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Il carceriere porge a Socrate lestremo saluto (Platone, Phaed. 116b-d)
Laccorata rievocazione dellultima giornata di Socrate in carcere, pronunciata dallamico
Fedone nellomonimo dialogo platonico (il pi tardo della trilogia socratica costituita da
Apologia e Critone), giunge qui ai suoi ultimi atti: il bagno rituale prima di assumere la cicuta,
lestremo saluto a moglie e gli, il ritorno presso gli amici e gli allievi pi cari, da cui il Maestro
si congeder con quella serenit danimo che lo ha contraddistinto per tutto il dialogo. Subito
prima del tramonto, Socrate riceve la visita di un messo degli Undici (o fev cvoco tqqcfq), i
magistrati che nellAtene del V sec. comandavano il corpo di polizia incaricato, tra le altre cose,
di eseguire gli arresti e le condanne a morte: nel rivolgersi a Socrate, il carceriere non riesce a
trattenere imbarazzo e sincera commozione, avendo intimamente compreso la grandezza e la
singolarit delluomo cui sta annunciando la morte imminente.
1cioq oc cooofo oi vc0q oq` otfov fo oioio - oo oq otf( tc
oiqoi [oov, c oc co - oi oi ocoi tvoc oqiovfo ccvoi,
cvovfiov fo Kqifevo oioc0ci fc oi ciofcio offo cpocfo, fo cv
tvoo oi fo oioio oicvoi ccctocv, otfo oc [c oq` qo. Koi [v qoq
c qiot otoev

qvov oq ov oicfqicv cvoov. 10ev o` co0c,cfo


cotcvo oi ot oo offo cfo fofo oicc0q, oi [cv o fev cvoco
tqqcfq oi ofo oq` otfv, ' Eqofc, cqq, ot ofovoooi c oo
cq oev ofoivoe, fi oi ocoivotoi oi ofoqevfoi ccioov
otfo oqocie ivciv fo qoqoov ovoo,vfev fev oqvfev. oc oc
ce oi oe cveo cv fof; f( qv; cvvoifofov oi qofofov oi
oqiofov ovoqo vfo fev ofc ocqo oqiocvev, oi oq oi vv c oo` fi
ot coi ocoivci, ivoci oq fo ofiot, oo ccivoi. Nv ov,
oo0o oq o [0ov ocev, oqc fc oi ciqe qoofo qcqciv fo ovooo.
Koi oo ooqoo cfoofqcqcvo oci.
Guida alla traduzione
1cioq oc cooofo oi vc0q oq` otfov fo oioio - oo oq otf( tc oiqoi
[oov, c oc co - oi oi ocoi tvoc oqiovfo ccvoi, cvovfiov fo Kqifevo
oioc0ci fc oi ciofcio offo cpocfo, fo cv tvoo oi fo oioio oicvoi
ccctocv, otfo oc [c oq`qo.
Traduzione: Dopo che (Socrate) si fu lavato e gli furono portati i figli ne aveva infatti due piccoli
e uno gi grande e che giunsero le donne della sua casa, dette loro alcune parole in presenza di Critone
e date le disposizioni che desiderava, Socrate disse alle donne e ai figli di andarsene, e lui venne da noi.
In questo primo periodo la voce narrante di Fedone ci presenta in sequenza gli ultimi gesti compiuti
da o per volont di Socrate: il bagno rituale, larrivo dei gli e delle donne di casa (al seguito della
moglie Santippe), il colloquio con loro e le ultime disposizioni, inne il congedo e il ritorno presso
i discepoli (qui identicati dal pronome personale di 1 p.p qo). La proposizione principale e la
sua coordinata, avente per soggetto sottinteso Socrate, sono collocate in fondo, dove riconosceremo
agevolmente la costruzione innitiva dipendente dal verbo di comando cce (fo cv tvoo
oi fo oioio oicvoi ccctocv, otfo oc [c oq` qo, dove la consueta correlazione cv
oc esprime qui una successione di eventi pi che una vera e propria opposizione). Tutta la prima
parte del periodo invece occupata da una serie di subordinate avverbiali, sia esplicite che implicite:

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di modo nito sono le tre frasi temporali introdotte da 1cioq con lindicativo aoristo (cooofo
oi vc0q . oi oqiovfo, rispettivamente aoristo primo del medio riessivo oooi mi lavo,
aoristo passivo di ovoe conduco e aoristo tematico di oqivcooi giungo) e naturalmente
la frase incidentale allindicativo che riguarda i gli; come subordinate implicite andranno invece
interpretati i due participi congiunti, sempre riferiti a Socrate, oioc0ci fc oi ciofcio
(rispettivamente aoristo passivo di oioce discuto, con valore attivo, e aoristo primo di ciofce
ordino, comando), seguiti dalla relativa allimperfetto offo cpocfo (il senso letterale sarebbe
dunque dopo avere ordinato le cose che egli voleva), dove offo - neutro plurale del pronome
relativo indenito alternativa ad ofivo impiegato come semplice relativo e ingloba anche il
dimostrativo nello stesso caso (ellissi del dimostrativo; a questo proposito sar bene ricordare che
tutta le serie di pronomi e aggettivi in o- pu assumere, in base al contesto, oltre al normale valore
relativo indenito, anche valenza relativa o interrogativa nelle interrogative indirette).
Koi [v qoq c qiot otoev

qvov oq ov oicfqicv cvoov.


Traduzione: Era ormai vicina lora del tramonto, poich si era trattenuto dentro parecchio.
Il periodo successivo fornisce alcune indicazioni cronologiche: veniamo infatti a sapere che durante
il tempo trascorso da Socrate allinterno (cvoov), ossia nella stanza dove ha preso il bagno e si
sono svolti i colloqui (qvov oq ov oicfqicv, aoristo debole di oiofqipe consumo, quindi
trascorro), la giornata giunta pressoch alla sua conclusione, vale a dire allora del tramonto
(questo il senso della locuzione qiot otooi, qui al genitivo perch retta dallavverbio c, dove
si riconosce la radice di oe immergersi e quindi, detto degli astri, tramontare).
10ev o` co0c,cfo cotcvo oi ot oo offo cfo fofo oicc0q, oi [cv o
fev cvoco tqqcfq oi ofo oq` otfv, ' Eqofc, cqq, ot ofovoooi c,
oo cq oev ofoivoe, fi oi ocoivotoi oi ofoqevfoi ccioov otfo
oqocie ivciv fo qoqoov ovoo,vfev fev oqvfev.
Traduzione: Tornato dopo avere preso il bagno si sedette e dopo non disse pi molto; quandecco che
giunse linviato degli Undici e, fermatosi vicino a lui, disse: Socrate, certo non rimproverer a te quello che
rimprovero agli altri, di adirarsi con me e rivolgermi improperi, quando, per ordine dei magistrati, vengo
ad annunciare loro che devono bere la pozione.
Questo terzo periodo vede nalmente lingresso in scena di un nuovo personaggio, che viene ad
interagire con Socrate e i discepoli. Quest ultimo infatti, tornato a sedersi presso i giovani compagni
dopo avere preso il bagno rituale (al verbo reggente co0c,cfo si accompagnano due participi
congiunti, laoristo 10ev da cqooi e il perfetto medio cotcvo di oooi per il quale vd.
supra) e pronunciata ancora qualche parola (nella coordinata oi ot oicc0q sar bene prestare
attenzione alla differenza di spirito tra la forma offo, equivalente dellindenito fivo alcune
cose, e offo relativo indenito gi visto sopra), riceve la visita di un uomo classicato come o fev
cvoco tqqcfq, lett. il servitore, aiutante degli Undici: cos era infatti denito quel collegio di
magistrati che ad Atene aveva il compito, come gi si ricordava, di far arrestare e condurre in carcere
i criminali colti in agranza di reato, di sorvegliare le prigioni e far eseguire le condanne a morte.
Questi si ferma dunque accanto a Socrate (ofo oq` otfv, participio congiunto riferito al nuovo
soggetto, dallaoristo terzo intransitivo di ofqi mi fermo) e gli rivolge alcune accorate parole,
qui riportate sotto forma di discorso diretto, da cui traspare forte ammirazione per il condannato
a morte. Sotto il prolo sintattico lallocuzione del carceriere a Socrate presenta qualche difcolt
in pi per la concatenazione delle varie subordinate: alla principale negativa ot ofovoooi
c oo (futuro di ofoivoe, qui biasimo, incolpo, costruito con il genitivo della persona
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e laccusativo della cosa), negazione rafforzata dalla particella modale enclitica c (certamente),
tiene dietro la relativa (cq ), dove da notare la consueta ellissi del pronome dimostrativo (lett.
ti rimprovero ci che ); il pronome relativo neutro poi ripreso e spiegato dalla dichiarativa
epesegetica introdotta da fi (vale a dire il fatto che), con i due verbi al presente (oi ocoivotoi
oi ofoqevfoi), entrambi costruiti col dativo della persona, rispettivamente da ocoive sono
ostile, adirato e ofoqoooi maledico, impreco contro. A chiusura di periodo troviamo la
proposizione temporale con sfumatura eventuale introdotta da ccioov e il congiuntivo aoristo
(oqocie da oqoce comunico, do un comando), linnito presente ivciv dipendente
dal verbo di comando (nella traduzione la nozione di obbligatoriet stata trasferita sul verbo servile
dovere della dichiarativa, vd. supra) e inne il genitivo assoluto (ovoo,vfev fev oqvfev,
da ovoo,e), avente per soggetto i gi citati magistrati denominati gli Undici.
oc oc ce oi oe cveo cv fof; f( qv; cvvoifofov oi qofofov oi
oqiofov ovoqo vfo fev ofc ocqo oqiocvev, oi oq oi vv c oo` fi ot coi
ocoivci, ivoci oq fo ofiot, oo ccivoi.
Traduzione: Gi altre volte durante questo tempo, ti ho conosciuto come luomo pi nobile, pi mite
e buono fra quanti mai sono giunti qui, ma ora soprattutto so bene che non con me ti adirerai conosci
infatti i responsabili ma con loro.
La sincera ammirazione e partecipazione emotiva del carceriere nei riguardi di Socrate traspaiono
chiaramente dalla sequenza dei tre aggettivi superlativi con cui qualicato il losofo, cvvoifofo
(il pi nobile), qofofo (il pi mite), oqiofo (il migliore, in senso morale), seguiti dal
complemento partitivo con il participio aoristo sostantivato (fev ofc ocqo oqiocvev,
ovviamente gli altri carcerati). Questi attributi infatti esprimono, al sommo grado, le diverse virt
morali che il carceriere ha potuto sperimentare personalmente durante il periodo per lesattezza
30 giorni trascorso da Socrate in carcere: sintatticamente, tutti i tre costituiscono, unitamente
al participio del verbo essere (vfo), altrettanti complementi predicativi delloggetto (il pronome
personale oc, in rilievo allinizio di periodo accanto al pronome soggetto ce) retti da cveo,
perfetto attivo di ivoe che qui sar opportuno intendere in senso risultativo (e quindi tradurre
con il passato prossimo). A questo proposito sar bene precisare subito il diverso valore della forma
di perfetto ooo impiegata subito dopo nella frase coordinata (oi oq oi vv c oo`), perfetto
atematico senza raddoppiamento da una radice indoeuropea al grado forte *woid- indicante latto
del vedere (la stessa presente al grado zero in coov), da rendersi quindi con un presente (ho visto,
quindi so; cfr. i cosiddetti perfetti presenti in latino, odi, consuevi, memini, etc.). A completamento del
periodo troviamo unaltra dichiarativa oggettiva, sempre introdotta da fi con il modo indicativo,
allinterno della quale inserita anche una frase incidentale (ivoci oq fo ofiot, dove
ofiot colpevoli, sar presumibilmente da riferire ai giudici che hanno condannato a morte il
losofo), e come tale sintatticamente slegata dal contesto.
Nv ov, oo0o oq o [0ov ocev, oqc fc oi ciqe qoofo qcqciv fo
ovooo. Koi oo ooqoo cfoofqcqcvo oci.
Traduzione: Ora dunque, dal momento che sai ci che sono venuto ad annunciarti, addio e cerca di
sopportare nel modo migliore il tuo destino. E scoppiato in lacrime, si volt e and via.
Questi ultimi due enunciati, per un verso, riportano le accorate parole con cui il carceriere prende
congedo da Socrate, per laltro, descrivono la forte commozione che invade luomo al momento
di andarsene. Le due forme verbali principali, entrambe allimperativo (una la normale formula
di congedo oqc, analoga al latino vale, valete, laltra, da ciqoe, regge linnito qcqciv fo
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ovooo lett. sopportare ci che inevitabile, ossia la morte), sono precedute da unaltra frase
incidentale, ancora col perfetto presente oo0o (sai), da cui dipende la subordinata relativa o
[0ov ocev, con il participio congiunto di valore nale (lett. per annunciarti le quali venni):
evidente che nella traduzione occorrer reintrodurre il pronome dimostrativo neutro, oggetto di
oo0o, che il greco invece omette (ellissi del dimostrativo). Lultimo periodo, avente per soggetto
ancora il carceriere, costituito esclusivamente da forme verbali, il verbo reggente allimperfetto
oci (lett. se ne andava), cui si accompagnano i due participi congiunti al nominativo, ooqoo
(dallaoristo debole di ooqe piango) e cfoofqcqcvo (dal presente medio di cfoofqcqe,
mi volgo, mi volto), sui quali sar utile soffermarsi. Per rendere correttamente le forme participiali
in greco, infatti, prioritario individuare la qualit o, pi precisamente, il valore aspettuale espresso
dai differenti temi temporali (presente, aoristo, perfetto, futuro), in quanto il greco, a differenza della
lingua latina, assegna un ruolo secondario al valore temporale relativo del participio rispetto al verbo
della principale (contemporaneit/anteriorit/posteriorit; si pensi invece alla ferrea consecutio temporum che
regolamenta la sintassi latina). Venendo dunque al nostro caso concreto, ooqoo potr essere
tradotto, senza sostanziale differenza, con un tempo della contemporaneit o dellanteriorit
(gerundio semplice, composto o verbi di modo nito se si opta per una subordinata esplicita), purch
se ne preservi il valore puntuale, in questo caso, ingressivo, dellaoristo, il mettersi a piangere,
scoppiare in lacrime; diverso il caso del participio presente cfoofqcqcvo che, esprimendo
lazione durativa del voltarsi, vista nel suo svolgimento, esprimer, in linea di massima, una
nozione di contemporaneit (voltandosi): in questo caso, per non appesantire lenunciato con troppi
costrutti participiali, cfoofqcqcvo stato tradotto con un verbo di modo nito simultaneo
rispetto a oci.

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