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M.Balconi e R.

Fontana, Dispense di Economia: Loligopolio


1
L'oligopolio di Cournot

Esaminiamo la soluzione di Cournot
1
al problema della formazione dei prezzi e delle
quantit di equilibrio in oligopolio. Partiamo dal caso pi semplice, quello in cui gli
oligopolisti sono solo due. Si parla in questo caso di duopolio.
Il modello di Cournot si basa sull'ipotesi seguente: ciascun duopolista (sia il duopolista A
che il duopolista B) crede che il suo rivale continuer a produrre una certa quantit,
indipendentemente dalla quantit che egli stesso produce. Sulla base di tale ipotesi, ciascun
duopolista calcola la quantit da produrre per massimizzare i propri profitti individuali.
Deducendo la quantit fissa del rivale B dalla quantit totale indicata dalla funzione di
domanda di mercato per ciascun prezzo, A pu innanzi tutto ricavare la propria ipotizzata
funzione di domanda individuale. Tale funzione di domanda individuale, data la quantit che A
congettura sar prodotta da B, chiamata funzione di domanda residuale. A pu quindi
procedere ad eguagliare il suo ricavo marginale al suo costo marginale. Tuttavia, nessun
duopolista congettura correttamente la quantit che il rivale produrr. Infatti B generalmente
non mantiene l'output costante, ma a sua volta produce la quantit che massimizza i suoi
profitti sulla base della ipotesi che A produca un output fisso.
Di conseguenza la coppia di output realizzata in generale non dura, ossia non fissa: ogni
duopolista, quando scopre la quantit effettivamente realizzata dal rivale, adegua le proprie
aspettative a tale quantit, mantenendo l'ipotesi che essa rester fissa.
Solo quando entrambi, adattando il proprio output al simultaneo output dell'altro,
raggiungono loutput di equilibrio, allora l'ipotesi che essi fanno sull'altro "quasi corretta".
Infatti diventato vero che l'altro continua a produrre una quantit fissa, anche se la ragione
non nel fatto che segue una politica di output fisso, indipendentemente dall'output del rivale.
Rappresentiamo geometricamente le funzioni di reazione, assumendo che la funzione di
domanda sia lineare e che i produttori abbiano costi marginali costanti e dello stesso livello.


1
Augustin Cournot, Recherche sur les principes mathmatiques de la thorie de richesses, 1838.
1
2
3
4
F 1
F 2
output di A
output di B
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2

Misuriamo sull'ascissa l'output di A subordinato a quello di B. Chiamiamo F
1
la curva che
indica l'output di A in funzione di quello di B ed F
2
la curva che esprime l'output di B in
funzione dell'output di A. F
1
ed F
2
sono chiamate funzioni di risposta ottima o di reazione.
Entrambe le funzioni declinano monotonicamente, come indicato nella figura. Infatti pi
uno produce, meno produrr l'altro, perch quest'ultimo ipotizza che la propria funzione di
domanda individuale sia collocata pi a sinistra. Le due curve si intersecano e l'intersezione
segna un equilibrio stabile. In altri termini, alla destra dell'intersezione l'output di A tende a
cadere e quello di B a crescere, mentre alla sinistra l'output di A tende a crescere e quello di B
a cadere, cos che l'equilibrio viene restaurato in caso di disturbi.
Il punto1 mostra l'output di B che indurrebbe A a non produrre nulla, mentre il punto 2
mostra l'output che B produce se A non produce nulla. La prima di queste due quantit
l'output concorrenziale dell'industria, mentre la seconda quantit l'output monopolistico di B.
L'output concorrenziale supera quella monopolistico. Per la stessa ragione l'output di A nel
punto 3 deve essere pi piccolo che nel punto 4. Il punto 4 corrisponde all'output
concorrenziale e il punto 3 all'output monopolistico di A.
Le funzioni di reazione (F
1
e F
2
) sono lineari se ipotizziamo, come abbiamo fatto,
funzioni di domanda lineari e costi marginali costanti. Di conseguenza il punto di equilibrio
stabile l'unico punto di intersezione. Inoltre egli output individuali degli oligopolisti, date le
identiche funzioni di costo, sono uguali.
E' facile inoltre mostrare che sulla base di queste ipotesi l'output duopolistico aggregato
pari a due terzi dell'output concorrenziale, mentre l'output monopolistico pari a met
dell'output di concorrenza pura. Sulla base di analoghe ipotesi per l'oligopolio caratterizzato
dalla presenza di molti oligopolisti (invece di due soli), l'output oligopolistico aggregato sar
1 + n
n
volte l'output concorrenziale, dove n indica il numero dei produttori.
Per chiarire il problema partiamo da funzioni di domanda lineari e da costi marginali
costanti pari a C. Sia la funzione di domanda di mercato:

P = a - bX = a - b (x
1
+ x
2
),

dove P il prezzo, X loutput complessivo dei due duopolisti e x
1
+ x
2
sono i due output
individuali. Sia a che b sono costanti positive. Il duopolista a cui applico l'indice 1 tratta x
2

come costante. Allora P = a - b (x
1
+
2
x ) la funzione di domanda, vista da A, sulla base
dell'ipotesi che x
2
=
2
x .
Il ricavo totale di A sar:
Px
1
= ax
1
- b
2
1
x - b
2
x x
1

La condizione di massimizzazione dei profitti per A

l'uguaglianza di ricavo marginale e costo
marginale, che abbiamo supposto uguale a C. Allora
a - 2 bx
1
- b
2
x = C.
Quindi la funzione di reazione di A sar:
x
1 =
2
2
1
2
x
b
C a

(1)
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3
dove x
1
espresso in funzione di
2
x .
Per ragioni analoghe la funzione di reazione di B sar:
x
2
=

1
2
1
2
x
b
C a


(2)
Si ha equilibrio quando x
2
= x
2
e x
1
=
1
x (cio le quantit di produzione del rivale che
vengono congetturate sono effettivamente quelle che si verificano, per entrambi i duopolisti).
Quindi
x
2
=
1
2
1
2
x
b
C a


.
Sostituisco in (1)

:
x
1 =

1
2
1
2 2
1
2
x
b
C a
b
C a
=
( )
1
4
1
4 2
x
b
C a
b
C a
+

;
da cui risulta che in equilibrio (dove x
1
=
1
x ):
1
4
3
x =
b
C a
4


ovvero:
b
C a
x
3
1

=
Sostituendo in (2), risulta che anche
b
C a
x
3
2

=
L'output totale sar:
X
NC
= x
1
+ x
2
=
( )
b
C a
3
2
.
Ove X
NC
la quantit totale dellequilibrio di Nash-Cournot. Il risultato ottenuto ci dice che in
un duopolio di Cournot in cui le due imprese sostengono costi marginali uguali (duopolio
simmetrico), le imprese producono la stessa quantit di output in equilibrio. Esse dunque si
divideranno esattamente in due il mercato.
Determiniamo ora il profitto che ciascuna impresa realizzer producendo la quantit
appena determinata. Per fare questo occorre prima determinare il prezzo di equilibrio.
Sostituendo X
NC
allinterno della funzione di domanda di mercato si ottiene:
( )
3
2
3
2 C a
b
C a
b a P
NC
+
=


=
espressione che pu essere utilizzata per il calcolo del profitto di A nel modo seguente:
( )
b
c a
b
C a
C
b
C a C a
Cx x P
NC
NC
NC NC
9
3 3 3
2
2
1
1
1 1 1

+
=
=


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4
In modo analogo si potr calcolare anche il profitto dellimpresa B.
( )
b
c a
NC
9
2
2

=
Si noti come il profitto di duopolio appena calcolato sia inferiore a quello di monopolio,
che avevamo visto essere:
( )
b
c a
M
4
2

= .

Il caso in cui le imprese hanno costi diversi

Analogamente a quanto visto in precedenza, nel caso in cui i costi marginali non siano
uguali (ovvero nel caso in cui C
1
C
2
) le funzioni di reazione delle due imprese saranno:
x
1
=

2
1
2
1
2
x
b
C a


x
2
=

1
2
2
1
2
x
b
C a



Infatti per massimizzare i profitti ciascuna impresa ha uguagliato il ricavo marginale al proprio
costo marginale. Si pu notare che pi alti sono i costi dellimpresa, pi a sinistra sar spostata
la sua funzione di reazione.














Sostituendo a
2
x la funzione di reazione di B e a
1
x la funzione di reazione di A si ottengono
le quantit prodotte in equilibrio da ciascuna impresa, che sono rispettivamente per A e B:

F
2
X
1
X
2

2

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5
b
C C a
x
3
2
2 1
1
+
=
e
b
C C a
x
3
2
1 2
2
+
=

Si pu notare come in questo caso la quantit prodotta da ciascuna impresa dipenda
direttamente dai costi sostenuti dallimpresa rivale, oltre che dai propri costi.
Se i costi dellimpresa rivale aumentano allora la produzione dellimpresa i cui costi non
sono variati aumenter anchessa, mentre diminuisce la produzione del rivale. Quindi il caso di
un duopolio asimmetrico mostra che esiste un vantaggio per limpresa pi efficiente (quella
con i costi marginali pi bassi), la quale produrr una quantit maggiore della rivale,
realizzando cos una quota di mercato maggiore.


Il caso in cui le imprese sono numerose

Quando gli oligopolisti sono n la funzione di domanda :

P = a - b (x
1
+ x
2
+

. . . + x
n
)

Il ricavo totale di A sar pertanto:
ax
1
-bx
2
1
- bx
1
(x
2
+ . . . +x
n
)

Per massimizzare il profitto, l'oligopolista A sceglie la quantit da produrre uguagliando
il ricavo marginale al costo marginale. Ipotizziamo ora per semplicit che il costo marginale sia
uguale per tutte le imprese. Quindi:

a - 2bx
1
- b (x
2
+ . . . +x
n
) = C
x
1
=
2b
C - ) x . . . (x b a
n 2
+ +
(3)

In equilibrio tutti gli x
n
sono uguali e quindi la (3) diventa:

x
1
=
2b
C - 1)x - (n b a
1


da cui si ricava che:
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6
x
1
=
) 1 (
1
+ n

b
C a


La produzione totale del settore X sar pari a n x
1
. Quindi:
X =
) 1 ( + n
n

b
C a ) (
.

Si vede che all'aumentare del numero di oligopolisti la quantit offerta aumenta.
Cosa succede ai prezzi?
Dato che la funzione di domanda del mercato P = a - bX , avremo che:

P = a - b
) 1 ( + n
n

b
C a ) (
=a -
) 1 (
) (
+

n
C a n
=
1 +
+
n
nC a
=
1 + n
a
+
1 + n
n
C.
Si vede quindi che il prezzo scende all'aumentare del numero degli oligopolisti presenti sul
mercato.


Lequilibrio con leadership

Nel duopolio di Cournot le imprese prendono le loro decisioni sulla quantit da produrre
simultaneamente in base alla loro curva di reazione. Vediamo ora il modello di duopolio di
Stackelberg (1934), che modifica quello di Cournot sulla base dellipotesi che le decisioni
sulloutput da produrre siano prese dalle due imprese sequenzialmente.
Se A, che sceglie per prima, decide quanto output produrre sapendo che B reagisce lungo la
sua funzione di reazione (F
2
), mentre B, che decide dopo A, sa correttamente che A manterr
costante loutput che ha gi prodotto, allora A in grado di scegliere il punto lungo la F
2
che
ottimo dal proprio punto di vista, e questo punto segna l'equilibrio. Si dice in questo caso che A il
leader e B il follower (naturalmente le posizioni potrebbero essere rovesciate).
Il modello leader-follower sostanzialmente un gioco a due stadi in cui nel primo stadio il
leader (impresa A) sceglie la quantit da produrre che non potr pi essere variata nel secondo
stadio. Nel secondo stadio il follower (impresa B) sceglie quanto produrre dopo aver osservato la
scelta fatta dal leader sulla base della propria funzione di reazione.
Dopo che entrambe le imprese hanno scelto la quantit da produrre, loutput totale viene
venduto sul mercato e le imprese raccolgono i profitti. Lequilibrio, come mostreremo fra poco,
corrisponde a produzione e profitti di A maggiori di quelli di B.
Rappresentiamo ora formalmente questo modello mantenendo le stesse ipotesi fatte nel
duopolio di Cournot per quanto riguarda la forma della curva di domanda (lineare) e la struttura dei
costi marginali (uguali e costanti).
Partiamo dalla solita curva di domanda.
P = a - b (x
1
+ x
2
).
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Vediamo le cose dal punto di vista del leader, in quanto lattore che decide per primo. Egli
tiene conto del fatto che il follower sceglier sulla base della sua funzione di reazione. Sostituendo
quindi a x
2
la funzione di

reazione del follower
b
C a
2



2
1
x
1
si ottiene la curva di domanda che il
leader assume.

P = a - b (x
1
+ (
b
C a
2



2
1
x
1
)

) = a b x
1

2
C a
+
2
b
x
1
P = a
2
b
x
1

2
C a

P =
2
C a +

2
1
bx
.

Data la funzione di domanda, il leader sceglier la quantit da produrre in base allobiettivo di
massimizzare i profitti. Il suo ricavo totale (P x
1
)

sar:
RT =
2
C a +
x
1
-
2
2
1
bx
.
Per massimizzare i profitti, il leader uguaglia il ricavo marginale al costo marginale:
2
C a +
2/
2/
b
x
1
= C
e sceglie quindi di produrre:

x
1
=
b
C a
2

.
Per ottenere la produzione del follower, che agisce sulla base della propria funzione di reazione
conoscendo quanto il leader ha gi prodotto, si deve inserire il valore della produzione del leader
nella funzione di reazione del follower:
x
2
=
b
C a
2


2
1
(
b
C a
2

) =
b
C a
2


b
C a
4

=
b
C a
4


Lofferta totale (x
1
+ x
2
)

sar pari a:
X
S
= x
1
+ x
2 =

b
C a
2

+
b
C a
4

=
b
C a
4
3 3
=
b
C a
4
) ( 3

Il prezzo di equilibrio sar:
P
S
= a-b
b
C a
4
) ( 3
=
4
3C a +

Infine si pu calcolare anche il profitto realizzabile dalle due imprese. Nel caso del leader si
avranno profitti pari a (P-C) x
1,
quindi:
( )
b
C a
C
C a
2
)
4
3
(
1

+
=
( ) ( )
b
C a
b
C a C a
8
2
2 4
1

=



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8
Nel caso del follower invece si avranno profitti pari a (P-C) x
2
:
( )
b
C a
C
C a
4
)
4
3
(
2

+
=
( ) ( )
b
C a
b
C a C a
16 4 4
2
2

=


=

Chiaramente, il follower producendo la met del leader con gli stessi costi, ha profitti
dimezzati.
In conclusione, il leader produce pi del follower e fa un profitto maggiore semplicemente
grazie al vantaggio della prima mossa (first mover advantage), pur non avendo vantaggi di costo.

Considerazioni e confronti
Si pu notare che in questo modello limpresa leader produce pi del duopolista di Cournot.
Infatti:
S
x
1
=
b
C a
2

b
C a
x
NC
3
1

= > .
Il follower invece produce meno:
b
C a
x
NC
3
1

= >
S
x
2
=
b
C a
4

.
Inoltre loutput totale, nella condizione di asimmetria tra le imprese, maggiore delloutput delle
due imprese che competono alla Cournot, in quanto:
NC S
X
b
C a
b
C a
X =

>

=
3
) ( 2
4
) ( 3
.
Di conseguenza il prezzo inferiore, con vantaggio per i consumatori:
P
S
=
4
3C a +
<P
NC
=

3
2C a +
.
Tornando al primo aspetto, in particolare ai risultati relativamente cattivi ottenuti dal follower, si
noti che mentre nel modello di Cournot limpresa B non sapeva quanto A stesse producendo
simultaneamente, in questo caso lo sa, data la sequenzialit delle mosse. B sa che A ha fatto una
scelta non reversibile di produrre
b
C a
x
2
1

= . Nel contesto di Cournot tale impegno non sarebbe
credibile, in quanto tale livello produttivo non la migliore risposta a
b
C a
x
4
2

= . Ma A non
sceglie la migliore risposta alla mossa di B (il leader dovrebbe ridurre la produzione al livello
4
3

b
C a
2

), mantenendo invece la produzione originaria.


E quindi fondamentale lassunzione che il leader possa rendere credibile un certo specifico piano di
produzione. Ma quale pu essere la fonte di tale credibilit? Per esempio pu avere fatto
investimenti non reversibili in capacit produttiva o aver mostrato nella storia passata di mantenere
le promesse fatte. Oppure pu essere consapevole del fatto che mettendosi a giocare alla Cournot
lesito del gioco sarebbe meno positivo rispetto ai risultati ottenuti giocando da leader. Infatti si pu
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notare come in equilibrio il leader riesca a realizzare un profitto maggiore del duopolista alla
Cournot:

leader
=
b
C a
8
) (
2

>
NC =
b
C a
9
) (
2

>

follower
=
b
C a
16
) (
2

.


Linstabilit della collusione

Nellequilibrio di Cournot si ipotizzato che le due imprese producano la quantit che
massimizza il loro profitto senza accordarsi o cooperare. Introduciamo ora la possibilit per le
imprese di cooperare (o colludere).
Ipotizziamo che le due imprese si accordino nel modo seguente: esse producono insieme una
quantit complessivamente pari a quella di monopolio e si dividono poi il mercato in due. Teniamo
ferme per semplicit le ipotesi fatte precedentemente sulla funzione (lineare) di domanda di mercato
e la struttura (simmetrica e costante) dei costi marginali delle due imprese.
La stipulazione di un accordo di questo tipo (che di solito avviene segretamente) chiamata
collusione. Il gruppo di imprese che agisce in maniera coordinata definito cartello.
Data la quantit di monopolio:
b
C a
x
M
2

=
avremo che, colludendo, ciascuna impresa produrr:
b
C a
x x
CO CO
4
2 1

= =
Calcoliamo ora il profitto di collusione ipotizzando che il prezzo di mercato sia quello di
monopolio:
2
C a
P P
M CO
+
= =
( )
b
C a
b
C a
C
b
C a C a
Cx x P
CO
CO
CO CO CO CO
8
4 4 2
2
1
1
1 1 1

+
=
=


Lo stesso valore sar ottenuto dallimpresa 2, dato che laccordo prevedeva di dividersi
esattamente a met il mercato.
Notiamo peraltro che:
( ) ( )
NC CO
b
C a
b
C a
1
2 2
1
9 8
=

>

=

ossia che colludendo le due imprese potranno realizzare un profitto maggiore di quello che
farebbero competendo sulle quantit come previsto dal modello di Cournot.
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Le due imprese hanno effettivamente un incentivo a cooperare, come sembrerebbe a prima
vista, dato che possono realizzare profitti maggiori rispetto a quelli che ottengono non cooperando
(ossia nella situazione dellequilibrio di Cournot)?
Per rispondere a questa domanda necessario considerare se la collusione rappresenta un
equilibrio stabile. Bisogna quindi analizzare cosa succede al profitto dellimpresa 1 se essa, dopo
avere stipulato un accordo collusivo con limpresa 2, decide di deviare da tale accordo, smettendo
di cooperare, mentre limpresa 2 continua rispettarlo.
Se mentre 2 continua a produrre
CO
x
2
limpresa 1 devia, sceglier lungo la sua funzione di reazione
(
x
1 =
2
2
1
2
x
b
C a

)

la quantit ottima da produrre per massimizzare i profitti, data la quantit di
collusione prodotta dallimpresa rivale.
D
x
1 =
b
C a
b
C a
4 2
1
2


( )
b
C a
8
3
=
.

Inserendo nella funzione di domanda lofferta complessiva X =
D
x
1
+
CO
x
2
si ricava il prezzo di
mercato in questo caso:
P
D
= a-b (
b
C a
8
) ( 5
)
8
5 3 C a
P
D
+
=

Il profitto dellimpresa 1, che devia cercando di ottenere il massimo profitto in modo non
cooperativo mentre la rivale tiene fede al patto, sar quindi pari a:

( ) ( )

+
=
=
b
C a
C
b
C a C a
Cx x P
D
D D D D
8
3
8
3
8
5 3
1
1 1 1


D
1

=
(
8
5 3 C a +
C
)

(
( )
b
C a
8
3
)
=
( )
b
C a
64
9
2

=
( )
b
C a
11 , 7
2


Dal momento che:
( )
b
C a
D
11 , 7
2
1

=
>
( )
CO
b
C a
1
2
8
=


limpresa 1 deviando pu ottenere un profitto maggiore di quello che otterrebbe se rispettasse
laccordo di collusione stabilito con limpresa 2. E allora dimostrato che effettivamente esiste un
incentivo a deviare per limpresa 1 (e simmetricamente per limpresa 2) e che dunque lequilibrio di
collusione non stabile.
Qual il profitto dellimpresa B, nellipotesi che venga tradita da A?
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T
2
=
( ) ( )

+
b 4
C a
C
b 4
C a
8
C 5 a 3
=
( )


+
b 4
C a
C
8
C 5 a 3
=
=
( )


b 4
C a ( )


8
C 3 a 3
=
( )
b
C a
32
3
2

=
( )
b
C a
64
6
2

=
( )
b
C a
7 , 10
2



E chiaro che:

T
2
=
( )
b
C a
7 , 10
2

<
( )
NC
b
C a
1
2
9
=

.
Limpresa B pertanto teme che questo risultato possa verificarsi. Non conviene quindi
nemmeno a lei cooperare.
Daltra parte se limpresa A si attenesse in prima istanza allaccordo collusivo, converrebbe a
B romperlo, per ottenere profitti pi alti. Per non cadere in questa trappola, ad A non conviene
cooperare. Idem come sopra.
Se questa la logica che guida le imprese, non ci sar cooperazione, e prevarr lequilibrio di
Cournot, che corrisponde ad una comportamento indipendente e non cooperativo da parte di
entrambe le imprese.
E chiaro che siamo nel contesto di un gioco del tipo dilemma del prigioniero. La strategia
di non cooperazione una strategia dominante e un equilibrio di Nash. Individualmente ogni
impresa ha vantaggio nel non cooperare, anche se collettivamente le imprese stanno peggio non
cooperando.


Nella realt, tuttavia, i cartelli esistono e le imprese oligopoliste colludono (anche se
effettivamente queste alleanze non risultano stabili). Come spiegare questo fatto?
Abbiamo visto che se il gioco ripetuto (e percepito come tale dai giocatori-imprese
oligopoliste) ed possibile ai giocatori punire le mosse ostili del rivale (cio le deviazioni dalla
cooperazione) finisce col prevalere la cooperazione, in particolare la strategia migliore occhio
per occhio (tit for tat).
Tale strategia, nel caso delloligopolio, d risultati positivi per le imprese oligopoliste
(maggiori profitti), ma negativi per la societ, in quanto i consumatori devono subire prezzi
monopolistici e una restrizione dellofferta che comporta una perdita secca di benessere. Tuttavia in
altri tipi di gioco, come per esempio la collaborazione o meno nella ricerca, la cooperazione pu

Coopera Non coopera
Coopera
( )
b
C a
8
2

;
( )
b
C a
8
2


( )
b
C a
7 , 10
2

;
( )
b
C a
11 , 7
2


Non coopera
( )
b
C a
11 , 7
2

;
( )
b
C a
7 , 10
2


( )
b
C a
9
2

;
( )
b
C a
9
2


Impresa A
Impresa B
M.Balconi e R.Fontana, Dispense di Economia: Loligopolio
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essere positiva sia per le imprese che per la societ, in quanto consente di risparmiare evitando
costose duplicazioni di spese, che costituirebbero uno spreco sociale.

A conclusione di questa breve trattazione delloligopolio, si pu affermare che la teoria
economica non in grado di prevedere quali saranno gli esiti del confronto tra gli attori. In altre
parole, non possibile prevedere quale tipo di gioco prevarr. I modelli di teoria dei giochi servono
come razionalizzazioni ex-post di pattern di competizione effettivamente prodottisi nella storia dei
diversi settori industriali caratterizzati dalla concorrenza tra pochi.
Ma quale gioco si andr a giocare? Nella realt operano spinte divergenti, che portano ora in
una direzione ora in un'altra. Lorizzonte temporale pu rivelarsi in una certa fase molto breve, in
un'altra fase pi ampio. Talora qualcuno riesce ad affermarsi come leader, grazie a costi pi bassi o a
una prima mossa favorevole, in altre circostanze le posizioni sono sostanzialmente simmetriche.
Loligopolio pu essere ristretto, o pi allargato. Forse lunica previsione robusta che
allaumentare del numero degli attori lesito del confronto tra i produttori pi favorevole ai
consumatori.
In generale, compito dellanalista sar quello di tirar fuori dalla sua scatola di strumenti quelli
pi adatti ad interpretare la realt.

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