
comincia con le domande di routine rivolte
ad A, con voce abbastanza bassa e spingendo A a rispondere
a tono. Nell'ufficio interno e secondo un piano
preordinato, un'altra persona porta poi fuori A da
un'altra porta, silenziosamente. Gli eventuali rumori di
questo spostamento sono coperti dall'interrogante che
sbatte il portacenere o smuove un tavolo o una sedia.
Non appena la seconda porta si chiude e A fuori portata
di voce, l'interrogante riprende il suo interrogatorio.
La sua voce si alza di tono e diviene pi irosa. Egli
dice ad A di parlare pi forte perch lo capisce appena.
Diviene insultante, tocca l'apice, poi dice Bene,
andiamo meglio. Perch non lo ha detto subito?. Il resto
del monologo deve dare a B l'impressione che A ha
cominciato a dire la verit. Improvvisamente, l'interrogante
si affaccia e si arrabbia vedendo B e la sua guardia.
Stupido! - strilla - Che cosa fai qua?. Respinge i
tentativi della guardia di borbottare una spiegazione e
grida Portalo via da qui! Ne parleremo pi tardi!.
Quando, secondo lui, B si convinto che A ha ceduto
e ha raccontato la sua storia, l'interrogante pu decidere
di dire a B Adesso che A ci ha detto tutto, penso
di lasciarlo andare. Ma mi dispiace di lasciare uno e tenere
l'altro; dovreste uscire insieme. A sembra molto
arrabbiato con lei - pensa che lo ha messo lei in questo
pasticcio. Pu persino tornare dal vostro gestore sovietico
di questo caso e dirgli che lei non tornato perch
ha accettato di restare qua e lavorare per noi. Non sarebbe
meglio che vi lasciassi andare insieme? Non farebbe
meglio a dirmi la sua parte della storia?.
8. Ivan un imbecille

Pu essere utile far notare ad un agente nemico che
la storia di copertura mal congegnata, che l'altro servizio
ha pasticciato il lavoro, che tipico dell'altro servizio
trascurare il bene dei suoi agenti. L'interrogante
pu aggiustare ulteriormente il tiro spiegando che
stato impressionato dal coraggio e dall'intelligenza
dell'agente. Egli rifila all'agente la storiella che l'interrogante
e non il suo servizio un vero amico, che lo
capisce e che si prender cura del suo bene.
9. Interrogatori congiunti

La pi comune delle tecniche di interrogatorio congiunto
la routine "Mutt-and-Jeff": l'interrogante brutale,
rabbioso, dominatore, in contrasto con l'interrogante
cordiale, calmo. Questa routine funziona meglio
con le donne, gli adolescenti e gli uomini timidi. Se
l'interrogante che ha gi svolto il grosso dell'interrogatorio
sino a quel momento ha stabilito un certo rapporto,
dovrebbe prendersi il ruolo cordiale. Se manca
il rapporto e specialmente se si sviluppato un certo
antagonismo, l'interrogante principale pu recitare
l'altra parte. L'interrogante rabbioso parla ad alta voce
sin dall'inizio e - a meno che l'interrogato non indichi
che pronto a dire la propria storia - l'interrogante
rabbioso respinge urlando le sue risposte e gli toglie la
parola. Picchia i pugni sul tavolo. L'interrogante tranquillo
non dovrebbe assistere imperturbabile, ma dovrebbe
suggerire l'idea che anche lui ha paura del suo
collega. L'interrogante rabbioso accusa il soggetto di
altre colpe, di qualsiasi colpa, specialmente di quelle
pi odiose e avvilenti. Rende chiaro che personalmente
lui considera l'interrogato come il pi ignobile individuo
al mondo. Nel bel mezzo di quella scenata l'interrogante
cordiale e calmo lo interrompe dicendo
Un momento, Jim. Calmati. L'interrogante rabbioso
strilla Sta zitto! Lo tratto io questo caso! Ho gi fatto a
pezzi degli straccioni e faccio a pezzi anche questo.
Per esprimere il suo disgusto, sputa a terra, si tura il naso,
o altri gesti grossolani. Infine, rosso in viso e furioso,
dice Ho bisogno di riposarmi, di bermi un paio di
bicchieri. Ma torno alle due - e tu, feccia, tu farai meglio
a prepararti a parlare. Dopo che quello si sbattuto
dietro la porta, il secondo interrogante dice all'interrogato
che gli dispiace molto, che non gli piace affatto
lavorare con un tipo come quello ma non ha
scelta, che dei bruti di quella specie dovrebbero starsene
buoni e dare a una persona la possibilit di spiegare la
propria versione della storia e cos via.
Un interrogante pu usare la tecnica "Mutt-and-
Jeff" anche da solo. Dopo una serie di sedute tese e
ostili, l'interrogato portato in un'altra stanza con mobili
confortevoli, sigarette, eccetera. L'interrogante lo
invita a sedersi e spiega che la precedente ostinazione
della fonte lo ha costretto, a malincuore, ad usare quella
tattica. Adesso cambia tutto. L'interrogante vuole
parlare da uomo ad uomo. Un prigioniero di guerra
americano, sottoposto ad un debriefing da parte di un
servizio nemico che usava questa tattica, ha descritto il
risultato: Be', entrai e c'era un uomo, era un funzionario...
mi ha chiesto di sedermi ed era molto cordiale...
Fu formidabile. Io, be', mi pareva quasi di avere
un amico davanti a me. Dovevo fermarmi di tanto in
tanto e rendermi conto che quell'uomo non era amico
mio... Mi pareva persino che non dovevo trattarlo
male... Mi era molto pi difficile di... Be', mi pareva
quasi di dover parlare con lui e ragionare e giustificarmi
come adesso faccio con lei.
Un'altra tecnica di interrogatorio congiunto assegna
ad entrambi gli interroganti una parte cordiale. Ma
mentre l'interrogante incaricato del caso sincero, i
modi e la voce del secondo interrogante dicono che
egli semplicemente finge comprensione per intrappolare
l'interrogato. Egli pone alcune domande ingannevoli
del tipo Quando ha smesso di picchiare sua moglie?.
L'interrogante in carica dice, con un leggero tono
di rabbia, Non siamo qua per intrappolare la
gente ma per avere la verit. Faresti bene ad andartene.
La tratto io la cosa.
E' di solito improduttivo dare ad entrambi gli interroganti
una parte ostile.
70. Linguaggio

Se il soggetto recalcitrante parla pi di una lingua
preferibile interrogarlo nella lingua che gli meno familiare
finch si tratta di ottenere una confessione. Dopo
che l'interrogato ha ammesso il proprio intento o
attivit ostile, passare alla lingua meglio conosciuta facilita
il seguito. Un brusco passaggio da lingua a lingua
pu imbarazzare la fonte. Se, ad esempio, l'interrogato
ha resistito ad una fila di domande in tedesco o in coreano,
un brusco balzo a Chi il suo dirigente in questo
caso? chiesto in russo pu far partire la risposta
prima che la fonte possa fermarsi.
Un interrogante a suo agio nella lingua che viene
usata nell'interrogatorio pu tuttavia decidere di utilizzare
un interprete se l'interrogato non conosce la lingua
usata tra l'interrogante e l'interprete, e non sa
neanche che l'interrogante conosce la sua lingua. Il
vantaggio principale in questo caso che ascoltare tutto
due volte aiuta l'interrogante a notare attentamente
tono di voce, espressione, gesti ed altri segni indicativi.
Questa tecnica ovviamente inadeguata a qualsiasi
forma di interrogatorio a fuoco rapido, e in ogni caso
ha lo svantaggio di permettere al soggetto di controllarsi
dopo ogni domanda. Essa dovrebbe essere utilizzata
solamente con interpreti addestrati.

E' fondamentale usare un interprete che conosca a
fondo la lingua usata per l'interrogatorio. Se non cos,
se nella sua traduzione ci sono degli errori di grammatica,
o se viene fatta con un forte accento, la fonte
sente rafforzarsi la propria resistenza. Quasi tutte le
persone sono condizionate a mettere in relazione abilit
verbale ad intelligenza, istruzione, status sociale,
eccetera. Errori o una pronuncia scorretta permettono
all'interrogato di non capire o fingere di non capire e
cos guadagnare tempo. Egli pu anche ricorrere a termini
polisillabici disorientanti se si reso conto dei limiti
di vocabolario dell'interprete.
11. Spinoza e Mortimer Snerd

Se c' motivo di credere che una fonte recalcitrante
ha delle utili informazioni di controspionaggio ma non
mai entrata in contatto con i livelli superiori delle organizzazioni
nemiche, cio livelli di comando e di orientamento
politico, un interrogatorio insistente su
questioni di alto livello di cui la fonte non sa nulla pu
aprire la strada ad informazioni sui livelli inferiori. Ad
esempio, si fanno domande sulla linea del Kgb, il rapporto
tra quel servizio ed il governo, i suoi collegamenti,
eccetera. Alle proteste dell'interrogato che non sa
nulla su queste cose si oppone una netta insistenza sul
fatto che invece lui sicuramente al corrente, deve essere
al corrente, che nella sua posizione persino degli
stupidi sono al corrente. Gli interroganti comunisti che
hanno usato questa tattica su prigionieri di guerra americani
l'hanno accompagnata a punizioni per i non
so, in modo particolare costringendo il prigioniero a
stare sull'attenti sino a che non avesse fornito delle risposte
positive. Dopo un tempo abbastanza lungo, si
poneva alla fonte una domanda di cui conosceva la risposta.
Molti americani hanno riferito del forte senso
di sollievo che senti quando finalmente ti chiedono
qualcosa cui puoi rispondere. Uno ha detto So che
pu sembrare strano ora, ma fui davvero grato quando
passarono ad un argomento su cui sapevo qualcosa.
12. Il lupo travestito da agnello

E' stato suggerito che una fonte che riuscita a tacere
pu essere indotta a parlare se portata a credere che
sta parlando con qualcuno dell'opposizione. Il successo
di questa astuzia dipende da una buona imitazione
dell'opposizione. Un case officer, cio un funzionario
che si occupa specificamente di quel caso, che la fonte
non conosce, addestrato nel linguaggio appropriato, parla
con la fonte in circostanze tali che questa convinta di
aver a che fare con l'opposizione. La fonte debriefed
su ci che ha detto e non ha detto agli americani. E' pi
facile che il trucco riesca se l'interrogato non stato
detenuto, ma una finta "evasione", manovrata da un
informatore, pu ottenere lo stesso risultato. Di solito
questo trucco cos complicato e rischioso che non si
consiglia di usarlo.
73. Alice nel paese delle meraviglie

Lo scopo di "Alice nel paese delle meraviglie", o
tecnica della confusione, di confondere le attese e le
reazioni condizionate dell'interrogato. Egli abituato
ad un mondo che ha un certo senso, almeno per lui;
un mondo di continuit e di logica, un mondo prevedibile.
Egli si attacca a quel mondo per rafforzare la
propria identit e capacit di resistenza.
La tecnica della confusione mira non soltanto a cancellare
ci che familiare, ma anche a sostituirlo con
qualcosa di bizzarro. Bench questo metodo possa essere
utilizzato anche da un solo interrogante, si adatta
di pi ad essere usato da due o tre interroganti. Quando
il soggetto entra nella stanza, il primo interrogante
pone una domanda a doppia faccia - cio una doman-
da che sembra schietta ma sostanzialmente non ha alcun
senso. Che l'interrogato cerchi di rispondere o no,
il secondo interrogante interviene (interrompendo
ogni tentativo di risposta) con una domanda totalmente
esterna e non meno illogica. Qualche volta vengono
fatte due o pi domande allo stesso tempo. Il livello, il
tono e il volume di voce degli interroganti non hanno
alcun rapporto con l'importanza delle domande. Non
si lascia spazio ad alcuno schema di riferimento tra domande
e risposte, n le singole domande hanno rapporti
logici tra di loro. In questa strana atmosfera il
soggetto trova che lo schema di parola e pensiero che
aveva imparato a considerare normale stato sostituito
da una strana insignificanza. L'interrogato pu mettersi
a ridere, oppure rifiuta di considerare seriamente
la situazione. Ma man mano che il procedimento continua,
giorno dopo giorno se necessario, il soggetto comincia
a tentare di dare un senso ad una situazione
che sta diventando mentalmente intollerabile. Adesso
disposto a fare delle ammissioni significative, o anche
a spifferare tutta la storia, solo per arrestare quel
flusso di chiacchiere a vanvera che lo stordisce. Questa
tecnica pu essere particolarmente efficace con il tipo
ordinato-ostinato.
14. Regressione

Ci sono diverse tecniche non coercitive per indurre
regressione. Tutto dipende dal controllo che l'interrogante
ha sull'ambiente e, come sempre, da un esatto
adeguamento del metodo alla fonte. Alcuni interrogati
possono essere domati con un'insistente manipolazione
del tempo, mettendo indietro o avanti gli orologi
e servendo i pasti in orari insoliti - dieci minuti o
dieci ore dopo l'ultimo pasto. Il susseguirsi del giorno
e della notte buttato all'aria. Le sedute d'interrogatorio
sono anch'esse tenute senza regolarit, il soggetto
pu essere riportato all'interrogatorio solo pochi minuti
dopo essere stato mandato via per la notte. Possono
essere trascurati dei tentativi a mezza bocca di cooperare,
e invece pu essere premiata la mancanza di
cooperazione. (Ad esempio, una fonte altamente resistente
confusa se viene premiata in certo modo per il
"valido contributo" che ha dato). La tecnica "Alice nel
paese delle meraviglie" pu rafforzare questo effetto.
Due o pi interroganti che agiscono come team o dandosi
il cambio (e buttando all'aria i tempi di entrambi
i metodi) possono fare domande cui l'interrogato non
pu dare alcuna risposta logica e significativa. Un soggetto
tagliato fuori dal mondo che conosce cerca di ricostruirlo,
in una certa misura, in quell'ambiente nuovo
e strano. Pu cercare di ristabilire il calcolo del
tempo, di aggrapparsi ai vecchi concetti di fedelt, di
stabilire - con uno o pi interroganti - dei rapporti interpersonali
che assomiglino a quelli che aveva avuto
con altra gente e alzare dei ponti che lo colleghino a
ci che conosce. Contrastando questi tentativi si pu
spingerlo a ricadere sempre di pi in se stesso, sinch
non sia pi capace di controllare le sue risposte come
un adulto.
La tecnica del placebo usata anch'essa per provocare
regressione. All'interrogato si d un placebo (una
pillola zuccherata inoffensiva). Poi gli si dice che ha ingoiato
una droga, un siero della verit, che lo spinger
a parlare e che gli impedir di mentire. Il desiderio del
soggetto di trovare una qualche scusa per cedere, perch
quella la sola via d'uscita dai guai in cui si trova,
pu spingerlo a credere di essere stato drogato e che
nessuno potr biasimarlo per aver raccontato tutto.
Gottschelk osserva che gli individui sotto uno stress
crescente sono i pi propensi a cedere ad un placebo.
Orne ha discusso un'estensione del concetto di placebo
spiegando ci che definisce tecnica della "stanza
magica". Un esempio... pu essere... il prigioniero
cui si suggerisce ipnoticamente che la sua mano diviene
sempre pi calda. Tuttavia, in questo caso, la mano
del prigioniero diviene davvero sempre pi calda, un
problema facilmente risolto con l'uso di una macchina
diatermica nascosta. Oppure gli si pu suggerire che...
una sigaretta avr un sapore amaro. Anche qua, gli si
pu dare una sigaretta preparata in modo da avere un
gusto leggermente ma chiaramente amaro. Discutendo
di stati di alta suggestionabilit (che per non sono
stati di trance), Orne dice: Sia l'ipnosi sia alcune droghe
che provocano uno stato ipnoide sono generalmente
considerate come situazioni in cui l'individuo
non pi padrone del proprio destino, quindi non responsabile
per le proprie azioni. Sembra perci possibile
che la situazione ipnotica, distinta dall'ipnosi in
quanto tale, possa essere impiegata per sollevare l'individuo
da un senso di responsabilit per le sue azioni
e portarlo cos a rivelare le sue informazioni.
In altre parole, una fonte psicologicamente immatura,
o regredita, potrebbe accogliere l'implicazione o il
suggerimento che stata drogata, o ipnotizzata, o resa
in qualche modo incapace di resistenza, anche se ad un
qualche livello interiore egli sa che questo non vero,
a causa del suo forte desiderio di sottrarsi, capitolando,
allo stress di quella situazione. Queste tecniche forniscono
alla fonte la razionalizzazione di cui ha bisogno.
Sia che la regressione avvenga spontaneamente sotto
detenzione o sotto interrogatorio, sia che essa sia indotta
da una tecnica coercitiva o non coercitiva, si dovrebbe
evitare che essa continui oltre il punto necessario
per ottenere il cedimento. Tecniche pesanti di
regressione debbono essere usate in presenza di uno
psichiatra, per assicurare un pieno ritorno alla normalit,
pi tardi. Non appena possibile, l'interrogante propone
all'interrogato una via d'uscita e i motivi che, sal-
vandogli la faccia, gli permettano di sottrarsi a dilemmi
penosi nel caso ceda. Adesso l'interrogante diviene paterno.
La scusa pu essere che altri hanno gi confessato
(tutti gli altri lo stanno facendo), oppure che l'interrogato
non pu cavarsela (ti hanno costretto a farlo),
ma la razionalizzazione efficace, quella che la
fonte coglier prontamente, probabilmente elementare.
E' una versione da adulti delle scuse dell'infanzia.
15. La macchina della verit

La macchina della verit pu essere usata per scopi
diversi da quello di valutare la veridicit. Ad esempio
pu essere usata come mezzo per valutare la gamma
di lingue parlate dall'interrogato, oppure la sua raffinatezza
in fatto di questioni di intelligence, o per un rapido
screening inteso a stabilire ampie zone di particolare
perspicacia e come aiuto nella valutazione psicologica
delle fonti. Tuttavia, la sua funzione principale in un
interrogatorio di controspionaggio di fornire ulteriori
strumenti per mettere alla prova inganno e rifiuto.
Una fonte resistente che sia sospettata di associazione
con un'organizzazione clandestina nemica dovrebbe
essere sottoposta alla prova della macchina della
verit almeno una volta. Possono essere necessarie diverse
prove. Per regola generale, la macchina della verit
non dovrebbe essere usata come ultimo espediente.
Si possono ottenere delle registrazioni pi affidabili
se lo strumento usato prima che il soggetto sia sottoposto
a pressioni intense, che queste pressioni siano
coercitive o no. Un'informazione sufficiente allo scopo
di norma disponibile dopo uno screening ed una o
due sedute di interrogatorio.
Bench la macchina della verit si sia dimostrata un
aiuto valido, nessun interrogante dovrebbe pensare di
delegare le sue responsabilit. (...} [circa sette righe
cancellate].

I migliori risultati si ottengono quando l'interrogante
di controspionaggio e l'operatore della macchina
della verit lavorano insieme per pianificare l'esame
tecnico. l'operatore deve disporre di tutte le informazioni
disponibili sulla personalit della fonte, come pure
dei suoi precedenti operativi e dei motivi di sospetto.
A sua volta, l'interrogante pu cooperare pi efficacemente
e pu pi accuratamente collocare i risultati
li dell'esame tecnico nel contesto delle sue scoperte se
ha una conoscenza di base dello strumento e del suo
li funzionamento.
La discussione seguente si fonda sul testo di R.C.
Davis Psychological responses as a means of evaluating information
(Reazioni psicologiche come mezzi di informazione
valutativa). Bench dei miglioramenti sembrino
vicini, lo strumento largamente utilizzato oggi misura
il respiro, la pressione sistolica del sangue, la reazione
galvanica della pelle. Uno svantaggio nell'uso della
respirazione come indice - dice Davis - che essa suscettibile
di controlli. Inoltre, se la fonte sa che mutamenti
nella respirazione disturberanno tutte le variabili
fisiologiche controllate dal sistema nervoso, e magari
anche delle altre, necessario un certo grado di
collaborazione o di ignoranza per permettere il funzionamento
degli strumenti di rivelazione della menzogna.
In generale, ... la respirazione durante la menzogna
pi profonda e pi lenta che quando viene
detta la verit... l'inibizione nella respirazione pare
anticipi uno stimolo.
La misura della pressione sistolica fornisce la lettura
di un fenomeno che di solito non soggetto a controllo
volontario. La pressione ... tipicamente aumenter
di alcuni millimetri di mercurio in reazione ad una domanda,
che la risposta sia sincera o no. La constatazione
che questo aumento di solito pi forte quando (il
soggetto) mente. Tuttavia, la distinzione tra verit e
menzogna in base sia alla respirazione che alla pressione
sanguigna ... debole (o quasi assente) nella parte
iniziale della seduta e migliora di molto pi tardi.
La pressione galvanica della pelle una delle reazioni
pi facilmente provocabili, ma il recupero dopo la
reazione lento, e ... in un esame di routine la domanda
seguente viene probabilmente fatta prima che
il recupero sia completo. In parte a causa di questo c'
una tendenza ad adattare la pressione galvanica della
pelle con stimoli ripetuti ogni pochi minuti, e allora la
reazione diminuisce, a parit di altri fattori.
Davis esamina tre teorie relative alla macchina della
verit. La teoria della reazione condizionata dice che il
soggetto reagisce a domande che toccano delle zone
sensibili, indipendentemente dal fatto che dica o no la
verit. Gli esperimenti non hanno convalidato questa
teoria. La teoria del conflitto suppone che si verifichi
un forte turbamento fisiologico quando il soggetto
combattuto tra la sua abituale disposizione a dire la verit
e il suo forte desiderio di non rivelare una certa serie
di fatti. Davis dice che, se valido, questo concetto
tiene sinch il conflitto forte. La teoria della minaccia-di-punizione
sostiene che una forte reazione fisiologica
accompagna la menzogna perch il soggetto teme
le conseguenze qualora non riesca ad ingannare.
In parole povere, si pu dire che egli non riesce ad ingannare
l'operatore della macchina della verit per il
semplice motivo che ha paura di non riuscirci. Quella
"paura" appunto la reazione che viene scoperta.
Questa terza teoria pi largamente ritenuta valida
delle altre due. Gli interroganti dovrebbero notare
che, stando a questa teoria, la fonte resistente non mostrer
reazioni significative se non teme che la scoperta
della sua menzogna produca una punizione di cui
ha paura.
76. Grafologia

La validit delle tecniche grafologiche nell'analisi
della personalit di interrogati resistenti non stata
provata. Certe dimostrazioni dicono che la grafologia
un valido aiuto nella scoperta precoce del cancro e
di certe malattie mentali. Se l'interrogante, o la sua
unit, decide di far analizzare la scrittura della fonte, i
campioni dovrebbero essere inviati al quartier generale
al pi presto possibile, perch l'analisi pi utile
nella valutazione preliminare della fonte che non nell'interrogatorio.
La grafologia ha il vantaggio di essere
una delle poche tecniche che non richiedano il concorso
o anche la consapevolezza dell'interrogato. Come
pure con altri mezzi accessori, l'interrogante libero
di decidere se l'analisi gli fornisce nuovi e validi elementi
di giudizio, conferma altre osservazioni, non
utile, o ingannevole.

IX. L'INTERROGATORIO DI CONTROSPIONAGGIO
COERCITIVO IN CASO DI FONTI RESISTENTI

A. Restrizioni

Lo scopo di questa parte del manuale presentare
informazioni di base sulle tecniche di coercizione utilizzabili
negli interrogatori. E' vitale che questa discussione
non venga interpretata come un'autorizzazione
all'uso discrezionale della coercizione. Come gi notato
in precedenza, non esiste una simile autorizzazione
in bianco.
(...)
[circa dieci righe cancellate]
Per ragioni sia etiche che pragmatiche, nessun interrogante
pu assumersi la responsabilit unilaterale di
usare metodi coercitivi. I suoi superiori non sono protetti
dal fatto che sia stata loro nascosta l'intenzione di
ricorrere alla coercizione, o che il suo impiego non sia
stato autorizzato. Questo pone loro e la KUBARK in
una situazione di rischio non calcolato.

B. La teoria della coercizione

Le procedure di coercizione sono indicate non solo
per sfruttare i conflitti interni della fonte resistente e
per indurla a combattere contro se stessa, ma anche
per portare una forza esterna superiore a scontrarsi
con la resistenza del soggetto. I metodi non coercitivi
non sembrano aver successo se la loro scelta e il loro
uso non sono basati su un'accurata valutazione psicologica
della fonte. In compenso, un metodo coercitivo
pu aver successo con persone molto diverse l'una
dall'altra. La differenza di risultato si acuisce, tuttavia,
se la tecnica coercitiva corrisponde alla personalit
della fonte. Gli individui reagiscono in modo diverso
anche a stimoli apparentemente non discriminatori
come le droghe. Inoltre, una perdita di tempo e di
energia applicare forti pressioni del tipo "o la va o la
spacca" se un colpetto sulla "giugulare psicologica"
pu produrre sottomissione.
Tutte le tecniche coercitive tendono a produrre regressione.
Come nota Hinkle, in The Physiological State
or the Interrogation Subject as it Affects Brain Function, il risultato
di pressioni esterne di sufficiente intensit la
perdita delle difese pi recentemente acquisite dall'uomo
civilizzato: ... la capacit di portare avanti le pi
alte attivit creative, di far fronte a situazione nuove, di
sfida e complesse, di condurre difficili relazioni interpersonali
e di tener testa a ripetute frustrazioni. Stadi
relativamente ridotti di disturbi omeostatici, fatica, dolore,
mancanza di sonno o ansia possono compromettere
queste funzioni. Come risultato, la maggior parte
della gente esposta a procedure coercitive parler e
in genere riveler alcune informazioni che potrebbe
non rivelare in altro modo.
Una reazione soggettiva spesso richiamata dalla
coercizione un senso di colpevolezza. Meltzer osserva:
In alcuni interrogatori prolungati, l'interrogante
pu - in virt del suo ruolo di unico dispensatore di
soddisfazione e punizione - assumere nei sentimenti e
nel pensiero del prigioniero la statura e l'importanza
di una figura parentale. Nonostante ci possa essere un
odio intenso verso l'interrogante, non raro che si sviluppino
anche sentimenti forti. Questa ambivalenza
la base del senso di colpevolezza e se l'interrogante
capace di alimentare questi sentimenti, il senso di colpevolezza
pu essere abbastanza forte da influenzare il
comportamento del prigioniero... La colpevolezza
rende pi facilmente arrendevoli....
Farber dice che la risposta alla coercizione contiene
tipicamente ... almeno tre elementi importanti: debolezza,
dipendenza e terrore. I prigionieri ... hanno
una vitalit ridotta, dipendono in modo assoluto
dai loro catturatori per la soddisfazione delle proprie
necessit fondamentali e provano reazioni emotive e
motivazionali di paura intensa e di ansia... Tra prigionieri
di guerra (americani) sottoposti a pressione dai
comunisti cinesi, la sindrome Ddd nella sua forma
piena costituiva uno stato di disagio quasi intollerabile.
Nota: Ddd, "Debolezza, dipendenza e terrore", in inglese "Debility,
dependency and dread". Fine nota.
Se lo stato di debolezza-dipendenza-terrore viene
prolungato eccessivamente, tuttavia, l'arrestato pu
cadere in un'apatia difensiva dalla quale sar difficile
tirarlo fuori.
Psicologi ed altri che scrivono di violenze fisiche o
psicologiche obiettano spesso che sotto una sufficiente
pressione i soggetti di solito si arrendono, ma la loro
abilit di rievocare e comunicare informazioni in modo
accurato compromessa quanto la volont di resistere.
Questa obiezione pragmatica ha in un certo senso
la stessa validit per un interrogatorio di controspionaggio
che per qualunque altro. Ma c' una differenza
significativa. La confessione un preludio necessario
per l'interrogatorio da parte del CS di una fonte che fino
ad allora non ha risposto o che si nasconde. E l'uso
di tecniche coercitive raramente o mai confonder
l'interrogato cos completamente che egli non sappia
se la sua stessa confessione vera o falsa. Egli non ha
bisogno di essere nel pieno possesso delle sue facolt
di resistenza e discriminazione per sapere se una spia
o no. Solo soggetti che hanno raggiunto un livello di
delirio totale possono fare false confessioni cui essi
stessi credono. Una volta ottenuta la confessione, si
applicano le classiche cautele. Le pressioni vengono
allentate, almeno abbastanza perch il soggetto possa
fornire al controspionaggio informazioni accurate
quanto possibile. In realt il sollievo dato al soggetto a
questo punto rientra completamente nel programma
dell'interrogatorio. Gli viene detto che il diverso trattamento
una ricompensa per la sincerit e una dimostrazione
che il trattamento amichevole continuer fintanto
che egli collaborer.
Si gi dichiarata la profonda obiezione morale all'applicazione
della violenza oltre il punto in cui il danno
psicologico diviene irreversibile. Il giudizio sulla
validit di altri argomenti etici sulla coercizione va al
di l dello scopo di questo documento. Ci che completamente
chiaro, tuttavia, che la manipolazione
coercitiva controllata di un interrogato pu compromettere
la sua capacit di fare distinzioni sottili ma non
alterer quella di rispondere correttamente a domande
grossolane, quali Sei un agente sovietico? Qual il
tuo compito attuale? Chi il tuo attuale superiore?.
Quando un interrogante sente che la resistenza del
soggetto sta vacillando, che la sua tendenza a cedere
sta aumentando pi del suo desiderio di continuare a
resistere, arrivato il momento di fornirgli una razionalizzazione
accettabile: una ragione o una scusa per
cedere che gli salvi la faccia. Gli interroganti novellini
possono essere tentati di aggrapparsi trionfalmente ai
primi segni di cedimento e di personalizzare la vittoria.
Questa tentazione deve immediatamente essere allontanata.
Un interrogatorio non un gioco che si gioca
in due, di cui uno sar vincitore e l'altro perdente. E'
semplicemente un modo per ottenere informazioni
corrette ed utili. Perci l'interrogante deve accrescere
il desiderio del soggetto di smettere di lottare mostrandogli
che pu farlo senza che sembri aver abbandona-
to i suoi principi, l'autodifesa o qualunque altra causa
iniziale di resistenza. Se invece di fornirgli la razionalizzazione
giusta al momento giusto l'interrogante si
aggrappa malignamente alle esitazioni del soggetto,
l'opposizione crescer nuovamente.
Quelle che seguono sono le principali tecniche coercitive
di interrogatorio: arresto, detenzione, privazione
di stimoli sensoriali tramite reclusione o simili, minacce
e paura, debolezza, dolore, elevata suggestionabilit
ed ipnosi, narcosi e regressione indotta. Questa sezione
esamina anche l'individuazione di una simulazione
di malessere da parte dell'interrogato e fornisce
razionalizzazioni appropriate per la capitolazione e la
collaborazione.

C. L'arresto

Il modo e il momento dell'arresto possono contribuire
in misura sostanziale agli scopi dell'interrogante.
Quel che ci proponiamo far s che il modo in cui avviene
l'arresto produca - se possibile - sorpresa e il
massimo livello di sconforto mentale, allo scopo di
squilibrare il sospetto e di privarlo dell'iniziativa. Perci
bisognerebbe arrestarlo nel momento in cui meno
se lo aspetta e quando la sua resistenza mentale e fisica
al minimo. Il momento ideale per arrestare una persona
nelle prime ore del mattino, perch la sorpresa
allora garantita e perch la resistenza di una persona,
sia fisica che psicologica, in quel momento minima...
Se una persona non pu essere arrestata in quelle
ore... allora l'altro momento migliore la sera (...)
[circa dieci righe cancellate].

D. La detenzione

Se - con la collaborazione di un servizio di collegamento
o con mezzi unilaterali - viene predisposta la re-
clusione di una fonte resistente, le circostanze della detenzione
vanno disposte in modo da aumentare nel
soggetto la sensazione di essere tagliato fuori dalle cose
conosciute e rassicuranti e di essere gettato in un
mondo sconosciuto. Di solito gli vengono tolti gli abiti,
perch un abbigliamento familiare ne rafforza l'identit
e quindi la capacit di resistere (le prigioni
provvedono a tagliare completamente i capelli e forniscono
un'uniforme da carcere per lo stesso motivo). Se
l'interrogato particolarmente orgoglioso o ordinato,
pu essere utile fornirgli un'uniforme di una o due misure
troppo grande e non dargli una cintura, cos che
si debba reggere su i pantaloni.
Il punto che il senso d'identit di un uomo dipende
dalla continuit dell'ambiente che lo circonda, delle
abitudini, dell'aspetto, azioni, rapporti con gli altri, eccetera.
La detenzione permette all'interrogante di spezzare
tali legami e di far piombare l'interrogato nella necessit
di far affidamento sulle sue sole risorse interne.
E' di poco aiuto se la reclusione si limita a sostituire
una routine con un'altra. I prigionieri che conducono
vite monotone e senza cambiamenti ...smettono di
curarsi della propria maniera di esprimersi, dell'abbigliamento
e della pulizia. Diventano fiacchi, apatici e
depressi. E l'apatia pu essere una difesa molto efficace
contro l'interrogatorio. Il controllo sull'ambiente in
cui vive la fonte permette all'interrogante di determinarne
la dieta, le modalit del sonno e altre cose fondamentali.
Manipolarle in modo irregolare, cos da disorientare
il soggetto, molto utile per creare un senso
di paura e di mancanza di difese. Hinkle sottolinea:
La gente che entra in prigione con dei presentimenti,
con un senso di apprensione e di mancanza di difesa
generalmente fa meno bene di quelli che entrano con
sicurezza e con la convinzione che potranno cavarsela
di fronte a qualunque cosa si trovino ad affrontare...

Alcuni, che temono di perdere il sonno o che non vogliono
perderlo, spesso soccombono alla perdita del
sonno... In sostanza, il prigioniero non dovrebbe venire
a trovarsi in una routine nella quale possa adagiarsi
e dalla quale trarre qualche conforto o almeno un senso
di identit. Tutti hanno letto di prigionieri riluttanti
a lasciare le proprie celle dopo un periodo prolungato
di carcerazione. Si sa poco della durata dell'isolamento
necessaria per far passare un soggetto dall'ansia, congiunta
al desiderio di stimoli sensoriali e di compagnia
umana, a una accettazione passiva, apatica della reclusione
e infine al piacere per questo stato negativo. Senza
dubbio il cambiamento determinato quasi completamente
dalle caratteristiche psicologiche dell'individuo.
Comunque consigliabile mantenere il soggetto
in uno stato di permanente modifica degli standard.
Per questo motivo utile appurare se l'interrogato
gi stato in prigione, quanto spesso, in che circostanze,
per quanto tempo; e se mai stato sottoposto ad un interrogatorio.
La familiarit con la reclusione e anche
con l'isolamento ne riduce gli effetti.

E. La privazione degli stimoli sensoriali

L'effetto principale dell'arresto e della detenzione,
ed in particolare dell'isolamento, privare il soggetto
della maggior parte delle sensazioni visive, uditive, gustative,
olfattive e tattili alle quali era abituato. John C.
Lilly ha esaminato diciotto racconti autobiografici
scritti da esploratori polari e da navigatori solitari. Ha
trovato ... che l'isolamento di per s agisce sulla maggior
parte delle persone come un potente stress... In
tutti i casi di sopravvissuti all'isolamento in mare o nella
notte polare stato il primo contatto a causare la
paura pi grande e quindi il massimo rischio di abbandonarsi
ai sintomi; una precedente esperienza un
aiuto potente per andare avanti, nonostante i sintomi.
I sintomi pi comunemente prodotti dall'isolamento
sono superstizioni, amore intenso per qualunque altra
cosa vivente, la percezione di oggetti inanimati come
vivi, allucinazioni e deliri.
La ragione evidente di questi effetti che una persona
tagliata fuori da stimoli esterni volge la sua coscienza
al proprio interno, su se stessa, e quindi proietta il
contenuto del proprio inconscio all'esterno, cosicch
attribuisce ad un ambiente anonimo i propri attributi,
paure e ricordi dimenticati. Lilly nota che ovvio che
i fattori interni della mente tendano a essere proiettati
all'esterno, che una parte dell'attivit mentale generalmente
delimitata dalla realt diventi ora libera di volgersi
alla fantasia e infine alle allucinazioni e ai deliri.
Un certo numero di esperimenti condotti dalla Mc-
Gill University, l'Istituto nazionale per la salute mentale
ed altri hanno cercato di approssimarsi all'eliminazione
di stimoli sensoriali o di mascherare quelli residui,
soprattutto i suoni, con una copertura pi forte ma
completamente monotona. Il risultato di questi esperimenti
poco applicabile agli interrogatori perch le
circostanze sono diverse. Alcune delle scoperte puntano
ad ipotesi che sembrano collegate agli interrogatori,
ma condizioni come quelle di detenzione a scopo di
interrogatorio del controspionaggio non sono state
adottate negli esperimenti.
All'Istituto nazionale per la salute mentale due soggetti
sono stati ...sospesi con il corpo e tutta la testa
tranne la sommit immersi in una vasca contenente
acqua leggermente mossa a 34,5C (94,5F).... Entrambi
i soggetti portavano delle maschere schermanti,
che coprivano loro interamente la testa, permettendo
di respirare ma null'altro. Il rumore era molto basso;
il soggetto sentiva solo il proprio respiro e qualche
debole rumore dell'acqua dai tubi. Nessuno dei due
soggetti rimasto nella vasca per pi di tre ore. Entrambi
sono passati rapidamente da pensieri normalmente
controllati ad una tensione derivante da una fame
insoddisfatta di stimoli sensoriali e dalla concentrazione
sulle poche sensazioni possibili, a sogni privati e
fantasie ed anche ad immagini visive alquanto simili
ad allucinazioni.
Nei nostri esperimenti abbiamo notato che dopo
l'immersione il giorno sembra cominciare di nuovo,
cio il soggetto si sente come se si fosse appena alzato
dal letto; l'effetto persiste ed il soggetto resta fuori fase
con l'orologio per il resto della giornata.
I dottori Wexler, Mendelson, Leiderman e Solomon
hanno condotto un esperimento simile su diciassette
volontari retribuiti. I soggetti erano ... posti in un respiratore
del tipo a vasca con un materasso fabbricato
in modo particolare... Le ventole del respiratore erano
state lasciate aperte cos che il soggetto respirava da
solo. Le braccia e le gambe erano chiuse in cilindri comodi
ma rigidi in modo da impedire il movimento ed
il contatto tattile. Il soggetto giaceva sulla schiena e
non poteva vedere nessuna parte del proprio corpo. Il
motore del respiratore funzionava di continuo, producendo
uno stimolo uditivo noioso e ripetitivo. Nella
stanza non vi era luce naturale, e la luce artificiale era
minima e costante. Sebbene il tempo limite stabilito
fosse di trentasei ore e tutte le necessit fisiche fossero
soddisfatte, solo sei su diciassette sono arrivati in fondo.
Gli altri undici hanno chiesto presto di essere liberati.
Quattro di questi hanno concluso l'esperimento
per l'ansia ed il panico; sette per un disagio fisico. I risultati
hanno confermato le scoperte precedenti che:
(1) la privazione di stimoli sensoriali induce stress; (2)
lo stress diventa insopportabile per la maggior parte dei
soggetti; (3) il soggetto ha un crescente bisogno di stimoli
fisici e sociali; (4) alcuni soggetti perdono pro-
gressivamente il contatto con la realt, si concentrano
al proprio interno e producono deliri, allucinazioni ed
altri effetti patologici.
Riassumendo alcuni rapporti scientifici sulla deprivazione
sensoriale e percettiva, Kubzansky propone le
seguenti osservazioni: Tre studi suggeriscono che pi
il soggetto "stabile" o normale, pi sensibile alla
privazione di stimoli sensoriali. I soggetti nevrotici e
psicotici sono o relativamente insensibili, oppure mostrano
un calo di ansia, allucinazioni, eccetera.
Queste scoperte suggeriscono - ma senza alcuna
prova - le seguenti teorie sulla reclusione solitaria e
sull'isolamento:
1. Pi completamente il luogo della reclusione elimina
stimolazioni sensoriali, pi rapidamente
e profondamente ne risentir l'interrogato. Risultati
ottenibili solo dopo settimane o mesi di
carcerazione in una cella comune possono essere
raggiunti in poche ore o giorni in una cella
dove non ci sia luce (o una debole luce artificiale
che non cambia mai), a prova di suono,
dove sono eliminati gli odori, eccetera. Un ambiente
ancora pi soggetto a controllo, come
una vasca d'acqua o un polmone d'acciaio,
ancora pi efficace.
2. Uno dei primi effetti di un ambiente simile
l'ansia. Quanto presto essa compaia e quanto
forte sia dipende dalle caratteristiche psicologiche
dell'individuo.
3. L'interrogante pu trarre profitto dall'ansia del
soggetto. Man mano che l'interrogante viene
messo in relazione, nella mente del soggetto,
con una ricompensa in termini di minore ansia,
contatto umano e attivit espressiva, e
quindi con la concessione di sollievo a fronte di
un disagio crescente, l'interrogante assume un
ruolo benevolo.
4. La privazione di stimoli sensoriali induce regresso,
privando la mente del soggetto del contatto
con il mondo esterno e quindi costringendola
entro se stessa. Contemporaneamente, la
fornitura calcolata di stimoli durante l'interrogatorio
tende a far s che il soggetto regredito
identifichi nell'interrogante una figura paterna.
Il risultato, di norma, un rafforzamento della
tendenza del soggetto alla arrendevolezza.

F. Le minacce e la paura

La minaccia di violenza di solito indebolisce o distrugge
ogni resistenza pi efficacemente della violenza
stessa. La minaccia di infliggere dolore, per esempio,
pu provocare paure pi dannose della sensazione
immediata di dolore. In realt, la maggior parte
della gente sottovaluta la propria capacit di affrontare
il dolore. Lo stesso principio applicabile ad altre paure;
sostenuta sufficientemente a lungo, una forte paura
di qualcosa di vago o di sconosciuto porta alla regressione,
mentre la materializzazione della paura, l'infliggere
qualche forma di punizione, porta quasi ad un
sollievo. Il soggetto scopre che pu sopportarlo e le
sue resistenze ne vengono rafforzate. In generale, la
brutalit fisica diretta crea solo risentimento, ostilit e
una conseguente sfiducia.
L'efficacia di una minaccia dipende non solo da che
tipo di persona sia l'interrogato e se questi crede che
l'interrogante potr e realmente realizzer la sua minaccia,
ma anche dai motivi dell'interrogante per minacciare.
Se l'interrogante minaccia perch arrabbiato,
il soggetto avverte spesso la paura di fallire dietro la
rabbia e ne viene rafforzato nella determinazione a re-
sistere. Le minacce a freddo sono pi efficaci di quelle
urlate con rabbia. E' particolarmente importante che
una minaccia non venga espressa in risposta ad espressioni
di ostilit dell'interrogato. Queste, se ignorate,
possono indurre un senso di resa, mentre ribattere sullo
stesso tono pu risollevare i sentimenti del soggetto.
Un'altra ragione per cui le minacce inducono ad
un'arrendevolezza che la violenza stessa non provoca
che la minaccia d all'interrogato il tempo di arrendersi.
Non sufficiente che la fonte resistente sia posta
sotto la tensione della paura; deve anche trovare una
via d'uscita accettabile. Biderman osserva: Non solo
possono essere implicati la vergogna o il senso di colpa
per il fallimento nel conflitto con l'interrogante, ma
anche l'imperativo pi fondamentale di proteggere la
propria autonomia o "volont"... Una semplice difesa
contro le minacce in cui si preannuncia che si sar costretti
a cedere , ovviamente, cedere "deliberatamente"
o "volontariamente"... Nei limiti della precedente
interpretazione, tanto pi intensamente l'interrogato
motivato a resistere, tanto pi intensa la pressione
per un rapido cedimento da queste ansie, per quanto
grande sia la minaccia all'auto stima implicata nel contemplare
la possibilit di essere "costretti" ad arrendersi....
In breve, la minaccia uguale ad ogni altra tecnica
coercitiva nell'essere pi efficace quando usata
in modo da incoraggiare un regresso e quando unita
ad un suggerimento per uscire dal dilemma, cio ad
una razionalizzazione accettabile per l'interrogato.
La minaccia di morte stata spesso ritenuta peggio
che inutile. Essa occupa la pi alta posizione nella
legge come difesa, ma in molte situazioni di interrogatorio
una minaccia fortemente inefficace. Molti prigionieri,
in realt, hanno rifiutato di arrendersi di fronte
a queste minacce e sono stati successivamente
"spezzati" da altre procedure. La ragione principale
che la minaccia finale induce facilmente un'assoluta
disperazione se l'interrogato non crede che sia un trucco;
sente che sar condannato anche dopo aver ceduto.
La minaccia di morte inoltre inefficace se viene
usata contro delle persone accorte, che si rendono
conto che metterli a tacere per sempre vanificherebbe
gli obiettivi dell'interrogante.
Se la minaccia viene riconosciuta come un bluff, non
solo fallir, ma aprir la via al fallimento delle successive
tecniche coercitive usate dall'interrogante.

G. L'indebolimento

Non si trovato alcun rapporto di investigazione
scientifica sull'effetto della debolezza sulle capacit di
resistenza di un interrogato. Per secoli gli interroganti
hanno usato diversi metodi per indurre l'indebolimento
fisico: costrizione prolungata; violenze prolungate;
eccessi di caldo, freddo o umidit; e privazione o drastica
riduzione del cibo o del sonno. Apparentemente
il presupposto che abbassare le resistenze fisiologiche
della fonte ne abbasser anche la capacit psicologica
ad opporsi. Se questo concetto fosse valido, tuttavia,
ci si potrebbe ragionevolmente aspettare che i soggetti
fisicamente pi deboli all'inizio di un interrogatorio
fossero i pi rapidi a capitolare, un concetto non
sostenuto dall'esperienza. L'evidenza suggerisce che la
resistenza viene minata pi da pressioni psicologiche
che fisiche. La minaccia di indurre uno stato di debolezza
- per esempio una breve privazione del cibo -
pu indurre molta pi ansia che una fame prolungata,
che si risolverebbe dopo un po' in apatia e magari in
deliri o allucinazioni. In sostanza, sembra probabile
che le tecniche per indurre indebolimento diventino
rapidamente controproducenti. Il disagio, la tensione
e la ricerca incessante di una via d'uscita sono seguiti
da sintomi di ritiro, un distogliersi dagli stimoli esterni
e una pigra mancanza di risposta,
Un'altra obiezione all'indebolimento deliberato
che la violenza prolungata, mancanza di sonno, eccetera,
diventano essi stessi modelli ai quali il soggetto si
adatta mediante l'apatia, L'interrogante dovrebbe usare
il proprio potere sull'ambiente fisico del soggetto resistente
per romperne i modelli di risposta, non per
crearli. Pasti e sonno forniti in modo irregolare, pi
che abbondanti o meno che adeguati, con incomprensibili
cambiamenti sui tempi, disorienteranno di norma
un interrogato e ne fiaccheranno la volont a resistere
con pi efficacia di una prolungata privazione
che ne causi l'indebolimento.

H. Il dolore

Tutti sanno che la gente reagisce in modo molto diverso
al dolore. Il motivo, apparentemente, non una
differenza fisica nell'intensit della sensazione stessa.
Lawrence E. Hinkle osserva: La sensazione di dolore
sembra grosso modo la stessa in ogni persona, cio tutti
hanno pi o meno la stessa soglia alla quale cominciano
ad avvertire il dolore; e quando vengono loro
applicati stimoli attentamente graduati le loro valutazioni
sull'intensit sono all'incirca le stesse... Ancora.
quando delle persone sono altamente motivate...
si sa che hanno svolto compiti piuttosto complessi
mentre sopportavano il dolore pi intenso, Dichiara,
inoltre: In generale, sembra che qualunque sia il ruolo
delle caratteristiche costituzionali nel determinare la
reazione al dolore, esso molto meno importante e
determinante di quanto non sia l'atteggiamento della
persona che sperimenta il dolore.
L'ampia gamma di reazioni individuali al dolore
pu spiegarsi in parte in termini di condizionamento
precoce. Una persona le cui prime esperienze di dolore
sono state spaventose ed intense pu essere pi violentemente
colpita dall'ultima sperimentazione del dolore
di una le cui esperienze originali sono state meno
forti. Ma pu essere vero anche il contrario, e la persona
che ha familiarit col dolore fin dall'infanzia pu temerlo
meno, e reagire meno, di una la cui pena aumentata
dalla paura dell'ignoto. L'individuo resta il fattore
determinante.
E' stato suggerito che, mentre il dolore inflitto ad una
persona dall'esterno pu effettivamente far emergere
o intensificare la sua volont di resistere, la sua resistenza
sar pi probabilmente fiaccata da un dolore
che gli sembra di infliggersi da solo. In una situazione
di semplice tortura il contesto lo stesso per l'individuo
e il suo tormentatore (... ed egli pu spesso resistere).
Quando si obbliga una persona a stare sull'attenti
per lunghi periodi, viene introdotto un fattore
d'intervento. La fonte immediata di dolore non l'interrogante
ma la vittima stessa. La fonte motivazionale
dell'individuo si esaurir probabilmente da sola in
questo conflitto interno... Finch il soggetto rimane in
piedi, egli attribuisce al suo carceriere il potere di fargli
qualcosa di peggio, ma non c' in realt alcuna prova
dell'intenzione dell'interrogante di farlo.
Gli interrogati che negano ma che hanno dei vaghi
sensi di colpa ed un segreto desiderio di arrendersi sono
pi prossimi a diventare intrattabili se ridotti a resistere
al dolore. Il motivo la loro interpretazione del
dolore come punizione e quindi come espiazione. Ci
sono anche persone che godono del dolore e della sua
anticipazione e che si terranno le informazioni che potrebbero
altrimenti comunicare se si d loro motivo di
ritenere che il rifiuto a collaborare provocher la punizione
che desiderano. Persone di notevole statura morale
o intellettuale spesso trovano nel dolore inflitto lo-
ro da altri una conferma della propria convinzione di
trovarsi nelle mani di essere inferiori, e la risolutezza a
non cedere ne viene rafforzata.
E' probabile che un dolore intenso induca false confessioni,
architettate come un mezzo per sfuggire al dolore
stesso. Ne deriva un periodo di tempo perso, durante
il quale viene fatta un'indagine e le ammissioni si
rivelano false. Durante questo intervallo l'interrogato
pu riacquistare il controllo di s. Pu addirittura usare
questo tempo per pensare una nuova, pi completa
"ammissione", che prender ancora pi tempo per essere
smontata. La KUBARK particolarmente vulnerabile
a queste tattiche, perch l'interrogatorio viene
condotto allo scopo di procurarsi informazioni e non
con intenti polizieschi.
Se ad un interrogato viene causato dolore piuttosto
tardi nel corso dell'interrogatorio e dopo che altre tattiche
sono fallite, egli sar quasi certo che l'interrogante
sta diventando disperato. Potr allora decidere che se
riuscir appena a reggere quest'assalto finale vincer la
battaglia e la propria libert. E forse ha ragione. Gli interrogati
che hanno retto al dolore sono pi difficili da
trattarsi con altri metodi. L'effetto sar stato non di reprimere
il soggetto, ma di restituirgli fiducia e maturit.

I. La suggestionabilit potenziata e l'ipnosi

Negli ultimi anni sono state avanzate da psicologi ed
altri un certo numero di ipotesi sulle prove relative all'ipnosi.
Tra queste c' la netta asserzione che una persona
non pu essere ipnotizzata contro la sua volont;
che mentre ipnotizzata non pu essere indotta a rivelare
informazioni che vuole assolutamente nascondere;
e che non intraprender - durante la trance o mediante
una suggestione postipnotica - azioni contro cui
normalmente avrebbe serie obiezioni di ordine mora-
le o etico. Se queste tesi ed altre consimili avessero un
fondamento valido, l'ipnosi avrebbe uno scarso valore
per l'interrogante.
Ma nonostante il fatto che l'ipnosi sia stata oggetto
di indagini scientifiche per un lunghissimo periodo,
nessuna di queste teorie stata finora provata in modo
adeguato. Ognuna in contraddizione con alcune osservazioni
pratiche. In ogni caso, un manuale per gli
interrogatori non pu e non deve includere una lunga
dissertazione sull'ipnosi. L'ufficiale responsabile del
caso o l'interrogante devono saperne abbastanza sul
soggetto da capire in che circostanze l'ipnosi pu rivelarsi
uno strumento utile, nel qual caso essi possono richiedere
l'assistenza adeguata di un esperto.
Il personale operativo, compresi gli interroganti,
che si trovi ad avere qualche esperienza di ipnotismo
non dovrebbe usare le tecniche ipnotiche per un interrogatorio
o per altri scopi operativi. Ci sono due ragioni
per questo: la prima che l'ipnotismo usato come
strumento operativo da un professionista che non sia
psicologo, psichiatra o medico pu produrre un danno
psicologico irreversibile. Il praticante generico non ne
sa abbastanza da usare queste tecniche in condizioni
di sicurezza. La seconda ragione che un tentativo infruttuoso
di ipnotizzare un soggetto a scopo d'interrogatorio,
o un tentativo coronato da successo ma non
adeguatamente protetto mediante amnesia postipnotica
o altre tecniche, possono facilmente portare ad una
terribile ed imbarazzante pubblicit o ad accuse legali.
L'ipnosi spesso chiamata uno stato di elevata suggestionabilit,
ma la frase pi una descrizione che
una definizione. Merton M. Gill e Margaret Brenman
dichiarano: La teoria psicoanalitica dell'ipnosi implica
chiaramente - quando non dichiara esplicitamente -
che l'ipnosi una forma di regressione e aggiungono
... l'induzione [dell'ipnosi] il processo per cui si con-
duce ad una regressione, mentre lo stato ipnotico la
regressione ormai stabilita. Si ritiene che l'interrogante
trover questa definizione la pi utile. Il problema di
superare la resistenza di un interrogato non collaborativo
fondamentalmente questione di indurre regressione
a un livello al quale la resistenza non pi sostenibile.
L'ipnosi un modo di far regredire una persona.
Martin T. Ome ha scritto abbastanza a lungo sull'ipnosi
e sugli interrogatori. Praticamente tutte le sue
conclusioni sono pi o meno negative. Per quanto riguarda
il ruolo della volont o dell'atteggiamento degli
interrogati, Orne dice: Sebbene non sia stato fatto
un esperimento risolutivo, c' poca o nessuna evidenza
che indichi che la trance pu essere indotta contro il
volere di una persona; e aggiunge: ... il reale prodursi
dello stato di trance legato al desiderio del soggetto
di entrare in ipnosi. Osserva inoltre: ... se un
soggetto entrer o no in trance dipende dal suo rapporto
con l'ipnotista pi che dalla procedura tecnica di induzione
della trance. Queste opinioni sono probabilmente
rappresentative di quelle di molti psicologi, ma
non sono definitive. Come sottolinea successivamente
lo stesso Orne, all'interrogato ... pu essere somministrata
una droga ipnotica insieme ad appropriati suggerimenti
di parlare di un dato argomento. Eventualmente
pu essere somministrata abbastanza droga da
provocare un periodo di incoscienza. Quando il soggetto
si sveglia, l'interrogante pu allora leggere dai
suoi "appunti" sull'interrogatorio ipnotico le informazioni
presumibilmente rivelategli (Orne ha precedentemente
evidenziato che questa tecnica richiede che
l'interrogante possieda informazioni significative sul
soggetto, senza che il soggetto lo sappia). Si pu prontamente
vedere come questa... manovra... faciliti l'ottenimento
di informazioni nei successivi interrogatori.
Le tecniche per indurre la trance in soggetti resi-
stenti mediante la somministrazione preliminare delle
cosiddette droghe silenziose (droghe che il soggetto
non sa di aver assunto) o mediante altri metodi non abituali
di induzione sono ancora sotto indagine. Finch
non si verr a conoscenza di ulteriori fattori, la
questione se una persona resistente pu essere ipnotizzata
involontariamente rimane senza risposta.
Orne dice inoltre che anche se una persona resistente
pu essere ipnotizzata, la sua resistenza non cessa;
ed ipotizza ... che solo in rari soggetti d'interrogatorio
sarebbe ottenibile una trance sufficientemente profonda
anche solo per provare ad indurre il soggetto a
discutere di questioni delle quali non vorrebbe discutere
in stato cosciente. Il tipo d'informazioni che possono
essere ottenute in questi rari casi ancora una
questione aperta. Egli aggiunge che dubbio che un
soggetto in trance possa essere portato a rivelare informazioni
che vorrebbe proteggere. Ma anche qui Orne
sembra un po' troppo prudente o pessimista. Una volta
che l'interrogato si trova in stato di trance ipnotica, la
sua percezione della realt soggetta a manipolazione.
Per esempio, un interrogante della KUBARK potrebbe
dire ad un sospetto doppio agente in trance che il
Kgb a condurre l'interrogatorio, invertendo cos l'intero
quadro di riferimento. In altri termini, Orne ha probabilmente
ragione nel ritenere che la maggior parte
dei soggetti recalcitranti continuerebbero una resistenza
efficace finch il quadro di riferimento rimane inalterato.
Ma una volta che il soggetto viene indotto a
credere che sta parlando ad un amico invece che ad
un avversario, o che rivelare la verit il modo migliore
di favorire i propri obiettivi, la sua resistenza verr
sostituita dalla cooperazione. Il valore della trance ipnotica
non nel fatto che permette all'interrogante di
imporre la propria volont, ma che pu essere usata
per convincere l'interrogato che non c' una ragione
valida per non mostrarsi collaborativo.
Una terza obiezione viene avanzata da Orne e da altri,
secondo la quale il materiale ottenuto durante la
trance non affidabile. Orne afferma ... stato dimostrato
che l'accuratezza di queste informazioni... non
sarebbe garantita perch i soggetti in ipnosi sono pienamente
in grado di mentire. Di nuovo l'osservazione
corretta, nessun metodo conosciuto di manipolazione
garantisce la veridicit. Ma se l'ipnosi viene utilizzata
non come strumento immediato per cavar fuori
la verit, ma piuttosto come un modo di far s che il
soggetto voglia "avvicinarsi" agli interroganti, allora
l'obiezione svanisce.
L'ipnosi offre un vantaggio che non danno altre tecniche
o supporti all'interrogatorio: la suggestione postipnotica.
In circostanze favorevoli, pu essere possibile
somministrare una "droga silenziosa" ad una fonte
resistente, convincerla - mentre la droga sta facendo
effetto - che sta scivolando in uno stato di trance ipnotica,
sottoporla ad ipnosi vera mentre torna cosciente,
sovvertirne il quadro di riferimento in modo che le sue
ragioni per resistere diventino ragioni per collaborare,
interrogarla e concludere la sessione istillando la suggestione
che quando emerger dalla trance non ricorder
nulla di quanto successo.
Questo quadro schematico dei possibili usi dell'ipnosi
nell'interrogatorio di fonti resistenti non ha altro
scopo che ricordare al personale operativo che questa
tecnica pu fornire la risposta ad un problema altrimenti
insolubile. Ripetiamo: l'ipnosi non assolutamente
un progetto "fai da te". Perci, l'interrogante, la
base o il centro che ne sta considerando l'impiego deve
prevedere un anticipo sufficiente non solo per assicurarsi
l'indispensabile permesso del quartier generale,
ma anche per permettere ad un esperto di avere il
tempo di mettersi in viaggio e di fare una riunione.

J. La narcosi

Proprio come la minaccia di infliggere dolore pu
essere pi efficace nell'indurre alla collaborazione dell'inflizione
stessa, cos l'errata convinzione dell'interrogato
di essere stato drogato pu renderlo un soggetto
pi utile per un interrogatorio di quanto sarebbe
sotto narcosi. Louis A. Gottschalk cita una serie di studi
secondo i quali dal 30 al 50 per cento degli individui
reagiscono a trattamenti placebo, cio rispondono
in modo sintomatico all'assunzione di sostanze inerti.
In un interrogatorio, inoltre, l'efficacia di un placebo
pu essere intensificata grazie alla sua capacit di placare
la coscienza. La fonte primaria di resistenza del
soggetto alla confessione o alla rivelazione pu essere
orgoglio, patriottismo, lealt personale ai superiori o
paura della punizione se torna nelle loro mani. In queste
circostanze il suo desiderio naturale di sfuggire allo
stress accondiscendendo al volere dell'interrogante
pu diventare decisivo se gli si fornisce una razionalizzazione
accettabile per la sua resa. Sono stato drogato
una delle scuse migliori.
Le droghe non sono la risposta alle esigenze dell'interrogante
pi di quanto lo sia la macchina della verit,
l'ipnosi o altre risorse. Studi e rapporti sulla validit
del materiale ottenuto da informatori recalcitranti...
indicano che non c' droga che possa costringere qualsiasi
informatore a riportare tutte le informazioni che
ha. Non solo pu mentire un criminale incallito psicopatico
sotto l'influenza di droghe gi sperimentate, ma
anche l'individuo relativamente normale e a posto pu
mascherare con successo dati reali. Gottschalk rafforza
quest'ultima osservazione citando un esperimento
con droghe che ha indicato che l'individuo pi normale
e ben integrato pu mentire meglio di un soggetto
nevrotico tormentato dal senso di colpa.

Tuttavia, le droghe possono essere efficaci per superare
la resistenza non dissipata da altre tecniche. Come
gi stato notato, la cosiddetta droga silenziosa (una
sostanza farmacologicamente potente data ad una persona
ignara della sua somministrazione) pu rendere
possibile l'induzione in stato di trance ipnotica di un
soggetto precedentemente recalcitrante. Gottschalk dice:
La scelta avveduta di una droga con effetti collaterali
minimi, la sua corrispondenza alla personalit del
soggetto, un attento dosaggio ed un senso della tempestivit...
[fanno] della somministrazione "silenziosa"
un alleato unico dell'ipnotista nel suo intento di produrre
auto appagamento e stati di suggestione ineludibili...
gli effetti della droga si dimostrerebbero... irresistibili
per il soggetto, dato che le sensazioni avvertite
originano completamente dentro di lui.
Particolarmente importante il riferimento alla corrispondenza
della droga con la personalit dell'interrogato.
L'effetto della maggior parte delle droghe dipende
pi dalla personalit del soggetto che dalle caratteristiche
fisiche della droga stessa. Se l'approvazione
del quartier generale stata ottenuta e se disponibile
un medico per la somministrazione, una delle funzioni
pi importanti dell'interrogante di fornire al
medico una completa ed accurata descrizione del primo
psicologico dell'interrogato, in modo da facilitare
al massimo la scelta di una droga.
Le persone oppresse da sensi di vergogna o di colpa
di solito si scaricano quando vengono drogate, specialmente
se questi sentimenti sono stati rinfocolati dall'interrogante.
E come il placebo, la droga fornisce
un'ottima razionalizzazione dell'impotenza dell'interrogato
che vuole arrendersi ma che fino allora non
stato capace di violare i propri valori e lealt.
Come altri mezzi coercitivi, le droghe possono influenzare
quel che un interrogato rivela. Gottschalk
nota che certe droghe possono provocare manifestazioni
psicotiche come allucinazioni, deliri o disorientamento,
cosicch il materiale verbale ottenuto non
pu sempre essere considerato valido. Per questo
motivo le droghe (e gli altri aiuti considerati in questa
sezione) non devono essere usate in modo insistente
per facilitare l'interrogatorio che segue la capitolazione.
La loro funzione causare la resa, aiutare il passaggio
dalla resistenza alla cooperazione. Una volta compiuto
questo passaggio, le tecniche coercitive vanno
abbandonate sia per motivi morali sia perch diventano
non necessarie ed addirittura controproducenti.
Questo testo non comprende una lista delle droghe
che sono state impiegate per scopi d'interrogatorio, n
un'analisi delle loro propriet perch queste sono considerazioni
mediche di competenza di un medico piuttosto
che di un interrogante.

K. Scoprire le simulazioni

La scoperta della simulazione non ovviamente
una tecnica d'interrogazione, coercitiva o altro. Ma la
storia degli interrogatori costellata di racconti su persone
che hanno cercato, spesso con successo, di sottrarsi
alla pressione crescente di un interrogatorio fingendo
malattie fisiche o mentali. Gli interroganti della
KUBARK possono imbattersi in interrogati apparentemente
malati o irrazionali in momenti e luoghi che
rendono difficile o quasi impossibile convocare l'assistenza
di un medico odi un altro professionista. Poich
pochi indizi gi bastano per permettere all'interrogante
di distinguere tra la simulazione ed una persona
veramente malata, e dato che sia la malattia che la simulazione
sono a volte provocate da un interrogatorio
coercitivo, abbiamo incluso qui di seguito una breve
analisi di questo argomento.

La maggior parte delle persone che fingono una malattia
mentale o fisica non ne sanno abbastanza da ingannare
una persona bene informata. Malcolm L.
Meltzer dice: Scoprire la simulazione dipende in larga
misura dall'incapacit del simulatore di comprendere
in modo adeguato le caratteristiche del ruolo che
sta simulando... Spesso presenta sintomi eccessivamente
rari e che esistono per lo pi solo nella fantasia
del profano. Uno di questi il delirio di un'identificazione
errata, caratterizzata dalla... convinzione di essere
qualche personaggio storico o potente. Questo
sintomo molto raro tra le psicosi vere, ma viene usato
da molti simulatori. Nella schizofrenia l'attacco tende
ad essere graduale, i deliri non saltano fuori all'improvviso
durante la notte; negli scompensi simulati,
l'attacco di solito veloce e il delirio immediato. La
psicosi simulata spesso presenta molti sintomi contraddittori
ed inconsistenti, che raramente si presentano
insieme. Il simulatore tende ad estremizzare nella rappresentazione
dei suoi sintomi; esagera, drammatizza,
fa smorfie, urla, troppo stravagante e richiama l'attenzione
su di s in altre maniere ancora... Un'altra
caratteristica del simulatore che di norma cercher
di sottrarsi o di rimandare l'esame. Uno studio sul
comportamento dei soggetti sottoposti alla macchina
della verit, ad esempio, ha mostrato che persone successivamente
trovate colpevoli avevano mostrato alcuni
comportamenti simili. Le persone colpevoli erano
riluttanti ad eseguire il test e cercavano in vari modi di
rimandarlo o rinviarlo. Spesso sembravano fortemente
ansiose e a volte prendevano atteggiamenti ostili
verso il test e l'esaminatore. A volte si manifestavano
tattiche "evasive" come sospirare, sbadigliare, muoversi
in tondo: tutte cose che vanificano il lavoro dell'esaminatore
ostacolando la registrazione. Prima
dell'esame, ritenevano necessario spiegare perch le
loro risposte avrebbero potuto far pensare erroneamente
all'esaminatore che stavano mentendo. Perci
la procedura di sottoporre un sospetto simulatore alla
macchina della verit potrebbe evocare un comportamento
che rafforzerebbe il sospetto di frode.
Meltzer nota, inoltre, che i simulatori che non sono
psicologi professionisti possono essere smascherati sottoponendoli
ai test di Rorschach.
Un elemento importante della simulazione il quadro
mentale dell'esaminatore. Una persona che finge
follia risveglia in un esaminatore professionista non solo
il sospetto, ma anche il desiderio di svelare la frode,
mentre una persona sana che fa finta di nascondere
una malattia mentale e che rivela solo un sintomo minore
o due molto pi probabile che risvegli nell'esperto
il desiderio di svelare la malattia nascosta.
Meltzer osserva che mutismo ed amnesia simulati
possono di solito distinguersi dai rispettivi stati reali
mediante una narcoanalisi. La ragione, tuttavia, il
contrario di una falsa credenza popolare; sotto l'influenza
di droghe adatte il simulatore continuer a non
parlare o a non ricordare, mentre i sintomi in una persona
veramente malata scompaiono temporaneamente.
Un'altra tecnica fingere di prendere sul serio la
malattia, esprimere grave preoccupazione e dire al
"paziente" che l'unico rimedio per la sua malattia
una serie di trattamenti di elettroshock o una lobotomia
frontale.

L. Conclusioni

Un breve sommario di quanto stato detto sopra
pu aiutare a raccogliere i maggiori concetti dell'interrogatorio
coercitivo:
1. Le tecniche coercitive principali sono arresto,
detenzione, privazione di stimoli sensoriali, mi-
nacce e paura, indebolimento, dolore, suggestionabilit
potenziata ed ipnosi, droghe.
2. Se necessario usare una tecnica coercitiva, o
se occorre usarne due o pi insieme, queste
vanno scelte in base ai loro effetti sull'individuo
e selezionate con attenzione in modo da
corrispondere alla sua personalit.
3. L'effetto normale della coercizione la regressione.
Le difese maturate dall'interrogato crollano
man mano che torna all'infanzia. Durante
il processo di regressione il soggetto pu avvertire
un senso di colpevolezza che di norma
utile intensificare.
4. Quando una regressione procede da abbastanza
tempo da far desiderare al soggetto di arrendersi,
per sbilanciarne la resistenza l'interrogante
pu fornirgli una razionalizzazione che
gli salvi la faccia. Cos come la tecnica coercitiva,
anche la razionalizzazione va accuratamente
scelta in modo da corrispondere alla personalit
del soggetto.
5. Le pressioni violente dovrebbero essere allentate
o alleviate una volta ottenuta la resa, in
modo che la collaborazione volontaria dell'interrogato
non venga ostacolata.

Non si parlato di quello che spesso l'ultimo passaggio
in un interrogatorio condotto da un servizio comunista:
la conversione. Nella concezione occidentale
lo scopo dell'interrogatorio l'informazione; una volta
ottenuto un livello di collaborazione sufficiente a far
accedere l'interrogante alle informazioni che cerca,
questi di solito non interessato alle posizioni della
fonte. Tuttavia in alcune circostanze questa indifferenza
pragmatica pu rivelarsi miope. Se l'interrogato rimane
parzialmente ostile o pieno di rimorsi dopo un inter-
rogatorio fruttuoso, pu essere necessario meno tempo
a completare la sua conversione (e realisticamente per
creare uno stabile elemento prezioso) di quanto ce ne
voglia per aver ragione del suo antagonismo se egli viene
semplicemente "spremuto" e dimenticato.

X. LISTA DI CONTROLLO PER L'INTERROGANTE
Le domande che seguono vogliono essere un promemoria
per l'interrogante e i suoi superiori.
1. Sono state raccolte e studiate le leggi locali (federali
o altro) che riguardano il modo con cui la
KUBARK conduce un interrogatorio unilaterale
o congiunto?
2. Se si deve detenere un interrogato, per quanto
tempo pu essere detenuto?
3. Gli interrogatori condotti da altri dipartimenti e
agenzie ODYOKE con responsabilit di controspionaggio
straniero sono coordinati con la KUBARK
se soggette alle disposizioni della Direttiva
Chief/KUBARK ( ) [una parola cancellata]
o Direttiva Chief/KUBARK (...) [una parola
cancellata]? Un interrogatorio della KUBARK
pianificato soggetto a queste stesse disposizioni
stato coordinato in modo appropriato?
4. Sono state osservate le direttive e i regolamenti
pertinenti della KUBARK? Essi includono (...)
[circa mezza riga cancellata], le relative Direttive
Chief/KUBARK (...) [circa mezza riga cancellata]
pertinenti (...) [una o due parole cancellate] e
le disposizioni che regolano la coercizione che
compaiono in vari paragrafi di questo manuale.
5. Il potenziale interrogato un cittadino PBPRIME?
In tal caso, sono state debitamente annotate
le considerazioni elencate in vari paragrafi?
6. L'interrogante scelto per il compito soddisfa i
quattro criteri di a) addestramento ed esperienza
adeguati; b) familiarit reale con la lingua da
usare; c) conoscenza dell'area geografico/culturale
interessata; d) comprensione psicologica
dell'interrogato?
7. L'interrogato potenziale stato analizzato? Quali
sono le sue principali caratteristiche psicologiche?
Appartiene ad una delle nove principali categorie
di personalit indicate nel capitolo V? A
quale?
8. Sono state riunite e studiate tutte le informazioni
disponibili e pertinenti sul soggetto?
9. La fonte (...) [circa due terzi di riga cancellati] o
l'interrogatorio sar completato altrove? Se questo
avverr in una base o stazione, l'interrogante,
l'interrogato e le attrezzature saranno disponibili
per il tempo considerato necessario per portare
a termine il procedimento? Se la fonte deve essere
inviata a un centro, stata ottenuta l'approvazione
del centro o del quartier generale?
10. Tutti i documenti appropriati in mano all'interrogato
potenziale sono stati sottoposti a analisi
tecnica?
11. E' stato fatto un controllo delle fonti gi note?
L'interrogatorio necessario?
12. Le tracce disponibili presso il settore e il quartier
generale sono state collegate all'interrogato potenziale
e alle persone che gli sono strettamente
associate emozionalmente, la famiglia o le relazioni
d'affari?
13. E' stata fatta una valutazione preliminare di bona
fides? Con quali risultati?
14. Se stata ottenuta l'ammissione di associazione
in passato con uno o pi servizi stranieri di intelligence,
o con partiti o fronti comunisti, sono stati
acquisiti e riferiti dei particolari soddisfacenti?
15. E' stato somministrato l'LCFLUTTER? Non appena
praticabile? Pi di una volta? Quando?
16. Si ritiene probabile che l'interrogato potenziale
si dimostri cooperativo o recalcitrante? Se ci si
aspetta della resistenza, quale motivo previsto:
paura, patriottismo, considerazioni personali,
convinzioni politiche, testardaggine, altri?
17. Qual lo scopo dell'interrogatorio?
18. L'interrogatorio stato preparato?
19. [circa cinque righe cancellate].
20. E' disponibile un'appropriata collocazione dell'interrogatorio?
21. Le sedute d'interrogatorio saranno registrate?
L'attrezzatura disponibile? Installata?
22. Sono state prese le disposizioni per dar da mangiare
e da dormire al soggetto, se necessario, e
porgli accanto una guardia?
23. Il piano dell'interrogatorio richiede pi di un interrogante?
In tal caso, sono state assegnate le
funzioni e stabiliti gli orari?
24. L'ambiente dell'interrogatorio totalmente soggetto
alla manipolazione ed al controllo dell'interrogante?
25. Quali sono le disposizioni riguardanti l'interrogato
dopo la fine dell'interrogatorio?
26. E' possibile, all'inizio dell'interrogatorio, stabilire
la reazione personale del soggetto all'interrogante
o agli interroganti? Qual la reazione dell'interrogante
rispetto al soggetto? C' una reazione
emozionale abbastanza forte da distorcere i risultati?
In tal caso, si pu sostituire l'interrogante?
27. Se la fonte resistente, saranno impiegate tecniche
coercitive o non coercitive? Qual il motivo
della scelta?
28. Il soggetto gi stato interrogato in passato? Co-
nosce gi le tecniche di interrogatorio?
29. L'impressione fatta dall'interrogato nella fase iniziale
dell'interrogatorio conferma o contrasta
con la valutazione preliminare fatta prima dell'interrogatorio?
Se ci sono differenze significative,
quali sono e come influiscono sul piano per
il resto dell'interrogatorio?
30. Nella fase iniziale, la voce, gli occhi, la bocca, i
gesti, i silenzi, oppure altri indizi visibili del soggetto
indicano aree sensibili? Se cos, su quali
argomenti?
31. E' stato stabilito un rapporto nella fase iniziale?
32. La fase iniziale stata seguita da una ricognizione?
Quali sono le aree di maggior resistenza?
Quali tattiche e quanta pressione saranno necessarie
per abbattere quella resistenza? Va riveduta
la durata prevista dell'interrogatorio? In tal
caso, occorrono ulteriori disposizioni per allungare
la detenzione, il supporto di collegamento,
la guardia ed altri scopi?
33. Secondo l'interrogante, qual la reazione emozionale
del soggetto nei confronti dell'interrogante?
Perch?
34. Dopo ogni seduta sono preparati dei rapporti
dell'interrogatorio, in base a note o a nastri?
35. Quali disposizioni riguardano l'interrogato dopo
la fine dell'interrogatorio? Se si sospetta che
il soggetto sia un agente nemico e se l'interrogatorio
non ha portato ad una confessione, quali
provvedimenti saranno presi per assicurarsi che
egli non possa operare come prima, senza ostacoli
e controlli?
36. Delle promesse fatte all'interrogato sono poi trascurate
dopo la fine dell'interrogatorio? Il soggetto
vendicativo? E' probabile che reagisca?
Come?
37. Se sono state scelte una o pi tecniche non coer-
citive indicate nel capitolo VIII, come si adattano
alla personalit del soggetto?
38. Devono essere impiegate tecniche coercitive? In
tal caso, sono stati informati i dirigenti superiori
di settore dell'interrogante? Hanno approvato?
39. E' stato ottenuto il preventivo permesso del
quartier generale?
40. (...) [circa quattro righe cancellate].
41. Come sopra, per la detenzione. Se l'interrogato
deve essere detenuto, pu la KUBARK, pienamente
garantire il controllo ambientale? E' possibile
sconvolgere le normali routines per gli scopi
dell'interrogatorio?
42. Va usato l'isolamento? Perch? Il luogo dell'isolamento
permette di praticare l'eliminazione degli
stimoli sensori?
43. Bisogna ricorrere a delle minacce? Come parte
del piano? Il tipo di minacce correlata al tipo
di interrogato?
44. Se si ritiene necessario l'uso di droghe o di ipnosi,
ne stato informato in anticipo il quartier generale?
Si tenuto conto dei tempi di spostamento
ed altri preliminari?
45. Si sospetta che l'interrogato si finga malato? Se
l'interrogato incerto su questo punto, sono disponibili
i servizi di un esperto?
46. A conclusione dell'interrogatorio stato preparato
un rapporto generale riassuntivo?
47. (...) [circa quattro righe cancellate].
48. (...) [circa quattro righe cancellate].
49. L'interrogatorio ha avuto successo? Perch?
50. E' stato un fallimento? Perch?
(Quarta di copertina)
MANUALE
DELLA TORTURA

La recente apertura degli archivi Usa ha svelato e reso di pubblico
dominio
il testo originale del manuale della tortura usato dagli agenti della
CIA.
Si tratta di una vera e propria guida all'interrogatorio "efficace"
basata su
ricerche scientifiche. Che cos' un interrogatorio, come condurlo,
quali sono i limiti legali, quando e come usare la violenza fisica?
Le istruzioni, date con un dettaglio maniacale e agghiacciante,
rispondono
a queste domande e si soffermano soprattutto sul metodo per far
parlare spie straniere o membri di organizzazioni comuniste.
Un testo clamoroso e drammatico che fa toccare con mano le forme
pi aberranti e sofisticate della tortura nel nostro tempo.

CENTRAL
INTELLIGENCE
AGENCY
La CIA (Central Intelligence Agency} creata nel 1947 dal presidente
Truman ha il compito di garantire la politica di sicurezza Usa nel mondo.
E' nota per le sue "attivit speciali" all'estero generalmente a
supporto di regimi dittatoriali. Numerose le sue azioni "spregiudicate"
in Cile, a Cuba, nel Sud-est asiatico, in Argentina, nel mondo arabo.

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