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PROGETTO “FRAGINE RESTART”

Il progetto ha lo scopo di
indicare un possibile percorso
di programmazione politica
economica a medio termine
con l’obiettivo finale di
evitare la altrimenti certa
scomparsa d’ogni traccia di un
paese rurale (Fraine), uno dei
tanti comuni montani che, per
un periodo lunghissimo
protrattosi fino all’ultimo
dopoguerra, sono stati gli
Foto d’epoca - Piazza S. Maria . La Fontana caratterizzava tutte le piazze di
elementi primari della storia
Fraine. Con la messa in opera della rete idrica furono tutte eliminate per d’Abruzzo. Essi ne hanno
evitare sprechi . Il crescente fabbisogno idrico, soprattutto nel periodo estivo, condizionato la cultura e le
ha determinato disagi considerevoli a causa del conseguente razionamento
delle risorse. Ciò ha influito negativamente sul turismo locale ed in particolare abitudini di vita contribuendo
ha spinto parte dei vacanzieri abituali a rinunciare al loro periodo di ferie a da a modellare indubbiamente lo
trascorrere a Fraine .
stereotipo del cittadino
abruzzese.
La conservazione demografica e
l’eventuale ripresa dovranno passare attraverso
incentivi mirati a rendere oggettivamente
conveniente per gli attuali residenti stabilire la
propria dimora abituale in loco e ad agevolare
un eventuale ritorno (anche per periodi parziali
dell’anno) di persone ancora legate da vincoli
affettivi, relazionabili all’infanzia vissuta nel
proprio paese d’origine e caratterialmente
forgiate da rilevanti, sempre vive abitudini di
vita assimilate dal contesto familiare. Inoltre
bisognerà porre in essere azioni che
“convincano” chi comunque preferisce stabilirsi
altrove, a trascorrere, almeno periodi parziali a
Fraine, per creare un discreto movimento
sempre utile per trattenere risorse economiche
La pietra dalle sfumature incredibilmente
variegate ed uniche, i coppi di argilla strappati utili, anzi vitali, per raggiungimento del nostro
alla terra di cui ne conservano i caldi colori della obiettivo.
ricca natura circostante, gli archi in pietra che Nel tener presente molto realisticamente,
costituiscono gli elementi architettonici primari
delle abitazioni, le piccole finestre ed il selciato in l’effettiva difficoltà di conciliare le aspettative
sampietrini di roccia viva, caratterizzano Fraine in di progresso individuale oltre che di ciascun
modo assolutamente unico.
nucleo familiare con la decisione di scegliere un

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Centro Montano quale sede di
residenza (problematiche connesse
a studi dei figli, carenze dei servizi
essenziali, difficoltà quotidiane per
l’approvvigionamento, svago, e
quant’altro) è necessario puntare al
conseguimento di un obiettivo
apparentemente secondario, che è
quello di creare/incrementare un
Lo stemma della famiglia Caracciolo, ora ufficiale del Comune di turismo del fine settimana che
Fraine, è ben visibile sul portone d’ingesso della chiesa parrocchiale necessiti di un indotto dal quale
“S. Silvestro”.
tragga linfa vitale un numero più
elevato di cittadini.
Il primo intervento, (la
priorità va al restauro del
Centro Urbano che
rappresenta la risorsa più
consistente) deve essere
decisivo, di forte impatto
visivo, concentrato in una sola
zona che, benché ridotta come
dimensione, sia la più indicata
per diverse ragioni di
opportunità; va curato nei
Interno della chiesa parrocchiale “S. Silvestro” di Fraine.
minimi dettagli per
“convincere” il privato a
seguirne l’esempio.
Il zona oggetto di
restauro dovrà “apparire” tale
da fornire sensazioni
immediate che riconducano
alla semplicità ed essenza di
un tempo; l’intervento dovrà
anche costituire una prova
generale di un auspicabile più
radicale intervento sull’intero
agglomerato urbano.
La realizzazione sarà
Il materiale usato per “legare” le pietre e l’intonaco presentava una utilissima per sottoporre
colorazione giallo ocra determinata dalla presenza nella malta di polvere di
tufo. E’ bene ricreare, sia pure utilizzando materiali più moderni, le stesse all’attenzione di tutti, ma
suggestive originali colorazioni. soprattutto dei meno
fantasiosi e lungimiranti, la
bellezza e la naturalezza delle costruzioni ultracentenarie e costituirà per i cittadini
tutti l’esempio concreto da seguire. Il risultato dovrà essere strabiliante come la
visione di un quadro restaurato che mostra in modo superbo le sfumature la vivacità
e delicatezza dei colori dei materiali naturali che impreziosiscono gli edifici di un
bellissimo ed, a suo tempo, efficientissimo centro rurale.

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L’intervento dovrà fornire un feedback
positivo ed un incoraggiamento a chi avrà
stanziato e destinato qualche risparmio per la
manutenzione del proprio immobile,
convincendo tutti sulla convenienza
dell’investimento e sulla serietà d’intenti e
competenza degli amministratori locali che
così indicheranno a tutti i cittadini il giusto
sentiero da percorrere e che porta dritto ad un
traguardo certamente raggiungibile quando
guidati con onestà e competenza.
E’ necessario emergere dalla mediocrità e
dalla approssimazione dirigendo verso il
traguardo ambizioso e sbalorditivo di regalare
a tutti uno scorcio di paesaggio nella sua
semplicità assolutamente perfetto.
Dopo aver riportato alla luce l’antico
splendore e restituito il gustoso carattere
rurale, per i giovani ancora vicini
culturalmente al caratterizzante “modus
vivendi” della famiglia d’origine, anche se
ormai avviati a stili di vita differenti, più facile
Ottimo esempio di abitazione in via San
Rocco….peccato per i cavi elettrici che “disturbano”
sarà apprezzare l’eredità ricevuta dagli avi e
la gustosa visione dell’edificio. più significativo i loro presumibili successivi
investimenti per la manutenzione e
conservazione dei beni ricevuti. Il beneficio
derivante dal successo dell’operazione è
molto evidente.
La strada da percorrere è dura e bisogna
essere motivati nell’azione di governo oltre
che mossi dal convincimento che le nuove
generazioni sono culturalmente più elevate,
più raffinati e qualificati, quindi capaci di
apprezzare con appropriata competenza tutto
ciò che viene sottoposto alla loro attenzione e
pertanto vanno perseguiti risultati di rilievo
senza accontentarsi della mediocrità.
I giovani, molto più che nel passato,
amano viaggiare e, nel farlo, acquisiscono
conoscenze di nuovi luoghi e paesaggi, ed il
loro arricchito bagaglio culturale li predispone
maggiormente alla attenta osservazione dei
Il selciato va ricostruito con caratteristiche molto dettagli ed alla misurazione critica ma
vicine a quello originale. Sconsigliabile qualsiasi oggettiva della loro bontà; è richiesta pertanto
altra soluzione che preveda l’utilizzo di pietre di
forma, colore e materiale roccioso troppo differente.
una meticolosa attenzione e cautela
Il risultato sarebbe una perdita di identità e stile nell’operare affinché sia fornito un gustoso
certamente non auspicabile. esempio di standard molto elevato che risvegli

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e catturi l’interesse e spingendoli a dare il loro fresco e vitale contributo alla causa.
I nostri antenati, lavorarono
con maestria e gusto
nell’edificare, con materiali
pienamente compatibili con la
generosa natura circostante dando
vita ad un paesino rurale di rara
bellezza che aspetta da troppi
anni essere privato della
maschera assurdamente costruita
con il materiale cementizio
Interno del Salone Parrocchiale ristrutturato ed adibito a saletta proposto dalla civiltà industriale
cinematografica, conferenze utile anche per le varie manifestazioni. A
disposizione della comunità per le varie attività religiose e sociali. che ha coperto la pietra con
indicibile bruttura; Spinti nella
direzione giusta attraverso esempi concreti e forti del loro sapere i nostri ragazzi non
proveranno più alcuna vergogna nell’affermare l’origine della propria famiglia,
riconquistando il positivo senso di appartenenza ad una società contadina antica ed
importante; Sarà solo allora che un bene ereditato (una abitazione ad esempio)
costituirà un indissolubile legame con la loro storia e saranno create le condizioni
necessarie per un utilizzo più intenso del bene stesso; potrà essere base per ottenere
la conservazione della struttura urbana di Fraine attualmente messa in pericolo
dall’abbandono dovuta, in primo luogo, alla scarsa valorizzazione ed utilizzo degli
immobili.
E’ fondamentale scrollarsi di dosso quella incomprensibile vergogna che già in
passato ha provocato la distruzione, in nome del progresso, del “vecchio lavatoio”
(qualcuno ne attribuiva la realizzazione a Ruggiero da Fraine) e l’interramento delle
maestose pietre lavorate sotto le fondamenta del Edificio del COMUNE DI FRAINE,
stigmatizzando, come in una ironica metafora, la mancanza assoluta di cultura e di
sensibiltà del potere politico locale, mossa a suo tempo, solo dalla inaccettabile
presunzione di onnipotenza.
L’elite della società Frainese, arsa dal desiderio di prendere decisamente le
distanze dal passato di un popolo misero e sottomesso, procedeva con la
cancellazione dei segni più evidenti delle umili abitudini, quale quella di abbeverare
gli animali e lavare i panni in un comune volgare lavatoio/abbeveratoio.
Ancor peggio se parliamo di eliminazione del vecchio selciato costituito da
“Sanpietrini” in roccia viva anch’esse sepolte sotto un nero asfalto simbolo
emblematico della corsa alla modernizzazione.
Ovviamente per la programmazione di un piano d’intervento è indispensabile
un’analisi approfondita del “potenziale” territoriale che dovrà essere opportunamente
valorizzato ed il compito primario dell’Amministrazione comunale sarà quello di
finalizzare progetti seri ed efficaci dando un ordine prioritario agli interventi, e porli
in essere ricercando ogni risorsa disponibile da fondi europei, regionali e provinciali
per gli interventi strutturali primari e legiferando intelligentemente per incentivare
investimenti privati.
Indispensabile in tal senso è la designazione dei collaboratori, (anche al di fuori
della popolazione residente ma possibilmente di origine Frainese) in relazione ai
requisiti morali e culturali. Il coinvolgimento di giovani laureati, oggi un po’

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distaccati, produrrebbe un significativo scossone alla loro apatia, risvegliandone
l’interesse. La sensibilità artististica è un’altra dote che permette di vedere meglio le
possibili evoluzione dei vari processi ed interventi e pertanto nei soggetti da
coinvolgere, va certamente ricercata.
Essi devono essere idonei, per le loro qualità professionali e culturali, per spirito
di iniziativa e perseveranza, ad occuparsi con competenza delle sotto elencate attività
(il coinvolgimento di personalità spiccate, affermate e socialmente ben inserite
potrebbe rivelarsi fondamentale nel momento in cui si è chiamati a decidere sui piani
d’investimento):
• Ricerca di risorse pubbliche sfruttabili con aggiornamento continuo sui
contenuti della legislazione europea, governativa nazionale, regionale e
provinciale; importanza assoluta va data alla viabilità verso Vasto invertendo
le tendenze di routine di sistema nella realizzazione dell’opera e convincendo
la Provincia a dare la priorità a quei tratti particolarmente difficili e pericolosi,
che, tra l’altro, esasperano i tempi di percorrenza penalizzando proprio i
Comuni più a monte già maggiormente compromessi dal punto di vista
demografico. Sicuramente procedere su questi tratti consente un sensibile
miglioramento dei tempi di percorrenza; al contrario, realizzare in modo
sequenziale i tratti più a valle (da Vasto a salire), non influisce sensibilmente
su di essi. I nostri ragazzi sono costretti ad un massacro quotidiano per
raggiungere le scuole di Vasto ed insieme ai lavoratori sono messi
quotidianamente in pericolo in special modo durante il periodo invernale. Ciò
rappresenta uno dei fattori particolarmente influenti sulla decisione di
trasferirsi o meno a valle.
• Studio e redazione progetti specifici inerenti le urgenti e reali esigenze della
Comunità;
• Rapporti di Collaborazione con gli altri Comuni della Comunità Montana per
diversificare gli investimenti evitando sperperi di risorse in inutili progetti
speculari (ne siamo pieni di esempi negativi) e concordare sinergicamente i
piani di sviluppo;
• Guida agli interventi privati e verifica del rispetto dei vincoli restrittivi in
materia di ristrutturazioni degli immobili ottenibile attraverso la fornitura
gratuita di consulenza professionale per i cittadini in modo da
“accompagnarli” verso le scelte corrette. In tal senso l’Ufficio Tecnico gestito
attraverso un Geometra/Architetto ed aperto al pubblico per qualche ora
settimanale con consulenza gratuita, potrebbe essere una soluzione certamente
conveniente sia per il Comune che per il professionista che ne trarrebbe
indubbi vantaggi. I “motivi” dei complementi di arredo (quadri ad esempio)
dell’Ufficio dovrebbero tutti essere legati alla architettura di Fraine e
pertanto sono indicate soprattutto foto che ritraggono lavori ben fatti, zone di
particolare bellezza ed anche foto elaborate al Computer che ritraggano
abitazioni non ancora ristrutturate che visualizzino il risultati ottenibili ì
(con interventi saggi). Chi vi entra deve essere incuriosito dalle foto….e
magari scorgendo anche quella della propria abitazione “elaborata al
Computer” potrà ricevere una indicazione corretta su come procedere.).
• Potenziamento attraverso la Pro-loco delle manifestazioni religiose,
folcloristiche, culturali e, perché no, anche goliardiche; L’inserimento nelle

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attività della tradizionale festa di S. Martino, (unica nel nostro territorio) e la
processione del venerdì santo con gli strumenti caratteristici scomparsi negli
anni potrebbe destare un qualche interesse. Di recente si è è dato più peso alla
teoria che la festa di Allowey sia effettivamente stata esportata dall’europa in
america. La nostra Festa di San Martino, la cui memoria si perde negli anni,
ne è l’esempio più lampante. Non è pensabile che nell’800 sia potuta essere
“impotata” dall’America ma è più facile che sia stata da noi esportata
considerando i notevoli flussi migratori oltreoceano (in Italia tornavano in
pochi e non avrebbero potuto influenzare le tradizioni di una intera comunità).
• Ricerca e riscoperta delle risorse culinarie con approntamento di ricettari da
diffondere (in realtà dovrebbe già essere il vademecum dei ristoratori); viene
naturale pensare che tra le risorse più pregiata del territorio c’è l’ottimo
Tartufo, non adeguatamente valorizzato e talvolta attraverso un mercato
sommerso, va ad incrementare e le già cospicue finanze e fama di località già
arcinote. Sarebbe opportuno, compatibilmente con la legislazione in vigore,
regolamentare abbastanza rigidamente lo sfruttamento agevolazioni fiscali (se
possibili) per i residenti. Infine conseguire un marchio D.O.C. dovrebbe
essere d’interesse di tutti i comuni della zona e pertanto va perseguito.
• Potenziamento della rete di comunicazione, attraverso Internet, e preparazione
dei giovani sull’uso di tali mezzi per dare ai futuri cittadini un mezzo
indispensabile per sfruttare le opportunità di un ampio mercato considerando
che sul posto, il bacino di utenza è troppo esiguo per permettere una
qualsivoglia attività commerciale che fornisca un reddito sufficiente.
• Relazione con la comunità frainese all’estero per il rafforzamento dei legami
ancora vivi anche se affievoliti dal tempo, studio di progetti che favoriscano il
rientro vacanziero di molti emigrati oltreoceano ora non più possibile per
mancanza di strutture ricettive (Tanti cittadini non hanno più a disposizione
abitazioni agibili e pertanto sono impossibilitati a rivisitare il loro paese
d’origine ed a far conoscere il paese di origine della propria famiglia ai loro
figli spezzando definitivamente così quel cordone ombelicale che li lega
ancora a Fraine). Coscienti di quanto la sensibilità della Regione Abruzzo

La “Tip e Tap”. Strumento usato nei riti della Settimana Santa.


La “Raganella” rumoroso strumento ottenuto con Sostituiva anche il suono delle Campane dal Venerdì alla
l’inserimento di un ingranaggio in legno su di una “canna”. Domenica di Pasqua (mezzanotte) quando queste venivano
Usata durante la settimana Santa anche nella tradizionale “sciolte”. Tradizione di origine Spagnola considerato che questo
processione al Calvario (Croce di San Rocco – attuale Via attrezzo è tipico anche di altre tradizionionali manifestazioni
Roma). inaltre Città sottomesse in passato alla dominazione Aragonese.
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verso gli emigrati sia grande, è necessario convincersi che un progetto
mirato a creare una struttura ricettiva da porre prioritariamente a disposizione
di cittadini residenti all’Estero (anche se per periodi parziali dell’anno
solare), troverebbe certamente una facile approvazione; Tale progetto può
essere inserito ed accomunato a quello di recupero di qualche edificio di
interesse Storico o di abitazioni attualmente in stato di abbandono; inoltre la
Comunità di Mutuo Soccorso S.M. Mater Domini, che ha già dato ampia
prova di generosità, sarebbe certamente ben disposta a collaborare
fattivamente in tal senso. Palazzo Tilli è indubbiamente l’edificio più indicato
per tale scopo, ma tenendo presente le oggettive possibili difficoltà, non si
escludono altri immobili possibili oggetto di attenzione per il raggiungimento
del nobile scopo.

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RISORSE

1. Centro Urbano

Il centro urbano rappresenta la risorsa più importante


e va posto quale punto fermo di partenza per la ripresa di
Fraine. Risalente circa all’anno 1550 (questa è datazione
della Chiesa Parrocchiale di S. Silvestro P.P.) esso
costituisce l’essenza di Fraine, la sua storia, sin dalla
nascita dopo l’abbandono della vecchia Frainelle; pertanto,
va esso considerato in punto focale su cui concetrare gli
sforzi e dove rivolgere le attenzioni per la programmazione
degli interventi.
L’idea di cosa e come fare è molto semplice....non c’è
niente da inventare ma solo da osservare e ripristinare tutto
avvicinandosi, anche attraverso l’utilizzo di nuovi materiali
innovativi, a com’era nel passato. Se aggiunte o modifiche
La Torre Campanaria della devono esserci è bene affidarsi a professionisti qualificati.
Chiesa Parrocchiale sovrasta le E’ importante, per procede, la collaborazione di un
abitazioni del centro storico.
E’necessario procedere al consulente tecnico (architetto) preparato e soprattutto
consolidamento dell’edificio per profondo conoscitore della cultura e storia di Fraine, di un
poter ristrutturare anche la
pavimentazione della zona più
consulente tecnico specializzato per l’illuminazione al fine
significativa di Fraine. di esaltare gli elementi architettonici più rilevanti creando
un effetto scenografico che non può certo essere affidato
alla improvvisazione. E’ bene avere anche il
supporto di un consulente artistico (al cui
ruolo pongo la mia candidatura non fosse altro
per lo smisurato amore che nutro per la mia
terra, secondariamente per i miei recenti
pregressi nel settore artistico-organizzativo ed
in quasto artista polivante anche se solo per
Feritoie di Difesa – Palazzo Tilli – Di qui era
pura passione.....)
possibile “mirare” sulla zona antistante l’ingresso del La struttura urbana di via Piano della
Palazzo per difendersi dai briganti. Torre consente un intervento globale che
permetterebbe di regalare alla vista di tutti uno
scorcio importante ma soprattutto completo del cuore di
Fraine ovvero nella zona intorno alla quale è
successivamente cresciuto l’intero agglomerato urbano.
L’intera piazza/zona va “scenografizzata” in modo
permanente con arredi semplici che richiamino al
medioevo e decorazioni che ne esaltino l’estetica (es:
sostegni fissi in ferro forgiato per vessili, bandiere e
torce d’epoca da utilizzare anche durante la
rievocazione storica, decorazioni floreali permanenti
muretti e panche in pietra viva etc...
La conformazione è quella di un centro rurale di tipo
Cunicolo in via La Porta – Passaggi
e nicchie simili erano ricavate per feudale il cui perimetro è disegnato dalle umili abitazioni
fruttare gli esigui spazi disponibili.

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dei contadini che si erigono a difesa e protezione degli edifici più rappresentativi
ovvero Palazzo Tilli (sede del potere politico) e la Chiesa Parrocchiale (sede del
potere ecclesiastico). I due poteri si sono a volte uniti data la presenza nella famiglia
di prelati posti alla guida anche della comunità religiosa frainese.
Si presume che l’edificazione sia avvenuta secondo i criteri logici dettati dalla
necessità contingente di difendersi dal brigantaggio diffuso di
cui si narra e per il quale fu abbandonata la vecchia Fraine
(Zona Colle Castello in cui sono visibili le fondamenta del
vecchio torrione di avvistamento.
L’accesso al paese era possibile attraverso due porte di
ingresso: la porta da Capo rivolta verso la via di commercio e quindi
verso Castelluccio (attuale Castiglione Messer Marino) e la la porta da
Piedi verso il Sobborgo di San Rocco (attuale via Roma) frequentata, asu
tempo, da pellegrini e lebbrosi. Difatti “abball a la chiazz” era già una
zona non facente parte della struttura urbana (per piazza si intendeva ,
difatti una zona di mercato e quindi era presumibilmente sgombra da
Vecchia fontana in disuso abitazioni). Queste due porte andrebbero ricostruite (con
- via Piano della Torre - l’apposizione di due archi in pietra che ne conservino la
memoria storica). La Porta da Capo doveva trovarsi sulla casa
dei Di Iorio nel punto in cui, salendo, diventa visibile la chiesa.
La Porta da Piedi nella parte bassa di Via la Porta appunto. Le
costruzioni rigorosamente in roccia di estrazione locale (unica
come consistenza e colorazione) erette in aderenza si
susseguono e sorreggono vicendevolmente costituendo
un’opera monumentale notevole. La quantità di roccia utilizzata
è impressionante. Le mura perimetrali di cascuna abitazione
poggiano solitamente su ampie arcate (generalmente due) che
ne sostengono il peso e qualche volta hanno permesso anche di
guadagnare significativo spazio sotterraneo dal quale sono nati
cunicoli e nicchie ideali per la conservazione a temperatura
Il ferro forgiato costituisce un perfetta del vino ed alimenti vari.
elemento decorativo Percorrendo i silenziosi stretti vicoli caratteristici si respira
ricorrente nel centro storico.
un’atmosfera surreale, che ci riporta indietro nel tempo sino al
medioevo.
Qui nulla è casuale ed anche lo spazio più esiguo è sfruttato ed utilizzato per
scopi vitali. La conservazione di tali caratteristiche va assolutamente salvaguardata
per non snaturarne l’architettura.
Pertanto la demolizione di abitazioni pericolanti va
assolutamente evitata per non variare la complessa
struttura urbana; oltretutto la tecnica costruttiva lega le
mura di sostegno di ciascuna abitazione all’altra; le
abitazioni si intrecciano e compattano formando una
barriera di roccia in cui appaiono incastonate piccole
I coppi ed i mattoncini in terracotta
contengono la “tavolozza” dei colori che porte e finestre. Eventuali fondi e sovvenzioni fruibili per
dovrebbe essere considerata vincolo l’edilizia popolare, qualora possibile in conformità con la
imprescindibile per le ristrutturazioni delle
pareti esterne laddove non è possibile legislazione in vigore, dovrebbero essere utilizzati non
riportare alla luce la pietra e nelle nuove
costruzioni.
per erigere nuove abitazioni ma per riattare le vecchie
fatiscenti e pericolanti consolidandole per la successiva

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assegnazione, (un duplice obiettivo sarebbe così
raggiunto).
Il cemento attualmente nasconde, per gran
parte, la preziosità delle facciate ma
paradossalmente ne ha protetto l’integrità.
Anelli in ferro battuto fissati ai muri esterni per
Il recupero è possibile con spese relativamente
legare gli asini e cavalli durante il carico e lo contenute in quanto lo strato cementizio risulta
scarico delle dei prodotti agricoli e merci.
facilmente asportabile e con costi relativamente
bassi. Qualche immobile già ristrutturato, è facilmente
visibile ed apprezzabile ne è la bellezza delle facciate in
pietra granitica e mattoni in terracotta impreziosite da
parapetti in ferro battuto forgiato da mani esperte che li
rendono pressoché indistruttibili.
I tetti sono pennellati dai caldi colori dei coppi di
fabbricazione locale (fino al dopoguerra era attiva una
fornace nella valle del torrente LAMA) e, densi di colori
strappati alla terra, si confondono con il paesaggio con
stupefacente naturalezza. Ogni piccola abitazione
rappresenta un pezzo infinitesimale di un grandioso
puzzle.
Con il trascorrere del tempo, il Centro Urbano, per far
fronte al crescente fabbisogno di spazio, si è esteso in
modo omogeneo crescendo con le medesime
Uscendo da stretti vicoli e cunicoli caratteristiche costruttive delle abitazioni esistenti
si mostrano scenari naturalistici
splendidi. integrandosi perfettamente sino al raggiungimento delle
attuali dimensioni che risultano assolutamente
considerevoli.
Nella attuale estensione, certamente
possiamo affermare che trattasi di un’opera
importante anzi direi imponente.
La recente demolizione di un’abitazione ha
evidenziato la problematica connessa alla stabilità
Gerani e legna per il camino sono elementi degli edifici adiacenti e sottolineato che
decorativi ricorrenti.
l’abbandono ed il deterioramento, ciò che è
particolarmente evidente nel Centro Storico, costituisce un reale
pericolo per il tessuto urbano circostante.
Palazzo Tilli nel Centro Storico è l’Edificio che necessita
assolutamente di essere recuperato per evitare la perdita di una
testimonianza storica irrinunciabile.
Da qualcuno si sono udite recentemente voci di presunti
sopralluoghi di qualche rappresentante delle “Belle Arti” che ha
sentenziato definendolo l’edificio una “accozzaglia mi materiali
di risulta e di scarso valore storico ed artistico”.
Le strutture murarie Non è certamente nostra intenzione sostituirci nelle
sono molto spesso
rinforzate con tiranti in
valutazioni ad “esperti”, ma ricordiamo che già nel passato, per la
ferro. Materdomini, era stato espresso un giudizio simile e poi, invece,
c’è voluta la caparbietà, la passione e la convinzione di un

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piccolo prete per convincere tutti (Belle Arti incluse) sul valore del millenario
santuario che è stato fortunatamente restituito all’antico splendore con un superbo
impegno della popolazione tutta e della Comunità dei Frainesi residenti negli Stati
Uniti d’America.
Non bisogna arrendersi, d’altronde come è possibile pensare alla cancellazione
dell’edificio? Sarebbe la fine e sfido chiunque a provare solo ad immaginare via
Piano della Torre senza il Palazzo! Una vera visione spettrale..
Questo edificio è, unitamente alla Chiesa il “principio” di Fraine e della sua
storia, rappresenta Fraine, insieme alla famiglia Tilli, e cancellarlo vuol dire mettere
a rischio la sopravvivenza del Comune che entro 20 anni sarebbe definitivamente
cancellato dalla topografia del nostro Paese.
La pavimentazione del Centro Storico deve essere ricostruita con utilizzo di
materiali (Sanpietrini) il più vicino possibile, per colorazione e forma, a quelli
preesistenti; dove attuabile, bisogna assolutamente recuperare quelli originari
ancora sepolti sotto lo strato di asfalto per costruire delle piccole isole che ne
mostrino la bellezza al fine di conservare la memoria della (benché spartana)
originale prezioso selciato.
Secondo il mio personale parere credo che i
vecchi sampietrini (Zeppi) possano essere
utilizzati per fare il percorso con scalinata (nei
punti particolarmente scoscesi) che porta alla
ristrutturata “Fonte vecchia”, precipitosamente
approntato in modo inevitabilmente
approssimativo (a causa dei tempi stretti a
disposizione) e che attualmente si presenta
estremamente impervio. Prima ancora che nel
tratto predetto, possono trovare utilizzo nella
piccola area antistante la fonte stessa. Altra
possibilità di utilizzo è quello di creare delle zone
“verdi” nel centro storico per riempire i vuoti
delle abitazioni abbattute o cadute facendone del
piccoli giardini con muretti in pietra e pavimenti
in sampietrini. Ne ho individuate almeno tre zone
che possono essere sottoposte a tale variante.
L’inserimento nel sottosuolo dei cavi
Abitazione in Via dell’Unione attualmente in stato elettrici e telefonici è d’obbligo realizzarlo
di abbandono (modificata al computer per mettere durante il rifacimento della pavimentazione
in risalto la bellezza della struttura originaria).
Il tetto non manutenuto è causa di infiltrazioni che unitamente agli impianti idrico e fognario ormai
mettono a repentaglio la stabilità dell’edificio e di vetusti.
quello adiacente a valle. Ci sono zone già crollate Una idea di recupero delle abitazioni
a catena per questo tipo di fenomeno. Non si
ritiene necessario che debba essere il privato ad fatiscenti, che non vanno certamente demolite per
intervenire già dalle prime infiltrazioni che poter conservare la struttura del centro storico
pongono a rischio i muri solkitamente in comune
tra le abitazioni adiacenti inquanto la struttura intatta, può essere quella di procedere come già
dell’intero Centro storico è di per sè un bene avvenuto, con notevole successo, in Sicilia
patrimoliale che deve destare l’immediato (Vittorio Sgarbi ne fu promotore). Le abitazioni
interesse dell’Amministrazione Comunale.
che gli eredi dei defunti proprietari non intendono
mettere in sicurezza rinunciandone alla proprietà possono essere vendute a cifre

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simboliche con la clausola contrattuale che obblighi l’acquirente a procedere alla loro
messa in sicurezza e ristrutturazione seguendo i criteri stabiliti dal Comune. Internet
consentirebbe di avere un bacino di utenza per eventuali “vendite simboliche” o
“donazioni” che permetterebbe certamente un successo immediato.
E’ auspicabile la costituzione di una Associazione No-Profit che si occupi del
centro storico e dello sviluppo delle attività del Centro Storico Stesso. L’alternativa è
affidare alla Pro-Loco la competenza dello sviluppo e delle attività ma in tal caso è
necessaria l’apertura di un conto corrente specifico per la ristrutturazione al fine di
evitare confusioni e dubbi agli eventuali donatori circa l’utilizzo dei fondi.
La Pro-Loco necessita sicuramente di un sito internet per meglio adempiere al
compito di promozione delle varie attività e divulgazione di notizie d’interesse
andrebbe bene anche inserirla in una sezione del sito ufficiale del Comune.
Attraverso l’Associazione è possibile raccogliere risorse economiche e
soprattutto consensi non sempre ottenibili con la Politica; Essa può e deve accorpare
persone capaci, di cultura e attive (anche non residenti) che non sempre sono
reclutabili dalla politica, deve lavorare in collaborazione con l’Amministrazione
Comunale ma anche con l’autorità religiosa, in considerazione, non fosse altro, della
primaria importanza delle strutture architettoniche della Parrocchia e delle ricorrenze
religiose di grande richiamo; è però importante conservare l’autonomia per evitare le
inimicizie che la Politica trascina con se. Può così essere il volano della ricostruzione
del Centro storico e della gestione delle relazioni con i Frainesi all’Estero ed
intervenire dove la Politica (per ragioni a volte legislative) non può farlo.
Il Comune deve molto seriamente valutare la possibilità di procedere (la dove il
risultato di recupero non è raggiungibile con i proprietari e loro eredi) alla vendita,
per cifre ovviamente simboliche, delle abitazioni fatiscenti a privati ed anche a questa
associazione che, con i propri fondi, tenterà di procedere prontamente alla messa in
sicurezza e successivamente alla loro ristrutturazione ponendole poi a disposizione
sia di Frainesi residenti all’estero desiderosi di rivisitare il loro passato e le loro
origini che di eventuali occasionali affituari per il resto dell’anno solare. Si può
creare un piccolo indotto occupazionale che dovrà necessariamente crescere negli
anni.
La ricerca di Sponsor (banche, attività industriali etc. che credono nel progetto)
è un altro obiettivo dell’associazione.
Si può valutare la possibilità di mettere a disposizione qualche alloggio per
studenti universitari impegnati in ricerche su flora e fauna pensando anche a eventuali
accordi/convenzioni con qualche Università, e se la cosa funziona e ad un
ampliamento successivo della convenzione stessa visto che il comune dispone di
numerosi “spazi inutilizzati”. Valutabile è anche la possibilità di riconversione, a tale
scopo, di qualcuna delle strutture del complesso di San Domenico che si presterebbe
certamente in modo ideale (data la sua collocazione) all’attività di ricerca e studio.
Pervasi da una lungimirante follia pur di salvare questo nostro amato paesino
natale, in un era in cui la comunicazione rappresenta il mezzo più efficace per
raggiungere un maggior numero di potenziali acquirenti, non vanno scartate altre due
soluzioni che possono sembrare un pò stravaganti ma potrebbero rivelarsi molto
efficaci per introitare risorse vitali:
- Ci sono delle Vie di Fraine le cui denominazioni non hanno alcun senso (Via
dell’Unione (era la vecchia società elettrica), Vico I, II, III, IV e V del Sole etc. E

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possibile “vendere” mettendo all’asta su Ebay il diritto alla denominazione delle
predette Vie cercando di ricavare utili da utilizzare successivamente per la
ristrutturazione del Centro Storico. E’ ovvio che gli eventuali vincitori dell’asta
che intendono dare il proprio nome alla Via in questione devono essere in possesso
dei requisiti necessari (non avere precedenti penali, non aver subito condanne,
etc...basta visionare un concorso per accesso a scuole militari per avere idea dei
requisiti richiesti.). Si tratta una idea nuova, di una vendita di un particolare spazio
pubblicitario che molti bramosi di fama sarebbero disposti a pagare
profumatamente......Il prezzo di base dell’asta deve essere di almeno €. 20.000.
L’acquisto del diritto alla denominazione della Via da parte di qualche agiato o
meglio ancora di qualche società (perché no) potrebbe anche indurre i soggetti ad
acquistare qualche abitazione dando un ulteriore contributo al mantenimento del
Centro storico.
- Utilizzare Ebay anche per la vendita, a cifra simbolica, di quelle case in stato di
abbandono che attualmente non hanno mercato a causa unicamente (ne sono
convinto) della fascia piuttosto ridotta e non certo per altre ragioni.....Gli annunci
andrebbero inseriti anche in lingua inglese ed in modo estremamante professionale
(conosco addetti di settore di madrelingua inglese che potrebbero essere utili) al
fine di raggiungere un numero piuttosto dei eventuali possibili acquirenti (anche
all’estero) visto il crescente interesse verso la campagna italiana di cittadini
nordeuropei e in particolare del Regno Unito.
Tutto sommato, a pensarci bene, non è poi un gran follia visto che nel passato
qualcuno ha “venduto” le nostre montagne con profitti invisibili per il Comune e
soprattutto con trascinamento di guai legali perdurati decenni e con conseguenti
mancati introiti che tuttora pesano (vedi questione degli impianti eolici...).....Cosa
vogliamo che sia in fondo la semplice denominazione di una Via se questo serve a
rimpinguare le esigue casse del Comune ed accelerare il processo di rinascita?
La regione Abruzzo ppropone cose molte interessanti per i piccoli centri e si
riporta alla pagina seguente una estrapolazione dalla Brochure informativa .

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Asse IV
Sviluppo Territoriale

l’Asse promuove l’attrattività e la competitività del territorio regionale attraverso politiche di salvaguardia e prevenzione
dell’ambiente naturale volte alla riduzione degli squilibri territoriali, alla valorizzazione del capitale naturale nonché al
miglioramento della qualità della vita delle aree urbane e delle zone di montagna; l’obiettivo è perseguito anche
attraverso PIT e PISU.

Attività IV.1.1: Sostegno ai Programmi Integrati di Sviluppo Urbano (PISU): promuovere lo sviluppo delle politiche
europee per i problemi afferenti l’ambiente urbano; sono possibili interventi sia per le opere pubbliche, con attenzione
ai problemi connessi con la mobilità urbana, che l’erogazione di finanziamenti e/o servizi sociali ai cittadini.
Ammontare delle risorse: € 40.773.974,00
Struttura Competente: Dirigente pro tempore del Servizio Edilizia
residenziale e Aree Urbane, Portici di San Bernardino, 67100 – L’AQUILA,
tel. 0862/364507

Attività IV.2.1: Valorizzazione dei territori montani (PIT): promuovere interventi integrati di sviluppo mirati a
valorizzare le specificità e le vocazioni territoriale delle aree montane e gli aspetti sinergici con le aree urbane.
Promuovere l’accoglienza e la ricettività attraverso il recupero di immobili (Albergo diffuso) e diffondere l’uso dei beni
naturali e culturali. Ammontare delle risorse: € 28.418.224,00
Struttura Competente: Dirigente pro tempore del Servizio Attività
internazionali, Piazza S. Giusta, Pal. Centi, 67100 L’AQUILA, tel.
0862/364264

Attività IV.3.1: Misure volte alla gestione e prevenzione dei rischi naturali, con particolare riferimento alle aree soggette
a rischio sismico ed idrogeologico: realizzazione di sistemi di prevenzione ambientale mediante la realizzazione di piani
relativi a tematismi della difesa del suolo, interventi connessi all’attuazione degli stessi, sistemi di monitoraggio e
prevenzione rischi, investimenti per la sala operativa della Protezione Civile ed interventi di prevenzione su edifici
strategici ad alto rischio sismico. Ammontare delle risorse: € 17.298.050,00

Struttura Competente: Dirigente pro tempore del Servizio Difesa del


suolo , Via Aldo Moro, 67100 L’AQUILA, tel. 0862/364342

Struttura Competente: Dirigente pro tempore del Servizio Previsione


e prevenzione rischi (protezione civile), Via Leonardo da Vinci, n. 6
67100 – L’AQUILA, tel. 0862/363300

Attività IV.3.2: Bonifica dei siti contaminati: interventi pubblici per la difesa del suolo, dei fiumi e l’erosione marina.
Recupero dell’ambiente fisico di proprietà pubblica con la bonifica dei siti contaminati e il ripristino ambientale dei siti
inquinati. Ammontare delle risorse: € 24.711.499,00

Struttura Competente: Dirigente pro tempore del Servizio gestione


rifiuti, Via Passolanciano, 65121 PESCARA tel. 085/7672536

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Nei programmi di assegnazione Fondi Europei attraverso la Regione Abruzzo
esiste la possibilità di richiederne per il consolidamento e tutela del territorio....(non
mi pare che si escluda il tessuto urbano).
Essi potrebbero essere utilizzati per la messa in sicurezza di quelle zone che
rappresentano un serio rischio per il resto degli edifici a causa delle infiltrazioni che
vanno a minare le fondamenta e muri delle abitazioni attigue.
Inoltre alcune case abbattute per ragioni di sicurezza, mostrano in modo
evidente la necessità di consolidare i muri portanti delle abitazioni attigue che hanno
perso, con la demolizione in questione, un importante sostegno/protezione.
Questi siti ed abitazioni pericolanti vanno acquisite/requisiti e devono divenire
oggetto di intervento con utilizzo dei fondi messi a disposizione dalla Comunità
Europea. E’ necessario richiedere, qualora non sia già stato fatto, una perizia da parte
della Protezione Civile per valutare il reale pericolo di dissesto idrogeologico
derivante dai crolli e conseguenti infiltrazioni di acque piovane:
Via Del Sole – Edificio abbattuto a causa del pericolo incombente e la zona
confinante.
Via La porta presenta almeno due abitazioni pericolanti e che sono ancor più
pericolose sul lato che volge verso via Dell’Unione nella zona già oggetto di altro
abbattimento.
Via dell’Unione – diverse abitazioni sono già cadute e le piogge si infiltrano
attraverso le macerie arrecando danni anche alle abitazioni a valle.
Sempre in via dell’Unione a terminare con Via La Porta la zona denominata
“giardinetto” appartenente al Palazzo Tilli presenta muri pericolanti, il tetto quasi del
tutto crollato con conseguente infiltrazione delle acque piovane che creano problemi
ai muri delle abitazioni a valle.....basta visionate l’abitazione confinante di proprietà
dela Fam. Stampone e le cantine
delle case acquistate da Frainesi
residenti in Francia per rendersi
conto della gravità; i privati si
sono arresi....ma il Comune deve
considerarsi soggetto attivo e
pensare alla tutela del tessuto
urbano in quanto bene
architettonico e storico (quindi
non modificabile perchè
apporterebbe varianti sostanziose
all’architettura di Fraine che è un
bene collettivo e quindi dello
Stato); deve inoltre considerarsi
direttamente parte in causa in
Il “giardinetto” e parte diroccata del Palazzo Tilli cu via Dell’Unione il primo e su
Via La Porta il secondo. La parte di palazzo ancora con le mura diciamo quanto le anomalie derivanti da
“integre” ha il tetto sfondato con una superfice esposta alle intemperie piuttosto
importante. Sarebbe possibile realizzare una piccola zona di relax con muretti in
infiltrazioni e crolli
pietra, panche , qualche albero e piante ornamentali con pavimentazione del rappresentano un innalzamento
resto della superfice finalizzata al convogliamento delle acque piovane ad
evitare il deterioramento delle case a valle
pericoloso del rischio per il già
precario assetto Idrogeologico.

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2. Palazzo Tilli
Lo stralcio di palazzo Tilli dal contesto progettuale
del Centro Storico non è certo causale ma dovuto
alle reali incertezze sulla possibilità di giungere ad
un accordo tra il Comune e la Famiglia. Le reali
condizioni di pericolo in cui l’edificio versa sono
gravi ma purtroppo l’onerosità dell’eventuale
intervento di recupero è desisamente importante
per accollarlo alle casse del Comune.
Purtroppo una evoluzione negativa della
questione crea i presupposti per una totale
cancellazione della struttura (inevitabile se non si
concorda diversamente), e con esso si darebbe
sepoltura alle più consistente testimonianza storica
della presenza della nota famiglia e a parte
significativa della storia di Fraine che ha inizio
intorno alla fine del settecento primi dell’ottocento.
La pericolosità determinata dallo stato di
Ingresso principale del palazzo Tilli. conservazione è evidente e già episodi di caduta di
massi, pezzi di cornicioni e
calcinacci (anche se non
ufficialmente rilevati) indurranno
inevitabilmente l’Amministrazione a
emettere ordinanze non auspicabili.
Una serie di abitazioni a valle della
zona denominata “giardinetto” è
crollata per una serie di concause tra
le quali potrebbe essere stata
influente l’infiltrazione sotterranea
Feritoie di difesa del palazzo Tilli. Di qui si poteva mirare di acqua piovana da tale zona
sull’ingresso principale del Palazzo per difendersi dai briganti. abbandonata.
Si ritiene che i Proprietari debbano in qualche
modo, fare uno sforzo per raggiungere un accordo
risolutivo per diverse ragioni:
1) Le attuali Amministrazioni, vista la non recente genesi
dei prblemi legali intercorsi, hanno i requisiti morali per
poter essere l’interlocutori ideali per uscire da uno stallo
relazionale con la famiglia e non hanno alcuna
responsabilità circa i contenzioni che andrebbero quindi
messi da parte;
2) E’ interesse della Famiglia recuperare la propria storia
e la propria immagine e sull’esempio di tantissime altre
che hanno provveduto a donazioni per fini sociali o anche
solo pubblicitari (numerosissimi esempi sono riscontrabili
Effige in pietra - Palazzo Tilli -
nell’intero territorio nazionale), anche la famiglia Tilli
può, senza dubbio, se educatamente e rispettosamente

17
incoraggiata, agire in tale senso.
Come contropartita è realistico pensare alla possibilità di lasciare, a disposizione
della stessa, qualche spazio che le consenta di trascorrere quando e come crede
periodi di vacanze a Fraine.
Inoltre conferire ufficialmente la
denominazione di “PALAZZO TILLI” con atto
formale che sottolinei la riappacificazione delle parti
che per anni hanno dato vita ad un interminabile
contenzioso.
Per quanto attiene al piano inferiore, una volta
ristrutturato, sarebbe conveniente prevederne un
utilizzo per attività aperte al pubblico con
inserimento di reperti, oggetti, targhe e materiali
significativi per la Famiglia, il che gioverebbe alla
notorietà dei Tilli (ristrutturazione del frantoio e
delle cantine che nel periodo vissuto nel palazzo
erano luoghi essenziali per le attività dell’epoca).
Anche un raffinato ristorantino non sarebbe male....
L’approntamento di un depliant riassuntivo
sulla storia dei Tilli e della loro residenza in Fraine
Retro del Palazzo Tilli in via La Porta. La va preparato con cura e messo a disposizione dei
parte diroccata ed abbandonata diventa visitatori.
un serio problema per le abitazioni
circostanti. Infiltrazioni di acqua piovana Nella parte superiore oltre allo spazio da porre a
sono pericolose per le abitazioni a valle. disposizione della Famiglia, andrebbero realizzati
Topi, serpenti, insetti e scarafaggi trovano
l’ideale rifugio tra le erbacce e nei muri almeno due mini appartamentini per gli emigranti
non mantenuti. che ne facessero richiesta (quelli non più in possesso
di alloggi agibili nel Paese).
Le richieste di soggiorno, avanzate con un congruo anticipo, sarebbe opportuno
farle pervenire, attraverso i rappresentanti della comunità dei frainesi all’estero per
dare maggiore visibilità e peso alla stessa associazione che sarebbe così ancor più
motivata a fornire il suo contributo attivo per la realizzazione del progetto ed
organizzativo per portare i turisti d’oltre oceano a rivisitare Fraine (sarebbe la prima
opera specificatamente realizzato per loro quindi una specie di attestazione di
riconoscimento doveroso alla loro storica generosità).
Sarei felice di essere io l’interlocutore principale con i Tilli poiché ritengo di
avere le referenze giuste per interloquire avendo nel passato con mio padre fornito
loro alcune piccole informazioni d’interesse della famiglia stessa, con altruismo e
senso civico, con atteggiamento assolutamente privo di ingordigia, atto molto
apprezzato e che ha creato, così almeno credo, i presupposti per un rapporto di
fiducia con il nobile interlocutore.
Un tentativo o prova generale di restauro è possibile realizzarla sulla porzione di
palazzo che da su Via Piano della Torre (dal tetto crollato e muri in parziale
decadimento); questa parte, tra l’altro, si rivelerebbe un passo importante per quella
già descritta “risrutturazione totale del sito più significativo di Fraine” il cui obiettivo
teniamo sempre presente. Se la Famiglia procedesse ad un atto di donazione al
comune e questi alla successiva vendita (a cifra simbolica) o donazione della
porzione di Palazzo in questione, sarei personalmente disponibile ad acquisirla

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provvedendo subito al rifacimento del tetto, alla messa in sicurezza dei muri e messa
in opera degli infissi al fine di dare un senzo di “vissuto” alla struttura ed alla Piazza
stessa.
Procederei alla realizzazione di una vetrata in tiffany (in stile più ottocentesco
possibile) da apporre sulla Porta Principale raffigurante lo stemma della Famiglia (su
suggerimento ed approvazione della famiglia stessa) ed a realizzare un capitello in
pietra con sopra incisa la scritta ben visibile “Pazzo Tilli”.
Accetterei i vincoli posti dalla Famiglia sulla architettura esterna sempre in linea
con le disposizioni ed ordinanze comunali reputando giusto che ad essa (la famiglia)
debba rimare il potere decisionale sulla destinazione d’uso, qualora venga
successivamente pensato ad una (destinazione) differente da quella di civile
abitazione. Credo che non debbano mai più ripetersi errori come quello di cui tutti
sono al corrente e che, nel passato, ha consentito di utilizzare un bene donato dalla
nota famiglia al Comune in una maniera tale da rivelarsi persino dissacratorio della
stessa Materdomini rivoltando quel nobile gesto nientemeno contro il suo fine stesso
(ovvero quello di dare ai Cittadini frainesi uno spazio utile per meglio esercitare la
loro professione di fede).
Infatti, nella zona donata, attigua tra l’altro ai possedimenti della Parrocchia, è
nato un ritrovo, a volte gogliardico, diventato nel tempo sempre più un impedimento
insormontabile per lo svolgimento del tradizionale rito religioso in occasione delle
festività (credo bene che i Tilli siano, a
dir poco, estremamente infastiditi).
Non è più attualmente possibile,
difatti, celebrare la messa sotto la storica
simbolica quercia a causa della presenza
del ristorante che profana la sacralità del
luogo e reca disturbo attraverso la
presenza di chiassosi ed irriverenti clienti
che non nutrono rispetto alcuno per il
La quercia secolare, storico simbolo dell’apparizione vivo sentimento religioso che anima parte
dissacrata dalla presenza di un ristorante che accoglie, anche
in concomitanza della ricorrenza dell’apparizione della Vergine
della popolazione e dei pellegrini.
Madre di Dio, clienti distratti ed irriguardosi del sentimento C’è anche da dire che gli attuali
religioso dei Pellegrini. proprietari del Ristorante non hanno
alcuna colpa in merito alla questione,
anzi, attualmente l’attività rappresenta
un irrinunciabile elemento di
sostentamento per la famiglia e una
delle poche attività commerciali
significative di Fraine. Quantomeno la
struttura è stata modificata, resa più
compatibile con il suggestivo ambiente
circostante e consente a clienti di tutto
Il Santuario della Materdomini immerso nella lussureggiante l’Abruzzo di avere un richiamo
natura circostante - vista laterale -. Visibile la scalinata che importante che ha nel tempo
conduce alla forestarie dove nel passato alloggiavano i frati incrementato la visibilità della
benedettini tenutari del santuario e dei terreni agricoli
circostanti.- Materdomini e di Fraine stesso.

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Santuario Mater Domini e Romitorio di San Domenico
La chiesetta, recentemente ristrutturata ed
inserita in un contesto naturalistico di grande
fascino, è molto bella ed immette in un clima di
pace mistica dove i devoti trovano la loro
serenità interiore.
La recente ristrutturazione è stata effettuata
con scrupolo e competenza con ricostruzione
Il Santuario della Materdomini immerso nel
bosco delle Vicenne è datato intorno all’anno attenta e curata nei più piccoli dettagli,
Mille. apparentemente insignificanti ma, in realtà,
estremamente utili per la
completezza dell’opera.
L’utilizzo del
materiale edilizio
originale e materiale
cementizio di corretta
Interno molto suggestivo del Santuario della Materdomini. consistenza e
colorazione, ha ridato
all’edificio l’antico
splendore tipicamente
benedettino.
Ogni dettaglio è
stato curato in modo
quasi maniacale, difatti
La vecchia quercia simbolo del miracolo e la fontana ricostruita dai “ragazzi” di Fraine.
il risultato finale è
veramente stupefacente. Questa opera deve essere
un esempio illuminante per tutti sul come agire in
futuro.
Una nota sicuramente stonata nel luogo è
rappresentata dalla presenza del Bar/ristorante che,
come già detto, collocato a ridosso della simbolica
e storica quercia, ne infrange la misticità ed in
occasione delle festività esprime il picco più acuto
di irriverenza verso il sentimento religioso che
Immagini Sacre della Materdomini invece necessita di silenzio, raccoglimento e
preghiera. Sicuramente, in un
futuro non troppo prossimo, la
possibile traslazione del locale
è una delle soluzione da tenere
in considerazione, tenendo ben
a mente, che comunque questa
attività commerciale costituisce
una irrinunciabile fonte di
sostentamento per chi vi lavora
e risorsa importante per Fraine.
Complesso Turistico di San Domenico da valorizzare apportando lievi modifiche.

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Recenti eventi
presumibilmente miracolosi hanno
rafforzato l’interesse e la
devozione per la veneratissima
Madre di Dio; tali eventi sono stati
da molti interpretati come
espressione di gradimento di Maria
per la realizzazione della onerosa e
Muro di contenimento tipicamente monastico benedettino con roccia e saggia opera di ristrutturazione.
coppi e campana del Santuario della Materdomini.
Nelle vicinanze della
Materdomini è collocato Romitorio di San
Domenico anch’esso ristrutturato con
analoghi criteri. Nei terreni adiacenti al
Romitorio un’importante e costosa
struttura di ricezione turistica si erige quasi
a sottolineare l’interminabile conflitto tra
sacro e profano. Mai efficacemente
utilizzata, rappresenta una sottolineatura
alla ricorrente mancanza di idee in fatto di
Il Romitorio di San Domenico recentemente ristrutturato progettualità e programmazione di
con particolare cura dei dettagli originali.
sviluppo, ed un triste esempio di
dispersione di risorse che avrebbero potuto, senza dubbio essere meglio sfruttate per
sostenere la lotta per la sopravvivenza della comunità Frainese.
L’attuale struttura del complesso di San
Domenico necessita di interventi di adeguamento per
renderlo utile e produttivo, ovvero di piccole
modifiche finalizzate e renderla più idonea ad ospitare
gruppi organizzati di Scout, gruppi di preghiera,
studenti universitari interessati a ricerche e studi di
flora e fauna, scolaresche in visite naturalistiche etc….
La destinazione del Complesso a tali scopi, lo
renderebbe perfettamente integrato con il territorio ed
il contesto ambientale circostante.
La presenza di giovani soggiornarti, soprattutto
nel periodo estivo, indurrebbe, senza dubbio, qualche
turista (familiari degli stessi) a trascorrere qualche
breve periodo a Fraine.
Ci piace ricordare che nel passato proprio la Zona
“Materdomini” ha ospitato un raduno nazionale degli
Vecchi sentieri molto suggestivi che Scout e pertanto, se già nel passato il luogo è stato
permettono una superba ossigenazione scelto per un evento così significativo, vuol dire che è
sono indicati per attività sportive quali
mountain bike e jogging e vanno meritevole di attenzione ed ha i requisiti per potersi
sistemati con aggiunta di indicazioni ed riproporre.
attrezzi molto spartani utili agli amanti Altra possibilità è quella di farne un centro ri
della natura e dello sport.
riabilitazione post-degenza chiedendo fondi per la
conversione, il che porterebbe anche un presumibile impiego di personale,
prevalentemente femminile che aiuterebbe certo ad evitare lo spopolmento del

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Comune. Se una donna Lavora a Fraine è difficile che la sua famiglia si trasferisca.
Altra possibilità di conversione può essere quella di adeguarla per la ricettività di
piccoli gruppi di studenti universitari (ricercatori, biologi, naturalisti….) valutando la
possibilità di convenzionarsi con qualche Università.
Se ci si inoltra nel bosco delle Vicenne si raggiungono le cave di Ruggero da
Fraine del quale, a Vasto, si può ammirare un’opera pregevole collocata nel cuore
della città, pertanto molto visibile e di discreto interesse.
Più avanti nel bosco, la presenza di presunte
postazioni romane, ed Are, destano un particolare
interesse. Infine “Colle Castello” per la presenza della
delle tracce della “vecchia Frainelle” andrebbe ad
arricchire un percorso turistico e naturalistico di
ottima consistenza.
Questo percorso va attentamente studiato,
ripulito, reso meno aspro in alcuni tratti e più adatto
alle esigenze di naturalisti che intendono immergersi
nella natura e di sportivi amanti del Jogging in
ambienti sani e ossigenati. Il collocamento lungo il
percorso di attrezzi in legno adatti alla ginnastica ed
esercizi fisici lo renderebbe maggiormente appetibile
dai potenziali fruitori.
Un percorso alternativo (ma senza escludere la
possibilità di utilizzo polivalente del già descritto)
potrebbe essere disegnato per bici da cross (mountain
bike) e pensare anche alla successiva possibilità di
realizzare un percorso professionale per poter ospitare
La natura ha riconquistato tutti gli spazi anche competizioni.
lasciati liberi dall’uomo. L’ormai
selvaggio territorio rende la zona ideale
La presenza dei boschi e l’ossigenazione superba
per escursioni ed avventure molto rende il luogo adatto ad un turismo di tipo
suggestive. Ma i percorsi devono essere naturalistico sportivo a costi estremamente
segnalati, mappati e disponibili per il
turismo ecologico. competitivi.
Mappe dettagliate dei percorsi sono
indispensabili e devono essere di facile reperimento per i fruitori.
La definizione di un percorso turistico/religioso da Vasto attraverso
Monteodorisio, San Buono, Furci, Liscia, Materdomini fino a Castiglione con la
Madonne del Monte è sicuramente realizzabile. La Materdomini è un’oasi dove tutti
possono assaporare la spiritualità, la natura, la storia oltre che la buona cucina che
non stona.-

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3. Commercio e Comunicazione

Nella recente periodo di soggiorno a Fraine mi sono reso conto che tra le infinite
penalizzazioni presenti in tutti i settori dei servizi essenziali, con colpevole
indifferenza di tutti gli Enti Istituzionali, quelli più carenti riguardano i giovani.
I ragazzi non hanno più una scuola elementare e media, per le superiori sono
costretti a trasferisi a Vasto, quando possibile, o affrontare spese tali da rendere
oggettivamente più conveniente l’abbandono del Paese da parte della famiglia per
permettere loro una esistenza (sin dai primi anni vita) più sopportabile.
Questo induce a pensare che, se realmente l’interesse della Regione Abruzzo è
quello di mantenere un minimo presidio del territorio e non cancellare quei comuni
che sono la storia dell’Abruzzo, bisogna che venga colmato il Gap prima di giungere
al punto di non ritorno, offrendo una serie di agevolazioni per quei servizi che sono
fondamentali nei nostri giorni per superare le difficoltà in questione. Lo stato
dovrebbe quantomeno offrire ai comuni, già privati delle scuole d’obbligo, fondi per
rendere meno aspra la vita agli studenti pendolari senza gravare sulle casse del
comune che per l’esiguo numero di abitanti ha già di per se un incolmabile handicap:
• A Fraine non c’è una rete ADSL perchè le società di gestione della telefonia
fissa non hanno l’interesse a ad adeguare la rete visto l’esiguo mercato;
• Non esiste alcuna possibilità di collegarsi con Wireless Lan (se non una strana
rete Wireles di gestione locale) perchè anche i gestori della telefonia mobile non
nutrono alcun interesse a fornire la copertura;
• I ragazzi frainesei non hanno alcuna possibilità di frequentare corsi che altrove
sono incentivati e sovvenzionati dalla Comunità Europea con rilascio di
certificazioni.
• Non esiste un Internet Point per permettere a chi intende passare un minimo
periodo di soggiorno a Fraine di avere almeno la possibilità di connettersi
evitando l’isolamento mediatico vista la non copertura della zona con UMTS,
Super UMTS e altri sistemi ad alta velocità (sono stato venti giorni senza poter
leggere e-mail ed accedere a servizi essenziali che fanno ormai parte della
normale vita del cittadino);
• Non esistono Negozi di Informatica e fornitori/gestori di software per poter
creare e gestire siti internet che sono oggi fondamentali per “informare” un
ampio pubblico su eventi interessanti, offerte di mercato, notizie storiche, e dare
opportunità di commercializzazione (Un potenziale e-commerce non è da
esludere anzi è l’unica soluzione per permette una pensabile attività produttiva e
conseguente vendita dei prodotti).
E’ necessario realizzare la reta fissa ad alta velocità.
E’ necessario che la rete wireless ad alta velocità sia funzionante altrimenti
prevedere un contratto cumulativo con qualche gestore che permetta a tutti di
collegarsi in wireless soprattutto ai turisti e villegianti non muniti di rete fissa
telefonica.
E’ necessario approntare una saletta multimediale con almeno 5 postazioni che
consenta di effettuare dei corsi in loco per i ragazzi frainesi convenzionandosi con
qualche Istituto che fruisce di fondi Europer per l’Euroformazione (spingere perchè la
Regione ponga come condizione necessaria per l’accesso ai fondi la disponibilità dei
vari Istituti ed Enti beneficiari ad organizzare corsi nei centri montani in conformità

23
con i recenti indirizzi della Comunità Europea). Utilizzare anche questo centro come
Internet Point fino a quando non sarà attiva una rete wireless ad alta velocità per i non
residenti e per i ragazzi meno abbienti per istruirli, allenarli ad un uso intensivo del
PC e spingerli verso la multimedialità.
Organizzare, sempre utilizzando la saletta multimediale, corsi specifici sul
e-commerce, corsi di aggiornamento o di iniziazione professionale, insomma si tratta
di mettere in atto iniziative a vantaggio delle giovani generazioni alle quali, in
prospettiva futura, può essere data un aiuto significativo per l’inizio o
consolidamento di attività che potranno essere utili per al percorso ricostruttivo di
Fraine (es: ditte costruttrici e muratori, allevatori, artigiani, possibili agricoltori..etc ).
La Regione sta facendo già la sua parte e visto lo sforzo notevole verso il
recupero e la riabilitazione dei centri montani è necessario cogliere l’occasione e fare
della professionalità la migliore arma per stare sul mercato, della multimedialità uno
strumento irrinunciabile per essere competitivi nella commercializzazione di prodotti
sani, altamente qualitativi e con elevato rapporto qualità/prezzo grazie alla
introduzione di un concetto di gran moda, mai come oggi essenziale per il successo:
“dal Produttore al Consumatore”.

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Sono a disposizioni Fondi Fondi Europei - FESR 2007-2013

(si riportano i dati estrapolati dalla brochure di presentazione della regione


abruzzo)

Asse III
Società dell’Informazione
l’Asse, articolato in tre diverse Attività, è destinato al miglioramento dell’accesso e utilizzo delle ICT da parte delle PMI
mediante il potenziamento delle infrastrutture della banda larga nelle aree montane. La quota dell’Attività 1.1, destinata
agli aiuti alle PMI verrà implementata attraverso bandi regionali di evidenza pubblica.

Attività III.1.1: Miglioramento della disponibilità di servizi ICT per le imprese: potenziamento dei servizi ICT
(e-commerce, e-business, tracciabilità agro-alimentare, ottimizzazione logistica) e delle infrastrutture informatiche
connesse, al fine di raggiungere una crescita di tutto il sistema produttivo regionale realizzando un sostanziale
incremento dell’accessibilità a nuove applicazioni e servizi da parte delle PMI delle aree montane. Si punta a favorire
l’accesso da parte delle PMI dell’utilizzo dell’ICT al fine di facilitare la crescita delle imprese e la loro penetrazione nel
mercato nazionale ed internazionale. Possono presentare progetti per la richiesta di finanziamento le PMI e gli enti
pubblici. Ammontare delle risorse: € 9.884.600,00

Struttura Competente: Dirigente pro tempore del Servizio Strutture


Informatiche e Tecnologiche, Via Leonardo da Vinci, n. 6 67100 –
L’AQUILA, tel. 0862/363623

Attività III.2.1: Potenziamento delle reti immateriali (banda larga) nelle aree di montagna: diffusione della banda larga
nelle aree interne di montagna, là dove esiste il fallimento del mercato, facilitando in tal modo l’accesso ai servizi da
parte delle amministrazioni locali e dei cittadini e promuovendo la competitività territoriale attraverso gli strumenti legati
alla società dell’informazione. Possono presentare progetti per la richiesta di finanziamento gli enti pubblici. Ammontare
delle risorse: € 24.711.499,00

Struttura Competente: Dirigente pro tempore del Servizio Strutture


Informatiche e Tecnologiche, Via Leonardo da Vinci, n. 6 67100 –
L’AQUILA, tel. 0862/363623

Attività III.2.2: Miglioramento della disponibilità di servizi ICT per i cittadini delle aree montane: interventi
tecnologicamente avanzati sulle strutture della pubblica amministrazione quali strumenti per la digitalizzazione volti a
favorire lo scambio di documenti tra il cittadino e la P.A, e-governament, il telesoccorso e la teleassistenza in particolare
per i piccoli comuni per facilitare l’erogazione di servizi per il cittadino. Possono presentare progetti per la richiesta di
finanziamento gli enti pubblici. Ammontare delle risorse: € 14.826.900,00

Struttura Competente: Dirigente pro tempore del Servizio Strutture


Informatiche e Tecnologiche, Via Leonardo da Vinci, n. 6 - 67100 –
L’AQUILA, tel. 0862/363623

Per informazioni

Autorità di Gestione del POR FESR Abruzzo 2007 - 2013


Dirigente del Servizio Attività Internazionali
Ufficio Attività Comunitarie ed Internazionali
Telefono: 0862/364216-17-50
Fax: 0862/364211
Email: info.porfesr@regione.abruzzo.it
Email: attcomintern@regione.abruzzo.it

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4. Il Comune, soggetto imprescindibile nella Comunità Montana

La struttura di San Domenico, costruita con


progetto alquanto improvvisato forse finalizzato
unicamente all’ottenimento dei fondi messi a
disposizione dalla Regione in una assurda logica di
spartizione e senza alcuna valutazione delle reali
necessità, richiama l’attenzione sul metodo e sui piani
di investimento posti in essere dalle varie entità della
Comunità Montana. La struttura, sorta tra l’altro, in un
contesto sbagliato ovvero in una zona che avrebbe
dovuto essere protetta e non oggetto di
cementificazione, sottolinea in modo evidente la
necessità di meglio indirizzare gli investimenti
disponibili.
Di fatto è la copia di altre opere nate nello stesso
periodo un po’ in tutti i Comuni e la dimostrazione
evidente è che difatti non è mai entrata in funzione e
non trova neppure alcuna possibilità di utilizzo così
come è strutturata.
La natura domina........Vista da Via
Borea verso il Vallone Lama.... Ora, quindi, si rende necessaria una revisione del
progetto con lo scopo di adattarla ad un utilizzo
diverso e più mirato a scopi realisticamente
raggiungibili con ulteriore dispendio di soldi pubblici.
L’errore purtroppo tristemente ripetitivo nella
gestione delle già esigue risorse dei Comuni delle
Comunità Montane e della Regione, fa riflettere molto
sull’esigenza di diversificare gli investimenti in modo
tale che lo sviluppo di ciascuno sia complementare a
quello degli altri; l’intera area va vista come una
grande Circoscrizione che, al fine, dovrà dotarsi di
tutti i servizi essenziali possibili senza sovrapposizioni
che frammenterebbero il potenziale pubblico fruitore
rendendo il servizio inefficiente, dispendioso e quindi
inutile.
La ovvia deduzione è che per intraprendere un
percorso di investimento che abbia una minima
probabilità di successo è indispensabile la
collaborazione attiva tra i vari Sindaci ed
Carunchio, uno dei Comuni della
Comunità montana Alto Vastese”- vista
Amministratori locali che troppe volte, invece,
da Fraine. abbagliati da rancori politici eccessivamente
personalizzati e soffocati da campanilismi esasperati
quanto inutili, perdono di vista la necessità di unire le forze.
Bisogna ricordare loro che lo scopo prioritario delle Comunità Montane è quello
di meglio analizzare le problematiche del territorio nella propria interezza e

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complessità e proporre uno sviluppo sinergico delle varie piccole entità che le
compongono.
C’è da dire tuttavia, che a volte, i rappresentanti istituzionali non hanno la
necessaria competenza, rifiutano i suggerimenti di esperti, (a volte in buona fede a
volte no) e, poichè la legislazione non riesce a prevedere tutto e quindi a fermarli,
spesso si rendono artefici di veri disastri, (ecologici, architettonici ma soprattutto
economici).
E’ urgente cambiare rotta.
Bisogna avere il coraggio di rinunciare anche ad alcuni fondi (cedendoli ad altri
comuni che ne hanno un più immediato bisogno per progetti oggettivamente più
concreti e futuribili) non cedendo alla tentazione di opere inutili, per concentrare lo
sforzo economico sulla realizzazione di strutture e servizi essenziali con assegnazione
di competenze specifiche settoriali a ciascun Comune in modo tale da avere nel
territorio una certa completezza nei servizi ritenuti irrinunciabili (es: se a
Roccaspinalveti si intende realizzare un pronto soccorso attrezzato, è perfettamente
inutile realizzarne uno anche a Fraine e magari un altro a Carunchio; al contrario a
Fraine realizzeremmo (in tal caso) un centro di recupero post-degenza e fisioterapico
che serva l’intera comunità montana) – Chi eroga i fondi dovrebbe bocciare i progetti
“fotocopia” e premiare quelli mirati al completamento dei servizi utili e necessari in
una visione esclusivamente comunitaria e mirata a soddisfare le esigenze dei cittadini
più bisognosi ed anziani che sono la componente numericamente più importante altre
che abbisognevole di servizi.
Il danno economico e sociale derivante dagli errori commessi è talmente
evidente e grave che nessuno può più permettersi di sbagliare pena la scomparsa certa
dei nostri Comuni e conseguentemente della nostra Comunità Montana.
La valutazione dei progetti presentati deve avvenire con severità e scrupolo ed il
valore assoluto di ciascuno di essi va considerato con criteri rivoluzionari e
coraggiosi che premino ed incoraggino quelli più in sintonia con gli obiettivi della
Regione, quelli più innovativi e concreti e quelli più mirati ad uno sviluppo
proporzionato e vitale in una ottica di progresso sinergico e non sbilanciato a danno
dei più deboli (che devono anzi essere privilegianti proprio in quanto tali).
Vanno poi premiate le Amministrazioni che danno dimostrazione di capacità
nell’investimento dei soldi pubblici e cercati i riscontri di tale bravura misurandone i
risultati finali affinché siano queste poste ad esempio per tutta la comunità.
Mi conforta l’idea che la Regione mira effettivamente in modo prioritario a
questo tipo di sviluppo dei vari centri montani e la sinergia progettuale è considerata
una delle prerogative essenziali per l’assegnazione dei fondi....

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5. Il lavoro “rosa” ed il comune imprenditore.

Uno delle soluzioni più banali per contrastare l’abbandono dei centri montani e
che ritengo non abbia avuta la giusta valorizzazione, è quello di convogliare, con
azioni di governo veramente significative, le attività che richiedono manodopera
femminile nelle zone montane.
Parto da considerazioni abbastanza elementari ma supportate da esperienza, che
mi inducono a credere che le scelte più importanti in ciascuna famiglia vengono
effettuate prevalentemente dalle donne o comunque da esse influenzate in modo
significativo. Pertanto ne deduco che impiegare la componente femminile delle
famiglie ancora residenti nei centri montani, indurrà inevitabilmente ad un
cambiamento di rotta. La donna che lavora e deve occuparsi dei figli e della casa non
credo che possa scegliere convenientemente di trasferirsi in “città” ed aggravare il
personale carico di sacrificio….semmai “costringerà” il marito a fare il pendolare
verso le fabbriche ed uffici dislocati nei centri costieri.
La Regione deve disporre forti incentivi al lavoro rosa che credo sia davvero la
medicina per evitare l’abbandono della montagna, deve investire fortemente
mettendo a disposizioni risorse (anche a fondo perduto) per costruire zone industriali
che prevedano prevalente impiego femminile e agevolino persino i rientri dei nuclei
familiari ora altrove residenti. Alcuni capannoni industriali (ancora non affittati)
potrebbero essere assegnati con tale finalità anche a costi ridottissimi
(compatibilmente con la legislazione in vigore).
Il Comune può anche valutare la possibilità di diventare imprenditore (ha tutto
da guadagnare) per esempio comprando o costruendo un piccolo immobile
commerciale per ivi accomunare quelle piccole attività produttive possibili che da
sole non potrebbero esistere. Un locale di questo genere potrebbe essere il punto di
riferimento per far conoscere alcune tipiche produzioni di grande qualità di Fraine. Il
Comune diventerebbe anche lo sponsor delle attività produttive (penso alle
mozzarelle e latticini (Fraine è tuttora un raro esempio di allevamento al pascolo
nell’intero Abruzzo), penso ad una possibile produzione di salumi artigianali, penso
all’ottimo tartufo di cui il territorio è ricco (Fraine non risulta nemmeno menzionato),
penso al pane con le patate alla pizza con l’origano resa speciale dall’acqua eccellente
e sorgiva dei nostri monti, penso all’olio di eccelsa qualità che non trova rivali nel
mondo ma per niente valorizzato, penso al riscoperto farro o al grano denominato
“cappella”, alle preziose ed introvabili cicerchie, alle patate che sono il prodotto
maggiormente adatto per il terreno frainese….etc….. Insomma una piccola
organizzazione commerciale che per la, sia pure esigua produzione locale, potrebbe
essere un interessante motore che ne favorisce la ripresa).
D’altronde non abbiamo niente da perdere mentre il successo significherebbe un
incremento esponenziale delle attività che potrebbe trasformarsi in un volano molto
efficace ….vale la pena provare…poiché, .toccato il fondo si può solo risalire…

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Gli anziani, una risorsa e non un problema.

In una società che invecchia con


crescita demografica vicina allo zero, non
si può non porre l’attenzione sugli
anziani che dovranno rappresentare una
risorsa per la comunità e non un peso. In
tempi recenti si è notato un certo
acutizzarsi delle problematiche delle
varie famiglie in relazione ai non più
giovani, che con l’avanzare dell’età, non
sono più riusciti a conservare appieno la
loro proverbiale autonomia ma solo la
caratterizzante testardaggine (c’è un
motto che dice di quelli di Fraine: “coccia
tosta e litighini”.
E’ più corretto subito specificare che
i soggetti della questione sono gli anziani
e non le famiglie.
Molti vivono un incubo mentre altri
diventano sordi e ciechi dovendosi
confrontare con la necessità di garantire
una adeguata assistenza senza far perdere
l’identità ai loro cari. Ci si scontra con la
Martino Domenico detto “Cavallott” (con il figlio Guido) riluttanza degli anziani nel vedersi
storico “vecchio” dalla simpatia ineguagliabile. Famiglia di collocati in strutture che li privano della
Muratori maestri nelle costruzioni in pietra lavorarono alla
gran parte degli edifici adibiti a civile abitazione di Fraine.
loro riservatezza, timidezza e di quei
piccoli segreti che si trascinano da un vita
intera.
Recentemente ho personalmente assistito ad un caso di un’anziana novantenne
in condizioni davvero pietose (anemica e che nonostante le cedevoli gambe tentava
disperatamente di provvedere a se stessa apponendo un secco rifiuto al trasferimento
in struttura per anziani di Castiglione M. M.). Nel manifestare tale rifiuto si
giustificava dicendo ai figli di non voler abbandonare la “sua” casa perché tutte le
pietre con le quali era stata eretta le aveva trasportate sul suo capo cedendole poi alle
maestranze per la successiva messa in opera………sono rimasto davvero colpito….e
ancor più sono amareggiato sapendo che quella stessa casa sarà certamente messa in
vendita da chi non nutre più alcun interesse per il luogo…………
Il trasferimento degli anziani in strutture attrezzate, comporta lo sradicamento
dal proprio paese, dalla propria casa ed loro averi ovvero da tutto ciò per il quale essi
hanno lottato per l’intera esistenza. L’anziano va posto al centro del progetto e questo
deve mirare alla realizzazione dei suoi desideri e delle sue aspettative; e non va
quindi, preso in considerazione alcun altro tipo di progetto se solo mirato alla la
soluzione dei problemi dei familiari (perché questi non riescono più a conciliare la
loro vita con il “peso” di un familiare non più efficiente). L’anziano deve rimanere al
centro delle attenzioni affinché i progetti non suonino come una soluzione finale per i
malcapitati.

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Le esigue residue forze dei soggetti deboli devono unirsi nei momenti di
bisogno, come avveniva nelle difficoltà quotidiane della sepolta civiltà contadina,
perché possano continuare a dare il loro contributo alla società ed alle rispettive
famiglie (perché questo loro vogliono). E’ possibile tirar fuori da loro risorse
derivanti da quella straordinaria volontà di sentirsi vivi ed attivi che li rende felici di
essere partecipi alla vita della “Famiglia” distogliendoli dalla solitudine; è possibile
fornire in tal modo l’antidoto efficace per combattere il senso di abbandono che
ossessiona normalmente la loro psiche che manifesta il picco massimo di delusione
quando un uomo perde, anche se parzialmente, la propria autonomia.
Ognuno di loro ha il diritto di sognare ancora e programmare il proprio futuro
anche se ciò può rivelarsi una pura illusione.
Detto ciò si ritiene fondamentale la realizzazione di piccole strutture (case
Famiglia) in ciascuno dei centri montani. Poiché i vantaggi sono tanti e proviamo ad
analizzarli:
- Porre soggetti anziani in una struttura (possibilmente) aperta nel proprio
paese di origine significa inserirli in un contesto di persone conosciute,
probabilmente amici o amiche di infanzia che parlano la stessa lingua (visto che
il dialetto è meglio conosciuto dell’Italiano), dalle stesse abitudini equivale a
dire che le forzature sono meno brutali. Conservando una certa vicinanza alle
loro proprietà, non sarebbero ossessionati dalla perdita del controllo di queste e
la loro serenità ne gioverebbe sicuramente.
- La presenza di anziani di origine Frainese in una struttura in loco
permetterebbe certamente un ritorno vacanziero più frequente dei familiari degli
ospiti con maggiore utilizzo degli immobili a disposizione e vantaggi per una
eventuale economia indotta e per il mantenimento in efficienza delle abitazioni;
- la messa in funzione della struttura a Fraine, indurrebbe probabilmente
molti anziani a frequentarla o ricoverarvisi quando ancora in condizioni di salute
discrete e non al limite della loro capacità fisiche e mentali con la conseguente
percezione, in tal caso, dell’atto di ricovero quale segnale di rifiuto da parte dei
propri cari con conseguenze psicologiche disastrose.
- possibilità, a chi ha l’efficienza per poterlo fare, di far svolgere attività,
nella struttura stessa, di tipo hobbistiche e personalizzate che li faccia sentire
utili e non un peso per la società. Poiché i terreni sono quasi totalmente
abbandonati, si può assegnare a chi lo desideri un orticello da curare, un
giardino di cui occuparsi, una piccola serra di fiori da tenere in ordine a chi
desidera cimentarsi in floricoltura e anche possibilità di preparare “piccole
sorprese “ per i propri familiari in occasione di festività e ricorrenze. Trattasi
insomma di dare la possibilità di dedicarsi agli altri e rendersi utili come nella
loro vita hanno sempre fatto per sentirsi ancora vivi dentro.
Una accelerazione alla realizzazione del progetto va data in modo deciso poiché
l’attuale situazione è già critica e gli anziani e famiglie in affanno sono molteplici.
Queste situazioni esasperate sono spesso causa di dissapori tra componenti della
stessa famiglia ed il deterioramento dei rapporti interfamiliari non favorisce certo i
nobili scopi di questo progetto (a Fraine, che è veramente piccola, si viene
normalmente per ritrovarsi con i fratelli, le sorelle e gli amici e se il rapporto è

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irrimediabilmente compromesso può non avere più senso tornarvi anzi, in tal caso, al
fine di evitare “spiacevoli incontri”, si sceglie di andare altrove).

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