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MERCIFICAZIONE, CONSUMISMO,

DESUBLIMAZIONE REPRESSIVA (IL


VIAGGIO DI WOODY ALLEN NELLA TERRA
DI MACHIAVELLI, LEOPARDI E GRAMSCI)
31 agosto 2013, Posted in Out of frame
di Salvatore Cingari*
Fra le varie critiche mosse al film di Woody
Allen ambientato a Roma, To Rome with love, c
quella di non reggersi su un nucleo centrale. Parto da
qui per cercare di sovvertire il giudizio maggioritario di
critica e pubblico su questa che invece ritengo essere
una delle opere pi impegnate del regista
di Manhattan. Il nucleo centrale infatti lincessante
processo di mercificazione del mondo della vita, il
progressivo dominio di una pratica consumistica e
lesito estremo della massificazione culturale
rappresentato dalla logica del reality. Questi sono i motivi che tengono assieme i quattro episodi. Che lItalia
fosse il luogo storico in cui ambientare la deriva non strano: essa, con il berlusconismo, stata laboratorio
delle dinamiche globali, cos come, fra i grandi paesi dellOccidente, ha espresso punte di massima
resistenza, rideclinando con i movimenti popolari il pensiero vivente della sua tradizione civile (R.
Esposito, Pensiero vivente. Origine e attualit della filosofia italiana, Torino, Einaudi, 2012). Il Bel paese lo
notavano del resto Leopardi e Gramsci (S.Cingari, Appunti per uno studio sulla storia dellindustrializzazione
della cultura nellideologia italiana, in Bollettino della Domus mazziniana, Pisa, anno LIV, 2009, num.1-2,
pp.191-202) caratterizzato da una particolare tendenza a restringere lo spazio pubblico in un perimetro
estetico-spettacolare. Ci fa si che se da un lato, quindi, essa pu esprimere uno scarto massimo con la
commercializzazione della vita, si trova su un crinale in cui massimo anche il rischio dellestetizzazione
della politica e del dominio delleconomia attraverso lo spettacolo.
Jerry, interpretato da Woody Allen, un impresario di spettacoli operistici in pensione, attanagliato dalla paura
della morte. E in viaggio a Roma per conoscere il fidanzato della figlia Hayley, che a sua volta ha conosciuto
Michelangelo nella pi classica delle vacanze romane. A differenza della moglie Phyllis, ovviamente psichiatra
(una necessaria terapeuta di famiglia, insomma), vive con estraneit perplessa la quotidianit dello stile di vita
italiano, ad esempio di tipo gastronomico. Rimane per colpito dalla naturalezza con cui Giancarlo, il padre di
Michelangelo, convive con il suo lavoro di impresario di pompe funebri. Il parallelo affine a quello con cui si
mettevano a raffronto, in un altro film (Hollywood ending, USA, 2002), le paranoie ipocondriache di un regista
newyorkese con lassoluta incuria per le malattie mortali di un produttore californiano. La differenza , tuttavia,
che nel californiano si trattava di una rimozione della morte che radicalizzava lo stesso tipo di nichilismo,
mentre nel caso di Giancarlo si tratta di una convivenza creativa con la morte stessa, che non fa problema in
ragione di una sapienza antica, un po allinsegna di quello scarto rispetto alle altre nazioni occidentali
segnalato dallo stesso Leopardi nel Discorso sui costumi degli italiani(non credo quindi che ci sia caricatura
del bel paese, basata su stereotipi folkloristici, come certa critica ha imputato al regista americano, quasi
fosse preso da unimprovvisa pulsione neo-coloniale). Giancarlo, quando torna a casa, si fa la doccia cantando
arie operistiche con voce da professionista, avendo avuto in famiglia un antenato amico di Giuseppe Verdi. A
Jerry, per la prima volta da quando atterrato a Fiumicino, si accende una lampadina in testa.
Improvvisamente prende interesse allaltro, e cio quando pu farci un business. Qui si apre il conflitto con
Michelangelo, preoccupato che il padre, una persona culturalmente semplice, possa essere strumentalizzato
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da uno squalo dellindustria musicale, riproducendo allo stadio di lucida consapevolezza politica ci che
nellAnna Magnani del viscontiano Bellissima (Italia, 1951) era unembrionale presa di coscienza.
Michelangelo, come gli altri figli di Giancarlo, orgogliosamente elevato agli studi superiori con la fatica del
lavoro, un avvocato che si presta soprattutto per difendere le persone bisognose (motivo immediato dei
divertenti sarcasmi di Jerry, preoccupato del futuro materiale della figlia), vicino ai lavoratori (come la fidanzata
spiega ai genitori con tono naive, come parlasse di strani costumi alieni, sebbene umanamente apprezzabili) e
che finisce per quasi litigare col futuro suocero per un accenno critico di questultimo ai sindacati. Gi
sullaereo, Jerry preoccupato che Michelangelo sia comunista innescando la classica ossessione
americana, riattivata in Italia dopo la caduta del Muro in una sorta di fiction degli anni della prima guerra fredda
e la moglie lo rassicura che i comunisti in Italia non esistono pi: solo molto molto di sinistra. Giancarlo,
dopo essersi a lungo schermito facendosi forte della protezione del figlio, viene alla fine sedotto dalle
insistenze di Jerry, che gli promette celebrit nel mondo dei vivi.
Il primo provino va male, dato che Giancarlo non abituato a esibirsi per un pubblico, scatenando lirritazione
di Michelangelo e la rabbia anche violenta della moglie del neo-cantante. Ma fallito il primo tentativo, la furia
mercificante di Jerry si accende per la soluzione finale: Giancarlo comparir in scena nudo sotto la doccia, in
una sorta di estremo avvicinamento dellarte davanguardia al quotidiano. Questa volta lesperimento riesce e
perfino Michelangelo si acquieta. Larte incarnata nella vita (nello stesso nome del giovane avvocato), come le
terzine dantesche negli stornelli dei contadini toscani, viene risucchiata dalla gabbia dacciaio dello spettacolo
che si fa mondo, ma uno spettacolo che in realt la forma gassificata del denaro e del suo potere. Lo stile di
vita caratterizzato da un rapporto di reciproche responsabilit anche non materiali viene rotto dal fantasma del
successo personale che alimenta la scissione narcisistica.
Il narcisismo, come tendenza psicologica sempre pi diffusa in epoca post-moderna e incunabolo individuale
alle seduzioni della cultura consumistica, il protagonista dellepisodio incentrato su Jack, un ragazzo
americano studente di architettura a Roma, che incontra un connazionale architetto di fama mondiale,
ultracinquantenne, in vacanza nella capitale, John. John chiaramente in crisi perch ritorna nei luoghi dove
lui stesso, da ragazzo, aveva passato un anno di soggiorno-studio. Sembra non innamorato della sua attuale
partner, dato che ricorda il tempo di quando era giovane e innamorato. Non pu negare la realt quando Jack,
pur tributandogli tutta la sua ammirazione, gli fa notare di come si sia venduto al sistema finendo per
progettare soltanto molto remunerativi centri commerciali. Dopo aver preso un caff nella casa di Jack, nel
suggestivo angolo di Trastevere che era stato il suo giovanile terreno di caccia, John esce di scena in carne
ed ossa, per rimanervi come coscienza critica di Jack. Accade infatti che nel felice menage di questultimo
con Sally, irrompa Monica, attrice momentaneamente disoccupata e neo-single, cara amica di questultima.
E gi Sally che la introduce preoccupata al fidanzato, presentandola come una sirena irresistibile per gli
uomini. Quando arriva allaeroporto appare come una semplice ragazza carina e nulla pi, ma le insistite
celebrazioni di Sally e il crescente atteggiamento di indiretta seduzione dellattrice, sciolgono le resistenze
perplesse di Jack, che in breve se ne innamora. John, grillo parlante di Jack, lo avverte continuamente che
Monica, oltre a gonfiare ad arte i suoi dettagliati racconti erotici autobiografici, cita dei poeti le uniche frasi a
effetto che conosce e che recita continuamente per attrarre lattenzione. Alla fine Jack decide di lasciare
Sally, dopo aver fatto lamore con Monica. Prima di parlarne con Sally stessa, tuttavia, ritorna nei ranghi, dato
che Monica, senza mostrare alcuna minima emozione per dover lasciare Jack, decide in pochi secondi di
accettare unallettante scrittura per un film da girare fra USA e Giappone, con partner non privi, per lei, di
trascorsi e attrazione erotica. In Monica, insomma, si concentra tutto il potenziale nichilistico del consumismo
narcisistico, basato sul debordiano falso generalizzato, di cui Jack assolutamente consapevole,
progettando supermercati, e proprio per questo cerca di salvare Jack, dato che non riuscito a salvare quel se
stesso improvvisamente tornatogli di fronte a Trastevere, come la slitta rosa bella dellOrson Wells di Quarto
potere (USA, 1941).
Lepisodio che racconta la storia di Leopoldo Pisanello forse quello metaforicamente centrale. Leopoldo,
interpretato da un Roberto Benigni perfetto nelluscire dalla sua maschera vestendo i panni ordinari di un
moderno mons travet gettato in una situazione surreale, viene improvvisamente sequestrato dallo star system
e intervistato al telegiornale di Rai Tre (la scelta del canale non credo che volesse essere una critica politica in
senso anti-comunista, come certa critica ha adombrato, ma piuttosto lidea di come la cultura ipermercificata
abbia ormai assorbito trasversalmente il perimetro pubblico) sugli aspetti pi anonimi del suo quotidiano (come
si fatto la barba, cosa mangia a colazione, come si versato addosso il caff: alla banalit del male
subentra il male della banalit, nel paese in cui il corpo del sovrano si faceva oggetto del gossip quotidiano),
diventando in breve una celebrit, posto al centro continuo dellattenzione, invitato ai Gran Gala, desiderato e
concupito dalle donne pi belle. Inizialmente Leopoldo sconcertato dagli eventi e spaventato dalla ventata di
successo e offerte sessuali a cui va incontro, desideroso di tornare alla sua vita monotona ma nobilitata
dallaffetto coniugale e dei suoi due bambini. Ma quando infine i riflettori inopinatamente si spostano su unaltra
persona anonima, abbandonando Pisanello, ecco che, dopo un primo momento di sollievo, subentra
lastinenza dalladrenalina del successo. Torneremo su questo punto. Aggiungiamo ora che lepisodio parla
evidentemente di come con il reality, la cultura di massa abbia definitivamente abbandonato ilmidcult,
aderendo totalmente alla vita cos come . Lo spettacolo, perci, divora tutta la vita, colonizzandone ogni
spazio ma, insieme, privandola della sua forza. Il privato, cio, diventa pubblico e in tal modo depotenziato di
ogni possibilit di scarto e resistenza, cos come, di converso, lo spazio pubblico non pi una sfera in cui
partecipare, discutere criticamente, ispirare il privato, ma una semplice riproduzione dello stesso. E quella
che Marcuse definiva desublimazione repressiva: o anche la banalizzazione del sublime a cui Umberto Eco
lavora fraApocalittici e integrati e il Superuomo di massa (su ci cfr. ad es. U.Eco, Analitica della banalit e
pop fascismo, in P.Di Vittorio, A.Manna, E.Mastropierro, A.Russo, Luniforme e lanimai, Edizioni Action30,
Bari, 2009, p.194). Chiedendo lumi sulla sua inspiegabile celebrit allanziano e saggio autista, Leopoldo si
sente rispondere che anche le persone che sembrano pi legittimamente famose non se lo meritano, dato
che in realt sono come le altre, come a dire che il loro diventare visibili che gli reca la fama, non unaura.
Passiamo ora allepisodio rimanente, quello di una giovane coppia di provinciali approdati da Pordenone a
Roma, con la speranza di rimanere nella Capitale a seguito di un colloquio in unazienda propiziato da uno zio
ed alla sua fitta rete di conoscenze. Forse vero che oggi nessuno parlerebbe di adulterio per una deviazione
extraconiugale, come fanno i due protagonisti sconcertati della loro stessa arrendevolezza alle pulsioni
momentanee, tuttavia non mi pare che ci sia eccesso caricaturale negli sposini inquadrati nei valori nazional-
popolari, sebbene con qualche inquietudine dettata dalla passione per la pittura di Antonio e quella per la
scienza di Milly, insegnante di liceo. Ancora attuali, peraltro, anche le figure parentali altoborghesi permeate di
perbenismo e di devozione formale. Semmai qualche forzatura, in questo come negli altri episodi, va vista alla
luce dei continui rimandi alla commedia italiana degli anni cinquanta e sessanta, a cui allude anche la
fotografia, unoleografia non stucchevole in quanto mediata dallemotivit autenticamente filoeuropea del
regista. Lepisodio in questione non a caso una sorta di libero remake del felliniano Sceicco Bianco (Italia,
1952). Qui per a perdersi non solo la moglie, ma anche il marito, iniziato ad una sessualit trasgressiva
da una escort interpretata da Penelope Cruz. Milly invece, anzich da Alberto Sordi, viene irretita da Antonio
Albanese, che, dopo una facilissima performance seduttiva, la porta nella sua camera dalbergo, avvolto da
una fama di sex symbolmaschile che, nella sua improbabilit, un ennesimo rinvio al falso generalizzato. Qui,
dopo alcuni fatti rocamboleschi, Milly finisce per consumare una notte di sesso non con lattore ma con un
topo dalbergo con la pistola, interpretato dallo Scamarcio di Romanzo criminale, un po anche a marcare il
carattere espropriativo dellindustria culturale (oltre che, ovviamente, mostrare il potere dellimmaginario sul
bovarismo di provincia). Ma, in certo senso, anche capovolgibile nel suo contrario in quanto potenziale di
mobilitazione emotiva e desiderante. Il rapporto fra i due sposini ne esce infatti cresciuto e consolidato, anche
se poi Antonio decide di tornare a Pordenone, da un lato rifiutando il compromesso familistico ma altres, per,
rinunciando ad un confronto che lo ha radicalmente messo in discussione: un po come i due coniugi di Eyes
wide shut di Stanley Kubrik (USA, 1999), dopo lexursus dantesco successivo alla rottura.
Il film, oltretutto, regge i livelli umoristici del miglior Allen. Dove pu rintracciarsi il limite dellopera? Non credo
nello specifico estetico, bens in un limite culturale, ma solo rispetto a determinati valori e visioni del mondo.
Mi riferisco al fatto che lanalisi critica del potere mercificante delleconomia-spettacolo, incarnata anche
geopoliticamente nellAmerica imperialistica e nellItalia teatro dello scontro fra storico estetismo
berlusconiano e tradizione civico-conflittuale e vivente, finisce per rinunciare ad ogni potenziale eversivo.
Allen, infatti, ribadisce il suo assoluto disincanto politico. Alludendo forse al ressentiment rispetto alla satrapia
videocratica, attraverso lautista di Pisanello, ricorda che i ricchi hanno gli stessi problemi umani dei poveri,
ma che, in conclusione, essere ricchi meglio di essere poveri. Con il che da un lato si tende a disinnescare
lutilit di ogni forma di conflitto e, dallaltra, in parte machiavellianamente, cercare di entrare nella logica del
reale. E questa logica, sembra dire Allen, non pu innalzare alcun argine al potere del mercato economico,
spettacolare, consumistico. Infatti alla fine Michelangelo, dopo aver rischiato la rottura con la fidanzata
americana, si avvia al ricco matrimomio conciliato anche con Jerry che ha riempito doro Giancarlo: lalterit
popolare, e la sua resistenza etico-politica, viene insomma assorbita nel pensiero unico dellindustria culturale,
secondo la pi classica analisi francofortese. Monica continua il suo percorso schiacciasassi, senza che Jack
sia riuscito minimamente a disinnescarne il potenziale illusionistico, pur essendone continuamente avvertito
dalla coscienza critica. Leopoldo Pisanello finisce per rimpiangere il gusto del successo assaggiato per un
intenso ma breve interludio, precipitando nella nevrosi. Solo Antonio sembra ribellarsi, ma per tornare al suo
posto, consapevole che non avrebbe resistito nella citt-vetrina demozioni. Come insomma nellintera sua
filmografia, Allen non concede nulla allaltro Machiavelli, quello che con la virt cerca di mitigare il ruolo
della fortuna sul corso delle cose. In lui tutti gli uomini sono destinati a tradire, a cedere al potere di un
erotismo ridotto al determinismo della carne e della psiche, ad abdicare alle seduzioni della ricchezza e del
successo. Non esiste niente al di l della realizzazione personale del principio di un piacere desublimato,
tanto che solo forse la capacit poetica di rappresentare questa estrema scomposizione dei soggetti, ne
restituisce respiro universale, come nei suoi grandi capolavori. Manca, insomma, il gesto del protagonista
di Caos calmo di Sandro Veronesi (Milano, Bompiani, 2005), che, afflitto dal senso di colpa daver desiderato
unaltra donna mentre la moglie moriva, sceglie di stare, anche ossessivamente, vicino alla figlia, rifiutando un
ricco passaggio di carriera in una multinazionale per evitare di tradire un amico. Invano in Woody Allen si
cercherebbe la resistenza e lo scarto (probabilmente ci farebbe divertire ricordandoci che Pietro Paladini stava
gi abbastanza bene economicamente).
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