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\
|
=
o
K
x
y
dove:
y = porzione in del prodotto di dimensioni inferiori a x
k = ascissa del punto di intersezione della curva con l'ordinata corrispondente al 100 di
passato. Rappresenta dunque la dimensione piu grossolana del materiale trattato.
o= coefficiente angolare della retta in scala logaritmica.
La comminuzione di un minerale o di una roccia a diversi gradi di finezza, utilizzando
prevalentemente forze di compressione, da origine a prodotti aventi granulometrie
caratterizzate da distribuzioni indipendenti dalle dimensioni iniziali e dal rapporto di
riduzione.
Tali distribuzioni granulometriche, riferite all'equazione riportata sopra, danno, luogo in un
diagramma bilogaritmico, a rette parallele a medesimo coefficiente angolare.
Forze applicate ed energia
Le forze necessarie per la rottura di una roccia e che intervengono in sede di
comminuzione industriale, si possono classificare nelle seguenti tipologie: compressione,
flessione, taglio, urto.
Una roccia sottoposta a sollecitazioni meccaniche subisce in un primo tempo un certo
numero di deformazioni elastiche, plastiche o elastoplastiche. La rottura ha luogo allorch
la deformazione raggiunge un determinato valore limite.
Le leggi matematiche della comminuzione si basano sul rapporto che lega l'energia
impiegata e l'entita della riduzione dimensionale del prodotto.
Tale legame viene espresso come una funzione delle dimensioni iniziali del materiale
macinato della distribuzione delle dimensioni ottenute e dell'entita delle nuove aree
superficiali prodotte.
Una relazione del tutto generale puo essere del tipo:
n
x
dx
dE ~
in cui si evidenzia dunque come la variazione della dimensione dx sia direttamente
proporzionale all'energia spesa, e come l'energia dE richiesta per effettuare tale variazione
sia inversamente proporzionale, secondo una certa funzione dipendente dal valore di n,
alla dimensione iniziale x del materiale.
Diversi studiosi hanno fornito ipotesi analitiche di tale legame, piu o meno verificate
dall'esperienza. !n questa sede riporteremo quelle principali cui si fa comunemente
riferimento nella pratica e che sono nate da considerazioni di carattere prevalentemente
empirico, tendenti ad individuare le relazioni fra i materiali aventi un comportamento noto
e quelli aventi un comportamento ancora da definire.
il caso dei cosiddetti indici di macinabilita che hanno fino ad oggi costituito il principale
supporto teorico alla risoluzione dei problemi pratici legati alla realta produttivo-industriale.
Meccanismo di rottura
Da alcuni autori stato proposto in passato un modello qualitativo che trae origine da
considerazioni di carattere strutturale per i minerali sottoposti a comminuzione e
dall'analisi delle caratteristiche reticolari ed atomiche dei cristalli.
!l Bond part dal presupposto che la rottura irreversibile di un minerale avvenisse al
superamento del limite elastico proprio del minerale stesso. !n altre parole necessario
fornire una certa sollecitazione per alterare le caratteristiche intrinseche del cristallo.
! solidi cristallini presentano una struttura reticolare in cui atomi e spaziature reciproche si
susseguono con andamento piuttosto regolare e definito. Le distanze interatomiche sono
tali da consentire un perfetto bilanciamento fra forze di tipo attrattivo e repulsivo.
Portare il materiale alla rottura significa dunque alterare tale distanza e, in un certo senso,
"strappare" gli atomi con sollecitazioni di trazione o compattarli attraverso un'azione di tipo
compressivo.
Le rocce sono materiali eterogenei, normalmente presentano fratturazioni e microfessure e
si comportano in un modo estremamente variabile da un punto di vista meccanico.
Tuttavia, esaminando materiali ben definiti e considerando gli effetti della loro natura
eterogenea, si sono fatti sostanziali progressi nella descrizione di un processo di rottura.
! meccanismi che presiedono alla rottura dei materiali rocciosi sono stati analizzati in modo
approfondito da Griffith, che nel 1921 ha formulato una teoria basata sul presupposto
che le rocce sono pervase da microfratture che costituiscono punti di debolezza meccanica
all'interno del materiale stesso. Griffith ipotizza che le fratture presentino una forma
ellittica allungata con orientazione variabile.
Applicando i principi della meccanica della frattura a queste discontinuita, si osserva una
concentrazione di sforzo di trazione alle loro estremita, la cui entita dipende
dall'orientazione stessa della frattura rispetto alla direzione della sollecitazione esterna
imposta al provino di roccia e dalle caratteristiche meccaniche del materiale intatto
interessato dalla propagazione della rottura. !n particolare si constatata l'esistenza di un
angolo critico in corrispondenza del quale l'innesco di una nuova fratturazione, a partire
dal bordo delle fratture preesistenti, si ottiene per un valore minimo della concentrazione
degli sforzi, come riportato nella seguente figura.
Disposizione angolare della fessura
in relazione alla direzione del carico
All'aumentare del carico, si ha l'allungamento delle fratture preesistenti e la coalescenza
delle discontinuita fino alla rottura del provino in piu parti, come riportato nella seguente
figura.
Fase A
Fase B
Rappresentazione diagrammatica del probabile meccanismo di rottura delle
microfratture esistenti allinterno del campione roccioso:
Fase A: inizio della rottura da piccole aperture separate, con elevata resistenza a
taglio
Fase B: propagazione della rottura in corrispondenza delle estremita delle
microfessure, quando viene superato il limite di resistenza a taglio
Per quanto riguarda lo studio dei meccanismi di rottura, vi da osservare che non
sempre chiaro o ben individuato lo stato di sollecitazione che viene imposto alle particelle
di roccia sottoposte ad un processo di comminuzione.
!n effetti sono piuttosto rari gli studi che si sono occupati delle relazioni esistenti fra
meccanismo di riduzione adottato e stato di sollecitazione imposto. N d'altra parte si sono
approfondite le eventuali analisi di correlazione fra caratteristiche meccaniche delle rocce e
il risultato del processo di comminuzione stesso (ad esempio in termini di curve
granulometriche).
!n certi casi piu semplici il tipo di sollecitazione prevalentemente imposto di abbastanza
facile identificazione in quanto si tratta in generale di un'azione di compressione statica o
quasi-statica che induce, in analogia con quanto dimostrato sulla base di modelli teorico-
sperimentali, uno stato di sollecitazione di trazione che porta alla rottura del campione
roccioso. Particolarmente importante poi la constatazione di un fenomeno di scala molto
accentuato: a parita di condizioni, per un provino di dimensioni maggiori sara richiesto per
la rottura uno stato di sollecitazione inferiore.
!ndipendentemente dalla distribuzione e dalla densita delle fessurazioni interne richiesta
una tensione maggiore per rompere particelle piu piccole, le quali naturalmente
contengono una quantita inferiore di microfratture.
Le leggi della comminuzione
La legge di Rittinger, che risale al 1867, la piu antica formulazione che esprima
matematicamente il valore dell'energia impiegata in un'operazione di comminuzione.
Essa stabilisce che il lavoro speso direttamente proporzionale alla nuova superficie
prodotta.
L'ipotesi fondamentale che l'energia utile di frammentazione sia integralmente
trasformata in energia superficiale.
!mmaginando di ridurre un blocco di dimensione iniziale D in N blocchi di dimensioni d,
l'area superficiale complessivamente ottenuta per unita di volume, intesa dunque come
superficie specifica, proporzionale a 1fd.
l'energia di riduzione diventa dunque:
|
.
|
\
|
=
D d
K W
1 1
che, in funzione del rapporto di riduzione, diventa:
|
.
|
\
|
=
D
n
K W
1
dove K una costante dipendente dal tipo di materiale.
La legge di Kich, del 1885, afferma che il lavoro necessario per produrre una modifica di
configurazione in corpi geometricamente simili e di materiale uniforme, proporzionale al
loro stesso volume, attraverso un'opportuna costante K'.
( )
d
D
K W log ' =
La legge di Bond, proposta nel 1951, presento fin dal primo momento un'importanza
fondamentale, anche in relazione ad un suo valido impiego di carattere pratico-industriale.
Bond presuppone fisicamente che l'energia trasmessa ad un corpo solido attraverso uno
sforzo di compressione si ripartisca in un primo tempo all'interno della massa, ed quindi
proporzionale a D
3
, ed in seguito, quando ha inizio la fessurazione superficiale, tale
energia venga a concentrarsi in superficie sulle labbra della fessurazione stessa e che
diventi percio proporzionale a D
2
.
!ndicando con K un'opportuna costante e con
s
il peso specifico del materiale sottoposto
a comminuzione, si avra:
|
.
|
\
|
=
D d
K
W
S
1 1
La teoria di Bond poi, tiene conto del lavoro che stato precedentemente effettuato sul
materiale. L'energa necessaria cio per ridurre un materiale della dimensione D a quella d
sara data dalla differenza fra i quantitativi totali di energia necessari per passare da una
dimensione teoricamente infinita alle dimensioni D e d. Tale lavoro, necessario per ridurre
questa grandezza ipoteticamente infinita ad un valore standard di 100 micron, prende il
nome di indice di macinabilita di Bond o di Work index ed definito dalla relazione.
|
.
|
\
|
=
1
100
1
S
i
P
K
W
Dal confronto con la precedente, dunque, il lavoro di comminuzione presentera proprio
l'indice di macinabilita quale costante caratteristica del materiale e la formulazione
dell'energia consumata diventa:
|
|
.
|
\
|
=
D d
w W
i i
1 1
10
Noto quindi il "Work index" del materiale, la formula di Bond ci permette di determinare
immediatamente l'energia necessaria per realizzare una certa operazione di
comminuzione.
La legge di Charles, del 1972, quella che oggi riveste piu interesse in virtu del suo
carattere generale ed in un certo senso riassuntivo delle tesi precedentemente esposte.
!ntegrando la formula di Charles:
n
x
dx
C W =
che gia abbiamo introdotto come espressione iniziale e generica dell'energia spesa, ci
consente di ottenere, a seconda dei diversi valori di n (rispettivamente n = 1, n = 2,
n = 1.5) le leggi della comminuzione precedentemente esaminate.
Nel diagramma sottostante vediamo un raffronto fra le tre teorie.
Diagramma: energia - dimensioni
!l valore opportuno delle costanti sara suggerito di volta in volta dalla natura del prodotto
da macinare e dalle stesse modalita con cui si opera.
Consideriamo l'analisi granulometrica del materiale, immaginando di lavorare un'unita di
volume del prodotto a partire da una dimensione iniziale D del diametro.
Riprendendo la legge di Gaudin, che esprime matematicamente la curva granulometrica
come
o
|
.
|
\
|
=
K
x
Y 100
dall'integrazione dell'equazione
n
x
dx
C W = , tenendo conto della equazione
o
|
.
|
\
|
=
K
x
Y 100
,
con semplici passaggi si ricava:
( ) ( )
n
K
n n
C
W
+
=
1
1 1
100
o
o
Riportando in scala logaritmica W in funzione di K, la relazione diventa di tipo lineare,
otteniamo cio insiemi di punti perfettamente allineati su rette di coefficiente angolare l-n,
come si vede nella figura pagina seguente.
Diagramma in scala logaritmica di W in funzione di K
!! valore di n viene percio direttamente ricavato dalla pendenza della curva.
Da piu prove si ottengono quindi tutti gli elementi caratterizzanti il materiale in esame,
cos da esprimere in modo univoco il valore del lavoro W, ovvero dell'energia spesa per la
comminuzione.
L'utilizzo della forza di Charles viene a limitarsi nel caso di macinazione di materiali piu
complessi o comunque di rocce lontane dall'ipotesi di uniformita e omogeneita del
minerale stesso.
Validit di tali teorie e critica
Tradizionalmente le prime due leggi, quella di Rittinger e quella di Kich, hanno sempre
presentato due campi di applicazione diversi anche se in una certa misura complementari.
Nell'ambito delle granulometrie maggiori, infatti, una migliore attendibilita assunta dalla
teoria di Kich, che si sofferma sulla similitudine fra la ripartizione geometrica del materiale
e le dimensioni risultanti dalla comminuzione.
Per quanto concerne le frazioni granulometriche piu fini, si puo effettivamente constatare
come l'energia necessaria di frammentazione, fissato un determinato rapporto di
riduzione, abbia un andamento conforme alla legge di Rittinger.
Tuttavia, secondo diversi autori, per dimensioni molto ridotte del prodotto, si rende
necessario fare riferimento a valori energetici superiori e via via sempre crescenti rispetto
a quelli previsti dalla teoria.
Si puo facilmente constatare come il lavoro di riduzione sia direttamente proporzionale
all'aumento di superficie specifica e che, in seguito ad un'azione di comminuzione
prolungata, l'incremento di superficie sia via via sempre piu ridotto fino a tendere
asintoticamente, per una somministrazione di energia idealmente infinita, ad un valore
caratteristico di ciascun tipo di materiale.
!nfine, per quanto riguarda la formula di Bond si puo affermare che, a tutt'oggi, rimane
sicuramente la piu utilizzata, in virtu di tutte le realizzazioni pratiche che le sono proprie. Si
tratta di una teoria che nasce da una base decisamente empirica, la cui applicazione,
tuttavia, fornisce risultati pratici effettivamente utili.
Una limitazione notevole che si incontra nella verifica sperimentale di tutte le formulazioni
in esame sta nella misura esatta dell'energia realmente impiegata in un'azione di rottura
del materiale e nella sua riduzione dimensionale. La quantita di energia realmente
assorbita da un corpo sottoposto a comminuzione difficilmente determinabile in modo
univoco. Accanto all'effettivo lavoro di rottura, infatti, entrano in gioco altri tipi di energia
sotto forma di calore, di vibrazione, di movimenti di traslazione, di deformazione plastica,
di energia acustica, etc. Un'ulteriore difficolta si presenta nel caso in cui si estendano
queste leggi alle rocce. Per Kich intervengono in modo preponderante gli aspetti geologici
quali stratigrafia, tettonica: in una roccia infatti compaiono gia piani preesistenti di rottura,
fratture e microfratture. Le forze d'urto sono quindi intimamente legate alla struttura del
materiale: nella rottura la loro propagazione avverra quindi secondo linee di maggior
debolezza.
Charles ha dimostrato come la frazione di energia cinetica assorbita dal materiale
dipenda principalmente dalla energia di tutto il sistema. Di conseguenza anche l'indice
di macinabilita, che si riferisce all'energia complessivamente inclusa nel materiale prima e
dopo la riduzione viene determinato sperimentalmente e contiene implicito il rendimento
meccanico dell'apparecchio di comminuzione utilizzato. !l Work index dunque un
parametro dipendente da vari fattori geometrici, strutturali, dinamici. A parita di efficienza
di impianto e di comportamento del materiale in tutti i campi dimensionali puo essere
assunto come costante indipendente dalle modalita con cui viene realizzata la
comminuzione e dovra essere funzione esclusiva delle caratteristiche del minerale.
Dall'esame della seguente tabella si vede invece come i valori minimi e massimi presentino
escursioni notevoli. Essi dipendono sia dalle disuniformita intrinseche del materiale, che
variano anche all'interno di una stessa tipologia di minerali per i processi chimico-fisico
meccanici di formazione, sia dalle macchine impiegate e dalle modalita di prova.
W
i
(KWh/t corta)
Minerale
massimo minimo medio
Barite
8,9 2,+ +,7
Bauxite
1+,9 0,9 8,8
Fluorite
12,8 +,+ 8,9
Fosfati
13,2 6,5 9.9
Felspato
!6,+ 8,+ 10,8
Minerale a piombo e zinco
13,+ 6,8 10,9
Dolomite
18,6 2,2 11,3
Min. di ferro a magnetite
25,3 +.5 11,3
Carbone
16,5 6,0 11,+
Minerale di zinco
22 6,5 11,6
Minerale di piombo
15,3 8,3 11,9
Minerale di rame
26,3 6,+ 12,7
Calcare
33,3 6,5 12,7
Min. di ferro ad ematite
21,6 7,5 12,8
Clinker di cemento
36,7 9,1 13,+
Quarzo
22 12 13,6
Granito
31,9 10 ,7 15,1
Corindone
109,6 22,1 56,7
Tabelle sul Work Index di alcuni materiali
Velocit di comminuzione e "macinabilit" dei materiali
Accanto alle considerazioni di carattere energetico, la grandezza che presenta il maggior
interesse sia da un punto di vista teorico che da quello piu propriamente applicativo la
velocita di comminuzione. Particolarmente importante infatti la conoscenza del tempo
che il materiale impiega per raggiungere una certa granulometria. Tale grandezza si
presenta funzione sia della "macinabilita" del minerale, quindi delle sue caratteristiche piu
propriamente intrinseche, sia dell'energia ceduta al sistema e quindi della potenza e delle
peculiarita degli impianti.
Dalla determinazione della velocita di macinazione per un certo materiale viene a
dipendere il corretto dimensionamento della macchina di comminuzione, sia che lavori in
circuito chiuso che in circuito aperto.
Esperienze di macinazione sono state realizzate presso l'!stituto di Scienze Ninerarie della
facolta di !ngegneria di Bologna utilizzando un mulino a + giare cilindriche alimentato da
un motore elettrico a corrente alternata della potenza nominale installata di 0.55 cv
pari a 0.+ kW. Le giare, ovvero i contenitori metallici all'interno dei quali vengono alloggiati
materiale e corpi macinanti, presentano forma cilindrica per un valore del diametro interno
pari a 193 mm e dell'altezza di 250 mm.
Come corpi macinanti sono state utilizzate barre cilindriche di ferro con diametro iniziale di
2+ mm e per un peso di circa 900 g. ciascuna, realizzando un grado di riempimento pari a
circa un 37-38 dell'intero volume interno. La macinazione di tre diversi minerali, nel caso
specifico quarzo, feldspato e barite, ha messo in evidenza come l'andamento delle curve
dimensioni del macinato - tempi di macinazione vari notevolmente a seconda del tipo di
materiale.
A proposito, riportiamo i diagrammi rappresentativi di tale andamento:
Dimensioni del macinato-tempi di macinazione
Si puo facilmente constatare come a parita di tempo la barite raggiunga valori di finezza
molto piu accentuati, come del resto risulta anche dalla tabella del Bond in cui, fra i
minerali presi in esame, la barite rappresenti proprio quello a piu alta macinabilita.
Tali esperienze si riferiscono ad un valore in peso di alimentazione costante, ai medesimi
corpi macinanti, ovvero alla stessa densita, quantita, grado di riempimento della carica
macinante; in definitiva si operato mantenendo costanti i parametri propri del mulino.
Attualmente le ricerche mirate della determinazione della velocita con cui il materiale viene
a ridursi alle dimensioni volute e alla definizione per ogni minerale delle sue caratteristiche
di macinabilita sembrano essere la strada opportuna per raggiungere i risultati piu
interessanti nel campo della comminuzione industriale.
Esistono d'altro canto altri approcci allo studio in esame fra i quali le numerose teorie di
impostazione statistico-probabilistica che tendono ad esprimere in modo efficace il
fenomeno della macinazione per i mulini a sfere e a barre. Tali leggi mirano alla previsione
della probabilita con cui un elemento solido sottoposto a comminuzione viene frantumato
in base alle sollecitazioni che esso puo ricevere durante la sua permanenza nella
macchina.