Linfinito La poesia si articola in due momenti, corrispondenti a due distinte sensazioni. di
partenza. Nel primo momento (vv. 1-8) l'avvio dato da una sensazione visiva, o, per dir meglio, dall'impossibilit della visione la siepe c!e c!iude lo sguardo, impedendo ad esso di spingersi sino all'estremo orizzonte. L"impedimento della vista, c!e esclude il #reale$, %a subentrare il #%antastico$ il pensiero si costruisce l'idea di un in%inito spaziale, cio di spazi senza limiti, immersi in silenzi sovrumani e in una pro%ondissima &uiete. Nel secondo momento (vv. 8-1') l"immaginazione prende l'avvio da una sensazione uditiva, lo stormire del vento tra le piante. La voce del vento, un dato presente, e%%imero, viene paragonato ai silenzi prima immaginati, e ric!iama cos( alla mente l'idea di un in%inito temporale (l'#eterno$), a cui si associa successivamente il pensiero delle epoc!e passate e svanite, e dell'et presente, col suo carattere ugualmente e%%imero, destinato anc!'esso a svanire. La lirica !a una sua durata temporale interna, un suo andamento narrativo le due sensazioni, e le due immaginazioni da esse suscitate, sono in successione tra loro, anzi, scaturiscono l'una dall'altra) &uesta successione narrativa non si ri%erisce per* a un evento unico, bens( a un'esperienza c!e si suppone ripetuta pi+ volte nel tempo (,Sempre caro mi fu...-). .i anc!e un passaggio psicologico l'io lirico, dinanzi alle immagini interiori dell'in%inito spaziale, prova come un senso De rerum natura III, 1-30 1 / tenebris tantis tam clarum e0tollere lumen 2 &ui primus potuisti inlustrans commoda vitae, 3 te se&uor, o 1raiae gentis decus, in&ue tuis nunc 4 %icta pedum pono pressis vestigia signis, 5 non ita certandi cupidus &uam propter amorem 6 &uod te imitari aveo) &uid enim contendat !irundo 7 c2cnis, aut &uid nam tremulis %acere artubus !aedi 8 consimile in cursu possint et %ortis e&ui vis3 9 tu, pater, es rerum inventor, tu patria nobis 10 suppeditas praecepta, tuis&ue e0, inclute, c!artis, 11 %lori%eris ut apes in saltibus omnia libant, 12 omnia nos itidem depascimur aurea dicta, 13 aurea, perpetua semper dignissima vita. 14 nam simul ac ratio tua coepit voci%erari 15 naturam rerum divina mente coorta 16 di%%ugiunt animi terrores, moenia mundi 17 discedunt. totum video per inane geri res. 18 apparet divum numen sedes&ue &uietae, 19 &uas ne&ue concutiunt venti nec nubila nimbis 20 aspergunt ne&ue ni0 acri concreta pruina 21 cana cadens violat semper4&ue5 innubilus aet!er 22 integit et large di%%uso lumine ridet 23 omnia suppeditat porro natura ne&ue ulla 24 res animi pacem delibat tempore in ullo. 25 at contra nus&uam apparent 6c!erusia templa, 26 nec tellus obstat &uin omnia dispiciantur, 27 sub pedibus &uae cum&ue in%ra per inane geruntur. 28 !is ibi me rebus &uaedam divina voluptas 29 percipit at&ue !orror, &uod sic natura tua vi 30 tam mani%esta patens e0 omni parte retecta est. Linfinito Sempre caro mi fu quest'ermo colle, E questa siepe, che da tanta parte Dell'ultimo orizzonte il guardo esclude. Ma sedendo e mirando, interminati Spazi di l da quella, e sovrumani Silenzi, e profondissima quiete Io nel pensier mi fingo; ove per poco Il cor non si spaura. E come il vento do stormir tra queste piante, io quello Infinito silenzio a questa voce !o comparando" e mi sovvien l'eterno, E le morte stagioni, e la presente E viva, e il suon di lei. #os$ tra questa Immensit s'annega il pensier mio" E il naufragar m'% dolce in questo mare La ginestra vv. 111-125 &o'il natura % quella #he a sollevar s(ardisce )li occhi mortali incontra *l comun fato, e che con franca lingua, &ulla al ver detraendo, #onfessa il mal che ci fu dato in sorte, E il 'asso stato e frale; +uella che grande e forte Mostra se nel soffrir, n% gli odii e l(ire ,raterne, ancor pi- gravi D(ogni altro danno, accresce *lle miserie sue, l(uomo incolpando Del suo dolor, ma d la colpa a quella #he veramente % rea, che de( mortali Madre % di parto e di voler matrigna..... Nella 1inestra L. a%%ida all"intellettuale il compito di di%%ondere il vero sulla condizione umana al %ine di ristabilire la social catena, la solidariet e la giustizia. 7olemizzando con il gruppo dell"6ntologia, nel 89-88, sosteneva invece c!e compito dell"intellettuale di%%ondere il bello, cio gli a%%etti, le immaginazioni, le illusioni, c!e con%ortano gli uomini dal vero doloroso 1 di sgomento ./per poco il cor non si spaura$)) ma nel secondo momento l'io si #annega$ nell'#immensit$ dell'in%inito immaginato (spaziale e temporale), sino a perdere la sua identit) e &uesta sensazione di #nau%ragio$ dell'io piacevole, #dolce$. :e la coscienza rappresenta all'uomo il #vero$, cio la sua necessaria in%elicit, lo spegnersi della coscienza individuale d una sensazione di piacere, garantisce una %orma di %elicit. ;ra lo #spaurarsi$ del cuore e la #dolcezza$ del nau%ragio non vi per* contrasto, come potrebbe apparire a prima vista essi in%atti non sono c!e i due aspetti di &uell'#orrore dilettevole$ c!e, secondo il sensismo, suscitato dall'immaginazione dell'in%inito (<ellerino, 1=98). Etai! mitica o eperienza enitica" :arebbe %acile leggere il componimento in c!iave mistico-religiosa il perdersi dell'io nell'in%inito il dato costitutivo di ogni esperienza mistica) il linguaggio tipico della mistica ric!iamato dalla meta%ora del #mare$ in cui l'io #nau%raga$, e Leopardi stesso, come si visto nello >ibaldone usa il termine #estasi$ a indicare &uesti momenti di rapimento. 1i ?e :anctis interpretava in c!iave religiosa la lirica (#<os( i primi solitari scopersero l'@ddio$)) e in senso religioso l'!a interpretata la tradizione successiva della critica idealistica. Aa bisogna %are attenzione non ravvisabile nel componimento nessun accenno ad una dimensione trascendente, sovrannaturale) l'in%inito non vi !a le caratteristic!e del divino, dello spirituale anzi nello >Bbaldone Leopardi lo esclude esplicitamente, con %ermezza #L"in%init della inclinazione dell'uomo una in%init materiale$ luglio 188C). Non solo, ma &uesto #in%inito$ non un in%inito oggettivo, ontologico, bens( tutto soggettivo, creato dall"immaginazione dell"uomo (#io nel pensier mi fingo$)) ed evocato a partire da sensazioni %isic!e, in c!iave prettamente sensistica, come di derivazione sensistica la ri%lessione del piacere misto a paura provocato nell'immaginazione dall'idea dell'in%inito. <on &uesto, non si pu* del tutto escludere una componente mistica nella poesia bisogna per* supporre c!e essa sia radicata negli strati pi+ pro%ondi della personalit leopardiana, e c!e, per arrivare a esprimersi, debba passare attraverso le %orme culturali ac&uisite dal poeta, sensistic!e e materialistic!e, con%ormandosi ad esse e subendo una decisiva tras%ormazione, c!e muta volto agli impulsi originari. (Daldi, vol. E p. 1F9 ed. modulare) La ginestra (E a stro%a) @l poeta de%inisce la vera nobilt spirituale, c!e non consiste nel proclamare ,con %etido orgoglio- la grandezza dell"uomo e nel pro%etizzare ad esso un destino di inaudita %elicit, ma nel guardare coraggiosamente in %accia il destino comune e nel dire il vero sulla condizione in%elice ed e%%imera dell'uomo, mostrandosi %orti nel so%%rire e %raternamente solidali con gli altri uomini. 6 &uesto punto (v. 18F) si colloca una svolta nel pensiero leopardiano. Nelle precedenti opere in cui polemizzava contro l'ottimismo progressista dei suoi tempi (7alinodia, ;ristano, 6d 6rimane) Leopardi si limitava a posizioni critic!e e negative, a distruggere i miti ingannevoli degli avversari rivelando il desolato #vero$. Gui invece propone con vigore una parte costruttiva, una sua alternativa alle idee c!e combatte. @l pessimismo assoluto non induce Leopardi alla rassegnazione e all'inerzia di %ronte alla potenza ostile della natura, nH all'indi%%erenza verso i mali dell'umanit- il suo un pessimismo combattivo ed eroico, ma anc!e aperto alla solidariet verso gli altri uomini. Nella 7alinodia Leopardi negava c!e il cosiddetto progresso potesse assicurare sia la %elicit, sia la giustizia la %elicit negata all'uomo dall'ordine stesso di natura) e le stesse leggi naturali prescrivono c!e trion%ino sempre, in ogni %orma di governo, la %orza e l'ini&uit sulla virt+ e la giustizia. Gui nella 1inestra il poeta continua ad escludere la %elicit, ma (&uesta la grande svolta) a%%erma la possibilit di un progresso c!e assicuri una societ pi+ giusta, con rapporti pi+ umani tra gli uomini. :e nella 7alinodia negava il progresso in assoluto, nella 1inestra invece ammette una %orma di progresso) anzi, alla %alsa idea di progresso di%%usa dalle ideologie ottimistic!e del suo tempo, c!e consisteva nel mito di una nuova et dell'oro garantita dalle ri%orme politic!e e dalle con&uiste tecnologic!e, c!e avrebbero assicurato la pace, l'abbondanza dei beni materiali e il dominio sulla natura, contrappone &uello c!e per lui il progresso autentico, di tipo civile e morale. /sso si %onda non sulle ingannevoli opinioni ottimistic!e intorno alla grandezza dell'uomo, ma, al contrario, proprio sul pessimismo, u##a #ucida conape$o#ezza de##a tra%ica condizione de##&umanit'. :e gli uomini avessero coscienza della loro in%elicit e miseria, e del %atto c!e la responsabile di ci* la natura, sarebbero indotti a coalizzarsi contro la loro implacabile nemica. Guesto rinsalderebbe i legami sociali, la ,social catena- invece di combattersi e sopra%%arsi a vicenda, per egoismo e avidit, come sempre %anno, essi unirebbero le loro %orze contro la natura. @l bisogno di lottare contro di essa indurrebbe alla solidariet reciproca, alla %raternit. ?i &ui nascerebbe #vero amor$ tra gli uomini, ma anc!e #giustizia$ e 2 #piet$, rapporti civili onesti e retti. Guesta societ pi+ giusta e civile avrebbe un solido %ondamento oggettivo in un bisogno reale degli uomini, &uello di salvaguardare la propria sopravvivenza il progresso non si baserebbe su miti e #superbe %ole$. ;ale progresso non assicurerebbe a%%atto agli uomini la %elicit, c!e impossibile, ma garantirebbe una societ pi+ giusta e civile, in cui gli uomini non sarebbero pi+ aggressivi gli uni contro gli altri come belve. 6nc!e se in &uesta societ l'uomo rester in%elice per natura, non ci sar pi+ &uell'in%elicit addizionale c!e nasce dall'ostilit degli altri uomini) l'uomo sar soccorso e con%ortato dai suoi simili &uando la natura malvagia si accanir contro di lui. Leopardi de#inea ep#icitamente anc(e i# compito de##&inte##ettua#e ne##a creazione di )ueta ociet' rendere #palesi $ al vulgo, &uesti concetti, di%%ondere la consapevolezza del vero, indicare il vero nemico contro cui combattere, spingendo cos( gli uomini alla %raternit. Guesto era stato il compito assolto dal pensiero nel secolo dei lumi, dal poeta esaltato nella stro%a precedente, pensiero c!e aveva pessimisticamente insistito sull'in%elicit umana) &uesto il compito c!e attende il pensiero anc!e nel presente, anzic!H di%%ondere %alsi miti, c!e !anno sulla societ un e%%etto corruttore. /merge da &uesta stro%a un Leopardi nuovo, ben diverso dal sarcastico e gelido polemista della 7alinodia, puro negatore, distruttore implacabile di miti. Gui il poeta compie un generoso s%orzo per volgere in positivo il suo pensiero, per %ondare, sulla base dei suo pessimismo un'idea non illusoria di progresso e di civilt. (Daldi, vol. E p. 889 ss ed. modulare) Leggendo il brano ,@l trion%o di /picuro- (@, F8-9=) viene spontaneo il con%ronto anc!e con altre opere leopardiane, in particolare con certi passi del Dialogo della &atura e di un Islandese e con i vv. E=-II del #anto notturno di un pastore errante dell'*sia c!e &ui ricordiamo &asce l'uomo a fatica,00 ed % rischio di morte il nascimento. 001rova pena e tormento00 per prima cosa; e in sul principio stesso00 la madre e il genitore00 il prende a consolar dell'esser nato. 6 tanti secoli di distanza, i due poeti %igurano concordi nel denunciare la mortalit del tutto, dovuta al #perpetuo circuito di produzione e distruzione$, nell'irridere il tradizionale antropocentrismo e il secolare #progresso$ dell'umanit, nel rilevare la sostanziale in%elicit dei genere umano di contro all'apparente serenit degli altri animali, nell'esaltare la ragione come unico strumento dato all'uomo per elevarsi. Aa i messaggi %inali di Lucrezio e Leopardi si diversi%icano assai. 7er Lucrezio la ragione concede all'umanit di riscattarsi dalla sua abiezione, giungendo a comprendere i meccanismi della natura e la propria limitatezza, ma al tempo stesso a rendersi conto della sua libera volont e della sua autonomia da &ualsiasi giogo soprannaturale. Leopardi non s'appaga di constatare l'indi%%erenza della Natura alle sorti dell'uomo, nH di vedersi accomunato agli altri esseri dalla mortalit) e certamente non si sente libero) la ragione per lui motivo di grandezza, ma anc!e di in%elicit, perc!H spinge l'uomo - a di%%erenza degli altri animali - a porsi domande cui non sa dare risposta. 7ure se privo di dolori e di desideri, l'uomo , poi, a%%litto dalla noia, male suo peculiare. 6nc!e il tedio leopardiano altra cosa da &uello lucreziano (c%r. ?e r. n., 111, 1C'E e segg.) in Lucrezio prova tedio lo stolto, c!e, in&uieto, cerca di occupare il tempo in vane attivit, non certamente colui c!e %a uso della ragione per ri%lettere sui %enomeni cosmici. @nsomma, per Leopardi l'uomo non !a scampo alla sua in%elicit) un barlume di con%orto viene solo dal tardo messaggio rappresentato da 2a ginestra. @n &uesta canzone, c!e la pi+ #lucreziana$ %ra tutte, Dinni), Leopardi propugna la morale laica della solidariet %ra gli uomini, necessaria a condurre la battaglia nobile e disperata contro la Natura. Non a caso all'/picuro del ?e rerum natura rimanda la #nobil natura$ di &uesta canzone v. 111). @l sentimento c!e percorre tutta la poesia (#Non so se il riso o la piet prevale$ .v.8C1) nei con%ronti dell'umanit scioccamente superba &uello stesso c!e anima il ?e rerum natura, volto a disperdere le tenebre dell'ignoranza e i timori puerili dell'uomo. 6nc!e in Lucrezio si sente %remere la piet verso il genere umano (ma &uando &uesto accade sembra &uasi c!e egli venga meno al suo credo epicureo). <ertamente per* il calore di %raternit e di solidariet c!e sentiamo in Leopardi altra cosa) Lucrezio, %ermo nel suo individualistico illuminismo epicureo, non ipotizza una #con%ederazione$ in guerra contro la comune nemica, la natura madre di parto e di voler matrigna$ (La ginestra, vv. 18' e segg.). /picuro !a insegnato all'uomo a conoscere la natura, 3 ad accettarla, sentirsene parte senza alcuna paura e senza alcuna ribellione. ;ra il sapiente %iloso%o greco divinizzato e l'emblema dell'umile ginestra c!e saggiamente non !a creduto #le %rali sue stirpi$ (vv. E1'-E1F) immortali, conscia della terri%icante presenza del vulcano #sterminatore$ (v. E), c' tutto il divario c!e separa concezioni e poetic!e dei due autori dell'uno, c!e presume di scrivere in sublimi versi un trattato %iloso%ico, in cui si c!iarisce a %ondo la natura delle cose, e dell'altro, c!e alla prosastica %iloso%ia oppone prima la poesia d'immaginazione, propria degli antic!i, poi la sua moderna lirica, in cui il mistero della vita e della morte non trova risposta. @nsomma, Leopardi si sar in &ualc!e misura ispirato a Lucrezio3 @n passato lo si dava &uasi per certo) oggi si assai pi+ cauti. Leopardi dovrebbe aver letto il poeta latino almeno nella traduzione secentesca del Aarc!etti Lucrezio citato pi+ volte nel giovanile :aggio sopra gli errori popolari degli antic!i, poi sempre pi+ raramente) e le citazioni sono piuttosto generic!e o di carattere lessicale (sulla scorta del dizionario del Jorcellini). :ull'argomento A. :6<</N;@ (Leopardi e Lucrezio, in Leopardi e il mondo antico, #6tti del . <onvegno internazionale di studi leopardiani$, Jirenze 1=88, pagg. 11=-I8), conclude con #un'ipotesi$, come l'autore stesso la de%inisce, c!e pare suggestiva #K ... L C se lo scarso e dubbio lucrezianismo leopardiano non riveli, piuttosto c!e conoscenza latamente di%ettosa dell'opera di Lucrezio, un generale sentimento di estraneit, %ors'anc!e divenuto di avversione, ad una sistemazione dell'universo c!e inserisce e tutela l'uomo nella natura, aprendo un porto di salvezza, innalzando un nobile castello, allargando insomma - cos( come %ar la cultura umanistica, la cultura precopernicana e pregalileiana nelle sue gradazioni meno trion%alistic!e - la s%era di un'umanit superiore e rasserenataM (&uest'ultima citazione rimanda a D. D@N6L, Leopardi. la cultura e la societ dei suoi tempi, in La posizione storica di 1. Leopardi, ;orino 1=98, pagg. 8C8-8C=L$). :. ;impanaro, ad esempio, pur dic!iarando probabile la lettura diretta di Lucrezio da parte di Leopardi, si c!iede perc!H non ne resti traccia #in espliciti appunti o precise allusioni$. 4