909/910 fondato il monastero benedettino riformato di Cluny nella "villa" donata da Guglielmo I, duca d'Aquitania, ai santi Pietro e Paolo, esente da giurisdizione signorile e vescovile, dipendente direttamente dal papa. 909/910-927 Bernone primo abate 927-942 Oddone secondo abate 994-1049 abate Odilone I cluniacensi hanno una struttura accentrata: vi un solo abate a capo di tutti i monasteri (guidati da un priore), lOrdine si diffonde in tutta Europa. NellXI secolo Cluny alla base della riforma della Chiesa, con la sua azione contro i collegamenti della Chiesa con i signori laici visti come causa di simonia e nicolaismo. Riforma della Chiesa Enrico III di Franconia imperatore (1039-1056):
Sinodo di Sutri (1046), deposti tre papi contemporanei ed eletto Clemente II (1046-1047), Suidgero vescovo di Bamberga, di famiglia sassone. Dopo Damaso II (1048, Poppone vescovo di Bressanone, di nascita bavaro), eletto papa Leone IX (1049-1054), Brunone vescovo di Toul, dei conti di Dagsburg, alsaziano. Libertas Ecclesiae e lotta alla simonia e al concubinato dei preti (nicolaismo); Cardinali e concistoro (Pier Damiani e Umberto di Silvacandida) Scisma dOriente 1054 Concili romani di riforma Vittore II (1055-1057), Gebeardo vescovo di Eichsttt, parente di Enrico III. Stefano X (o IX, 1057-1058), Federico dei duchi di Bassa Lorena, aveva partecipato alla missione a Costantinopoli che provoc lo scisma del 1054. Niccol II (1059-1061), vescovo di Firenze, Gerardo di Borgogna, eletto a Siena dai cardinali: 1059 Decreto In nomine Domini sullelezione papale. Accordo con i Normanni dellItalia meridionale (1053 battaglia di Civitate sul Fortore, primo accordo), considerati vassalli del papa (aiuto militare e riconoscimento del Constitutum Constantini).
Papi italiani Alessandro II (1061-1073), Anselmo da Baggio vescovo di Lucca Pataria, a Milano Arialdo ed Erlembaldo
Gregorio VII (1073-1085), Ildebrando di Soana, eletto per acclamazione dai Romani. Propugna la conquista cristiana del mondo, da lui la riforma della Chiesa stata anche chiamata Riforma gregoriana Dictatus papae I. Quod Romana ecclesia a solo Domino sit fundata. II. Quod solus Romanus pontifex iure dicatur universalis. III. Quod ille solus possit deponere episcopos vel reconciliare. IV. Quod legatus eius omnibus episcopis presit in concilio etiam inferioris gradus et adversus eos sententia depositionis possit dare. V. Quod absentes papa possit deponere. VI. Quod cum excommunicatis ab illo inter cetera nec in eadem domo debemus manere. VII. Quod illi soli licet pro temporis necessitate novas leges condere, novas plebes congregare, de canonica abbatiam facere et e contra, divitem episcopatum dividere et inopes unire. VIII. Quod solus possit uti imperialibus insigniis. IX. Quod solius pape pedes omnes principes deosculentur. X. Quod illius solius nomen in ecclesiis recitetur.
XI. Quod hoc unicum est nomen in mundo. XII. Quod illi liceat imperatores deponere. XIII. Quod illi liceat de sede ad sedem necessitate cogente episcopos transmutare. XIV. Quod de omni ecclesia quocunque voluerit clericum valeat ordinare. XV. Quod ab illo ordinatus alii ecclesie preesse potest, sed non militare; et quod ab aliquo episcopo non debet superiorem gradum accipere. XVI. Quod nulla synodus absque precepto eius debet generalis vocari. XVII. Quod nullum capitulum nullusque liber canonicus habeatur absque illius auctoritate. XVIII. Quod sententia illius a nullo debeat retractari et ipse omnium solus retractare possit. XIX. Quod a nemine ipse iudicari debeat. XX. Quod nullus audeat condemnare apostolicam sedem apellantem. XXI. Quod maiores cause cuiuscunque ecclesie ad eam referri debeant. XXII. Quod Romana ecclesia nunquam erravit nec imperpetuum scriptura testante errabit. XXIII. Quod Romanus pontifex, si canonice fuerit ordinatus, meritis beati Petri indubitanter effecitur sanctus testante sancto Ennodio Papiensi episcopo ei multis sanctis patribus faventibus, sicut in decretis beati Symachi pape continetur. XXIV. Quod illius precepto et licentia subiectis liceat accusare. XXV. Quod absque synodali conventu possit episcopos deponere et reconciliare. XXVI. Quod catholicus non habeatur, qui non concordat Romane ecclesie. XXVII. Quod a fidelitate iniquorum subiectos potest absolvere.
Dictatus papae 1. Che la Chiesa Romana stata fondata da Dio solo. 2. Che soltanto il Pontefice Romano a buon diritto chiamato universale. 3. Che egli solo pu deporre o ristabilire i vescovi. 4. Che un suo messo, anche se inferiore di grado, in concilio al di sopra di tutti i vescovi, e pu pronunziare sentenza di deposizione contro di loro. 5. Che il Papa pu deporre gli assenti. 6. Che non dobbiamo aver comunione
o rimanere nella stessa casa con coloro che sono stati scomunicati da lui. 7. Che a lui solo lecito promulgare nuove leggi in rapporto alle necessit del tempo, radunare nuove congregazioni, rendere abbazia una canonica e viceversa, dividere un episcopato ricco e unire quelli poveri. 8. Che lui solo pu usare le insegne imperiali. 9. Che tutti i principi devono baciare i piedi soltanto al Papa. 10. Che il suo nome deve esser recitato in chiesa. 11. Che il suo titolo unico al mondo. 12. Che gli lecito deporre l'imperatore. 13. Che gli lecito, secondo la necessit, spostare i vescovi di sede in sede. 14. Che ha il potere di ordinare un chierico da qualsiasi chiesa, per il luogo che voglia. 15. Che colui che stato ordinato da lui pu essere a capo di un'altra chiesa, ma non sottoposto, e che da nessun vescovo pu ottenere un grado superiore. 16.Che nessun articolo o libro pu esser chiamato canonico senza la sua autorizzazione. 17.Che nessuno deve revocare la sua parola e che egli solo lo pu fare. 18.Che nessun sinodo pu esser chiamato generale, se non comandato da lui. 19.Che nessuno lo pu giudicare. 20.Che nessuno osi condannare chi si appella alla Santa Sede. 21.Che le cause di maggior importanza, di qualsiasi chiesa, debbono esser rimesse al suo giudizio. 22.Che la Chiesa Romana non err e non errer mai e ci secondo la testimonianza delle Sacre Scritture. 23.Che il Pontefice Romano, se ordinato dopo elezione canonica, indubitabilmente santificato dai meriti del beato Pietro; ce lo testimonia sant'Ennodio, vescovo di Pavia, col consenso di molti Santi Padri, come scritto nei decreti del beato Simmaco papa. 24.Che ai subordinati lecito fare accuse dietro suo ordine e permesso. 25.Che pu deporre e ristabilire i vescovi anche senza riunione sinodale. 26.Che non dev'essere considerato cattolico chi non d'accordo con la Chiesa Romana. 27.Che il Pontefice pu sciogliere i sudditi dalla fedelt verso gli iniqui.
LE CROCIATE Europa anno 1100 Islam X secolo Riforma della Chiesa e guerra santa A partire dalla battaglia di Civitate sul Fortore (1053) di Leone IX contro Roberto il Guiscardo la riforma gregoriana avvalora ogni tipo di guerra intrapresa per conseguire affrancamento dai poteri laici. Prima che contro gli infedeli, questo tipo di guerra va intrapresa contro eretici, scismatici, simoniaci e concubinari (Jean Flori, Le crociate, Bologna, Il Mulino, 2003, p. 17) La reconquista Ai cavalieri spagnoli e di altre popolazioni (molti francesi) che in Spagna combattono contro i musulmani il papato concede il suo appoggio, il suo vessillo e privilegi spirituali, come indulgenze parziali: 1064 Alessandro II concede loro la remissione dei peccati esentando dallobbligo di penitenza. Gregorio VII sostiene che combattere per la riconquista cristiana della Spagna significa combattere per san Pietro: per la donazione di Costantino, infatti, la penisola iberica rivendicata alla Santa sede. Gregorio ribadisce linvito a combattere e le ricompense dovute ai combattenti. Miles Christi diviene la denominazione di colui che realmente combatte per Cristo.
LOriente bizantino e la Terrasanta Nella seconda met del sec. XI si presenta nel Mediterraneo orientale la nuova forza, musulmana ma non araba (di origine mongolica) dei TURCHI, guidati dalla dinastia selgichide. Nel 1071 a Manzikert i Turchi sconfiggono limperatore bizantino Romano IV Diogene e minacciano Costantinopoli. Alessio I Comneno (1081-1118), nuovo imperatore bizantino, chiede aiuto allOccidente, ai fratelli cristiani (nonostante il recente scisma del 1054): egli vuole per dei cavalieri, professionisti della guerra, che combattano per lui dietro ricompensa, dei mercenari. La risposta dellOccidente sar diversa Le voci dei pellegrini Nel 1009 il sultano al-Hakim perseguita i cristiani e distrugge il Santo Sepolcro (che sar ricostruito dai bizantini alla met del secolo). I turchi nella seconda met del sec. XI si impossessano della Terra Santa e si comportano pi duramente con i pellegrini cristiani, i quali portano in Occidente i loro lamenti, che ottengono una vasta eco. Grande ascolto ottiene Pietro lEremita. Prima crociata Urbano II (1088-1099), Ottone di Lagery monaco cluniacense, durante la lotta per le investiture spinge avanti la conquista cristiana del mondo: 1095 concilio di Piacenza (italiani); 1095 concilio di Clermont (francesi): Dio lo vuole Concilio di Clermont Quicumque pro sola devotione, non pro honoris vel pecuniae adeptione, ad liberandam ecclesiam Dei Hierusalem profectus fuerit, iter illud pro omni penitentia ei reputetur. 1096-1099 Goffredo di Buglione duca della Bassa Lorena Dopo la crociata dei pezzenti, parte la crociata dei signori (1096) Problemi dei crociati a Costantinopoli con Alessio I, fino alla rottura con lesercito bizantino sotto le mura di Antiochia (1098). Gerusalemme viene conquistata dai crociati nel 1099. Valore escatologico La crociata viene vissuta come evento escatologico (Gerusalemme terrestre Gerusalemme celeste), e questa caratteristica rimarr nel tempo, come ad es. nella crociata dei fanciulli del 1212. Raymond dAguilers, Historia Francorum qui ceperunt Jerusalem, in Recueil des Historiens des croisades, Historiens occidentaux, III, p. 300
Raymond ricevette un'educazione religiosa nel monastero di Vzelay. Cronista della prima crociata (1096-1099), alla quale partecip al seguito dell'esercito del conte Raimondo IV di Tolosa fino a Gerusalemme; fu quindi testimone oculare degli eventi. Le sue tracce si perdono dopo la conquista di Gerusalemme.
Durante la conquista di Gerusalemme da parte dei crociati furono uccisi tanti nemici che in templo et in porticu Salomonis equitabatur in sanguine usque ad genua et usque ad frenos equorum (nel tempio e nel portico di Salomone si cavalcava nel sangue fino alle ginocchia e fino alle briglie dei cavalli).
Il brano in chiaro riferimento ad Apocalisse 14, 20: nella battaglia escatologica viene pigiato nel tino il sangue della vendemmia dellira di Dio: et exivit sanguis de lacu usque ad frenos equorum.
Il significato per di salvezza.
Regno di Gerusalemme (il re lebbroso)
Bernardo di Clairvaux (m. 1153) dal Liber ad milites Templi de laude novae militiae (circa 1135)
De militia saeculari
3. Quis igitur finis fructusque saecularis huius non dico militiae, sed malitiae, si et occisor letaliter peccat et occisus aeternaliter perit? Quis ergo, o milites, hic tam stupendus error, quis furor hic tam non ferendus, tantis sumptibus ac laboribus militare, stipendiis vero nullis, nisi aut mortis, aut criminis?
De nova militia 4. At vero Christi milites securi praeliantur praelia Domini sui, nequaquam metuentes aut de hostium caede peccatum, aut de sua nece periculum, quandoquidem mors pro Christo vel ferenda, vel inferenda, et nihil habeat criminis et plurimum gloriae mereatur. Hinc quippe Christo, inde Christus acquiritur, qui nimirum et libenter accipit hostis mortem pro ultione et libentius praebet seipsum militi pro consolatione. Miles, inquam, Christi securus interimit, interit securior. Sibi praestat cum interit, Christo cum interimit. Non enim sine causa gladium portat: Dei enim minister est ad vindictam malefactorum, laudem vero bonorum (Rom. 13, 4). Sane cum occidit malefactorem, non homicida, sed, ut ita dixerim, malicida, et plane Christi vindex in his qui male agunt et defensor christianorum reputatur. Cum autem occiditur ipse, non periisse sed pervenisse cognoscitur. Mors ergo, quam irrogat, Christi est lucrum, quam excipit, suum. In morte pagani christianus gloriatur, quia Christus glorificatur; in morte christiani Regis liberalitas aperitur, cum miles remunerandus educitur. Porro super illo laetabitur iustus, cum viderit vindictam Non quidem vel pagani necandi essent, si quo modo aliter possent a nimia infestatione seu oppressione fidelium cohiberi. Nunc autem melius est ut occidantur, quam certe reliquantur virga peccatorum super sortem iustorum, ne forte extendant iusti ad iniquitatem manus suas. Bernardo di Clairvaux dal Libro ai cavalieri del Tempio, Lode della nuova cavalleria 4. I cavalieri di Cristo combattono tranquilli le battaglie del loro Signore, non temendo affatto di commettere peccato uccidendo un nemico n di correre un pericolo con la propria morte, dal momento che la morte subita o inferta per Cristo non assolutamente un crimine e merita una grandissima gloria. Uccidendo si guadagna per Cristo, morendo si guadagna Cristo, che senza dubbio accetta volentieri la morte del nemico come vendetta e che pi volentieri offre se stesso come consolazione al cavaliere. Il cavaliere di Cristo uccide tranquillo, muore pi tranquillo ancora. Giova a se stesso se muore, a Cristo se uccide. Infatti non senza motivo porta la spada: al servizio di Dio (Romani 13, 4) per punire i malfattori e premiare i buoni (1 Pietro 2, 14). Quando uccide un malfattore non certo omicida ma, per cos dire, malicida, cio vendicatore di Cristo contro quelli che si comportano male (cfr. Romani 13, 4), ed considerato difensore dei cristiani. Quando invece viene ucciso lui stesso sicuro che non finito, ma arrivato. Dunque la morte che d un guadagno di Cristo, quella che riceve un guadagno suo. Nella morte del pagano il cristiano si gloria, perch Cristo glorificato; nella morte del cristiano si mostra la liberalit del Re, che prende con s il cavaliere per dargli la ricompensa. Sul pagano dunque si rallegrer il giusto quando vedr la vendetta; del cristiano diranno gli uomini: C un premio per il giusto, c Dio che fa loro giustizia sulla terra (Salmo 58, 11-12). Tuttavia i pagani non dovrebbero essere uccisi, se in qualche altro modo si potesse impedire loro di vessare o di opprimere tanto i fedeli; ora invece meglio che siano uccisi piuttosto che la verga dei peccatori sia lasciata sul destino dei giusti, perch i giusti non stendano la loro mano verso il male (Salmo 125, 3).
Concilio Lateranense I, 1123 Papa Callisto II (1119-1124) 10. Eis qui Hierosolymam proficiscuntur et ad christianam gentem defendendam et tyrannidem infidelium debellandam efficaciter auxilium praebuerint, suorum peccatorum remissionem concedimus et domos et familias atque omnia bona eorum in beati Petri et Romanae ecclesiae protectione, sicut a domino nostro papa Urbano statutum fuit, suscipimus. Quicumque ergo ea distrahere vel auferre, quamdiu in via illa morantur, praesumpserint, excommunicationis ultione plectantur. Eos autem qui vel pro Hierosolymitano vel pro Hispanico itinere cruces sibi in vestibus posuisse noscuntur et eas dimisisse, cruces iterato assumere et viam ab instanti pascha usque ad sequens proximum pascha perficere, apostolica auctoritate praecipimus. Alioquin ex tunc eos ab ecclesiae introitu sequestramus et in omnibus terris eorum divina officia praeter infantium baptisma et morientium poenitentias interdicimus.
Concilio Lateranense IV, 1215, Papa Innocenzo III 71. Expeditio pro recuperanda Terram sanctam
Ad liberandam Terram sanctam de manibus impiorum, ardenti desiderio adspirantes, de prudentum virorum consilio, qui plene noverant circumstantias temporum et locorum, sacro approbante concilio diffinimus, ut ita crucesignati se preparent, quod in calendas iunii sequentis post proximum omnes qui disposuerunt transire per mare conveniant in regno Siciliae; alii sicut oportuerit et decuerit, apud Brundisium et alii apud Messanam et partes utrobique vicinas, ubi et nos personaliter Domino annuente disposuimus tunc adesse, quatenus nostro consilio et auxilio exercitus christianus salubriter ordinetur, cum benedictione divina et apostolica profecturus. Ad eundem quoque terminum se studeant preparare, qui proposuerunt per terram proficisci. Sigillo dei Templari nati tra 1118 e 1128, approvati dal papa Innocenzo II nel 1139 Blasone del Regno di Gerusalemme Concordato di Worms 1122 Privilegio di Enrico V: Io Enrico, per grazia di Dio imperatore augusto dei Romani, per - amore di Dio; della santa Chiesa romana e del signor papa Callisto e per la salvezza dell'anima mia, rimetto a Dio, ai santi apostoli di Dio Pietro e Paolo ed alla santa Chiesa cattolica ogni investitura con l'anello e col pastorale e prometto che lelezione sar canonica e la consacrazione libera in tutte le chiese del mio regno e dell'Impero. Restituisco alla santa Chiesa romana i beni e i regalia del beato Pietro, a lei sottratti dall'inizio di questa lotta fino ad oggi, dal tempo di mio padre al mio, ed attualmente in mio possesso; e se non sono in mio possesso mi adoprer fedelmente perch vengano restituiti. Quanto ai beni delle altre chiese, dei principi e di altre persone, eccle-siastiche o laiche, andati perduti durante questa guerra, se sono in mio possesso, li restituir secondo il consiglio dei principi e con tutta giustizia, altrimenti mi adoprer scrupolosamente perch vengano restituiti. E do una vera pace al papa Callisto, alla santa Chiesa romana e a tutti coloro che sono o furono dalla sua parte. Ogniqualvolta la santa Chiesa romana invocher il mio aiuto, le sar utile fedelmente e le far ottenere la dovuta giustizia di ci di cui si lamenter. La dichiarazione dell'imperatore controfirmata dagli arcivescovi di Magonza e di Colonia, da sei vescovi, un abate e nove tra duchi marchesi e conti.
Concordato di Worms, 1122 Privilegio di Callisto II
Io Callisto vescovo, servo dei servi di Dio, concedo a te, diletto figlio Enrico, per grazia di Dio imperatore augusto dei Romani, che le elezioni dei vescovi ed abati del regno teutonico, i quali appar - tengono al regno, abbiano luogo alla tua presenza, senza simonia e senza violenze. Sorgendo qualche discussione tra le parti, darai il tuo assenso ed aiuto a quella pi sana secondo il consiglio o la sentenza del metropolita e dei vescovi comprovinciali. L'eletto ricever da te i regalia con lo scettro e adempir gli obblighi, a cui tenuto verso di te secondo il diritto. Nelle altre parti dell'Impero, il consacrato ricever da te i regalia con lo scettro entro sei mesi ed adempir gli obblighi, a cui tenuto verso di te secondo il diritto, esclusi i regalia appartenenti alla Chiesa romana. Per tutto ci di cui avrai da lamentarti e solleciterai il mio aiuto, secondo lobbligo della mia carica ti prester aiuto. Do la vera pace a te e a quelli che sono dalla tua parte o lo sono stati nel tempo di questa lotta.
CROCIATE 2. 1147-1249, Per la caduta di Edessa nel 1144. Predicazione di Bernardo di Clairvaux. Luigi VII di Francia, Corrado III imperatore. 3. 1189-1192, Caduta di Gerusalemme in mano al Saladino 1187. Partecipano Barbarossa, Filippo II Augusto di Francia, Riccardo Cuor di Leone. 4. 1202-1204, presa Costantinopoli e fondato impero latino dOriente, imperatore Baldovino di Fiandra. 5. 1217-1221, si ha lincontro di Francesco dAssisi col sultano Malik al-Kamil. - 1228-1229 Federico II, riprende Gerusalemme con tregua decennale per accordo con Malik al-Kamil. Gerusalemme cade definitivamente in mano musulmana nel 1244. 6. 1250 Luigi IX 7. 1270 Luigi IX - 1291 Cade lultimo possedimento cristiano in Terrasanta, S. Giovanni dAcri.
Federico II imperatore (1220-1250) ottiene Gerusalemme nel 1229 partito scomunicato per la crociata nel 1228