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RUMORE

Il rumore è sia un inquinante lavorativo che ambientale. Le caratteristiche fondamentali del rumore
sono:
1. Intensità (pressione)
2. Livello sonoro (decibel): è la misura dell’intensità (in realtà si dovrebbe misurare in Pascal)
3. Frequenza (Hz): < 1000 Hz bassa frequenza, > 1000 Hz alta frequenza

NB: al raddoppiare dell’intensità, c’è un aumento di 3 dB. Es.: l’esposizione per 3 ore a 90 dB
equivale all’esposizione per 6 ore a 87 dB.

NB2: i limiti dell’orecchio umano sono 10-16000 Hz; la comprensione della voce di conversazione
(socialmente importante) avviene a 500-4000 Hz.

Esempi di intensità del rumore

Soglia uditiva 10 dB
Calma 20
Disturbo della concentrazione 30 Camera silenziosa
Inizio interferenza 40
Disturbo del sonno 50 Finestra aperta su via animata
65 Voce umana (deve essere >5 rispetto al
rumore di fondo per essere capita)
Rischio per l’udito 77-78, 80
(per 8 ore giornaliere di esp.) per legge
Danni uditivi 90 dB Aspirapolvere, camion in accelerazione
Insopportabile 110 Martello pneumatico
Soglia del dolore 120-130 Discoteca, bang aereo, maglio

Dal punto di vista lavorativo il rumore si distingue in:


4. Continuo (se dura per tutto il turno di lavoro)
5. Discontinuo

O in:
6. Stabile (differenza < 3 dB)
7. Fluttuante
8. Variabile (il più frequente)
9. Impulsivo (con picchi di intensità < 1 sec)

Il danno da rumore dipende da:


10. Livello sonoro
11. Durata dell’esposizione
L’esposizione, oggi, non è più espressa come livello equivalente (LEQ; indicava in modo generico
il livello ambientale di rumore), ma come livello di esposizione personale (LEP) giornaliera o
settimanale (tiene conto sia del livello sonoro che della durata dell’esposizione).

Il rumore può dare:


1. Danni uditivi
- Acuti (infortunio)
- Cronici (malattia professionale)
2. Danni extrauditivi
DANNI UDITIVI

Acuto Cronico
Sede lesione Timpano, ossicini, cellule ciliate Cellule ciliate, organo del Corti
Causa lesione Rumore breve > 130 dB Rumore protratto > 70 dB
Meccanismo Distruzione meccanica Esaurimento funzionale delle cellule
Sintomi e decorso Dolore lancinante I stadio (10-20 gg)
Stordimento 1 Acufeni
Vertigini 2 Cefalea lieve
Deficit uditivo 3 Udito normale
Acufeni fischianti II stadio (latenza)
1 Rari acufeni
2 Ipoacusia di I grado (sogg. non
percepita)
III stadio
1 Insufficienza uditiva per suoni acuti
2 Non perfetta comprensione del
parlato
3 Ipoacusia di II-III grado
IV stadio
1 Palese deficit uditivo per tutti i
segnali
2 Acufeni
3 Ipoacusia di IV-V grado
Audiologia Deficit di tipo percettivo o misto Deficit percettivo massimo per 3000-6000
Monolaterale Hz
Bilaterale
Recruitment sempre presente
Esiti Guarigione completa rara Danno irreversibile
Deficit uditivo L’udito non diminuisce cessata
l’esposizione

La sordità può essere:


• Percettiva (si perdono inizialmente le frequenze intorno ai 4000 Hz, mentre sono mantenute
quelle inferiori e quelle superiori; in seguito la caduta dell’udito si fa più marcata e va a
interessare anche le frequenze della parola parlata, intorno ai 1000-2000 Hz)
• Trasmissiva (si perdono le basse frequenze)
• Mista
• Presbiacusia (determinata dall’invecchiamento; fa perdere le frequenze dai 4000 Hz in su;
anche farmaci otolesivi come la streptomicina determinano questo effetto
• Centrale (rara)

Fenomeno del recruitment Distorsione significativa del segnale acustico per cui viene
percepito il suono della conversazione ma non viene
discriminato il significato delle parole
Fenomeno del cocktail party Rumore di fondo a bassa frequenza. Ha effetto mascherante
sulle frequenze più elevate interessate nella voce di
conversazione con conseguente difficoltà a percepire
correttamente il messaggio verbale e gli altri segnali acustici.

I fenomeni del recruiment e del cocktail party sono spesso presenti mell’ipoacusico e possono
essere i primi indizi di sordità.
Il deficit può essere monolaterale nei cacciatori (a destra se mancini e viceversa).
Le cellule ciliate sono le prime strutture interessate dal danno.
Il danno è indennizzabile se la perdita di funzionalità è di almeno 6 punti percentuali (si considera
la funzionalità globale, non solo quella relativa all’udito; il professore consiglia di non denunciare
le infermità minori del 6%, ma di aspettare che intervenga un altro danno eventuale che faccia
superare tale soglia, in modo tale che alla fine si possa avere l’indennizzo. Denunciando
separatamente due danni inferiori al 6% non si ottiene un fico. Lo so, è un discorso forse poco
chiaro; se avete bisogno di ulteriori spiegazioni cercherò di darvele per via orale o, a chi preferisce,
per via rettale).

DANNI EXTRAUDITIVI

Interessano l’industria metalmeccanica, quella del legno, gli addetti alle discoteche ecc. Non sono
danni indennizzabili.

Apparato locomotore Danni muscolari e scheletrici


Sistema vegetativo Alterazioni del ritmo cardiaco
Vasocostrizione
Ipertensione
Variazioni dell’alvo
Midriasi
Sistema ipotalamo-ipofisario Ipertiroidismo
Alterazioni della funzione corticosurrenale
Effetti psicologici Ansia
Diminuzione della prestazione psicofisica
Senso di stanchezza, abulia
Deficit di concentrazione
Senso di isolamento
Diminuzione dell’attenzione e della vigilanza

PREVENZIONE DEL RUMORE

Nell’ambiente di lavoro sono presenti tre tipi di rumore:


1 Diretto
2 Riflesso
3 Trasmesso per via solida

Prevenzione sulla sorgente di rumore


1 Sostituzione del macchinario
2 Modifica del macchinario
3 Allontanamento del macchinario

Prevenzione sulla propagazione


1 Copertura integrale
2 Copertura parziale
3 Barriere e schermi
4 Silenziatori: per il rumore diretto
5 Trattamenti fonoassorbenti (es. pannelli sul soffitto): per il rumore riflesso
6 Supporti antivibrazioni: per il rumore trasmesso per via solida, es. pavimenti
antivibrazioni

Prevenzione sul lavoratore:


1 Inserimento in cabina
1 Riduzione del tempo di esposizione
2 Mezzi di protezione personale
Protettori auricolari

Attenuazione (dB) Controindicazioni


Inserti multiuso 15-20 Difficile trovare la misura giusta
Difficile pulizia
Inserti monouso 10-20 Frammenti di lana piuma possono rimanere
nel condotto uditivo
Cuffie, caschi, interfoni 20-40 Nessuna
NB: lo scopo è portare il rumore < 80 dB, meglio < 70 dB.

Secondo le prime leggi in materia, le lavorazioni che prevedevano la sorveglianza per il rumore
erano solo 7 (e tra queste erano presenti quelle che prevedevano prove di motori a scoppio, ma non
di motori diesel o a reazione, che sono più rumorosi: c’erano notevoli incongruenze); leggi
successive hanno fatto salire tale numero a 21. In seguito è stato introdotto il concetto che tutti i
lavoratori in ambienti che presentavano un certo livello di rumore (LEQ) avevano diritto alla
sorveglianza; infine con la legge 277/91 si è cominciato a prendere in considerazione il livello
personale di esposizione (LEP).

ESPOSIZIONE AL RUMORE SECONDO LA LEGGE 277/91

Si dividono i lavoratori in 4 categorie:

dB Lep
< 80 Non hanno diritto alla sorveglianza sanitaria (anche se per il prof.
Occorrerebbe abbassare il limite a 77-78 dB)
80-85 C’è obbligo di informazione del lavoratore da parte del datore sul rischio di
eventuali danni. La sorveglianza sanitaria è a richiesta del lavoratore (e deve
essere giustificata dal medico competente). In realtà per il prof. Occorrerebbe
la visita perché il 3-4% degli esposti a tali livelli di rumore diviene sordo.
85-90 Obbligo di sorveglianza sanitaria biennale sempre preceduta dall’esame
otoscopico (con eventuale rimozione di tappi di cerume) e dall’audiometria,
eseguibile dopo almeno 16 h di riposo acustico. Obbligo per il datore di
lavoro di fornire il protettore, che è però di uso facoltativo.
> 90 o picco 130 Obbligatorio usare il protettore. Sorveglianza annuale

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