You are on page 1of 1

LIBERTA’ PER IL POPOLO TAMIL DELLO SRI

LANKA
Molti conoscono i Tamil poichè da tempo svolgono dignitosamente i lavori più umili che la società
occidentale ormai rifiuta, ma pochissimi sanno quali motivi ci hanno spinto a lasciare la nostra terra
dove tutti avevamo una professione, un lavoro, un’attività agricola o commerciale o industriale e dove
i più giovani seguivano corsi di studio nelle scuole superiori o all’università.
Quando nel 1947 l’Impero Britannico, dopo 450 anni di colonialismo, iniziato dai portoghesi,
proseguito da olandesi e infine dagli inglesi, lasciò libera l’isola allora chiamata Ceylon, oggi Sri
Lanka, che significa “l’isola splendente”, non si curò del fatto che nello Sri Lanka esistevano due
popolazioni distinte per usi, costumi, lingua, modo di scrivere e territorio, cioè la maggioranza
Singalese di religione Buddista (oggi circa 13.000.000) e la minoranza Tamil di religione Hindù e
Cristiana (oggi circa 4.000.000).
La maggioranza singalese ha estromesso dalla vita civile, politica e commerciale i Tamil,
abolendo l’uso della lingua tamil e dell’ inglese, e, alle prime proteste, ha imprigionato e ucciso tutti
quelli, specialmente studenti, che si opponavano al regime poliziesco e dittatoriale instauratosi nella
più totale corruzione, mascherato da una parvenza di democrazia in contrasto con la corrente politica
al potere.
Dopo anni di resistenza passiva e tante sparizioni e uccisioni denunciate anche da Amnesty e
Croce Rossa Internazionale, i Tamil hanno intrapreso la resistenza armata contro la violenza e la
sopraffazione governativa che si giova dell’appoggio dei militari e di quelle nazioni che producono
armi. Le popolazioni inermi del Nord con capitale Jaffna e quelle a est a magioranza Tamil, assediate,
vengono sistematicamente bombardate dagli aerei e cannoneggiate dal mare. Ogni aiuto internazionale
viene bloccato e confiscato e di questo genocidio nessuno ne è a conoscenza. I massmedia riportano le
noitizie governative che falsano ogni cosa, per cui vengono ignorati i delitti di cui si macchia il
governo dello Sri Lanka.
Tante nazioni occidentali hanno riconosciuto il diritto di asilo ai Tamil dello Sri Lanka, ma
l’Italia non ha ritenuto di farlo. Noi chiediamo che, alle giuste condizioni, anche il governo italiano
riconosca ai Tamil dello Sri Lanka l’asilo politico, poichè essi sono veri e propri profughi; ciò è stato
riconosciuto da Francia, Germania, Inghilterra, Svizzera, Danimarca, Olanda, Svezia, Norvegia,
Canada e altri. Chiediamo che nel contesto sia europeo che mondiale l’Italia si faccia portavoce della
situazione antidemocratica vigente nello Sri Lanka e si adoperi perchè venga riconosciuto il diritto
all’autodeterminazione dei Tamil per la formazione di un loro Stato indipendente; perchè si blocchi il
commercio delle armi e perchè gli aiuti umanitari non vengano devoluti al governo singalese per
proseguire la lotta armata contro il popolo Tamil.
Il nostro augurio è che tutti possano prendere coscienza del problema dei Tamil dello Sri Lanka
e aiutarli perchè anche loro possano godere di quella libertà che è l’aspirazione di ogni uomo e
di ogni popolo

NELL’AMBITO DEL PROGETTO “CATANIA CITTÀ APERTA” (all’interno del quale la


comunità Tamil autogestisce un corso gratuito di lingua tamil il Mercoledì, Giovedì e Sabato dalle
16 alle 18 in via O. Scammacca 4, info tel.:095372821) si invitano la cittadinanza catanese e le forze
democratiche

SABATO 21/11 c/o Casa dei Popoli via V. Emanuele 121


h. 17.30 proiezione video sulla questione Tamil
h.18.30 incontro dibattito con rappresentanti delle comunità Tamil di Palermo e di
Catania
h.20.30 immagini, suoni e cibi tradizionali Tamil

Comunità TAMIL
Coordinamento “Catania Citta’

You might also like