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Problema economico: Tutte le risorse sono scarse (non sufficienti in quantit disponibili per

soddisfare tutti i bisogni umani). Gli individui e la societ devono scegliere in un insieme limitato di
possibilit: se si sceglie una quantit maggiore di un bene automaticamente si rinuncia a qualcos
altro.
Fare questa scelta significa fare una SCELTA ECONOMICA (allocare le risorse nel modo migliore).
Per risorse non si intendono solamente le risorse naturali (come petrolio, alberi, acqua ecc), ne solo
il denaro, ma sono comprese anche le risorse umane (il lavoro) e le risorse di capitale (fabbriche e
macchinari).
Le scelte economiche si articolano in alcune domande chiamate QUESITI ECONOMICI
FONDAMENTALI (causa scarsit):

1. COSA PRODURRE: La presenza di scarsit implica la necessit di ridurre la
produzione di un bene per ottenerne un altro in q maggiore. Si introduce il concetto di
COSTO OPPORTUNITA (di qualcosa, che il valore della migliore alternativa a cui si
rinuncia per averlo).
2. COME SI DEVE PRODURRE: Quando si deciso cosa produrre, dato che le risorse
sono scarse, bisogna decidere quali tra queste risorse destinare alla produzione dei diversi
beni.
3. A CHI DEVE ANDARE IL PRODOTTO: Nessuno pu ottenere tutto ci che
vorrebbe. Ogni societ deve distribuire i prodotti tra gli individui che la compongono.
Si parla di ALLOCAZIONE DELLE RISORSE, intendendo limpiego delle risorse di cui la
societ dispone nei diversi beni e servizi e la loro distribuzione presso gli individui.

MODELLI ECONOMICI
Servono per descrivere come funzionano i sistemi economici. I modelli sono utili poich astraggono
dai dettagli del mondo reale, ossia non tengono in considerazione i particolari che non sono
indispensabili per la comprensione del fenomeno preso in esame (ES: CARTINA STRADALE: non
ci sono disegnate tutte le case, gli alberi ecc, perch creerebbero solo confusione. Ci sono solo le
strade, gli incroci ecc.).
I modelli economici hanno almeno 3 finalit:
1. Spiegare perch accaduto un fenomeno
2. Prevedere cosa accadr
3. Aiutare i soggetti economici come strumento di guida nel prendere decisioni.
Un modello deve essere:
1. Semplice: si devono eliminare tutti i fattori che hanno scarsa o remota attinenza con
il fenomeno studiato.
2. Generalizzabile: deve essere possibile lutilizzazione del modello in diverse
situazioni di spazio o tempo.
3. Robusto: Le modifiche dellimpianto teorico non devono causare la distruzione delle
conclusioni del modello stesso.
Difetti ineliminabili dei modelli:
1. Un modello economico non si pu verificare in laboratorio, quindi non si pu
verificare la falsicabilit delle conclusioni.
2. In un modello esiste una dimensione storica delloggetto di studio, dato che i
comportamenti tendono a mutare secondo lesperienza.
3. Il soggetto osservante parte del modello che studia, quindi rischia sempre di essere
influenzato.




CRITERIO COSTI-BENEFICI ALLE SCELTE ECONOMICHE
E il criterio per studiare i modelli. Se devo fare una scelta che implica un uso di risorse e il
conseguente soddisfacimento di un bisogno devo tener conto che ogni scelta ha alle spalle un costo
e un beneficio:
Si valuta il beneficio B(x)
Si valuta il costo C(x)
Si decise cosa fare: Se il B maggiore o uguale al costo faccio la scelta, perch significa che il
vantaggio maggiore o uguale allo svantaggio.
Se ho 2 possibilit A e B e scelgo A significa che il costo di ha il beneficio che avrei perso se
avessi scelto B.

METODO DELLANALISI MARGINALE (Esempio: quantit ottimale di telefonate)

Non significa devo compiere tutta lazione X, ma devo
compiere unulteriore azione in direzione di X.
Il CM il costo dellultima quantit considerata
Il BM il beneficio dellultima quantit considerata
(Il B del primo min di telefonata sar superiore o inferiore a quello
del
secondo minuto? Si va avanti fino a raggiungere lottimo).


IL MODELLO DEL FLUSSO CIRCOLARE
Pensiamo al sistema economico come se fosse diviso in due settori: Le famiglie (che possiedono
diversi tipi di risorse produttive, come lavoro e capitale e terra) e le imprese (che usano queste
risorse come input per la produzione di beni e servizi).
Le famiglie comprano beni e servizi dalle imprese, per i soldi per farlo li ricevono dalle imprese
attraverso il lavoro, quindi lattivit economica ha un andamento circolare.
Questo concetto sintetizzato con il MODELLO DEL FLUSSO CIRCOLARE

2 CERCHI CONCENTRICI:
quello interno rappresenta il flusso fisico di beni, quello esterno
il flusso monetario (denaro speso dalle famiglie per acquistare
beni e dalle imprese per acquistare le risorse).
I 2 flussi si muovono in direzione opposta (quando le famiglie
vendono il loro lavoro alle imprese si crea un flusso di lavoro
che va verso le imprese e un flusso di reddito verso le famiglie,
quando le imprese vendono beni alle famiglie si ha un flusso di
denaro che va verso le imprese e un flusso di beni che va verso
le famiglie.

Il modello indica che i mercati regolano i flussi tra i due settori e che imprese e famiglie si
incontrano nei mercati dei prodotti (e cos si stabilisce quali beni produrre) e si incontrano nei
mercati dei fattori (e si decide come si produrranno i beni).
Questo modello NON riassume tutto ci che avviene in uneconomia di mercato, perch riunisce
tutte le imprese in un unico settore non tenendo conto delle transizioni che avvengono tra le varie
imprese (ES: le aziende agricole vendono la panna a quelle che producono gelato ecc),il modello
presuppone che ogni attivit produttiva venga svolta nel settore imprese, mentre alcune vengono
svolte allinterno delle famiglie e poi non prende in considerazione il settore pubblico, che invece
una delle forze fondamentali delleconomia.


MODELLO DELLA DOMANDA E DELLOFFERTA

Serve per illustrare come vengono coordinate le attivit delle famiglie e delle imprese. Il
coordinamento si raggiunge mediante i prezzi. In che modo?
Prendiamo in considerazione il pane. Supponiamo che il prezzo del pane sia 1.5 e che a questo
prezzo i fornai producano pi pane di quanto ne acquistano le famiglie. I fornai quindi, capendo che
producono troppo pane, perch lo vedono accumularsi in magazzino, abbassano il prezzo di questo,
che diventa 1.30.
Questo calo di prezzo ha 2 effetti: le famiglie ne comprano di pi dato che il prezzo pi basso e ai
fornai conviene produrne meno, dato che ricevono meno denaro.
In questo modo leccedenza di pane diminuisce e con il tempo anche il prezzo diminuisce
ulteriormente, finch la quantit di pane prodotta non la stessa che viene acquistata. In questo
modo si vede che i prezzi coordinano il comportamento sia dei produttori che dei compratori.
Il modello che illustra come i prezzi guidano il comportamento delle 2 parti si chiama modello della
domanda e dellofferta.

LA DOMANDA
I fattori che influiscono sulle decisioni delle famiglie rispetto al consumo di un dato bene sono:
1. IL PREZZO: Prezzo e quantit sono legati da una relazione inversa (ai prezzi elevati
corrispondono minime quantit, perch se un bene molto caro le famiglie consumeranno
un altro bene al suo posto). Questo concetto di relazione inversa viene chiamato LEGGE
DELLA DOMANDA.
2. REDDITO: le variazioni di reddito influenzano i consumi delle famiglie. Pu
accadere che davanti ad un aumento di reddito le famiglie decidano di comprare una
quantit maggiore di un bene X, oppure che preferiscano comprare una quantit minore di
bene X in favore di un altro bene.
Se in seguito ad un aumento di reddito la domanda aumenta si davanti a un BENE
NORMALE, se invece la domanda diminuisce il BENE INFERIORE.
3. PREZZO DEI BENI COLLEGATI: Se 2 beni vengono consumati solitamente
insieme (Es pizza e birra), se il prezzo del primo aumenta verr consumato meno, di
conseguenza verr consumato meno anche il secondo. Si parla in questo caso di BENI
COMPLEMENTARI. Se invece si consuma un bene solo quando laltro non viene
consumato (ES pizza e panini), se il prezzo del primo aumenta il secondo verr comprato di
pi, a svantaggio del primo. Si parla in questo caso di BENI SOSTITUTI.
4. GUSTI: le preferenze dei consumatori influiscono sulle scelte e quindi sulla quantit
della domanda.

Per costruire la versione grafica del modello utile concentrarsi sulla relazione tra
la quantit domandata di un bene e il suo prezzo, necessario quindi mantenere
costanti il reddito dei beni collegati, i gusti e il reddito.
Si pu modificare il prezzo del bene e vedere come cambia la quantit richiesta.
Una CURVA DI DOMANDA indica appunto la relazione esistente tra il prezzo di
un bene e la quantit domandata di tale bene in un dato periodo di tempo.
Si vede la curva di domanda nel grafico. In quel caso le famiglie sono disposte a spendere 1.30 per
una quantit di 2, se il prezzo scende a 0.80 il consumo diventa 5.


Se invece aumenta il prezzo di un bene sostituto la curva di domanda del bene
principale si sposta verso destra.

OFFERTA
I fattori che determinano la quantit di un bene che le imprese offrono sul mercato sono:
1. PREZZO: Pi alto il prezzo del bene, maggiore sar la quantit di tale bene che le
imprese sono disposte a mettere sul mercato.
2. PREZZO DEGLI INPUT: Se il prezzo degli input (es manodopera) aumenta,
conviene alle aziende produrre una quantit minore di tale bene.
3. SISTEMA DI PRODUZIONE: se viene introdotta qualche innovazione tecnologica
nel processo di produzione di un bene, lofferta di tale bene aumenter.

Per costruire la versione grafica del modello utile concentrarsi sulla
relazione tra la quantit offerta di un bene e il suo prezzo, mantenendo
costanti gli altri fattori.
Si pu modificare il prezzo del bene e vedere come cambia la quantit offerta.
Una CURVA DI OFFERTA indica appunto la relazione esistente tra il prezzo
di un bene e la quantit offerta di tale bene in un dato periodo di tempo.
La figura mostra come maggiore il prezzo di mercato di un bene, pi alta
sar la quantit offerta del bene.
Si vede la curva di domanda nel grafico.


Se invece aumenta il prezzo di un bene di input (es farina) la curva di offerta del
bene principale si sposta verso sinistra.




EQUILIBRIO



Nessuna delle curve, da sola, ci dice quale sar il
reale prezzo di mercato n la quantit prodotta.
Mettendole insieme si possono invece determinare
quantit e prezzo.
Unendo le curve di domanda e offerta viste in
precedenza si ottiene un altro grafico.
Per determinare il prezzo e la quantit di bene in
base al quale abbiamo una situazione di equilibrio
bisogna trovare il punto in cui la domanda e lofferta
si incontrano.









ELASTICITA DELLA DOMANDA RISPETTO AL PREZZO

E una misura numerica che serve per capire le informazioni racchiuse
nella curva di domanda.
Si pu aver bisogno di misurare la sensibilit della quantit domandata
alle variazioni di prezzo di un bene, ossia di poter stimare il calo o
laumento della domanda provocati da un aumento o una diminuzione
del prezzo.
Per farlo si pu utilizzare lelasticit della domanda al prezzo, definita
come il valore assoluto tra la variazione percentuale della quantit
domandata e la variazione percentuale del prezzo. Questa misura
importante perch, al contrario della pendenza, non dipende dalle unit
di misura usate in un grafico.
Lelasticit sar quindi:

Dato che le curve di domanda sono decrescenti, la variazione percentuale del prezzo e quella della
domanda hanno segno opposto, quindi lelasticit risulta negativa.
Ma in questo modo si crea confusione, quindi si prende sempre il valore assoluto del risultato, in
modo da avere sempre un valore positivo.

CALCOLO DELLELASTICITA

Lelasticit pu essere calcolata in modo diversi.
Dati un prezzo p e la corrispondente quantit domandata X lelasticit pu essere espressa come:
Usiamo ora la formula per calcolare lelasticit in questo grafico nel punto b.
Qui p=10,00 e X=200 Kg/settimana. Si supponga poi che p passi ad essere 10,25 : in questo caso
p=0.25.
p/p sar quindi= 0,25/10,00= 0,025. La quantit domandata scende a 192 Kg/settimana, quindi
X=8.
-X/X= -8/200=-0.04 in modulo 0,04. Se sostituiamo nellespressione lelasticit risulta:
0.04/0.025=1.6, ci significa che un aumento di prezzo provocherebbe una diminuzione dell 1.6%
della quantit domandata.

Si pu poi calcolare lelasticit puntuale, ossia lelasticit in un punto, definita:

(dq/q) / (dp/p)


Lelasticit diversa se calcolata in punti diversi della curva quindi se viene detto solo che
lelasticit della domanda al prezzo di un bene X ad esempio 0.3 si intende che nel caso in cui il
prezzo corrente aumentasse dell 1%, la q domandata diminuirebbe dello 0,3%.
Questo tipo di elasticit utile se il bene X subisce piccole variazioni di prezzo.

Se invece il prezzo subisce una modifica molto grande (es varia del 50%), si usa lelasticit arcuale,
data da:

[(delta q / q0 + q1) / 2] / [ (delta p / p0 + p1) / 2]






ELASTICITA DELLA DOMANDA E SPESA TOTALE
Conoscendo lelasticit della domanda al suo prezzo si pu prevedere di quanto varier la somma
spesa per lacquisto di un certo bene al variare del suo prezzo.
La spesa totale si pu definire come: spesa totale= p
x
X.
Prendiamo come esempio questo grafico. Qui risulta che quando il
prezzo p
1
la domanda del bene X
1
, di conseguenza la spesa
totale data dallarea del rettangolo A pi larea del rettangolo B.
Se il prezzo del bene sale a p
2
la quantit domandata sar minore,
ossia X
2
. In questo caso la spesa totale sar data dallare del
rettangolo A pi larea del rettangolo C.
Se si confrontano le 2 aree si noter che la spesa totale diminuita
(N.B. sarebbe anche potuta aumentare).
Supponiamo che venga data anche unaltra informazione,
lelasticit della domanda inferiore a 1.
Ci significa che se il prezzo aumenta di una certa percentuale, la q domandata diminuisce di una
percentuale minore (deve essere cos se il loro quoziente minore di 1).
Quindi se <1 la spesa totale aumenta quando il prezzo del bene aumenta. La curva di domanda per
la quale <1 viene definita anelastica a quel pezzo. Questo significa che la q domandata di un bene
non risente tanto della variazione di prezzo avuta.
Se si considera un bene per il quale lelasticit >1 si dice che la curva di domanda di tale bene
elastica in prossimit del bene considerato. In questo caso il calo della domanda maggiore
dellaumento del prezzo, per cui la spesa totale diminuir. Questi beni hanno quindi una domanda
molto sensibile alle variazioni di prezzo.
Se invece ci si trova davanti a =1, ossia lincremento del prezzo uguale alla diminuzione
percentuale della domanda si parla di elasticit unitaria.
In questo caso, quando il prezzo del bene aumenta, la spesa totale rimane invariata.

CURVA DI DOMANDA A ELASTICITA COSTANTE (1)
1. Curva di domanda verticale: E possibile che in corrispondenza di
un certo intervallo la quantit domandata di un bene non risenta della
variazione di prezzo. Questa situazione illustrata dal grafico. Qui
avremmo =0, ossia una curva di domanda perfettamente anelastica.

2. Curva di domanda orizzontale: E possibile che in corrispondenza
di un certo intervallo la quantit di un bene, anche se il prezzo cambia solo
in minima parte, vada subito a 0. Dato il brusco calo di domanda questo
tipo di curva viene definito perfettamente elastica o infinitamente elastica.
Qui avremmo quindi = .

CURVA DI DOMANDA A ELASTICITA COSTANTE (2)
Se lelasticit di una curva di domanda deve essere costante, ossia
rimanere sempre con lo stesso valore (es =1), allora la spesa totale dovr
essere identica al variare del prezzo. Quindi se si parte da una situazione
in cui la spesa totale 16, significa che in ogni punto p
x
X= 16. Quindi se
p
x
=4 X sar 4, se p
x
= 2 allora X=8 e cos via. Una volta ricavati tanti
punti li si pu mettere su un grafico, che sar una curva di domanda
come quella rappresentata.




CURVA DI DOMANDA LINEARE


Man mano che ci si sposta su una curva di domanda lineare
lelasticit cambia. Difatti lequazione del grafico sar quella di
una retta, ossia X=a-bp dove X la domanda, p il prezzo e a e b
sono numeri positivi.
= b(p/X) dove lelasticit calcolata in un punto della curva
preciso.
Quindi in corrispondenza dellintercetta orizzontale avremmo =0,
poi man mano che si sale tender a crescere, fino allincontro con
lintercetta verticale in cui =.
sar uguale a uno nel punto medio della curva.



ELASTICITA INCROCIATA DELLA DOMANDA
Le variazioni di prezzo di un bene possono influire sulla quantit domandata di un altro bene. In
questo caso si parla di elasticit incrociata della domanda del bene X rispetto al prezzo del bene Y.

ELASTICITA DELLA DOMANDA AL REDDITO
Lelasticit pu anche esprimere come varia la q domandata di un bene al variare del reddito. In
questo caso si parla di elasticit della domanda al reddito. Questa data da:

(delta q1/ q1) / delta I/I) deve I il reddito

Pu essere anche questa sia positiva che negativa. Se il bene inferiore <0, se il bene normale
>0.
Quando invece >1 significa che il bene risente molto della variazione del reddito. Si parla in
questo caso di bene di lusso.





















LE SCELTE DEL CONSUMATORE
La teoria delle scelte del consumatore incentrata sulle famigli considerate come acquirenti di beni
nei mercati di beni). Ci sono 3 tipologie di scelta:
1. Domanda sul mercato dei beni: Quanti beni acquistare
2. Lato offerto sul mercato del lavoro: Quanto lavorare
3. Lato dellofferta sul mercato del capitale: Quanto risparmiare/prendere a prestito per
assicurarsi un sentiero ottimale di consumo nel tempo
4. Le risorse a disposizione sono limitate. La teoria delle scelte del consumatore si
propone di spiegare come ogni individuo compia scelte razionali in questa situazione di
scarsit.
Per capire il comportamento dellindividuo sono necessari tre passaggi che compongono un
modello generale delle scelte del consumatore (ogni persona lo fa)
E composto da 3 passaggi:
1. Che cosa vorrebbe lindividuo, quindi le sue preferenze
2. Che cosa pu fare lindividuo, dati il suo reddito e il prezzo di mercato. Questo
passaggio rappresentato dal VINCOLO DI BILANCIO
3. Bisogna poi mettere insieme le preferenze del consumatore con il vincolo di bilancio,
in questo modo si pu determinare quale tra le diverse possibilit gli assicurer la
soddisfazione massima.
Lobiettivo sempre quello della massima soddisfazione e il vincolo di bilancio quello che
lindividuo pu fare. Il criterio usato qui sempre il criterio costi-benefici.
Bisogna sempre massimizzare lutilit (MaxU)
Se ci riferiamo am2 beni X e Y.
OBIETTIVO MaxU(x;y)
VINCOLO P
x
X + P
y
Y = I (I il reddito )


PRIMO PASSO: LE PREFERENZE
Supponiamo che la decisione vada solo tra 2 beni, non tra molti.
Si fa un nuovo tipo di grafico. Sulle ascisse mettiamo la quantit
del primo bene per settimana, sulle ordinate quella del secondo
bene.
Ogni punto del grafico ha quindi unordinata e unascissa, ossia
rappresenta una combinazione (paniere) di beni.
Ogni individuo in grado di dire quale combinazione preferisce,
oppure se sono indifferenti: Tra A e B cosa preferisce?

PROPRIETA DELLORDINAMENTO DI PREFERENZE (Ogni individuo ha un ordinamento di
preferenze, un modo per riordinare le preferenze). Le preferenze dei consumatori rispondono a 3
condizioni (assiomi/propriet):

PROPRIETA DI COMPLETEZZA: Ogni consumatore davanti ad una scelta in grado dare un
giudizio, ossia di dire se preferisce una cosa o laltra: ApB (A preferito a B), BpA (B preferito ad A),
AiB (indifferente)
PROPRIETA TRANSITIVA: Le preferenze sono coerenti: Se ApB e BpC allora ApC
PROPRIETA DELLA NON SAZIETA: Una combinazione contenente una quantit maggiore di
uno dei 2 beni sempre preferita ad una combinazione che ne contiene meno.
PROPRIETA DELLA CONVESSITA: il saggio marginale di sostituzione in modulo decrescente
(vedi dopo!!!!)


LA CURVA DI INDIFFERENZA
Supponiamo che le preferenze di un individuo tra 2 beni rispettino le
prime 3 propriet. Attraverso la curva di indifferenza si possono
vedere tutte le combinazioni che per quellindividuo sono indifferenti.
Si parte da una combinazione K, poi si chiede allindividuo: se
levassimo una quantit pari a 3 del bene X quanto bene Y dovremmo
aggiungere? Cos abbiamo una combinazione che per il soggetto
indifferente alla prima. Si va avanti cos, creando in questo modo una
curva chiamata curva di indifferenza (U
1
).
La curva di indifferenza divide tutti i possibili panieri in 3 categorie:
quelli che stanno sulla curva (sono indifferenti), quelli a sinistra
della curva (combinazioni peggiori) e quelli a destra (combinazioni migliori).


Pendenza della curva di indifferenza: data dal rapporto tra la variazione della grandezza misurata
sullasse delle ordinate e la variazione misurata sulle ascisse.
La pendenza di U SEMPRE NEGATIVA, difatti la curva decrescente.
Questo non un caso: deve essere decrescente altrimenti non varrebbe
lassioma di non saziet. Infatti, se aumenta la quantit di un bene, per
fare in modo che la situazione rimanga indifferente per il consumatore,
laltro bene deve aumentare.
La pendenza della curva di non saziet ha un significato economico,
ossia indica in quale rapporto il consumatore disposto a scambiare un
bene con un altro.

Si definisce SAGGIO MARGINALE DI SOSTITUZIONE MRS (marginal
rate of sostitution) il valore assoluto della pendenza della curva di indifferenza
in qualsiasi punto.
In ogni punto la pendenza della curva indica a quanto bene
X il consumatore disposto a rinunciare in cambio di un
ulteriore bene Y (MRS).

PROPRIETA 4 (MRS DECRESCENTE): In base alla rappresentazione della curva di indifferenza
il MRS diminuisce man mano che ci si sposta verso destra lungo la curva. Per indicare il fatto che
man mano che ci si sposta a destra il MRS diminuisce si parla di MRS DECRESCENTE.
La curva di indifferenza quindi decrescente e convessa rispetto allorigine.

Mappa delle curve di indifferenza: la soddisfazione aumenta quando aumentano X
o Y
U
o
< U
1 <
U
2

Pi vado a destra, pi la soddisfazione aumenta. Dovendo massimizzare U vado il
pi a destra possibile.


Se prendo C e B per definizione AiC (perch sono sulla stessa curva di
indifferenza)
Se prendo C e A stessa cosa. In teoria quindi AiC, ma se si intersecano come in
questo caso C pi in alto, quindi CpA. NON E POSSIBILE!!!!

N.B. LE CURVE DI INDIFFERENZA NON POSSONO MAI
INTERSECARSI!!!!
2 PASSO: COSA PUO FARE IL CONSUMATORE (IL VINCOLO DI BILANCIO)
Consideriamo un consumatore che pu spendere al massimo 60 per settimana per acquistare da
mangiare (si noti che quello che conta qui non il reddito dellindividuo, ma il suo REDDITO
REALE, ossia ci che pu spendere). Supponiamo che il bene X (hamburger) costi 6 e il bene Y
(panini) abbia un prezzo di 3.
In una situazione di questo tipo si dice che il consumatore NON FA IL PREZZO, E PRICE TAKER
(non controlla i prezzi di mercato, cio il prezzo unitario dei beni non dipende dal numero di unit
che il consumatore acquista).
Se si indica con X il numero di hamburger acquistati, la spesa del consumatore sar 3x,
analogamente, indicando con Y la quantit di panini acquistati, la spesa per tale bene sar 6y.
Sapendo che il consumatore pu spendere al massimo 60, si ricava lequazione:
6x + 3y = 60 (spesa degli hamburger + spesa dei panini = reddito reale)

Per rappresentare graficamente il vincolo di bilancio,
bisogna rappresentare sul piano quellequazione
(P
x
x + P
y
y = I) EQUAZIONE DI UNA RETTA!!!!
Bisogna trovare i punti che soddisfano lequazione, per
poi congiungerli e disegnare la retta.
Il punto in cui la retta incontra lasse delle X il numero
massimo che si pu acquistare di bene X (10).
Il punto in cui la retta incontra lasse delle Y il numero
massimo che si pu acquistare di bene Y (20).
La retta viene chiamata VINCOLO DI BILANCIO
perch indica come il reddito del consumatore e i prezzi
a cui si trova davanti vincolino le sue scelte. Tutti i punti (panieri) che si trovano sulla retta o al di
sotto di essa sono chiamati INSIEME DEI PANIERI AMMISSIBILI perch comportano una spesa
minore o uguale a quella che il consumatore pu fare.
La pendenza della retta ha un significato economico: si noti che la pendenza qui -2, ossia 10/-20.
Questo valore anche dato dal prezzo unitario di X/ prezzo unitario di Y. Infatti la pendenza del
vincolo di bilancio in modulo (+ 2) indica il tasso al quale il mercato consente al consumatore di
scambiare un bene con laltro (sul mercato un panino vale 2 hamburger).



TERZO PASSO: LA SCELTA
Bisogna mettere insieme i due elementi precedenti per scoprire ci che
il consumatore effettivamente sceglie.
Sovrapponiamo la mappa di indifferenza al vincolo di Bilancio.
Lobiettivo trovare la combinazione di bene X e bene Y preferito dal
consumatore.
Combinazione a sulla curva di indifferenza U
3
viene scartata perch
al di sopra della retta B, quindi il consumatore non pu permettersela.
Combinazione b: il paniere corrispondente ottenibile, ma non pu
essere quello ottimale perch il consumatore spende tutto il suo
reddito per acquistarlo (andrebbe anche bene ma ci sono punti
migliori).
Combinazione e in corrispondenza del quale si consumano X
e
beni X e Y
e
beni Y. Poich questo
paniere si trova su U
2
, che sta sopra U
1
il punto anche preferibile a c. Questo paniere assicura la
massima soddisfazione e quando il consumatore lo consuma si dice in equilibrio perch non ha
motivo di modificarlo.
In corrispondenza del punto di equilibrio la curva di indifferenza sfiora appena il vincolo di bilancio,
questo perch il consumatore cerca di andare il pi in alto possibile senza oltrepassare la retta B
1
.
Nel punto di equilibrio le pendenze coincidono quindi:



Si pu quindi dire che il consumatore raggiunge la combinazione ottima solo se verificata questa
equazione, ossia se il MRS coincide con il rapporto tra i due prezzi; se questo non accade significa
che pu cercare una combinazione migliore spostando parte del suo reddito da un bene allaltro.
Quindi il MRS indica in che rapporto il consumatore disposto a scambiare un bene con laltro,
mentre la pendenza del vincolo di bilancio indica in che rapporto il consumatore pu scambiare un
bene con laltro dati i prezzi di mercato. Per avere lequilibrio questi valori devono coincidere.




VARIAZIONI DEL PREZZO E DEL REDDITO
Se cambiano o i prezzi di un bene o il reddito, bisogna vedere quale sar la nuova combinazione
ottima per il consumatore.
Il metodo che consiste ne confrontare le due situazioni di equilibrio prende il nome di statica
comparata. Lanalisi basata sulla statica comparata consente di fare previsioni verificabili su come
gli individui si comporteranno al variare delle altre condizioni.

VARIAZIONI DEL PREZZO
Nel grafico la retta B
1
indica il vincolo di bilancio del consumatore e il punto e
1

segna lequilibrio di quella situazione.
Se il prezzo del bene X diminuisce (supponiamo che da 6 passi a 4) il vincolo di
bilancio si sposter verso destra e il nuovo vincolo di bilancio sar espresso
dalla retta B
2
. Si avr quindi anche un nuovo punto di equilibrio, perch di
sicuro il consumatore approfitter del calo di prezzo per comprare una quantit
maggiore di beni.
Pu anche succedere, per, che un consumatore, a seguito del calo di
prezzo del bene X, decida di investire i soldi che gli avanzano in uno
solo dei 2 beni e non in tutti e due.


COSTRUZIONE DELLA CURVA DI DOMANDA INDIVIDUALE

Si prende il grafico che figura la situazione prima della variazione di
prezzo.
Il nuovo grafico, come quello riporta sullasse X la quantit di bene (in
questo caso hamburger per settimana), sullasse Y invece c il prezzo
unitario del bene. Il punto di equilibrio indica che quando il prezzo 6
la quantit pari a x
1
.
Il secondo grafico non da informazioni diverse dal primo, ma le scrive
solo in modo diverso. Lunica differenza che nel grafico uno il prezzo
era implicito, mentre nel secondo indicata esplicitamente sullasse y.




CURVA PREZZO CONSUMO

Si pu scoprire come varia la quantit domandata di bene X al
variare del suo prezzo, attraverso la statica comparata.
Quando il prezzo unitario del bene scende a p
2
la quantit
domandata diventa x
2
. A ogni nuovo prezzo corrisponde un
nuovo paniere di equilibrio. Nel grafico linsieme di panieri
individuati al variare del prezzo degli hamburger indicato
come curva prezzo consumo del bene X. Tale curva indica
linsieme indica linsieme dei panieri di equilibrio al variare del
prezzo di un bene.
La curva prezzo-consumo per il bene x il luogo geometrico delle combinazioni ottime di x
e y corrispondenti a tutti i possibili prezzi del bene x, tenendo fissi il reddito e i prezzi
degli altri beni


VARIAZIONE DEL PREZZO DI ALTRI BENI
A volte la variazione del prezzo di un bene influisce sulla quantit domandata di un altro bene
(effetto incrociato del prezzo). Per descrivere questo fenomeno si pu usare il metodo della statica
comparata. Anche qui il paniere in equilibrio prima della variazione di prezzo, solo che in questo
caso si prende in esame il consumo di un bene differente rispetto a quello che subisce la variazione
di prezzo.

1. Beni sostituti (es pizze e panini): in questo caso laumento del
prezzo del bene X (panini) determina un incremento nella richiesta di bene
Y (pizza). I beni sostituti sono beni che soddisfano pi o meno lo stesso
bisogno, di conseguenza laumento di prezzo del primo fa in modo che
venga sostituito con laltro.

2. Beni complementari (es pizza e birra): questi sono beni che
vengono consumati insieme, di conseguenza laumento di prezzo del
primo fa si che vi sia una richiesta minore anche del secondo.


3. Beni non correlati (pizza e zucchero): sono beni che non sono
correlati in nessun modo, quindi laumento di prezzo di un non implica nessuna variazione
nella richiesta del secondo.

VARIAZIONE DEL REDDITO
Si pu usare la statica comparata per capire come variano le spese del consumatore con il variare
del suo reddito.
Si prenda in esempio un consumatore che consuma due beni X e Y. Inizialmente il paniere di
equilibrio e
1
. Se vi un aumento di reddito il vincolo di bilancio si sposter verso destra, quindi
avremo un nuovo vincolo di bilancio B
2
. Il consumatore ricaver la massima soddisfazione in e
2
,
corrispondente alla coppia di beni X
2
e Y
2
.
Se al seguito di un aumento di reddito un bene viene consumato di pi si tratta di un BENE
NORMALE (es cene, case, cibo), se invece il consumo di un bene cala con laumento del reddito
siamo davanti ad un BENE INFERIORE (es biglietti del treno).
Si pu, anche qui, determinare una curva reddito consumo, corrispondente allunione di tutti i
panieri di equilibrio al variare del reddito.


LEFFETTO REDDITO E LEFFETTO SOSTITUZIONE
Si consideri un consumatore con un reddito reale. Questo consumatore spende N euro per
consumare i beni di cui necessita. Se uno di questi beni (es zucchero) subisce un aumento di prezzo,
il consumatore dovr rinunciare a pi unit di tutti gli altri beni per avere ununit in pi di bene X
(zucchero).
In sostanza questo aumento di prezzo fa diminuire il suo potere di acquisto, ossia il suo reddito reale.
Leffetto finale della variazione del prezzo pu essere scomposta in due parti: leffetto sostituzione,
ossia leffetto sulla q domandata di un bene, dovuto al fatto che il suo prezzo cambiato e leffetto
reddito, ossia leffetto sulla q domandata, dovuto solamente al fatto che il reddito reale del
consumatore diminuito.


RAPPRESENTAZIONE GRAFICA
Il vincolo di bilancio iniziale B
1
, che ha una pendenza pari
a p
1
. Qui il consumatore ricava la massima utilit dal
paniere e
1
appartenente alla curva di indifferenza U
1
e
costituito da una quantit x
1
di bene x (zucchero) e una
quantit y
1
di bene y (tutti gli altri beni).
Se il prezzo del bene x sale a p
2
il vincolo di bilancio
diventa B
2
e la massima utilit sar data dal nuovo paniere
e
2
, che si trova sulla curva di indifferenza U
2
ed composto
da x
2
e y
2
. Si nota che quando si passa da e
1
a e
2
si ha una
diminuzione della q domandata di bene x.
Il consumatore pu per tornare ad avere la stessa
soddisfazione che aveva prima dellaumento di prezzo.
Si sposta la curva B
2
parallelamente a se stessa fino a farla
incontrare con la curva di indifferenza U
1
. La distanza di
cui bisogna spostare il vincolo indica la q di tutti gli altri
beni necessaria a compensare il consumatore. Se il vincolo
B
2
viene spostato di un tratto pari a c, esso tg alla curva di
indifferenza U
1
nel punto e
c
, quindi per compensare
laumento di prezzo il consumatore deve avere c euro.
Lo spostamento dal punto e
1
al punto e
c
indica come varia
la q domandata quando aumenta il prezzo del bene e il
reddito viene adeguato in modo da mantenere costante il
livello di utilit. Indica quindi leffetto sostituzione della
variazione di prezzo.
Lo spostamento da e
c
a e
2
indica come varia la q domandata quando il reddito reale diminuisce ma i
prezzi rimangono gli stessi, dunque leffetto reddito della variazione di prezzo.

VARIAZIONE COMPENSATIVA (del cambiamento di prezzo)

E la misura di quanto denaro bisognerebbe dare a un consumatore a seguito di un aumento di
prezzo di un bene, per farlo ritornare alla situazione di benessere di partenza.
Nel grafico precedente bisognava dare al consumatore c quindi c la variazione compensativa del
cambiamento di prezzo.





SCELTA DEL CONSUMATORE: LAVORO - TEMPO LIBERO
Un consumatore ha una quantit di tempo a disposizione a settimana, che divide tra lavoro e tempo
libero (tutto linsieme delle attivit non retribuite). Il tempo libero da al consumatore una
soddisfazione, ma per consumare i beni gli serve del denaro, che ovviamente scaturisce dal lavoro.
Se lavora deve rinunciare ad una parte di tempo libero.
Il problema qui sta nellindividuare la combinazione di lavoro e tempo libero che da al consumatore
la massima soddisfazione.
Per prima cosa bisogna tracciare il vincolo di bilancio. L intercetta orizzontale del vincolo di
bilancio (T) date dal massimo di ore che il consumatore pu impiegare nel lavoro e nel tempo
libero, ossia le ore di una settimana totali.
Ogni punto dellasse orizzontale indica sia il n di ore di tempo libero sia il n di ore di lavoro. Per
esempio preso il punto a, n
a
misurer le ore di tempo libero, di conseguenza T-n
a
misurer le ore di
lavoro l
a
.

Il primo problema consiste nellindicare come il consumo di un
insieme di tutti i beni e servizi (C) varia al variare delle ore del
consumatore.
Se il consumatore percepisce un salario di w
1
il suo reddito sar
pari a w
1
.
Quindi se il consumatore lavora 0 ore il suo reddito sar pari a
zero ( intercetta punto T )
Se il consumatore lavora un ora la settimana avr a disposizione
un totale di w
1
per il consumo di beni e servizi ( punto B ) ecc. ecc.
Continuando in questo modo si possono individuare tutte le
combinazioni di consumo e tempo libero a disposizione del
consumatore,rappresentate dalla retta B
1
. Questa retta equivale al
vincolo di bilancio e in questo caso la scelta v fatta tra due beni :
consumo e tempo libero. La pendenza indica il costo-opportunit di un bene in termini dellaltro
bene.

Quindi il vincolo di bilancio sar :



Questa equazione pu essere riscritta come




Nellequazione il secondo membro w * t indica il valore della dotazione di tempo ossia la somma
di denaro che il consumatore avrebbe a disposizione se lavorasse tutte le ore possibili.
Questo valore indica il reddito dell individuo,ossia la somma complessiva di denaro che egli puo
ripartire tra consumo e tempo libero ( reddito reale ). Per sapere quale punto della retta il
consumatore sceglier dobbiamo conoscere i suoi gusti,oltre al suo vincolo di bilancio.Tracciamo
quindi un insieme di curve di indifferenza convesse rispetto all origine.Una soluzione interna
rappresentata dal punto in cui il vincolo di bilancio tangente alla curva di indifferenza ( in questo
caso paniere e
1
costituito da n
1
ore ti tempo libero e y
1
unit di consumo.




LA CURVA DI OFFERTA DI LAVORO
Si pu ricavare la curva della domanda di tempo libero da parte di un individuo che indica come
varia la quantit di tempo libero domandata in funzione del salario .Dato che la dotazione di tempo
libero fissa se conosciamo la qualit di
tempo libero domandata in
corrispondenza di ciascun salario
conosciamo anke la qualit di lavoro
offerta. Quindi si pu ricavare anche la
curva di offerta di lavoro che indica
come varia la quantit di lavoro offerta al
variare del salario.
Nel grafico si pu vedere che quando il
salario w
1
la domanda di tempo libero pari n
1
e la sua offerta di lavoro quindi T n
1
.
Se spostiamo queste informazioni nel grafico di offerta lavoro avremo il paniere e
1
.Si pu fare
analogamente quando il salario diventa w
2
w
3
. Unendo i panieri trovati si ha la curva di offerta di
lavoro.
Se leffetto sostituzione prevale sull effetto reddito la curva sar crescente. Se invece prevale l
effetto reddito quando il salario basso un suo aumento fa si che l offerta di lavoro da parte del
consumatore diminuisca; in questo caso la curva di offerta di lavoro sar prima crescente poi
decrescente ( curva di offerta di lavoro ad arco ).






IL MODELLO DEL CICLO VITALE
Il modello del ciclo vitale serve per massimizzare lutilit ottenuta da un individuo in un dato
periodo.
Bisogna considerare due periodi di tempo, quello presente ( periodo 0 ) quello futuro ( periodo 1 )
Si dovranno prendere in considerazione due redditi diversi ( I
0
I
1
).
Quando il consumatore decide quanto consumare nel periodo 0 , contemporaneamente decide
quanto risparmiare o prendere a prestito. Se il suo consumo nel periodo 0 superiore al suo reddito
corrente dovr prendere a prestito , se il suo consumo inferiore al reddito corrente dovr
risparmiare.
S i possono utilizzare i vincoli di bilancio e le curve d indifferenza per analizzare quanto capitale
offrir/risparmier il consumatore.








IL VINCOLO DI BLANCIO INERTEMPORALE
Le possibilit sono le diverse combinazioni di consumo presente o
futuro a disposizione del consumatore. Il vincolo di bilancio indica
la relazione che intercorre tra i livelli di consumo relativi a periodi
diversi ( vincolo di bilancio intertemporale ).
Per costruirlo utilizziamo il consumo corrente c
0
e il consumo
futuro c
1 .

La prima possibilit consiste nel consumare tutto il reddito nel
momento in cui lo si percepisce ( consumare I
0
/ I
1
----> paniere
delle dotazioni ) .
In corrispondenza di questo paniere non si risparmia n si prende a
prestito perch il consumo esattamente pari al resto.
Se invece si decide di risparmiare s nel periodo presente questo accresce il consumo futuro.
( paniere d ).
Se si decide invece di prendere a prestito accresce il consumo presente di una misura pari a b
riducendo il consumo futuro ( paniere f ).
Ripetendo questo procedimento si pu determinare il consumo futuro in corrispondenza di ciascun
consumo presente;cos facendo si ricava il vincolo di bilancio intertemporale B
1
.
Lintercetta verticale del vincolo indica quale potrebbe essere il livello di consumo futuro se il
consumo presente fosse pari a 0 .
Lintercetta orizzontale indica lammontare massimo che il consumatore pu consumare nel periodo
presente.





























LIMPRESA E I SUOI OBIETTIVI
Limpresa unorganizzazione che acquista e vende beni e servizi.
I dirigenti dellimpresa devono decidere:
1. Che cosa dovrebbe produrre limpresa
2. Come dovrebbe produrlo
3. Quanto dovrebbe vendere limpresa e a che prezzo
4. Come deve essere pubblicizzato il prodotto
La teoria dellimpresa presuppone che le imprese cerchino di massimizzare il profitto e hanno 2 tipi
di scelte (quantit ottima di input e q ottima di output).

IL PROFITTO ECONOMICO
Lobiettivo delle imprese quello di massimizzare i profitti, che sono dati dalla differenza tra le
entrate delle imprese e le spese.
Limpresa riceve denaro nei mercati dei prodotti quando i consumatori acquistano beni che essa ha
prodotto. La somma complessiva incassata attraverso la vendita viene chiamata RICAVO TOTALE.
Poi limpresa deve spendere per pagare tutto ci che utilizza nella produzione. La spesa per
lacquisto degli input viene chiamata COSTO ECONOMICO TOTALE.
Quindi: PROFITTO ECONOMICO = RICAVO TOTALE COSTO ECONOMICO TOTALE

Il profitto quindi ci che rimane ai proprietari dellimpresa dopo aver pagato tutti i fattori usati per
la produzione.
Presa in esempio la tabella: il proprietario dellimpresa ha speso 73000 per la retribuzione dei
dipendenti, , 24000 per laffitto dei locali e 47000 per lacquisto delle materie prime. Il conto
economico sarebbe quindi 144000, ma non correttissimo a livello economico.
Difatti bisogna considerare il costo-opportunit del lavoro del proprietario dellazienda, ossia il
valore che avrebbe nel suo migliore uso alternativo. Se invece di essere il proprietario dellazienda
lavorasse come dipendente in un altro luogo guadagnerebbe 30000, quindi lavorando nella sua
impresa come se spendesse 30000 euro del suo lavoro. Poich il proprietario non versa
esplicitamente la quota a se stesso, questa prende il nome di COSTO IMPUTATO. Tenendo conto di
tale costo, il costo economico dellimpresa diventer 144000 + 30000 = 174000.
Quindi per calcolare il profitto economico bisogna costo economico totale sommandovi il costo-
opportunit di tutti gli input.

MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO
Se unimpresa vuole determinare il volume di produzione che le permette di ottenere il max profitto
deve conoscere la regola che intercorre tra la q prodotta e il profitto corrispondente.
Sappiamo che il profitto dipende dal ricavo e dal costo corrispondente, ma bisogna analizzare
meglio i 2 elementi.













IL RICAVO TOTALE
E la somma complessiva che unimpresa riceve grazie alle
sue vendite.
Se limpresa vende tutti i prodotti allo stesso prezzo il
ricavo sar uguale al prezzo di ununit per il numero di
unit prodotte. Questo significa che il ricavo totale dipende dal volume di
produzione, direttamente e indirettamente. Questo perch maggiore la q
prodotta, maggiore sar il ricavo dellimpresa. Tuttavia la q venduta influisce
indirettamente sul ricavo per leffetto che esercita sul prezzo, infatti il prezzo max
a cui limpresa pu vendere dipende dalla q che vuole vendere. R= p x q

La relazione tra il prezzo al quale limpresa pu vendere i prodotti e il numero di unit vendute
viene chiamata CURVA DI DOMANDA DELLIMPRESA.

COSTO TOTALE
E la spesa dellimpresa per lacquisto di fattori produttivi e
input e dipende dalla quantit degli input e dal loro prezzo. Il
costo totale di produzione della q X la spesa minima che
limpresa deve sostenere per produrre X unit. LA CURVA DI
COSTO TOTALE la scheda indicante la relazione che c tra il
costo tot dellimpresa e il suo volume di produzione. C=rK+wL


REGOLE PER LA MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO
RICAVO MARGINALE E COSTO MARGINALE: Il profitto pari alla differenza tra ricavo totale
e costo totale, quindi la variazione del profitto sar variazione del ricavo variazione del costo.
La variazione del ricavo a seguito della vendita di ununit in pi prende il nome di RICAVO
MARGINALE (MR).
Il COSTO MARGINALE (MC), ANALOGAMENTE, la variazione del costo totale conseguente
alla produzione di ununit in pi.
1. REGOLA DEL PROFITTO MARGINALE: Immaginiamo che limpresa sia in un
mercato di concorrenza perfetta. La variazione del profitto conseguente alla produzione di
ununit in pi pari al ricavo marginale meno il costo marginale. Quindi se il ricavo
maggiore del costo un incremento della produzione far aumentare il profitto. Limpresa
quindi deve produrre ununit in pi ogni qualvolta la somma guadagnata grazie alla vendita
di ununit aggiuntiva sia superiore ai costi usati per produrre quellunit. Se il costo diventa
maggiore del guadagno bisogna invece diminuire la produzione. Limpresa ottiene il
massimo profitto in corrispondenza dellintersezione tra la curva del costo marginale e
quella del ricavo marginale.
Ci significa che limpresa deve aumentare la produzione fino a quando MR=MC
2. REGOLA DELLA CESSAZIONE DELLATTIVITA: limpresa deve sempre
confrontare il profitto ottenibile grazie alla produzione con quello che guadagnerebbe o
perderebbe se decidesse di chiudere. Quando unimpresa chiude vengono venduti tutti gli
input, di conseguenza il costo marginale sar pari a zero. Quindi unazienda deve chiudere
nel momento in cui il suo profitto minore di zero.
REGOLA: se in corrispondenza di qualsiasi volume di produzione il ricavo inferiore al
costo limpresa dovrebbe cessare lattivit.
3. REGOLA PER LUTILIZZO DEGLI INPUT: limpresa utilizza unit aggiuntive di
input fino a che il beneficio maggiore del costo


LIMPRESA CHE NON FA IL PREZZO
E unimpresa che prende le sue decisioni con la consapevolezza di non poter influire in alcun modo
sui prezzi dei prodotti che vende o dei fattori che acquista.

LA FUNZIONE DI PRODUZIONE
Prendiamo come esempio unimpresa che utilizza i fattori produttivi per costruire automobili.
Concentriamoci sulla scelta tra due input: il lavoro L e i robot K. Tra tutte le combinazioni possibili
di K e L bisogna selezionare quelle efficienti, ossia quelle per le quali:
- Data Q sono minime le quantit di K e L
- Dati gli input K e L e massima la quantit Q prodotta

La funzione di produzione una scheda indicante il massimo volume che limpresa pu ottenere
con una data combinazione di input. La produzione totale massima totale che pu ottenere limpresa
viene definita PRODOTTO TOTALE DI K E L.
Dati vari punti Q(K;L) si costruisce la curva.

La funzione produzione pu essere rappresentata in 3 diversi modi:
1. Stessa Q, ma diverse tecniche produttive. In questo caso si studia la sostituibilit tra
MRTS e ISOQUANTO.
2. Stessa tecnica, ma diverso volume di Q. In questo caso si studia il rendimento di
scala.
3. Stessa dimensione; diverse Q per diversi utilizzi di input. In questo caso si studiano i
rendimenti marginali, ossia la curva prodotto totale e produttivit marginale del
lavoro e del capitale.


STESSA Q, MA DIVERSE TECNICHE: ISOQUANTO.
Consideriamo il grafico. Sullasse X abbiamo il lavoro, sullasse y i
robot. Ogni punto del grafico rappresenta una combinazione di robot
e lavoro e quindi corrisponde ad una certa quantit di prodotto.
Supponiamo che si vogliano produrre 180 automobili al giorno. Si
possono impiegare 500 lavoratori e 350 robot (punto a) oppure 1000
lavoratori e 220 robot (punto b), ecce cc.
Unendo tutti i punti considerati si ottiene un ISOQUANTO, ossia la
curva indicante tutte le combinazioni di due input che permettono di ottenere lo stesso volume di
produzione.
Nel caso generale lisoquanto decrescente e convesso: di conseguenza il MRTS negativo e
decrescente in modulo.


MAPPA DI ISOQUANTI:

E linsieme di tutti gli isoquanti corrispondenti a una certa funzione di
produzione.







SAGGIO MARGINALE DI SOSTITUZIONE TECNICA
Serve per determinare in che rapporto gli input sono sostituibili tra loro. La pendenza dellisoquanti
indica quindi in che rapporto limpresa pu sostituire un input con un altro mantenendo invariato il
volume di produzione.
Prendiamo il punto g in cui limpresa usa L
g
lavoratori e K
g
robot. Supponiamo che lazienda
decida di accrescere di L la q di lavoro impiegata, portandola a L
h
lavoratori. Se limpresa vuole
mantenere invariato il volume di produzione dovr diminuire la q di robot di K, ossia portarla a K
h
.
questo significa che in prossimit del punto g limpresa pu sostituire un input con laltro di un
rapporto pari a K/L, ossia la pendenza dellisoquanto, quindi il MRTS (saggio marginale di
sostituzione tecnica) ci che serve a capire la sostituibilit dei beni.


STESSA TECNICA, MA DIVERSO Q: I RENDIMENTI DI SCALA
Limpresa pu voler decidere cosa fare per aumentare la produzione. Aumentando entrambi gli
input, infatti, la produzione ovviamente aumenter, ma di quanto? Quando limpresa varia la q di
tutti gli input, ma lasciando la stessa proporzione (raddoppia entrambi, triplica entrambi ecc), si dice
che cambia la sua scala di produzione.
In generale si dice che il tasso al quale la produzione aumenta, quando limpresa accresce la q
impiegata di tutti gli input proporzionalmente, definito LIVELLO DEI RENDIMENTI DI
SCALA.
I rendimenti di scala possono essere:
1. COSTANTI: I rendimenti di scala sono costanti quando il prodotto totale cresce
esattamente nella stessa proporzione in cui viene aumentata la q dei fattori produttivi.
2. CRESCENTI: sono crescenti quando unimpresa aumenta la q di input nella stessa
proporzione e ottiene un aumento pi che proporzionale del prodotto totale (ES: input
raddoppiati e produzione triplicata).
3. DECRESCENTI: sono decrescenti quando unimpresa aumenta la q di input nella
stessa proporzione e ottiene un aumento meno che proporzionale del prodotto totale.

Per rappresentare i rendimenti di scala si usano gli isoquanti. Consideriamo il punto a dato da 16
unit K e 12 unit L. una linea che parte dallorigine e passa per il punto a ha pendenza 4/3 mostra
tutte le combinazioni di fattori che richiedono un utilizzo di capitale e lavoro con le stesse
proporzioni del punto a. poich i fattori nei diversi punti hanno la stessa proporzione i punti si
differenziano solo in termini di volumi diversi di produzione dellimpresa.
Partendo da a quanto bisogna spostarsi per avere un output doppio ossia di 200? Osservando la
figura si vede che bisogna andare fino al punto c. questa combinazione contiene meno del doppio
dei fattori produttivi , quindi la tecnologia usata soggetta a rendimenti di scala crescenti. Ecc ecc.














CURVE DEL PRODOTTO

Per sapere quali input usare unimpresa deve determinare i benefici che pu ricavare da questi input.
Il modo per misurarli consiste nel calcolare lincremento di produzione al seguito dellimpiego
dellinput in questione, supponendo che lutilizzo di tutti gli altri fattori rimanga costante.
Il prodotto aggiuntivo che limpresa pu ottenere viene chiamato prodotto marginale (o
produttivit marginale di quel fattore MP).
Se si utilizza L unit di lavoro in pi la q di prodotto sar:
MP = Q/L
Es: se con 1000 lavoratori e 200 robot si fanno 160 auto al giorno e si assume un lavoratore in pi
MP = 160,1. Questo vuol dire che con 10 lavoratori in pi si potr avere un auto in pi al giorno.
I rendimenti marginali possono essere:
1. CRESCENTI: sono crescenti ogni volta che il prodotto marginale di un input cresce
con laumentare della q usata. Si dice che la corrispondente tecnologia caratterizzata da
rendimenti marginali crescenti. Se si fa riferimento alla produzione totale, questa
caratterizzata da rendimenti marginali crescenti quando il prodotto totale aumenta in misura
sempre maggiore man mano che sono aggiunte ulteriori unit di un certo fattore.
2. COSTANTI: sono costanti quando il prodotto marginale rimane invariato man mano
che aumenta la q del fattore impiegato dallimpresa. Si dice che questa utilizza una
tecnologia caratterizzata da rendimenti marginali costanti.
3. DECRESCENTI: anche se il prodotto marginale cresce con laumentare dellutilizzo
di un certo fattore, cresce in misura sempre minore. Il prodotto marginale diminuisce man
mano che aumenta la q impiegata, mentre quella degli altri input rimane costante. Quando
questo accade si dice che la tecnologia impiegata caratterizzata da rendimenti marginali
decrescenti.

ANDAMENTO VARIBILE DEI RENDIMENTI MARGINALI
La stessa funzione di produzione pu riflettere in tratti diversi i 3 casi. Es avere prima rendimenti
marginali crescenti, poi costanti e poi decrescenti ecc.
Ad esempio se in un impresa abbiamo pochi lavoratori, nel momento in cui se ne assumono altri,
ogni lavoratore in pi far aumentare in misura sempre maggiore la produzione totale. Ad un certo
punto per lutilit di un ulteriore lavoratore inizier a diminuire, ossia limpresa avr pi lavoratori
di quelli che possono lavorare. Quando si raggiunge questo punto i rendimenti marginali inizieranno
a diminuire.
Poich sono moltissime le attivit caratterizzate da rendimenti marginali decrescenti spesso si parla
di LEGGE DEI RENDIMENTI DI SCALA DECRESCENTI.















I COSTI
Serve capire come limpresa sceglie la combinazione di fattori ottimale per ottenere un determinato
volume di produzione, ossia come limpresa sviluppi un metodo attraverso il quale pu scegliere il
sistema meno costoso per produrre la quantit di beni desiderata.
Serve sapere che cosa si pu fare (vincolo tecnologico). Scelgo quello che mi
conviene fare: la combinazione produttiva per la quale minimo il costo di
produzione.
Le decisioni dellimpresa riguardo ai fattori della produzione dipendono dallanticipo
con cui devono essere prese, essendo tanto pi numerose quanto pi distante
lorizzonte temporale.
Quindi la definizione di costi deve tenere conto del tempo necessario per modificare
la combinazione di fattori utilizzati. Si distinguono quindi i costi di breve periodo e
quelli di lungo periodo

I COSTI NEL BREVE PERIODO
Supponiamo che unimpresa possa diminuire o aumentare i lavoratori nel giro di
pochi giorni, quindi questi sono un fattore variabile nel breve periodo. I robot invece
sono un fattore fisso nel breve periodo, poich ci vogliono parecchi mesi per
installarli.
Se limpresa ha 220 robot e vuole produrre 180 automobili al giorno, per ottenere
questo volume di produzione deve utilizzare una combinazione appartenente
allisoquanto X
180
. Dato che il numero di robot fisso a 220, lunico fattore che
pu variare quello dei lavoratori. Quindi se limpresa vuole 180 automobili al
giorno deve assumere 1000 lavoratori.
Determinato questo bisogna stabilire quanto costano questi fattori.
Il costo totale che limpresa deve sostenere deve tener conto del costo-opportunit
dei fattori.
Supponiamo che il valore duso del capitale sia 200 al giorno per i robot e che il
salario giornaliero dei lavoratori sia di 100. Se limpresa utilizza 1000 lavoratori e
220 robot la sua spesa per il lavoro sar di 100.000 (100 x 1000), mentre
quella per il capitale sar di 44.000 (220 x 220). La spesa totale per i fattori
ammonta quindi a 144.000.
Il costo-opportunit dei 220 robot per produrre 180auto 0, perch nel breve
periodo il capitale un fattore fisso e non ha alcun uso alternativo, solo 100.000
il costo opportunit, quindi il costo economico totale sar proprio 100.000.
IL COSTO ECONOMICO TOTALE DI BREVE PERIODO necessario per produrre X
VIENE INDICATO CON C
SR
.
Per calcolarlo basta:
- Tracciare lisoquanto corrispondente al volume di produzione di cui
vogliamo calcolare il prodotto totale
- Indicare sullasse y la q fissa di capitale K
f

- Individuare il punto X
0
dellisoquanto corrispondente alla q K
f
di
capitale (punto a)
- Moltiplicare la q di lavoro corrispondente al punto a (L
a
) per il salario;
in questo modo si ottiene il costo di breve periodo.

IL COSTO MARGINALE MC
SR
la variazione del costo totale di breve periodo,
conseguente alla produzione di ununit aggiuntiva.

MC
SR
= (q aggiuntiva del fattore variabile per produrre un unit in pi) x (costo
marginale del fattore variabile)

MC
SR
= MFC
SR
/ MP
L

Se limpresa non fa il prezzo MFC
L
= w, perch il costo marginale del fattore
uguale al prezzo di mercato di quel fattore.
I COSTI NEL LUNGO PERIODO
Nel lungo periodi tutti gli input sono variabili, quindi tutte le spese sono costi
economici. Poich limpresa pu variare la q usata di fattori, esse pu anche
sostituire un input con laltro.
Al fine di massimizzare il suo profitto limpresa deve scegliere la combinazione di
fattori meno costosa che le permettono di ottenere un volume di produzione
economicamente efficiente.

LISOCOSTO
Per confrontare il costo di diverse combinazioni di
fattori, immaginiamo di rappresentare graficamente
tutte le combinazioni di robot e lavoratori che costano
allimpresa 300.000 al giorno.
Se i robot costano allimpresa 200 al giorno, mentre i
lavoratori 100.
La spesa sar quindi 200 x K + 100 x L.
Le combinazioni che costano allimpresa 300.000 devono soddisfare lequazione:
200 x K + 100 x L = 300.000 questa lequazione di una retta con:
intercetta verticale = 1500 e pendenza = - .
Questa retta prende il nome di LINEA DI ISOCOSTO IC
300.000
e rappresenta tutte
le combinazioni che hanno lo stesso costo (300.000) per limpresa.
La pendenza dellisocosto indica il tasso con il quale limpresa pu sostituire un
bene con laltro, mantenendo invariata la spesa complessiva.
Per ogni coppia di prezzi dei due fattori esiste un insieme di linee di isocosto
chiamata MAPPA DEGLI ISOCOSTI. Maggiore la distanza dallorigine di una linea
di isocosto, maggiore la spesa che rappresenta.

LA COMBINAZIONE OTTIMA
Gli isocosti si usano per determinare la combinazione
ottima nel lungo periodo, ossia determinare quella che
consente di avere il volume di produzione cercato al
minor prezzo possibile.
Supponiamo che si vogliano produrre 200 automobili al giorno.
Lisoquanto X
200
rappresenta tutte le combinazioni di lavoro e capitale con cui si
pu ottenere questo vol di produzione.
Sovrapponiamo la mappa di isocosti allisoquanto.
Supponiamo che si valuti di utilizzare il punto a.
Questa combinazione consente di produrre 200 auto. E la meno costosa?
Per vederlo prendiamo es b che si trova su un isocosto pi vicino allorigine, quindi
a non la meno costosa.
Si pu andare avanti cos fino a trovare e
1
. Questo punto anche il punto di tg
dellisoquanto con lisocosto pi vicino allorigine.
Dato che e
1
si trova sulla linea di isocosto IC
130.000
significa che la spesa minima da
affrontare per produrre 200 auto di 130.000.








IL COSTO TOTALE DI LUNGO PERIODO C
LR

Per disegnare la curva:
- Si sceglie un vol di produzione
- Si individua la combinazione di fattori ottimale trovando punto tg tra isoquanto e
isocosto
- Si calcola il costo di questa combinazione di fattori (PREZZO PER FATTORE 1 +
PREZZO PER FATTORE2)
- Si rappresenta in un grafico il punto della curva di costo tot ottenuto

Il costo marginale di lungo periodo la variazione del costo tot di lungo periodo che si registra
quando viene prodotta ununit in pi.


DALLA COMBINAZIONE OTTIMA ALLACURVA DEL COSTO
Nella realt gli elementi che abbiamo considerato costanti variano.

VARIAZIONE DEL PREZZO
Supponiamo che il costo dei lavoratori salga da 100 a 115
al giorno. Si riporta la situazione iniziale sul grafico, con
situazione di equilibrio in e
1
.
A seguito del cambiamento di prezzo deve variare la
situazione di equilibrio, quindi deve cambiare o
lisoquanto o lisocosto. Il primo dipende solamente dalla
tecnologia utilizzata e il volume di produzione, quindi e
non centra nulla con i prezzi dei fattori, quindi non
cambia.
La mappa degli isocosti invece risente della variazione di
prezzo di un fattore produttivo. La nuova pendenza dellisocosto data dal rapporto tra il nuovo
prezzo del lavoro e il prezzo del capitale. Data la nuova mappa di isocosti. Data questa nuova
mappa di isocosti il nuovo punto di equilibrio e
2
. La q di lavoro diminuisce mentre quella di
capitale aumenta.
Ci ha senso perch dato che il prezzo di un fattore aumentato lo si sostituisce con laltro.

VARIAZIONE DEL VOL DI PRODUZIONE
Se unimpresa vuole aumentare il volume della produzione da 200 a 201 auto al giorno.
Sono rappresentati 2 isoquanti: quello iniziale X
200
e quello nuovo X
201
. Il punto di equilibrio
iniziale e
1
. Se limpresa aumenta il volume il nuovo punto di equilibrio e
5
ossia il punto di tg tra
lisoquanto e la linea di isocosto. Si pu andare avanti cos. La linea che unisce tutti i punti di
equilibrio viene chiamata via dellespansione.












IL MONOPOLIO
Struttura di mercato caratterizzata da gruppi di industrie alle quali non si pu applicare il modello
concorrenziale.
4 ipotesi fondamentali del modello del monopolio:
1- Il venditore in grado di influire sul prezzo modificando la produzione. La curva di
domanda in decrescente. Infatti aumentando il vol di produzione il prezzo scende.
2- Ci sono quando un venditore prende le sue decisioni non preoccupandosi delle
reazioni degli altri venditori.
3- Esistono ostacoli che impediscono allindustria di entrare sul mercato
4- I compratori non fanno il prezzo

IL BREVE E IL LUNGO PERIODO PER IL MONOPOLISTA
Nel caso del monopolio laccesso al mercato delle altre imprese completamente bloccato.
Unimpresa che opera in condizioni di monopolio al massimo adeguer il sistema di produzione nel
lungo periodo.

IL RICAVO MARGINALE
In caso di monopolio la curva di domanda e di mercato coincide con la curva di domanda
dellimpresa (unico venditore del prodotto).
Il ricavo marginale dellimpresa dato dal prezzo unitario x la quantit venduta.
Il ricavo marginale la variazione del ricavo totale a seguito della produzione di un unit in pi.
In corrispondenza di certi volumi di produzione il ricavo marginale negativo.
Nel caso di questa impresa il ricavo marginale inferiore al ricavo medio. Quest ultima relazione
vale x qualunque venditore decisore del prezzo.
Analizzando questa situazione graficamente si vede che la curva del ricavo medio decrescente.
Se limpresa vendesse X
A
beni il prezzo sarebbe P
A.

Se limpresa decidesse di vendere un unit in pi il prezzo diminuirebbe (da A a B ).Ci ha effetto
sui due ricavi dellimpresa cio:
Essa otterrebbe un ricavo aggiuntivo dalla vendita di un unit in pi (Superficie A ) e la
diminuzione del prezzo unitario ha un effetto negativo sul ricavo totale dell impresa. In seguito alla
diminuzione del prezzo limpresa perde una somma pari a (P
A
P
B
) * X
A
.Questa perdita
rappresentata dalla superficie B .
Per questo motivo il ricavo marginale inferiore al prezzo dell ultima unit venduta a ogni volta
che X
A
maggiore di 0;Ossia la curva del ricavo marginale sta al di sotto della curva di domanda
tranne quando il volume di produzione uguale a 0.
Lincremento del ricavo totale conseguente alla vendita dellunit marginale = prezzo * quantit
venuta in pi.
Pendenza della curva di domanda = variazione di prezzo / variazione di quantit.













APPLICAZIONE DELLE REGOLE PER LA MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO
La<prima regola afferma che il monopolista se non decide di cessare lattivit sceglie il volume di
produzione in corrispondenza del quale il ricavo marginale uguale al costo marginale. Per trovare
il prezzo a cui vendere questo volume di produzione (prezzo massimo) :
Bisogna partire dalla quantit X
1
sullasse orizzontale e spostarsi verso lalto perpendicolarmente
fino a raggiungere un punto nella curva di domanda infine bisogna trovare il prezzo corrispondente
( P
1
).
Per un monopolista il prezzo di equilibrio sempre superiore al costo marginale. Una volta
determinati quelli che sarebbero il prezzo e il volume di produzione ottimali rimane da stabilire se
per caso il monopolista farebbe meglio a cessare lattivit. In questo caso il prezzo unitario
decisamente superiore al costo medio quindi in corrispondenza del punto di equilibrio limpresa
preferir produrre anzich cessare lattivit.


IL BREVE E IL LUNGO PERIODO PER IL MONOPOLISTA
Anche nel caso del monopolio lanalisi praticamente identica per entrambe le situazioni. Se si
deve prendere una decisione di lungo / breve periodo si tiene conto del costo marginale del
lungo/breve periodo e di quello medio di lungo/breve periodo. Nel caso di monopolio laccesso al
mercato delle altre imprese completamente bloccato. Un impresa che opera in condizioni di
monopolio al massimo adeguer il sistema di produzione nel lungo periodo. Il fatto che lacceso al
mercato sia bloccato ha un importante implicazione nel profitto dellimpresa: il profitto di chi gode
limpresa non viene annullato dalla nascita di nuove imprese quindi un impresa monopolistica pu
ottenere un profitto economico positivo anche nel lungo periodo.

CONFRONTO TRA MONOPOLIO E CONCORRENZA PERFETTA
Supponiamo che esistano dieci pozzi dai quali si estrae un certo petrolio e che ciascuno di questi sia
in grado di produrre a costo zero un litro al giorno e non di pi. La domanda di mercato di questo
prodotto data dall equazione
X = 16 P
Supponiamo che ciascun pozzo abbia un proprietario diverso, se i 10 proprietari si comportano
come se operassero in concorrenza perfetta ciascun proprietario massimizzerebbe il suo profitto
producendo la quantit in corrispondenza della quale il prezzo coincide con il costo marginale.
Questo implica che la curva dofferta coincide con la curva marginale. Sommando le dieci curve
individuali si ottiene la curva di offerta di mercato Se tutti i proprietari sono costretti a vendere il
loro pozzo a un magnate della zona il prezzo e la quantit di equilibrio cambierebbero. Se limpresa
non produce pi di dieci litri il costo totale uguale a 0.L conseguente curva del costo marginale
coincide con il costo marginale .
Confrontando i risultati si pu notare che un monopolista proprietario di diversi stabilimenti
produce una quantit minore rispetto a quella che produrrebbero pi imprese in concorrenza tra loro
nel caso si trovassero davanti alla stessa curva di domanda.
REGOLAMENTAZIONE DEI MONOPOLI
Per regolamentazione si intende lintervento massiccio dellautorit pubblica nel funzionamento di
un mercato .Si prenda come esempio la fornitura di servizi telefonici; in questa industria operano
troppe poche imprese perch ci sia concorrenza quindi le imprese pubbliche sanno che dal libero
gioco delle forze di mercato non risulteranno un prezzo e un volume di produzione efficienti.
Tuttavia dato landamento dei costi sarebbe inefficiente suddividere lattuale volume di produzione
tra un numero pi elevato dimprese.




Esaminiamo le curve di domanda e del costo marginale di un impresa:
se il settore non fosse regolamentato limpresa fornirebbe i suoi servizi a X
1
famiglie al prezzo di
50 al mese. Ci sarebbero consumatori disposti a pagare un prezzo superiore al costo marginale
quindi esiste una gamma di volumi di produzione maggiori di X
1
in corrispondenza dei quali la
curva di domanda st ancora al di sopra della curva del costo marginale. Per correggere ci
simpongono regole allimpresa e conseguentemente limpresa reagisce a queste regole per salvare i
suoi interessi; questo ha tre sostanziali conseguenze:
1- Bisogna fare in modo che limpresa regolamentata non subisca perdite
2- Un impresa regolamentata cercher di trarre vantaggio dalle informazioni riservate di
cui dispone
3- Le regole imposte al monopolista possono avere effetti imprevisti.

LA DISCRIMINAZIONE DEL PREZZO
In alcuni mercati il paese applica prezzi diversi ad acquirenti diversi. Se un impresa fa ci si dice
che pratica la discriminazione del prezzo.
La ragione per cui si attua la d.d.p. che il monopolista sa che non tutti hanno la stessa disponibilit
a pagare per un certo bene. Di conseguenza se un impresa in grafo di applicare la d.d.p. allora pu
far pagare un prezzo elevato ai clienti con disponibilit maggiore e nello stesso tempo riuscire a
renderlo anche a coloro che hanno una disponibilit a pagare. Le condizioni necessarie per trarre
vantaggio dalla d.d.p. sono :
1- Il venditore devessere un decisore del prezzo: se limpresa non fa il prezzo tutti i
consumatori sarebbero disposti a pagare lo stesso prezzo unitario, per cui limpresa non
potrebbe fare altro che fissare il prezzo secondo la loro disponibilit a pagare. Se, invece, fa
il prezzo, ci si trova davanti ad una curva di domanda decrescente. In questo caso quindi,
risulta vantaggioso per lui alzare il prezzo a coloro che hanno una maggiore disponibilit a
pagare.
Per far si che unimpresa possa applicare diversi prezzi a diversi consumatori deve essere
soddisfatta una seconda condizione, ossia che:
2- Limpresa deve essere in grado di classificare i consumatori in base alla loro
disponibilit a pagare:
bisogna suddividere, anche grossolanamente, i consumatori in diverse categorie, sapendo
che ognuna delle categorie avr una disponibilit a pagare differente per un dato tipo di bene.
Per far si che questa cosa venga soddisfatta serve una terza condizione:
3- I consumatori non devono poter praticare larbitraggio: il sistema per cui i
consumatori comprano un bene ad un prezzo ridotto e lo rivendono a persone che hanno
una maggiore disponibilit a pagare.





LA DISCRIMINAZIONE DEL PREZZO DI PRIMO ORDINE (O DDP PERFETTA)


La si ha quando unimpresa riesce a vendere ciascuna unit di
un dato prodotto a un prezzo che coincide con la cifra massima
che lacquirente disposto a pagare per quellunit. Questo
tipo di discriminazione nella realt quasi impossibile da
vedere.








DISCRIMINAZIONE DEL PREZZO DI TERZO ORDINE



E possibile che il venditore riesca a rilevare alcune
caratteristiche dei consumatori, in qualche modo
indicative per capire la loro disponibilit a pagare.
I consumatori vengono quindi suddivisi in gruppi, ad
ognuno dei quali vengono applicati prezzi diversi anche
se le unit sono vendute al medesimo prezzo.

















































Gonso u EcoNoMrR Pourrcn I (Gnuneo A-D) - PRovA scRtrrA 8 FEBBRA|o 2011
Gognome e nome..... ........matricola
e data di nascita ....firma
ffiffi.
euAlr soNo soMrGLrANzE E DTFFEREN=E TRA:
r
bene Glffen
gi
definisce rispetto.a variaioni di PREZO. E eccezione alla curva di dornanda: se p aumenta,
aumenta anche la quantlt acquistata. Qusto
pu accadere perch bene cosi infedore c{te ER dl segno
contrario all'ES, ma maggiort in modulo. Curua PCC toma indidro
r
bene inferiore ai definisce rispetto a variazioni di REDDITO. E inferiore oe quando divento pi ficco ne
compro di meno. [a curva redditoconsumo decreecente se y il bsne inferiore.
gJ
o
si riferiscono entrambi a interventi pubblicisul morcato pertentare di aurrentare gli scambi
gu
un ceo
mercato. Lo scopo promuovere gli scambi di beni particolarmente impoanti per I cittadini (eeempio
abitazioni) o che sivogliono proteggere (teatri), e in censo lato indune effeti
positivi gu
altri mercati
(per eoempio su mercato del lworo) aumentando gli scambi.
Sussidio una somma dda aivenditori; incentivo dato ai compratori
in entrambi i caoi, venditod e compratod non modificano il loro prezzo
di risenra, ma la curya di offerta
e di domanda del mercato si spostano (entrambe a desfua sattamente dell'importo del ru$idio o
dell'inoentivo).
Lo stato peraltro dovra finanziare queote misur con prellevo fiacale (su altri mercati o in altro modo).
ln monopolio I'enhata bloccata (vade tipologie di baniera) e quindi
c' un unica impresa
in conc mon I'ettrata libera, ma ciascuna imprcoa, differenziando il proprio prodotto
si compora
per
la sua nicchia di mercato oome un piccolo monopolista
in entrambi icmil'impresa ha
poteredi
mercato: p>illC
in monopolio presente
extraprofito p>AC
in concon monop nel lungo pefiodo C solo profitto normale pAC perch entrano imprece finch c'
extraprofifro (spostando a
gn
curva di domanda|
in entrambi i casi non si raggiunge la dlmengione ottima di impresa (per la colldtivit)
o nel modello d
iltn,
ilflIlFodelle
elle molte ecelte ottime
a
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o
,,,"G

t.j
0
L equilibrio
r nelmodello
di
m,
quella
dove'
due imprese
w&''decreaentii
"decrescenti" si riferisce in entrambi i casi al fdto che la produzione tdale (Q) aumenta in misura meno
che
propozionale
nel caso di rendimenti marginali la variazione di Q confrontata con la variazione dl un inpd (esempio
L) tenendo cogtante l'altro
{eoempio
Q}: ai studia la funzione di produzione nel breve pedodo
nelcaeo di rendimentidi scala la variazione di Q confrontata con la variazione di entrambi gli inpr
(tenendo costante KIL e quindisulla stessa tecnica produttiva): si sudia, cio, la funfone di
produzione di lungo pedodo.
i
r sonoeduarloi modflr dr
I
liffi
Per quale motivo se il mercato comorreq?i1lg.n4,l$nqo:
perigdqil
possibile
raggiungere una
posizione di efficienza alloctid? si rappresent questa situazione
e si commenti.
IMPRESA
t
,
t
t
*
-a2
I
q*
Nel mercato di cp fino a che p>AC entrano imprese e la curya di domanda del
mercato sispota verco il basso fino al punto in cui il prezo di mercato
=
ilG lungo
=
MG breve
=
AC lungo
s
AG breve. Da questa uguaglianza deduciamo che il prczzo di
mercato sicuramente colncide con il minimo della curva del costo di lungo periodo
(e di breve periodo per I'impianto di dimensione ottimale). L'impresa concorrenziale
produce con l'impianto di dimensione ottima (ha sfruttato tutte le economie di scala)
e lo usa in maniera ottima.
sul mercato (grafico di sn si mx il surplus (sifanno tutti gliscambivantaggiosi)
ln sintesi si produce e si scambia la quantita "ottima" di bene e questo bene
prodotto al costo minimo possibile. Gi significa che si raggiunge una situazione di
efficienza allocativa (ilmeglio con le risorse scarse a disposizione della collettivit):
Si disegni e si commenti una situazione in cuiim&-!!W,p!Fqa
,hT,9-.v Perioqo
realizza ln
questo
caso l'impresa rimane sul mercato?
Per misurare la perdite coffibile occorre
considerare il costo compren$ivo delle spese
irredimibili (se cosb medb complessivo
maggiore del
pnezzo.
la difErenza perdita
contabil).
Per mFurare il
profitto
economlco sl conslclera
soltanb il coEto'economho" vero, cio quello
per cui gli input hanno un cosMpportunft
positivo. se pcosto
medio albre esiste profiilo
econom bo (extra profitto).Alf impesa co rvie ne
rimanere sul rnercato perch se non
prodr.Ese la sua perdita contabib sarebbe
ancora pi elevata. pari
alfintero coso fisso
GLDA. mentre in questo
caso
pari
soltanto
afarea GPBA.
Q"
a
a
1
F
SJfr-seriscano
lavoratori
le seguenti e si commenti
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4
2
A
B
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Ir*
t0 L
'50
100
200
robot auto
1000
2200
220A
o
A e B stessa tecnica produttiva (?50
=
4lfiO\: se raddoppio gli input produco pi del
doppio (rendimenti scala oescenti)
.
B e C stesso isoquanto:
produco
Q costante (2200) con due diverse tecniche (pi
capitalizzata B e meno capitalizzata C)
e
A e B stessa curva del prodotto con K costante
=2:
se con 2 robot quadruplico i lavoratori
(da 50 a 200) la produzione aumenta, ma non di quattro volte (da 1000 aniva soltanto a
22@} i rendimenti maryinalisono decrescenti
della curva del
Si risponda utilizzando
anche rappresentazioni grafiche oppoune.
o Per sapere I'andamento costo marginale di lungo, devo andare a vedere come sono i
rendimentidiscala: nelcaso descritto sono crescenti. Occone allora un aumento meno che
proporzionale degli input (e quindi, dati w e r) del costo di produione per produne il
doppio.
r
Per sapere l'andamento del costo marginale di breve devo controllarc i rendimenti marginali
(produttivita marginale): MC
=
w/MP. nel nostro caso dato che MP diminuisce e w
costante, MC aumenta.
MC BR1/E
a a
I
Ricorrendo anche a oppouni esempi, si spieghi
quali
sono
ffiFdi selezione awersa, si ha perdita di efiicienza
perch t'asimmetria informativa
tende a unire mercati dove si scambiano beni con caratteristiche qualitative diverse. La
soluzione consiste,
pertanto, nel far emergere idue mercati separati, cio nel raggiungere
un cosiddefto equilibrio di'separazione.
Questo si
pu fare tramite un SEGNALE CREDIBIE (per esseere credibile il segnale deve
essere costoso da emettere (es. conseguimento di un titolo di studio,
predisposizone di
capacit produttiva in eccesso....).
Siposson o avere due casi:
.
he d segnale):
.
Titolo di studio
.
Garanzia
.
Segnalazioni obbligatorie
per legge: requisiti
qualitativi
det
prodotto,
certificazioni di
qualit ecc.
-n*canisni
Ai autosete'zi he costringe la
pae pi informata a segnalarci)
.
Tariffe aeree scontate
.
Tipologia di contratti di lavoro per evitarc tumover eccessivo
.
Numero di anni di
patente per assicurazione, ecc,
si d ricorrendo anche a grafiche,
per quale
(non nell'interesse
dell'impresa
qrarf
e'*taf
Regola del profitto marginale nel caso di cartello;
MR= Wn,pt*-nn
=
tr&i^prr*-awe
sivede nel 3 graficg: il
(costruito in modo da
q
potrebbe
I
coRso Dt Ecot{orh PoLlncA I (GRUppo A.D} - PRovA scRtA 25 GEI{NAIO 20ll
.....matrico|a....................-.
Luogo e data dl nasclta ....flrma
a. Sl rappreoeill grafcamente e d ccnnmenti la citualone ln cui ll
I
eurofuturi
C*t
se
per H
{dotazione
iniziale:
MRIS<+r,
llcon$Tnatore diventa
risparmiatore: non consuma
*
tutto ilttro rcddlto corrente h,
ma soltanlo C*o
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presenti
.
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una curya pr@consumo nd cmo in c{i I due bonl a. cheffiae'la
t
-L
Pr2zo
bnz
Clutlnti benzana
Si supponga che-_venga introdotta una A rapprcsenta
quale I'ammontare dell'accisa? aocisa pari al segmento BC (che espdme di quanto sisposta
la curva di orfferta; l'accisa 4 euro
per ogni unita di benzina venduta
devono pagarla i compratori o i venditori? ivenditori perch la curva diofierta dte sisposta
verco I'alto: i venditori vogliono, oltre al loro prezzo di dserva, anche 4 euro in pi su ogni unila
vendutia da dare alfiEco
I'onere economico ricade sui compratori o suivenditori? su entrambi:
per icompratod pari a 1
eurc (di quanto aumentra il prezzo di acquisto: 11-10); per ivenditori
pari a 3 euro (di quanto
diminuisce ilprezo che essi incassano efiettivamente rispetto alla situazione prccedente: incassano
1 1, danno 4 allo stato e si tengono 7- il loro onere pertranto pari a prezzo originale 1A-7
=
3 euro
quale la spesa dei consumatori
prima e dopo l'introduzione dell'accisa? spesa
=
prezzo per
quantit: prima dell'acciso
=
10x120=1200 - dopo I'a@isa l1 x 100=1100
quale il gettito fiscale? I'entrata per lo stato: accisa x quantit scambiata
=
4 x 00
a quanto ammonta ilsurplus delconsumatore
prima e dopo I'introduzione dell'accisa?
PRIMA: AREA ZAK (120x8):2=480 euro; DOPO: area ZBF (100X7):2=350
e quello deiproduttori? PRIMA: AREA I(AN (120x10):2=600 euro; DOPO: area HCN
(100X7):2=350
a quanto ammonta l'eccesso di preseione? il surplus
perso dalla collettivila - area ABC
=
(20x4):2a 40 euro
la posizione di equilibrio B un ottimo allocativo? Perch? No, perch a causa dell'imposizione
fiscale non sifanno tutti
gli scambi possibilie quindi minore il beneseere della collettivila. Anche
sommando allo surplus deiconsumatori e deiproduttori ilsurplus dello stato (pari all'arca HBCN) il
surplus omplessivo in B (area ZBCN) minore rispefto alsurplus in A (area ZAN): la differema
I'eccesso di pressione (vedi punto 8)
120 1('(,
1.
2.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
si
ln
adeguatamente:
produttive
nei grafici
e si commenti
L=l000
A
B
c
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500
1000
500
robot
40
20
20
auto
10.000
10.000
8.000
500
ffffi#:{#rf
per ll brcve perlodo possiile:
r il costo marginale di breve dipende infatti dall'andamento della produttivita
marginale e
guindidai rendimenti marginali: MC
=
MP.
o
ln questo
caso, @nfrontiando C e B (sulla stessa curva della prodr.tivit
marginale) vedo
che i rendimenti sono decrescenti (raddoppio i lavoratori, con gli
sfessi robot) e la
produzione
aumenta di meno del doppio.
o
la curva delcosto marginale di breve periodo
, pertanb,
crescente
per il lungo puiodo tYOtll possiDile con i dati a dlsposizione:
r
il costo marginale di lungo dipende infatti dai rendimenti di'scala, ma in questo
caso non
riusciamo a capirc come varia il prodotto quando
variano entrambi i fattori sulla stessa
tecnica produttiva:
le combinazioni A, B e C in questo
caso conispondono infatti a tre
diverse tecniche produttive
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Rispetto all'impresa in cp, l'impresa in concorreruza monopolistica:
o -gode di potere di mercato perch ptMC (dovuto alla differenziazione del prodotto e quindialfatto
che pu basarsisu una curva didomanda individuale decrescente, mentre quella dicp, dato che il
prodotto omogeneo, orizzontrale
o -utilizza un impianto non ottimo per la collettivit e quindi, pur minimizzando i propri costi, produce
con un coeto di produzione pi alto di quello che sarebbe possibile
o -oomuhgue usufruisce soltranto di un profitto normale perch il prezzo parialcosto medio di
produzione
2. Si rappresenti I'equilibrio di una
Si evidenzi sul grafico la perdita di
(max vendite-Baumol)
dal compoamento dei manager.
A la quantit che sarebbe scelta dal principale (azionisti) meno infonnato che vuole ma:< il profitto
(MGMR), essendo la grande impresa assimilabile a una impresa monopolista
B la quantit che invece viene scelta dall'agene (manager) pi informato che preferisce mor le vendie (al
ricavo totale massimo corrispondente un ricavo marginale nullo
L'area gialla la pedib di profitto (pari alla sornmatoria della differenza tra MR e MC); questa perdita non
pu essere eccessiva perch esise un controllo esterno da parte del mercato del capitale tamite una minaccia
di takeover ostili.
L'areaverde il recupero di surplus per Ia colletivita, perch il comporlamento slale dei manager fa
awicinare I'equilibrio dell'impresa a una situazione concorrenziale.
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