La tesi sperimentale di Stefano Dagnino,ingegnere elettronico e naturopata di formazione ANEA,ha affrontato,con metodologia scientifica,l' applicazione delle tecniche chinesiologiche alla indagine e valutazione delle principali tipologie di interazione che si possono riscontrare in una abitazione.I risultati ottenuti sono stati conformi a quanto teorizzato nei migliori trattati di Scienze Geobiologiche Applicate,confermando così la validità del metodo di indagine innovativo adoottato.
Original Title
Geobiologia e Kinesiologia applicata:un approccio di valutazione delle influenze ambientali sull'Uomo
La tesi sperimentale di Stefano Dagnino,ingegnere elettronico e naturopata di formazione ANEA,ha affrontato,con metodologia scientifica,l' applicazione delle tecniche chinesiologiche alla indagine e valutazione delle principali tipologie di interazione che si possono riscontrare in una abitazione.I risultati ottenuti sono stati conformi a quanto teorizzato nei migliori trattati di Scienze Geobiologiche Applicate,confermando così la validità del metodo di indagine innovativo adoottato.
La tesi sperimentale di Stefano Dagnino,ingegnere elettronico e naturopata di formazione ANEA,ha affrontato,con metodologia scientifica,l' applicazione delle tecniche chinesiologiche alla indagine e valutazione delle principali tipologie di interazione che si possono riscontrare in una abitazione.I risultati ottenuti sono stati conformi a quanto teorizzato nei migliori trattati di Scienze Geobiologiche Applicate,confermando così la validità del metodo di indagine innovativo adoottato.
Geobiologia e kinesiologia applicata: un approccio di valutazione delle influenze ambientali sulluomo
Redatta da: Stefano Dagnino Data di immatricolazione: 2003 Relatore: Sergio Berti Anno accademico: 2013-2014
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Introduzione Lidea di questa tesi nasce dal desiderio di riuscire a verificare le interazioni tra luomo e lambiante in cui vive, utilizzando metodi obiettivi e oggettivi, senza lutilizzo di strumentazi one ausiliaria. Mosso da questo intento ho pensato di fare unanalisi geo-biologica del luogo in cui vivo insieme alla mia famiglia e di verificare con lutilizzo della kinesiologia applicata se possibile rilevare dei cambiamenti nel sistema energetico umano quando si permane in qualche zona perturbata. La geobiologia stata una delle materie di studio da me preferite: sia per lampiezza e linteresse dei contenuti trattati sia per il feeling con il mio relatore Dr. Ing. Sergio Berti. D'altronde lambiente in cui viviamo vasto e meraviglioso, comprendere come Pachamama 1
interagisce con i suoi figli sicuramente molto stimolante e arricchente. Personalmente sento molto il legame con la terra e con la natura: capire il motivo di certe sensazioni quando si permane in un luogo o si passa davanti ad un elettrodotto dovrebbe essere insegnato alle elementari nel senso che dovrebbe far parte della conoscenza e del bagaglio di ognuno di noi. Per ultimo, ma non meno rilevante, sono le caratteristiche stess e della materia che mi affascinano: un mix tra nozioni, calcoli scientifici e lavori di percezione energetica. Anche io sono un ingegnere e pertanto la mia formazione ha radici prettamente scientifiche e rigorose: il periodo dellaccademia mi ha aperto un mondo non composto solamente di formule e logica ma intriso di sensazioni e percezioni. Quando queste sono unite alla preparazione e alla conoscenza diventano un formidabile strumento per capire il mondo che ci circonda. Ling. Sergio Berti per me impersona proprio questo meraviglioso connubio: una grande conoscenza al servizio del sentire (o viceversa). La kinesiologia applicata ormai una disciplina di comprovata efficacia le cui metodiche producono analisi e risultati ripetibili e affidabili. Pur non essendo stata una materia di studio durante il mio percorso ordinario in ANEA, ha sempre suscitato il mio interesse tanto che alcuni anni prima di entrare in accademia avevo frequentato un percorso biennale di tecniche di riequilibrio emozionale,
1 Pachamama significa in lingua quechua Madre terra. 3
ispirato agli insegnamenti di Roy Martina 2 , in cui si faceva un largo uso del test muscolare. Limpiego della kinesiologia su me stesso, come paziente, e i grandi risultati ottenuti, insieme allamicizia di vari operatori ha favorito la mia passione e mi ha in seguito portato ad approfondire tale disciplina per mio conto. Trovo che la kinesiologia, se usata in modo preciso e rigoroso, sia un formidabile metodo di indagine e possa rappresentare, e per me lo ha fatto, un legame perfetto tra le varie materie studiate in accademia. Cinzia Lameroli, la mia insegnante in campo kinesiologico, ne la testimonianza: la capacit di vedere le problematiche dei suoi pazienti a 360 gradi e in maniera multidisciplinare veramente formidabile come veramente impeccabile la sua tecnica kinesiologica. La precisione e la rigorosit nellesecuzione della tecnica sono le caratteristiche fondamentali per avere test affidabili e non incorrere in conclusioni poco veritiere: tali requisiti, che Cinzia mi rimarca costantemente durante i suoi insegnamenti, sono stati rispettati e messi in pratica in questo lavoro.
2 Roy Martina medico e psicologo esperto di Kinesiologia, ideatore di Neuro Emotional Integration (NEI), uno dei pi noti ed efficaci metodi terapeutici alternativi nello sviluppo della qualit della vita. 4
Sommario Introduzione ............................................................................................................................... 2 Gli obiettivi e le attivit svolte ................................................................................................... 6 Analisi geo-biologica del territorio ............................................................................................. 8 Presentazione del luogo .......................................................................................................... 8 Geomorfologia del territorio ................................................................................................. 11 Faglie, Falde acquifere e reti di interazioni naturali ............................................................... 17 Faglie e falde acquifere ......................................................................................................... 19 Rete di Hartmann .................................................................................................................. 20 Rete di Curry ........................................................................................................................ 23 Rete di Benker ...................................................................................................................... 26 Sovrapposizioni .................................................................................................................... 29 Approccio kinesiologico ........................................................................................................... 35 La kinesiologia ..................................................................................................................... 35 La risposta muscolare ........................................................................................................... 37 Il test muscolare ................................................................................................................... 38 Premesse e preparazione.................................................................................................... 38 Tecnica desecuzione ........................................................................................................ 39 Muscolo indicatore forte ................................................................................................... 42 Il challenge ........................................................................................................................... 42 La localizzazione terapeutica ................................................................................................ 43 Medicina tradizionale cinese e kinesiologia ........................................................................... 44 Palpazione dei polsi in MTC ............................................................................................. 45 Palpazione dei polsi in KA ................................................................................................ 47 5
Localizzazione dei punti MU ............................................................................................. 49 Esecuzione dei test ............................................................................................................ 50 Kinesiologia e il sistema dei chakra ...................................................................................... 52 Verifiche energetiche con i test di KA....................................................................................... 54 La prova in cieco .................................................................................................................. 55 I punti scelti ..................................................................................................................... 55 I test ................................................................................................................................. 57 Considerazioni .................................................................................................................. 59 Prova in zona neutra ............................................................................................................. 59 I punti scelti ..................................................................................................................... 59 I test ................................................................................................................................. 60 Considerazioni .................................................................................................................. 60 Prova in zona perturbata ....................................................................................................... 61 I punti scelti ..................................................................................................................... 61 I test ................................................................................................................................. 62 Considerazioni .................................................................................................................. 65 Analisi dei risultati ................................................................................................................... 66 Conclusioni .............................................................................................................................. 73 Bibliografia .............................................................................................................................. 73 Ringraziamenti ......................................................................................................................... 75 Elenco figure, foto, grafici e tabelle .......................................................................................... 76
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Gli obiettivi e le attivit svolte Come anticipato nellintroduzione, questo lavoro si prefigge lo scopo di verificare le interazioni tra luomo e lambiante in cui vive avvalendosi delle tecniche dindagine proprie della kinesiologia applicata. E ben chiaro come le influenze dellambiente, anche se classificate come ogge ttive, abbiano spesso risvolti soggettivi che dipendono da persona a persona; ma lintento quello di capire se ci pu essere una relazione di qualche tipo tra le varie tipologie di interazione e il sistema energetico umano. Per arrivare allo scopo di questa ricerca stata fatta unanalisi geo-biologica del territorio in cui vivo, limitatamente ad alcuni aspetti, quindi stato testato il sistema energetico di un gruppo di 3 persone.
Le fasi del lavoro sono state:
1. Analisi geo-biologica del territorio: - Consultazione delle carte per comprendere la formazione geologica e lattivit tettonica nel territorio. - Indagine geo-biologica al fine di individuare la presenza di faglie e la loro tipologia, la presenza di acquiferi confinati e le reti di interazione di Hartmann, Curry e Benker mediante lutilizzo di unantenna a OMEGA. - Definizione delle zone neutre e di quelle perturbate.
2. Approccio kinesiologico: Sono state prese come campione un gruppo di 3 persone e analizzati i loro sistemi energetici in vari punti e in diversi moment i. - Verifica del sistema dei 14 meridiani principali, mediante il test di un muscolo indicatore forte insieme alla localizzazione terapeutica sui punti del polso secondo la medicina tradizionale cinese. 7
- Verifica dei chakra, mediante lutilizzo di un muscolo indicatore forte e la visualizzazione dei colori associati .
Le verifiche sono state fatte con le seguenti modalit: - Verifica in punti a caso prima dellanalisi geo-biologica (prova in cieco) con una permanenza sui punti di circa 1 minuto. - Verifica in una zona neutra. - Verifica, dopo 1 minuto di permanenza sulle varie tipologia di zone perturbate. - Verifica, dopo circa 10 minuti di permanenza sulle varie tipologia di zone perturbate.
3. Analisi dei risultati.
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Analisi geo-biologica del territorio Presentazione del luogo Il luogo esaminato quello in cui vivo insieme agli altri 4 componenti della mia famiglia: si tratta di una casa indipendente su 3 piani, detta casetta gialla, sita in campagna a circa 400 metri s.l.m. nel comune di Serra Ricc, paese nellentroterra della provincia di Genova.
Fotografia 1 - Casetta gialla
La casa si trova in unarea geografica appartenente al foglio Genova. 9
Le piante della casa sono le seguenti :
Figura 1 - Pianta piano terreno
Figura 2 - Pianta primo piano 10
Figura 3 - Pianta secondo piano
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Geomorfologia del territorio Larea compresa nel foglio Genova ha caratteristiche del tutto peculiari in quanto stata da sempre considerata unarea di transizione tra la catena alpina e quella appenninica.
Figura 4 - Schema tettonico regionale - Genova
Questarea comprende unit delle alpi liguri che sono state dapprima coinvolte nellevoluzione alpina a livelli pi o meno profondi e che successivamente sono state interessate da una tettonica attribuibile allevoluzione appenninica. 12
Le alpi liguri costituiscono la terminazione meridionale delle alpi occidentali e sono costituite da un impilamento complesso di unit tettoniche le cui caratteristiche litostratigrafiche e strutturali riflettono levoluzione geodinamica di questo settore di catena.
Figura 5 - Schema tettonico Genova
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Tale evoluzione inizia con le fasi di rifting 3 e di spreading 4 triassico-giurassiche, che determinano lindividuazione del bacino oceanico Ligure-Piemontese, tra i margini continentali assottigliati delle placche europea ed apula. A partire dal Cretaceo, linversione dei movimenti relativi determinano la convergenza dei margini e la subduzione di litosfera 5 oceanica, fino alla chiusura del bacino Ligure-Piemontese e successivamente la collisione continentale e lesumazione delle unit subdotte. Le alpi liguri sono quindi caratterizzate dalla sovrapposizione di unit di crosta oceanica e di mantello, rappresentate dallUnit Figogna, Palmaro - Caffarella, Cravasco - Voltaggio e Voltri, riequilibrate a differenti profondit e quindi a diverse condizioni di pressione e temperatura, per gradienti termici da bassi a molto bassi, dalla facies 6 eclogitica 7 alla facies pumpellyite - actinolite, con diversa distribuzione della retrocessione metamorfica. Le unit costituite da flysch 8 che affiorano nella parte orientale del foglio (Unit Antola, Unit Ronco, Unit Montanesi e Unit Mignanego, spesso riunite col nome di unit val Polcevera) sono non metamorfiche 9 o di basso grado metamorfico, il che indica che durante lorogenesi alpina sono rimaste sempre a livelli strutturali piuttosto superficiali. Queste unit sono a loro volta accavallate sulle unit di grado metamorfico pi elevato. Questo complesso impilamento di unit ricoperto in discordanza dai depositi del Bacino terziario Piemontese, una successione sedimentaria tardo eocenica-oligocenica, che affiora principalmente nei settori settentrionali del foglio.
3 Per fase di rifting si intende un processo per cui delle regioni, in cui la crosta terrestre e la litosfera si trovano in condizioni tettoniche distensive, vengono separate sotto l'azione di forze di trazione generate dai movimenti convettivi del mantello terrestre sottostante. Caratteristiche ti piche sono la presenza di sistemi di faglia distensive, con andamenti lineari che strutturalmente suddividono la regione in blocchi relativamente abbassati i Graben interposti fra blocchi relativamente rialzati gli horst. 4 Spreading - espansione laterale degli oceani. 5 La litosfera la parte rigida esterna del pianeta Terra. 6 Il termine facies, dal latino facies, faciei (aspetto, apparenza), descrive l'associazione di alcune caratteristiche fisiche, chimiche e o biologiche che permettono di differenziare e quindi distinguere un corpo roccioso da un altro. 7 Il termine facies eglogitica indica le condizioni di temperatura e pressione tipiche dei processi metamorfici che danno origine alle eclogiti. Si tratta di un metamorfismo regionale di livello medio-basso, ossia risulta essere a met via tra il grado pi basso, nel quale si sfuma dal tipico processo di diagenesi, ed il grado pi alto, nel quale le rocce sono prossime alla fusione. 8 I flysh sono i classici sedimenti torbiditici [12], costituiti tipicamente da alternanze cicliche di livelli di arenaria, di argilla o marna, di calcare pelagico, che costituiscono unit stratigrafiche talora di notevole spessore. 9 Si definisce metamorfismo il processo di trasformazione della struttura minerale di una roccia dovuta a cambiamenti di temperatura o pressione, o all'infiltrazione di fluidi. 14
Riguardo allassetto geometrico - strutturale, si ipotizza 10 che lUnit Val Polcevera sia costituita da due elementi strutturali, di cui il pi profondo (Elemento di Mignanego), risulterebbe generalmente rovesciato ed il pi elevato (Elemento di Ronco) risulterebbe generalmente diritto. Questi due elementi risulterebbero svincolati lungo una superficie di scollamento parzialmente coincidente con la base delle argille a Palombini del Passo dei Giovi, che rappresenterebbe la superficie assiale di una piega di prima fase di dimensioni chilometriche.
Figura 6 - Schema tettonico della zona
10 Marini(1989). 15
La casetta gialla situata nellunit tettonica Ronco. Tale unit affiora in una fascia ad andamento NNE-SSO nella parte orientale della carta, da Isolabuona fino alla costa in corrispondenza di Sampierdarena e si trova geometricamente compresa fra lUnit Montanesi e lUnit Antola. La formazione di Ronco caratterizzata da un metamorfismo di anchizona 11 e consiste di torbiditi 12
caratterizzate da alternanze di areniti fini 13 , siltiti marnose 14 ed argilliti 15 , in strati da centimetrici a decimetrici. Lo spessore, difficilmente quantificabile a causa delle pieghe sovrapposte, ipotizzato 16 tra 250 e 350 m e addirittura i 2000 m. I meccanismi deposizionali pi probabili sono torbiditi a bassa densit in cui prevalgono processi di trazione e decantazione. Lambiente di formazione attribuibile a una piana di bacino sovralimentata e/o a una frangia di conoide 17 . Lungo un allineamento grossolanamente N-S, da monte Vittoria a santOlcese circa, strati di arenarie quarzo-felspatiche 18 alternate a torbiditi marnoso calcaree a base arenacea aumentano di spessore fino a potenze plurimetriche, con contemporanea riduzione degli interstrati argillosi .
11 L'anchizona identifica una porzione superficiale della crosta terrestre in cui le condizioni esistenti di bassa pressione e di bassa temperatura (T= 100-200) producono un metamorfismo assai blando nelle rocce interessate. Questo tipo di metamorfismo il primo a prodursi nelle rocce, dopo la loro diagenesi, durante il seppellimento delle rocce sedimentarie che le porta a trovarsi in condizioni di disequilibrio chimico fisico rispetto a quello dell'ambiente di loro sedimentazione. I fenomeni che si verificano sono principalmente la ricristallizzazione, soprattutto di fillosilicati quali illite o clorite, e la disidratazione dei minerali argillosi. 12 Le torbiditi sono sedimenti clastici prodotti dalla deposizione di sedimenti ad opera di correnti ricche di materiale in sospensione e notevolmente pi dense della massa d'acqua in cui si muovono . 13 L'arenaria o arenite una roccia sedimentaria composta di granuli dalle dimensioni medie di una sabbia. 14 Le marne sono tipici sedimenti di piattaforma continentale e di mare epicontinentale, le siltiti sono il prodotto di un sedimento caratterizzato da una granulometria compresa tra 1/16 e 1/256 di mm. 15 L'argillite una roccia sedimentaria clastica, i sui clasti o granuli hanno il diametro inferiore a 0,06 mm. 16 Marini (1989) 17 (Mutti & riccilucchi, 1975) 18 I feldspati si trovano come componente essenziale in quasi tutti i tipi di roccia. Chimicamente, i feldspati sono composti da silicio, ossigeno, alluminio, sodio, potassio, calcio e bario. 16
Figura 7 - Stratigrafia
I terreni conduttori si comportano come degli schermi metallici, assorbendo e riflettendo le onde al massimo. I suoli impermeabili alle onde sono i terreni pi conduttori, come le argille, le marne, il fango, gli strati carboniferi, i minerali di ferro ecc. Questa tipologia di terreni assorbe rapidamente le onde provocando alla superficie dello strato conduttore delle correnti intense che reagiscono interferendo con il campo naturale superficiale. Si comportano facendo s che le radiazioni siano riflesse e si diffondano in superficie; creano cos un campo di radiazione al suolo (situazione malsana). Le correnti generate da perturbazioni elettromagnetiche si portano sui minerali del sottosuolo che irradiano a loro volta sotto forma di microonde; lacqua potenzia questo irraggiamento. Tali terreni agiscono sugli esseri viventi contribuendo ad aumentare gli ioni positivi che vanno ad alterare lattivit elettrica, provocando un invecchiamento cellulare. 17
Faglie, Falde acquifere e reti di interazioni naturali Tutti i rilievi svolti sono stati eseguiti con una antenna di Hartmann auto costruita mediante un tondino di ottone lungo 100 cm e con diametro di 3 mm. In contemporanea alluso dellantenna stata prestata molta attenzione alle sensazioni corporee pi evidenti durante gli spostamenti da una zona allaltra della casa.
Fotografia 2 - Antenna di Hartmann
Sono stati fatti i rilievi su tutti e tre i piani della casa. 18
Fotografia 3 - Una fase del rilievo
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Faglie e falde acquifere Non sono state rilevate faglie allinterno del perimetro della casa mentre sono stati identificati 3 acquiferi confinati.
Figura 8 - Acquiferi 20
Rete di Hartmann
Figura 9 - Rete di Hartmann piano terra 21
Figura 10 - Rete di Hartmann primo piano
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Figura 11 - Rete di Hartmann secondo piano
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Rete di Curry
Figura 12 - Rete di Curry piano terra 24
Figura 13 - Rete di Curry primo piano
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Figura 14 - Rete di Curry secondo piano 26
Rete di Benker
Figura 15 - Rete di Benker piano terra 27
Figura 16 - Rete di Benker primo piano
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Figura 17 - Rete di Benker secondo piano 29
Sovrapposizioni
Figura 18 - Reti sovrapposte piano terra 30
Figura 19 - Reti sovrapposte primo piano
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Figura 20 - Reti sovrapposte secondo piano 32
Figura 21 - Acquiferi e reti piano terra
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Figura 22 - Acquiferi e reti primo piano
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Figura 23 - Acquiferi e reti secondo piano
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Approccio kinesiologico La kinesiologia un sistema che unisce le tradizioni orientali riguardo i flussi energetici con il metodo occidentale del test muscolare. Secondo la kinesiologia ogni stress che causa un problematica per leconomia generale del sistema viene registrato dai muscoli che cambi ano la loro risposta neurologica ad un determinato movimento. Esaminando con dei test muscolari una persona che sosta in una zona perturbata dovrebbe essere possibile individuare se e come viene alterato il suo sistema energetico. Non si vuole affrontare in modo esaustivo largomento kinesiologia applicata per la quale si rimanda alla ricca letteratura elencata nel capitolo Bibliografia ma sono messi in evidenza solo alcuni concetti atti a far capire il funzionamento e la modalit di esecuzione del le prove kinesiologiche e la loro attinenza con la geobiologia. La kinesiologia Agli inizi degli anni sessanta il dottore chiropratico George Goodheart, facendo degli esperimenti con il test muscolare manuale, secondo il metodo inventato da Kendall & Kendall, diede inizio ad un approccio innovativo e tuttora in evoluzione chiamato Kinesiologia Applicata, da qui in avanti KA. La KA un approccio interdisciplinare alla cura della salute basato su di un esame funzionale del paziente. Secondo la KA il benessere dato dallequilibrio di tre aspetti fondamentali dellessere umano: quello strutturale, quello biochimico e quello emotivo. Qualsiasi stimolo esterno che va a turbare questo equilibrio costituisce uno stress che potr avere ripercussioni su tutti e tre gli aspetti di questa triade della salute.
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Figura 24 - La triade della salute
Tutto ci che facciamo, che mangiamo, i nostri pensieri, le nostre emozioni, gli stimoli esterni viene registrato e ha effetto su tutto il corpo nel suo insieme. Un gruppo muscolare contratto causa, se protratto, un cambiamento di postura con giunture bloccate e restrizione del flusso sanguineo e quindi degli elementi nutritivi per le cellule e gli organi. Anche il sistema ormonale viene alterato e a questo punto lequilibrio chimico sar cambiato e avr un effetto su ogni singola cellula del corpo. Alcuni organi potrebbero a vere carenze e limitare la loro funzionalit: la persona non star bene e innescando possibili reazioni a livello psicologico ed emozionale. Lapproccio della KA, come quello della naturopatia, consiste nel considerare lintero individuo e non i singoli si ntomi. Ogni stimolo ha effetto sul corpo nel suo insieme.
Figura 25 - Collegamento tra le funzioni
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Un altro concetto cardine della KA rappresentato dal legame neurofisiologico fra muscolo, organo e meridiano energetico corri spondenti: esiste una mappa precisa che associa i muscoli del corpo agli organi e alle loro funzioni e ai meridiani di medicina cinese. Un muscolo indebolito pu indicare una disfunzione dellorgano associato o un disequilibrio nel meridiano: di qui lutil izzo del test muscolare manuale come strumento principale per determinare il sistema pi compromesso e comprenderne la causa. La risposta muscolare Il nostro corpo memorizza nei muscoli tutti i traumi della nostra vita, in ogni muscolo si trova la storia delluso che se ne fatto e le varie esperienze vissute. I muscoli fanno parte del sistema di comunicazione del corpo e per la loro struttura anatomica, essendo immerso e compenetrato dal tessuto connettivo, ogni singola unit contrattile, per il tramite del tessuto connettivo, collegata a tutto il resto del corpo.
Figura 26 - La risposta muscolare
Il movimento dato dallazione coordinata di coppie di muscoli che si contraggono e si rilassano. La contrazione di un muscol o avvicina la sua inserzione verso la sua origine. I muscoli sono sempre in uno stato di continua contrazione detto tono che consente al corpo di stare eretto. Quando lenergia dei vari sistemi viene bloccata allora il muscolo non funzioner bene. Spesso non ci si accorge di questo segnale perch il corpo tende sempre a cercare un modo per autocorreggersi e autoregolarsi. 38
Un muscolo pu essere in diversi stati: forte, debole, iperfacilitato. Quando un organo, viscere, ghiandola in squilibrio energetico il muscolo associato pu risultare ipotonico, normale o iperfacilitato; in realt non il muscolo a cambiare tono muscolare, ma il cervello modifica il segnale al nervo che controlla quel muscolo. Possiamo quindi affermare che il cervello conosce lo stato interno di tutto lorganismo e lo segnala anche ad altre parti del corpo tramite il sistema nervoso. Il test muscolare Lorganismo umano svolge unazione continua per riequilibrarsi e adattarsi agli stimoli introdotti cercando di mantenere lomeostasi: quando ci riesce permane in uno stato di salute e i muscoli testati risultano normo-funzionanti. Quando invece non ci riesce si genera un malessere e, per la presenza di una scoordinata gestione degli impulsi nervosi , alcuni muscoli correlati al problema non funzionano bene e risultano deboli al test. Il test ci consente di esplorare il sistema di comunicazione del corpo. Il test si basa sullassunto che il corpo non mente mai e che la fonte pi affidabile per ognuno di noi siamo noi stessi. Premesse e preparazione Il test muscolare uno strumento di grandissimo valore ma se non eseguito in modo impeccabile pu dare luogo a falsi positivi e cattive interpretazioni. Di seguito alcune premesse per un test muscolare accurato. Lesaminatore deve eseguire il test nella condizione mentale pi neutrale possibile e senza preoccuparsi del risultato. Anche lesaminato dovrebbe essere in uno stato mentale calmo e tranquillo. Gli occhi dellesaminato devono essere aperti e guardano avanti verso un punto fisso, la bocca rilassata e i denti non sono a contatto. L'esaminato e l'esaminatore non devono indossare oggetti metallici e/o magnetici, pietre vive e cristalli che potrebbero influenzare il risultato del test. Lesaminato non deve toccare con le proprie mani nessuna parte del corpo. 39
Lesaminato deve essere ben idratato. Il muscolo testato deve essere posizionato in modo che abbia il massimo vantaggio, per cui fondamentale: - Conoscere lanatomia del muscolo testato per essere coscienti del suo movimento in estensione e contrazione. - Usare una forza proporzionale allesaminato. - Isolare pi possibile il muscolo. - Stabilizzare bene lesaminato. - Far capire bene allesaminato la dinamica e il movimento del test. - La persona testata dovrebbe essere il pi possibile svestita in modo che lesaminatore abbia la possibilit di vedere se durante il test si aiuta reclutando muscoli sinergici dando quindi un chiaro segno di debolezza del muscolo testato.
Il test non serve a misurare la forza o la potenza di un muscolo ma valuta il sistema nervoso che controlla il funzionamento del muscolo. Pertanto lesaminato non deve provare alcun dolore o affaticamento: difficolt ad eseguire il movimento del test rappresentano di per se una debolezza. Quello che si sta valutando lo stato di salute attuale, non quello di ieri ne quello di domani . Tecnica desecuzione Figura 27 - Test muscolare 40
Ogni test ha una sua posizione di partenza, un appoggio per le ma ni ed un movimento ben definiti . La persona su cui sar eseguit o il test deve essere posizionata in modo adeguato, nella maniera pi opportuna ai fini della manovra e che venga stabilizzata per non farsi aiutare da muscoli sinergi ci a quello testato. Si inizia col sistemare la persona nella posizione corretta per quel particolare test, posizionando la mano che testa e quella che serve alla stabilizzazione nelle posizioni corrette e poi si spiega con precisione alla persona il movimento che verr esegui to e come dovr essere fatta resistenza simulando il movimento a vuoto. Quindi si indica alla persona di spingere nella direzione voluta con tutta la sua forza. Lesaminatore oppone una resistenza isometrica, che permett e di mantenere la posizione senza movimento e senza far muovere lesaminato finch la forza del muscolo da testare arrivata alla sua massima potenza (a seconda della velocit del muscolo pu andare da mezzo secondo a 1 secondo circa: i muscoli delle braccia sono veloci, quelli delle gambe lenti). A questo punto si applica ancora un piccolo sforzo aggiuntivo: se la persona cede allora il muscolo debole, se resiste dopo un piccolo cedimento il muscolo forte o iperfacilitato.
Figura 28 - Forze applicate durante il test
Nella prima parte del test viene testata la capacit di forte contrazione del muscolo; nella seconda parte invece viene testata la capacit del sistema nervoso a rispondere a uno stimolo e a contrastare e generare una forza leggermente maggiore a quella volontariamente espressa nella prima parte. 41
Questo tipo di test detto in chiaro perch viene eseguito in assenza di qualsiasi altro stimolo. Il muscolo testato pu risultare forte normo tonico, debole, o forte iperfacilitato (detto anche ipertonico). Muscolo forte normo tonico E quello che risponde in maniera forte al test ma che pu essere indebolito se sottoposto a un certo tipo di stimolo. In KA vi sono vari tipi di stimoli che possono essere usati per capire se un muscolo normo tonico (test di sedazione); in questa ricerca stato usato il tapping sui punti di sedazione del meridiano associato al muscolo che in condizioni normali lo indeboliscono per una decina di secondi. Un altro sistema pu essere percorrere in senso inverso il meridiano stesso. Ci sono comunque altre tecniche. Muscolo forte ipertonico E quello che risponde in maniera forte al test e non pu essere indebolito se sottoposto ai test di sedazione. Muscolo debole E quello che risulta debole anche in assenza di stimoli esterni. La debolezza non si palesa solamente se la persona cede durante il test ma spesso chi ha un muscolo debole cercher di compiere il movimento che gli stato indicato utilizzando altri muscoli forti: per far questo dovr spostarsi, ruotare, cambiare qualche angolo anche di poco. Bisogna stare molto attenti a identificare queste compensazioni, che quasi sempre sono indice di debolezza.
Il muscolo debole durante il test in chiaro viene usato come muscolo indicatore specifico cio mirato verso una precisa parte del corpo. Secondo il legame neurofisiologico, scoperto dalla KA, fra muscolo, organo e meridiano energetico corrispondenti lo stato di un muscolo ci pu indicare appunto le funzioni specifiche di una serie dapparati, organi, muscoli. Per esempio: se testiamo un muscolo quadricipite del femore e ci risulta debole le indicazioni che potremmo trarre saranno che l'intestino tenue o forse il meridiano, o forse il muscolo stesso ha un difetto di energia .
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Ai fini di questo lavoro ci interessa lutil izzo di un muscolo forte normo tonico che chiameremo muscolo indicatore forte da ritestare in abbinamento a stimoli esterni. Muscolo indicatore forte E un muscolo che al test in chiaro risulta forte normo tonico, da qui in avanti MIF, che si utilizza indipendentemente dal suo ruolo specifico. Rappresenta un indicatore generico con cui si pu testare tutto e fare unanalisi generale. Il MIF valuta le problematiche solo se importanti alleconomia generale del sistema: duttile ma poco preciso, va usato insieme ad altri stimoli, al challenge e alla localizzazione terapeutica. E importante che il muscolo sia forte ma normo funzionante: non deve essere iperfacilitato. La procedura per determinare se un muscolo pu essere usato come MIF la seguente: 1. Test del muscolo in chiaro: se il muscolo risulta debole provare con un altro muscolo, se risulta forte allora ha passato il primo test. 2. Tapping sul punto di sedazione del meridiano associato. 3. Test del muscolo entro circa dieci secondi: se il muscolo si indebolito allora ha passato il secondo test se invece rimane forte pu essere ipertonico e deve essere scelto un altro muscolo. 4. Se il muscolo ha passato il secondo test fare un terzo test dopo una quindicina di secondi: il muscolo deve essere nuovamente forte.
Solo un muscolo che ha superato tutti e tre i test pu essere considerato utile come MIF per questo lavoro cio pu essere usato in abbinamento a vari stimoli che se lo indeboliranno daranno delle precise indicazioni, come vedremo pi avanti in questa tesi. Il challenge La stimolazione o challenge, da qui in avanti CH, consiste nel sottoporre lorganismo ad uno stimolo esterno mentre si testa un muscolo. Sembra che specifiche stimolazioni afferenti al corpo, solitamente introdotte attraverso uno dei sensi (tatto, vista, gusto ecc.) possono avere un effetto temporaneo sul sistema nervoso centrale che 43
attraverso le sinapsi neuro muscolari producono effetti sul test muscolare. In KA la stimolazione si comporta come una sorta di biofeedback: quando il corpo viene stimolato positivamente o negativamente reagisce in maniera precisa e comprensibile. Quando una sostanza nutritiva o del cibo vengono introdotti nella bocca della persona prima di testare la forza di un muscolo si crea una stimolazione orale. Attraverso una fase di respirazione si pu creare una stimolazione al meccanismo respiratorio primario. Il sistema dei meridiani di agopuntura viene stimolato picchiettando un punto del meridiano o coprendolo con un quadratino di piombo. Si ha una stimolazione mentale o emozionale quando si chiede al paziente di ricordare un avvenimento traumatico o spiacevole. Si fa uso perfino della stimolazione a sostanze avverse se lindebolimento della muscolatura dovuto ad ingestione o inalazione di particolari sostanze . Si usa il CH quando si testa una persona in una zona perturbata o facendogli guardare un colore. La localizzazione terapeutica La localizzazione terapeutica, da qui in avanti TL, una CH particolare che consiste nel testare un muscolo, che pu essere forte o debole, mentre lesaminato tocca con le sue dita una parte del suo corpo. Ogni volta che si tocca un punto del corpo interessato ad un problema (come causa o come localizzazione esatta della patologia) il muscolo inverte la sua polarit: se debole diventa forte con una TL e torna debole con la seconda TL (linverso se era forte) . Quando una TL inverte la forza del muscolo si dice positiva. Per una TL efficace lesaminato deve toccare una sua parte del corpo a pelle nuda e meglio se con tre dita, indice, medio e anulare, mentre mignolo e pollice si toccano insieme. Con la TL si repertano zone deboli anche se asintomatiche, potenzialmente in causa nel determinismo dell'affezione lamentata, ma pur rilevando con precisione una zona patologica anche di pochi millimetri di diametro, non qualifica la natura dell'affezione: quindi una diagnosi topografica e quantitativa, ma non qualitativa. Challenge di vario tipo e localizzazione terapeutica vengono spesso usate insieme . 44
Medicina tradizionale cinese e kinesiologia Come studiato in accademia allorigine di ogni cosa e della vita stessa vi una forma particolare di energia universale chiamata Qi. Questa energia scorre nelluomo attraverso particolari canali nel corpo chiamati meridiani: 14 sono i principali e percorrono lindividuo con i loro flussi energetici dallalto verso il basso e dal basso verso lalto. Se il Qi fluisce liberamente nelluomo e senza ostacoli allora questi in salute, se, invece, incontra un ostacolo e diventa stagnante allora il sistema energetico va in una situazione di squilibrio che, se protratta, pu manifestare la malattia a livello fisico. In KA a muscoli specifici sono associati specifici meridiani; per esempio il meridiano della milza associato al muscolo Deltoide, mentre il meridiano del fegato collegato al muscolo Grande Pettorale Sternale: cos per tutti i 14 meridiani . In realt quando parliamo di meridiani, ci riferiamo al complesso Organo o Viscere e ai meridiani corrispondenti.
Lo scopo di questa tesi proprio quello di capire, attraverso il sistema del test proprio della KA, se il sistema energetico delluomo pu squilibrarsi quando permane su una geopatia.
Da questa inter-relazione tra meridiano-organo e muscolo deriva il fatto che testando lo stato di tutti i muscoli associati ai meridiani si riesce a determinare lo stato energetico dellindividuo. Tuttavia la debolezza di un muscolo non sempre indice di uno squilibrio organo-funzionale o energetico del meridiano: la debolezza di un muscolo potrebbe avere anche cause prettamente strutturali o di altro genere. In generale se al test kinesiologico un muscolo risulta debol e non si pu affermare che lorgano associato sia disfunzionale, tuttavia se un organo disfunzionale il suo muscolo associato quasi sempre debole. Viceversa se un meridiano in squilibrio non detto che il muscolo associato risulti debole mentre se un muscolo debole al test, soprattutto in maniera bilaterale, quasi sempre il meridiano associato in squilibrio energetico. Quindi per affermare che un meridiano in squilibrio non basta trovare il muscolo debole ma questa tesi andrebbe supportata con ulteriori indagini kinesiologiche. Per tale 45
motivo e per il fatto che risulta poco pratico testare ogni muscolo del corpo per fare una diagnosi energetica, anche in KA si usa la diagnosi dei polsi. Palpazione dei polsi in MTC Secondo la medicina cinese, l o stato dello Yin e dello Yang, il loro movimento l'uno verso l'altro e l'energia di tutti i principali organi/meridiani sono valutabili dall'esame dei polsi. L'arteria radiale, quella sulla quale si misura pressione e frequenza cardiaca, viene suddivisa, sia sul polso destro che su quello sinistro, in tre zone: la prima detta "pollice", la seconda "barriera" e la terza "piede". Allaltezza dello stiloide il punto di repere dato dallapofisi dellosso radiale che indica il polso centrale sullarteria. Gli altri 2 polsi sono adiacenti al centrale e ogni zona lunga circa un centimetro. Ogni zona corrisponde a un organo e a un viscere, a seconda che il polso sia palpato profondamente o superficialmente.
Figura 29 - Polsi in medicina cinese
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POLSO DESTRO Pollice Barriera Piede Profondit Polmone Milza Maestro del cuore Superficie Grosso Intestino Stomaco Triplice riscaldatore Tabella 1 - Il polso destro in MTC POLSO SINISTRO Pollice Barriera Piede Profondit Cuore Fegato Rene Superficie Intestino tenue Cistifellea Vescica Tabella 2 - Il polso sinistro in MTC
I modi corretti di prendere i polsi sono illustrati nelle immagini seguenti. Occorre prendere sia il polso destro che sinistro, anche se si dice che essendo la donna Yin il suo polso rivelatore a destra mentre per luomo che Yang il suo polso principale quello di sinistra. Le caratteristiche che la MTC attribuisce allonda sfigmica sono molto numerose, ciascuno con un preciso significato clinico.
Figura 30 - Palpazione dei polsi
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I medici cinesi sono in grado di valutare lo stato energetico del paziente sentendo la velocit dei battiti, la loro consistenza, lampiezza dellarteria e la sua forma: questa fase la pi difficile e affascinante della semeiotica tradizionale cinese. Palpazione dei polsi in KA La KA, prendendo spunto dal suo legame intrinseco con la MTC, ha elaborato un proprio sistema molto efficacie per valutare attraverso la palpazione dei polsi lo stato energetico dei meridiani. Anche in KA i polsi di una persona vengono individuati come in MTC. Oltre ai 12 polsi di MTC alcuni kinesiologi individuano anche i polsi di Vaso concezione e Vaso governatore posti sul monte di Venere rispettivamente un cun sopra i punti del cuore e del polmone. Tale localizzazione non tuttavia riconosciuta dalla MTC ma viene presa in considerazione in questo lavoro. Lesame viene fatto facendo eseguire allesaminato una TL con la sua mano sul polso opposto mentre lesaminatore testa un MIF. Lesaminato pone le dita come in figura in modo che indice, medio e anulare si trovino sulla stessa linea, uno sotto laltro e possibilmente senza toccarsi.
Figura 31 - Palpazione dei polsi in KA
I polsi superficiali vengono testati con una pressione leggera: lesaminato dovrebbe sentire una pulsazione. Per testare i polsi profondi lesaminato deve eser citare una pressione profonda quasi interrompendo il flusso sanguineo. Si testa cos un braccio e poi si passa a quello successivo eseguendo le stesse osservazioni . 48
Supponiamo che il MIF si indebolisca con la pressione profonda sul polso destro. Allora il meridiano dei polmoni, di milza/pancreas e/o del maestro del cuore potrebbero essere in squilibrio. Per determinare quale dei tre si esegue nuovamente il test kinesiologico mentre lesaminato alza una delle tre dita, ad esempio lindice. Se il MIF rimane f orte era proprio il meridiano dei polmoni. La diagnosi verr confermata ritestando solamente il polso dei polmoni che indebolir il MIF. Altrimenti si prosegue facendo alzare un altro dito allesaminato fino ad individuare il responsabile dellindebolimento del MIF. Ovviamente possono essere anche deboli pi di un polso denotando che lo squilibrio energetico coinvolge pi meridiani. Il test dei polsi del meridiano di Vaso concezione e Vaso governatore vengono eseguiti singolarmente. La diagnosi dei polsi viene confermata facendo fare allesaminato una TL sul punto MU associato al polso (detto anche punto di allarme) trovato in squilibrio mentre viene testato un MIF. Non si usa il solo test sui punti MU, ma viene usato solo come conferma, perch i punti MU sono piccoli e di difficile individuazione e una TL positiva su un area pi vasta potrebbe rivelare un problema a livello della cute, del sistema circolatorio, del muscolo ecc.: insomma di tutto ci che sottostante alle dita dellesaminato. 49
Localizzazione dei punti MU
Figura 32 - I punti MU
Polmone: P 1, a 6 cun dalla linea mediana, alla fine della clavicola nel primo spazio intercostale . Intestino Crasso: ST 25, due cun a lato dellombelico. Rene: VB 25, sulla dodicesima costola (la seconda fluttuante). Vescica Urinaria: VC 3, un cun sopra la sinfisi pubica. Fegato: F 14, sulla linea verticale del capezzolo, nel sesto spazio intercostale . Vescica Biliare: VB 24, sotto a F 14, sulla verticale del capezzolo nel setti mo spazio intercostale. Cuore: VC 14, sei cun sopra lombelico. Ministro del Cuore: VC 17, sullo sterno, fra i capezzoli (sulla linea mediana) . 50
Intestino Tenue: VC 4, due cun sopra la sinfisi pubica. Triplice Riscaldatore: VC 5, due cun sotto lombelico. Milza: F 13, sullundicesima costola (la prima fluttuante) . Stomaco: VC 12, a met strada tra lombelico e lo sterno. Esecuzione dei test Il test dei 14 meridiani principali stato effettuato facendo stendere lesaminato su un tappetino e scegliendo come MIF il muscolo Retto del femore e, in caso che lesaminato abbia mostrato segni di stanchezza dovuta alle ripetizioni del test il muscolo Tensore della fascia lata.
Figura 33 - Test del Retto del femore
Figura 34 - Punto di sedazione del Retto del femore - IT8 51
Figura 35 - Test del Tensore della fascia lata
Figura 36 - Punto di sedazione del Tensore della fascia lata - IC2
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Kinesiologia e il sistema dei chakra Non mi dilungo in questa sede sulla descrizione del sistema dei chakra gi molto approfondito durante gli anni di accademia. Lenergia di ogni chakra si diffonde nellindividuo ad ogni livello quindi la valutazione energetica dei chakra d indicazioni precise sullo stato fisico/viscerale e mentale. Per eseguire il test dei chakra viene testato un MIF mentre lesaminato viene stimolato con un CH facendogli guardare una alla volta delle tavolette con i colori associati. Come MIF stato esaminato il muscolo Deltoide medio mentre lesaminato stava in piedi guardando in avanti e lesaminatore in piedi alle sue spalle.
Figura 37 - Test del Deltoide medio
Figura 38 - Punto di sedazione del Deltoide medio - P5 53
Tabella 3 - I colori e i chakra
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Verifiche energetiche con i test di KA Come spiegato nei capitoli precedenti sono stati verificati i sistemi energetici di 3 persone sottoponendole allanalisi dei polsi per lo stato dei meridiani e al test dei colori per valutare lo stato dei chakra. Le persone testate sono state cos identificate: D.B. persona di sesso femminile di 44 anni V.G. persona di sesso femminile di 13 anni D.G. persona di sesso maschile di 11 anni
I risultati dei test sono stati indicati con:
+ se la risposta al test stata positiva cio il muscolo risultato normo tonico e quindi il sistema energetico in equilibrio.
- se la risposta al test stata negativa cio il muscolo risultato debole e il sistema in sofferenza.
-- se la risposta al test stata negativa cio il muscolo risultato estremamente indebolito e il sistema in sofferenza.
Nellipotesi di muscoli ipertonici il risultato del test stato indicato con la parola IPER. In questo caso la persona non ha risposto al test e i suoi muscoli erano in uno stato globale di tensione eccessiva che non ha permesso valutazioni analitiche. Solitamente questo stato sottolinea condizioni di stress.
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La prova in cieco I test sono stati fatti prima dellanalisi geo-biologica scegliendo dei punti a caso sparsi allinterno della casa. Le persone sono state testate sul punto con una permanenza di circa un minuto.
I punti scelti
Figura 39 - Punti piano terra per prova in cieco 56
Figura 40 - Punti primo piano per prova in cieco
Figura 41 - Punti secondo piano per prova in cieco
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Piano terra Punto 1 In corrispondenza di una posizione al tavolo da pranzo Punto 2 In corrispondenza di una seduta sul divano in salotto Piano primo Punto 3 In corrispondenza della seduta alla scrivania Punto 4 In corrispondenza del letto matrimoniale Piano secondo Punto 5 In corrispondenza di un letto singolo Punto 6 In corrispondenza di un letto singolo Punto 7 In corrispondenza di un letto singolo Tabella 4 - Punti per la prova in cieco
Considerazioni Sui punti presi in esame le persone hanno reagito alla stessa maniera: i sistemi energetici dei meridiani e dei chakra si trovavano in equilibrio sui punti 1,2,3,4 e 6 mentre sui punti 5 e 7 i soggetti sono risultati intestabili essendo in uno stato di IPERTONO generale. In questo caso, sono stati testati anche altri muscoli, diversi da quelli che mi ero proposto di usare allinizio di questo lavoro, ma il risultato stato analogo. Prova in zona neutra Come zona neutra stato scelto un punto in cucina al piano terreno. Le persone sono state testate dopo una permanenza di 10 minuti in tale punto. I punti scelti
Chakra 1-Rosso + + + 2-Arancione + + + 3-Giallo + + + 4-Verde + + + 5-Blu + + + 6-Indaco + + + 7-Viola + + + Tabella 8 - Test in zona neutra.
Considerazioni Tutte le persone si trovavano in una buona condizione energetica risultando positive a tutti i test.
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Prova in zona perturbata I test sono stati fatti su 6 punti scelti al piano terra dopo una permanenza di circa 1 minuto e dopo una permanenza di 10 minuti. I punti scelti
Figura 43 - Punti perturbati 62
Piano terra Punto 1 In corrispondenza di un nodo di Hartmann Punto 2 Tra un nodo di Hartmann e uno di Curry e sul confine di un acquifero Punto 3 In corrispondenza di un nodo di Hartmann e sopra un acquifero Punto 4 In corrispondenza di un nodo di Hartmann, sopra un acquifero e sul muro di Benker Punto 5 In corrispondenza di un nodo di Curry, sopra un acquifero e sul muro di Benker Punto 6 In corrispondenza di un nodo di Benker Tabella 9 - Punti perturbati
Chakra 1-Rosso IPER + IPER + IPER + 2-Arancione - - - 3-Giallo - - - 4-Verde - - + 5-Blu - - - 6-Indaco - - - 7-Viola + + + Tabella 15 - Test su P6 Considerazioni Anche in questo caso le persone testate hanno reagito in modo coerente.
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Analisi dei risultati Sono riportate di seguito le mappe dei tre piani con le zone perturbate in modo che sia pi facile analizzare i risultati dei test e fare dei raffronti fra i vari punti. Nelle piante seguenti i punti utilizzati per le prove in cieco sono stati chiamati C1..C7, il punto neutro stato indicato come N mentre i punti perturbati sono stati elencati da P1 a P6.
Figura 44 - Reti, acquiferi e punti al secondo piano
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Figura 45 - Reti, acquiferi e punti al primo piano
Figura 46 - Reti, acquiferi e punti al piano terra 68
Prima di tutto voglio sottolineare che ogni test stato eseguito seguendo una logica rigorosa e precisa. Il soggetto esaminato stato messo in condizione di assoluta tranquillit ed stato precedentemente idratato. E stato privato da ogni materiale vi vo. Durante il test stata posta attenzione che i denti non fossero serrati e le mani non fossero a contato con il corpo per evitare delle localizzazioni terapeutiche involontarie. I soggetti sono stati svestiti per osservare meglio la loro risposta muscolare. Ogni test stato eseguito secondo quanto insegnato da Joe Shafer .
I test del sistema dei meridiani sono stati eseguiti in questo modo: Su ogni punto (prima dopo una permanenza di 1 minuto e successivamente dopo una permanenza di 10 minuti) stato testato in chiaro un muscolo della gamba, partendo solitamente dal retto del femore. E stato eseguito poi il test di sedazione per verificare lo stato normo -tonico. Se la prima tecnica di sedazione non si rivelata efficace ne stata provata almeno una seconda per definire lo stato di ipertonicit di quel muscolo. Anche in questo caso sono stati testati altri 4 muscoli (il tensore della fascia lata, lileo-psoas, il popliteo e i tre vasti) per definire lo stato generale di ipertonicit. Se il muscolo, invece, stato indebolito dal test di sedazione allora stato usato per testare il sistema dei meridiani. Il sistema dei meridiani stato verificato facendo 6 volte il test del muscolo normo-tonico della gamba: 2 volte per il polso sinistro (tre polsi superficiali e tre polsi profondi) e 2 volte per il polso destro (tre polsi superficiali e tre polsi profondi), vaso concezione e vaso governatore. Non avendo trovato squilibri energetici sui meridiani non sono stati testati i punti Mu delladdome.
I test del sistema dei chakra sono stati eseguiti in questo modo: Su ogni punto (prima dopo una permanenza di 1 minuto e dopo una permanenza di 10 minuti) stato testato il muscolo deltoide medio. E stata nuovamente verificata la condizione di normo - tonicit con il test di sedazione. Se il test di sedazione non ha avuto riscontro, visti i test sulle gambe, si ritenuto di non dover testare altri muscoli del tronco per riconfermare lo stato di 69
ipertonicit. Se il deltoide medio, invece, stato indebolito dal test di sedazione allora stato usato per testare il sistema dei chakra. Ogni chakra stato testato eseguendo il test su deltoide medio mentre lesaminato guardava il colore appropriato (tabella 3).
I 3 soggetti esaminati avevano un buon equilibrio energetico ed stato dimostrato dai test eseguiti nella zona neutra e nei punti scelti per le prove in cieco che si trovavano in zone non perturbate. I risultati ottenuti con il test in cieco e sulle zone non perturbate sono stati coerenti: nel punto N (zona neutra scelta dopo i rilievi geo-biologici) e nei punti C1, C2, C3, C4 e C6 i soggetti esaminati hanno mantenuto il loro equilibrio energetico risultando positivi a tutti i test kinesiologici. I punti C5 e C7 ricadono quasi sulla proiezione verticale di P3 e P2 che sono punti in zona perturbata: i test dopo 1 minuto di permanenza sono sembrati, anche in questo caso, coerenti poich su tutti e quattro i punti i soggetti erano entrati in uno stato di ipertono. Sui punti perturbati i soggetti esaminati sono stati testati dopo una permanenza di 1 minuto e dopo essere stati sul punto per almeno 10 minuti. In tutti i punti perturbati C5, C7 e P1 fino a P6 dopo un minuto di permanenza i soggetti sono risultati in IPERTONO muscolare e anche provando ad utilizzare vari muscoli la situazione non cambiata: i soggetti non potevano essere testati con TL o CH se non dopo aver utilizzato tecniche di sedazione muscolari specifiche che non sono oggetto di discussione in questa ricerca. Dopo la permanenza di 10 minuti sui punti perturbati tutti i soggetti hanno dimostrato un certo adattamento rientrando dalla condizione di ipertono. Lunico caso particolare stato quello del punto P1 dove solo D.B. era rientrata dalla condizione di ipertono e il sistema era entrato in equilibrio. V.G e D.G. hanno mantenuto invece la condizione di ipertono. Probabilmente, permanendo sul punto un po pi a lungo, sarebbero rientrati ma questa solo una mia ipotesi. Tuttavia, questa diversit di reazione potrebbe essere dovuta dalla diversit di sesso e di et delle tre persone; il soggetto V.G., pur essendo di sesso femminile, vista let, probabilmente non ha ancora il livello ormonale di una persona femminile pi matura quale D.B. 70
Infatti, sulle zone perturbate, la donna in et fertile ha delle capacit di compensazione maggiori rispetto alluomo e a soggetti femminili non ancora completamente maturi dal punto di vista ormonale. Da qui luniformit di reazione tra V.G. D.G. rispetto a quella di D.B. Nei punti P2, P3, P4, P5 e P6 tutti e tre i soggetti hanno avuto comportamenti coerenti dopo una permanenza di 10 minuti: il sistema energetico dei meridiani non stato intaccato mentre quello dei chakra ha subito delle variazioni.
Di seguito una tabella con il riassunto del test dei chakra sui vari punti dopo una permanenza di 10 minuti.
Punto 1 In corrispondenza di un nodo di Hartmann Punto 2 Tra un nodo di Hartmann e uno di Curry e sul confine di un acquifero Punto 3 In corrispondenza di un nodo di Hartmann e sopra un acquifero Punto 4 In corrispondenza di un nodo di Hartmann, sopra un acquifero e sul muro di Benker Punto 5 In corrispondenza di un nodo di Curry, sopra un acquifero e sul muro di Benker Punto 6 In corrispondenza di un nodo di Benker Tabella 16 - Legenda dei punti perturbati
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P1 P2 P3 P4 P5 P6 CK D . B .
V . G
D . G .
D . B .
V . G
D . G .
D . B .
V . G
D . G .
D . B .
V . G
D . G .
D . B .
V . G
D . G .
D . B .
V . G
D . G .
1 + I P E R
I P E R
+ + + + + + + - + + + + + + + 2 + I P E R
I P E R
- - - - - - - - - + + + - - - 3 + I P E R
I P E R
+ + + - - - -- -- - + + + - - - 4 + I P E R
I P E R
+ + + + + + + + + + + + - - + 5 + I P E R
I P E R
+ + + + + + + + + + + + - - - 6 + I P E R
I P E R
+ + - + + + + + + - - - - - - 7 + I P E R
I P E R
+ + + + + + + + + + + + + + + Tabella 17 - Risultato test sui chakra dopo una permanenza di 10 minuti
Il nodo di Hartmann, rappresentato dal punto P1, senza altre interferenze , sembrerebbe quello che ha comportato meno problemi visto che i test sul soggetto D.B. sono risultati positivi. La permanenza sul punto P2, tra un nodo di Hartmann, di Curry e in prossimit di un acquifero (in realt i soggetti sono stati testati coricati per coprire tutte e tre le possibili fonti di perturbazione) ha evidenziato una sofferenza sul secondo chakra. Il nodo di Hartmann sopra un acquifero, rappresentato dal punto P3, ha dato invece segnali chiari di perturbazione rispetto alla posizione sola rappresentata da P1: il secondo e il terzo chakra sono risultati squilibrati su tutti e tre i soggetti. Nel punto P4, essendo presente una situazione di perturbazione ulteriore dove, oltre a quelle presenti in P3, stato rilevato il muro di Benker, il terzo chakra sembrava soffrire in modo pi accentuato e nel soggetto V.G. stato coinvolto anche il 72
primo chakra. P5 rappresenta una situazione differente dove la perturbazione arriva dalla presenza di un nodo di Curry su un acquifero: tutti e tre i soggetti hanno rivelato squilibri sul sesto chakra. Lultimo punto esaminato, P6, rappresenta la situazione, come studiato in accademia, pi pericolosa. Infatti il punto P6 raccoglie un nodo di Benker ed vicino ad un acquifero. I tre soggetti hanno evidenziato squilibri sulla maggior parte dei chakra.
Senzaltro il numero limitato di soggetti testati non sufficiente a trarre conclusioni certe ma la scrupolosit dei test mi porta ad affermare, limitatamente a questa ricerca, che: Le prove in cieco sono state coerenti con le prove fatte dopo lanalisi eseguita a posteriori. Una breve permanenza sui punti manda il sistema in ipertono evidenziando il fatto che lorganismo umano tende sempre ad un adattamento. In questa fase il corpo non testabile con tecniche semplici. Tale comportamento potrebbe derivare anche dal tipo di terreno molto conduttore su cui sita la casa. Sta di fatto che il test fatto in maniera non scrupolosa potrebbe indurre a erronee supposizioni, facendo scambiare una risposta muscolare forte con lassenza di perturbazioni mentre in realt lorganismo non forte ma in ipertono. Dopo una permanenza maggiore sui punti il sistema umano ritorna dallo stato di ipertono e evidenzia squilibri energetici. I primi squilibri energetici riguardano il sistema dei chakra. Il sistema dei meridiani non viene coinvolto entro 10 minuti. In real t sul punto P6 il soggetto D.B. stato fatto rimanere seduto sul nodo di Benker per circa 30 minuti ma non sono state rilevate differenze rispetto ai test eseguiti dopo 10 minuti. Probabilmente lo squilibrio a livello dei meridiani evidenziabile solo in presenza di una patologia dovuta a perturbazioni geo- biologiche. Leffetto delle varie reti viene amplificato dalla presenza di acquiferi confinati . E curioso come il primo chakra e il settimo chakra non siano stati quasi mai trovati in sofferenza: forse questo dovuto al fatto che rappresentano la nostra capacit di sopravvivere collegati alla terra e al cielo. 73
Sui nodi di tipo tellurico come quello di Hartmann (P1, P2, P3, P4) sono coinvolti maggiormente i chakra bassi. Sui nodi di tipo celeste come quello di Curry (P5) sono coinvolti i chakra alti. Il nodo di Benker (P6) crea squilibrio su quasi tutti i chakra ed senzaltro il pi pericoloso.
Conclusioni Questa ricerca ha rappresentato unaffascinante esperienza che mi ha arricchito e ha approf ondito le mie conoscenze. Sicuramente sarebbe molto interessante poter testare pi persone e soprattutto fare delle verifiche dopo una permanenza maggiore sui punti perturbati. Sarebbe oltremodo interessante verificare la soglia temporale oltre la quale lo squilibrio energetico diventa permanente. Sono sicuro che in questo caso anche il sistema dei meridiani subirebbe uno squilibrio evidenziabile con i test muscolari. Esistono tecniche kinesiologiche che mettono alla luce patologie derivanti da stress di tipo geo-biologico. Sono consapevole dei limiti di questo studio ma i risultati mi fanno ben sperare che la strada quella corretta. Questa esperienza rappresenta un invito per altri a proseguire in questo lavoro e naturalmente in luoghi con caratteristiche diverse e con un numero di soggetti pi rappresentativo.
Bibliografia Sergio Berti Misura dellHeart Rate Variability (HRV) Come indicatore attendibile delle interazioni tra uomo eambiente, www.scribd.com, 2010. Sergio Berti Misura dellHeart Rate Variability (HRV) Nelle ricerche idriche e nella pratica geobiologica, www.scribd.com, 2010. Graziana Santamaria Terra Viva - Architettura per evolvere, Cibo per vivere, Alberi per curare Provincia di Genova Piano di Bacino Stralcio del Torrente Polcevera
Joe Shafer The essentials of precision manual muscle testing 74
David S. Walther Kinesiologia applicata vol. 1 Synopsis Robert Frost Applied Kinesiology Ruggero Dujany Teoria e impiego pratico della kinesiologia applicata Burigana, Stefani La Chinesiologia una dolce medicina Stegagno Mauro Medicina kinesiologica Holdway Ann Iniziazione alla Kinesiologia John F. Thie Manuale di cinesiologia applicata Lorenzo P. Capello Massaggio curativo e cure integrate Franco Bottalo Diagnosi Shiatsu
Ringraziamenti Grazie allaccademia Anea per le nozioni che mi ha dato e per le esperienze molto intense che mi ha fatto vivere cambiandomi radicalmente la vita; Grazie al mio relatore Dr. Ing. Sergio Berti per la sua amicizia, la sua disponibilit, la sua preparazione e per avermi permesso di concludere questo percorso; Grazie a Cinzia Lameroli, osteopata e kinesiopata, per la sua amicizia, per i suoi insegnamenti e per la sua pazienza; Grazie a tutta la mia famiglia per avermi supportato in questo periodo e per linfinito amore che mi dona ogni giorno; Grazie a me stesso per essermi permesso questo percorso, grazie alle mie esperienze e grazie a tutte le mie relazioni. Ometeotl 76
Elenco figure, foto, grafici e tabelle Figura 1 - Pianta piano terreno .................................................................................................... 9 Figura 2 - Pianta primo piano ..................................................................................................... 9 Figura 3 - Pianta secondo piano ................................................................................................ 10 Figura 4 - Schema tettonico regionale - Genova ........................................................................ 11 Figura 5 - Schema tettonico Genova .......................................................................................... 12 Figura 6 - Schema tettonico della zona ...................................................................................... 14 Figura 7 - Stratigrafia ............................................................................................................... 16 Figura 8 - Acquiferi .................................................................................................................. 19 Figura 9 - Rete di Hartmann piano terra .................................................................................... 20 Figura 10 - Rete di Hartmann primo piano ................................................................................ 21 Figura 11 - Rete di Hartmann secondo piano ............................................................................. 22 Figura 12 - Rete di Curry piano terra ........................................................................................ 23 Figura 13 - Rete di Curry primo piano ....................................................................................... 24 Figura 14 - Rete di Curry secondo piano ................................................................................... 25 Figura 15 - Rete di Benker piano terra ...................................................................................... 26 Figura 16 - Rete di Benker primo piano..................................................................................... 27 Figura 17 - Rete di Benker secondo piano ................................................................................. 28 Figura 18 - Reti sovrapposte piano terra .................................................................................... 29 Figura 19 - Reti sovrapposte primo piano .................................................................................. 30 Figura 20 - Reti sovrapposte secondo piano............................................................................... 31 Figura 21 - Acquiferi e reti piano terra ...................................................................................... 32 Figura 22 - Acquiferi e reti primo piano .................................................................................... 33 Figura 23 - Acquiferi e reti secondo piano................................................................................. 34 Figura 24 - La triade della salute .............................................................................................. 36 Figura 25 - Collegamento tra le funzioni ................................................................................... 36 Figura 26 - La risposta muscolare ............................................................................................. 37 77
Figura 27 - Test muscolare ....................................................................................................... 39 Figura 28 - Forze applicate durante il test ................................................................................. 40 Figura 29 - Polsi in medicina cinese .......................................................................................... 45 Figura 30 - Palpazione dei polsi ................................................................................................ 46 Figura 31 - Palpazione dei polsi in KA ...................................................................................... 47 Figura 32 - I punti MU ............................................................................................................. 49 Figura 33 - Test del Retto del femore ..................................................................................... 50 Figura 34 - Punto di sedazione del Retto del femore - IT8 ......................................................... 50 Figura 35 - Test del Tensore della fascia lata ......................................................................... 51 Figura 36 - Punto di sedazione del Tensore della fascia lata - IC2 .............................................. 51 Figura 37 - Test del Deltoide medio ....................................................................................... 52 Figura 38 - Punto di sedazione del Deltoide medio - P5 ............................................................. 52 Figura 39 - Punti piano terra per prova in cieco ......................................................................... 55 Figura 40 - Punti primo piano per prova in cieco ....................................................................... 56 Figura 41 - Punti secondo piano per prova in cieco .................................................................... 56 Figura 42 - Zona neutra ............................................................................................................ 59 Figura 43 - Punti perturbati ....................................................................................................... 61 Figura 44 - Reti, acquiferi e punti al secondo piano ................................................................... 66 Figura 45 - Reti, acquiferi e punti al primo piano ...................................................................... 67 Figura 46 - Reti, acquiferi e punti al piano terra ........................................................................ 67
Fotografia 1 - Casetta gialla ........................................................................................................ 8 Fotografia 2 - Antenna di Hartmann .......................................................................................... 17 Fotografia 3 - Una fase del rilievo ............................................................................................ 18
Tabella 1 - Il polso destro in MTC ............................................................................................ 46 Tabella 2 - Il polso sinistro in MTC .......................................................................................... 46 Tabella 3 - I colori e i chakra .................................................................................................... 53 78
Tabella 4 - Punti per la prova in cieco ....................................................................................... 57 Tabella 5 - Test in cieco D.B. ................................................................................................... 57 Tabella 6 - Test in cieco V.G. ................................................................................................... 58 Tabella 7 - Test in cieco D.G. ................................................................................................... 58 Tabella 8 - Test in zona neutra. ................................................................................................. 60 Tabella 9 - Punti perturbati ....................................................................................................... 62 Tabella 10 - Test su P1 ............................................................................................................. 62 Tabella 11 - Test su P2 ............................................................................................................. 63 Tabella 12 - Test su P3 ............................................................................................................. 63 Tabella 13 - Test su P4 ............................................................................................................. 64 Tabella 14 - Test su P5 ............................................................................................................. 64 Tabella 15 - Test su P6 ............................................................................................................. 65 Tabella 16 - Legenda dei punti perturbati .................................................................................. 70 Tabella 17 - Risultato test sui chakra dopo una permanenza di 10 minuti ................................... 71
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