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Uso delle preposizioni

Domande
Quesito:
In molti chiedono approfondimenti sull'uso delle preposizioni, in particolare per i casi in cui
possono alternarsi preposizioni diverse senza variazioni semantiche di rilievo. Una domanda
specifica ci arriva da Arnoldas Stackevicius (Repubblica Lituana) che ci chiede spiegazioni
sulla scelta delle preposizioni di, a, in con i mesi dell'anno: "a luglio, in luglio e di luglio
significano la stessa cosa?"
Uso delle preposizioni
Occorre anzitutto precisare che ci sono casi in cui le preposizioni risultano essere
intercambiabili in quanto, pur con lievi sfumature nei tratti semantici, esse possono esprimere
una medesima funzione. Questo, come vedremo, pu anche essere il caso delle preposizioni
di, a e in, per quanto talvolta la scelta risulti invece obbligata. Ad esempio, nella frase
"saranno reintrodotti gli esami a settembre", l'impiego della preposizione a costituisce
l'opzione preferibile all'interno di un'espressione ormai cristallizzata, corrispondente ad "esami
di riparazione".

La preposizione, cos definita perch di norma si prepone alle parole cui connessa,
costituisce una delle parti invariabili del discorso (analogamente all'avverbio, alla
congiunzione e all'esclamazione o interiezione) ed ha una funzione di tipo relazionale, in
quanto esplicita i rapporti sintattici che sussistono tra i diversi elementi all'interno di una frase.
Le preposizioni 'proprie' hanno esclusivamente valore di preposizione e sono in tutto nove,
solo monosillabiche: di, a, da, in, con, su, per, tra, fra. Soltanto su fa eccezione, assumendo
valore avverbiale se posposta a un verbo, perlopi di movimento (ad esempio, "venir su" o
"andare su"). Svolgendo una funzione di collegamento fra gli elementi o parole che
compongono la frase, le preposizioni proprie esprimono diverse funzioni logiche in quanto
attribuiscono al nome o al sintagma nominale che reggono una specificit logica. Tale
specificit o funzione determinata, a livello sintattico, dal tipo di reggenza che unisce
l'insieme parola + preposizione + parola; inoltre individuata, a livello semantico, in base al
significato che ciascuna parola, collegata mediante la preposizione, assume nell'insieme. Ne
consegue pertanto che una stessa preposizione pu esplicitare relazioni diverse, in base al
tipo di costruzione sintattica e a seconda del contesto in cui impiegata.

Nell'ambito dell'analisi logica, queste diverse relazioni vengono definite 'argomenti', oppure
indicate con il termine pi tradizionale di 'complementi'. A tale riguardo, va anzitutto notato
che per mezzo di una stessa preposizione si possono rendere diversi complementi (la
preposizione di pu infatti indicare i complementi di specificazione, denominazione,
abbondanza o privazione ecc.), cos come del resto un singolo complemento pu essere
espresso mediante diverse preposizioni (lo stato in luogo pu ad esempio essere esplicitato
mediante le preposizioni in, a, fra, da, su).

Analizzando nello specifico come possano essere impiegate le preposizioni di, a e in con i
mesi dell'anno, osserviamo che la preposizione di assume il valore di determinazione di tempo
indicando le parti del giorno ("di sera", "di notte"), i giorni della settimana ("di sabato"), le
stagioni dell'anno ("d'estate") e appunto i mesi, come nell'espressione "era di maggio". In
riferimento a quest'ultimo esempio, che riflette un uso letterario d'ambito centro-meridionale
(cito, a tale proposito, il titolo della canzone di S. Di Giacomo e M. Costa, Era de Maggio), va
detto che talvolta l'impiego delle varie preposizioni pu essere influenzato dalla loro
distribuzione areale. Come ulteriore specificazione temporale, sono inoltre frequenti le
espressioni "nel mese di ...", "all'inizio / alla fine del mese di ...".
Nell'esplicitare questa funzione, con i nomi dei mesi la preposizione di pu alternarsi con le
preposizioni a e in, che in tal caso sono dunque impiegate per indicare il complemento di
tempo determinato: "torna a maggio"; "Paolo compie gli anni in gennaio"; "ci siamo rivisti a / in
dicembre"; "partir a / in giugno".

Come si pu notare dagli esempi precedenti, generalmente il sintagma preposizionale


(formato dalla preposizione + il sostantivo) segue il verbo reggente, specie nel caso di voci
verbali che indicano la posizione in un luogo (vivere a ...), il movimento o la direzione (andare
da ... a ...), oppure un'attivit (lavorare a, con, per ...). Tuttavia, il gruppo preposizionale pu
precedere la voce verbale nel caso di frasi che intendono dare rilievo a una determinata
informazione ("A Milano lavora Sonia"), oppure sottolineare un contrasto ("A Milano lavora
Sonia, non Anna"). Nel caso di sintagmi preposizionali che esplicitano una circostanza
temporale, il gruppo generalmente precede il verbo se l'informazione vuole definire ci che
accadr precipuamente in quella circostanza ("a gennaio andr a sciare in Francia"); il
sintagma invece posto alla fine della frase se si vuole semplicemente indicare quando
accadr l'evento oggetto del discorso ("andr a sciare in Francia a gennaio").

Sul piano sintattico e semantico, l'impiego di una preposizione e la sua specificit logica sono
dunque determinati anche dalla 'reggenza' o 'valenza' del verbo, ossia dalla sua 'struttura
argomentale' o 'attanziale'. Tale propriet in sostanza costituita dai complementi obbligatori,
definiti anche 'attanti', che un verbo deve necessariamente reggere per esprimere una frase di
senso compiuto. Emerge dunque in questo caso il rapporto di reciprocit tra il concetto di
complemento e quello di reggenza, messo in luce dallo studioso Lucien Tesnire, il quale
nella sua opera Elments de syntaxe structurale (1959) introduce il concetto di valenza
insieme a quello di attanti, quale base teorica della grammatica definita, appunto, 'valenziale'.
In caso di dubbi sull'impiego di una preposizione pu pertanto, in conclusione, essere utile
consultare alcuni dizionari della lingua italiana, che all'interno delle diverse voci verbali ne
evidenziano le reggenze con i vari argomenti preposizionali, come ad esempio il Devoto-Oli,
oppure il Sabatini Coletti, che descrive inoltre i verbi in base alla loro struttura argomentale.

Per approfondimenti:
Cordin P. - Lo Duca M.G., Classi di verbi, valenze e dizionari. Esplorazioni e proposte,
Padova, Unipress, 2003.
Devoto-Oli 2008. Dizionario della lingua italiana, a cura di L. Serianni, M. Trifone,
Firenze, Le Monnier, 2007 (con allegato CD-Rom).
Renzi L. - Elia A., Per un vocabolario delle reggenze, in Lessico e gammatica.
Teorie linguistiche e applicazioni lessicografiche, a cura di T. De Mauro e V. Lo Cascio,
Atti del Convegno interannuale della Societ di Linguistica italiana (Madrid, 21-25
febbraio 1995) - SLI 36, Roma, Bulzoni, 1997, pp. 113-129.
Rizzi L., Il sintagma preposizionale, in Grande grammatica italiana di consultazione, vol.
I, La frase, i sintagmi nominale e preposizionale, a cura di L. Renzi, Bologna, Il Mulino,
1988, pp. 507-531.
Sabatini Coletti 2008. Dizionario della lingua italiana, diretto da F. Sabatini, V. Coletti,
Firenze, Sansoni, 2007 (con allegato CD-Rom).
Serianni L., Grammatica italiana. Italiano comune e lingua letteraria, Torino, Utet, 1989.
Tesnire L., lments de syntaxe structurale, Paris, Klincksieck, 1959 (trad. italiana
Torino, Rosenberg & Sellier, 2001).
A cura di Manuela Cainelli
Redazione Consulenza Linguistica
Accademia della Crusca
URL di origine: http://www.accademiadellacrusca.it/it/lingua-italiana/consulenza-linguistica/domande-
risposte/uso-preposizioni

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