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Speranze, in vendita

Ricerca qualitativa relativa alla tratta a scopo di sfruttamento


sessuale in Romania e Italia, nel periodo 2007-2011
Progetto coofinanziato dal Fondo Sociale Europeo nellambito del Programma Operativo Settoriale per lo Sviluppo delle Riusorse Umane 2007 - 2013 Investire nelle persone
Materiale realizzato nel quadro del progetto
AnimaNova - Integrazione sul mercato del lavoro delle persone trafcate
Programma Operativo Settoriale Sviluppo delle Risorse Umane 2007-2013
Asse 6 Promuovere linclusine sociale
Misura 6.3 Promuovere pari opportunit sul mercato del lavoro
Materiale realizzato da: CPE- Centro Partenariato per LUguaglianza
Data della pubblicazione: aprile 2012
2012 CPE Il copyright di questo materiale appartiene a CPE- Centro Partenariato
per luguaglianza. La riproduzione integrale o parziale di questo materiale
permessa solo se si menziona la fonte.
Il contenuto di questo materiale non rappresenta necessariamente la posizione
ufciale dellunione Europea o del Governo della Romania.
Il gruppo di lavoro per la ricerca
Coordinatrice: Livia Aninoanu
Esperti ricerca romena: va Lszl, Gina Stoian, Louis Ulrich
Esperti ricerca italiana: Emiliana Baldoni, Federica Dolente, Vincenzo Castelli
Tradutrice ricerca: Sorina Chiva, Lucia Trase
Manager di progetto: Irina Sorescu
Per maggiori informazioni riguardanti il progetto AnimaNova, la ricerca e la
campagna di prevenzione svolta, vi preghiamo di contattate
CPE - Centro Partenariato per lUguaglianza,
referente Livia Aninosanu, Direttrice Programmi - laninosanu@cpe.ro
www.animanova.ro
Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 4 5 I ndi c e
Indice
Introduzione e aspetti metodologici. ............................................................................................................................... 7
Sezione 1
Contesto generale della tratta in Romania ............................................................................................................................ 13
Sezione 2
Levoluzione del fenomeno della tratta in Romania ........................................................................................................... 23
Sezione 3
Fattori di vulnerabilit che aumentano il rischio della tratta ......................................................................................... 33
Sezione 4
Reclutamento delle vittime della tratta .................................................................................................................................. 47
Sezione 5
Sfruttamento delle vittime della tratta .................................................................................................................................... 55
Sezione 6
Lapproccio della famiglia, della comunit e delle autorit nei confronti delle vittime della tratta ................. 63
Sezione 7
Esigenze di informazione e prevenzione per quanto riguarda la tratta ...................................................................... 75
Seciunea 8
Conclusioni ........................................................................................................................................................................................ 81
Sezione 9
Contesto generale della tratta in Italia .................................................................................................................................... 87
Sezione 10
Levoluzione del fenomeno della tratta in Italia ................................................................................................................... 93
Sezione 11
Il profllo delle vittime di origine romena che entrano nei programmi di protezione .......................................... 99
Sezione 12
Reclutamento delle vittime della tratta di origine romena.............................................................................................. 105
Sezione 13
Sfruttamento delle vittime della tratta di origine romena .............................................................................................. 111
Sezione 14
Strategie per la prevenzione della tratta ................................................................................................................................ 123
Sezione 15
Conclusioni ........................................................................................................................................................................................ 127
Allegati .............................................................................................................................................................................................. 131
Indice
La tratta a scopo dello sfruttamento sessuale. Situazione della Romania La tratta a scopo di sfruttamento sessuale. Situazione dellItalia.
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Introduzione e aspetti metodologici
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Introduzione e aspetti metodologici
Questa ricerca stata realizzata nel quadro del progetto AnimaNova Integrazione nel mercato del lavoro
delle persone vittime di tratta, progetto implementato da CPE- Centro Partenariato per lUguaglianza (CPE
Centrul Parteneriat pentru Egalitate) in partenariato con Associazione Parsec ricerca e interventi sociali, Esprit
Soc. Cons. A.r.l, Expert Italia S.r.l, Fondazione Giacomo Brodolini, AGEFORM S.c.a.r.l. (Italia) e Federazione Fi-
lantropia (Romania), nel periodo luglio 2009- giugno 2012, cofinanziato dal Fondo Sociale Europeo attraverso il
Programma Operativo Settoriale per lo Sviluppo delle Risorse Umane 2007-2013.
Lobiettivo principale di AnimaNova stato quello di favorire lo scambio di buone pratiche e di far lavorare
insieme i rappresentanti di istituzioni e organizzazioni non governative attive nel campo della prevenzione ed il
contrasto della tratta e di offrire assistenza alle persone vittime della tratta, tanto in Romania quanto in Italia. Tra
i risultati principali del progetto si contano anche:
600 rappresentanti di istituzioni e organizzazioni non governative romene e 250 rappresentanti di istituzioni
e organizzazioni non governative italiane coinvolti in attivit nazionali e transnazionali del progetto (confe-
renze, seminari, visite di studio e intrenship);
Comunit di Pratica di professionalit nel settore della prevenzione e contrasto della tratta di persone, svilup-
pata on-line, della quale fanno parte attualmente 300 membri dalla Romania e dallItalia (www.animanova.ro )
Strumenti di lavoro e di formazione (modello di integrazione nel mercato del lavoro delle persone vittime
della tratta, formazione on-line in tema di prevenzione della tratta e di assistenza alle vittime di tratta, cata-
logo delle organizzazioni attive nel settore in Romania e in Italia);
Speranze in vendita, ricerca qualitativa sulla tratta di persone a scopo di sfruttamento sessuale in Romania
e in Italia, nel periodo 2007-2011
Campagna di prevenzione della tratta di persone Proteggi i tuoi cari!, svolta in Romania a livello nazionale,
nelle 8 regioni di sviluppo, in aree urbane e in aree rurali e il flm di prevenzione realizzato nel quadro della
conferenza, realizzato attraverso le interviste con donne vittime di tratta e le loro famiglie.
Lobiettivo generale della presente ricerca di acquisire una migliore comprensione delle dinamiche e delle ca-
ratteristiche del fenomeno della tratta in Romania, e con un focus particolare sulla tratta a scopo di sfruttamento
sessuale, soprattutto nel periodo di post-adesione allUnione Europea. La ricerca si basa sullutilizzo di strumenti
di ricerca qualitativa ed stata svolta contemporaneamente in Italia e in Romania, con due obiettivi:
realizzare unanalisi del fenomeno della tratta a scopo di sfruttamento sessuale, tenendo conto del punto di
vista dei principali soggetti coinvolti nellattivit di assistenza alle vittime
1
della tratta, delle organizzazioni
governative e non governative in Romania e in Italia.
sostenere, attraverso la valorizzazione dei principali elementi e caratteristiche risultanti dalla ricerca, la realiz-
zazione di una campagna nazionale di prevenzione della tratta a scopo di sfruttamento sessuale in Romania
Le persone intervistate durante la ricerca fanno parte di due gruppi target: istituzione governative e organizza-
zioni non governative rilevanti che lavorano nel settore dellassistenza, protezione e reinserimento sociale delle
persone trafficate esperti; soggetti delle interviste sono anche le vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessua-
le inserite nei programmi di protezione sociale
2
.
1 Il termine vittima della tratta, fa riferimento alla persona fisica, soggetto passivo dei fatti previsti dalla Legge nr. 678/2001 con le ulteriori modifiche, indipendentemente dalla
sua partecipazione come parte lesa ad un processo penale. Nella legislazione italiana, il termine di vittima della tratta definito dal Decreto 286/1998, art. 18 e dalla Legge
nr. 228/2003.
2 Tutte le persone coinvolte sono state informate dei loro diritti in materia di privacy e hanno acconsentito alla registrazione dellintervista.
Il metodo utilizzato nel caso dei rappresentanti delle organizzazioni governative e non governative stato linter-
vista in profondit, svolta face to-face, sulla base di una traccia predefinita che era gestita dallintervistatore. Per
lintervista alle persone che avevano sperimentato e vissuto lesperienza della tratta stata realizzata unintervista
semi-strutturata face-to-face sulla base di una guida dintervista gestita dallintervistatore.
I ricercatori romeni e italiani coinvolti nellindagine hanno progettato gli strumenti di ricerca congiuntamente per
assicurare lunit della procedura e, successivamente, adatte al contesto specifico di ogni paese.
Le principali tematiche delle interviste con le organizzazioni governative e non governative, sia in Romania che in
Italia si sono focalizatte sulle seguenti dimensioni:
l evoluzione e le caratteristiche del fenomeno della tratta a scopo di sfruttamento sessuale in Romania e Italia,
il proflo delle vittime assistite;
i fattori di vulnerabilit delle vittime/ le ragioni che favoriscono lentrata nelle reti dei trafcanti;
il rapporto tra le vittime ed il reclutatore/sfruttatore/trafcante;
latteggiamento delle famiglie di provenienza e della comunit nei confronti delle vittime (solo nella ricerca
fatta in Romania);
lapproccio alla tratta e latteggiamento verso le vittime da parte degli attori sociali coinvolti nel settore
dellassistenza alle vittime e della prevenzione della tratta (solo nella ricerca fatta in Romania);
lefcacia dei servizi di assistenza alle vittime della tratta ( solo nella ricerca fatta in Italia);
il bisogno dinformazione e sensibilizzazione dellopinione pubblica in generale e dei diversi gruppi e catego-
rie sociali vulnerabili per quanto riguarda i rischi della tratta (solo nella ricerca fatta in Romania).
Le principali tematiche delle interviste con le vittime della tratta, sia in Romania che in Italia, sono state:
la descrizione della situazione in cui si trova al momento delle interviste;
la descrizione della situazione di tratta in cui sono state coinvolte (reclutamento e sfruttamento);
le modalit di uscita dalla situazione di tratta;
la valutazione dei servizi di assistenza alle vittime nel paese di origine/destinazione;
le modalit di prevenzione della tratta;
piani per il futuro.
Per quanto concerne la Romania, la selezione dei soggetti appartenenti allambito non governativo avvenuta
in base ad una mappatura delle ONG coinvolte nella gestione del fenomeno della tratta curata e aggiornata dal
CPE (Centro partenariato per luguaglianza). Lelenco delle istituzioni governative e delle persone responsabili nel
campo dellassistenza e protezione delle vittime stato invece fornito dallAgenzia Nazionale Anti-Tratta. In Italia,
la selezione degli operatori sociali intervistati stata effettuata a partire dalla mappatura di tutte le strutture pre-
senti sul territorio che gestiscono programmi di protezione sociale ai sensi dellart.18 D.Lgs n. 286/98 e dellart.13
legge 228/2003.
Tutte le persone coinvolte sono state informate sui diritti alla privacy e sono stati richiesti di dare il loro accordo
per la registrazione delle interviste.
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In Romania:
Nel periodo maggio-luglio 2011 sono state realizzate 14 interviste a rappresentanti delle organizzazioni non
governative (psicologi, assistenti sociali, avvocati, ecc.) con esperienza nel campo dellassistenza diretta alle
vittime della tratta: Asociaia pentru Dezvoltarea Practicilor Alternative de Reintegrare i Educaie - ADPARE
- Bucarest, Asociaia Femeilor mpotriva Violenei ARTEMIS - Cluj e Baia Mare, Asociaia Alternative Sociale -
Iasi, Asociaia Betania - Bacau, Confederatia Surorilor Carmelitane - Bucarest, Fundatia Filantropia - Timisoara,
Fundatia Generatie Tanara - Timisoara; Asociatia Nationala Mutuala Romania-Franta Louis Pasteur- Craiova
e Braila, Asociatia People to People - Oradea, Fundatia Pro Prietenia - Arad, Asociatia Reaching Out - Pitesti,
Organizatia Salvati Copiii - Iasi.
Nel periodo luglio - ottobre 2011 sono state efettuate 31 interviste ad autorit locali e regionali (assistenti
sociali, psicologi, avvocati) provenienti dai 14 Centri regionali dellANITP: Alba Iulia, Bacau, Brasov, Bucarest,
Constanta, Craiova, Galati, Iasi, Oradea, Pitesti, Ploiesti, Suceava e Targu Mures Timisoara e 16 direzioni per
lAssistenza Sociale e Protezione del Bambino (DGASPC) delle seguenti provincie: Arges, Bihor Botosani, Bra-
sov, Buzau, Cluj, Covasna, Dolj, Giurgiu, Iasi, Neamt, Prahova, Satu Mare, Vaslu, Valcea, coinvolte nelattivit
di prevenzione del fenomeno tra le diverse categorie di gruppi target (studenti, insegnanti, professionisti in
campi simili, pubblico in generale) e di assistenza alle vittime.
Nel periodo settembre - novembre 2011 sono state efettuate 17 interviste a vittime della tratta (16 donne e 1
uomo, cittadini romeni, adulti) coinvolte in un programma di assistenza nei centri delle associazioni non gov-
ernative, in centri delle DGASPC oppure persone in progetti ancora in corso di monitoraggio. Queste persone
sono state trafcate a fni di sfruttamento sessuale nei seguenti paesi di destinazione: Italia, Spagna, Germa-
nia, Svezia, Svizzera, Turchia, Grecia, Regno Unito, Francia, Olanda, Irlanda e Romania (tratta interna). I criteri
di selezione di tali intervistati sono stati la maggiore et, lessere stati inclusi un programma di assistenza per
vittime di tratta e aver subito sfruttamento sessuale nel periodo precedente al 2007.
.
In Italia:
Rispetto al contesto italiano, nel periodo compreso tra maggio-ottobre 2011 sono state realizzate 55 interv-
iste ad operatori sociali che lavorano in progetti di protezione/reinserimento sociale delle vittime di tratta ai
sensi dellart.18 D.Lgs n. 286/98 e dellart.13 legge 228/2003 (in particolare, operatori di accoglienza, unit di
strada, mediatori culturali e esperti del settore) dislocati in diferenti aree geografche del paese.
Inoltre, nel periodo settembre - novembre 2011 sono state realizzate 9 interviste a vittime della tratta romene
(di sesso femminile ed et superiore ai 18 anni), inserite in strutture di protezione sociale dislocate nel ter-
ritorio delle regioni Emilia-Romagna-Marche-Abruzzo-Molise.
importante sottolineare che la presente ricerca non da considerarsi esaustiva del fenomeno e che i risultati
conseguiti non possono essere in nessun modo generalizzati. Lo scopo di questa ricerca stato principalmente
quello di fornire un punto di vista qualitativo, complementare alle analisi quantitative e alle statistiche fornite
dallAgenzia Nazionale Anti-Tratta sulla situazione attuale della tratta in Romania e sulla situazione delle vittime
di origine romena in Italia. Lutilizzo integrato delle tre fonti informative citate (enti pubblici, privati e vittime
della tratta), nel tentativo di ricomporre la complessit del contesto di vulnerabilit delle vittime della tratta, il
punto di forza di questa ricerca in particolare per quanto riguarda la consapevolezza e le necessit delle attivit
di prevenzione della tratta. Inoltre, le analisi fino ad ora realizzate a livello nazionale o regionale hanno utilizzato
principalmente i metodi quantitativi nel caso della Romania. Il coinvolgimento delle vittime come persone in-
tervistate per valutare il fenomeno e, in particolare, le sue cause, un approccio unico, perch nelle precedenti
ricerche effettuate, le vittime hanno valutato solo la qualit dei servizi di assistenza e gli approcci degli operatori
nei loro confronti.
La novit ed il valore aggiunto pi importante che questa ricerca comporta lanalisi dello stesso fenomeno da
una doppia prospettiva: la prospettiva di un paese di origine e quella del paese di destinazione.
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Sezione 1
Contesto generale
della tratta in Romania
Condurre la ricerca non sarebbe stato possibile senza la disponibilit delle organizzazioni in Romania e in Italia,
che hanno partecipato a interviste e hanno condiviso con noi, con grande generosit, le loro opinioni e osservazi-
oni che sono, infatti, il risultato di una lunga esperienza lavorativa. Cogliamo loccasione ancora una volta ringrazi-
are per il loro prezioso lavoro svolto e la qualit del rapporto che abbiamo condiviso, realizzando insieme non solo
la presente ricerca, ma anche i risultati dellintero progetto.
Vogliamo ringraziare lAgenzia Nazionale Anti Tratta per il sopporto dato nella realizzazione della ricerca e della
campagna nel quadro del progetto AnimaNova, e per averci sostenuto durante intero iter del progetto.
Vogliamo ringraziare i Membri del Comitato Scientifico del progetto AnimaNova per i loro preziosi contributi alla
realizzazione della ricerca. Inoltre, un ringraziamento speciale e gratitudine al team di ricerca romeno, Louis Ulrich,
va Lszl e Gina Stoian e italiano Emiliana Baldoni, Federica Dolente e Vincenzo Castelli, per il loro sforzo enorme
nella realizzazione di questa ricerca che dovrebbe dare un contributo significativo nella comprensione dellevolu-
zione della tratta a scopo di sfruttamento sessuale nei due paesi, delle nuove strategie utilizzate nel reclutamento
e lo sfruttamento delle funzionalit esistenti. I dati rappresentano diversi punti di vista, infatti, per lintera durata
del progetto: quello di un paese di origine e quello del paese di destinazione.
E alla fine, ma, in realt, in primo luogo, la nostra gratitudine va a coloro che, rispondendo alle domande della
nostra ricerca, hanno parlato della loro propria storia di vita. Speriamo che attraverso questa ricerca siamo riusciti
ad essere tanto una voce per loro e anche per le altre donne e gli uomini che hanno vissuto o vivono lesperienza
dello sfruttamento in tutte le sue forme.
Vogliamo avviare tramite questa ricerca dei dibattiti contenenti le prospettive future di lavoro sul fenomeno della
tratta di persone, a livello di cooperazione transnazionale tra Romania e Italia, cosi come a livello europeo, ponen-
do un particolare accento sulle possibili strategie, pratiche e modelli di intervento nel campo.
Livia Aninoanu
Direttrice di Programma
CPE Centro Partenariato per lUguaglianza
Livia Aninoanu va Lszl Gina Stoian Louis Ulrich
Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 14 15 Sez i one 1 - Cont e s t o ge ne r al e de l l a t r at t a i n Romani a
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Sezione 1
Contesto generale della tratta in Romania
Caratteristiche generali nel periodo 1990-2000
ll fenomeno della tratta si sviluppa in Romania allinizio degli anni90. Tra i fattori che hanno favorito il fenomeno
vi la posizione geografica della Romania, situata in prossimit delle principali vie di traffico di esseri umani tra
lAsia e lEuropa Occidentale, la transizione verso una societ democratica e la libera circolazione tra le frontiere,
il bisogno di emigrazione dei cittadini romeni alimentato dalle difficolt di natura economica.

In tale periodo, i tentativi per contrastare il fenomeno della tratta erano molto sporadici, soprattutto a causa
della mancanza di un quadro giuridico adeguato per sostenere gli sforzi necessari a prevenire e contrastare tale
crimine. Gli aspetti problematici dello sviluppo del fenomeno della tratta sono stati segnalati allinizio da parte
delle autorit e della societ civile dei paesi terzi, e poi a livello nazionale da parte delle autorit giudiziarie e da
alcune organizzazioni non governative che offrono servizi per le donne maltrattate o pi in generale difendono
i diritti delle donne. In tale contesto, nel periodo antecedente lanno 2001 non si parla ufficialmente della tratta
in Romania, il fenomeno infatti discusso in generale in termini di prostituzione e di prossenetismo. Di conse-
guenza, nella pratica le vittime venivano considerate prostitute e approcciate come tali, mentre i trafficanti erano
considerati prosseneti. Parlando della tratta esterna, la maggior parte delle vittime in Romania sono state accu-
sate di aver passato illegalmente le frontiere, fatto che ha portato a sanzioni penali ostacolando ulteriormente il
reinserimento a livello sociale.

Tuttavia, i dati ufficiali che provengono dallUnit per contrastare la Criminalit Internazionale e dal Ministero de-
gli Interni indicano che alcuni casi sono gi stati identificati in quel periodo come casi di traffico internazionale di
persone, nonostante il fatto che in quel momento mancava una legislazione specifica. Varie pubblicazioni fanno
riferimento ai dati del Ministero dellInterno che indicano che, nel 1996 sono state scoperte 26 reti di trafficanti,
e nel 1997 sono stati risolti 49 casi
1
, anche per il periodo 1997-1999 altre pubblicazioni presentano i dati forniti
dallUnit per contrastare la Criminalit Internazionale: 1997 - 49 vittime adulti e minori, nel 1998 - 46 gli adulti e
28 minori, nel 1999 165 vittime adulti e 43 minori
2
.

Ladozione della legislazione romena in materia di tratta di esseri umani
e la sua evoluzione

La tratta stata riconosciuta come reato in Romania dalla Legge 678 del 21 novembre 2001
3
, in esecuzione degli
obblighi derivanti dalla sottoscrizione da parte della Romania nel 2001 a Palermo della Convenzione delle Nazioni
Unite contro la criminalit organizzata transnazionale ed il Protocollo aggiuntivo sulla prevenzione e contrasto
della tratta, in particolare donne e bambini .
Con la Legge n. 678 del 2001 sono punibili i vari tipi di tratta, definito il quadro giuridico per contrastare il
reato di tratta e vengono introdotte regole per proteggere e assistere le vittime, le loro famiglie ed i testimoni.
Dall adozione fino ad ora, la Legge n. 678 del 2001 stata modificata ulteriormente per adattarla alla legislazione
internazionale e allevoluzione e alle caratteristiche del fenomeno. Un cambiamento fondamentale nel quadro
della legislazione nazionale stato introdotto dalla legge 230 del 2010
4
, in forza della quale:
1 tefroi et. al. (2005) Il fenomeno della tratta in Mateu, Gh. (coord.) La tratta. Infrattore.Vittima. Reato, Asociaia Magistrailor Iai, Asociaia Alternative Sociale Iai, p. 15;
2 Popa, M, Combat of Trafficking in Women for the Purpose of Forced Prostitution, Romania Country Report, 2000, Ludwig Boltzmann Institute of Human Rights, Vienna
3 Legge nr. 678 del 21 novembre 2001 per la prevenzione ed il contrasto della tratta, Gazzetta Ufficiale, Parte I, nr. 783 del 11 dicembre 2001
4 Legge nr. 230 del 30 novembre 2010 per modificare e completare la legge nr. 678/2001 per la prevenzione ed il contrasto della tratta, Gazzetta Ufficiale, Parte I, nr. 812, del 6
dicembre 2010
stato defnito il concetto di vittima del reato di tratta, e lo status di vittima viene mantenutoindipendente-
mente dal fatto che la persona in causa partecipi o meno al processo come parte lesa.
sono punibili le richieste di servizi sessuali a una persona trafcata, punendo gli utenti con la reclusione da 6
mesi a 3 anni o con una multa;
viene assicurata la protezione fsica sia delle vittime della tratta che dei membri dei gruppi, fondazioni, asso-
ciazioni e ONG che svolgono attivit di assistenza;
previsto il rimpatrio dei cittadini romeni vittime della tratta con il sostegno del Ministero degli Afari Esteri
che si fa carico del viaggio;
vengono raforzate le misure di intervento e protezione delle vittime, prevedendo la sistemazione delle vit-
time della tratta in strutture protette, presso le Direzioni Generali per lAssistenza Sociale e la Protezione dei
Minori;
previsto, in favore delle vittime di cittadinanza romena o di paesi terzi, un periodo di assistenza e di rifes-
sione di 90 giorni per il recupero, la protezione fsica e per assumere la decisione di cooperare con le autorit
competenti;
la criminalizzazione della tratta viene estesa ai casi in cui posta in essere a scopo di prelievo di organi.

Unaltra legge che incrimina gli atti della tratta la Legge 39 del 2003
5
sulla prevenzione e la lotta alla criminalit or-
ganizzata. Tramite la nuova legge, la tratta inclusa nella criminalit organizzata a livello nazionale e internazionale.

La decisione del Governo n. 299 del 2003 che riguarda lapprovazione del Regolamento per lapplicazione delle
disposizioni della Legge n. 678 del 2001 sulla prevenzione ed il contrasto della tratta, spiega pi concretamente
le modalit di intervento per la prevenzione della tratta, assistenza e protezione delle vittime, la metodologia
di rimpatrio dei cittadini romeni vittime della tratta ed il ruolo e la responsabilit dei ministeri in questo campo.

La prima legge che riguarda in modo specifico le esigenze delle vittime dei reati, incluse le vittime della tratta, la
Legge 21 del 2004 che introduce misure specifiche per garantire la protezione delle vittime. La legge regola quat-
tro categorie di misure: informare le vittime dei reati sui loro diritti; fornire la consulenza psicologica e lassistenza
legale gratuita; garantire il risarcimento da parte dello Stato e stabilire lobbligo a carico degli organi del sistema
giudiziario della specializzazione del personale che entra in contatto diretto con le vittime dei reati.

Nel campo dellassistenza e tutela delle vittime della tratta, attraverso la decisione del Governo n. 1238 del 2007 sono
stati approvati gli Standard Nazionali specifici che riguardano i servizi specializzati di assistenza alle vittime della tratta.
Essa stabilisce le norme di funzionamento della rete nazionale dei servizi e le misure per la protezione delle vittime della
tratta, i criteri di garanzia di un ambiente sicuro per le vittime, oltre allofferta di servizi da parte di personale specializzato.

Nel 2008 stato approvato, con un decreto comune firmato da vari ministri, il Meccanismo nazionale per lidentificazione
e accoglienza delle vittime della tratta, tramite il quale sono state introdotte misure ed azioni specifiche che riguardano
lidentificazione e laccoglienza delle persone trafficate per garantire le loro esigenze e assicurare assistenza e protezio-
ne adeguate, indipendentemente dallistituzione o dallorganizzazione con cui entrano in contatto per la prima volta.

Questi importanti atti normativi sono stati integrati da altre misure legislative che:
regolano il funzionamento delle istituzioni responsabili del contrasto penale tratta, come la legge 682 del
2002 sulla protezione dei testimoni, la Legge n. 508 del 2004 relativa allorganizzazione e al funzionamento
dellUnit per le Indagini contro la criminalit organizzata ed il terrorismo (DIICOT) presso la Corte di Cassa-
zione, la legge n. 302 del 2004 sulla cooperazione giudiziaria internazionale in materia penale;
defniscono le misure specifche per i minori vittime di tratta, come la decisione del Governo n. 1295 del
2004 che riguarda lapprovazione del Piano nazionale dazione nazionale per la prevenzione della tratta dei
bambini, la decisione del Governo n. 1504 del 2004, che riguarda lapprovazione del Piano Nazionale dazio-
ne per la prevenzione e la lotta contro labuso sessuale dei bambini e lo sfruttamento sessuale dei bambini
5 Legge nr. 39 del 21 gennaio 2003 per la prevenzione e il contrasto della criminalit organizzata, Gazzetta Ufficiale, Parte I, nr. 50 del 29 gennaio 2003;
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a fni commerciali, la Decisione del Governo n. 1769 del 2004, che approva il Piano Nazionale dazione per
eliminare lo sfruttamento del lavoro minorile e la Decisione del Governo n. 1443 del 2004, che riguarda la
metodologia per il rimpatrio dei minori non accompagnati e la garanzia di misure di protezione sociale.
prevedono lapprovazione della strategia nazionale anti-tratta e dei piani dazione nel campo: La Decisione
del Governo no. 1654 del 2006, che approva la Strategia Nazionale contro la tratta 2006-2010, la Decisione
del Governo n. 1720 del 2006, che approva il Piano Nazionale di azione 2006-2007, la decisione comune dei
Ministri no. 286 del 2007 per lorganizzazione e il funzionamento del Gruppo di Lavoro Tematico per il coordi-
namento nazionale delle attivit di protezione e assistenza delle vittime della tratta, la Decisione del Governo
no. 982 del 2008 per lapprovazione del Piano dAzione Nazionale 2008 - 2011.
Gli atti normativi elencati sopra sono stati modificati da leggi successive, centrate principalmente sulla necessit
di agevolare i servizi di sostegno per le vittime della tratta: la Legge n. 76 del 2002 sul sistema delle assicurazioni
contro la disoccupazione, la Legge n. 47 del 2006 sul sistema di assistenza sociale nazionale, la Legge n. 95 del
2006 sulla riforma sanitaria.
Gli atti normativi elencati sopra mettono in evidenza le tre aree principali dazione delle politiche anti-tratta: la
prevenzione ed il contrasto del fenomeno criminale, la prevenzione, tutela e assistenza alle vittime, identificando
le istituzioni incaricate per le attivit specifiche.
Enti ed organizzazioni con responsabilit specifche e con mandato Anti-Tratta
I ruoli e le responsabilit dei ministeri in materia di prevenzione e contrasto della tratta, come si specificato,
sono stati definiti tramite la decisione del Governo n. 299 del 2003 di approvazione del Regolamento sullappli-
cazione delle disposizioni della Legge n. 678 del 2001 e sono rivisti ad ogni cambiamento della legge quadro.
Negli anni 90 le attivit di prevenzione ed assistenza alle vittime della tratta sono state realizzate tramite il coin-
volgimento diretto delle organizzazioni internazionali (Fondo delle Nazioni Unite per lInfanzia - UNICEF, lOrga-
nizzazione Internazionale per le Migrazioni - OIM, lOrganizzazione Internazionale del lavoro - ILO) o tramite il
finanziamento di progetti di diverse organizzazioni non governative in grado di fornire servizi per proteggere le
vittime. Gradualmente, con il sostegno delle stesse organizzazioni internazionali, stato organizzato un sistema
per la prevenzione del fenomeno e sono stati organizzati corsi di formazione per i vari attori istituzionali e corsi di
sensibilizzazione, sensibilizzazione diretti a rafforzare la consapevolezza del pubblico.
Dal 2003 fino ad oggi, in materia di contrasto criminale, le responsabilit sono state attribuite a tre ministeri: il
Ministero Pubblico, Direzione per le indagini sulla criminalit organizzata ed il terrorismo - DIICOT, il Ministero
dellAmministrazione e degli Interni, Direzione per la Lotta Contro la Criminalit Organizzata - DCCO, Direzione
Anti-tratta - SCTP e le altre strutture subordinate, che svolgono attivit investigative per il contrasto ed il monito-
raggio della migrazione clandestina, del traffico di organi, e il Ministero della Giustizia, che assicura e prevede
la formazione ed il miglioramento del sistema giudiziario nel campo della tratta e il buon funzionamento della
cooperazione giudiziaria internazionale.
Nel campo della prevenzione e sensibilizzazione del pubblico sulle conseguenze della tratta operano pi au-
torit centrali e locali che lavorano in partenariato con organizzazioni della societ civile: Ministero dellAmmi-
nistrazione e degli Interni, Ministero della Salute, Ministero dellIstruzione, della Ricerca, della Giovent e
dello Sport, Ministero del Lavoro, Famiglia e Protezione Sociale.
Lassistenza e la protezione delle vittime un settore in cui i ruoli e le responsabilit appartengono sia ai rap-
presentanti delle autorit pubbliche sia a quelli delle societ civile. Inoltre, ci sono altre strutture e/o professionisti
che possono assicurare lidentificazione delle vittime, il loro affidamento ad unorganizzazione di supporto. Il cam-
po dellassistenza e della protezione delle vittime include attivit di tutti gli attori sociali coinvolti nelle politiche
anti-tratta, come segue: il Ministero della Pubblica Istruzione, Giovent e dello Sport assicura il reinserimento
scolastico dei giovani vittime della tratta attraverso lintervento degli ispettorati scolastici, il Ministero degli
Affari Esteri fornisce assistenza su richiesta per i cittadini romeni vittime della tratta e ha un ruolo importante
nel rimpatrio delle vittime della tratta, in particolare attraverso le missioni diplomatiche e gli uffici consolari della
Romania, il Ministero della Giustizia che gestisce i fondi per i risarcimenti in favore delle vittime e lassistenza
psicologica forniti tramite i servizi territoriali di pubblica utilit, il Ministero della Famiglia, Lavoro e della Pro-
tezione Sociale assicura il conseguimento delle qualifiche professionali ed il reinserimento lavorativo delle vitti-
me tramite lAgenzia Nazionale per lOccupazione e attraverso i suoi sedi locali, il Ministero della Salute fornisce
lassistenza sanitaria gratuita attraverso i Dipartimenti di Sanit Pubblica; le Direzioni Generali per la Protezione
Sociale e dei Minori - DGASPC - enti subordinati ai Consigli locali, assicurano gli interventi di assistenza sociale
alle vittime.

Un ruolo importante nello svolgimento delle attivit di prevenzione e di assistenza alle vittime svolto dalle
organizzazioni non governative, le quali, in collaborazione con le istituzioni statali menzionate oppure con fondi
propri continuano ad operare nei due settori citati in precedenza.
Le pi attive organizzazioni non governative sono: Asociaia pentru Dezvoltarea Practicilor Alternative de Rein-
tegrare i Educaie - ADPARE (Bucarest), Asociaia Alternative Sociale (Iasi), Asociaia Caritas (Bucarest), Asociaia
Internaional a Diocezelor Romnia AIDRom (Bucarest), Organizaia Salvai Copiii Romnia, Asociaia Generaie
Tnr (Timisoara), Asociaia Betania (Bacau), Asociaia Reaching Out (Pitesti), Societatea pentru Copii i Prini
SCOP (Timisoara), Centrul Raiu pentru Democraie (Turda), Asociaia Femeilor mpotriva Violenei ARTEMIS (Cluj
Napoca e Baia Mare), Fundaia Filantropia (Timisoara), Asociaia People to People (Oradea), Fundaia Pro Prietenia
(Arad), Asociaia Naional Mutual Romnia-Frana Louis Pasteur (Craiova e Braila), CPE Centrul Parteneriat
pentru Egalitate (Bucarest) ecc.
Il ruolo dellAgenzia Nazionale Anti-Tratta (Agenia Naional mpotriva Traficului de Persoane)
Il coordinamento nazionale per lattuazione delle politiche Anti-Tratta assicurato dallAgenzia Nazionale Anti-
Tratta (ANITP), una struttura specializzata presso il Ministero dellAmministrazione e degli Interni. In base alla
decisione del Governo n. 1584 del 2005, che stata successivamente modificata, lAgenzia svolge le seguenti
funzioni:
coordinamento e monitoraggio a livello nazionale delle attivit di raccolta dati sullevoluzione del fenomeno
e sullassistenza delle vittime, impostando anche gli indicatori per valutare il fenomeno;
promozione di studi e ricerche sullanalisi e levoluzione del fenomeno della tratta;
supporto allo scambio di dati e informazioni statistiche tra le istituzioni competenti nel settore, dal paese e
dallestero;
elaborazione di richieste e proposte per le modifche della legislazione;
sviluppo di programmi specializzati per la realizzazione delle attivit di prevenzione della tratta e per fornire
assistenza e sostegno;
monitoraggio dei centri operativi per lassistenza alle vittime, in conformit con le norme nazionali specifche
in materia;
ideazione e realizzazione di progetti e programmi di interesse nazionale sulla prevenzione della tratta e las-
sistenza e il reinserimento sociale delle vittime;
accompagnamento delle persone che chiamano il numero gratuito (0800800678) verso le istituzioni che
possono fornire i servizi;
garantire la presenza nei gruppi specializzati a livello nazionale e internazionale.
A livello nazionale, ANITP coordina 15 centri regionali, costituiti presso le citt in cui hanno sede i 15 centri della
Corte dAppello. Ogni centro regionale copre a livello territoriale due o pi citt, per il coordinamento delle atti-
vit anti-tratta, il monitoraggio dellattuazione del Piano Nazionale a livello locale, facilitando la comunicazione
tra le istituzioni.
Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 18 19 Sez i one 1 - Cont e s t o ge ne r al e de l l a t r at t a i n Romani a
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Statistiche esistenti sulle vittime della tratta dalla (e in) Romania.
Per la raccolta e lelaborazione dei dati statistici, la Romania dispone di un sistema nazionale integrato di moni-
toraggio e valutazione della tratta, sviluppato interamente dallAgenzia Nazionale Anti-Tratta. La Banca dati
diventata pienamente operativa nel gennaio 2007. Da un punto di vista tecnico, il sistema nazionale un sistema
informatico multi-livello, che utilizza una banca dati centralizzata, un applicativo per consultare i dati e uninter-
faccia utente di tipo web. Laccesso al sistema consentito solo agli utenti interni ANITP, al Servizio di Monitorag-
gio, Valutazione e Ricerca, ai Centri regionali e agli utenti delle istituzioni con le quali ANTP ha concluso accordi
di cooperazione in tal senso (Direzione Generale per Contrastare la Criminalit Organizzata, Ispettorato Generale
della Polizia di Frontiera). I dati presenti nella banca dati possono provenire da altre istituzioni partner, esterne al
Ministero dellAmministrazione e degli Interni (ad esempio ONG, Direzione Generale di assistenza sociale e prote-
zione dei minori ecc.), la raccolta viene fatta dagli operatori dei Centri Regionali ANITP.
Con riferimento al periodo precedente il funzionamento del sistema statistico ANITP, sono disponibili altri rap-
porti statistici, come quello realizzato dallOrganizzazione Internazionale per le Migrazioni, Missione in Romania.
In questo caso i dati fanno riferimento esclusivamente al numero di vittime in Romania che hanno beneficiato dei
programmi di rimpatrio e assistenza da parte dellOIM, nel periodo 2001-2005:
Anno Totale delle vittime Totale delle vittime trafcate in Italia
2001 246 9
2002 219 10
2003 159 31
2004 154 52
2005 100 39
Per il periodo 2004-2006, le statistiche sulla tratta sono state centralizzate ad opera della Direzione Generale per
contrastare la criminalit organizzata e dellIspettorato Generale della Polizia di frontiera. Secondo le fonti, la si-
tuazione delle vittime identificate nel periodo di riferimento la seguente:
Anno Numero di vittime trafcate
2004 1960
2005 2551
2006 2285
La situazione delle vittime della tratta in Romania dopo lattuazione del siste-
ma nazionale integrato di monitoraggio e valutazione della tratta per il perio-
do 2007-2011 ANITP
Situazione per il 2007
Il Rapporto annuale sulla situazione del traffico di persone in Romania, 2007, ANITP 2008:
Numero totale 1780 persone
Sesso 960 (54%) donne e 820 (46%) uomini
Vittime adulte 1488 (84%)
Vittime minori 292 (16%), di cui 255 femmine (87%) e 37 maschi (13%)
Et 18-25 (41%) adulti e 14-17 (92%) minori
Reclutamento
Donne:
50%da amici e persone conosciute
30%da persone sconosciute
4%dal compagno
Uomini:
54%da sconosciuti
35%da amici e conosciuti
Forme di sfruttamento
Donne:
52%sfruttamento sessuale
17%sfruttamento a scopo
lavorativo
3%accattonaggio
Uomini:
85%sfruttamento a scopo lavorativo
10%accattonaggio
Minori:
75%sfruttamento
sessuale
Paesi di destinazione Italia (26%), Spagna (25%), Repubblica Ceca (13%), Grecia (11%)
Tratta interna 207 (12%)
Vittime cittadini stranieri in Romania 0
Situazione per il 2008
Il fenomeno sociale della tratta. Analisi quantitativa nel 2008 e nei primi mesi del 2009 , ANITP 2009 e la
ricerca Aspetti della tratta delle donne in Romania , ANITP 2009
Numero totale 1240 persone
Sesso 614 (49%) donne e 626 (51%) uomini
Vittime adulte 1054 (84%)
Vittime minori 186 (15%), di cui 163 femmine (87,5%) e 23 maschi (12,5%)
Et 14-17 (93,5%) minorii e 18-25 anni nel caso degli adulti (235 uomini e 290 donne)
Reclutamento
Donne:
43%da amicDonne:
43%da amici e persone conosciute
40%da persone sconosciute
16%da vicini, parenti, compagno
1%dal prosseneta
Uomini:
-
Forme di sfrutta-
mento
Donne:
63%sfruttamento sessuale- tutte le vittime donne
26%sfruttamento a scopo lavorativo
Uomini:
la maggior parte sfruttati a scopo lavorativo
Minori:
74%sfruttamento sessuale
11%vittime dello sfruttamento a scopo
lavorativo
5,5%vittime dellaccattonaggio
50%dalle vittime minori- sfruttati
internamente
Paesi di destinazione Spagna (24%), Italia (23%), Regno Unito (5%)
Tratta interna 108 (28%)
Vittime cittadini
stranieri in Romania
4 (nei primi 6 mesi)
Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 20 21 Sez i one 1 - Cont e s t o ge ne r al e de l l a t r at t a i n Romani a
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Situazione per il 2009
Il Rapporto annuale sulla situazione della tratta in Romania, 2009, ANITP 2010
Numero totale 780 persone
Sesso 420 (54%) donne e 360 (46%) uomini
Vittime adulte 604 (77,5%)
Vittime minori 176 (22,5%), di cui 144 femmine (82%) e 32 maschi (18%)
Et 18-25 (66,59%)donne, 26-40 (72,5%) uomini e 14-17 (91,5%) minori
Reclutamento
Sfruttamento sessuale e accattonaggio:
50%da amici e persone conosciute
Sfruttamento a scopo lavorativo
54%da sconosciuti
Forme di sfruttamento
Donne:
76%sfruttamento sessuale
13%sfruttamento a scopo lavorativo
6%accattonaggio
Uomini:
72%sfruttamento a scopo lavorativo
23%accattonaggio
Minori:
88%dalle femmine sfruttamento
sessuale (127 persone)
31%dai maschi- sfruttamento a
scopo lavorativo (10 persone)
Paesi di destinazione Spagna (24%), Italia (21%), Repubblica Ceca (7%)
Tratta interna 145 (18,5%)
Vittime cittadini stranieri in
Romania
1
Situazione per il 2010
La situazione statistica della tratta nel primo semestre del 2010 - Analisi della popolazione delle vittime,
ANITP 2010:
Numero totale 1154 persone
Sesso 650 (56%) donne e 504 (44%) uomini
Vittime adulte
847 (73%)
Donne- 380 (58%) vittime adulti e 720 (42%) vittime minori
Uomini- 467 (93%vittime adulti e 37 (7%) vittime minori
Vittime minori 307 (27%), di cui 270 femmine (88%) e 37 maschi (12%)
Et 14-26 anni
Reclutamento
Sfruttamento sessuale:
91%approccio diretto
Sfruttamento a scopo lavorativo
77%approccio diretto
Forme di sfruttamento
Donne:
71%sfruttamento sessuale
17%sfruttamento a scopo lavorativo
5%accattonaggio
Uomini:
78%sfruttamento a scopo lavorativo
16%accattonaggio
3,5%sfruttamento sessuale (4 adulti, 14
minori)
Minori:
78%dai minori- sfruttamento
sessuale (240 persone, di cui 226
femmine e 14 maschi), 5,5%dai
minori- sfruttamento sessuale (17
persone), 6%dai minori- sfrutta-
mento accattonaggio (19 persone
Paesi di destinazione Spagna (27%), Italia (24%), Repubblica Ceca (10%)
Tratta interna 305 (26%)
Vittime cittadini stranieri in
Romania
2
Situazione per il 2011 (i primi 6 mesi)
Analisi della situazione delle vittime identificate nella prima met del anno 2011 per ANITP
Numero totale 488 persone
Sesso 341 (70%) donne e 147 (30%) uomini
Vittime adulti
318 (65%)
Donne- 191 (56%) vittime adulti e 150 (44%) vittime minori
Uomini- 127 (86%vittime adulti e 20 (14%) vittime minori
Vittime minori 170 (35%), di cui 150 femmine (88%) e 20 maschi (12%)
Et
14-26 anni per la maggior parte delle vittime
14-17 anni per le minorenne sfruttate sessualmente e 18-25 anni per le ragazze adulte sfruttate sessualmente
25-40 anni per i uomini sfruttati a scopo lavorativo
Reclutamento
225 casi- conosciuto/amico
173 casi- sconosciuto
34 casi- vicini
20 casi- compagno
Forme di sfruttamento
Donne:
96%sfruttamento sessuale
18%sfruttamento a scopo lavorativo
Uomini:
72%sfruttamento a scopo lavorativo
4%sfruttamento sessuale
Minori:
50%dalle vittime dello
sfruttamento sessuale 5%
dalle vittime sfruttate a scopo
lavorativo
Paesi di destinazione Spagna (28%), Germania (19%), Italia (16%)
Tratta interna 168 (34%)
Vittime cittadini stranieri in Romania 6
Un semplice sguardo alle statistiche mette in evidenza il fatto che le persone di sesso femminile sono con maggio-
re frequenza vittime di tratta e che la principale forma di sfruttamento quella sessuale. Emerge inoltre, laumen-
to di casi di tratta interna, anche in questo caso le vittime identificate sono prevalentemente di sesso femminile
e sono sfruttate sessualmente. Molto preoccupante che, nel primo semestre del 2011, la met delle vittime
sfruttate sessualmente sono ragazze minorenni.
Unaltra caratteristica costante la modalit di reclutamento tramite una relazione diretta con la potenziale vit-
tima. Nella maggior parte dei casi i trafficanti sono persone vicine alla vittima e hanno una relazione basata sulla
fiducia (conoscenti, amici, vicini di casa) e, in molti casi, su legami di tipo affettivo (compagni, parenti).
Nel periodo 2007-2011, i paesi di destinazione non sono cambiati in modo significativo, ci che invece molto
preoccupante il fatto che durante gli ultimi due anni la Romania divenuta un paese di destinazione. Le princi-
pali destinazioni estere sono la Spagna e lItalia per lo sfruttamento sessuale e la Repubblica Ceca e Spagna per lo
sfruttamento a scopo lavorativo.
22 23 Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo de l l o s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011
Sezione 2
Levoluzione del fenomeno
della tratta in Romania
Livia Aninoanu va Lszl Gina Stoian Louis Ulrich
24 25 Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo de l l o s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 Sez i one 2 - Le vol uz i one de l f e nome no de l l a t r at t a i n Romani a
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Sezione 2
Levoluzione del fenomeno della tratta in Romania
Levoluzione del fenomeno della tratta in Romania, nellultimo decennio, stata determinata da una serie di fat-
tori interni o di eventi internazionali di natura geopolitica. Questi eventi hanno avuto profonde implicazioni nella
definizione delle principali caratteristiche della tratta come ad esempio le specificit dei paesi di destinazione,
sotto laspetto della domanda e offerta, i percorsi della tratta e le modalit di reclutamento, trasporto e sfrutta-
mento delle vittime. In conformit con i dati statistici e le informazioni ufficiali ricevute dalle istituzioni governa-
tive romene e da parte delle organizzazioni internazionali specializzate nel contrasto e prevenzione della tratta
e assistenza alle vittime, durante il periodo 2000-2005, la Romania ha rappresentato principalmente un paese di
origine per bambini, donne e uomini trafficati a scopo di sfruttamento sessuale, lavoro forzato e/o costrizione a
commettere vari reati
1
. Nello stesso periodo, la Romania era un paese di transito per le vittime della tratta, in par-
ticolare per quelle dalla Repubblica Moldavia e dallUcraina, ma anche un paese di destinazione per un numero
minore di persone, la maggior parte dalla Repubblica Moldavia, trafficate a scopo di sfruttamento sessuale
2
.
Lanalisi delle risposte fornite dagli esperti nel settore indica che nella prima meta degli anni 2000 la tipologia di
tratta pi frequente era quella a scopo di sfruttamento sessuale e che le principali destinazioni erano alcuni paesi
dellex Jugoslavia (Bosnia, Kosovo, Macedonia, Serbia) e lAlbania, mentre un numero inferiore era rappresentato
dai paesi occidentali come Italia e Germania.
Le rotte verso questi paesi dei Balcani sono state determinate dal prolungato conflitto etnico e dalla dissoluzione
delle strutture statali; lincubo degli ex paesi jugoslavi, come lo definisce uno dei nostri intervistati, ha portato ad
una crescita costante delle vittime della tratta a scopo di sfruttamento sessuale
3
di origine romena, principalmen-
te donne. Secondo la maggior parte degli esperti intervistati, la caratteristica pi rilevante della tratta in questo
periodo stata lutilizzo della violenza, in particolare quella fisica, da parte dei trafficanti.
Penso che in quellepoca si ricorreva ancora alla violenza e a forme varie di abuso per ottenere laccordo delle
vittime: la tratta aveva inizio con un stupro ed era portata a compimento prima con il sequestro e dopo con lo
spostamento della vittima. Era molto evidente, era pi una violenza diretta quella esercitata
(intervista rappresentante ONG)
Dopo la cessazione delle ostilit, la massiccia presenza di truppe internazionali di pace considerata da uno degli
intervistati come una possibile spiegazione per la concentrazione delle reti della tratta nella zona dei Balcani e la
sua trasformazione in una base per reindirizzare il traffico a scopo di sfruttamento sessuale verso lEuropa occi-
dentale (in particolare Italia e Grecia).
4

Sono andati nei Balcani (i trafcanti), perch li cerano molti potenziali clienti, cerano militari, quindi un gran
numero di uomini senza le loro mogli che, normalmente, vogliono divertirsi. E cos, abbiamo portato le vittime
l (intervista rappresentante ONG)
1 Vedi anche Sebastian Lzroiu, Monica Alexandru (2003) Who is the Next Victim? Vulnerability of Young Romanian Women to Trafficking in Human Beings, IOM International
Organization for Migration;
2 Nel periodo 2004-2004, sono state identificate e assistite in Romnia 31 vittime, cittadine straniere. Cf. Rebecca Surtees (2005) Second Annual Report on Victims of Trafficking
in South- Eastern Europe, IOM International Organization for Migration, p. 476;
3 La maggior parte delle vittime (2551) sono state identificate nel 2005, 30% in pi rispetto allanno precedente, in base a quanto riferito dal Report sulla situazione della tratta
in Romania - 2006, p. 25, Agenzia Nazionale Anti Tratta http://anitp.mai.gov.ro/ro/docs/studii/raport_anual_2006.pdf;
4 Questo punto di vista non univoco, come documentato da studi e rapporti di alcune organizzazioni internazionali. Per unanalisi molto dettagliata delle implicazioni che
ha avuto la presenza di truppe di mantenimento della pace sul fenomeno della tratta nei Balcani, in particolare in Kosovo e Bosnia, e collegamenti con le reti di trafficanti,
vedi Sarah E. Mendelson, Barracks and Brothels. Peacekeepers and Human Trafficking in the Balkans, CSIS Report, Washington, D.C.: Center for Strategic and Security Studies,
February 2005 http://csis.org/files/media/csis/pubs/0502_barracksbrothels.pdf. De asemenea, Human Rights Watch, Hopes Betrayed: Trafficking of Women and Girls to Post-
Conflict Bosnia and Herzegovina for Forced Prostitution, New York, 2002, http://www.hrw.org/reports/2002/bosnia;
Occorre notare che, se fino allestate del 2003, il comando civile e militare delle squadre NATO in Bosnia e Kosovo
si rifiutato di riconoscere i possibili legami tra la tratta e le operazioni di mantenimento della pace, a partire dal
2004 il Dipartimento della difesa degli Stati Uniti, la NATO e le Nazioni Unite hanno fatto passi molto importanti
per chiarire il ruolo e la posizione delle operazioni di mantenimento della pace in relazione alla tratta, adottando
una politica di tolleranza zero verso questo fenomeno.
5

Nel periodo 2000-2005, oltre alle istituzioni romene governative e le ONG, un ruolo molto importante nello svi-
luppo e nellattuazione delle strategie e dei programmi contro la tratta stato svolto dalle organizzazioni interna-
zionali (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni - OIM, lOrganizzazione Internazionale del Lavoro ILO, il
Fondo delle Nazioni Unite per lInfanzia - UNICEF), che hanno facilitato e sostenuto le ONG attive nel campo della
prevenzione della tratta e, soprattutto, nel campo dellassistenza alle vittime. La caratteristica di questa fase la
creazione di reti di ONG, che sono i principali finanziatori dei programmi di prevenzione e di assistenza, come
le organizzazioni internazionali sopra indicate o altri donors esterni. Lidentificazione delle vittime realizzata
esclusivamente da parte degli organismi governativi specializzati (ad esempio, Ministero degli Interni, la Polizia
di frontiera).
Nel 2005 stata costituita lAgenzia Nazionale Anti Tratta, istituzione chiave nel coordinare a livello nazionale in
Romania lattuazione delle politiche anti-tratta. Occorre sottolineare il fatto che il fenomeno della tratta si modi-
ficato e continua a modificarsi in forza di una serie di eventi geopolitici e/o economici internazionali. Almeno due
di questi momenti sono identificabili negli ultimi 5 anni (2007-2011): lentrata della Romania nellUnione Europea
e la crisi economica che colpisce i paesi europei dal 2008.
Lentrata della Romania nellUnione Europea il 1 gennaio 2007 ha rappresentato un momento decisivo nelle-
voluzione della tratta, soprattutto attraverso lemersione di un nuovo attore sociale europeo il cittadino neo-
comunitario - che gode del diritto di libert di movimento. Questo enorme cambiamento di paradigma implici-
tamente ha portato ad una ridefinizione da parte dei trafficanti di esseri umani dellintero processo della tratta,
delle modalit di reclutamento delle vittime, del comportamento verso di loro e delle modalit di sfruttamento.
I criminali hanno imparato ad approfittare di ogni incertezza, ambiguit o imprecisione nella legislazione dei pa-
esi di destinazione, nonch dellapproccio in materia di prostituzione nei vari paesi di destinazione. La Romania
rimane, secondo le informazioni ufficiali e le statistiche fornite dallAgenzia Nazionale Anti Tratta, un paese di
origine delle vittime della tratta, sia interna che esterna, e meno un paese di destinazione. Le tipologie prevalenti
della tratta sono lo sfruttamento sessuale, sfruttamento lavorativo e laccattonaggio.
Nel periodo di riferimento della ricerca (2007-2011), il traffico esterno a fini di sfruttamento sessuale ha avuto
come principali paesi di destinazione lItalia e la Spagna. La rimodulazione dei percorsi della tratta nel periodo
post-adesione ha aggiunto come paesi di destinazione - secondo gli intervistati la Francia, la Germania, lAustria,
la Grecia, la Gran Bretagna, lOlanda e la Scandinavia - notizie negli ultimi anni. A volte sono menzionati anche
paesi come Belgio, Cipro, Croazia, Irlanda e Turchia.
6

La maggior parte (delle vittime), dallItalia, dalla Spagna, dalla Francia e dalla Germania numero simile delle
vittime, ne abbiamo avute anche dalla Serbia, Norvegia, Danimarca, Finlandia e Repubblica Ceca.
(intervista rappresentante ONG)
Come paesi di destinazione Italia e Spagna rimangono pi o meno costanti. Nellultimo periodo, in particolare
dal 2010, la Francia molto forte e si spostano anche verso nord: Norvegia, Danimarca, Svezia.
(intervista rappresentante ONG)
5 Combating Human Trafficking: Achieving Zero Tolerance. Hearing before the Subcommitte on Africa, Global Human Right and International Operations of the Committee on
International Relations, House of Representatives, One Hundred Ninth Congress, First Session March 9, 2005, Serial No. 10932 http://commdocs.house.gov/committees/
intlrel/hfa99820.000/hfa99820_0f.htm;
6 Per una lista completta dei paesi di destinazione della tratta nel 2010, vedi il Report ANITP La valutazione della situazione della tratta in Romania nel 2010, p. 8, Bucarest
2011 http://anitp.mai.gov.ro/ro/docs/studii/evaluare2010.pdf
Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 26 27 Sez i one 2 - Le vol uz i one de l f e nome no de l l a t r at t a i n Romani a
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Sempre nel contesto del rimpatrio delle vittime sfruttate sessualmente vale la pena notare che in molti casi, il pa-
ese da dove si organizza il rimpatrio, dopo un periodo di sfruttamento pi o meno lungo, non rappresenta anche
il primo paese di destinazione scelta/promessa subito dopo che le vittime hanno preso la decisione di lasciare la
Romania. In questo senso, le vittime passano attraverso una fase di sfruttamento sessuale, essendo costrette a
prostituirsi inizialmente sia in Romania che allestero - spesso in Spagna. La Spagna sembra essere una base nel
processo di trasferimento delle vittime verso altre destinazioni europee.
Cosi comincia lo sfruttamento, la minorenne o la ragazza viene reclutata, viene sfruttata nel paese nelle
fasi iniziali e poi viene portata via dal paese e costretta a prostituirsi. Questa pi o meno la procedura,
praticamente la ragazza viene formata, si ha una prima fase di istruzione.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Quindi, dopo che le ragazze vengono messe in strada in Romania...le mettono in strada in Romania per
lavorare da qui vanno in Spagna. La maggior parte delle vittime che arrivano in Europa Centrale e
Occidentale arrivano attraverso la Spagna.
(intervista rappresentante ONG)
Secondo uno degli esperti intervistati, spesso lo sfruttamento sessuale di queste persone intervenuto anche
durante il tragitto.
Italia e Spagna sono le destinazioni fnali, ma prima di arrivare li, ad esempio, si sono fermati anche in
Croazia. Quindi, sono state sfruttate durante il transito in altri paesi. E abbiamo avuto dei bambini con una
tappa anche in Belgio e Danimarca.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Considerando che il trafficante un uomo daffari, colui che sposta le vittime e recluta i clienti, possiamo dire
che la tratta uno dei fenomeni criminali che, almeno in Romania, ha tratto vantaggio e si basata sugli atteg-
giamenti culturali e comportamentali tipici dei i paesi di destinazione, incluso il mancato riconoscimento a livello
di opinione pubblica di un legame fra la prostituzione (la banalit del male socialmente accettato) e la tratta
che aumenta questo fenomeno. Il concorso di questi due fattori contribuisce, con gli altri, alla riconfigurazione
permanente, da parte dei trafficanti, dei mercati per lo sfruttamento sessuale.
Gli spagnoli vedono la tratta con molta superfcialit. (..) Quindi non guardano la tratta cos come
dovrebbero, perch se non la vuoi vedere, non la vedi, non esiste.
(intervista rappresentante ONG)
Direi che fnch c domanda, c anche oferta, un errore pensare che i paesi poveri siano i principali
colpevoli di questo esodo di tratta per sesso; la colpa da entrambe le parti, perch i trafcanti hanno sfruttato
esattamente il fatto che avevano un mercato .
(intervista rappresentate ONG)
Ogni percorso di sfruttamento sessuale condizionato dallesistenza di un quadro legale e ne sfrutta le lacune e le
rigidit. Secondo alcuni intervistati, la consapevolezza da parte dei trafficanti della legislazione specifica nei vari
paesi occidentali sulla prostituzione e la tratta, porta alladozione di nuovi metodi di sfruttamento, evitando in tal
modo lincriminazione per il reato di tratta.
Ora siamo guidati in base alla normativa e vedrai come i loro modus operandi cambia in Spagna. Ed ecco
perch: in Spagna non esiste una legislazione anti-tratta ma ci sono leggi per abusi contro le donne, ma si
applicano solo ai paesi extracomunitari. Noi siamo diventati un paese membro e le nostre vittime non possono
benefciare di questa legge, neanche quando si tratta di un minore.
(intervista rappresentante ONG)
Ci sono paesi che hanno in vigore una legge meno severa in materia di tratta, i servizi sessuali sono accettati
e cos via. Ed io so, ad esempio, che in Danimarca, se tu come persona, paghi le tasse allo Stato, ma scegli di
fornire prestazioni sessuali in strada o in appartamento, non c assolutamente nessun problema .
(intervista rappresentante ONG)
E adesso ti dico, in Italia, ad esempio, il Loverboy, ora va di moda. Perch l, la legge, larticolo 18,
abbastanza severo per i trafcanti e la assimila alla schiavit, privazione della libert ... Hanno pene di 20 anni
di carcere in Italia. Ed pi sicuro apparire con una fdanzata.
(intervista rappresentante ONG)
Dal punto di vista quantitativo, la maggior parte degli intervistati considera il fenomeno della tratta in Romania
come un fenomeno in aumento.
Il fenomeno sembra essere aumentato, i metodi sono in continua evoluzione, incluso i modelli di
reclutamento e forse anche lo sfruttamento hanno una dinamica diversa. Forse non accade piu con dei metodi
cos crudeli.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Questo andamento ascendente espresso, in particolare, dallaumento del numero delle vittime di sfruttamento
sessuale. Possiamo dire che, nel periodo 2007-2011, c stata una evoluzione parallela delle forme di tratta a scopo
di sfruttamento lavorativo e sessuale, registrando tantissime differenze a livello regionale o provinciale. I periodi
di crescita/visibilit dello sfruttamento sessuale si sono alternati con i periodi di sfruttamento lavorativo, ma dalli-
nizio del 2010 e fino ad oggi il maggior numero delle vittime si registra nel campo dello sfruttamento sessuale.
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Nel 2007-2008, c stato un aumento. Nel 2009 c stato lo sfruttamento a scopo lavorativo. (...) E dal 2010
tornato di nuovo a crescere laccattonaggio, nel 2010-2011, e ancora oggi, sembra che lo sfruttamento sessuale
abbia ripreso a crescere. Cos si pu notare un fenomeno ascendente prima , poi stagnante nel 2009, e a partire
dal 2010-2011 sono in aumento i casi delle minorenni sfruttate sessualmente. Questo signifca un approccio
diverso dallo sfruttamento a scopo lavorativo nel 2009, voglio dire dal punto di vista del genere, i casi erano
esclusivamente di uomini, cerano anche donne, ma la percentuale degli uomini era molto pi alta. Beh, il 2011
lanno in cui ci troviamo di fronte a pi casi di sfruttamento sessuale e di sfruttamento dei bambini in forma di
accattonaggio. Quindi unaltra forma.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Per esempio, se parliamo del tipo di sfruttamento, posso dire che lo sfruttamento sessuale in aumento.
Daltra parte, vedi, difcile, perch alcune provincie hanno casi solo di sfruttamento a scopo lavorativo non
anche di sfruttamento sessuale. Se parlo solo di una provincia, parlo solo dello sfruttamento sessuale e della
diminuzione dellet delle vittime. Se parlo di altre due provincie, parlo dello sfruttamento a scopo lavorativo.
Va be, per me, in crescita sia lo sfruttamento a scopo lavorativo, che sessuale o laccattonaggio.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Noi abbiamo meno vittime dello sfruttamento a scopo lavorativo, e parlo a livello del nostro centro regionale;
adesso il numero delle vittime dello sfruttamento sessuale aumentato, fatto che prima non abbiamo
registrato.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Alcuni intervistati ritengono che il numero delle vittime sia, in realt, superiore al numero delle vittime
identifcate e registrate nella banca dati dellAgenzia nazionale anti-tratta. Le cause di questa discrepanza tra
le cifre registrate e quelle presunte, nella maggior parte dei casi si riferiscono al fatto che le vittime rifutano
lassistenza e la collaborazione con le autorit del settore, e la loro registrazione come vittime della tratta
diventa spesso molto diffcile, se non improbabile.
Se parliamo dei numeri, non credo che il numero quello reale, e onestamente penso che la tratta molto pi
ampia rispetto quello che ci viene comunicato in termini di numero delle vittime. Penso che ci siano motivi per
cui la gente non accetta o non chiede assistenza o non si costituisce in giudizio come vittima. Probabilmente
hanno sperimentato questo e non vogliono che qualcuno lo sappia. Punto. Vogliono porre fne in questo modo.
Questo quello che sentono.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
7 Le opinioni degli intervistati concordano con i dati statistici forniti dalla ANITP. Vedi i report Il fenomeno sociale della tratta. Analisi quantitativa per il 2008 e i primi due mesi
del 2009, Bucarest 2009; Valutazione della situazione della tratta in Romania nel 2010, Bucarest 2011 http://anitp.mai.gov.ro/ro/index.php?pagina=studii
Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 28 29 Sez i one 2 - Le vol uz i one de l f e nome no de l l a t r at t a i n Romani a
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Posso presumere che si tratta di pi vittime. Perch, sia per vergogna, sia per mancanza di denaro, oppure a
causa delle minacce posso presumere che ci siano alcune vittime che non rientrano nelle statistiche, che non
sporgono denuncia e quindi non sono incluse. Penso allo stesso tempo che il numero reale superiore rispetto
a quello dalle statistiche ufciali perch - per qui parliamo meno dello sfruttamento sessuale- forse per alcune
delle vittime non un problema.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
A partire dal 2008 e continuando nel 2009, abbiamo assistito a pi ristrutturazioni a livello istituzionale gover-
nativo nel settore della tratta, con una riduzione della capacit di risposta coordinata ai bisogni reali del settore.
Le istituzioni pi importanti che sono state ristrutturate sono lAgenzia Nazionale Anti-Tratta che, nel marzo 2009
passata sotto lIspettorato Generale della Polizia Romena, perdendo la sua autonomia e riducendo il suo ruolo
di coordinatore nazionale delle attivit anti-tratta, lIspettorato Generale della Polizia di Frontiera, che ha perso
la competenza di indagine sulla tratta mantenendo solo il ruolo di accertare il reato; lAutorit Nazionale per la
Protezione dei Minori, che aveva un ruolo di coordinamento delle iniziative nazionali contro il traffico di minori
e che poi ha perso la sua identit e, insieme ad altre istituzioni, forma una nuova struttura- la Direzione Generale
per la Protezione dei Minori preso il Ministero del Lavoro, Famiglia e Protezione Sociale e la Direzione Generale per
Contrastare la Criminalit Organizzata in modo tale che la struttura specializzata per contrastare la tratta perde
la sua funzione come Direzione, trasformandosi in Servizio specializzato. Tutte queste trasformazioni hanno de-
terminato la perdita di un numero significativo di persone specializzate nel settore della tratta e di conseguenza,
la diminuzione delle capacit didentificazione delle vittime; difatti, come evidenziato nelle statistiche ufficiali
per il 2009, il numero delle vittime identificate diminuito di quasi la met rispetto allanno precedente. Lattuale
ritorno dellAgenzia Nazionale Anti-Tratta al vecchio statuto di Direzione presso il Ministero dellAmministrazione
e degli Interni non ha determinato un maggiore sostegno finanziario per le organizzazioni ONG specializzate
nellassistenza alle vittime.
Una parte degli intervistati rappresentanti delle ONG, ex-beneficiari del sostegno finanziario nel periodo 2007-
2008 offerto dai programmi di interesse nazionale, collega direttamente la diminuzione del numero delle vittime
identificate con la mancanza del sostegno finanziario da parte dello stato, e allo stesso tempo evidenzia la dimi-
nuzione della collaborazione tra le ONG e le autorit pubbliche.
Il numero delle vittime salito nel periodo quando eravamo in grado di ofrire servizi e avevamo
fnanziamenti.
(intervista rappresentante ONG)
Noi pensiamo che ci sono moltissimi casi, per non arrivano da noi. Sono convinta che esistono casi, per noi
non riceviamo richieste.
(intervista rappresentante ONG)
Una volta, il PIN(programma di interesse nazionale) ci portava molte vittime e riuscivamo ad aggiornarci
un po e abbiamo visto i cambiamenti, meno casi in un periodo pi lungo e ora, improvvisamente, siamo
stati messi di fronte a questo fenomeno e siamo riusciti a vederlo un po come una tendenza, un po come un
fenomeno statistico.
(intervista rappresentante ONG)
Dobbiamo tenere conto del fatto che le statistiche dellAgenzia Nazionale Anti-Tratta non parlano delle vittime
identificate nei paesi di destinazione e che decidono di rimanere in quei paesi per essere inserite in un percorso
di reinserimento sociale. Inoltre lo status di cittadini comunitari rende non necessaria la richiesta di un permesso
di soggiorno e porta implicitamente ad una riduzione dei contatti o dei rapporti diretti con le autorit, il che au-
menta le difficolt di identificazione delle vittime nei paesi europei.
Loro cercano di risolvere questa situazione da sole, senza contattare la polizia. Ma non sono neanche
obbligate - in termini di documenti visto che non esiste pi la necessit di avere un permesso di soggiorno
e questo porta ad una difcolt nellidentifcazione di una vittima. Fondamentalmente penso che il numero
delle vittime aumenta mentre diminuisce il numero delle vittime identifcate, in particolare quelle a scopo di
sfruttamento sessuale
(intervista rappresentante ONG)
Mi capita di sentire spesso che in Spagna vengono scoperte reti di trafcanti e ragazze e donne che per tanto
tempo erano sfruttate soprattutto sessualmente, sono liberate. Naturalmente, le statistiche non possono
essere basate sul si sente di l. Non tutte ritornano nel paese di origine, e per questo che non possono essere
segnalate. La stessa cosa anche dallItalia. Per me questo signifca che il numero delle vittime non diminuito.
(intervista rappresentante ONG)
Lidentificazione e la registrazione delle vittime, e quindi la definizione di un numero pi vicino alla realt, reso
complesso anche dal fatto che le vittime si percepiscono in molti casi come attori volontari dellesercizio della
prostituzione e non capiscono la condizione di sfruttamento vissuta. Questo tipo di presunto consenso e la
consapevolezza del fatto che, almeno per le vittime trafficate internamente, per la legge in vigore in Romania la
prostituzione un reato ed punita per legge, allorigine della reticenza delle vittime.
Penso che lapproccio e lutilizzo delle vittime cambiato talmente tanto che, in termini reali, concreti, ci
sono pi vittime invisibili, che non riusciamo ad identifcare, che non riescono a ricevere assistenza vera, e le
vittime che riescono a ricevere assistenza percepiscono questi servizi in modo diverso. Dipende molto dalla
loro et e dallambiente da cui provengono e dallesperienza vissuta. Ma credo che con tutti questi elementi,
abbiamo avuto una dinamica molto intensa. Ed il fenomeno si immediatamente e perfettamente adattato
alla legislazione e alle misure e agli interventi su ogni caso e alla prevenzione - tutte le cose si sono adattate
rapidamente ed per questo che io adesso vedo molto pi difcile lassistenza alle vittime ed il loro recupero.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Ogni ragazza arriva con la sua storia: Sai, io lo faccio e mi piace. Io lo faccio in albergo, mi mantengo, mi
piace. Si tratta di una grande bugia. Si tratta di unindustria e perfno i posti si pagano tra i trafcanti, quindi
non va cosi, che io voglio prendere questo posto allangolo della strada e inizio a trovare uomini. No, le cose
sono molto bene organizzate e fanno parte del circuito dellindustria della prostituzione, molto seria.
(intervista rappresentante ONG)
Nella seconda met dellultimo decennio stiamo affrontando un cambiamento evidente per quanto riguarda
il reclutamento delle vittime, fatto gi segnalato dalla maggior parte dei soggetti intervistati. Anche se non del
tutto carente, la violenza sempre meno utilizzata nella prima fase del percorso della tratta, i casi di rapimento
sono molto pi rari (ma non completamente scomparsi) e - come una conseguenza delle possibilit di libera cir-
colazione - i trafficanti non forzano pi le vittime a passare il confine illegalmente.
Prima sentivo di casi di rapimento, casi di vittime prese dalla strada tramite violenza; adesso non pi cos,
nel senso che hanno imparato, allinizio parlano bene, utilizzano tecniche di manipolazione. Svolgono una
ricerca, sanno esattamente di che cosa la vittima ha bisogno: ha bisogno di un lavoro. Le trovano un lavoro,
ha bisogno di un compagno perch a casa ha un bambino: le trovano un compagno. Questa la situazione,
vengono anche picchiate, normale che le picchiano, questo non potr mai scomparire, luso della violenza
nella tratta, ma di solito sono minacciate, sono minacciate pi verbalmente, minacce alla famiglia, queste
sono pi frequenti che le violenze fsiche. Quando abbiamo iniziato a lavorare nel settore sentivamo di pi che
erano picchiate, adesso non pi cosi, sono pi minacciate verbalmente.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
La violenza diminuita, i rapimenti stavano diventando sempre meno ed apparivano di pi le mogli o gli
amici, i compagni delle ragazze, che successivamente diventavano i trafcanti. La strategia ha cominciato
a diventare pi soft, per modo di dire. Quindi pi enfasi sul piano emotivo, sulla manipolazione, hanno
cominciato a investire pi tempo e energie per convincere le ragazze.
(intervista rappresentante ONG)
In principio, uscire dal paese molto pi facile. Di recente ho sentito che le accompagnano pi facilmente da
un paese UE allaltro. facile portarle in Spagna, poi distribuirle in altri paesi. Sicuramente la partenza dalla
Romania ora pi facile per le vittime. Non sono picchiate fn dallinizio, solo successivamente.
(intervista rappresentante ONG)
Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 30 31 Sez i one 2 - Le vol uz i one de l f e nome no de l l a t r at t a i n Romani a
Dalle interviste analizzate, risulta che le reti di trafficanti sembrano essere di dimensioni pi ridotte rispetto al
periodo 2000-2005, e sono composte da 2-4 persone, di solito membri della stessa famiglia (marito/moglie/figli) o
vari clan specializzati nello sfruttamento. Anche se a volte intercambiabili, i ruoli sono generalmente ben stabiliti
in questi gruppi di trafficanti. Le donne svolgono il compito di reclutamento delle vittime, le pi anziane possono
essere i capi responsabili della fase iniziale, di formazione delle giovani ragazze attratte nella famiglia, ma
svolgono anche il ruolo di attirare i clienti. Gli uomini mantengono il ruolo di protettore, supervisore, che pu
intervenire con violenza in determinate situazioni. Le reti di sfruttatori nel settore della tratta restano, secondo gli
intervistati, in stretto collegamento con altri settori criminali.
Secondo alcuni intervistati, le caratteristiche delle reti di tratta sono determinate dalle caratteristiche dei paesi di
destinazione, in modo tale che per le destinazioni tradizionali delle vittime di sfruttamento sessuale, le reti sono
pi estese e ben organizzate, mentre per le nuove destinazioni, cio i paesi del nord Europa, non parliamo neces-
sariamente di gruppi di tratta organizzati, ma di persone che si trovano ancora in una fase di tipo esplorativa, di
conoscenza del contesto di sfruttamento.
Ed pi facile creare nuovi mercati e mantenere il monopolio l, anche se non sei ancora una rete ben
organizzata... Non lo so, penso che i territori sono gi stati divisi tra le reti. Non conosco il circuito, ma credo che
sia ben defnito e so che esistono reti molto grandi in Italia e Spagna, non solo per la tratta, ma anche per reati
connessi, trasporti di droga e cos via. E poi penso che per le reti nuove o quelle piccole o per una persona che
vuole sfruttare unaltra persona pi difcile penetrare quel mercato.
(intervista rappresentante ONG)
La maggior parte delle persone coinvolte in un modo o nellaltro nelle varie fasi della tratta sono cittadini rome-
ni, alcuni di essi residenti allestero, ma tutti con molte informazioni e conoscenze negli ambienti della malavita,
sia in Romania che nel paese di destinazione. Sono frequenti i casi in cui, insieme ai trafficanti romeni sono stati
coinvolti anche cittadini stranieri.
In termini di et, le vittime dello sfruttamento sessuale sono sia minori che adulti. Un aspetto costantemente rile-
vato dagli intervistati un abbassamento dellet delle vittime minorenni, si registrano infatti sempre pi vittime
di et compresa tra 11-13 anni al momento del reclutamento o dello sfruttamento effettivo.
Avevamo poche persone minori sfruttate allestero. Adesso, negli ultimi due anni, o questanno, per essere pi
precisa, abbiamo avuto casi di vittime di 11 anni e mezzo.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Adesso le reclutano a partire dallet di 13-14 anni perch...sono pi facili da manipolare e da controllare.
(intervista rappresentante ONG)
Anche la tratta interna in aumento, sempre pi vittime sono infatti sfruttate sessualmente in Romania. Questo
aspetto evidenziato dalla maggior parte degli intervistati, tanto che, a loro parere, ci sono situazioni in cui la per-
centuale di vittime prese in carico come conseguenza di sfruttamento sessuale allestero rappresenta veramente
un aspetto marginale.
La diferenza che mi sembra pi importante che nel 2007 ci sono stati molti casi di sfruttamento esterno,
e ora ci sono pi casi di sfruttamento interno. Si parla di sfruttamento interno per le ragazze molto giovani a
partire da 14 anni. Mentre per lo sfruttamento esterno, let un po pi alta, intorno ai 17-18-19 anni.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
In quattro anni e mezzo il modus operandi dei trafcanti cambiato, questo sicuro. Se allinizio parlavamo
pi della tratta esterna, ultimamente parliamo di pi della tratta interna. Oppure, non so se forse il trafco
esterno era cos visibile prima, ma ora la maggior parte dei casi che gestiamo sono sulla tratta interna.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Ad un certo punto erano pari. Lanno scorso abbiamo avuto pi casi di tratta interna, quindi nel 2010 pi casi
interni che esterni.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
In caso di tratta interna, la maggior parte delle vittime sono sfruttate nelle regioni di residenza (nelle provincie) e
talvolta anche nelle loro localit di residenza. Dobbiamo notare anche il fatto che le vittime provenienti da localit
nella parte orientale della Romania (in particolare nelle provincie di Moldova) sono talvolta sfruttate nellovest,
nelle zone/citt di confine, e poi di solito lo sfruttamento interno spesso seguito dalluscita fuori dal paese e
dallo sfruttamento allestero.
Abbiamo avuto la maggior parte delle vittime che risiedono qui, nella zona di competenza (...)Abbiamo avuto
altre vittime, alcuni casi provenienti da altre aree pi povere e praticamente loro transitavano la nostra zona.
Oppure vittime che andavano da noi verso altre zone del paese, per un breve periodo di tempo, dove erano
abusate.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Ebbene in tutti questi 8 casi le vittime sono state preparate, istruite sul territorio della Romania.
Successivamente, probabilmente convinte che avrebbero guadagnato dei soldi e in ogni caso allestero
avrebbero guadagnato di pi.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Anche se meno numerosi rispetto ai casi di sfruttamento sessuale delle donne, sono menzionati i casi di sfrutta-
mento sessuale delle vittime di sesso maschile, soprattutto minori, sia nella tratta interna che esterna.
Abbiamo un ragazzo sessualmente sfruttato, 18 anni, fa parte delle persone con delle disturbi psichiatrici e
aveva un problema. Reclutato prima per lavoro e poi sfruttato sessualmente.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Ho avuto un ragazzo che inizialmente era sfruttato per accattonaggio. Secondo i trafcanti, non si procurava
abbastanza denaro in questo modo e quindi stato portato in una toilette pubblica da qualche parte in un
parco. Allora l stato sfruttato per un paio di settimane ofrendo prestazioni sessuali a uomini. E questa parte
era pi ... portava pi soldi. stato pi redditizio in questo modo e ha fatto questo fno che tornato a casa.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Ci sono anche segnalazioni di casi di cittadini stranieri trafficati in Romania a scopo di sfruttamento sessuale, il
che fa pensare che lentrata della Romania nellarea Schengen potrebbe trasformare ancora di pi la Romania in
un paese di destinazione per le vittime extracomunitarie. Secondo gli intervistati, si tratta di vittime di sesso fem-
minile, dalla Repubblica Moldavia e dalla Bolivia.
Abbiamo avuto un caso questanno, una giovane donna. Il primo, che registrato anche allURI (Ufcio
Romeno per Immigrazioni). Una giovane donna che si innamorata, la stessa storia. E quel fdanzato
romeno, che gli ha promesso di farle i documenti...
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Sempre un caso che capitato qui con una ragazza della Bolivia. Lei stata portata qui attraverso linganno
da un romeno che le aveva promesso di sposarla. (...) Lui alla fne non solo non lha sposata, ma ha chiamato
la polizia e gli ha detto che era illegalmente nel paese e lhanno portata in un centro di detenzione a (...). Dopo
aver lasciato il centro di detenzione stata contattata da una signora. Questa signora le ha chiesto di aiutarla
a casa e dopo tre giorni, le ha proposto di andare in vari club. (...) Doveva ricevere 5-6 clienti a notte.
(Intervista rappresentante ONG)
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Sezione 3
Fattori di vulnerabilit
che aumentano
il rischio della tratta
Livia Aninoanu va Lszl Gina Stoian Louis Ulrich
Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 34 35 Sez i one 3 - Fat t or i di v ul ne r abi l i t c he aume nt ano i l r i s c hi o de l l a t r at t a
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Sezione 3:
Fattori di vulnerabilit che aumentano il rischio della tratta
Lanalisi delle interviste consente di identificare alcune caratteristiche socio-demografiche comuni alle vittime
assistite che possono essere significative per la definizione del profilo del gruppo target o gruppi target della
campagna di prevenzione che verr condotta nellambito del progetto AnimaNova e che si svilupper tenendo
conto dei risultati di questa ricerca.
a - Let
I limiti di et delle vittime dello sfruttamento sessuale sono 10 e 47 anni. La stragrande maggioranza sono donne,
ma sono stati registrati anche casi di vittime di sesso maschile sfruttate sessualmente (di solito adolescenti, minori
di 18 anni). In genere, il numero prevalente di vittime di et compresa tra i 14 ei 25 anni (questa pi o meno let
per lo sfruttamento sessuale). Gli intervistati ritengono che la fascia di et compresa tra i 14-17 anni rappresenta
quella con grado di rischio pi elevato.
Durante questo periodo comincia la tempesta, che pu essere attivata a 14, 16 o 18 anni, verso la fne
delladolescenza, dipende. In tutti si manifesta; il fatto che sia pi o meno tempestosa dipende da come hai
costruito il rapporto con il tuo bambino. Se avete una relazione basata sulla fducia e rispetto, possibile
gestire la tempesta.
(intervista rappresentante ONG)
Daltra parte, molto chiara la tendenza verso un abbassamento dellet delle vittime, e quindi lincremento del
numero di vittime minori. Ci sono caratteristiche regionali chiare, in relazione allet delle vittime, in alcune aree
della Romania let in diminuzione significativa, in altre aree rimane relativamente costante (14-17 anni) nel
periodo considerato.
Le ragazze sempre pi giovani. Almeno cosi mi sembra, adolescenti sono coinvolte gi dallet di 14-15 anni.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
La diminuzione dellet delle vittime pu essere connessa allevoluzione della tratta interna a scopo di sfruttamen-
to sessuale, visto che molto pi difficile per le vittime minori essere portate fuori dalla Romania senza documen-
ti o senza il consenso dei genitori. Gli intervistati dicono spesso che i trafficanti hanno utilizzato documenti falsi
per il trasporto allestero delle vittime minori. Ma i rischi che corrono sono troppo elevati e questo ha portato allo
sviluppo di reti di sfruttamento interno.
Non so come riescono a fare questa. Non hanno documenti, non hanno carta didentit o certifcato di nascita
per stranamente riescono a procurarsi passaporti falsi, io non lo so, per portare fuori dal paese le ragazze
minorenni.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Mi hanno fatto un documento falso (...) un carta didentit falsa, dopo di che sono entrata in Italia. Dopo un
anno, in Italia hanno scoperto il documento falso e non ho potuto pi usarlo, perch lhanno trattenuto.
(intervista vittima di tratta)
Adesso, nellultimo periodo, c pi sfruttamento di strada, prostituzione. Anche qua, in Romania, perch
essendo di et molto giovane pi difcile falsifcare qualcosa, documenti o la procura dei genitori, pi
rischioso attraversare il confne.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Pero cos come hanno notato i partecipanti alla ricerca, let pi bassa delle vittime attrae un numero maggiore di
clienti e ci porta automaticamente a conseguire ricavi pi significativi.
Una ragazzina di 15 anni che stata chiusa in un hotel, in Germania per un mese, fno a quando labbiamo
trovata noi perch i suoi genitori non hanno smesso di cercarla dal primo momento in cui sparita da casa, ha
assicurato circa 79.000 euro.
(intervista rappresentante ONG)
Quello che mi sembra pi terribile, il fatto di portare in strada un bambino di 11 anni e mezzo. Ci che mi
sembra ancora pi sconvolgente che questi abbiano tantissimi clienti. Sono le pi richieste.
(intervista rappresentate istituzione governativa)
Soprattutto per le ragazze minorenni si notava facilmente che fossero minorenni, non si truccavano in modo
da sembrare pi adulte. La ragazza che aveva 16 anni sembrava una di 14 anni, quindi una bambina. E
aveva clienti in abbondanza, e ad alcuni di questi ha detto la sua situazione, non tanto la minore et, ma ha
raccontato in che situazione si trovava.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
b - Livello distruzione
Possiamo dire che, il grado di istruzione delle vittime molto basso (hanno finito solo la scuola media 8-10 classi).
A questo proposito, non ci sono tante differenze tra il 2011 e gli ultimi 4-5 anni. Ma si possono vedere differenze
nel livello di istruzione da unarea geografica allaltra. Quindi, ci sono intervistati, rappresentanti delle istituzioni
governative o ONG che operano nella zona orientale, dove si afferma che:
La maggior parte, pi dell 80% non ha conseguito lottava classe, un livello scolastico molto basso. Si pu
quindi parlare di situazioni di dispersione scolastica. Abbiamo avuto solo 4-5 vittime che avevano fnito il liceo.
In conclusione, meno di 8 classi nella maggior parte dei casi.
(intervista rappresentante ONG)
La maggior parte ha solo la scuola media o anche meno. Poche di loro hanno frequentato anche la scuola
professionale. La maggior parte solo la scuola media ed una gioia se riesci ad inserirla in un corso. Anche se
abbiamo avuto ragazze solo con 3 classe elementari... di solito hanno la scuola media o anche meno. Questo
il livello.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Nel frattempo, dallesperienza delle altre organizzazioni attive in altre zone geografiche, il livello distruzione:
sempre lo stesso. Cio, hanno frequentato la scuola media in generale, per, abbiamo anche ragazze con
solo 6 classi o ragazze che hanno fnito il liceo. Se fai una media, risulta intorno a 8 classi.
(intervista rappresentante ONG)
In generale, penso che siano ragazze diplomate. Nelle zone rurali, la maggior parte non continuano unaltra
forma distruzione dopo la scuola obbligatoria, se non lhanno abbandonata in itinere. Nelle aree urbane la
situazione un po pi complessa. Abbiamo avuto alcune che hanno completato la scuola superiore, molte di
coloro che hanno completato 10 classi e alcune che volevano continuare gli studi e hanno continuato in ogni
caso le due ragazze a cui facevo riferimento, sono andate a luniversit.
(intervista rappresentante ONG)
Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 36 37 Sez i one 3 - Fat t or i di v ul ne r abi l i t c he aume nt ano i l r i s c hi o de l l a t r at t a
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Alcuni intervistati hanno affermato che, in alcuni casi, il livello distruzione molto basso, con molti casi di di-
spersione scolastica e anche di analfabetismo. Le ragazze Rom hanno il pi basso livello distruzione. Inoltre, un
intervistato insiste sulle difficolt linguistiche delle vittime di etnia ungherese.
Quasi ogni caso legato alla dispersione scolastica, quindi una dispersione intorno allet di 13-14 anni. (...) Il
vero problema da noi , che in realt, le ragazze ungheresi con cui sono entrato io in contatto non capivano la
lingua romena.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Vi sono delle eccezioni, delle giovane laureate che sono diventate vittime della tratta. importante come esempio
per la tratta esterna, il caso di una persona costretta a prostituirsi in Italia.
Abbiamo avuto un caso di una ragazza che ha fnito luniversit. Senza sostenere la tesi. un caso di
questanno. Abbiamo avuto anche un caso di una studentessa. Per sono casi molto rari.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Una sola aveva frequentato luniversit. Si innamor di un uomo, un grande mascalzone di Iasi, e lui la
dominava praticamente da tutti punti di vista. Lei si prostituiva allestero per lui, ma era cos dipendente da
quel tipo, che, quando uno sconosciuto ha voluto tirarla fuori dalla situazione del trafco in cui era e gli ha
oferto circa 2000-3000 euro, lei ritornata e ha dato a lui i soldi. Lei tornata in Romania e gli ha dato i soldi.
La ragazza era laureata, a Petre Andrei.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Il livello distruzione non viene trascurato dai trafficanti; nel caso dello sfruttamento esterno, le capacit sviluppa-
te a scuola sono spesso valorizzate dai trafficanti. Di solito, queste vittime sono sfruttate allinterno (indoor), nei
club, bar - luoghi considerati pi sicuri, in qualche modo - in cui necessario interagire con i clienti, parlare con
loro. Sebbene il grado di istruzione sfruttato dai trafficanti pu rappresentare allo stesso tempo un vantaggio
per la vittima quando si esce dalla situazione di sfruttamento.
La maggior parte frequentava il liceo, quindi non una scuola primaria. E ho pensato che, guarda un po, come
si cerca un certo tipo di ragazza. Deve essere istruita, saper parlare, sapere comportarsi, avere un certo aspetto.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Possiamo dire che, in generale, le vittime poco scolarizzate provengono da famiglie dove il livello di istruzione
basso, dove ancora dominante un modello di famiglia conservatrice che distribuisce a livello familiare i ruoli
basandosi sul genere (a cosa serve la scuola per te!), manifestando il disprezzo verso listruzione formale o la
mancanza di sostegno familiare per gli sforzi delle giovani nellandare a scuola.
Quindi, i genitori con un livello distruzione molto basso, rimanevano stupiti spesso per il fatto che gli
venisse oferta unopportunit. Partivano pensando vediamo, ci sembra troppo per la mia bambina, cosi,
allimprovviso di essere cosi fortunati. Le famiglie sono subito pronte a sacrifcare i loro fgli, e in particolare le
fglie molto pi in fretta.
(intervista rappresentante ONG)
Perch neanche loro erano molto disposti ad andare a scuola e la famiglia non li ha sostenuti, perch quando
i genitori ti spingono vai lo stesso. Se neppure i genitori sono interessati...
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Scuola? La professoressa chiedeva a mio padre perch mi permetteva di non andare a scuola, diceva che
avevo bisogno di andare a scuola, ma lui non lascoltava mai. Diceva sempre: Beh, non mimporta com la
scuola, ma non ne ha bisogno e allora la professoressa discuteva tanto con lui e poi telefonava per farmi
tornare, ma non stato molto utile
(intervista vittima di tratta)
Considerando che al momento del reclutamento molte delle vittime frequentavano la scuola, si pu immaginare
che la abbandonino a causa delle false promesse di una vita senza pensieri.
Io non volevo abbandonare la scuola, per, parlando con sua mamma (del trafcante) al telefono e con lui, mi
hanno detto di andare perch loro hanno i soldi e potevano risolvere tutto. Mi avrebbero procurato un diploma
per la 12ma classe. Sono sveglia, e che a che cosa mi serve la scuola, non ne avrei avuto bisogno.
(intervista vittima di tratta)
Abbiamo avuto casi di dispersione scolastica nel momento in cui le ragazze sono state sfruttate, hanno
interrotto gli studi.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Il livello distruzione non percepito dalle vittime come condizione determinante per assicurarsi lindipendenza
economica, rilevante rispetto alle difficolt che i giovani incontrano quando cercano un lavoro.
Considerando che mia sorella laureata e che pur avendo frequentato una facolt abbastanza buona non
trova un lavoro...Quindi la diferenza tra me, che sono diplomata, e lei che sia diplomata che laureata non
esiste.
(intervista vittima di tratta)
c - Lambiente di provenienza
In base alle opinioni degli intervistati, le vittime provengono sia da zone rurali che urbane, specificando che an-
che se alcune di loro sono residenti in zone rurali, il loro reclutamento per lo sfruttamento sessuale si verificato
nelle aree urbane. Inoltre, ci sono stati casi, soprattutto in termini di sfruttamento interno, in cui le vittime sono
state reclutate dalle aree rurali e sfruttate nelle citt pi grandi.
Tante di loro sono state reclutate nelle aree urbane, anche se provengono dalle aree rurali, per al momento
del reclutamento erano in unarea urbana.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Soprattutto da noi, tra le ragazze gestite da noi, nella nostra zona, le vittime sfruttate internamente sono
reclutate nelle aree rurali, portate poi nelle zone urbane e sfruttate sessualmente l.
(intervista rappresentante ONG)
Secondo uno degli intervistati, si nota un cambiamento sulla distribuzione rurale/urbana a livello dei due periodi
utilizzati convenzionalmente nel quadro della ricerca (2000-2007, 2007-2001).
Nella prima parte, periodo entro il 2003, met arrivavano da citt, piccole citt. Dopo hanno iniziato a
cambiare, verso il 2005; vi erano anche piccoli paesini e comuni limitrof ad una grande citt...
(intervista rappresentante ONG)
Inizialmente, la maggior parte delle vittime provenivano da zone rurali, soprattutto dalle aree rurali in
prossimit delle aree urbane. Ultimamente, sembra che il numero delle vittime dalle zone urbane sia in crescita,
in qualche modo arrivato ad essere pari allaltro
(intervista rappresentante istituzione governativa)
La maggior parte degli intervistati ha dichiarato che il numero delle vittime pi alto nelle zone rurali rispetto a
quello delle zone urbane. Le stime variano come percentuale dall 80% delle aree rurali al 20% dellarea urbana di
Iasi, in proporzioni uguali (50%) in alcune parti della Transilvania e Oltenia. In generale, gli intervistati ammettono
una prevalenza delle vittime provenienti da zone rurali. Le vittime trafficate internamente a scopo dello sfrutta-
mento sessuale provengono sia dalle zone rurali che dalle zone urbane.
Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 38 39 Sez i one 3 - Fat t or i di v ul ne r abi l i t c he aume nt ano i l r i s c hi o de l l a t r at t a
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d - Famiglia di origine
Dai risultati dellanalisi delle interviste emerso che un gran numero di vittime provengono da famiglie general-
mente caratterizzate da fallimenti nei rapporti tra i componenti, che si manifestano o sono generati sia da carat-
teristiche sociali e di contesto (povert, la mancanza di posti di lavoro, incremento del tasso di disoccupazione,
ecc.) che da situazioni familiari particolari (molti figli, reddito basso, violenza fisica e verbale, abusi dei genitori nei
confronti degli altri componenti del nucleo familiare, consumo eccessivo di alcol, malattie gravi di uno dei fami-
gliari, migrazioni di un componente della famiglia allestero). A prescindere dallo status sociale e dalla situazione
economica, lambiente familiare delle vittime un ambiente problematico .
Per le vittime intervistate, le relazioni complicate tra i membri della famiglia, la mancanza daffettivit e di suppor-
to (fisico e emotivo) hanno avuto un impatto rilevante, influenzando il percorso verso lo sfruttamento.
Beh, non sono cresciuta circondata damore ... Ma loro due erano una coppia che da sempre litigava, litigi
e litigi, cos sono cresciuta. Mi nascondevo sempre... cercavo di scappare ... ci sono state occasioni in cui mio
padre picchiava mia madre, quindi non ho un buon ricordo. E cos, spesso assistevo a episodi in cui mio padre
picchiava mia madre, poi piangevo, mi sono stufata di tutto, non ricevevo amore e non ne ricevo neanche
ora. Cos ora posso almeno ofrire amore a mio fglio, quindi meglio, ma per il resto sono un po triste perch
lamore non so cosa sia ... in efetti. Lo confesso francamente.
(intervista vittima di tratta)
Nonavendounafguramaschileincui porrelamiafduciainfamiglia, probabilmentelhocercatadaunaltraparte.
(intervista vittima di tratta)
Beh, pensavo che fosse sincero quando diceva di amarmi, mi coccolava e questo non laveva fatto mai
nessuno prima
(intervista vittima di tratta)
Gli eventi traumatici della vita in famiglia, correlati allinefficienza dei servizi di assistenza allinfanzia, determina-
no una vulnerabilit dei bambini, in particolare nelle situazioni di abuso e sfruttamento sopra descritte.
Mio padre ha ucciso mia madre. () Nel mio dossier non scritto questo, si dice che sono stata cresciuta da
mia zia fno a 3 anni, che allet di 3 anni sono stata afdata ad un orfanotrofo. Di mio padre si dice che ()
lhanno messo in carcere per 15 anni e invece di 15, ne ha scontati solo 12 perch ha dimostrato di comportarsi
bene. Io non voglio neanche vederlo, perch per colpa sua io sono fnita in un orfanotrofo. () Mio padre
morto. morto nel 2000. Per non voglio sentirne parlare, forse anche per colpa sua ho passato tante cose
brutte, forse se avessi avuto una famiglia pi vicina non mi sarebbero capitate tutte queste cose.
(intervista vittima di tratta)
Abbiamo avuto un caso in cui la ragazza minorenne era molto legata alla nonna. La nonna morta e la
mamma la accusava che tutto fosse successo per colpa sua. Lei piangeva e continuava a dirmi Perch? Non
sono stata io a causarle il cancro, perch mia mamma mi incolpava?
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Le ragazze parlano di stupri subiti in tenera et, di gravidanze non desiderate e di relazioni tra coetanei che pur
essendo proibite dai genitori venivano mantenute in segreto. Si tratta di ragazze che avendo subito abusi, sono
emotivamente bloccate, si autoescludono e tendono ad isolarsi. La fase pi critica rappresentata dalladolescen-
za, quando si riduce la comunicazione con i genitori e sorgono problemi nel rapportarsi con i propri pari.
Uno dei casi di una vittima che entrata da noi in assistenza allet di 17 anni, dopo un episodio di
sfruttamento piuttosto crudele. Il mio collega ha scoperto che lei era stata violentata quando aveva circa 10
anni da un gruppo di individui. Torn a casa, rivel il fatto ai genitori - i genitori avevano un rapporto molto
strano, perch suo padre si era separato dalla madre per convivere con la cognata, la zia della ragazza. La
ragazza torn a casa, parl del fatto con suo padre, che decise di denunciare il fatto alla polizia. Sono andati
dalla polizia, hanno sporto denuncia. Successivamente gli autori del crimine sono andati a casa della ragazza
e hanno parlato con i genitori ofrendo una quantit signifcativa di soldi per ritirare la denuncia. Il padre,
naturalmente, ha accettato. E lei mi ha detto: il mio padre mi ha venduto. Io vivo cosi da tanti anni, per me
davvero non importa se vado nel paese X o Y.
(intervista rappresentante ONG)
So che ero fuori e che cerano due ragazzi, non so spiegare, cerano alcune torri alte...E mi ricordo che cerano 3
ragazzi, 2 mi tenevano ed uno...non lo so. Ero piccola, avevo 8-9 anni.
(intervista vittima di tratta)
Anche se alcune vittime hanno dichiarato di avere un buon rapporto con i genitori, soprattutto con le mamme,
prima dellesperienza della tratta, le interviste indicano che nella fase di reclutamento loro hanno mantenuto
segreta la relazione con il reclutatore, la sua offerta e i piani comuni per partire, fatto che indica almeno un rap-
porto fragile, che non ha resistito alle strategie dei reclutatori di isolare le vittime dalle loro famiglie.
E sono arrivata a casa, ho nascosto il passaporto per evitare che i miei genitori lo trovassero. Dopo un giorno,
ho fatto un piano per scappare da casa (...) quando sono arrivata a destinazione ho chiamato mia mamma e
lei ho detto: Mamma, guarda che sono andata via da casa!
(intervista vittima di tratta)
Avevo un caso simile, in cui la ragazza partita da casa con loro e non mai arrivata a Braila. Ha chiamato
la mamma dicendole sto facendo una grande follia, ma non voglio rovinare la mia vita, quindi, ha il primo
sentore che quello che fa non va bene, chiaro che non fosse la sua scelta, stata costretta a fare questo, ad un
certo punto qualcosa va storto, e lei sente e ha listinto di avvisare la sua famiglia che sta per fare la pi grande
follia dalla sua vita e chiede ai genitori di salvarla.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Gli elementi di vulnerabilit summenzionati identificati al livello della famiglia dorigine, si ritrovano, in grande
misura, nelle interviste realizzate con gli intervistati. Al di l della cronica mancanza di risorse della famiglia e,
talvolta, la riluttanza a porre rimedio a tali situazioni, la mancanza di fiducia, di comunicazione e soprattutto daf-
fetto tra la vittima e i membri della sua famiglia sono, nella maggior parte dei casi, i motivi principali per cui si
scelto di lasciare la famiglia e si accettato di andare allestero.
La principale motivazione che ho considerato da quando lavoro in questo settore la mancanza di afetto.
un grande problema. (...) Quindi la mancanza di afetto, chi non riceve valori e afetto dalla propria famiglia,
cerca altrove.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Quasi tutte sono trascurate, non solo fsicamente ma anche emotivamente dai genitori. Non ricevono
lattenzione che dovrebbero ricevere. C il fatto che sono pure famiglie disorganizzate, con genitori divorziati,
con violenze in famiglia, perci con problemi, con confitti familiari.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Allora, a volte piango pensando al tipo di famiglia in cui sono cresciuta e al modo in cui sono cresciuta. Per
il mio compleanno non ho mai ricevuto da mia madre un bacio o un Tanti Auguri. Neppure da mio padre,
quindi non posso dire qualcosa di buono, non riesco a ricordare lultima volta che mia madre mi ha baciato.
(intervista vittima di tratta)
Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 40 41 Sez i one 3 - Fat t or i di v ul ne r abi l i t c he aume nt ano i l r i s c hi o de l l a t r at t a
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Cos, sembra che lassenza della madre, che nel paese non ha possibilit di mantenere la famiglia e che, alla fine
obbligata a cercarsi un lavoro allestero, assieme al desiderio di aiutare la sua famiglia, sia uno dei fattori che
contribuisce in modo decisivo allaumento della vulnerabilit delle ragazze.
Ci sono stati casi in cui la madre era via per lavoro allestero, il padre al lavoro, impegnato per la maggior parte
del tempo, impossibilitato a dare attenzioni ai fgli. Beh, anche cos, non poteva coprire quella di quattro occhi!
Quindi, molte vittime arrivavano proprio nel paese dove lavoravano le loro madri, senza che le madri venissero
a sapere della loro presenza, ed erano sfruttate sessualmente.
(Intervista rappresentante ONG)
Perch se fosse stata accanto a me non sarebbe successo tutto questo. Ma lei doveva andare per costruire un
futuro migliore e non la condanno per questo, ma mi mancata molto ed probabile che a causa di ci mi sia
successo questo.
(intervista vittima di tratta)
Quando la mamma va a lavorare allestero, la maggior parte dice: Io ho bisogno di mia mamma, che sia
vicino a me adesso, non che mi mandi soldi, ho bisogno che mi dica cosa fare quando ho mal di pancia ,cio
delle cose assolutamente naturali e normali.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
In stretta relazione con la figura materna assente a causa di un progetto migratorio diretto ad assicurare il man-
tenimento della famiglia, le ragazze soffrono dellassenza delle madri sia nel caso in cui vadano allestero per
cercare un lavoro per mantenere la famiglia, sia quando pur lavorando nel paese hanno un orario di lavoro che
non consente di dedicare tempo sufficiente alla famiglia. In unintervista con una delle vittime appare, in modo
evidente, la figura della madre che mantiene economicamente la famiglia pur se con un lavoro di bassa qualifica.
Mia madre lavora in un magazzino di frutta e verdura. Trasporta tantissimi pesi, sacchi con verze ... comunque
per lei come donna... Mi preoccupa perch molto debole, dimagrita tanto, non mangia e lei continua a
voler lavorare, lavora 12 ore al giorno e le danno ferie solo quando ne hanno voglia. Prima aveva le domeniche
libere, ma ora nemmeno la domenica non gliela danno pi.
(intervista vittima di tratta)
Non solo la temporanea assenza della madre, dovuta alla partenza per lavorare allestero, ad avere un impatto
molto forte sui bambini, ma anche gli abusi da parte dei padri o il loro abbandono della famiglia.

Quando tornavo a casa mio padre era sempre cos ... continuava a bere come prima e a fare casino, lo faceva
ogni giorno. per colpa sua che ho lasciato casa, non lo sopportavo pi, mi parlava molto male. (...) E quando
ho visto che ... passando il tempo lui rimaneva uguale. Mia sorella si sposata per questo motivo. E dopo aver
fnito con mia sorella ha iniziato con me, e ogni tanto abusava anche di mio fratello pi piccolo .
(intervista vittima di tratta)
Non mai stato interessato. Dallet di 3 anni e mezzo da quando mia madre lo ha lasciato fno a quando
mia madre ha chiesto il divorzio, io avevo 14 anni, non si mai interessato. Andavo in vacanza dai nonni, loro
abitano con lui nello stesso cortile, parlavamo. Quando gli chiedevo i soldi, me li dava, per pochissimi, perch
non aveva un lavoro. Forse non era capace di mostrare i suoi sentimenti, ho capito anche questo, per una
volta che qualcuno ti impone devi smettere qualsiasi comunicazione con la tua fglia, mi sembra del tutto
assurdo.
(intervista vittima di tratta)
In pi sua madre si rispos, ha creato unaltra famiglia e il fglio non ha pi trovato il suo posto. Si sentiva
escluso, sentiva che non ne faceva pi parte. Penso che questo sia stato un punto di vulnerabilit, a causa
del desiderio di cercare la sua appartenenza, identit, venuto in contatto con un gruppo che usando
la manipolazione, reclutava le ragazze. Unaltra cosa che mi ha colpito, in 6 dei 7 casi, i fgli non hanno
mantenuto i contatti con il padre. Perci erano semplicemente dei bambini abbandonati, il padre non stato
coinvolto per niente nella crescita del bambino.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
In particolare, come dimostrato da alcuni esperti, il decesso del padre ha avuto un ruolo fondamentale nella dis-
soluzione dei rapporti di famiglia e laumento del rischio di diventare una vittima della tratta.
Per alcune la mancanza del padre stata importante. La vita familiare cambiata moltissimo dopo la
morte del padre. Mi ricordo un caso di una ragazza di 16 anni, che era incinta e suo padre la sosteneva. Nel
frattempo morto e la madre non lha sostenuta pi in alcun modo. In questo caso il rapporto era migliore
con il padre che con la madre .
(intervista rappresentante ONG)
Gli abusi sessuali perpetrati da membri della famiglia - spesso il patrigno o lamante della madre sono spesso
menzionati dalle vittime come lelemento che d lavvio a casi di sfruttamento da parte dei famigliari stessi, in
alcuni casi pi drammatici si tratta di vittime che presentano anche gravi problemi mentali.
Ragazza di 12 anni, ha iniziato a 10 anni. Il colmo che lei arrivata ad essere trafcata, in una famiglia
disorganizzata; a seguito di un abuso sessuale scappata di casa e poi tutte le cose sono andate male. Quindi
una bambina che stata abusata sessualmente da un genitore, non stata creduta, la storia piuttosto
brutta, e la ragazza arrivata in una situazione di trafco interno.
(intervista rappresentante ONG)
Una ragazza, di 27 anni, con schizofrenia residuale, era abusata da suo padre in Germania.
(intervista rappresentante ONG)
Le vittime spesso provengono da famiglie monoparentali, sia quando ci si riferisce alla famiglia dorigine, sia
quando le vittime stesse sono lunico adulto di riferimento di uno o pi minori. In alcuni casi questa situazione,
unita alla coesistenza di problemi di salute o di sostentamento, espone allo sfruttamento.
Un elemento di vulnerabilit era dato dal fatto che era stata cresciuta da un solo genitore e aveva problemi di
salute mentale e questo la rendeva ancora pi vulnerabile.
(intervista rappresentante ONG )
Molte famiglie sono monoparentali. Perci le donne hanno dovuto crescere da sole i propri fgli, sono
tantissime. Alcune di loro erano giovani, senza alcuna preparazione, non avevano alcuna possibilit di trovare
un lavoro.
(intervista rappresentante ONG)
un grande bisogno di denaro, la necessit di un cambiamento, perch si vuole lasciare quell ambiente o
come nel caso della vittima di 31 anni, bisogno di lavorare per portare dei soldi in famiglia, avendo un fglio
gravemente disabile.
(intervista rappresentante ONG)
Secondo Philippe e Romano, autori di uno studio pubblicato nel 2008, una forma di ribellione contro il contesto
familiare decostruito proprio andare via da casa. Di fronte a tante difficolt, limpressione di non avere via dusci-
ta e di un futuro aperto, il desiderio di fuggire, di lasciare tutto, in tempo, diventa una preoccupazione maggiore
e inevitabile
1
. Le risposte degli esperti intervistati nel corso di questo studio di ricerca sono perfettamente con-
gruenti con laffermazione sopra menzionata. Loro affermano che , andarsene, scappare, rappresenta la salvezza,
tutto quello che vogliono. Le opzioni di uscita da questo contesto sono o lazione concreta, spesso descritta
come la fuga, o la scelta di rifugiarsi nella fantasia .
Partire una fuga dal pericolo, di quello che in casa, non importa dove vado, devo andare per non cadere
anche io in ... perci scelgo lopzione di andare via con il primo sconosciuto che ofre ...
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Le vittime in un modo o in un altro vorrebbero sfuggire dalla situazione che si trova in casa, penso che questa
1 Paul Philippe, Luciano, Romano, Feed-Back, ALC Accompagnement Lieux daccueil Carefour educatif et social, Janvier 2008, p. 274
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la loro motivazione principale per scappare da casa. Vale a dire, piuttosto che accettare le condizioni che
vivono in casa, la miseria, le madri che le mandano a lavorare nel fango, preferiscono fare altro. Qualsiasi altra
alternativa pu rappresentare una condizione migliore.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Minore di 13-14 anni aveva da scegliere tra la cura dei bambini e le faccende domestiche o fuggire nella casa
dei sogni.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
La sensazione di isolamento, lesclusione della famiglia, a volte sono ampliati, addirittura fino alla rottura di ogni
legame con i membri della famiglia, quando le vittime decidono di confidare alle madri gli abusi subiti, spesso
quelli del padre, e i racconti vengono ignorati o respinti.
Mi viene in mente il caso di una ragazzail patrigno voleva abusare sessualmente di lei. La ragazza si confd
con la madre ma non le credete. Ha preferito mantenere la relazione con il padre, ha voluto coprire tutto come se
la ragazza avesse scelto di farlo. La madre aveva scelto lui e in qualche modo spinse la ragazza ad andare via
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Lei lo disse a sua madre e sua madre le ha detto stai zitta (magari non nemmeno il suo vero padre) perch
questuomo ci ha accolti in casa e guarda, ci cura, abbiamo cosa mangiare, un buon uomo.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Mio padre stato molto cattivo con me perch continuava a molestarmi. Piangevo e ci sono stati momenti
in cui non volevo tornare a casa. Quando ho detto questo a mia madre, lei disse che mio padre scherzava.
Cercavo di convincerla del contrario dicendo che mi diceva parolacce che mi facevano male e che voleva
violentarmi e quando ho detto questo, mia madre mi ha detto che non era vero non mi ha creduto. Cos sono
stata io a dover andare via.
(intervista vittima di tratta)
Sono menzionati dagli intervistati anche casi di vittime provenienti da famiglie solide e spesso con un buon livello
sociale. A parere degli esperti, lentrata delle vittime provenienti da questi ambienti familiari nella tratta causata
dalla mancanza daffetto da parte dei genitori, mancanza dinteresse verso i problemi dei figli o il desiderio delle
vittime, la maggior parte minore, di sperimentare, di sfuggire alla routine della vita degli adolescenti.
Era una famiglia rispettabile, una famiglia che veramente ci teneva alla cura dei fgli e non riuscivano a
spiegarsi come la ragazza fosse arrivata a questa situazione. Erano molto furiosi con il ragazzo della fglia, che
lha portata a questo. Si sentivano impotenti, provavano rabbia verso il ragazzo, cercavano di tenerla lontana
da lui in qualunque modo.
(intervista rappresentante ONG)
Con entrambi i genitori a casa, ho avuto delle situazioni, sorprendente, con entrambi i genitori situazioni molto
... Voglio dire 3 ragazze senza alcun problema in casa, ma un contesto cattivo e grandi amori verso la persona
sbagliata. Sono partite in 3 per studiare per la maturit e non sono pi tornate. Hanno chiamato dall Italia.
(intervista rappresentante ONG)
Il desiderio di libert, il modo in cui si sentono ... A casa ti viene detto: quello non permesso, non fare cosi,
non cos! Loro, nel momento in cui vanno via di casa, sentono il bisogno di liberarsi, ed esattamente le cose che
vengono ripetute dalla madre dal padre, proprio quelle si desiderano sperimentare di pi.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Uno degli intervistati ha insistito anche su questa polarizzazione della condizione materiale delle famiglie, che
possono fare in modo che le vittime gi con un elevato grado di vulnerabilit, diventino vere vittime della tratta.
Non esiste pi una via di mezzo: o provengono da famiglie super--ricche, con tanti afari, in cui i genitori sono
molto occupati e non si prendono cura di, o provengono da quelle dove sono pari a zero da tutti i punti di vista,
non sanno nemmeno parlare rumeno, non hanno soldi per attraversare la strada, non hanno nulla, non le
lasciano nemmeno andare a scuola lascia, meglio andare con le pecore e le capre.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
e - Esperienza professionale
In generale, le vittime minori non avevano alcuna esperienza professionale, molte frequentavano la scuola, quan-
do sono state reclutate - lunica attivit stabile o costante era quella di aver abbandonato la scuola. Anche quan-
do le giovani non andavano pi a scuola, si pu solo parlare di lavori occasionali, spesso posti di lavoro che non
richiedevano alcuna qualifica. Data la difficolt di trovare un posto di lavoro nelle zone rurali, molte delle ragazze
provenienti dai villaggi hanno lavorato in agricoltura, mentre le ragazze dalle aree urbane, se avevano un lavoro,
molto spesso era senza contratto un lavoro in nero.
In generale hanno lavorato in nero la maggior parte senza un contratto. Hanno lavorato nei vari settori,
da noi ci sono quelli stagionali, pi o meno questa la loro esperienza sul lavoro. Ristoranti, alberghi, oltre a
diversi tipi di bar.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Andava bene a scuola eppure doveva prendersi cura dei fratelli pi piccoli o andare a lavorare nel campo, a
giornata, per la famiglia. (...) E quando qualcuno venuto e le ha oferto qualcosa di diverso dal lavoro nei
campi, le ha dato un alternativa, lei ha accettato.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Hanno provato tutti i tipi di lavori che non richiedono qualifche, cameriera, bidella, escort in alcuni casi,
che non necessariamente richiedono contratti di lavoro o forme legali di lavoro. Infatti, forse anche lavorare
giornalmente nel campo dei vicini si pu aggiungere qui come esperienza.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Tuttavia, gli intervistati citano anche i casi di persone adulte, con esperienza professionale, che sono diventate
vittime della tratta a causa di situazioni o contesti diversi.
Si fdata di una collega, lavorava presso una societ e si licenziata. Quando poi si recata al posto di lavoro
allestero non era quello che si aspettava.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Ho avuto un contratto di lavoro. Mi era stato promesso un lavoro allestero e mi sono detta che dovevo
cogliere quest opportunit. Il compenso economico non era molto buono, circa 6 milioni lei al mese pi i
ticket. Avevo un orario di lavoro dal luned al venerd in tre turni e molte ore di straordinario. Spesso lavoravo
12 ore, lavoravo anche Sabato, quindi le condizioni di lavoro non erano molto buone. Non ci era consentito di
telefonare, avevamo pause di soli cinque minuti.
(intervista vittima di tratta)
Nelle famiglie con un basso status sociale molto frequente responsabilizzare i pi giovani, che pur continuando i loro
studi, assumono le responsabilit di un adulto, come il lavoro nei campi, la cura dei figli/fratelli pi giovani e degli anziani.
(La sorella) molto pi piccola di me. Ho cercato di essere un supporto per mia madre e mio padre, ho cercato
di insegnarle le cose che mia madre ha insegnato a me, ho provato a tirarla fuori dal suo mondo. Ho provato a
sostenerla in tutto quello che ha fatto, ma lei mi ha sempre visto come un ostacolo. Ma anche cos, io non ho
rinunciato. (...) Lui (padre) non si mai realmente interessato di lei.
(intervista vittima di tratta)
Anche io insieme a mio fratello pi piccolo lavoravo nei campi, andavamo con il caldo e con il freddo,
prendevamo 400.000, lui 400, io 400, compravamo una bottiglia dolio, e lo zucchero, cosi la mamma poteva
cucinare. (...) Andavamo a lavorare, e con il denaro guadagnato compravamo del cibo e tenevamo i soldi
per prendere un carico di legna, con cui poterci riscaldare. E cos andavamo ogni giorno, con gelo, freddo,
facevamo anche le fle, eravamo anche i primi ... faticavamo a prendere da mangiare, prendere un sacco di
farina (...) Mancavo anche da scuola per portare a casa i soldi, a volte non andavo a scuola una settimana, due,
perch mi vergognavo, a volte non avevo le scarpe, i vestiti. Poi, quando sono arrivata a 14 anni (...) Dopo che
ho fnito le 8 classi sono andata a studiare il tessile, e cos mi sono rimessa in piedi e mi compravo io i vestiti,
lavoravo giornalmente, vedevo che mia madre non c la faceva pi .
(intervista vittima di tratta)
Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 44 45 Sez i one 3 - Fat t or i di v ul ne r abi l i t c he aume nt ano i l r i s c hi o de l l a t r at t a
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Avevo una vita tranquilla, seguivo la mia attivit, curavo il bambino ... Io lavoravo (...) Nella stampa.
(intervista vittima di tratta)
f - Le reti sociali delle vittime
Le reti sociali delle vittime sembrano essere deboli, spesso tra le loro relazioni non esistono persone di fiducia.
Le risposte sulla cerchia di amici, in generale, sono molto brevi e riflettono la povert del capitale sociale di cui
queste persone dispongono. Le vittime parlano di pi di amici, di colleghi di scuola o di lavoro ed proprio tra
queste, che in alcuni casi si trovano anche le persone che fanno da tramite tra le vittime e i trafficanti.

Di solito queste persone non hanno moltissimi amici, non chiedono consiglio a nessuno, e allora vanno cosi!
Le stato proposto qualcosa, ha accettato, le ha detto qualcosa di carino, non ha tenuto conto di nulla e quella
prospettiva le sembra bellissima in confronto alla scarsa esperienza avuta fno a quel punto.
(intervista rappresentante istituzione governativa)

E mi disse unamica, la chiamo solo amica perch non so come chiamarla ... Quella persona non esiste per
me, ma la chiamo amica, che cos la consideravo allora. (...) La mia amica mi ha portato a questo ... come dire
... questo male, quello che successo a me, che sono andata in Olanda e l ho dovuto fare delle cose brutte .
(intervista vittima di tratta)
Le relazioni di amicizia sono finalizzate al divertimento e al tempo libero, non sono invece concepite come re-
lazioni di sostegno nelle difficolt, come supporto emotivo. Una ragazza rom ricorda di aver subito proprio dai
compagni di classe, dai vicini o dai datori di lavoro episodi di rifiuto e discriminazione.
Feste, discoteca. Uscire con il loro ragazzo. Le altre non facevano nulla a casa fno a quando qualcuno non
venuto a casa per convincerle ad andarsene.
(intervista rappresentante ONG)

Prima ogni tanto andavo. Sabato ogni tanto andavo in discoteca, ma ora non ho pi fducia. Vedo esattamente
la persona, quello che vuole e cerco di evitare con eleganza la situazione, per non mettermi nei guai.
intervista vittima di tratta)

Beh, mi guardavano male. Cos: Oh, tu sei una zingara, non voglio essere tua amica e queste cose
succedevano un po di tempo fa, ora non pi.
(intervista vittima di tratta)

La maggior parte degli esperti intervistati sottolinea il ruolo vitale che la rete di sostegno sociale delle vittime
svolge nel periodo precedente allingresso nella tratta. Molto spesso mancano il sostegno laffetto e la fiducia
della famiglia, perci le vittime cercano allesterno quello che manca loro.

Si fdano pi facilmente di uno sconosciuto o sono alla disperata ricerca di un protettore, sono molto contente
di trovare qualcuno che le voglia aiutare, che sia buono con loro, contrariamente a ci che hanno passato,
come esperienza, credo che si aggrappino a quella persona.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Alcuno hanno avuto un supporto parziale. Siamo amici, ci supportiamo, pero quando si tratta di un problema
maggiore, loro spariscono. Le vittime, senza il supporto delle loro famiglie non vano avantiNon credo che
hanno un supporlo sociale, relazioni cosi forti da sostenergli.
(intervista rappresentante ONG)
Lespressione pi evidente di questa necessit di affinit, in particolare di comunicazione e di riconoscimento,
luso indiscriminato da parte delle vittime della parola amico. Amico chiunque si dimostri disponibile ed inte-
ressato alla potenziale vittima. Lamicizia - creata come minima condivisione di esperienze e valori condivise- e
svuotata di essenza, i meccanismi di difesa spariscono, e il vuoto interiore e la mancanza dei punti di riferimento
sono sostituite ad-hoc.
Per lei amico poteva essere un ragazzo che conosceva da poco nel tram e le chiedeva il numero di telefono.
(intervista rappresentante istituzione governativa)

La percezione leggermente diversa. Loro pensano cosi, questa la mia migliore amica, ma magari si sono
incontrate solo due volte! Molto spesso sento questa cosa, ma il suo nome, com il cognome? Eh, non lo so.
Ma come, hai detto che la tua migliore amica! Beh, ma non so il suo cognome, so che si chiama Ela e basta.
Quindi si avvicinano molto facilmente ad alcune persone e stabiliscono un rapporto, ahim, molto vicino, ma
in realt non sanno nulla di quella persona.
(intervista rappresentante istituzione governativa)

La vulnerabilit che hanno data anche dal fatto che non hanno ricevuto alcun supporto in famiglia, non
hanno avuto delle persone di fducia con cui poter confrontarsi in caso di problemi. In genere, quando a
qualcuno viene fatta unoferta del genere, si consulta con unaltra persona, chiede, si informa. Credo che loro
al contrario cercano di mantenere il segreto, perch sembra una buona opportunit e non avendo qualcuno di
fducia e di sostegno accanto, hanno deciso da sole.
(intervista rappresentante ONG)
Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 46 47
Sezione 4
Reclutamento
delle vittime della tratta
Livia Aninoanu va Lszl Gina Stoian Louis Ulrich
Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 48 49 Sez i one 4 - Re c l ut ame nt o de l l e v i t t i me de l l a t r at t a
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Seczione 4:
Reclutamento delle vittime della tratta
Dal punto di vista giuridico, il reclutamento il primo passo del reato di tratta, il primo passo verso la vittimizza-
zione delle persone vulnerabili.
I contesti in cui avviene il reclutamento
Riguardo il luogo in cui le vittime sono state reclutate, gli intervistati indicano che il reclutamento ha avuto luogo
sia nelle zone rurali sia in quelle urbane. spesso per sottolineato che il reclutamento ha luogo prevalentemente
nelle aree urbane, la citt esercita ancora una grande attrazione per le giovani e funziona come un trampolino di
lancio per numerose vittime della tratta.
Le ragazze provano ad arrivare in citt dalle zone rurali . stato oferto loro, presentato dai trafcanti, il
mondo lussuoso delle grandi citt o capitali, centri urbani, citt provinciali come luoghi in cui possibile
guadagnare facilmente denaro. cosi che ultimamente ha luogo lo sfruttamento sessuale, guadagnare dei
soldi in fretta e non per lungo tempo, solo per brevi periodi.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Il reclutamento pi difficile nelle zone rurali, dove il grado di controllo sociale a livello di comunit molto
alto, dove la presenza di soggetti non del luogo viene notata subito e le dimensioni relativamente piccole degli
insediamenti permettono la diffusione estremamente facile e veloce delle informazioni. Tuttavia, sono stati men-
zionati dei casi di reclutamento nelle zone rurali, a volte con il consenso dei genitori incapaci di rendersi conto del
pericolo a cui andavano incontro i membri delle loro famiglie.
Ma ci che io ho saputo che larea di reclutamento da qualche parte intorno a una citt, diciamo su un
raggio di 20 km. Essendo vicino alla citt, lei viene ogni tanto in citt la sera, parliamo, una signorina. tutto
qua, perch dubito che il trafcante vada nel piccolo bar del villaggio. Essendo una piccola la comunit si
conoscono tutti. E quando appare una macchina straniera o unaltra cosa, salta subito allocchio, specialmente
se non della zona. Perch unaltra cosa andare in un piccolo villaggio di 200 persone, dove anche i cani si
conoscono, fgurati la gente.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Abbiamo avuto dei casi in cui sono state reclutate dal villaggio quando sono andati a cercarle, hanno parlato
con loro e hanno chiesto alla madre di poterle portarle in citt.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Ci sono state situazioni in cui le ragazze minorenni sono state portate allestero con il consenso dei genitori,
con la procura, del tutto legale, perch chi reclutava era una vicina di casa, persona rispettabile, del villaggio.
(intervista rappresentante ONG)
Le strategie di reclutamento
Attualmente, si aggiungono ai classici metodi di reclutamento delle vittime, che presumevano un maggior grado
di violenza, altre strategie pi sottili e sfumate, che prevedono dei meccanismi di sottomissione della vittima,
soprattutto di tipo psicologico, come la creazione di legami affettivi prima dello sfruttamento. A seguito delle
interviste con le vittime, siamo in grado di individuare le seguenti strategie di reclutamento basate sul rapporto
diretto tra la potenziale vittima e il reclutatore:
a) La strategia di sviluppo di un legame emotivo e la costruzione di progetti di coppia
In questa categoria, i reclutatori sono i fidanzati o il migliore amico a cui la vittima legata. Il reclutatore cerca
di conquistare la possibile vittima, volendo apparire come un partner, un amante. Al trafficante violento e privo di
scrupoli si sostituisce sempre pi spesso il Loverboy. Non solo il protettore, il sostegno morale e affettivo di cui
le vittime hanno bisogno, ma si presenta ed percepito come il depositario unico delle soluzioni di salvezza da
un presente percepito come incerto e oscuro: andare via di casa e costruire un futuro insieme.
Cos il loro protettore, il loro amato, parlavano in modo gentile. Spesso si cercava di mostrare loro la verit e
che la verit non mai stata quella che loro hanno pensato. Dovevi dimostrare che invece parlavano male di
loro, che erano considerate come una soluzione per guadagnare soldi con i clienti. Gli sfruttatori parlano bene,
danno il permesso di comprare quello che vogliono, lasciano libert di movimento. Questo rende difcile alle
ragazze percepire la condizione di vittima. Esse credevano di aver dato il consenso di aver potere di gestione
della situazione vissuta.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Mi ero innamorata, forse. Cos pensavo. E di una persona pi piccola di me che aveva 15 anni, 15 anni o gi di
l. (...) E poi, come il bambino che io credevo fosse, ha iniziato a lavorare nella mia mente che avevo 18 anni. Ha
detto che gli sarebbe piaciuto avere un futuro insieme, non so come spiegare, che voleva andare via insieme
a me nel mondo. Ed io mi sono detta: prima o poi comunque mi devo sposare e mio padre e mia madre mi
devono dare il permesso e se non mi lasciano, io vado via da casa. Lui ha parlato ai miei genitori, ha detto che
non sono stati daccordo la prima volta, che non era vero, perch loro non vedevano lora, anche questa era
una trappola. (...) E arriva A. a discutere con me nella mia camera e dice guarda, arrivato il momento in cui
dovete provvedere da soli ai vostri bisogni arrivato, devi lavorare perch non hai scelta.
(intervista vittima di tratta)
Molto spesso, il rapporto sentimentale con i reclutatori costruito prima di lasciare il paese o prima dellinizio
dello sfruttamento interno, portando la vittima alla totale dipendenza emotiva e allobbedienza incondiziona-
ta verso di loro. Le proposte provenienti dai reclutatori sono maggiormente accettate, proprio perch per loro
rappresenta luscita della fase esistenziale segnata da privazioni e abusi di ogni genere e lingresso in una nuova
fase. In questo contesto, la figura centrale il nuovo partner, luomo protettivo, il depositario delle informazioni e
conoscenze per la realizzazione di un progetto comune.
Quindi loro sognano, vedono la vita fuori in modo diverso, soprattutto se qualcuno viene e d la certezza che
OK, se a lui va bene, anche per lei andr bene. E il fatto che ofre denaro e descrive una vita perfetta fa credere
alle ragazze che sia possibile, mentre poi si ritrovano in una situazione drammatica.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 50 51 Sez i one 4 - Re c l ut ame nt o de l l e v i t t i me de l l a t r at t a
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Spesso questa relazione viene costruita nel tempo, anche grazie alle divergenze che esistono allinterno della
famiglia della vittima o- se si parla dei reclutatori uomini- su un terreno emotivo forte; in questo modo il rapporto
tra la vittima e il suo sfruttatore/trafficante viene messa prima della relazione con la famiglia. Si tratta quindi non
solo della creazione di un rapporto di dipendenza emotiva della vittima, ma anche della distruzione sistematica
della fiducia nei membri della famiglia, simultaneo ad un ipotetico progetto di costruzione di coppia.
Il periodo di reclutamento piuttosto lungo, non si realizza nello stesso giorno o da un giorno allaltro. Si tratta
di un periodo di corteggiamento, di un periodo di fducia, la ragazza deve avere fducia, quindi non andato
a casa sua, lha portata fuori in citt. un periodo in cui le persone hanno pazienza e tantissima pazienza per
fare quello che si propongono.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Hanno un metodo molto semplice per erodere, lavorare sull erosione della relazione genitore-fglio. Loro si
sono incontrati, amati, pi volte sono usciti insieme in citt- e questo vero per le ragazze litighi con la
madre, litighi con pap e poi parli con il tuo ragazzo. Le ragazze dicono che lavorano per deteriorare gli altri
legami : I tuoi genitori non ti meritano, non si fdano, i tuoi genitori non ti apprezzano. Perch continui a
sopportare queste umiliazioni, meglio andare in Spagna, lavoriamo, costruiamo il nostro futuro.
(intervista rappresentante ONG)
Mi costringevano a mettere il telefono in vivavoce, e mi dicevano: vedi chi tuo padre, quale padre dice a
sua fglia puttana? Ma non ha detto puttana , voleva indicarmi che non bene quello che ho fatto e che
devo cambiare. io ho cercato di spiegarglielo perch conoscevo benissimo mio pap e sapevo che non voleva
ofendermi. (...) E loro dicevano tu vedi lui come parla, mentre tu parli in modo gentile con lui: Parlavano
male dei miei genitori, e di mia madre, non sopportavano mia sorella, la insultavano, stupida...
(intervista vittima di tratta)
I reclutatori sono descritti dalle vittime come persone pazienti, pronte ad ascoltare, che sanno valutare i bisogni,
le carenze e le aspirazioni delle vittime e allo stesso tempo di offrire, di se stessi, unimmagine di persone altruiste
e di fiducia.
Ti dice esattamente quello che vuoi sentirti dire e ti d quella sensazione di sicurezza. Se hai un problema alle
3 del mattino viene e sta l e parla con te. Hanno una pazienza fenomenale. Nervi dacciaio. Se io fossi stato
un uomo e avessi voluto portare una ragazza allestero non avrei potuto stare a sentire tutte le sue lamentele.
Sono persone molto istruite.
(intervista vittima di tratta)
b) La strategia di costruzione del progetto di vita ofrendo migliori opportunit di lavoro
Gli intervistati hanno sottolineato che, nella maggior parte dei casi le vittime sono state contattate direttamente
dai reclutatori con la promessa di un lavoro allestero, ben pagato e che di solito non richiede particolari qualifi-
che. Nella maggior parte dei casi, le vittime conoscevano i reclutatori, erano parte della loro cerchia di amici ed
erano stati raccomandati da una persona nota di cui esse si fidavano.
La proposta ben confezionata e il reclutatore qualcuno molto vicino a loro o alla loro famiglia. (...) I
reclutatori o trafcanti non sono necessariamente di tipo violento ma sono ex compagni di scuola, colleghi di
lavoro, persone che in un modo o nellaltro vengono rispettati nella stessa comunit .
(intervista rappresentante ONG)
Mi stato promesso un lavoro l, in qualche modo dovrei lavorare per loro. Si trattava di un posto di lavoro, e
dovevo andare con il mio ex. Alla fne, sono andata solo io e ho visto che dovevo lavorare solo per loro e che
non cera un posto di lavoro come avevano promesso.
(intervista vittima di tratta)
Laccettazione di queste offerte molto spesso motivata dalla precaria situazione economica delle vittime e il
naturale desiderio di assicurare ai propri cari una vita migliore (soprattutto ai bambini e ai genitori).
Lavoravo per i tedeschi (...) a basso prezzo. Allinizio pagavano gli straordinari in contanti o attraverso i ticket
da 100.000. Ultimamente, pagavano solo con i soldi, non era molto conveniente perch le tasse erano molto
alte. Pagavano gli straordinari, ma non molto bene. Non mi rimaneva molto. Ultimamente anche i ticket erano
tassati. Nemmeno le condizioni erano buone, spesso ero senza stipendio, e allora ho pensato che avrei potuto
provare, senza pensare a ci che poteva essere.
(intervista vittima di tratta)
Lei ha detto che conosce qualcuno in Ungheria che lavora a Interspar e le ho detto che voglio anche io
andare. Non ho mai pensato nulla di male. Mi aspettavo che tutto andasse bene, cosi avrei fatto un p di
ordine nella mia vita. Sono andata via e da quel momento mi ha detto che ero sua, di quell uomo che mi ha
portato via, questi si occupano solo di questo.... solo di donne, di farle diventare prostitute. Prima non mi hanno
detto come stavano le cose e hanno organizzato i voli e le altre cose e poi dopo una settimana mi hanno
portato in Olanda.
(intervista vittima di tratta)
Uno dei modi pi utilizzati per il reclutamento e successivamente per gli abusi sessuali sulle ragazze si basa sulle
conoscenze che i trafficanti hanno delle circostanze personali / familiari che potrebbero alimentare lo stato di vul-
nerabilit delle vittime. Lofferta di lavoro , in questi casi, equivalente a risolvere i problemi familiari importanti
per le vittime o, in alcuni casi, rappresenta lunica opportunit di uscita dal contesto familiare violento.
Conosce la famiglia molto bene, nulla accidentale. Segue, controlla si interviene quando c pi bisogno
durante una situazione confittuale, approfttando di questo, ingannandola con dei bei sogni.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
E lei, conoscendo tutta la situazione, le veniva facile dire dai, vai che starai meglio, avrai anche tu qualche
soldino per te, per il bambino , come ogni persona. Beh, non proprio come ogni persona, che suppongo che
anche la situazione con lui, lo stress, le percosse, gli insulti e mi sono detta che pu essere un modo di uscirne,
di non essere ancora con lui, e sono andata con lidea di mettere da parte qualche soldino, mi prendo una
casettina, una camera, qualunque cosa, ma sar mia.
(intervista vittima di tratta)
Oltre al reclutamento diretto, esiste anche una forma di reclutamento dove questo tipo di rapporto manca. In
particolare, negli ultimi anni (2007-2011), sta diventando sempre pi comune il metodo di reclutamento attraver-
so Internet. molto pi facile per i trafficanti utilizzare questo metodo, perch i rischi di essere identificati sono
ridotti, e come un esperto ha detto, non c alcuna traccia.
Molte vittime dello sfruttamento sessuale sono state reclutate tramite Internet. Hanno raggiunto o non hanno
raggiunto la fase di sfruttamento, e mi riferisco alle potenziali vittime. Ma anche le potenziali vittime sono
entrate in un programma di assistenza o almeno in un programma di consulenza.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Il primo caso di questanno era una minore di 17 anni, reclutata su Internet, tramite Messenger. La campagna
era in corso e questo stato il primo caso. Lui ha trovato lIDdi Messenger, ha iniziato a inviarle alcuni
messaggi, fno a quando hanno iniziato a parlare, voleva vedermi , V. mi ha detto quanto eri bella. Hanno
parlato tramite Messenger, si sono incontrati, diventati amici e poi vieni con me in Germania.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 52 53 Sez i one 4 - Re c l ut ame nt o de l l e v i t t i me de l l a t r at t a
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Un caso singolare quello di una vittima che stata reclutata con una telefonata da una persona sconosciuta.
Ha detto che ha chiamato un numero a caso. Ha semplicemente detto Ciao, voglio conoscerti. Ci siamo
confdati. Come stiamo, ci che speriamo dalla vita, dalla gente. Abbiamo avuto delle conversazioni
telefoniche per qualche settimana, poi, tramite Internet, ci siamo incontrati e poi ho detto che ci potevamo
conoscere faccia a faccia. Siccome era proprio un periodo di festa, ho deciso di andare a conoscerlo.
(intervista vittima di tratta).
Uno degli intervistati si ricorda una situazione di reclutamento pun po particolare, ma dove la combinazione di
diversi fattori - il tipo di lavoro, la precedente esperienza della vittima nel settore e in particolare il sesso del reclu-
tante (femminile) hanno offerto una maggiore affidabilit dellofferta e hanno svolto un ruolo importante per la
vittima nel prendere la decisione di lasciare il paese.
Le vittime vengono a conoscenza delle oferte tramite giornali o conoscenze (...). Abbiamo avuto vittime che
sono andate come baby-sitter perch hanno visto un annuncio su un palo. Alla ragazza sembrava afdabile
il lavoro di baby-sitter, aveva esperienza come baby sitter in Germania e allora ha detto che era OK. Quando
una signora ha risposto al telefono sembrava ancora pi afdabile, e quando si sono incontrate e ha visto una
signora di una certa et, ha detto che tutto ancora di pi OK.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Gli esperti intervistati sottolineano che molto spesso, le persone incaricate per il reclutamento delle vittime sono
donne, molte delle quali con grande esperienza in questa attivit, o addirittura coppie.
La maggior parte dei reclutatori di sesso femminile. Sono amiche, compagne di scuola, compagne di classe,
cugine. Si tratta di studentesse un p pi adulte che reclutano e poi le fanno passare al prossimo .
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Sono molto esperte. A un certo punto ho avuto limpressione che ci sia stata una specializzazione delle donne
locali. Non so se questa la prima volta che si parla di questa situazione, per cosi tanta esperienza credo che
si sia sviluppata tramite la rete di prostituzione. Uomini, per anche tante donne. In generale le pi anziane
erano il cervello, invece quelle che si avvicinavano alle vittime erano le giovani, perch loro sottolineavano,
ad esempio, io ce lho fatta, ce la puoi fare anche tu con un messaggio non verbale che veniva trasmesso.
(intervista rappresentante ONG)
Cerano un paio di coppie di operatori, un lui e una lei, una famiglia che, quando ha sentito la storia della
ragazza, ha detto, oh, ma quanto deve essere difcile, come ci dispiace per te, ma come non ti ama nessuno,
come mai non hai nemmeno dove abitare! Vieni da noi! ti accogliamo, siamo dei benefattori e ci prendiamo
cura di tutti in particolare dei bambini soli.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
c) La strategia di costruzione del progetto di una vita migliore per la coppia esistente
Durante le interviste, alcuni intervistati hanno menzionato situazioni in cui il reclutatore non era solo un cono-
scente o una persona vicina alla famiglia, ma addirittura un membro di essa.
Per non ricordare questi coniugi. Lei (..) ha due fgli, il marito il trafcante ed in carcere l. Ma abbiamo altre
due con la stessa storia. Non ci posso credere. Con due fgli, con un fglio, venduti dal partner di vita.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Alcune, proprio con il marito o il partner, il compagno di vita se ne sono andati l e lui ha cambiato
completamente faccia, il comportamento. Anche se sono stati per molti anni insieme e hanno avuto dei fgli.
Molte di loro erano cos.
(intervista rappresentante ONG)
Lui la convince a diventare sua moglie, senza difcolt. Poich era minore, hanno fatto una richiesta ufciale
alla Direzione per la Tutela dei minori, che gli ha dato il suo consenso. C stato il matrimonio, i genitori della
ragazza erano impazziti, lui la prese e se ne and con lei allestero perch era la sua legittima moglie. E dopo
averla portata l, ha portato anche altre ragazze.
(intervista rappresentante ONG)
Due delle vittime intervistate descrivono il momento in cui i partner - i padri dei loro figli - sono stati coloro che
hanno determinato situazioni di sfruttamento, addirittura, in uno dei casi la vendita avvenuta in presenza della
vittima.
Quando sono tornata a casa, sulla strada ha ricevuto alcune telefonate e ho visto che mi stava evitando.
Lui mi ha detto lascia la bambina, truccati e andiamo al parco e io gli ho risposto come faccio a lasciare la
bambina a casa se noi andiamo al parco? Quando sono arrivata li (. ..) sono arrivate anche altre persone e
siamo andati in una zona dove c era un campo e ho visto che hanno dato una somma di denaro a mio marito
(marito-nn). venuto da me e mi ha detto: stai buona, non dire nulla, non gridare, perch non urlare?,
Perch ti ho venduto, per vengo a prenderti indietro . Cosa vuol dire che mi hai venduta? . Non capivo come
avesse potuto vendermi. (...) Cominci a insultarmi davanti a tutti e a picchiarmi, poi mi hanno caricata nella
macchina e mi sono svegliata in una casa dove mi hanno tenuto per tre giorni, mi hanno dato solo pillole.
Quando siamo arrivati, poi mi hanno preso alcune persone e mi hanno portato a. Nei tre giorni passati l non
avevo nemmeno il permesso di andare in bagno, niente, ero tenuta sotto sorveglianza.
(intervista vittima di tratta)
Nel momento quando lui ha deciso di partire, io mi sono fdata di lui. Partiremo e lavoreremo per la nostra
famiglia . Mi disse che avremmo curato degli anziani, io mi sarei presa cura dellinterno e lui del giardino.
Ma non stato cos. Allarrivo, gi dalla fermata del pullman mi ha detto che avrei lavorato in strada. Aveva
organizzato tutto gi dalla partenza.
(intervista vittima di tratta).
Come detto da alcuni esperti e vittime, il sequestro di persona rimane una forma dingresso delle giovani in que-
ste situazioni di sfruttamento.
Lultimo caso che ho conosciuto stato un vero rapimento. Lha vista sulla strada una sera, lha vista da sola, e
allora efettivamente lha rapita, con la forza, lha legata e lha messa in macchina.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Io non volevo salire in macchina, ma mi hanno detto di salire, e che se non lo avessi fatto mi avrebbero fatto
salire loro . Mi hanno detto di stare sdraiata. Perch dovrei stare sdraiata, io non posso stare cosi Quando
hanno raggiunto la stazione hanno riempito il serbatoio, e sono andati in Francia, verso la dogana. Hanno
detto che da loro, gli zingari rubano le donne.
(intervista vittima di tratta)
Ho iniziato la scuola ed ero pendolare. Una mattinata sono venuta alla fermata per aspettare la macchina per
andare a scuola. successo dopo due settimane dallinizio della scuola. Si ferm una macchina vicino a me,
scese una persona che mi spinse sul sedile posteriore, in una parola mi ha rapita.
(intervista vittima di tratta)
Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 54 55
Sezione 5
Sfruttamento
delle vittime della tratta
Livia Aninoanu va Lszl Gina Stoian Louis Ulrich
Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 56 57 Sez i one 5 - S f r ut t ame nt o de l l e v i t t i me de l l a t r at t a
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Sezione 5:
Sfruttamento delle vittime della tratta
La relazione tra la vittima ed il trafcante
La maggior parte degli intervistati ritiene che il nuovo contesto della tratta, alimentata dalla possibilit di libera
circolazione dei cittadini romeni nella comunit europea, ha portato non solo a un cambiamento in termini di
paesi di destinazione, ma anche ad una riorganizzazione e ad un mutamento dei comportamenti nelle relazioni
tra le vittime ed i reclutatori/trafficanti. La duplice dimensione, reclutatore e sfruttatore, fidanzato/marito alla
base della costruzione di un probabile, e illusorio, progetto di coppia per una vita migliore. In tale contesto, le
giovani coinvolte, allinterno di un progetto condiviso e di una relazione accettano qualsiasi richiesta da parte del
trafficante, incluso lesercizio della prostituzione e il reclutamento di altri giovani ragazze.
Mia cara, visto che io non ho trovato lavoro come muratore e visto che non ho trovato nulla neanche per te,
stai tu una settimana sulla strada, per procurare da mangiare, nessuno verr mai a saperlo, sarai la mia eroina
.. e lei ha creduto.
(intervista rappresentante ONG)
Quando esiste un rapporto damore il mio uomo. il mio uomo ed io sono la sua donna, questo che
pensa anche se lui va con non so quante altre donne. Si prostituisce anche se la sua donna, si prostituisce per
lui, perch glielha chiesto lui e questo vuol dire che giusto quello che fa.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Cerano 5-6 casi di sfruttamento ad opera dei coniugi, si sono sposati tra di loro e le donne a loro volta
dovevano reclutare altre ragazze, per contribuire ai proftti aziendali.
(intervista rappresentante ONG)
E sempre quando gli chiedevo perch non posso rimanere io a casa e mandare in strada le altre ragazze,
diceva che io guadagno pi delle altre.
(intervista vittima di tratta)
Le modifiche nella strategia dei trafficanti, il ridotto ricorso alla violenza fisica sostituita dalla manipolazione affet-
tiva o dal ricatto emotivo e, in questo contesto, la crescente accettazione da parte delle giovani della possibilit
di prostituirsi allestero, negando di essere sfruttate, rendono i confini della tratta a scopo di sfruttamento sessuale
e della prostituzione sempre meno chiari e definiti. Il rapporto di dipendenza della vittima dal trafficante non
solo una relazione di natura emotiva, ma soprattutto una relazione basata sullaccettazione e il consenso da parte
della vittima, una relazione che continua anche dopo la partenza per lestero, anche quando la condizione di sfrut-
tamento diventa manifesta. Tuttavia, proprio questa illusoria consensualit costruita generata dalla complessit
dei fattori gi analizzati, a cui si aggiungono le illusioni e le false promesse amplifica il trauma. Lapparente con-
senso delle vittime, la libera scelta di praticare la prostituzione, quello che, secondo gli intervistati, determina
lo stato di estrema confusione, la loro incapacit di capire la condizione di vittima, e pi spesso, la negazione della
situazione di tratta a scopo di sfruttamento sessuale.
Quando si rende conto che qualcosa non va, che in qualche modo stata sfruttata, che lei non fa altro che
lavorare e, che lui ha smesso di cercarle un altro posto di lavoro, a quel punto non pu denunciare quello che
le sta capitando, perch getterebbe la colpa su se stessa : perch sono stata cosi stupida, perch ho accettato?
Questo il problema, non posso dire a nessuno che sono una vittima perch, ho accettato di lavorare sulla
strada. Vede il problema in questo modo. E allora, comincia a sentirsi ancora pi colpevole. A questo punto
pi difcile convincerla a denunciare lo sfruttatore perch lei che si sente colpevole: ho accettato di lavorare
in strada, io sono andata in strada.
(intervista rappresentante ONG)
Non capiscono che quellindividuo in realt ha approfttato di loro. capitato, non stato piacevole
pero andata cosi. Loro vivono lesperienza cos. Per non capiscono che praticamente quellindividuo ha
guadagnato soldi sulle loro spalle, che lei stata una vittima. (...) Ma che tratta, io non sono stata vittima di
tratta, io sono andata con il mio fdanzato! Gli spieghi come stanno le cose e lei dice, io non sono stata vittima
di tratta! E che lei deve fare in modo che la situazione non si ripeta. Questo vuol dire che, se quellindividuo ha
profttato di lei e lha usata, in futuro deve essere un po pi attenta.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
La fiducia nel trafficante e nella sua buona fede cosi grande che, le vittime spesso rifiutano di presentare de-
nuncia. Tuttavia, ci sono anche situazioni che si caratterizzano per una buona dose di ambivalenza specialmente
emotiva, lindecisione di testimoniare contro i trafficanti determinata non solo dai legami sentimentali ma an-
che dalla preoccupazione per le possibili reazioni da parte della comunit o di rappresaglie da parte di persone
vicine ai trafficanti.
Spesso la vittima stessa a dire non voglio testimoniare perch quella persona mi stata vicina in diversi
momenti. Non voleva farmi del male, voleva solo aiutarmi! Ne sono cosi convinte che non vorrebbero in alcun
modo sporgere denuncia o fare il nome dello sfruttatore in alcuna dichiarazione.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Il problema il seguente, anche se la donna venuta, mi ha detto molto chiaramente: signora non ho niente
da dichiarare, non voglio parlare di quella persona, non ho niente contro di lui, mi ha aiutato a trovare un
posto, mi ha trovato un alloggio, mi ha portato allestero anche se ero minorenne, in 6 mesi ho lavorato solo 3
giorni per lui, il resto del tempo lavoravo per me, ho fnito di costruire la casa, ho fnito di costruire la recinzione,
sono estremamente contenta. Che cosa puoi dirle? E non hai alcun elemento di prova per potergli dire che
stata sfruttata, trascurata, niente, niente. Tutta la famiglia lo sa e non ha alcun problema.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Ho incontrato anche ragazze che non parlavano molto, erano pi riservate perch, alcune avevano avuto
relazioni intime con i trafcanti, non solo amichevoli ma proprio intime in alcuni casi. Non hanno voluto
parlare proprio perch, volevano difenderlo o per paura che venisse scoperto e che gli sarebbe potuto capitare
qualcosa di male.
(intervista rappresentante ONG)
Luso della violenza
La violenza stata, ed uno degli elementi costitutivi della tratta in genere e della tratta a scopo di sfruttamento
sessuale in particolare, utilizzata per umiliare le vittime, distruggere la fiducia in se stesse e rafforzare il rapporto
di dominazione arrivando fino a provocare lesioni gravi o addirittura la morte delle vittime. Attraverso la violenza
fisica lo sfruttatore d dimostrazione di potere assoluto, il diritto di vita e di morte sulle vittime, anche se sembra
che stiamo assistendo ad una riduzione del ricorso a tali forme di abuso. Secondo alcuni intervistati questo tipo
di abuso meno utilizzato, sia nel caso della tratta interna che esterna.
Non si usa pi la violenza. Queste modalit lasciano delle tracce che poi possono essere dimostrate
scientifcamente e dal medico legale. pi facile utilizzare la manipolazione afettiva perch si vedono i
risultati e dura di pi. (...) Si pone molta enfasi sulla valutazione personale, su quello che queste persone
sentono, sulle cose di cui questi bambini hanno bisogno : sei molto speciale, sei meravigliosa
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Cosa posso dire, si usa ancora la violenza verbale, le minacce. Abbiamo avuto casi di violenza fsica, secondo
quello che raccontano le ragazze, si, mi hanno picchiata per non in modo constante per terrorizzarmi.
Riguarda il passato la tratta cruenta, adesso non c pi.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 58 59 Sez i one 5 - S f r ut t ame nt o de l l e v i t t i me de l l a t r at t a
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Bisogna dire che, il ricorso limitato ai metodi di costrizione fisica non annulla il carattere essenzialmente violento
del fenomeno della tratta. La tratta delle persone non unattivit che si basa su un rapporto di parit tra le parti,
tra gli attori trafficante e vittime, ma implica un rapporto di potere espresso esplicitamente attraverso la sotto-
missione incondizionata da parte delle vittime nei confronti dei trafficanti indipendentemente dalle modalit con
cui viene ottenuta. Stiamo assistendo solo ad una rimodulazione delloppressione e della forza, ad una sostitu-
zione verso forme di controllo non basate sullaggressione fisica e la minaccia che si realizzano con la distruzione
scrupolosa e inizialmente indolore delle parti del nostro essere e non del nostro corpo come diceva Noica.
Io ho sentito che lui diverso, per lui non mi ha mai detto niente. Probabilmente allinizio si comportava cosi
bene ed era cosi tenero per non farmi capire che stava insieme a me solo per procurargli dei soldi. Gli chiedevo
sempre perch era cambiato. Andava molto spesso in Romania e mi lasciava da sola in Italia. Quando lo
chiamavo non mi rispondeva, parlava con me solo quando ne aveva voglia. Era totalmente cambiato. Sapeva
che non lo avrei lasciato perch lo amavo e per questo si comportava cosi.
(intervista vittima di tratta)
Tuttavia, la manipolazione emotiva, pi o meno raffinata, tipica della fase di reclutamento, in molto spesso
seguita dalluso della violenza fisica durante la fase di sfruttamento. Ci sono casi in cui, come accennato dagli
intervistati, laggressione estrema viene praticata ogni giorno dai trafficanti, le vittime vivono costantemente nel
terrore fisico e psicologico. Nella maggior parte dei casi in cui il reclutamento avviene tramite la falsa promessa di
un lavoro o nei casi di rapimento, lo sfruttamento quello di tipo classico, in cui il principale mezzo di coerci-
zione delle vittime costituito dalle manifestazioni aggressive degli sfruttatori, delle persone che le controllano
e/o dei clienti.
Non avevo idea di niente, sono stata venduta cosi. Mi picchiavano quando hanno visto che reagivo alla
situazione: Eh va bene, ma perch? Ora dovrai lavorare per noi! E poi ho detto Dio mio , ma che succede?
Perch dovrei lavorare per voi?. Per questo mi hanno picchiata, perch ho fatto delle domande. Mi dissero che
se non mi andava bene quello volevano da me, mi avrebbero uccisa, mi avrebbero messo in un sacco e gettato
nella spazzatura e mi minacciavano cosi. Credo che non fossero solo minacce, lo avrebbero fatto.
(intervista vittima di tratta)
Vuoi venire con me in Italia? Si, ma non ho soldi, non ho documenti! Fa niente ti paghiamo noi i documenti, ti
paghiamo il viaggio. Arrivata in Italia ti dicono che gli devi restituire subito 700 Euro. Per questo devi lavorare.
E fnisci a lavorare in strada, a prostituirti. La prima reazione di rifutare. Dopo seguono stupri, pestaggi, fno a
quando fnisci per accettare. Sei sempre controllata in strada.
(intervista rappresentante ONG)
Penso che questa persona abbia fatto ricorso a forme di violenza fsiche crudeli mai sentite. Le ragazze
erano molto spaventate, avevano tanta paura di lui alloggiavano in un appartamento e venivano sfruttate
li o direttamente a casa dei clienti le ragazze raccontavano che quando sentivano il rumore sulle scale,
o semplicemente i rumori delle vicine della porta accanto, cominciavano a tremare per la paura. Venivano
picchiate senza nessun motivo, se non portavano abbastanza soldi, facevano patire la fame. Venivano
picchiate con il martello, ferite con un cacciavite, e il buco era cosi grande che potevano mettere il dito.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Abbiamo avuto il caso di una ragazza a cui hanno anche sparato. successo in Italia un caso del
2007 la vittima stata identifcata nel 2011. Nel 2007 partita con un amico per trovare un posto di lavoro,
quando arrivata le ha detto: non ho trovato un posto di lavoro, devi cercare i soldi. Lha portata in strada
e successivamente arrivata da un italiano. Litaliano la picchiava, le ha rotto una mano e una volta per la
rabbia gli ha sparato ad un piede e lha curata con acqua distillata, senza portarla da un medico. Litaliano ora
in prigione, un caso recente.
(intervista rappresentante ONG)
Partenza/uscita dal paese
Nel caso di vittime che saranno trafficate allestero, il viaggio verso il primo paese di destinazione si svolge gene-
ralmente in gruppo, spesso in compagnia dei reclutatori o dei trafficanti, lattraversamento della frontiera romena
viene spesso seguito da una serie di aggressioni fisiche e umiliazioni nei confronti delle ragazze.
Sono pochi i casi in cui le ragazze hanno deciso di partire da sole, hanno deciso dove andare, hanno viaggiato
da sole. Abbiamo pochi casi del genere. La maggior parte rientra nei giri di conoscenze, amici dicono loro.
(intervista rappresentante ONG)
C una vera e propria catena di intermediari. In ogni caso, la vittima non attraversa il confne con una
persona sconosciuta, ma sempre con un amico.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Sono rimasta sorpresa che volessero andare cosi presto in vacanza e da quel momento hanno cominciato ad
essere aggressivi. Hanno cominciato a picchiarmi, mi picchiavano in testa, mi picchiavano in testa perch cos
non rimanevano i segni, erano attenti a non lasciare tracce, sangue e cose del genere.
(intervista vittima di tratta)
Alcuni intervistati hanno sottolineato il fatto che lattraversamento delle frontiere delle vittime minorenni senza
i documenti che attestano il consenso dei genitori, a volte avviene con la complicit delle autorit di frontiera.
spiegavano che per le vittime minorenni che sono uscite dal paese con un minibus stato oferto qualcosa al
poliziotto della dogana, dei soldi.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Non guardano. Tante delle ragazze mi raccontano - Che succede?, tu sai che sei minore e non hai il diritto
di attraversare la dogana, un attraversamento illegale, provo a spiegargli Ma che diavolo, non guardano
nemmeno la carta didentit, 20-30 euro!. La tarifa scesa.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Il luogo dello sfruttamento
Per quando riguarda il luogo dello sfruttamento, le vittime di tratta interna sono forzate a prostituirsi sulla strada,
nei bar o club, negli appartamenti presi in affitto dai trafficanti o negli hotel, a volte a casa dei clienti.
Per la tratta interna classico : case, appartamenti, hotel, sulla strada: E abbiamo sempre pi casi di
minorenni sulla strada.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Sono state sfruttate anche in strada, sono state prese durante la scuola, costrette a salire in macchina e
costrette ad avere rapporti sessuali nella zona. Ma anche in alberghi o appartamenti che loro conoscevano,
praticamente nei posti dove si potevano svolgere queste attivit.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Sfruttata, coinvolta in situazioni di tratta interna, costretta a drogarsi, ad avere rapporti sessuali con i clienti
del bar, a ballare. A fare tutto quello che....
(intervista rappresentante ONG)
Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 60 61 Sez i one 5 - S f r ut t ame nt o de l l e v i t t i me de l l a t r at t a
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Allestero, lo sfruttamento avviene sia in strada che negli spazi chiusi, spesso nei bar, nightclub, bordelli, queste
differenze sono conseguenza della diversa legislazione nei paesi di destinazione, ma anche del diverso atteggia-
mento delle autorit verso il fenomeno della tratta e nei confronti di chi si prostituisce.
Tante ragazze si prostituiscono sulla strada, in Italia solo sulla strada. In Inghilterra solo in sauna che in
realt sono dei bordelli. In Grecia, appartamenti e meno sulla strada, gli appartamenti sono afttati e sono
circa 6-7 in appartamento. In Francia sempre in strada e in appartamento.
(intervista imparentante istituzione governativa)
In Italia, so per certo che tutte sono state sulla strada; in Olanda, in vetrina; in Austria negli alberghi, nei puf
come li chiamano loro.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Vanno anche in Gran Bretagna, Repubblica Ceca, Grecia, dove si prostituiscono indoor, sono costrette a
prostituirsi. Specialmente in Italia sono sempre di pi in strada. Anche i trafcanti si sono specializzati, hanno
cambiato il loro stile ed pi difcile venire a conoscenza
(intervista rappresentante ONG)
Debiti e lo sfruttamento economico.
Anche se alcune delle vittime confermavano di aver ricevuto del denaro per le prestazioni sessuali, non era una
partecipazione effettiva al guadagno ma era parte della strategia di controllo da parte dei trafficanti e una coper-
tura del reato di tratta.
Piano piano questa strategia ha cominciato a diventare pi rafnata. Specialmente adesso perch le ragazze
sfruttate sulla strada ricevono soldi mentre prima non ricevevano assolutamente niente solo cibo ogni tanto ,
giusto per non morire di fame. Adesso ricevono i soldi, anche se a volte gli sfruttatori dicono alla ragazze cosa
devono fare con i soldi ricevuti, comunque le ragazze hanno la sensazione di un grado di libert maggiore.
(intervista rappresentate ONG)
Nella maggior parte dei casi le ragazze non vengono pagate. Sia per la tratta interna che esterna. Quello che
ho notato nella tratta interna e mi era sembrato un modo di operare sospetto che le ragazze erano portate a
prostituirsi in appartamenti che avevano larredo della cucina con dei cassetti. Le ragazze dellappartamento
che erano sotto stretto controllo del trafcante dovevano mettere le some ricevute dai clienti direttamente in
questi cassetti della cucina.(...) Nella tratta esterna di certo i soldi li riceveva direttamente lo sfruttatore, senza
che la vittima li vedesse. Spesso le ragazze non conoscevano la somma, sapevano qualcosa dagli altri. Nelle
circostanze migliori, lo sfruttatore le comprava dei vestiti ma, sempre vestiti succinti, per il piacere dei clienti.
Ricevevano anche sigarette. Cibo, si, ricevevano cibo ma chi poteva mangiare ? Quando lavoravi tutta la notte
non hai neanche tempo, sei contenta se puoi dormire, non hai voglia di mangiare.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Hai fatto quello che volevi con i soldi? No, perch non nascondevo nulla a lui. Tutti i soldi che riuscivo a
guadagnare li mandavo a lui sia quando si trovava in Romania sia quando era in Italia . Mi tenevo solo il
necessario, 10-20 euro.
(intervista vittima di tratta)
Libert di movimento
In apparenza, nella maggior parte dei casi menzionati dagli intervistati, le vittime si sono spostate e hanno co-
municato liberamente, i meccanismi di controllo dei sfruttatori vengono adattati al profilo della vittima. Nel caso
dello sfruttamento allinterno della copia, i meccanismi di controllo sono legati a forme di violenza domestica.
Attualmente, comunque la libert di movimento delle vittime limitata, per non come allinizio. Nei primi
anni le ragazze non erano libere, erano sequestrate. Ultimamente viene riconosciuta una certa libert di
movimento, abbiamo dei casi di minorenni che vanno a scuola per, vengono sorvegliate durante il tragitto
per arrivare a scuola.
(intervista rappresentante istituzione governativa)

Mi proibiva di parlare con mia madre, di andare a visitarla, perch lui pensava che mi avrebbe infuenzata e
lavrei lasciato. Quando arrivavo a casa, litigavamo, non lo sopportava e cominciava a picchiarmi.
(intervista vittima di tratta)
Uno degli assistenti sociali intervistati racconta la discussione che lui ha avuto con la madre di una vittima sfruttata.
La ragazza gli diceva: Non mi chiamare pi perch mi crei problemi, ti chiamo io quando posso e non dire a
nessuno che io ho dei problemi qui. Vi chiamo quando posso. Ho spiegato che chiamava solo nei momenti in
cui era da sola, chiaro che qualcuno fosse li con lei, chiaro che le venisse chiesto di fare questa cosa e per
questo parlava cosi. Non insistete, lasciatela parlare, non chiedete giustifcazioni.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Secondo uno degli intervistati,continuano, tuttavia, a notarsi delle differenze significative tra la tratta interna e
quella esterna in quanto riguarda lo sfruttamento a scopo sessuale.
Le ragazze trafcate allestero non hanno la stessa libert di movimento come quelle trafcate internamente,
proprio perch non realizzano di essere vittime di tratta. Nel senso che possono andare a casa, possono uscire
in citt. Quelle trafcate allestero non hanno libert di movimento. In pi, non possono andare a fare shopping
da sole, non possono uscire fuori di casa quando vogliono, non possono andare dove vogliono, non possono
contattare la loro famiglia mentre le ragazze trafcate internamente possono. Le ragazze trafcate allestero
non ricevono soldi, in Romania le ragazze ogni tanto ricevono soldi, ma dopo gli dicono: se vai dalla Polizia sai
che questa prostituzione, no ? In qualche modo sono soci, anche se le ragazze sono minorenni e hanno paura
del loro sfruttatore. Le ragazze sfruttate allestero, riconoscono subito che avevano paura del loro sfruttatore,
quelle in Romania no; Hanno bisogno di tempo per avere fducia in te, per confessarti che hanno paura. (...) le
ragazze allestero, per esempio sono picchiate, quelle allinterno non vengono picchiate. Quindi le vittime della
tratta interna sono minacciate verbalmente, emotivamente, le vittime della tratta esterna anche fsicamente.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 62 63
Sezione 6
Lapproccio della famiglia,
della comunit e delle autorit
nei confronti delle vittime
della tratta
Livia Aninoanu va Lszl Gina Stoian Louis Ulrich
Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 64 Sez i one 6 - L appr o cc i o de l l a f ami gl i a, de l l a comuni t e de l l e aut or i t ne i conf r ont i de l l e v i t t i me de l l a t r at t a 65
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Sezione 6:
Lapproccio della famiglia, della comunit e delle autorit
nei confronti delle vittime della tratta
a - Lapproccio della comunit e della famiglia nei confronti delle vittime
Lapproccio della famiglia e della comunit nei confronti delle vittime molto spesso connivente specialmente
nelle aree rurali. In genere, il modo in qui si comporta la famiglia con la vittima, riflette il livello di comprensio-
ne, di tolleranza e di riflessione della comunit di origine verso il fenomeno della tratta a scopo di sfruttamento
sessuale/prostituzione. Se spesso il significato e le caratteristiche della tratta come fenomeno sociale non sono co-
nosciute dai membri della comunit, la prostituzione riconosciuta come un danno alla moralit della comunit
1
. Al
di la della condanna immediata, a livello della comunit il tema viene ancora considerato un tab o, se affrontato,
oggetto di una condanna morale molto forte che quasi sempre colpevolizza, classifica, stigma, marginalizza o esclude.
Non posso dimenticare una mamma che la vedeva sempre come colpevole e, fatto che era molto scoraggiante
per la ragazza, non le credeva. Ci era scoraggiante anche per me come specialista, questa cosa rappresentava
un peso enorme, non avevo pi voglia di lavorare. La ragazza si vergognava sempre, stava spesso a testa
bassa, stato molto difcile farmi guardare negli occhi, difcile, molto difcile. Questo parlando della rete
sociale ed afettiva. Parliamo sempre della rete sociale, ma dimentichiamo che la rete sociale risponde a
bisogni emotivi molto importanti e lassenza determina lisolamento
(intervista rappresentante ONG).
Perch cosi penserebbero anche loro, le vittime. Per questo non lo deve sapere nessuno, neanche i vicini. Ma
perch no ? Perch mi giudicherebbero sicuramente. Ma come lo sai ? Da lei, perch farebbe la stessa cosa .
Generalizza quello che sta vivendo. Perch la gente prima di sentire tutta la storia, prima di entrare nella sua
storia, la mette subito con le spalle al muro e questa cosa non le darebbe nemmeno il diritto di replicare...Basta,
li, gi catalogata.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
In genere la vittima colpevole. meglio evitare, perch qualcuno potrebbe pensare che hai una relazione con
la vittima. Quindi, queste cose, da certi punti di vista, partono dalla mentalit.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
La mamma non voleva parlare con me anzi ha mandato una lettera al procuratore con la quale ha chiesto
di ospitarmi in un centro per i minori.
(intervista vittima di tratta)
1 Vedi anche Ronald Weitzer (2007) The Social Construction of Sex Trafficking: Ideology and Institutionalization of a Moral Crusade, Politics&Society 35, p. 451 http://
myweb.dal.ca/mgoodyea/Documents/Migration%20studies/The%20social%20construction%20of%20sex%20trafficking%20Weitzer%20Pol%20Soc%202007%20%20
35%283%29%20%20447-475.pdf
Il principio quello che non sappiamo e non capiamo meglio che lo evitiamo funziona molto bene, nella comu-
nit rurali. Ma questa negazione dei fatti, non significa sviluppare delle azioni preventivi ma molto spesso signifi-
ca respingerle post factum. Un intervistato racconta:
Le comunit sono dei mondi molto chiusi, molto difcile entrare nella comunit e sapere qualcosa, essendo
un estraneo. Anche se riesci ad entrare, i membri della comunit nasconderebbero quello che pi dannoso
e vergognoso. Questo perch non vogliono essere aiutati e non vogliono far conoscere le cose, credono che
possono risolvere i loro problemi da soli e non c bisogno del tuo intervento.() Parlando di casi di tratta, se
vai in una comunit non troverai mai nessuno che ti dice: guarda che quella ragazza si prostituisce, va via la
sera da casa e degli uomini la portano via con la macchina per ofrire servizi sessuale. Non te lo diranno perch
per loro una vergogna ed una condanna per la loro comunit, e per le conseguenze che avrebbe sulla
comunit...
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Parlando della relazione familiare, pi o meno funzionale, la relazione familiare nei confronti della vittima e degli
eventi traumatici subiti dalla stessa vengono spesso influenzati della reazione della comunit. Anche se il senti-
mento di vergogna delle vittime e implicitamente le paure della famiglia verso lapproccio della comunit preval-
gono, la posizione della famiglia molto bene descritta da uno degli intervistati:
Tuttavia esistono due tipi di famiglie: quelle che non riconoscono i loro limiti non ammettono che, o Dio,
io sono cos, senza istruzione, non sapevo, non ho fatto, non vado da nessuna parte, n dal medico, n in
chiesa, n dal sindaco, e purtroppo mia fglia arrivata in queste condizioni! NO! Perci, esistono due tipi di
famiglie, come dicevo: le prime che non accettano i loro limiti e che lasciano ricadere tutto il peso sulla fglia
una volta tornata a casa, perch comunque tutta colpa sua. Quelle che attribuiscono ai loro fgli tutti i loro
fallimenti, quelle che in un certo senso accolgono i loro fgli, ma non parlano mai di quello che successo, di
tutti gli eventi traumatici vissuti o del fatto che hanno macchiato la loro immagine in comunit, tra i vicini.
Sto pensando al fatto che abbiamo avuto anche questo tipo di casi a Iasi e l non possiamo parlare di una
comunit, di vicini. L si sa che la ragazza stata portata via ma non che successo con il suo consenso? E
cos via. E apparentemente, la famiglia supera questi momenti, ma non fa quasi niente per la fglia, per la sua
riabilitazione. La terza categoria di famiglie quella che cerca di essere veramente un supporto morale per la
fglia nel senso che la convince a ritornare a scuola, la trattano bene, la supportano anche psicologicamente e
la fanno visitare dal dottore.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Di solito in queste famiglie (di livello medio), i genitori non attendono le autorit per risolvere i problemi, ma
pagano degli investigatori, vanno a cercarle, fanno qualsiasi cosa; sono distrutti perch la prendono come un
fallimento personale, hanno paura di essere stigmatizzati! In genere non si parla pi di povert, ma si parla del
livello di istruzione del minore, di ignoranza, fatto che non succedeva qualche anno fa.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Io cercavo di fare questo, di lavorare con le famiglie e credo di non aver mai visto la gioia di rivedere tornata a
casa la fglia.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Non mancano ovviamente le situazioni in cui le famiglie aiutano incondizionatamente le vittime, indipenden-
temente dalla loro ribellione. Tuttavia, la maggior parte degli intervistati insiste sul fatto che, in generale, esiste
un appoggio maggiore per le vittime nellambiente urbano, nelle grandi citt. Lintegrazione infatti favorita dal
livello deducazione pi elevato e dalle migliori condizioni materiali.
Sono pochissime le famiglie che capiscono efettivamente che le vittime non hanno nessuna colpa, e si
occupano di tirarle fuori da questa situazione; sono pochi quelli che capiscono veramente e che dicono fa
niente amore, tu rimani comunque nostra fglia, ti amiamo lo stesso e sappiamo che non colpa tua ma
sono veramente poche, diciamo circa 2%, Il resto parte gi dallidea dai, tanto ti conosciamo bene, sappiamo
chi sei in realt.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 66 67 Sez i one 6 - L appr o cc i o de l l a f ami gl i a, de l l a comuni t e de l l e aut or i t ne i conf r ont i de l l e v i t t i me de l l a t r at t a
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In genere la vittima aiutata dalla famiglia che benestante. Quando parliamo della gente semplice pi
difcile perch prima o poi la giudicheranno, anche se allinizio mostrano comprensione prima o poi diranno
qualcosa che la far stare male e cos via Ci sono anche i casi positivi, per in quei casi, la famiglia deve avere
una certa posizione, un certo livello di comprensione dei genitori per poter capire una cosa del genere. Un
interesse maggiore da parte della famiglia rispetto quello che vuoi condividere con loro e a quello che intendi
realizzare insieme a loro
(intervista rappresentante istituzione governativa)
La maggior parte delle vittime proviene da famiglie in situazioni di difficolt (economiche e di salute), caratte-
rizzate da episodi di violenza fisica molto gravi che coinvolgono sia loro che gli altri membri dalla famiglia. Tante
vittime sono la rappresentazione perfetta di una distribuzione perniciosa dei ruoli allinterno della maggior parte
delle famiglie in Romania, specialmente quelle dallambiente rurale. In molti casi il pap rappresenta la figura
centrale, violenta e autoritaria, autrice di abusi; quando manca il padre biologico, il suo posto viene preso dal
convivente o dal patrigno, o da uno dei fratelli, in ogni caso da una figura maschile dalla famiglia. La donna non
pu avere che una posizione inferiore, svolgendo solo mansioni di routine: si fa carico da giovane delle attivit
casalinghe e dei ruoli allinterno della famiglia, subisce costantemente violenze, viene sottovalutato il ruolo della
scuola nellevoluzione sociale delle ragazze e delle donne. Cos questo modello tradizionalista della donna rome-
na, che non ha altri obiettivi che quello di sposarsi e avere dei figli un modello molto pericoloso, che porta in
modo inconsapevole ma inevitabile alla riduzione della donna a merce, oggetto di scambio tra gli uomini.
Anche se meno frequenti, questi casi non mancano mai nelle interviste con gli specialisti, e restituiscono lidea di
un contesto sociale che promuove la sottomissione incondizionata delle donne alle figure maschili, associata ai
lavori domestici. Tutto ci non solo indebolisce le relazioni che gi sono impari, ma determina anche la perdita
degli elementi di personalit, individualit trasformandole in una merce economica politica del sesso - una stra-
da che porta alla tratta a scopo di sfruttamento sessuale.
Se il pap consegna sua fglia al marito, come se fosse davvero un bene per non dire una merce, ma
comunque un oggetto. In realt non pi un essere umano.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Luso della violenza verso i figli a fini educativi e laccettazione della posizione di subordinazione della donna
sono considerati normali anche dalle madri. Si tratta di modelli educativi e comportamentali fortemente inte-
riorizzati e consolidati.
Penso che la signora avrebbe reagito diversamente, ma era tutto ci che sapeva, tutto quello che poteva fare,
vivendo in campagna, essere picchiata era normale e se hai anche un fratello maggiore...Per lei era normale
che il fratello maggiore la picchiasse, avendo 7-8 anni pi di lei, la portava a scuola per mano. Lui lha cresciuta
da quando era piccola, la portava a scuola, le preparava da mangiare, la aiutava a fare i compiti. Quindi in
qualche modo cercava di scusarlo, nel senso che il fratello ha tutti i diritti di assumere il ruolo del pap. Quando
ha realizzato quello che stava succedendo, si resa conto che non era assolutamente normale
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Questo tipo di relazioni familiari, linterscambiabilit dei ruoli, la sostituzione simbolica o effettiva dei membri, il
ricorso alla violenza, la mancanza di comunicazione e, spesso, la mancanza di interesse nei confronti dellistruzio-
ne, portano sia allindifferenza, sia ad un atteggiamento di rifiuto quando la vittima vuole tornare a casa dopo un
episodio di tratta.
Tante di loro mi hanno detto: ai miei genitori non interessa cosa mi capitato o il fatto che manchi di casa non
un problema per loro. Oppure: la mamma non mi ama, ama di pi mia sorella o mio fratello. Se mi avesse
amata non sarebbe andata con un altro uomo e ancora di pi non avrebbe avuto un bambino. o mi lasciano
dai miei nonni
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Sebbene le risorse dimmagine siano molto limitate a livello delle comunit rurali, le famiglie delle vittime reagi-
scono spesso schierandosi contro le proprie figlie; si tratta degli ultimi sforzi per preservare lorgoglio, di mecca-
nismi primari di salvataggio di una illusoria moralit della famiglia LEI versus NOI.
La vergogna prima di tutto. Venendo dalla campagna, dove la moralit un valore, una ragazza del genere
viene considerata una prostituta, una giovane che vende il suo corpo. Allora i genitori vedono questo come una
vergogna per la famiglia, come possibile che la loro fglia faccia queste cose?
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Parliamo della vergogna in tanti casi. Si vergognano, e dicono mi hai portato qui, per colpa tua sono qui!
Noto spesso questo atteggiamento dei genitori, soprattutto quando si tratta delle ragazze pi piccole. Mio Dio
cosa successo? per colpa tua sono qui. Cosa dir la gente, c tanta gente intorno a me, tante autorit, cosa
penseranno di me?
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Lo stigma, la condanna pubblica possono essere evitati o almeno limitati attraverso un atteggiamento di eli-
minazione del male e grazie anche allintervento diretto della famiglia. Limmagine edulcorata, idealizzata della
comunit rurale non sar influenzata, perch i primi chirurghi estetici sono le famiglie delle vittime. La reazione
della famiglia spesso una copia della reazione della comunit, a livelli pi ristretti, verso la vittima: una reazione
di respingimento di quella persona. interessante notare come, in questa situazione, i legami tra i famigliari si
indeboliscono rispetto al rischio di una stigma da parte della comunit, di una condanna per una famiglia per aver
trasgredito un modello prestabilito da parte di uno dei suoi membri, al contrario di alcune teorie di solidariet
rispetto al male.
La comunit non le permette di ritornare, le puntano contro il dito, le dicono di andarsene perch non fa parte
della loro comunit, sei una puttana e ci vergogniamo di te. Non parlo poi del prete ,dellassistente sociale, ci
stiamo ancora confrontando con i pregiudizi contro questa categoria di vittime.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Unaltra situazione. Un pap che si trovava allestero ha sentito quello che capitato a sua fglia e si rifutato
di cercarla, di tornare nel paese per starle vicino. Anche in questo caso abbiamo notato un atteggiamento
negativo dei suoi fratelli. Loro non la volevano per quello che lei aveva fatto. una persona di cui non vogliamo
parlare, lei non pi dei nostri!
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Latteggiamento della famiglia e della comunit (soprattutto rurale) verso le vittime dovrebbe tuttavia essere
visto nel contesto della definizione del progetto migratorio per un periodo determinato. La migrazione per la-
voro un fenomeno molto diffuso, accettato e anche valorizzato specialmente dai romeni. Lideologia sociale
chiaramente a favore del lavoro allestero. Il successo finanziario, i soldi mandati a casa, il benessere mostrato
spesso con ostentazione sono i fattori che definiscono il successo o il fallimento del progetto di emigrazione . Se
il fallimento del progetto nel caso di un uomo viene visto non solo con compassione e tolleranza ma viene con-
siderato un incidente, il ritorno delle donne come vittime e ancora di pi senza soldi, attira subito la condanna
non solo da parte della famiglia ma anche della comunit.
Un uomo molto pi empowered in una situazione del genere, rispetto ad una donna molto meno
stigmatizzato. Alla fne, ok, ho fallito e questa la situazione!
(intervista rappresentante ONG)
Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 68 69 Sez i one 6 - L appr o cc i o de l l a f ami gl i a, de l l a comuni t e de l l e aut or i t ne i conf r ont i de l l e v i t t i me de l l a t r at t a
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Nel caso dei progetti migratori delle donne, la valutazione da parte della comunit di origine quasi senza ecce-
zioni pi severa, di tipo morale. Tuttavia, in molti casi, le risorse finanziarie ottenute addormentano lintransigen-
za e il ricorso alla rigorosa morale della comunit. Le considerazioni ed i giudizi da entrambi punti di vista- alterati
dal successo finanziario, considerando che lo scopo giustifica i mezzi, o molto duri quando si parla del ritorno
sulla rampa di una donna appartenete alla comunit- sono fatti sulla base dei principi immutabili. E tuttavia,
forzando i limiti di accettabilit, le nuove realt non sono del tutto incomprensibili - gli argomenti morali del tipo
povero e onesto sembrano sparire, almeno nel discorso pubblico, quando ci si confronta con il successo materiale.
Cos, una persona che ha conseguito redditi significativi con la prostituzione pu diventare un modello di succes-
so nella zona di origine e la modalit con cui ha ottenuto i soldi non conta per i suoi connazionali. Ma il fallimento
finanziario, insieme con lo status di vittima, comporta la stigmatizzazione di quella persona.
si parlava anche di un senso di colpa, perch hanno acconsentito, non essendo ancora operante la libera
circolazione delle persone, ad unazione illegale per trovare un lavoro e hanno scoperto, una volta a contatto
con la realt, che invece hanno trovato qualcosaltro () Era pi vergogna, vergogna perch si aspettavano di
tornare con un guadagno, di ritornare con i soldi. Ma sono tornate senza soldi.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Nelle famiglie fragili, specialmente quando le ragazze non le informano e tornano a casa senza soldi e con
i loro problemi, non sono accolte ho avuto dei casi in cui doveva rilasciare una denuncia, venuta, lha
rilasciata, tornando a casa ha trovato il pap adottivo ubriaco, che lha aggredita perch tornata dopo
tanto tempo senza soldi e quindi diventata una bocca in pi a tavola, non essendo neppure sua fglia perch
dovrebbe accoglierla?
( intervista rappresentante istituzione governativa)
Le famiglie delle vittime, molto spesso disfunzionali e in condizioni di povert, sono raramente interessate al
modo in cui vengono ottenuti i soldi mandati a casa della vittima.
Cio, le famiglie che sanno che loro praticano la prostituzione, se ricevono i soldi sono molto contente, invece
non sono interessate a fare qualcosa per impedirlo o per sostenere la reintegrazione sociale, no, proprio
niente() Anche nel caso di litigi, i genitori laccusano e gli dicono di tutti i colori perch si prostituiva
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Purtroppo, di solito, la relazione condizionata dai soldi. Cio, il problema un problema perch rimasta
senza i soldi attesi e promessi. Ci che successo qualcosa che non conta. Guardate cosa le successo, quello
che ha fatto non va bene. Ma la mia sensazione che se tornava a casa con soldi, il problema sarebbe stato
ricondotto alla normalit.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
La mancanza di una forte reazione delle persone appartenenti alle comunit dove lo sfruttamento visibile vista
da certi intervistati del settore non governativo come una complicit alla tratta.
Finch tolleriamo e non facciamo niente quando vediamo i ragazzi in strada, vuol dire che siamo complici.
(intervista rappresentante ONG).
Credo che dobbiamo pensare molto bene chi siamo noi, quando passiamo tranquilli e passeggiamo in mezzo
a questi ragazzi.
(intervista rappresentante ONG)
b - La posizione delle autorit nei confronti del fenomeno della tratta e verso le vittime
Gli intervistati hanno sottolineato che linformazione sul fenomeno della tratta, quando questa esiste, veicolata
soprattutto dagli specialisti del settore (i rappresentanti delle strutture specializzate del Ministero dellAmmini-
strazione e Interni, i magistrati, gli impiegati del DGASPC o degli Ispettorati scolastici). Alcuni esperti evidenziano
che a livello di autorit locali il livello dinformazione che riguarda il fenomeno della tratta scarso, non c chia-
rezza nella distinzione tra tratta e prostituzione o tra le diverse forme della tratta.
Ho avuto questa sensazione e non una volta, proprio di recente, che le autorit quando sentono questo
argomento sembrano che guardino la TV!! qualcosa che sanno che succede ma agli altri in altri posti. Come
ho detto, sembra che esista solo in TV. Non pensano che sia cos vicino a noi, nelle nostre strade, in mezzo a noi,
questo ho notato. Sanno del fenomeno e sono impressionati, ma non sono consapevoli che intorno a noi.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Dal mio punto di vista, penso che siamo riusciti a parlare nelle provincie alle autorit locali, a portare
uninformazione in pi sulla tratta delle persone e fare chiaramente la distinzione tra la prostituzione e la
tratta, questo penso che il primo passo con le autorit locali. Se in Bucarest forse ho trovato un grado di
informazione in pi, quando sono arrivato in altre zone si parlava come se la tratta e la prostituzione fossero
sovrapponibili, senza parlare dello sfruttamento lavorativo
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Credo che sarebbe meraviglioso se alcuni dei rappresentanti delle autorit sapessero cosa vuol dire tratta e
come stabilire metodi dintervento, una rete. A livello delle provincie il processo iniziato, sta andando avanti;
la stessa cosa deve succedere anche con gli altri attori, dovrebbe funzionare. Mi riferisco alle zone che sono
fuori citt, i comuni
( intervista rappresentante istituzione governativa)
Pensano che le persone che ofrono servizi sessuali allinterno del paese sono prostitute, e solo quelle che
vanno allestero sono sfruttate mentre quelle che rimangono allinterno del paese sono solo prostitute e basta.
Sono loro che vogliono fare questo lavoro.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Inoltre, la problematica della tratta , nel maggior parte dei casi, considerata dai rappresentanti delle istituzioni
locali poco importante o secondaria, e questo porta ad una mancanza di fondi assegnati per le attivit di preven-
zione.
Allora penso che non considerata una questione importante o cos importante da poter ottenere dei
fnanziamenti. Solo se dal punto di vista legale, hanno lobbligo di fare questo.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Da noi, la disoccupazione il problema principale, anche la tratta, ma ci sono altri problemi prioritari. Si nota
questo quando si parla di soldi, sono poco disponibili a fare un investimento nel contrastare la tratta. Non mi
sembrano abbastanza dentro, ecco coinvolti. La Direzione per la protezione dei minori invece s, perch c un
tipo di empatia. Ma se vai al consiglio provinciale, dico ,non sono stato io personalmente a chiedere niente, ma
esiste questo atteggiamento: che ci sono tanti disoccupati, abbiamo altre priorit, s, vi aiutiamo con quello
che possiamo, ma non vanno oltre.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Adesso con la crisi economica non solo in Romania, questo tema visto come meno importante, il numero
dei benefciari non cos alto e non ci sono cos tante persone in pericolo, il problema non cos esteso e di
conseguenza il consiglio provinciale, per esempio, non ha erogato fnanziamenti per nessuna campagna di
prevenzione negli ultimi quarto anni. Hanno fatto degli investimenti per altre cose ma per liniziativa di una
campagna sul territorio provinciale, no, non lhanno considerata una priorit.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 70 71 Sez i one 6 - L appr o cc i o de l l a f ami gl i a, de l l a comuni t e de l l e aut or i t ne i conf r ont i de l l e v i t t i me de l l a t r at t a
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Lo stesso atteggiamento di sottostima del fenomeno, se non proprio di negazione o di considerare un tab il
tema, stato riscontrato da una serie di intervistati in contatto con i professori. Il considerare unitariamente la
tratta e la prostituzione, la necessit di parlare di relazioni sessuali nel contesto della prostituzione, provoca una
reazione di rifiuto verso ogni tematica della tratta, da parte di tanti professori.
Un problema che abbiamo afrontato allinizio e forse lo afronteremo anche da adesso in poi, la mentalit
che la maggior parte sono prostitute. E andando nelle nostre scuole troviamo la stessa mentalit e quindi
la gente ci chiede, perch venite qua con stupidate del genere? E se fno adesso non conoscevano questi
argomenti, adesso venite voi per suscitare linteresse sul tema. E poi le persone sono pi riluttanti. Quando
si parla della droga, tutti si aspettano di andare a scuola e promuovere campagne sulla prevenzione della
tossicodipendenza. Parlando di tratta, non sono molto entusiasti e penso sia a causa della mentalit. Oppure,
non so, ritengono che noi, ma non abbiamo mai presentato il tema della sessualit, questo il nostro obiettivo,
vogliamo parlare di sessualit, o probabilmente solo perch lo collegano con il tema della tratta. Non so quale
sia in realt il problema, ma lo considerano un argomento meno rilevante, un tab.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Nelle scuole dove la maggior parte dei professori ha unet che si avvicina alla pensione, troviamo
esattamente lo stesso atteggiamento espresso nei confronti della sessualit() Dove ci sono i professori con
una certa formazione, pi rigida, pi conservatori, si nota la diferenza, c una mentalit che viene trasmessa
agli studenti. un ostacolo che riesce a porre il professore prima ancora che noi arriviamo l. Certi hanno paura
che noi portiamo linformazione, che gli apriamo gli occhi, e allora preferiscono che non si faccia sapere niente,
n loro n gli studenti, che sono nella stessa situazione. Veniamo per aprirgli gli occhi verso la sessualit, la droga,
con non so che cosa, li incoraggiamo. Come fanno loro a tenerli a bada durante le lezioni se io unora prima ho
parlato di sessualit, facendogli vedere delle immagini? Questo problema esiste, ma non in tutte le scuole.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Tanti intervistati considerano che questo atteggiamento riluttante nei confronti della tratta da parte dei docenti,
ha come conseguenza la non consapevolezza dei rischi ai quali vengono esposti gli studenti e laumento del gra-
do di vulnerabilit, e la messa in discussione del ruolo della scuola e quello dei professori nel rapporto con i propri
studenti. Una delle professoresse intervistata diceva: la scuola ha paura di parlare di questo argomento, anche se
ci sono state tante vittime tra gli studenti.
Secondo me le scuole chiudono gli occhi. Sanno, sono interessati, ma non vanno oltre e non esiste una
rete a livello provinciale o locale, per capire se un professore identifca possibili segnali. Devono esserci delle
procedure molto chiare, molto semplici. Se iniziano a non presentarsi alle lezioni, se sai che si sono allontanati,
se una scuola a rischio, come c da noi in una zona degradata, il gruppo scolastico Edmund Nicolau da dove
vengono reclutate, perch ci sono corsi serali e post liceali, e tra queste venivano reclutate. Allora vai l, non
esiste questa rete chiara e semplice. Almeno presenta una denuncia.
(intervista rappresentante ONG).
Prima di tutto i professori devono sapere cosa vuol dire la tratta per riconoscerla, per non dire OK. Per
chiedersi: ma se fosse vittima di tratta? Certi sanno che esiste solo la prostituzione e la fai perch cos vuoi tu.
Allora almeno dovrebbero poter distinguere tra i due aspetti e questo automaticamente porterebbe ad un
cambiamento dellatteggiamento. Provi ad avvicinarti alla persona che sospetti potrebbe essere coinvolta
in una cosa del genere, no? Una comunicazione migliore con i genitori, e un atteggiamento pi familiare.
Certe volte i professori dovrebbero essere meno autoritari, avere una relazione pi stretta. E mi sembra molto
importante che i professori conoscano di pi la realt di ogni ragazzo dalla classe, perch non sono tanti, sono
30. Sapere dove vanno nel pomeriggio, quando mancano dalla scuola, dove potrebbero andare, contattare i
genitori e anche noi. Se i professori fossero pi coinvolti, sarebbe OK.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Nelle piccole comunit, sia rurali che urbane, alla mentalit conservatrice si aggiunge anche una scarsa informa-
zione che riguarda il tema, ci anche se si parla dei rappresentanti delle istituzioni con competenze nel campo
della lotta e prevenzione della tratta e dellassistenza alle vittime.
Credo che linformazione negli ambienti rurali non arriva, purtroppo, non arriva alla polizia. Noi abbiamo
fatto una distribuzione di volantini a tutti gli operatori sociali della provincia e sono venuti a dirci che non
hanno mai visto, non ci hanno mai pensato! Lavoratori nel sociale, che dovrebbero essere consapevoli del
problema. Non hanno pensato che nel loro paesino potrebbe esserci un reclutatore o una vittima. Credo che
nelle aree rurali, vista la mancanza di informazione, gli abusi sono pi tollerati.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
I preti hanno denunciato da sempre questo.. per la mancanza di una formazione adeguata, di una formazione
professionale. Le comunit sono veramente piccole, con poco personale, gli assistenti sociali non sono veri
assistenti sociali, sono referenti sociali, persone con il diploma di scuola media. In qualsiasi comunit in cui vai,
raramente troverai un assistente sociale laureato nel sociale. Di solito hanno la scuola media o un corso di due
anni fatto chiss dove.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Tutto si riferisce spesso ad un arresto da parte della polizia e spesso la vittima viene incriminata per la
situazione nella quale si trova. Non capiscono la dinamica del fenomeno, la difcolt delle vittime che
oppongono resistenza.
(intervista rappresentante ONG)
Non si fa abbastanza per informare e raforzare le risorse locali, per formare gli operatori che vengono in
contatto diretto con i bambini che hanno un grado di vulnerabilit pi alto. La vulnerabilit e il rischio si
possono individuare, esistono segnali chiari quando un ragazzo ha dei problemi. Mi riferisco allinsegnante, al
professore, allassistente sociale, al medico, al sindaco. La mia opinione che dovrebbero partecipare ai corsi
di formazione locali dove si parla non solo della tratta in generalema dei sintomi generali o dei segnali che
compaiano, che sono visibili rispetto ad un bambino, adolescente o adulto che a rischio.
(intervista rappresentante ONG).
Alcuni degli intervistati considerano che a livello delle istituzioni governative con competenza nella lotta contro
la tratta, siano necessari dei cambiamenti di atteggiamento degli operatori rispetto a questo fenomeno, ma anche
una maggiore certezza di risorse materiali e umane, che devono facilitare la lotta e la prevenzione della tratta.
Parliamo della tratta da pi di 12 anni. Cosa abbiamo fatto noi in 12 anni, abbiamo insegnato agli ufciali
a parlare politically correct, ma la mentalit non labbiamo cambiata. Ci sono quelli che hanno lavorato
direttamente con le vittime, per esempio la polizia della direzione della criminalit organizzata, anche se non
tutti, hanno capito la diferenza. Del resto sappiamo che esiste, sappiamo che dobbiamo chiamarla tratta,
perch cos abbiamo imparato C tanto da fare. Tutto parte dalla mentalit.
(intervista rappresentante ONG)
Penso che alcune istituzioni fanno il loro dovere. E questo latteggiamento, non dichiarato, ma sottointeso,
che troverai quello che hai seminato e se in qualche modo hai accettato alcune cose, tutto successo in
una logica di conseguenza. Non ho visto reazioni misericordiose, non ho visto questa parte della giustizia,
dobbiamo fare qualcosa, questo un problema, non ho visto questo atteggiamento. Ognuno fa quello che gli
stato chiesto di fare. La verit che non si pu generalizzare, perch ho visto molti rappresentanti. Parlo della
polizia e di quelli con cui lavoriamo noi, con lUfcio di assistenza sanitaria, gli ufci provinciali delAgenzia per
limpiego.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 72 73 Sez i one 6 - L appr o cc i o de l l a f ami gl i a, de l l a comuni t e de l l e aut or i t ne i conf r ont i de l l e v i t t i me de l l a t r at t a
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Dipende molto anche dal livello di istruzione delle persone nelle varie istituzioni. In tante istituzioni, e mi
riferisco alle zone rurali, non hanno specialisti per gestire le cose che dovrebbero gestire, cio se sei assistente
sociale in comune, dovresti occuparti solo di questo aspetto, invece gli operatori sono multifunzionali, sono
impegnati in molti campi e se la comunit ha gi stigmatizzato la vittima, loro reagiscono negativamente
perch non hanno il tempo necessario per ofrirle lassistenza di cui hanno bisogno. E quindi pi difcile.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Lottica cambiata molto ultimamente, per posso dire che, anche se esiste la rete istituzionale, questa pi
o meno funzionale ed il problema pi collegato alle risorse. Quindi lidea che abbiamo la legislazione in
materia, abbiamo metodologie di lavoro, ma ci sono tanti malfunzionamenti e tutto gira intorno alle risorse
e alla loro difettosa gestione. Al di l di tutto, in base alla mia esperienza, ti dico che molto importante
non richiamare la legislazione in vigore ribadendo che non fanno il loro mestiere, ma piuttosto andare
direttamente alla persona e contare su un rapporto da persona a persona. Dopo aver indagato per un po, ho
trovato alla fne delle persone estremamente volenterose che lavorano veramente.
(intervista rappresentante ONG)
Ci sono segnalazioni e disfunzionalit a livello dei rapporti tra le diverse autorit pubbliche, specialmente in quan-
to riguarda la collaborazione per risolvere i problemi relativi alla concessione dei servizi sociali per le vittime della
tratta, cosi come la mancanza di coinvolgimento delle istituzioni ritenute idonee a svolgere un ruolo molto im-
portante sia nella prevenzione della tratta, sia nella consulenza e sostegno alle vittime. Allo stesso tempo, uno de-
gli intervistati ha sottolineato un problema estremamente delicato, il rapporto tra le autorit locali e la comunit.
Sembra che nella nostra zona, le istituzioni pubbliche non sono cos coinvolti e provano a scaricare la
responsabilit su di noi per aiutare le vittime, per il problema che i servizi li hanno loro. (...) Si lamentano
della mancanza del personale, delle risorse. Forse anche perch le persone vengono etichettate da parte loro,
hanno queste barriere professionali. Quando si parla di vittime della tratta , come se non facessero pi parte
del loro ambito di intervento, cercano di evitare ogni sforzo e sembra che non capiscano esattamente quale il
loro problema.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
E ancora ci sono operatori e persone che non vedono questa diferenza, tu lavori in un sistema dove si presume
che devi conoscere, devi saper fare lidentifcazione o la prevenzione e tu non hai nemmeno sentito della esistenza
di una norma in questo settore, che questo fenomeno esiste e che dobbiamo fare qualcosa, a chi ti rivolgi?
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Si dovrebbe fare qualcosa a proposito della relazione con le autorit pubbliche locali, penso che si dovrebbe
raforzare un po lidea che occorrerebbe garantire una maggiore partecipazione alle decisioni prese a livello
locale. In qualche modo un tipo di empowerment del paese in genere e di costruire qualcosa insieme con le
autorit locali, e non si parla per forza solo di quel poliziotto che sempre ubriaco. Perch queste persone non
sono inferiori
(intervista rappresentante ONG)
Secondo gli esperti, le risorse finanziarie molto limitate di cui dispongono le autorit locali gli impediscono di
assistere direttamente le vittime o di finanziare i programmi di assistenza sociale delle organizzazioni non gover-
native, e quindi molte delle vittime vengono di nuovo trafficate.
Parliamo di alcune autorit che esistono, che pero sono cos prive di risorse che fanno fatica a sostenere se
stessi, come possono sostenere anche noi?
(intervista rappresentante organizzazione ONG)
La parte pi triste che alcune delle vittime identifcate, sono state assistite per un periodo breve. Dopo
di che sono state sfruttate nuovamente e le autorit -in genere- non hanno un problema rispetto a questo
aspetto: Ma dai, veramente non sapeva cosa poteva accadere? Non la prima volta! Ed cos, se non ci sono
programmi di reintegrazione molto difcile, cosa puoi ofrirgli?
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Alcuni degli intervistati considerano che le iniziative antitratta- almeno quelle a livello locale/regionale sono state
imposte dai decisori politici (nel contesto della pre-adesione e della necessit di rispettare gli standard europei),
ed i percorsi di assistenza alle vittime della tratta, avviati dalle autorit regionali erano percepiti come un ordine
politico per rispondere ad esigenze esterne.
Ad un certo punto, questa cosa...La mia percezione personale stata che si trattasse di un ordine politico;
Signori, fate qualcosa! Ci trovavamo anche nel periodo in cui dovevamo integrarci nellUnione europea ed il
fenomeno della tratta di esseri umani era molto visibile vista la marea di gente che emigrava....E le vittime,
sapete che eravamo in cima alle statistiche sulle vittime.
(intervista rappresentante ONG)
Era molto chiaro che questo cambiamento era forzato. Quindi la legislazione stata cambiata perch la
pressione da parte dellUnione Europea era molto forte, e da parte dei paesi di destinazione. Parlavano e
parlavano, abbiamo vittime, abbiamo vittime, cosa facciamo, fate voi qualcosa l perch noi qua siamo
scioccati da quello che sta succedendo. Le prime visite di studio che abbiamo fatto, si sono svolte in Germania,
Spagna; loro erano scioccati quando sentivano che noi non parlavamo della tratta, abbiamo i dati dopo il
2001, i numeri che abbiamo mostrato, dall OIM, per esempio, che dicono: noi abbiamo a Madrid un numero
non so quante volte maggiore di vittime di tratta. E loro che erano abituati al fenomeno della tratta erano
scioccati per le violenze che le ragazze romene subivano in Spagna. Quindi allinizio stata una procedura
forzata, ed il cambiamento si basava inizialmente pi su un livello politico.
(intervista rappresentante ONG)
Un esempio di atteggiamento negativo da parte delle autorit nei confronti delle vittime quello secondo cui i
rappresentanti delle organizzazioni insieme alle forze dellordine, nel percorso di identificazione formale, stabi-
liscono che non ricorre lo status di persona lesa (vittima), ma lo status di testimone nel processo o quello di pro-
stituta; ci determina la mancanza di fiducia nelle autorit da parte delle vittime cos come limpossibilit degli
specialisti di offrire servizi di assistenza.
Io non ho capito questa cosa: perch una considerata parte lesa? E non ho capito come una persona pu
essere testimone nella propria esperienza di sfruttamento, e vai l, fai la denuncia, dichiari di essere stata
sfruttata per, tu vai come testimone e allora non puoi fare niente perch non sei parte lesa, sei un testimone!
C unaltra situazione, quella in cui nella prima fase quando si parla della vittima di tratta, si apre un dossier,
poi si raccolgono abbastanza prove. Dopo che la vittima parla, gli si fa sapere che ci sar un processo lungo, gli
si comunica che deve presentarsi in istanza, che deve raccontare di nuovo tutto, lei dice si, voglio capire cosa
signifca un processo, ha paura, preoccupata. E viene lufciale ad informarti che nei suoi confronti non c
pi un dossier sulla tratta, ma uno relativo a fatti di prossenetismo e tu le devi dire che non la poi pi aiutare
perch tu ti occupi di vittime di tratta e lei non pi una vittima di tratta! Non la puoi pi aiutare, per avr un
processo, si dovr presentare, per si dovr presentare come prostituta anche se in prima fase era registrata
come vittima di tratta ed era trattata come tale e aveva una certa posizione dove gli si spiegava tu non sei
colpevole di quello che accaduto, per arrivi nella fase in cui probabilmente la ragazza si pente di essere
andata dalla polizia perch fa parte di un dossier sulla prostituzione e da adesso in poi tutti la giudicheranno
come tale. E nessuno la seguir da adesso in poi, perch qui si interrompe il rapporto, noi possiamo intervenire
solo se uno desidera fare volontariato perch le nostre mansioni non prevedono di occuparsi anche di questa
categoria di persone svantaggiate.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 74 75
Sezione 7
Esigenze di informazione
e prevenzione
per quanto riguarda la tratta
c - Rapporto vittima, autorit, comunit
Per quanto riguarda il modo in cui le vittime percepiscono il rapporto con le autorit, rappresentanti delle istitu-
zioni e delle organizzazioni non governative si conferma il fatto che la maggior parte delle vittime assistite mani-
festa una grande dose di riluttanza e di diffidenza verso i rappresentanti delle autorit pubbliche, indipendente-
mente dal fatto che si parli di polizia o di altri funzionari delle istituzioni coinvolte nella lotta e la prevenzione del
traffico o nellassistenza alle vittime. Questa mancanza di fiducia pu essere motivata sia dalle esperienze prece-
denti, relativamente al periodo in cui sono state trafficate (rapporto diretto o mediato con le forze del ordine), sia
perch non conoscono i diritti e la possibilit di chiedere aiuto alle istituzioni.
E c ancora qualcosa da dire: tante ragazze dicono che i poliziotti venivano come clienti da loro, in questi
night club.... In Romania, se vogliamo essere sinceri, se un poliziotto si trova a 500 mt. di distanza da loro non
reagisce, per dire. Quindi la ragazza consapevole di questo, possiamo dire che vanno daccordo uno con
laltro. Poi va in Spagna. E in Spagna vede la stessa cosa, viene trattata come prostituta, che i poliziotti arrivano
come clienti e che nessuno la pu aiutare ... Se arriva il poliziotto pulito e non corrotto e le dice vieni perch
posso aiutarti, lei si gira e va nella direzione opposta e dice di no.
(intervista rappresentate ONG)
Almeno in Italia, da quello che ho capito io, le ragazze non si presentano mai alle autorit italiane perch
sanno che la prostituzione legale e loro si percepiscono come prostitute l.. Perch le ragazze non sono
consapevoli che sono vittime di tratta. E allora cosa possono dire alle autorit quando le autorit le
considerano prostitute. Non ritengono necessario informare le autorit e non vedono alcuna soluzione che
possa aiutarle ad uscire da questo giro della tratta. In Olanda si trovano nella vetrina, e anche l la prostituzione
legale.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Inoltre, la capacit delle istituzioni competenti in materia di protezione sociale in Romania di offrire servizi viene
messa fortemente in dubbio.
Tuttavia, penso che, ci sia anche una mancanza di fducia nel sistema di previdenza sociale dalla Romania,
mancanza di fducia anche nelle misure che possono essere prese per loro, in ci che puoi ofrire. Ho visto anche
la delusione da parte delle ragazze. Arriva nel centro di accoglienza. OK, grazie, mi fa stare bene lassistenza, mi
sono calmata, e quando faccio il passo successivo che cosa ofri?
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Livia Aninoanu va Lszl Gina Stoian Louis Ulrich
Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 76 77 Sez i one 7 - E s i ge nz e di i nf or maz i one e pr e ve nz i one pe r quant o r i guar da l a t r at t a
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Seciunea 7:
Esigenze di informazione e prevenzione per quanto riguarda la tratta
Gli intervistati sottolineano il fatto che il fenomeno della tratta di esseri umani in Romania una realt poco
conosciuta dalla popolazione, o viene considerata di importanza secondaria. I temi interessanti, almeno per i
mass-media, la risorsa principale dinformazione per la maggior parte dei cittadini romeni, in genere sono altri, il
fenomeno della tratta un soggetto poco discusso in tv, sui giornali o alla radio.
Sono interessati, rifettono un po, leggono un po i fyers, e dopo dicono: eh, a me non pu succedere! questo
latteggiamento che di solito i cittadini dimostrano.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Linteresse giornalistico pi alto nei confronti delle azioni dirette a contrastare la tratta, come gli arresti dei grup-
pi criminali accusati di tratta di esseri umani. Tuttavia anche in questi casi lenfasi sugli spettacolari arresti dei
clan; pi importante la notizia della caduta di uno o dellaltro trafficante, i legami con la malavita romena o
altri reati commessi dagli stessi autori in diverse parti del mondo. Larresto di queste persone pi pubblicizzato
rispetto al motivo che ha portato al loro arresto.
Una delle spiegazioni per lo scarso interesse rispetto a questo fenomeno o per la scarsa comprensione delle sue
conseguenze collegata, secondo le persone intervistate, anche alla mancanza di visibilit del fenomeno in certe
aeree. Le informazioni che vengono trasmesse, seguendo la logica della comunicazione, dovrebbero riguardare
un numero pi elevato di vittime per diventare un argomento di interesse pubblico.
Penso che questo fenomeno meno conosciuto, perch esiste un numero limitato di casi. Da quando lavoro, ci
sono stati solo 14 casi, vi rendete conto che non frequente, non una tipologia.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Nel momento in cui far questa proposta alle persone con cui ho un buon rapporto nei mass media, mi
chiederanno: va bene, ok, quante situazioni avete avuto? Quattro! Ma, scusami...per 4 situazioni .....ci sono
tanti problemi.... Facciamo tanto rumore per un fenomeno sotterraneo come questo! Per, questi 4 casi sono
la punta delliceberg, in realt ci sono tante situazioni che non riusciamo a mostrare! (...) A loro non interessa il
fenomeno, interessano le vittime!
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Gli potrebbero interessare tanto queste storie raccontate, quindi casi concreti. La mass media interessatia
per, non in modo..... interessata ad altri temi. Sono stati presenti, sono venuti, ma non si impegnano per
questo tema; perch non sono informazioni di interesse per il loro pubblico.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Tuttavia i nostri esperti intervistati mostrano che il livello di informazione rispetto alla tratta e il grado di consa-
pevolezza dei rischi molto pi alto nelle aree urbane che in quello rurale. Inoltre, si riscontrano differenze di
informazione e atteggiamento rispetto al fenomeno della tratta tra i cittadini della stessa citt, in base ai quartieri
in cui vivono (centro o periferia).
Una possibile spiegazione per la differenza nel livello di informazione per quanto riguarda questo argomento
nellambiente rurale, a confronto con quello urbano, data dal fatto che la maggior parte delle campagne dinfor-
mazione e di sensibilizzazione riguardanti il fenomeno di tratta si sono svolte nelle aree urbane.
Queste campagne si svolgono sempre nelle aree urbane, bisogna andare anche nelle aree rurali per discutere
direttamente con le persone, per fare in modo che linformazione arrivi direttamente alle persone (...) Sono
andati tutti a fare campagne di prevenzione nelle scuole, bisogna farle anche nelle aree rurali.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Al di l di queste considerazioni, il problema della vulnerabilit alla tratta rimane forte indipendentemente dal
luogo di provenienza. Visto le aree di provenienza delle vittime, possiamo avanzare lidea che le persone che vivo-
no nel contesto urbano siano vulnerabili alla tratta nella stessa misura di quelle provenienti dallambiente rurale,
ma le differenze tra loro sono:
le vittime provenienti dalle zone rurali hanno unesperienza di vita sociale limitata, un accesso limitato allin-
formazione e un livello scolastico inferiore;
le vittime provenienti dalle zone urbane hanno una certa incapacit di discernimento, di selezione delle
informazioni abbondanti, delle oferte di lavoro arrivate attraverso canali diversi e si sentono protette dalla
prevalente concezione a me non pu accadere questo.
Per quanto riguarda il livello di informazione delle vittime, gli intervistati hanno affermato che molte delle vittime
assistite erano informate sui rischi di cadere nella trappola dei sfruttatori e della violenza, quando hanno preso
la decisione di lasciare il paese, ma questi rischi non sono stati poi considerati o sono stati sottovalutati. Secondo
la loro testimonianza, le vittime hanno avuto queste informazioni da parte dei mass-media (specialmente dalla
tv); a volte erano a conoscenza anche di situazioni di tratta in cui erano state coinvolte persone conosciute o altre
persone dalla comunit.
Tante ragazze hanno avuto queste informazioni. Perch io guardo quando arrivano per la prima volta dalla
polizia, quando vengono identifcate e quando abbiamo il primo nostro contatto con loro. Si spiega cosa
signifca il reato di tratta, cosa signifca vittima di tratta per sapere qual la sua situazione, ti rendi conto
che consapevole del signifcato, non ti chiede spiegazioni supplementari. chiaro che esiste un minimo
dinformazione collegato al fenomeno della tratta, chiaro che sono consapevoli che pu accadere una cosa
del genere. Avevano informazioni, dalla tv, dai giornali e inoltre tante ragazze, donne, avevano gi sentito
di casi simili nella loro comunit. Quindi avevano alcune informazioni, sapevano di questo fatto. C questo
pensiero a me non pu capitare. Magari dalla disperazione, dai bisogni che hai in un certo momento accetti
questo fatto.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Alcune ragazze sapevano. Sapevano e addirittura sono state attente per non arrivare a queste situazioni. Altre
sapevano dellesistenza del fenomeno, che pu accadere. Comunque stata molto pi grande e pi rilevante la
proposta ricevuta rispetto quello che sapevano della tratta. Alcune sapevano, pero hanno pensato che: non
pu succedere a me, altre ragazze lhanno saputo da noi nel momento in cui sono arrivate e hanno detto:
aspetta perch ho una cugina a cui credo sia successa la stessa cosa per non lha raccontato a nessuno.
(intervista rappresentante ONG)
Le ragazze con un livello pi alto distruzione si sono accorte prima ma sono cadute lo stesso nella trappola,
hanno provato ad evitare le situazioni di cui avevano sentito parlare....per abbastanza raramente. Bisogna
promuovere le attivit di prevenzione non solo nelle scuole delle citt, ma anche in quelle delle comunit
rurali.
(intervista rappresentante ONG)
Tuttavia per alcune vittime, specialmente quelle che provengono dal contesto rurale, il fenomeno della tratta
quasi sconosciuto, una realt lontana, diversa dalla situazione in cui esse si trovano.
Le ragazze dal paese non avevano idea, scoprivano l quale era la realt.
(intervista rappresentante ONG)
Non sanno che cosa signifca tratta di esseri umani e inoltre il pi delle volte quando sono portate nellufcio
del procuratore non sanno cos questo reato e non capiscono. Non ho conosciuto nessuna ragazza che sapeva
cosa vuol dire questo fenomeno della tratta: Cosa sar anche questo? E non capivano cosa hanno fatto, cosa
non hanno fatto. E non sono state informate.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 78 79 Sez i one 7 - E s i ge nz e di i nf or maz i one e pr e ve nz i one pe r quant o r i guar da l a t r at t a
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Le difficolt di capire le situazioni in cui si trovavano anche collegata con la rappresentazione del fenomeno
di tratta tipica degli anni 2000-2005: violenza fisica, stupri, maltrattamenti, vendite e acquisti successivi delle
vittime, spesso lomicidio. Come emerso nei capitoli precedenti, i cambiamenti di atteggiamento dei trafficanti,
insieme ad unefficace manipolazione affettiva che induce un senso di complicit nel praticare la prostituzione,
rendono pi complessa la consapevolezza della situazione.
S, perch le ragazze non capiscono la tratta ! I trafcanti, i colpevoli, le manipolano efettivamente e loro non
percepiscono la situazione come tratta di esseri umani. Mi dicono: no no, non capisco queste parole tratta di
esseri umani, perch non mi successo.... O, spesso venivano in ufcio dopo ludienza e vedevano un poster sul
mio pannello sul tema della tratta di esseri umani e dicevano che terribile se ti accade una cosa del genere!
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Cosa, questo tratta? La tratta vuol dire unaltra cosa! Perch, qualcuno mi ha picchiato? Beh quando parli di
tratta vuol dire che ti picchiano!
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Questo nuovo contesto della tratta, specialmente quella esterna, dove, secondo il parere di un esperta pi
facile manipolare una persona a livello affettivo per ottenere un effetto ben definito e a lungo termine non
cambia per lessenza del fenomeno lo sfruttamento. Tuttavia, a livello di rappresentazioni, alcuni intervistati
rimangono legati ad un modello esplicito, con categorie chiare e gravi, come quello della prima met dellulti-
mo decennio. Tale dicotomia rimette in discussione lidea stessa di stato di vittima di una persona, che rischia di
essere definita in base alle caratteristiche contestuali, funzionali e in base a caratteristiche proprie. Questo fatto
viene spesso definito attraverso lespressione vittime autentiche versus queste nuove . Luscita dalla formula
descrittiva e inflessibile della tratta cosi come la conosciamo noi quelli sono stati casi veri di tratta, non quelli
che abbiamo noi adesso- assolutamente necessario per poter capire il meccanismo di manipolazione e sfrut-
tamento durante la tratta e che specifico negli ultimi anni.
La decisione di partire per lestero il risultato complessivo dei fattori descritti e analizzati nei capitoli anteriori.
Questa decisione presa allinterno di un progetto temporaneo di migrazione, con lo scopo di guadagnare soldi
per risolvere un problema immediato, assumendosi la responsabilit del viaggio e anche laccettazione della pro-
stituzione, che e a volte nasce da una sorta di accordo tra lo sfruttatore e la persona sfruttata.
Sono tutte efettivamente consapevoli di dove vanno. A tante di loro gli si dice proprio dall inizio andremo l
e ,o farai la prostituta, o andrai a rubare, ma non c nessun problema, io comunque ti sposer.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Per quando il reclutatore non il loverboy, vi sono stati casi in cui ci hanno detto esplicitamente. Sapevano
per certo dove sarebbero andate farai la prostituta per riceverai la met dei soldi erano queste le
informazioni che ricevevano.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Nell ultimo periodo, addirittura gli avevano proposto la prostituzione, quindi di fare soldi in cambio di servizi
sessuali, per per un breve periodo.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
essenziale capire il meccanismo che porta alla decisione e alla scelta di questo gesto: non la parte economica
determinante, ma il contesto in cui vive la donna i suoi desideri, le sue aspirazioni, i suoi bisogni. Accettare di
diventare una prostituta vuol dire unaltra cosa , non solo eliminare un intero universo di bisogni e desideri. Da
questo punto di vista, indipendentemente dal livello di consensualit e da quanto si assume la sua condizione,
gli effetti di tale scelta la trasformano inevitabilmente in una vittima.
Secondo gli intervistati, i principali beneficiari delle campagne pubblicitarie dinformazione, prevenzione e sensi-
bilizzazione svolte durante il periodo 2000-2011 sono stati principalmente i cittadini dalle aree urbane.
Si lavorato tanto nelle scuole, tramite campagne pubblicitarie stradali, nei centri commerciali. Parlo dalla
nostra zona. Quindi penso che le persone che abitano nelle citt dovrebbero avere una minima idea.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Gli effetti delle precedenti campagne di informazione e prevenzione della tratta di esseri umani in Romania in-
dirizzate ad un pubblico largo sono, secondo gli intervistati, abbastanza difficili da valutare, perch non stato
introdotto un indicatore specifico o unattivit di valutazione del loro impatto.
Il messaggio non arriva sempre, noi lo inviamo per non arriva sempre. Non abbiamo un feed-back garantito
al 100%.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Le campagne svolte nellambito scolastico sono considerate quelle con i risultati migliori, specialmente se sono
state accompagnate da azioni di sensibilizzazione in cui gli allievi non sono stati solo i beneficiari ma hanno rea-
lizzato loro stessi materiali informativi o sono stati attori principali nelle attivit di prevenzione.
Quello che io ho visto che funziona: nelle varie azioni, quando gli allievi sono stati coinvolti e hanno percepito
qualcosa, abbiamo fatto diversi giochi di ruolo tu sei il trafcante prova ad attirarla, a reclutarla, e devo dire
che ha funzionato molto bene, si sono impegnati. O gli ho chiesto di creare messaggi per i poster, sono rimasta
sorpresa quando 3 anni fa, in una classe di liceo, gli allievi hanno fatto un poster con disegni suggestivi (...)
hanno portato gli studenti dal liceo di marina con un teatro forum bellissimo. Sono intelligenti e voglio ancora
dire che se a questo liceo prima andavano solo maschi adesso vanno anche le femmine. I ragazzi sono stati
fantastici.
(intervista rappresentante istituzione governativa )
Uno dei principali elementi di forza delle campagne precedenti, secondo alcuni intervistati, il fatto che esse si
sono svolte e soprattutto che hanno provato a rispondere alle nuove caratteristiche del fenomeno di tratta per
esempio reclutamento attraverso internet.
Perch sono stati in sintonia con il trend. Ha funzionato molto bene tramite internet. Non ci posso credere. Ha
funzionato molto bene!! Andando a visitare diversi licei e scuole scopri quanti ragazzi usano internet e sono
proprio loro a dirmi: non sapete quanti amici ho su facebook e quanti mi hanno proposto di andare a bere
qualcosa insieme a loro e chiedo E adesso, cosa farai, beh, ci penserei unaltra volta prima di rispondere.
Quindi ha funzionato benissimo!.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Esistono, tuttavia tante opinioni critiche per quanto riguarda i messaggi delle campagne e specialmente il modo
in cui sono state formulate.
Queste campagne sono percepite pi o meno, in base a quanto lungo il messaggio che trasmettono.
Dipende dalla lunghezza e chiarezza del messaggio, perch non tutte la campagne hanno avuto un messaggio
chiaro, coerente e corto. Sono messaggi estremamente lunghi per esempio ci sono delle frasi che non riesci a
leggere per intero perch perdi il flo. Provare a fare pi campagne e concentrarti sui messaggi corti, sui gruppi,
di farti capire, con immagini molto chiare che riescono a sorprendere per il messaggio. E di fare campagne in
un modo molto pi aggressivo, su un periodo molto pi lungo.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Non penso che siano adatte, mi sembra che ad un certo punto diventano troppo elevante, ad un livello troppo
alto rispetto quello normale. Mi sembra che alcune che io guardo e di cui non capisco niente non hanno una
storia efettiva, non hanno un inizio e una fne, semplicemente tratta di esseri umani non so che cosa...
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 80 81
Sezione 8
Conclusioni
Uno dei punti deboli di queste campagne precedenti rappresentato, secondo lopinione di alcuni esperti, dallo
scarso coinvolgimento e collaborazione dei mass media con le istituzioni o le organizzazioni che hanno avviato
e organizzato queste campagne.
I Media non sono abbastanza coinvolti, mi riferisco ai canali tv. La tv nazionale non sostiene molto campagne
di questo tipo perch da quello che ho capito, loro non hanno spazi pubblicitari disponibili come gli altri canali.
Non vogliono sostenere queste campagne. Magari i cittadini dalle aree rurali non hanno soldi per pagare
labbonamento satellitare per vedere anche altri canali tv. Sono andate in onda pi o meno, noi a livello
locale abbiamo la tv privata che manda in onda in continuazione spot dalle vecchie campagne perch hanno
considerato che sono utili. Per se non coinvolgiamo i media di pi questo rimarrebbe un punto debole.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Il maggior impatto sui destinatari, indipendentemente dallet, secondo gli intervistati, lo hanno le immagini fil-
mate e soprattutto i materiali che rientrano nella tipologia documentario-dramma (interviste con le vittime della
tratta, il loro racconto, le loro esperienze).
Ho sempre visto che le immagini flmate hanno un grande impatto. Quindi hanno un impatto molto pi
grande sul pubblico rispetto al materiale scritto o ad un discorso. Limpatto visuale sempre migliore. La prima
cosa che farei sarebbero alcuni flmati.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Livia Aninoanu va Lszl Gina Stoian Louis Ulrich
Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 82 83 Sez i one 8 - Conc l us i oni
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Sezione 8:
Conclusioni
La tratta un fenomeno camaleontico, sensibile ai cambiamenti politici, economici, giuridici, sociali e che si
adatta rapidamente alla situazione attuale, per essere in grado di preservare la natura sotterranea e, quindi, bene-
ficiare della copertura delle attivit criminali che possono trarre profitto dallo sfruttamento di minori e adulti. Nel
corso delle indagini condotte, abbiamo cercato di catturare soprattutto quelle dimensioni che possono rafforzare
la prevenzione in Romania, sia nella sua rappresentazione come paese dorigine per il traffico esterno, sia come
paese di destinazione per il traffico interno.
Lanalisi dei risultati indica che per una piena comprensione del fenomeno necessario superare la visione che
sostiene che la tratta una conseguenza di un progetto migratorio fallito, approccio comune nei paesi di desti-
nazione, dove le vittime e i trafficanti spesso sono cittadini stranieri. La presente ricerca giunge alla conclusione
che la maggior parte delle vittime non aveva, prima dellincontro con il reclutatore, un progetto di migrazione.
Questo sorge e si realizza come principale componente della strategia dei trafficanti. Altre prove a sostegno di
questaffermazione sono lesistenza e la maggior crescita, negli ultimi anni, del fenomeno della tratta interna, che
ha essenzialmente, le stesse caratteristiche del traffico esterno - tra cui la presenza costante del catalizzatore del
fenomeno: la domanda di prestazioni sessuali. Nellanalisi del fenomeno, ma anche nelle attivit dintervento e di
prevenzione , pertanto, necessario un approccio multi dimensionale.
Questa ricerca offre una panoramica del fenomeno della tratta a scopo di sfruttamento sessuale, sottolineando
una serie di contesti e caratteristiche gi esistenti al livello socio-familiare, che lo generano, lo caratterizzano e lo
sostengono. Il presente lavoro si concentra, principalmente, sulla posizione della potenziale vittima, evidenzian-
do, in primo luogo, i malfunzionamenti a livello di micro - comunit, la disuguaglianza di genere e, soprattutto,
la violenza contro le donne. Essendo abituate ad accettare la dipendenza dalluomo, ad annullare o a non ma-
nifestare i propri sentimenti, le giovani diventano vulnerabili alla manipolazione psicologica dei trafficanti, che
speculano e traggono vantaggio dallalto grado di tolleranza o indifferenza della comunit nei confronti di tale
realt. Fatto questo che rende la comunit un ambiente favorevole per il reclutamento e lo sfruttamento sessuale
delle vittime.
I fattori individuali e relazionali pi importanti per crescere la vulnerabilit alla tratta
La vulnerabilit, come sostenuto dalla ricerca, il risultato delle interazioni complesse di fattori individuali, re-
lazionali, comunitari e sociali (secondo lapproccio ecologico del fenomeno della tratta). Nellambito del progetto
di ricerca, anche se abbiamo toccato molti aspetti del fenomeno, particolare attenzione stata posta sui fattori
individuali e relazionali che contribuiscono a rendere le vittime vulnerabili. Come illustrato nelle esperienze di vita
delle vittime della tratta, esse erano a stretto contatto con relazioni familiari fallimentari, con violenza e/o tra-
scuratezza emotiva vissuta nella famiglia dorigine (abusi sui minori) o nella propria famiglia (violenza domestica),
con capitale sociale ridotto, con lidealizzazione del futuro della coppia o della creazione della vera famiglia e, non
ultimo, la mancanza di opportunit per garantire con le proprie forze una vita decente, acquistare una casa, ecc.
I seguenti fattori sono emersi dallanalisi come fattori chiave che determinano la vulnerabilit alla tratta:
a - Lesistenza di un evento scatenante.
Secondo gli intervistati, lingresso nella trappola dei trafficanti, a sua volta, il frutto di una serie complessa di
fattori - sociali, familiari, di contesto di peso pi o meno uguale, ma alcuni dei quali hanno svolto un ruolo di
innesco.
Penso che tutte hanno avuto alla base un evento traumatico che ha favorito la partenza. Ad esempio, erano
state picchiate dal patrigno, s, semplicemente perch erano sotto la cura di madri alcolizzate e disinteressate, o
perch erano estremamente povere, tantissimi fratelli e hanno sperimentato cosa vuol dire morire di fame. Cos
tutte sono partite, e alla base della loro partenza il clic stato un evento drammatico.(...) Noi abbiamo parlato
di fattori di innesco abbastanza gravi, mi riferisco alle situazioni di giovani donne che sono state mandate
via di casa dal padre, padre alcolizzato, patrigno che ad un certo momento cerca di abusare sessualmente,
di usarle - questo stato uno dei miei studio di casi, e questi sono fattori di innesco veramente gravi che sono
decisivi nella partenza di una ragazza, nellallontanamento dallambiente svantaggiato, estremamente
vulnerabile, in cui si trova.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Cause legate alla stabilit fnanziaria della famiglia, di solito genitori disoccupati. Questo un aspetto del
problema. Un altro, la separazione dei genitori, o non necessariamente la separazione legale, ma fsica:
uno andato a lavorare allestero, uno ha delle responsabilit che, teoricamente, realizza con successo, ma
nei fatti non cos. Qualcosa gli sfugge, non attento a quello che succede ai fgli, oppure attento a quello
che succede a tutti i suoi fgli. Oppure, un altro aspetto. Quindi la separazione, problemi fnanziari, problemi
di salute. E quando dico questo mi riferisco allalcolismo, sia della madre che del padre. Questioni inerenti
allistruzione, vuol dire che i genitori non sono istruiti o non hanno un grado distruzione sufciente a capire
cosa potrebbe accadere quando il bambino incustodito. E qui direi decisamente la negligenza. (...) La
mancanza di un modello parentale positivo.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
b - Contesto familiare disfunzionale, dove la violenza fisica e verbale, compresi gli abusi sessuali, sono co-
muni. Lindifferenza verso la potenziale vittima e verso i suoi bisogni e, soprattutto, la mancanza daffetto o della
manifestazione di esso in modo diretto, sono spesso dolorosamente sofferte dalle vittime, ci le spinge a trovare
sostituti allesterno della famiglia; la mancanza di uno o entrambi genitori che lavorano allestero; condiscendenza
verso il fenomeno della tratta e verso lo sfruttamento sessuale. Un ruolo estremamente importante sempre nel
contesto della famiglia disorganizzata ricoperto da traumi subiti durante linfanzia.
DAllora, a volte piango pensando al tipo di famiglia in cui sono cresciuta e al modo in cui sono cresciuta. Per
il mio compleanno, non ho mai ricevuto da mia madre un bacio o un Tanti Auguri, n da mio padre, quindi
non posso dire qualcosa di buono, non mi ha mai baciato, non riesco a ricordare lultima volta che mia madre
mi ha baciato.
(intervista vittima di tratta)
Tuttavia, le famiglie distrutte completamente, nel senso che il padre morto, o andato via o entrambi i
genitori alcolizzati o forse anche i nonni. Mi ricordo che sono andato una volta e ho visto una camera in cui
vivevano 3 adulti e 5-6 bambini...La gente dice che sono ingenue, stupide. Non credo sia legato al coefciente
dintelligenza, ma solo la speranza di andare via, di cambiare per ottenere qualcosa di buono per se stesse.
(intervista rappresentante ONG)
Ci sono stati alcuni casi in cui cera violenza domestica, altri in cui sono state abusate. A volte abusi indiretti,
traumi infantili, sentivano i genitori che litigavano o facevano sesso. Da un lato, sentivano durante la notte
come facevano sesso e lei non sapeva cosa stesse succedendo. (...) Daltra parte questo si sentiva durante la
notte, durante il giorno vedeva come il padre picchiava la madre crudelmente e lei non poteva fare nientaltro
che piangere. Ci sono stati casi, sempre cos, quando tante ragazze mi dicevano che i genitori litigavano spesso
e che la madre avrebbe voluto separarsi dal padre, ma non si separavano.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 84 85 Sez i one 8 - Conc l us i oni
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Io vado sempre allidea di famiglie disfunzionali e abusi, ma non necessariamente labuso fsico o sessuale, ma
piuttosto emotivo. In un modo o nellaltro le vittime percepiscono due messaggi, crescono con due messaggi:
uno legato allaggressivit, un altro alla sessualit. Oppure sono vittime che non possono costruire confni e
punti di riferimento, forse perch spesso vivono in una sola stanza o due stanze in casa e vedono tutto quello
che succede tra i genitori, tra genitori e fratelli. Ed molto difcile, perch da piccola vedi quando i tuoi genitori
si picchiano e poi vedi quando i tuoi genitori hanno relazioni intime. E poi il padre si ubriaca e dice, alla
bambina di 9 anni, che una puttana, come sua madre, e poi le accarezza la testa e le ofre un cioccolatino. E
quando crescono, e vivono in un ambiente come questo, dove c sempre un doppio senso, e dove si alimenta
sempre qualcosa, in qualche modo lei sa che, a un certo punto, entrer in una situazione di sfruttamento.
(intervista rappresentante ONG)
Le famiglie sono disorganizzate o i genitori non sono stati sposati o ci sono fgli provenienti da matrimoni
diversi, dalle relazioni precedenti, un mix, diferenze tra i bambini, confitti su questo tema e il genitore in
genere non nasce genitore, e molti fanno bambini perch li fanno non perch li devono allevare e non ha nulla
a che fare con lessere un genitore, loro proprio non hanno alcun problema, dicono che li alleva Dio, mica li
alleva lui
(intervista rappresentante istituzione governativa)
c - Relazione afetiva con il trafcante - lamico, che risponde ai bisogni imediati di affetivit/
amore, protezione, crescita dellauto stima, fiducia nei progetti futuri delle vittime.
Uno prottetivo, che le accarezzano, le comprano qualcosa, le ascoltano, in realt non le danno soldi, ma le
comprano regali, vestiti visto che povera te, non hai calzini te li compro io. Andiamo insieme a fare la spesa
e guardanon hai una madre! O tua madre non ti cura, perch tuo padre fa chi sa che cosa, un ubriaco e
cosi via. E investono tempo ed energia per far si che le ragazze si afezionino a loro e vedano in loro il padre che
sognavano.
(intervista rappresentante organizzazione ONG)
Queste cose spingono le ragazze esattamente nella parte opposta perch loro non si sentono apprezzate dai
genitori e dicono: Mi vedo con tanti difetti, non sono buona a scuola, non sono soddisfatti, io sono la brutta,
la stupida e poi loro cercano altrove, e ricevono la conferma sei meravigliosa, sei intelligente, sei bellissima.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Da sempre le ragazze vittime di tratta hanno visto il lato positivo e bello delle cose, per poter avere una vita
migliore, che possono essere amate per quello che sono. stata raforzata lautostima che non potevano
trovare nella propria famiglia. Non hanno mai pensato che le cose avrebbero potuto andare male, che
i reclutatori hanno un proflo signifcativo, e non successo mai che oggi lha conosciuta e domani lha
picchiata!
(intervista rappresentante istituzione governativa)
d - Motivazione economica, generata sia da un livello estremo di poverta nella famiglia, sia
dalla difficolt di trovare un lavoro nella communit di origine. Le valutazioni degli esperti variano
a seconda dei casi registrati nelle provincie/aree di competenza, fatto riconducibile ad una serie
di motivi non solo individuali delle vittime (et, livello di istruzione), ma anche socio-economici,
riconducibili alle aree di provenienza (province povere con alti tassi di disoccupazione, con sacche di
povert e comunit svantaggiate).
La povert ha il suo ruolo. Quasi tutte le ragazze partono dal desiderio di avere un reddito sicuro, per
assicurarsi un minimo di sussistenza, o almeno per avere una vita dignitosa. Pensate che tutte le ragazze
vogliono un vestito, vogliono un bene materiale e spesso scelgono queste cose, senza rendersene conto. E
arrivano in questa situazione tramite le promesse e varie storie, comprese quelle del Loverboy, di amore a prima
vista e fniscono in situazioni tragiche, e nei nostri casi, a loro insaputa. Pensate che ci sono luoghi molto poveri
dove non esistono posti di lavoro, dove i genitori non lavorano, dove praticamente non c un reddito sicuro in
famiglia. E il fatto che sei condannato a vivere in povert, vivendo in una baracca, non in una casa, e il fatto di
non avere un futuro pi o meno certo porta queste ragazze a scegliere spesso il bello che altrove, quello che
loro immaginano bello.
(Intervista rappresentante istituzione governativa)
Cerano abastanza ragazze povere. Voglio dire, sia la loro famiglia che lintero paese erano povere. Non
avrebbero avuto molte alternative se non il lavoro in agricoltura e basta.
(intervista rappresentante ONG)
e - Il desiderio di aiutare la loro famiglia e, in questo contesto, si fa riferimento allassunzione di responsabi-
lit da parte dei minori di alcune mansioni che in realt sarebbero degli adulti (assicurare una casa, curare i fratelli
piu piccoli etc.) Questa eccessiva responsabilizazione dei minori li porta ad accettare anche la prostituzione.
Sperano in una vita migliore, vogliono aiutare le loro famiglie, si informano per le oferte di lavoro in base a
quanto gli permette il livello distruzione.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Un caso stato interessante: un bambino stava con la sua famiglia, in aftto in un casa popolare. Ha deciso
che, essendo lui il primo genito, sarebbe andato allestero a lavorare come baby-sitter, inviare soldi a casa e
comprare una casa, quella casa popolare. E se ne and tramite una vicina di casa, unamica che li visitava
ogni giorno. Dopo la sua partenza allestero, gli altri vicini hanno avvisato la mamma che quella signora
si occupava proprio del reclutamento delle vittime! Ma nessuno laveva avvisata prima! Naturalmente, il
bambino entrato nella rette della tratta.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Di solito, i bambini pi grandi, di 10 anni, stanno insieme a quelli di 2-3 anni, cucinano insieme, mangiano
insieme. Non esistono le vacanze, la scuola, lascia perdere la scuola, tanto non ti serve. Eppure sembrano cosi
intelligenti. In che modo? Con lesperienza di vita che non ti aspetteresti per quella et!
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Minori sfruttate sessualmente e diventate mature prematuramente. I genitori hanno una situazione difcile
economicamente parlando, vivono alla giornata e improvvisamente le responsabilizzano. Forse una volta
cresciuti i fratelli pi piccoli sentono a casa discorsi del tipo devi aiutarci anche tu, devi portare dei soldi anche tu,
non possiamo permetterci pi di mantenerti anche se hanno solo 12 -14 anni e allimprovviso si sentono mature
e che devono fare qualcosa. E ad un certo punto, sentendo tutti questi messaggi, che devono fare qualcosa per
guadagnare soldi, che devono diventare indipendenti, si avvicina a loro una persona per bene, perch ce ne
sono abbastanza, che propone vuoi essere la mia fdanzata? Guadagneremo un sacco di soldi insieme... e loro
accettano cosi facilmente, perch questo messaggio quello che hanno gi sentito dai genitori...
(intervista rappresentante istituzione governativa)
E se hanno avuto soldi solo per vivere alla giornata, sono andate a scuola giorno dopo giorno, mese dopo
mese con gli stessi vestiti mentre i compagni avevano sempre vestiti diversi, poi ha detto: voglio anche io di
pi! Ed era naturale desiderare di pi. E poi, quando qualcuno arrivato con la proposta di comprarle dei
vestiti, normale che stata tentata ed ha accettato. Molte di loro pensavano, beh, vado a lavorare allestero,
guadagno soldi e li mando a casa ai genitori. Questo pensavano, anche se erano minori.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
f - La difcolta di realizzare i propri sogni, in termini di realizazzione professionale e sociale, che porta in
tanti casi alla conclusione che lavorare allestero lunica soluzione.
Abbiamo visto una certa pressione interna molto forte, come se non accettando questa proposta la mia
vita sarebbe fallita. E vado con la tutta la disperazione, chiudo gli occhi e non vedo alcun rischio. So che in
fondo ci sono alcuni vincoli, alle spalle ci sono delle persone che, in un modo o nellaltro, hanno bisogno del
tuo sostegno fnanziario e cos via. E poi si pu scegliere. E conta ancora molto quando qualcuno ti propone
di lavorare a Ibiza, per esempio, e tu sei del Tandarei e lavori nel bar della stazione. Automaticamente guardi
intorno. Vedi chiaramente la diferenza.
(intervista rappresentante ONG)
E per essere realisti molti giovani se ne vanno per questi sogni, per lavorare allestero. Se chiediamo, ad esempio
ho chiesto una volta durante una lezione, quanti studenti della classe XII avrebbero voluto andare allestero.
Credetemi ha alzato la mano oltre la met della classe. Coloro che non hanno alzato la mano avevano altri
sogni, andare alluniversit qui, quindi rimanere e andare a scuola qui. Gli altri tutti volevano andare allestero
tutti dicevano, si guadagnano un sacco di soldi, mi sbarazzo dai miei genitori, sono libero, guadagno, mi
compro una macchina. Quindi penso che questo il sogno attuale dei romeni . Dato che la societ non ti d
un lavoro, un giovane dopo che fnisce un livello distruzione, diciamo 12 classi o 10 classi ha un futuro incerto.
Non trova lavoro, le assunzioni sappiano come si fanno, la domanda tanta e le oferte sono poche. Purtroppo,
tutti i ragazzi nelle scuole, nei licei, la maggior parte di loro sogna lestero. Sperano e desiderano di andare
allestero per lavorare.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 86 87
Sezione 9
Contesto generale
della tratta in Italia
Federica Dolente
88 89 Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 Sez i one 9 - Cont e s t o ge ne r al e de l l a t r at t a i n I t al i a
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Sezione 9:
Contesto generale della tratta in Italia

Premessa
Il traffico di esseri umani a scopo di sfruttamento sessuale ha assunto negli ultimi anni una rilevanza e una visibi-
lit particolarmente preoccupanti. In alcuni paesi dellEuropa dellEst le difficolt di attivare processi economico-
sociali in grado di soddisfare i bisogni primari della popolazione hanno innescato flussi migratori consistenti in
direzione degli stati pi ricchi dellUnione. Lallargamento ad Est dellUnione Europea, con lestensione del regime
di libera circolazione, ha ulteriormente modificato il panorama migratorio europeo. Per tali ragioni, lattraversa-
mento delle frontiere, la possibilit di inserimento nei principali paesi di destinazione, con il conseguimento di
unattivit lavorativa e di pi elevati livelli di benessere, sono divenute, nellimmaginario di consistenti segmenti
di popolazione, mete facilmente raggiungibili. Questa situazione ha fatto s che molte persone abbiano messo
in gioco non solo le proprie competenze professionali ma anche direttamente il proprio corpo, con il rischio di
cadere in condizioni di grave sfruttamento sia in ambito lavorativo che sessuale.
Da almeno dieci anni, periodo che ha visto crescere la tratta e lo sfruttamento sessuale di persone provenienti
dalla Romania, assistiamo a profondi cambiamenti delle modalit di aggancio, di trasferimento nelle aree di de-
stinazione e di assoggettamento para-schiavistico a scopo di sfruttamento sessuale
1
. Queste trasformazioni si
rilevano non solo in Italia, ma anche in altri paesi europei laddove lo sfruttamento sessuale maggiore.
In Italia lo sfruttamento sessuale delle donne rumene quello che al momento registra maggiori presenze ed
distribuito in quasi tutte le regioni, ed in particolar modo nelle grandi aree metropolitane. Attualmente il fenome-
no si caratterizza per una molteplicit di forme che assumono caratteristiche diverse (in strada, in appartamento,
in locali notturni) in base alle provenienze, allet, al genere e alle forme organizzative che ne caratterizzano lo
sfruttamento. In ogni caso, in entrambi i paesi lItalia e la Romania - le conoscenze relative ai gruppi coinvolti
nella nello sfruttamento sessuale restano ancora piuttosto scarse e frammentate, non capaci, quindi, di illustrare
il fenomeno nella sua odierna complessit.
Gi nel decennio scorso gli studi realizzati in Italia hanno posto lattenzione sulle differenti forme di prostituzione
che caratterizzano il gruppo rumeno, cio quella volontaria determinata dalla volont di far denaro per man-
tenere la famiglia soprattutto in presenza di figli e pertanto equiparabile ad un vero e proprio progetto migrato-
rio e quella involontaria, determinata invece da vessazioni, violenze e discriminazioni sessuali verso le donne
sequestrate e rapite allo scopo
2
. Ma gli stessi autori evidenziano elementi di vulnerabilit sociale ed economica
che ancora oggi, a distanza di dieci anni, continuano a determinare lingresso nella tratta, le condizioni sociali ed
economiche che determinano lingresso nella tratta vengono concordemente identificate nella povert economi-
ca, nel deteriorarsi della coesione familiare soprattutto nelle fasce pi disagiate, nella mancanza di opportunit
di lavoro e di una vita sociale e familiare pi accettabile soprattutto per le donne, nella sfiducia nel futuro proprio
e del paese
3
.
Gli approfondimenti su questo segmento di popolazione vulnerabile, proveniente dalla Romania si sono fermati
a qualche anno addietro, e non prendono dunque in considerazione lelemento dirimente dellestensione del
regime di libera circolazione ai cittadini rumeni intervenuto nel gennaio del 2008, in tal senso sembrano in parte
obsoleti, non in grado cio di spiegare le nuove e pi sottili e invisibili modalit di sfruttamento e che hanno
portato come conseguenza sul sistema italiano di sostegno delle vittime di tratta un relativo indebolimento ed
inefficacia delle procedure di protezione sociale per vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessuale per le per-
sone provenienti dalla Romania.
1 Cfr. al riguardo, F. Carchedi, G. Mottura, G. Campani (a cura di): I colori della notte. Migrazioni, sfruttamento sessuale, esperienze di intervento sociale, Milano, F. Angeli, 2000;
F. Carchedi, V. Tola, (a cura di): Allaperto al chiuso, Roma, Ediesse, 2008.
2 F. Carchedi, Prostituzione migrante e donne trafficate. Il caso delle donne albanesi, moldave e rumene, Milano, F. Angeli, 2004, p. 23.
3 C. Minguzzi, Il traffico di donne adulte e minori. Il caso rumeno, in F. Carchedi, (a cura di) Prostituzione migrante e donne trafficate. Il caso delle donne albanesi, moldave e
rumene, Milano, F. Angeli, 2004, p. 125.
Descrizione del sistema italiano di protezione
In Italia la prostituzione tuttora disciplinata dalla legge 75 del 1958 Abolizione della regolamentazione della
prostituzione e lotta contro lo sfruttamento della prostituzione altrui, meglio conosciuta come legge Merlin, dal
nome della senatrice socialista che laveva promossa. Promulgata a conclusione di un acceso dibattito durato un
decennio, la legge 75/1958 decretava labolizione della regolamentazione della prostituzione in Italia (matrice
abolizionista) e, contestualmente, avviava la lotta contro lo sfruttamento della prostituzione altrui. Partendo dalla
Costituzione Italiana, nel dibattito parlamentare la Merlin ribad luguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla leg-
ge (art. 3), la salute come diritto fondamentale dellindividuo (art. 32) e il fatto che unattivit economica non pos-
sa essere svolta in modo da arrecare danno alla dignit umana (art. 41). Il regime delle case di tolleranza gestite
dallo Stato andava dunque superato e le leggi che fino ad allora avevano regolamentato la prostituzione doveva-
no essere abolite, senza che ad esse venisse sostituito alcun controllo o permesso di esercitarla in luogo pubblico.
Nello specifico, la legge stabil innanzitutto la chiusura delle case di prostituzione (artt. 1-2) e la soppressione di
qualunque forma di registrazione obbligatoria (diretta o indiretta) delle donne che esercitano la prostituzione
da parte di autorit sanitarie o di pubblica sicurezza (art. 7). In tal senso, la sua approvazione segn una vera e
propria svolta nel costume e nella civilt dellItalia di allora. Inoltre, la legge Merlin introdusse sanzioni penali sia
per i reati di reclutamento, sfruttamento e favoreggiamento (prevedendo il raddoppio della pena se commessi ai
danni di una persona minorenne attraverso violenza, minaccia o inganno), sia per tutti quei comportamenti che,
in qualche modo, permettevano lo svolgimento della prostituzione compresa la propriet e la locazione degli
appartamenti in cui viene esercitata (art. 3). La legge prevedeva altres il divieto di adescamento o invito al liber-
tinaggio in modo scandaloso o molesto in luogo pubblico (art. 5) e listituzione di strutture, finanziate dallo Stato,
per lassistenza e la rieducazione delle donne che intendevano uscire dalla prostituzione e ritornare ad onest di
vita (artt. 8-9).
In definitiva, la legge Merlin non proibisce lattivit di prostituzione in s, esercitata in forma individuale ed auto-
noma nel chiuso del proprio appartamento, ma neanche prevede luoghi specifici in cui possa essere tollerata.
Lasciando ampi margini di discrezionalit interpretativa, essa costituisce un tentativo di compromesso tra due di-
verse posizioni, luna a difesa dei diritti di libert di coloro che si prostituiscono, che devono essere tutelati contro
ogni forma di sfruttamento e coercizione, laltra che invece, in maniera ambivalente, vede questi ultimi o come
soggetti da punire
4
(da qui il divieto di adescamento e la persecuzione di tutte le persone a vario titolo coinvolte)
o come soggetti da riabilitare, attraverso apposite istituzioni.
In materia di tratta, nellordinamento giuridico italiano la norma pi importante la legge 228/2003 Misure con-
tro la tratta di persone approvata nel 2003 in conformit con i principi contenuti nel protocollo ONU di Palermo.
Tale disposizione, che ha modificato gli articoli 600, 601 e 602 del codice penale, ha il merito di definire in maniera
compiuta i reati relativi alle cosiddette nuove schiavit (tratta, schiavit e servit), inasprendo le sanzioni penali
a carico dei responsabili (da 8 a 20 anni di reclusione, con laumento di un terzo della pena se i reati sono com-
messi contro un minore o sono diretti allo sfruttamento della prostituzione o al prelievo di organi) e prevedendo
programmi di protezione e reinserimento sociale delle vittime (art. 13).
Prima della promulgazione della legge 228/2003 le fattispecie di reato previste dagli artt. 600, 601, 602 del codice
penale si rifacevano alla nozione della Convenzione di Ginevra del 1926, che definiva la schiavit come la con-
dizione di un individuo sul quale si esercitano gli attributi del diritto di propriet o alcuno di essi. Nella nuova
formulazione si opera una distinzione netta tra riduzione in schiavit in senso stretto e riduzione in servit, intro-
ducendo una novit importante, ovvero la punibilit della condotta di mantenimento in uno stato di soggezione
continuativa.
4 Per unanalisi sulle tendenze interpretative della legge Merlin cfr. Articolo 18: tutel a delle vitime di traffico di esseri umani e lotta alla criminalit (LItaila e gli scenari europei).
Rapporto di ricerca, On the Road Ed. 2002, p. 78-81.
90 91 Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 Sez i one 9 - Cont e s t o ge ne r al e de l l a t r at t a i n I t al i a
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Programmi di protezione sociale per le vittime di tratta
Il sistema legislativo italiano prevede due programmi speciali per persone trafficate:
Un programma a breve termine (Articolo 13)
Un programma a lungo termine (Articolo 18)
Entrambi i programmi sono tecnicamente e finanziariamente gestiti dalla Commissione Interministeriale per il
sostegno delle vittime della tratta, violenza e sfruttamento, presieduta dal Dipartimento per le Pari Opportunit,
organo di coordinamento interistituzionale volto alla programmazione ed al monitoraggio degli interventi per la
prevenzione ed il contrasto della tratta di persone, nonch per lassistenza e reintegrazione sociale delle vittime.
Inoltre, dallanno 2000 attivo il Numero Verde Nazionale Anti-tratta 800 290 290, un servizio telefonico gratuito
(attivo 24 ore su 24 su tutto il territorio nazionale) in grado di fornire alle vittime, e a coloro che intendono aiutarle,
tutte le informazioni sulle possibilit di aiuto e assistenza che la normativa italiana offre per uscire dalla situazione
di sfruttamento sessuale e lavorativo.
Ogni anno il Dipartimento per le Pari Opportunit bandisce un Avviso pubblico per finanziare progetti di assi-
stenza e inclusione sociale che sono operativamente gestiti da ONG ed enti locali. importante sottolineare che
ogni concessione - per legge - co-finanziata dal Dipartimento e dagli enti locali, quindi le ONG che presentano
il progetto devono coinvolgere come partner di progetto di co-finanziamento gli enti locali per essere ammessi al
finanziamento (per i progetti art. 18 il finanziamento a carico del Dipartimento del 70%, e del 30% a carico di Re-
gioni/Enti Locali; per i progetti art. 13 le percentuali sono, rispettivamente, dell80% e del 20%). Inoltre, le ONG o
le associazioni devono essere iscritte nel registro delle ONG e organismi che gestiscono progetti di assistenza agli
immigrati secondo un regolamento esecutivo del D. Lgs. 286/98 presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Programma di breve durata: larticolo 13
Larticolo 13 della legge 11 agosto 2003 n. 228 offre una serie di misure di protezione e sostegno iniziale alle vitti-
me italiane, europee e straniere di schiavit, servit e tratta (reati di cui agli articoli 600 e 601 del codice penale).
I programmi di assistenza ai sensi dellart. 13 consistono in interventi rivolti specificamente ad assicurare alle vit-
time, in via transitoria, adeguate condizioni di alloggio, vitto e assistenza sanitaria, idonee al loro recupero fisico
e psichico. Essi devono prevedere in ogni caso:
la fornitura alle vittime di alloggio e ricovero in strutture ad indirizzo segreto;
disponibilit per le vittime di servizi socio-sanitari di pronto intervento.
Il programma di assistenza, della durata di tre mesi, pu essere prorogato per altri tre mesi. La sua principale fina-
lit quella di garantire una sorta di primo soccorso, fornendo alloggio e assistenza nellimmediato. Una volta
terminato, le vittime possano continuare ad essere supportate attraverso larticolo 18, aderendo a programmi di
integrazione sociale.
Dal 2006 al 2009 il Dipartimento ha co-finanziato 72 programmi. Per il co-finanziamento di questi progetti il Di-
partimento stanzia approssimativamente ogni anno 2, 5 milioni di euro.
Programma di lunga durata: larticolo 18
Nel panorama legislativo europeo e internazionale, lart. 18 del Testo Unico sullimmigrazione D.Lgs n. 286/98
rappresenta il modello pi avanzato ed efficace di contrasto al traffico di esseri umani. La norma stata formulata
con lintento di coniugare la tutela dei diritti delle vittime di grave sfruttamento con la repressione penale e la
lotta alle organizzazioni criminali, scegliendo tuttavia di privilegiare laspetto della tutela e, dunque, di superare
il concetto che la protezione sociale debba essere condizionata alla collaborazione della vittima con lAutorit
Giudiziaria
5
. Lobiettivo di fondo della norma quello di supportare le vittime dando loro la possibilit di sottrarsi
ai condizionamenti, di ottenere il riconoscimento di uno status di soggiorno e di partecipare ad un programma
di assistenza e integrazione sociale, a prescindere dalla volont di cooperare con lautorit competente. Lart. 18
dispone che qualora uno straniero irregolare si trovi in una documentata condizione di violenza o grave sfrutta-
mento ed emergano pericoli concreti per la sua incolumit, per effetto dellessersi sottratto ai condizionamenti
di unorganizzazione criminale o delle dichiarazioni rese nel corso delle indagini, lordinamento giuridico offre
alla vittima la possibilit di fare ingresso in un programma di assistenza e integrazione sociale e di ottenere un
permesso di soggiorno.
La norma riconosce dunque che il pericolo per lincolumit della persona possa derivare non soltanto dalle di-
chiarazioni rese in sede di procedimento penale, ma anche dal tentativo di sganciamento dalla criminalit or-
ganizzata. In sostanza, il permesso di soggiorno acquista sia carattere premiale in virt del contributo offerto
dallo straniero, attraverso la denuncia, alla lotta contro lorganizzazione criminale, sia carattere di incentivo alla
collaborazione con le istituzioni in relazione al tentativo di sottrarsi al condizionamento dei persecutori. Con
lemanazione dei regolamenti di attuazione del Dlgs 286/98, pubblicati nel novembre 1999 con il D.P.R. 394 del
31 agosto, si chiariscono i campi di applicazione di questa inedita norma. In particolare, si istituisce un doppio
circuito, formato da due distinti percorsi finalizzati alla regolarizzazione:
il percorso giudiziario, legato alla denuncia e alla collaborazione con gli inquirenti;
il percorso sociale, autonomo dallinstaurazione di un procedimento penale e concesso allo straniero in peri-
colo per efetto dei tentativi di sottrarsi ai condizionamenti di unassociazione criminale.
Nel primo caso lo straniero si rivolge direttamente agli organi di Polizia, denunciando il proprio stato di coercizio-
ne o di grave sfruttamento. Il Procuratore della Repubblica, che ricostruisce lintera storia della vittima, ha potere
di istanza del permesso di soggiorno. Nel secondo caso, liter avviato da unassociazione accreditata, che inoltra
apposita relazione-istanza alla Questura, segnalando la presenza delle condizioni di coercizione e condiziona-
mento. Il questore, tenendo conto di quanto indicato nella relazione e delle informazioni che vorr eventualmen-
te raccogliere direttamente dalla persona, rilascia il permesso autonomamente. Il permesso di soggiorno previsto
dallart. 18 per motivi di protezione sociale ha durata iniziale di sei mesi ed rinnovabile fino al massimo di un
anno; esso consente di esercitare attivit lavorativa subordinata e di accedere al sistema formativo e pu essere
convertito in permesso di lavoro o di studio. E proprio il requisito della convertibilit a rivelare la reale natura di
tale titolo: non soltanto finalit endoprocessuali, ma anche mezzo di emersione verso la legalit e di acquisizione
dei diritti fondamentali. La sua revoca dovuta allinterruzione del programma o a causa di condotte incompati-
bili con le finalit dello stesso.
5 Per un approfondimento cfr., M. G. Giammarinaro, Il permesso di soggiorno per motivi di protezione sociale previsto dallart. 18 del t.u. sullimmigrazione, in Diritto,
immigrazione e cittadinanza, 1999, 4; V. Tola, La tratta di esseri umani: esperienza italiana e strumenti internazionali, nel secondo Rapporto sullintegrazione
degli immigrati in Italia, Roma, 2000. D. Mancini, Traffico di migranti e tratta di persone, tutela dei diritti umani e azioni di contrasto, Franco Angeli, Milano, 2009.
92 Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 93
Sezione 10
Levoluzione del fenomeno
della tratta in Italia
Alcuni dati sulle vittime di tratta
In base ai dati del Dipartimento per le Pari Opportunit, tra il 2000 e il 2007, 13.517 persone trafficate (di cui 938
minorenni) hanno aderito e partecipato ai progetti di protezione sociale. Le vittime di nazionalit rumena accolte
sono state in totale 3.157. I dati pi recenti sulle vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessuale sono quelli con-
cernenti lAvviso 7 relativo al periodo intercorrente tra il giugno 2006 e il giugno 2007. Questi dati sono leggibili
nella Tab. 1. insieme alle serie precedenti. La Tab.1 mostra landamento del numero delle vittime (sia adulte che
minorenni) prese in carico dai servizi sociali territoriali a partire dal primo Avviso (del 2000/01) fino allAvviso 7
(del 2006/07).
Nella fase considerata si registra una significativa riduzione delle prese in carico del gruppo albanese (-77%) e di
quello nigeriano (- 59,2%) mentre per quello romeno si evidenzia, al contrario, un rilevante incremento (+ 281%).

Tab. 1. - Paesi di provenienza e consistenza numerica delle vittime (adulte e minori) della tratta registrati nei servizi sociali (ex art. 18).
Periodo 2000/01 - 2006/07 (Avvisi 1 e 7), v.a. e %.
Paesi
Avviso 1 Avviso 7
(2000-01) (2006-07)
v.a. % v.a. %
Nigeria 1.440 51,7 735 41,2
Marocco 77 2,8 - -
Albania 566 20,3 91 5,1
Moldavia 134 4,8 77 4,3
Romania 127 4,6 461 25,8
Ucraina 141 5,1 65 3,6
Russia 54 1,9 53 3,1
Altri paesi 246 8,8 301 16,9
Totale 2.785 100,0 1.783 100,0
Fonte: elaborazione di Parsec su dati del Dipartimento per le Pari Opportunit
A partire dagli avvisi 8 (art. 18) e 1 (art. 13), ossia dallanno 2008 stato istituito presso il Dipartimento per le Pari
Opportunit, un nuovo sistema di monitoraggio dei casi presi in carico dagli enti preposti, attraverso la predispo-
sizione di schede individuali di entrata e di uscita nei programmi di assistenza; tuttavia, i relativi dati non sono
ancora disponibili.
Emiliana Baldoni
94 95 Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 Sez i one 10 - Le vol uz i one de l f e nome no de l l a t r at t a i n I t al i a
Sezione 10:
Levoluzione del fenomeno della tratta in Italia
Nellultimo decennio una serie di cambiamenti strutturali ha investito il fenomeno della tratta a scopo di sfrutta-
mento sessuale in Italia, tanto da allontanarlo sempre di pi, come osserva Ambrosini
1
, da quei concetti di traffico
di donne e riduzione in schiavit mutuati dal passato e riferiti ad esperienze diverse, i quali traggono dal loro
spessore storico forza simbolica, risonanze emotive e capacit di suggestione ma anche rischi di indetermina-
tezza analitica e fragilit giudiziaria. Tali cambiamenti, strettamente correlati da un lato allevoluzione delle rotte
internazionali di traffico, dallaltro alla modifica delle legislazioni di molti paesi europei a seguito della ratifica dei
Protocolli di Palermo, hanno riguardato, in particolare, la composizione dei gruppi nazionali coinvolti, lo sposta-
mento della prostituzione al chiuso e lallentamento della pressione coercitiva nelle modalit di reclutamento e
sfruttamento
2
.
Focalizzando lattenzione sullo sfruttamento sessuale delle donne romene, ormai acquisito che, a partire dalla
seconda met del duemila, con limplosione del cosiddetto sistema albanese, caratterizzato da modalit di sfrut-
tamento particolarmente aggressive e largo impiego della violenza, delle minacce e dellinganno
3
, e laumento
dei flussi migratori dallEst Europa
4
, i gruppi criminali albanesi si siano sistematicamente dedicati al reclutamento,
con la connivenza di gruppi locali, di ragazze di altre nazionalit, in particolare romena e moldava, modificando al
contempo le modalit di gestione e sfruttamento della prostituzione.
Si assistito, infatti, ad un generale miglioramento delle condizioni di esercizio della prostituzione, dovuto al
minore ricorso alla mera violenza da parte delle organizzazioni di trafficking e alla ricerca di forme di contrattazio-
ne, tanto che alcuni esperti del settore parlano di prostituzione negoziata
5
, tratta affievolita o tratta dolce
6
. Con
queste espressioni si fa riferimento allemergere, accanto a modalit coercitive e para-schiavistiche, di una forma
di sfruttamento meno violenta e brutale, che tende a costituire con le ragazze coinvolte (anche giovanissime)
rapporti basati sul consenso e sulla partecipazione ai proventi. Il fine perseguito il contenimento dei conflitti e
delle tensioni che possono sfociare in denunce e tentativi di sganciamento. Sulla diffusione della tratta negozia-
ta allinterno del sistema romeno si torner dopo.
Al contempo, la strategia di diversificazione dellofferta sul mercato del sesso ha originato anche una significativa
diffusione della cosiddetta prostituzione indoor, esercitata cio in appartamenti privati o in luoghi aperti al pub-
blico, come locali, hotel, night, club priv, saune, centri massaggi
7
. Tale incremento rappresenta in parte un effetto
delle ordinanze anti-prostituzione emanate dai sindaci in alcuni comuni, volte a punire lesercizio in strada, delle
risposte di contrasto delle forze dellordine e degli interventi di supporto degli operatori di strada. Se fino al bien-
nio 1998/2000, strada e indoor rappresentavano mercati distinti e separati e ci valeva anche per le persone coin-
volte nello sfruttamento, ora appaiono invece evidenti momenti di intersezione e scambio reciproco tra le forme
8
.
1 Ambrosini M. (a cura di), Comprate e vendute. Una ricerca su tratta e sfruttamento di donne straniere nel mercato della prostituzione, Angeli, Milano, 2002.
2 Carchedi F., Tola V. (a cura di), Allaperto e al chiuso. Prostituzione e tratta: i nuovi dati del fenomeno, i servizi sociali, le normative di riferimento, Ediesse, Roma, 2008.
3 Sulle caratteristiche dei due principali modelli prostituzionali presenti in Italia alla fine degli anni Novanta, albanese e nigeriano cfr. in particolare, Carchedi F., Prostituzione
migrante e donne trafficate. Il caso delle donne albanesi, moldave e rumene, Angeli, Milano, 2004; Carchedi F., Orfano I., (a cura di) La tratta di esseri umani in Italia. Evoluzione
del fenomeno ed ambiti di sfruttamento, Angeli, Milano, 2007; Bernardotti B., Carchedi F., Ferone B. (a cura di), Schiavit emergenti. La tratta e lo sfruttamento delle donne
nigeriane sul litorale Domitio, Ediesse, Roma, 2005; Monzini P., Il mercato delle donne: prostituzione, tratta e sfruttamento, Donzelli, Roma, 2002; Abbatecola E., Laltra donna,
Angeli, Milano, 2006; Candia G. et al., Da vittime a cittadine. Percorsi di uscita dalla prostituzione e buone pratiche di inserimento sociale e lavorativo, Ediesse, Roma, 2001.

4 Per quanto riguarda la Romania, labrogazione del visto di ingresso nella zona Schengen nel 2002 ha determinato unintensificazione dei flussi in uscita verso lEuropa del Sud,
soprattutto per quanto riguarda la componente femminile. Nellambito dei negoziati di adesione della Romania allUnione Europea, ai cittadini romeni stato infatti concesso
di muoversi allinterno dellarea con un permesso turistico della durata massima di tre mesi. Dopo la scadenza del visto, un gran numero di romeni ha continuato a permanere
nei paesi riceventi, cadendo in condizione di irregolarit.
5 Carchedi F., Tola V. (a cura di), Op. cit.
6 Morniroli A. (a cura di), Vite clandestine. Frammenti, racconti ed altro sulla prostituzione e la tratta di esseri umani in provincia di Napoli, Gesco Edizioni, Napoli, 2010.
7 On the Road, Tra visibile e invisibile. La prostituzione al chiuso: scenari e prospettive di intervento, Franco Angeli, Milano, 2008.
8 Donadel C., Martini R. (a cura di), La prostituzione invisibile, Progetto WEST, Regione Emilia Romagna, 2005; Carchedi F., Tola V. (a cura di), Op. cit.
Sebbene il coinvolgimento di donne romene nellindoor comprovato da riscontri in diversi territori
9
, le infor-
mazioni raccolte a riguardo attraverso la ricerca non hanno consentito di ricostruire in maniera puntuale le carat-
teristiche del fenomeno. Molti operatori hanno confermato la presenza di ragazze romene sia in appartamento
sia nei vari locali notturni ma le reali condizioni di esercizio, soprattutto rispetto allautonomia decisionale, e le
dimensioni quantitative del fenomeno non sono determinabili. Se alcuni hanno ipotizzato una maggiore libert
di movimento, avendo riscontrato, per una ristretta minoranza di donne, lesercizio alternato tra strada e indoor
in condizioni di apparente autonomia, altri sono convinti che lindoor comporti in s un rischio pi elevato di se-
gregazione. Certo che coloro che esercitano la prostituzione al chiuso in maniera involontaria corrono maggiori
rischi di assoggettamento para-schiavistico in quanto sono difficilmente individuabili e raggiungibili dagli opera-
tori di strada: la rete sociale si riduce alle persone coinvolte nello sfruttamento e i contatti con il mondo esterno
sono soggetti a rigido controllo.
Abbiamo fatto una ricerca sulle forme indoor e preso anche contatti con le ragazze. Ci sono anche romene,
sia nei night sia negli appartamenti () Let tende a essere pi elevata per le ragazze che lavorano in
appartamento, pi 25-30 che 18-20 () Riescono a essere anche meno organizzate dallorganizzazione
criminale, hanno una contrattualit molto pi alta rispetto al lavoro in strada e rischiano, a loro dire, anche
meno. Diventa quindi una forma di promozione il lavoro in appartamento. Quello nel night invece un lavoro
molto stancante e non molto remunerativo
(Intervista 36)
Il target delle donne che lavora in strada ha solitamente un proflo di istruzione molto basso, viene da posti
rurali e presenta alti livelli di disgregazione sociale in Romania e in Italia, nel senso di assenza di rete di
sostegno. Le donne rumene che venivano dai locali presentavano un proflo diverso: donne pi giovani, con un
livello culturale pi alto, con una maggiore capacit di instaurare in Italia relazioni signifcative, seppure con
altri connazionali, di trovare un lavoro
(Intervista 28)
Le strutture che gestiscono progetti di intervento sulla prostituzione al chiuso (ad esempio contattando telefo-
nicamente le ragazze che pubblicano inserzioni sui giornali locali) descrivono comunque allunanimit tentativi
fallimentari di aggancio e un sostanziale disinteresse delle donne romene per i percorsi di uscita proposti. Del
resto, anche fingendosi potenziali clienti, lindoor resta una realt difficile da avvicinare, soprattutto, come lamen-
tano alcuni, in mancanza di fondi e risorse per avviare nuove strategie di penetrazione.
Periodicamente facciamo dei tentativi di contattare le ragazze, attraverso le inserzioni sui giornali, anche
se molto difcile poi concretizzare il contatto. In questo senso, analizzando gli annunci possiamo avere
unidea, una mappatura di quello che pu essere la prostituzione indoor. Quello che riusciamo a fare, a volte,
stabilire un appuntamento allesterno, ma poi la decisione di chiedere aiuto rara anche perch forse
nella prostituzione indoor viene riconosciuto da parte dello sfruttatore una percentuale un po pi alta dei
proventimagari le condizioni sono senzaltro quelle di uno sfruttamento pesante, ma le donne riescono a
guadagnare un po di pi e ad avere una capacit di negoziazione pi alta Nei locali in cui sospettiamo ci
siano delle donne trafcate non siamo ancora riusciti ad entrare. Dal nostro punto di vista non tanto sicuro
per gli operatori si presenta un problema di sicurezza.
(Intervista 12)
Nella nostra zona sappiamo che lesercizio solo ed esclusivamente al chiuso, non rileviamo altre forme di
sfruttamento sessuale, questo rende il nostro intervento sulle ragazze romene debolissimo.
(Intervista 48)
9 La fonte principale costituita dai resoconti delle forze dellordine.
96 97 Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 Sez i one 10 - Le vol uz i one de l f e nome no de l l a t r at t a i n I t al i a
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Un aumento rilevante della presenza di ragazze romene sfruttate in strada stato osservato in diverse zone della
penisola e in particolar modo in prossimit dei grandi centri urbani (tra cui Milano, Firenze e Roma). Unintervista-
ta osserva che nel territorio in cui opera (Pisa) tale aumento avvenuto in concomitanza con la crescita vertigino-
sa del numero di migranti romeni, molti dei quali, a causa della crisi e della mancanza di lavoro, vivono in baracche
e accampamenti in condizioni di estrema emarginazione. Allo stesso tempo, si verificato un incremento visibile
dellaccattonaggio e di altre attivit illegali. In queste circostanze sarebbero dunque, a suo parere, le situazioni di
marginalit a favorire lingresso nella prostituzione.
Nel complesso, anche se non mancano casi di presenze storiche, il turn over delle ragazze romene appare piut-
tosto elevato. Com noto, la mobilit e la rotazione rappresentano una strategia messa (spesso efficacemente)
in atto dagli sfruttatori al fine di rinnovare lofferta nel mercato del sesso ed evitare che le ragazze instaurino
rapporti forti con i clienti o con i servizi. Dalle testimonianze raccolte emerge che le donne romene vengono fre-
quentemente spostate da una zona allaltra del territorio nazionale ma anche in paesi diversi dellUnione Europea.
In particolare, sembra delinearsi un canale preferenziale di ingresso in Italia che passa attraverso la Spagna.
Noi le vediamo per 3/4 mesi sulle nostre strade, poi queste ragazze spariscono, nel senso che non le
incontriamo mai pi. Il nostro un territorio circoscritto, unisola, quindi abbiamo il sentore che queste ragazze
vengano poi spostate nel continente. Dunque alla difcolt di instaurare con loro un rapporto si somma questo
sistema di spostamento verso zone lontane, per cui queste donne per noi poi non esistono pi.
(Intervista 49)
In effetti, in alcuni casi individuabile una sorta di percorso standardizzato di ingresso nel mercato del sesso
italiano. LItalia non rappresenta sempre la prima destinazione dopo lespatrio, ma sembra raffigurare una meta
ambita dopo una prima fase di sfruttamento presso locali notturni e night club in Spagna. Larrivo in Italia, viene
dunque rappresentato come una sorta di momento premiale, poich si passa da un tipo di sfruttamento inten-
sivo, al chiuso, alla prostituzione di strada, percepita dalle donne come meno usurante e costrittiva (e spesso pi
remunerativa).
Tutte quelle che seguiamo noi, sono passate prima dalla Spagna, dove lavoravano nei night, sempre
accompagnate dai fdanzati. Dal lavoro nei night sono poi arrivate qui da noi in strada.
(Intervista 7)
Il numero in aumento. C un cambio continuo di ragazze e arrivano sempre pi giovani. Ci sono delle serate
in cui troviamo vie intere di ragazze romene, fno a 20 o 30, una cosa impressionante. C una forte mobilit.
Le vedi per un po, poi spariscono, poi ritornano, anche se ci sono altre che stanno l da tanti anni. Magari
raccontano che sono state in altre citt italiane o allestero, in Spagna, Austria, Germania, anche Olanda.
(Intervista 1)
Da come ne parlano, si capisce che preferiscono la strada... un esercizio economicamente pi vantaggioso,
rispetto ai night spagnoli. Inoltre, con il fatto che vanno via per cinque mesi, una volta tornate come se
fossero nuove in quella zona per i clienti. Quando tornano hanno sicuramente pi guadagno perch hanno
pi mercato. Poi dopo un po di mesi che stanno qui se ne rivanno, poi tornano nei loro racconti dicono tutte
che in strada si guadagna di pi che nei night.
(Intervista 8)
Inoltre, per effetto del free movement, la mobilit prende anche la forma di viaggi pi o meno frequenti nel paese
di origine
11
. La possibilit di tornare in patria per visitare i familiari, favorita anche dallabbassamento dei costi di
viaggio e dallavvento dei voli low cost, conferisce alla prostituzione romena alcune peculiarit gi evidenziate in
letteratura, alle cui conseguenze, a parere di chi scrive, dovrebbe essere dedicata unattenzione specifica attraver-
so ricerche ad hoc. Ci si riferisce, in particolare, alla durata breve del periodo di sfruttamento (tanto che in alcuni
casi assume caratteri di stagionalit) e allesercizio alternato per periodi determinati seguiti da periodi pi o meno
lunghi di rientro nel paese di origine
12
.
11 E importante ribadire che tale circolarit non costituisce per la Romania un fenomeno del tutto inedito legato allingresso nellUnione Europea. La migrazione temporanea,
definita nuovo pilastro del sistema migratorio romeno, costituisce infatti una pratica consolidata, ancorch in gran parte non quantificabile e documentabile, nei flussi
migratori degli ultimi venti anni. A partire dal 2002, essa rappresenta una vera e propria strategia di vitadi individui e nuclei familiari, strategia che implica, a livello personale
quanto sociale, la condivisione del sapere migratorio accumulato, il sostegno delle reti etniche, lo sviluppo di una grande capacit di ridefinizione di legami e adattamento.
Cfr. Sandu D. et al. (2004). A Country Report on Romanian Migration Abroad: Stocks and Flows After 1989. Multicultural Centre Prague, www.migrationonline.cz (nov 2010);
Sandu D. (2000), Migraia circulatorie ca strategie de via. Sociologie Romneasc, 2.
12 Minguzzi C., La prostituzione straniera a Roma: condizioni, luoghi e mutamenti, in Carchedi F., Tola V. (a cura di), Op. cit.
In ogni caso, al momento attuale il fenomeno della tratta e dello sfruttamento sessuale dalla Romania si configura
prevalentemente come fenomeno di strada. Esso risulta presente sul territorio italiano a macchia di leopardo,
con caratteristiche, dimensioni, modalit organizzative che variano considerevolmente a seconda dei singoli con-
testi locali. Pertanto, lintento del presente lavoro non restituirne unimmagine univoca ed omogenea, ma evi-
denziarne, senza pretese di generalizzazione, le tendenze emergenti.
In assenza di stime ufficiali di riferimento, la percezione degli operatori intervistati che dallingresso della Roma-
nia nellUnione Europea e quindi dallestensione del diritto di libera circolazione ai cittadini neocomunitari il
numero di donne e minori romene che esercitano la prostituzione in strada nel complesso sia aumentato, anche
se si tratta di una presenza fluttuante e mutevole, che risente sia delle risposte di contrasto delle forze dellordi-
ne, sia del tipo di offerta di servizi a bassa soglia esistenti sul territorio. Al contempo, venendo meno lincentivo
dellacquisizione del permesso di soggiorno attraverso ladesione ai percorsi di protezione sociale, il numero di
ragazze romene accolte nelle strutture protette dal 2007 calato drasticamente.
E importante sottolineare che la diminuzione del numero di vittime di tratta provenienti dalla Romania prese in
carico dai progetti si verificata nonostante il legislatore italiano fosse intervenuto gi prima dellingresso del pa-
ese nellUnione Europea inserendo nel decreto legge 28 dicembre 2006 n. 300 una norma che modificava lart. 18
(rivolto, come gi illustrato, ai cittadini extracomunitari) e apriva i programmi di protezione sociale a qualunque
soggetto intendesse sganciarsi dalla condizione di grave sfruttamento (anche di cittadinanza italiana)
10
.
Rispetto alla decadenza dellobbligo del permesso di soggiorno a seguito dellingresso della Romania nellUnione
Europea, unoperatrice legale intervistata sottolinea come sia poco noto alle ragazze che in realt sono previsti
vincoli al soggiorno anche per i cittadini neocomunitari (iscrizione allanagrafe subordinata al possesso di un
contratto di lavoro), vincoli che potrebbero, almeno in linea teorica, contribuire a rendere ancora vantaggioso
lingresso nei programmi di protezione (quantomeno per lassistenza prevista nella ricerca di un lavoro).
I romeni hanno diritto a rimanere in Italia oltre i 3 mesi solo se si iscrivono allanagrafe e prendono la
residenza. Per avere la residenza bisogna dimostrare di avere un lavoro. Allora, da una parte questo discorso
che a loro non interessi pi avere il permesso di soggiorno un po illusorio () Si pu restare in Italia solo
se si ha la residenza, e questa si pu ottenere solo se si ha un lavoro regolare. In teoria, i meccanismi di
allontanamento ed espulsione sono molto simili. La polizia ti trova, ti ferma, chiede se ti trovi in Italia da pi di
tre mesi, e ti espelle. Poi, hanno pi facilit a rientrare, ma di fatto il meccanismo lo stesso.
(Intervista 43)
Nel corso dellultimo anno, tuttavia, alcune strutture di accoglienza hanno registrato un tenue riaffacciarsi di
ragazze romene trafficate nei servizi di accoglienza che coincide, come si argomenter pi avanti, con un ritorno,
in alcuni contesti, a modalit violente di gestione della prostituzione. Unoperatrice intervistata segnala invece
la ricomparsa nei servizi antiviolenza di donne romene che denunciano episodi di violenza domestica. Alcune
di esse hanno raccontato di essere state precedentemente trafficate a scopo di sfruttamento sessuale, a riprova
dello stretto legame che si instaura talvolta tra forme diverse di sfruttamento e di marginalizzazione.
Per anni stata una nazionalit scomparsa dalle accoglienze invece adesso da alcuni mesi stiamo di
nuovo accogliendo donne romene. particolare che ci ha stupito, anche perch molte di loro provengono
dallaccattonaggio (), oggi denunciano anche i propri familiari per sfruttamento in accattonaggio
(Intervista 44)
Donne romene sono ricomparse allo sportello antiviolenza, per casi di violenza domestica. Allinterno di
questo progetto ci siamo accorte che alcune delle donne romene, magari 10 anni prima, avevano avuto una
storia legata alla prostituzione e addirittura alla tratta. Storie che per non avevano raccontato mai allora, e
che hanno ritirato fuori in questo contesto dello sportello antiviolenza.
(Intervista 37)
Le nostre accoglienze sono sature, e sono per lo pi donne rumene che non riusciamo a ricollocare, si tratta di
persone che non hanno altre reti sociali n in Italia n in Romania, noi siamo il loro unico punto di riferimento.
(Intervista 44)
10 Tale norma, che in sede di conversione del decreto citato diventata lattuale comma 6 bis dellart. 18, dispone infatti che al programma di assistenza ed integrazione sociale
previsto dallarticolo 18 () pu partecipare, anche il cittadino di Stato membro dellUnione Europea che si trovi in una situazione di gravit ed attualit di pericolo.
98 Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 99
E importante sottolineare che, se nei casi di gestione autonoma della prostituzione o di basso controllo tale
circolarit pu assumere la forma di una sorta di pendolarismo tra Italia e Romania, nei casi di sfruttamento pi
serrato il fatto di concedere alle ragazze di tornare saltuariamente al paese di origine corrisponde talvolta ad una
strategia astutamente messa in atto dai trafficanti per aggirare le nuove definizioni giuridiche dei reati di tratta e
sfuggire alle condanne, in quanto in tal modo difficile provare lesistenza di uno stato di soggezione continuativa
alla base dello sfruttamento
13
.
Un dato interessante che venuto fuori negli ultimi due anni che alcune ragazze rumene lavorano dal
luned al venerd e nel fne settimana prendono un aereo e tornano a casa per poi tornare il luned mattina. Ci
signifca maneggiare parecchio denaro e avere una rete che consente di fare questo...
(Intervista 5)
Su strada ci raccontano che vanno spesso in Romania, alcune, quelle che guadagnano di pi riescono anche a
partire nei fne settimana. Pi spesso per il viaggio in Romania fnalizzato alle cure medico-sanitarie, presso
cliniche private.
(Intervista 13)
Il tema del ritorno nel paese di origine per effettuare visite mediche o interruzioni di gravidanza, introdotto dallul-
tima citazione riportata, abbastanza ricorrente, nonostante gli interventi di accompagnamento ai servizi sanitari
da parte degli operatori di strada siano tuttaltro che sporadici. A parere di molti, latteggiamento di sfiducia e
ostentato disinteresse per il sistema sanitario pubblico italiano da parte di alcune ragazze riconducibile al fatto
che i loro sfruttatori, come ulteriore forma di controllo sul corpo e sulla salute della donna, spesso si servono di
strutture private o singoli medici compiacenti (in Romania, ma anche in Italia) disposti anche a praticare aborti
oltre i termini previsti dalla legge e dai protocolli sanitari.
Le ragazze incinte continuano ad esercitare in strada anche quando la loro gravidanza visibile. Sembra che
a Bucarest ci sia un viale dove ci sono molte cliniche private alle quali i protettori si rivolgono per le IVG. Ma
abbiamo anche avuto il sentore che alcune abbiamo potuto praticare lIVGqui in Puglia, evidentemente ci
sono dei canali anche tra cliniche private e sfruttatori, che devono pagare somme esose per queste pratiche
illegali.
(Intervista 52)
Diversi operatori segnalano comunque un problema di fondo, chiedendo a gran voce lintroduzione di una nor-
mativa specifica. Laccesso alle strutture sanitarie pubbliche da parte dei cittadini neocomunitari subordinato al
possesso di alcuni requisiti come ad esempio quello di essere lavoratori o di essere in possesso della tessera TEAM
(Tessera Europea di Assicurazione Malattia), che viene rilasciata dal paese di origine e che ha validit europea.
Non tutti i rumeni presenti sul territorio nazionale possiedono per questa tessera, a causa delle gravi carenze
del sistema sanitario romeno; ne consegue che coloro che non hanno un contratto di lavoro rimangono privi di
copertura sanitaria
14
.
In tante hanno difcolt di accesso ai servizi pubblici per abitudini acquisite difcili da scardinare. Una cosa
che stiamo verifcando con i servizi sanitari che non c ancora una normativa condivisa rispetto a cosa fare
con le ragazze romene, che sono europee ma non hanno la tessera europea.
(Intervista 35)
13 Si ricorda che la legge 228/2003 Misure contro la tratta di persone prevede per il reato di tratta e riduzione in schiavit la reclusione da otto a venti anni.
14 In attesa di una risoluzione della questione, per garantire lassistenza sanitaria molte regioni italiane hanno sostituito il codice STP (quello che viene fornito agli Stranieri
Temporaneamente Presenti, cio ai migranti senza permesso di soggiorno) con il codice ENI (Europei Non Iscritti) ma, di fatto, numerosi impedimenti burocratici impediscono
una reale fruizione delle cure medich
Sezione 11
Il proflo delle vittime di origine
romena che entrano
nei programmi di protezione
Vincenzo Castelli
100 101 Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 Sez i one 11 - I l pr of i l o de l l e v i t t i me di or i gi ne r ome na c he e nt r ano ne i pr o gr ammi di pr ot e z i one
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Sezione 11:
Il proflo delle vittime di origine romena che entrano
nei programmi di protezione
Il proflo sociale e le provenienze
In questa sezione focalizzeremo lattenzione sui fattori di vulnerabilit, ricostruiti attraverso le interviste raccolte
dagli operatori sociali di riferimento a donne entrate nel circuti di protezione sociale.
doveroso premettere che le evidenze riportate in questo paragrafo sono limitate sia a livello quantitativo, ri-
spetto al numero delle persone intervistate, che dal punto di vista geografico, larea in cui sono state realizzate le
interviste, quella delle regioni Abruzzo, Molise, Marche, Emilia Romagna. I vincoli proposti per la realizzazione
delle interviste alle ragazze in accoglienza, ossia: avere la maggiore et, essere inserite in programmi di protezio-
ne sociale, realizzare lintervista con audio-registrazione, ottenere il rilascio di una liberatoria per la realizzazione
dellintervista stessa, hanno impedito di allargare il numero delle ragazze da intervistare. Dobbiamo per ricor-
dare che oggi, dopo lingresso della Romania nellUnione Europea, sono poche le ragazze rumene presenti nei
programmi di protezione sociale; inoltre gli stessi vincoli hanno altres impedito di somministrare le interviste a
ragazze rumene minori di et, che sono invece la prima nazionalit presente tra le vittime di tratta minorenni in
Italia. Dobbiamo per sottolineare che gli stralci che riportiamo di seguito, pur con i limiti summenzionati, ci of-
frono un punto di osservazione inedito sulla composita realt delluniverso dello sfruttamento sessuale delle don-
ne romene presenti nelle strutture di seconda accoglienza. Inedito e prezioso poich mette in luce attraverso le
narrazioni che le donne accolte hanno fatto agli operatori di riferimento, alcuni punti salienti delle loro esperienze
di inganno, prima e di sfruttamento, dopo. Le domande predisposte nelle interviste focalizzavano lattenzione sul
percorso che aveva portato la ragazza dalla Romania in Italia (vettori, motivazioni, itinerari, luoghi di arrivo e di
permanenza), sulla sua esperienza di tratta in Italia e sulle circostanze di uscita. Inoltre stato possibile ricostruire
il profilo delle ragazze romene coinvolte nello sfruttamento sessuale. Pur trattandosi di un quadro piuttosto ete-
rogeneo, questo ha consentito di evidenziare alcuni tratti socio-demografici comuni che risulteranno funzionali
nellindividuazione del target per la campagna di prevenzione. Riguardo alle fasce det delle utenti, gli intervista-
ti concordano nel sottolineare che le donne romene vittime di tratta sono generalmente piuttosto giovani, di et
compresa allincirca tra i 18 e i 25 anni e che, rispetto a qualche anno addietro, let si notevolmente abbassata.
Le minorenni che vengono intercettate dalle forze dellordine e condotte nelle strutture di accoglienza sono mol-
te, ma poche entrano nei percorsi di protezione e reinserimento. La maggior parte lascia le strutture dopo poche
ore e torna immediatamente in strada.
Dalle interviste raccolte non emergono aree specifiche di provenienza che potrebbero far pensare a flussi e ca-
tene migratorie ben definiti. Le ragazze intervistate dagli operatori sociali provengono infatti da localit e zone
diverse del paese: dalla capitale Bucarest a Trgoviste o Galati, dalle quali lafflusso molto consistente, ma anche
da Slatina, Ploiesti, Barlad, Arad, Tigru Bujor, Comanesti, Baia Mare, Crcoani e da Bacau, Craiova, Giurgiu, Dam-
bovita, Prahova, Costanta, Iasi, dalla regione moldava, ossia da zone da cui da proviene storicamente parte della
prostituzione coatta romena in Italia ormai dieci anni. Sono state inoltre rilevate provenienze da Vidra, Orastie,
Cisnadie, Focsani, Fgras, Hateg, Craiova, Satu Mare, Piteti, Calarasi, Botosani e da zone che non erano mai state
toccate dal fenomeno, quali la Transilvania in particolare dalla zona di Mures e Cluj. Da quanto emerso, si tratta
prevalentemente o di piccoli centri urbani o di localit rurali, dove i livelli di scolarit sono alquanto bassi e quelli
occupazionali sono invece assai precari.
Ne deriva che il livello di istruzione medio-basso; sebbene vi sia in Romania una cultura che favorisca ampi-
amente listruzione (non si deve dimenticare che il diritto allo studio era garantito per tutti e per tutte durante
il periodo del regime comunista), nonostante ci, le donne romene che arrivano oggi hanno spesso alle spalle
solo otto anni di scolarizzazione, ossia solo la licenza di scuola media. Un tempo sulle strade italiane era pi facile
incontrare anche delle donne con elevati titoli di studio: con formazioni tecnico-professionali o anche laureate,
ma oggi, dal momento che la formazione personale non pi garantita dallo Stato, molte donne interrompono
gli studi abbastanza presto, con un relativo abbassamento delle possibilit di inserimento lavorativo. Per quanto
riguarda le ragazze del gruppo rom, esse sono meno scolarizzate delle altre, alcune di loro sono addirittura an-
alfabete. E evidente che le esperienze lavorative pregresse sono scarse, sia per la giovane et delle vittime, sia
per i loro bassi livelli di scolarizzazione. Tutto questo in un epoca in cui la Romania fortemente interessata dalla
mancanza di crescita e da una fortissima disoccupazione. Tanto che per quanto riguarda i casi di ragazze molto
giovani, gli operatori sociali che le hanno in carico, ipotizzano lesercizio della prostituzione gi nel paese di origi-
ne o nei casi pi disperati, limpiego, a vantaggio di criminali locali, in ambienti che fungono da anticamera allo
sfruttamento sessuale, quali bar o night club.
Un altro elemento che per riguarda il contesto di arrivo, ossia lItalia, riportato dagli operatori, riguarda la presen-
za nelle accoglienze, di ragazze che prima di prostituirsi in strada lavoravano come badanti e che avendo perso
questo lavoro sono state costrette poi alla prostituzione come una soluzione di guadagno.
Risulta evidente, dalle interviste raccolte, che le ragazze anche molto giovani siano invitate dalle stesse famiglie
a doversela cavare da sole. Questo tanto pi se i contesti familiari di provenienza sono estremamente disagiati
sia economicamente sia culturalmente. Risultano essere frequenti i casi di nuclei familiari numerosi, in cui si ris-
contrano incuria, abuso di alcool e maltrattamenti, fino a situazioni limite di violenza fisica e abusi sessuali. Inoltre
il persistere di una mentalit patriarcale soprattutto nelle aree rurali fa s che le ragazze si socializzino a ruoli di
dipendenza e sottomissione alle figure maschili, ruoli che vengono poi riprodotti nellambiente della strada. Nelle
situazioni pi estreme, la scelta prostituzionale, nei casi di volontariet, o la caduta in piccoli o grandi reti crimi-
nali, costituisce chiaramente una via di fuga dalla conflittualit familiare.
Ci nonostante, per alcune ragazze il legame con i familiari rimane forte, tanto che la scelta di prostituirsi spes-
so motivata dalla necessit di mantenere lintero nucleo familiare (soprattutto in presenza di figli), in una logica
di sacrificio per la famiglia che viene loro inculcata fin da bambine. Nel complesso, a parte coloro che ignorano
davvero perch la relazione debole o assente, latteggiamento dei familiari nei confronti della prostituzione
rimane comunque piuttosto ambivalente: come in una sorta di teatrino, da un lato fanno finta di non sapere
o negano (a se stessi e alla comunit) levidenza, dallaltro accettano volentieri il denaro inviato, esercitando, in
alcuni casi, delle forti pressioni sulla ragazza espatriata. Da non dimenticare che in Romania la prostituzione, ol-
tre ad essere un reato, oggetto di forte condanna morale. Un fatto assodato che le ragazze provano un forte
sentimento di vergogna nei confronti della famiglia e ci diventa un ulteriore strumento di ricatto da parte degli
sfruttatori.
Interviste alle ragazze rumene presenti nei centri di accoglienza
Per suffragare talune evidenze o significativi spunti di riflessione, sono stati inseriti nel testo consistenti stralci di
intervista, che risultano essere particolarmente emblematici ed esemplificativi delle argomentazioni illustrate.
Tale scelta nasce dalla considerazione che il presente report debba rappresentare una sorta di ascolto strutturato
del vissuto della ragazze vittime di tratta per poter contribuire cos a dare loro voce.
Alla domanda, posta dagli operatori sociali di riferimento: Come sei arrivata alla situazione di sfruttamento? Le
risposte delle ragazze sono abbastanza concordi. Si potrebbe dire quasi che in principio cera la famiglia, ovvero
cera una famiglia fragile, con un padre violento, molto spesso alcolista, spesso giocatore dazzardo, a volte diso-
ccupato. A fianco a questuomo c una madre dai contorni molto sfumati, quasi impalpabili, messa in disparte
nelle relazioni, picchiata, umiliata dalle dinamiche di relazione col proprio marito e dalle violenze subite.
Da un attento ascolto delle interviste si percepisce che queste situazioni maturino allinterno di famiglie anaffetti-
ve, nellintimo delle quali, possibile che, in un clima di grave indigenza economica, si arrivi ad affidare la propria
figlia a bande criminali locali in cambio di denaro. Tutto ci avviene in una fase della vita in cui le ragazze, minori
di et, vivono lepoca delladolescenza, una adolescenza difficile anche perch vissuta senza punti di riferimento,
con padri violenti e/o alcolisti, madri umiliate e terrorizzate. Il quadro che emerge dalle interviste ci fa dire che
siamo di fronte ad unadolescenza rubata, una rottura interiore che impedisce un vissuto emotivo sereno e porta
invece ad un forte disagio in unepoca della vita che quella della formazione e della progettualit. In queste si-
tuazioni di grave disagio materiale e psicologico, le ragazze sembrano cercare relazioni di affetto allesterno della
propria famiglia.
102 103 Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 Sez i one 11 - I l pr of i l o de l l e v i t t i me di or i gi ne r ome na c he e nt r ano ne i pr o gr ammi di pr ot e z i one
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Ed proprio in questo tipo di situazioni che prende forma il progetto della fuga. Un progetto a volte molto pen-
sato, molto elaborato, a volte improvvisato e dirompente: la fuga verso lItalia o verso un altro paese europeo.
Un progetto migratorio, diremmo, che potr comportare una fase di sfruttamento (contenuto, cos pensano o
sperano molte ragazze) ma che potr riservare delle opportunit, delle chances per una vita migliore di quella
vissuta in Romania, nella propria famiglia. Il termine ricorrente, usato da molte ragazze scappare, che ci fa co-
gliere la volont di recidere le relazioni familiari malsane da cui provengono, di emigrare con il sogno di crearsi
una famiglia felice, in un altro paese. E per mettere in atto questa fuga/emigrazione ci si accompagna o ci si fa
accompagnare dalle persone che assicurano un contatto qualsiasi, un canale anche flebile che porti al lavoro ed
alla possibilit di riscatto. Che siano conoscenti, amiche o fidanzati, purch assicurino la possibilit di trovare una
collocazione altrove.
La mia situazione familiare piuttosto pesante, mio padre alcolista, disoccupato e tutti i giorni picchiava me
e mia madre, ma per fortuna mio fratello no. Mio fratello pi piccolo di me, ha 15 anni. Anche mia nonna pa-
terna vive con la mia famiglia e quando vivevo con loro, mi trattava male, urlava e mi ofendeva. Nonostante la
situazione in casa, ho sempre avuto una buona educazione, mia mamma mi ha educato ed ha sempre cercato
di non farmi mancare niente.
La prima volta ho deciso di partire per non subire pi le violenze di mio padre. Ero ancora minorenne, avevo
17 anni. Unamica mi aveva detto che in Italia cera la possibilit di fare un po di soldi prostituendosi, e pur di
andare via di casa, ho deciso di seguirla.
Sono venuta in Italia con il pullman e sono andata a Ravenna dove cera la mia amica. Dopo circa tre settimane,
mentre ero in strada, si fermata la Polizia e dal controllo dei documenti risultato che ero minorenne, quindi
sono stata portata in una comunit. Dopo il primo periodo di accoglienza, ho deciso di tornare dalla mia famiglia
in Romania, anche perch mia mamma mi diceva che la situazione era cambiata. In realt, la situazione non era
cambiata, mio pap beveva ancora ed era violento. Io rimanevo a scuola fno a tardi, andavo a casa di amiche
dove restavo anche a dormire, tutto questo per sottrarmi alle violenze di mio padre.
Ad un certo punto, stanca di subire violenza e vedere mia mamma in quelle condizioni, ho deciso di tornare in
Italia. Ho chiamato unamica che si trovava a Torino, ma subito non mi aveva detto che cosa faceva, ma in un
secondo momento mi ha detto che si prostituiva. Siccome la situazione a casa era insostenibile, io volevo solo
scappare, quindi sono partita con il pullman e lho raggiunta.Dopo poco, la mia amica tornata in Romania
ed io ho continuato a lavorare attraverso annunci. A Torino non avevo una casa, ma dormivo e lavoravo in un
hotel. Un giorno, lalbergo stato chiuso dalla Polizia, cos mi sono spostata in un altro albergo sempre a Tori-
no. Io non avevo nessun sfruttatore, quindi i soldi li tenevo tutti io, ma non bastavano mai. Mi sono spostata a
Roma, dove ho lavorato in strada e non pi tramite annunci.
Il mio ex ragazzo mi ha convinto a venire in Italia con false promesse. Mi ha detto che aveva trovato lavoro
per entrambi in Italia e che avremmo avuto una vita migliore. Io avrei dovuto lavorare come badante in una
famiglia italiana.Il viaggio per arrivare in Italia, in autobus, stato organizzato dal mio ex ragazzo (biglietti,
passaporto, ecc.). Ma una volta in Italia sono stata costretta con le minacce a prostituirmi in strada dandogli
poi tutti i soldi. Ancora false promesse. Lui mi prometteva che sarebbero serviti per comprarci una casa dove
vivere tutti e due, ma invece stato solo lui a comprarsi casa, auto e godere del denaro che gli davo io.
Fin da adolescente ho vissuto situazioni pi grandi di me. A soli 17 anni sono rimasta incinta. La mia famiglia
non accettava la gravidanza e quindi il bambino. Mia mamma mi ha costretto a nascondere il mio stato e a
dare poi in afdamento il bambino, che ora presso una famiglia e che io non vedo da due anni. Il padre del
piccolo ha rifutato di riconoscere la paternit e non ci siamo pi visti. Nel 2007, nel giorno del mio 19 comple-
anno sono partita in auto per lItalia accompagnata da un conoscente della mia citt che mi aveva raccontato
che sua moglie lavorava in un supermercato a Milano e che c un posto di cassiera libero. A quel tempo io
studiavo e mi mancavano solo tre mesi per diplomarmi.
I rapporti con la mia famiglia erano piuttosto problematici: mio padre era alcolizzato e dipendente dal gioco.
Passava infatti gran parte della giornata davanti alle macchinette. La madre ha cominciato una relazione con
un nuovo compagno e i miei genitori si sono separati. Non trovavo appoggio e ascolto da nessuno, ho soferto
di una grande solitudine, alleviata solo dal mio fratellino di due anni pi piccolo, a cui ero molto legata.Un
giorno ho conosciuto due ragazze intenzionate ad andare a vivere allestero. Queste ragazze mi hanno presen-
tano due amici Rumeni che ci avrebbero aiutate a fuggire in Italia.Prima di partire i due uomini hanno fatto
una selezione e hanno scelto me, ritenendomi probabilmente la pi determinata. Dopo un paio di settimane gli
stessi uomini mi hanno accompagnata in Italia in autobus.Io non parlavo Italiano. Mi hanno insegnato allora
alcune parole da dire ai clienti, mi hanno falsifcato i documenti, spacciandomi per maggiorenne e subito mi
hanno portata in strada, dandomi un cellulare per controllare i miei movimenti. Inizialmente era stato stabilito
che i guadagni dellattivit sarebbero stati divisi al 50 per cento tra me e loro. Ma dopo mi dissero che mi avreb-
bero aperto un conto bancario dove avrei potuto riscuotere il denaro. In realt non mi davano nulla e tutto il
denaro veniva inviato in Romania.
Vengo da Suceava, comune del Nord-Est della Romania. Dopo il diploma da geometra mi sono iscritta allUni-
versit, alla Facolt di Storia, che ho frequentato per due anni. Dopo le ore di studio, lavoravo come cameriera. Ho
interrotto gli studi per problemi economici. Sognavo di diventare uninsegnante di Storia, ma per essere ammessi
al concorso occorreva pagare lincaricato di turno. Dopo la morte di mio padre, mia mamma si ammalata ed
stata costretta a passare gran parte del tempo in ospedale. Il peso della casa tutto sulle mie spalle. Finalmente
ho trovato unopportunit per uscire da questa situazione quando una mia amica, che aveva lavorato in Calabria
come babysitter, spostandosi al Nord Italia, mi ha oferto la possibilit di prendere il suo posto. Mi stato chiesto
di pagare il posto di lavoro con una somma di 200 euro, che per io non possedevo, perci ho saldato il debito
lasciando il mio cellulare. Appena arrivata in Calabria la famiglia che doveva ospitarmi ha deciso di non assumer-
mi perch ero troppo giovane. Ho trovato comunque un altro impiego come babysitter. Per due mesi ho accettato
di continuare a lavorare, ma la paga era troppo misera (neanche 300 euro mensili!) e il mio sogno di pagarmi gli
studi per diventare una professoressa sembrava diventare sempre pi irrealizzabile.Ho contattato allora alcuni
cugini che vivevano a Roma e mi sono trasferita da loro, riuscendo a trovare un lavoro in campagna per un mese
e mezzo. Qui non ricevevo nessuno stipendio e i cugini mi hanno mandata via di casa. Ho conosciuto allora un
vicino albanese, che sembrava volermi aiutare ospitandomi in casa sua, a Roma. Lui si trasferito per un mese in
Belgio e poi tornato a prendermi assicurandomi che l era gi pronto un lavoro per me. In realt sono rimasta
due mesi in Belgio (al confne con la Germania) senza lavorare. Nel frattempo, mi ha presentato delle giovani pro-
stitute che si esibiscono nelle vetrine dei quartieri a luci rosse in Germania. In poco tempo mi sono auto-convinta
che quella era unattivit assolutamente normale e che poteva diventare un comunissimo lavoro per chi aveva
bisogno di denaro. Ho intrapreso questa attivit in Germania, dove sono rimasta per un anno e mezzo, perfetta-
mente inserita nella comunit albanese del luogo.Difatti non ero libera: cominciavo il mio turno ogni sera alle 21 e
terminavo alle 5 del mattino. La restante parte del tempo non potevo uscire dal mio appartamento. Subivo inoltre
maltrattamenti fsici e morali dalluomo che fngeva di essere il mio ragazzo. Visto che in Germania, il fratello del
mio ragazzo aveva dei problemi con la polizia, sono tornata in Italia, dove ho cominciato a lavorare in strada,
a Castel Bolognese in una piazzola ereditata da uno zio di questo ragazzo albanese. Il progetto era che, non
appena avessi fatto abbastanza soldi, sarebbero dovuti arrivare in Italia gli altri (il mio ragazzo, suo fratello e la
ragazza di suo fratello).Quando sono riuscita ad avere un bel gruzzoletto di denaro, ho preso un appartamento in
aftto e sono arrivati soltanto il mio ragazzo e la ragazza di suo fratello (il fratello era gi stato preso in Germania
e messo in prigione).
Vengo da un paese nei pressi di Bucarest, in cui, dopo aver terminato gli studi, ho lavorato come commessa.
Ho conosciuto unamica che era andata a vivere in Italia e lavorava in un night. Ho deciso di raggiungerla e
sono partita in bus per Ravenna, dove la mia amica ed il proprietario di un locale notturno mi aspettavo. Della
mia famiglia, solo mio fratello maggiore era a conoscenza della mia fuga. Sono andata a vivere in un apparta-
mento che condividevo con laltra ragazza. Qui pagavo le spese per il vitto, lalloggio e per i mezzi di trasporto
che usavo per raggiungere il posto di lavoro. Ho cominciato ad esibirmi in un locale. Non mi venivano richieste
particolari prestazioni, se non quella di invogliare il cliente a consumare il pi possibile. Ero infatti retribuita in
proporzione alla spesa del cliente. Scaduto il permesso di soggiorno turistico, valido tre mesi, sono tornata per
un breve periodo in Romania per poi ripetere lesperienza in altri night club italiani.
Sono arrivata in Italia dalla Romania dopo essere stata venduta dalla mia famiglia. Per 300 i miei genitori mi
hanno consegnata ad un gruppo di miei connazionali. Prima mi hanno fatto prostituire al nord Italia e poi mi
hanno rivenduta ad una banda in Abruzzo. Il lavoro in strada era durissimo e subivo violenze dai miei sfruttato-
ri ogni giorno. Loro prendevano anche tutti i soldi che guadagnavo e a me non restava nulla.
Cos sono andata via. Ho trovato una amica che mi ha consigliato di andare via da qualche parte. Ho incon-
trato un uomo con cui sono potuta uscire dalla Romania e sono venuta qui in Italia. Arrivata non sapevo che
fare e ho iniziato a lavorare in un night dopo che ho conosciuto una ragazza rumena che lavorava l.
104 Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 105
Sezione 12
Reclutamento delle vittime della
tratta di origine romena
Emiliana Baldoni
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Sezione 12:
Reclutamento delle vittime della tratta di origine romena
La ricostruzione dei profili delle vittime di tratta sopra riportata mostra, in tutta la loro complessit, le molteplici
situazioni di vulnerabilit in cui matura lespatrio. E ormai dato acquisito in letteratura, rispetto allevoluzione del
fenomeno, lesistenza, alla base dellesperienza di sfruttamento, di un progetto migratorio a termine finalizzato
allacquisizione di denaro nel pi breve tempo possibile, e di una diffusa consapevolezza da parte delle ragazze
coinvolte . Solo in una minoranza di casi ancora possibile identificare situazioni di vero e proprio inganno rispet-
to al tipo di lavoro promesso dal reclutatore.
Bisogna scardinare questo aspetto dellinganno perch obiettivamente ora non si pu pi parlare di inganno
per le donne che vengono in Italia a lavorare sulla strada Cosa dovrebbero venire a fare qui le donne
straniere, in questi tempi di crisi? I romeni sono nostri vicini di casa, spesso parlano la nostra lingua per cui
come potrebbero non sapere?
(Intervista 6)
Sicuramente vengono controllate ma, ad unanalisi superfciale, sembra una prostituzione pi consapevole,
sembra che loro abbiano le idee pi chiare, che vengano qua non per prostituirsi tutta la vita ma per
racimolare un po di soldi e tornare nel paese di origine. Per le minorenni c questa idea: venire qui per un anno
o due per fare soldi, tornare nel paese e sistemarsi. In realt si vede che sono ragazze devastate, molto fragili e
non si sa quanto riusciranno efettivamente a completare questo percorso.
(Intervista 13)
Tuttavia, parafrasando le parole di unintervistata, pi che di consapevolezza, aspetto che implica la possibilit di
prendere decisioni in autonomia come soggetti attivi, sarebbe opportuno a riguardo parlare di ampia conoscen-
za, poich in Romania esiste ormai, soprattutto nei contesti urbani, unampia informazione sui rischi di cadere
nello sfruttamento sessuale da parte di terze persone.
Ma labilit del trafficante, gi al momento del reclutamento, consiste proprio nel far leva sulle aspirazioni di mi-
glioramento economico, sullesigenza di fuga, sul desiderio di libert e di emancipazione, minimizzando i pericoli,
circoscrivendo i tempi, esaltando il lato avventuroso e, soprattutto, lasciando alla ragazza lillusione che manterr
sempre il controllo sulla propria vita (puoi smettere quando vuoi). Ed ecco che, sottovalutando pesantemente
le conseguenze future della prostituzione, anche laspetto della consensualit si fa via via pi problematico fino a
sfumarsi in vincoli e costrizioni.
Pi che di consapevolezza io parlerei di conoscenza. Certo forse sanno che uno dei lavori possibili la
prostituzione. Ma anche perch in Romania la prostituzione aumentata, () ormai assolutamente nota
questa possibilit o questo rischio. Mentre la consapevolezza, come processo attraverso cui prendiamo delle
decisioni come soggetti attivi, questa io sinceramente non lho mai riscontrata, soprattutto nei casi pi fragil e
complessi che accedono al sistema di protezione.
(Intervista 40)
Da quanto emerso, nel coinvolgimento nella tratta un ruolo fondamentale svolto da parenti, conoscenti o altri
membri della rete sociale di riferimento. Attualmente il reclutamento sembra quindi avvenire per lo pi attraverso
persone molto vicine alle ragazze, che conoscono la loro situazione personale e che, proprio in virt di tale cono-
scenza, sono in grado sia di motivarle, sia poi di ricattarle nel caso in cui cercassero di sottrarsi allo sfruttamento,
promettendo ritorsioni contro la famiglia o, in una variante meno cruenta ma altrettanto efficace, minacciando di
rivelare allintera comunit lattivit di prostituzione.
La cosa interessante che ci sono delle reti, dei gruppi in cui questi fdanzati sono parenti tra di loro, sono
cugini, fratelli e il gruppo di donne che gestiscono arriva dalla stessa cittadina, zona, regione delle reti
organizzate di parenti/familiari/amici tutti di uno stesso quartiere
(Intervista 39)
Anche sulla minaccia di dire alla famiglia quello che fanno. Perch non esiste cosa peggiore per una donna
romena. Se la gente sapesse che fa questo lavoro sarebbe fnita la vergogna sarebbe la cosa pi grave...
(Intervista 1)
In molti casi, infatti, la figura del reclutatore coincide con quella dello sfruttatore. Se alla fine degli anni duemila
le donne adescate prima di arrivare sulle strade italiane venivano vendute e fatte transitare attraverso numerosi
paesi, in un complesso sistema di compravendita che vedeva il coinvolgimento di gruppi criminali di diverse na-
zionalit , gi dal 2002-2003, invece, le vittime vengono per lo pi sfruttate da connazionali, spesso amici, parenti
e fidanzati. Non ci sono pi quindi grandi passaggi e attraversamenti, ma un unico viaggio dal paese di origine o
tuttal pi una tappa intermedia di sfruttamento in altri stati (ad esempio, in Spagna). Lingresso della Romania in
Europa ha favorito ulteriormente linstaurarsi di sistemi di sfruttamento sempre meno organizzati e pi di carat-
tere spontaneo o basati sulliniziativa di singoli individui, che talvolta rischiano di sfuggire al controllo repressivo
delle forze dellordine.
[Gli sfruttatori] Sono romeni, in genere dei loro posti, della loro citt, quindi dopo inizia un meccanismo
di paura, perch conoscono i familiari Abbiamo avuto la sensazione che entrambi facciano parte dello
stesso giro, dello stesso ambiente e della stessa cittadina. Si tratta di persone non collegate alla criminalit
organizzata, come dire dei balordi che sfruttano le ragazze Come se fossero degli autonomi () piccola
criminalit romena, un po come la ndrangheta, a piccoli gruppi familiari
(Intervista 11)
E necessario evidenziare che il desiderio di realizzare il proprio progetto migratorio spinge molte ragazze a muo-
versi autonomamente e attivamente, sfruttando la rete di contatti, per trovare il canale adeguato. Talvolta lincon-
tro con il reclutatore avviene in locali e discoteche di ambigua reputazione, che fungono da anticamera della
prostituzione proprio perch frequentati da persone molto vicine al mondo della criminalit.
Mi ricordo il caso di una ragazza, il suo primo tramite era stato il professore di inglese che le aveva presentato
una persona [] e lei lo ha pagato. C una catena di persone [ ] ti fai guidare fnch arrivi allobiettivo.
(Intervista 29)
Tutte dicono che lavoravano ma non si capisce bene cosa facevano. Cerchiamo di dedurre qualcosa quando
poi chiediamo dove si sono incontrati, quasi sempre in bar, night, dove magari lui faceva il buttafuori
Insomma abbiamo capito che cera frequentazione di questi luoghi da parte di queste ragazzine
(Intervista 11)
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Colpisce la facilit e lingenuit con cui alcune ragazze, soprattutto tra le pi giovani, si affidano a chiunque si
offra di aiutarle ad organizzare la partenza, che si tratti di un coetano conosciuto sui social network o di un adulto
incontrato in discoteca. Lelemento centrale sembra essere proprio la sottovalutazione del rischio, unita alla (illu-
soria) convinzione di poter mantenere la propria autonomia in ogni circostanza futura.
Sono le pi disgraziate le pi disperate, non hanno i documenti, delle ragazzine giovani che si sono fdate, ce
ne sono alcune che ti dicono che hanno conosciuto il tipo su twitter, per un paio di settimane e che questo
stato il modo per arrivare qui, una grande fducia a gente che conoscono da un paio di settimane
(Intervista 54)
Mi sembra che ci sia molta leggerezza nella scelta di partire: ho incontrato uno in discoteca, questa settimana
parto con lui a Milano! Prima cera di pi la vicina di casa, che si conosceva da anni () Allo stesso modo se la
mia amica mi dice che ha unamica che sta in Italia allora partiamo subito
(Intervista 24)
Nel meccanismo di reclutamento della tratta romena la figura del fidanzato sembra assumere un ruolo sem-
pre pi centrale. Le caratteristiche della relazione con il fidanzato/sfruttatore e le profonde implicazioni di tale
rapporto saranno oggetto di approfondimento pi avanti. Per il momento basta osservare che, nellottica delle
ragazze, la decisione di prostituirsi funzionale alla realizzazione di un progetto comune, per il quale necessario
compiere qualsiasi sacrificio.
Non mi mai capitato che lidea di venire qui a prostituirsi e a fare un po di soldi fosse completamente
sganciata dallo sfruttamento. Nel senso che cera una linea sottile una sorta di patto damore con il
fdanzato, di vincolo molto stretto, del tipo: Lo fai per me, lo fai per noi Poi larrivo in Italia e il ruolo molto
forte di questi uomini, che per era tale anche prima della partenza. () Nello sviscerare la relazione emerso
che cera gi in partenza un meccanismo un po perverso.
(Intervista 3)
La relazione sentimentale con un ragazzo quindi, marito o fdanzato che dir si voglia, il punto su cui si fa leva
per lingresso nello sfruttamento; un patto damore che vincola la ragazza la quale si fa strappare la promessa
che il prostituirsi solo un modo per coronare velocemente un sogno damore, quello di sistemarsi felicemente
in Romania.
(Intervista 52)
Unaltra figura importante nella fase di reclutamento quella dellamica o conoscente che ha fatto i soldi in Italia.
Si tratta spesso di giovani donne che, pur continuando ad esercitare la prostituzione, rivestono allinterno dellor-
ganizzazione sia il ruolo di procacciatrici di nuove ragazze, sia quello di controllo diretto per conto degli sfrutta-
tori. La loro capacit persuasiva risiede soprattutto nel fatto di rappresentare esse stesse, agli occhi delle ragazze,
un modello di successo, la prova concreta che possibile ottenere in modo tutto sommato veloce e facile tutti
quei beni che nel loro immaginario rappresentano il benessere economico (non solo il denaro per far fronte alla
situazione di indigenza, ma anche i vestiti firmati, il telefono di ultima generazione, la macchina).
Cadere nella prostituzione facile, basta che ti chiami unamica, non hai bisogno di nessun knowhow, di
cultura, non hai bisogno di imparare un mestiere e si guadagna molto.
(Intervista 35)
Dopo aver analizzato gli attori chiave del reclutamento necessario focalizzare lattenzione sulle motivazioni che,
a parere degli intervistati, sono alla base dellingresso nella rete dello sfruttamento. Ovviamente, tale coinvolgi-
mento non pu essere ricondotto ad ununica causa esplicativa ma va piuttosto considerato come la conseguenza
di una complessa combinazione di fattori di tipo familiare, sociale e contestuale che nelle singole biografie assu-
mono peso e spessore diverso.
Dallanalisi delle interviste emerge innanzitutto che il movente economico costituisce il principale motivo di fon-
do che rende vulnerabili allo sfruttamento. In un contesto nazionale caratterizzato da crisi finanziaria, disoccupa-
zione e alto costo della vita, il movente economico comprende in realt situazioni differenziate che vanno da con-
dizioni di estrema povert e deprivazione, diffuse in molti contesti rurali di provenienza, a condizioni di povert
relativa in cui il soddisfacimento dei bisogni primari pi o meno garantito ma forte la percezione dellassoluta
mancanza di prospettive di miglioramento.
C talmente tanta fame e povert che ci provano lo stesso. Io non ne faccio una colpa se uno consapevole,
il problema la fame, il basso reddito, che rende vulnerabili a chi propone dei viaggi il rischio messo in
conto ci si dice: tanto a me non pu capitare.
(Intervista 5)
Il contesto di provenienza di una povert estrema una povert che ti immagini in Africa ma che non ti
aspetti in un paese dellEst. Le ragazze raccontano di non avere lacqua in casa, di aver avuto solo un paio di
scarpe, di aver avuto pochissima possibilit di istruzione Famiglie rurali caratterizzate da una povert molto
forte.
(Intervista 36)
Determinante nel percorso prostituzionale la presenza di figli da mantenere; i figli, affidati di solito alla famiglia
di origine, diventano talvolta un forte motivo di pressione da parte dei familiari. E importante evidenziare che
le continue richieste di denaro se da un lato sono motivate da condizioni oggettive di necessit, dallaltro non
maturano in contesti di povert assoluta quando piuttosto in situazioni di degrado morale e culturale tali da far
sembrare normale linduzione di un familiare alla prostituzione.
Secondo alcuni intervistati, la partecipazione dei familiari al progetto migratorio prostituzionale dei figli minoren-
ni comprovata dal fatto che talvolta questi ultimi, fermati dalle forze dellordine, vengono trovati in possesso di
procure, firmate dai genitori, che li affidano a fantomatici tutor.
Ho visto ragazze giovani che avevano dei fgli in Romania che decidevano di abbandonare la strada ma poi
dopo un mese o due le famiglie iniziavano a tartassarle: Mandaci dei soldi!
(Intervista 13)
Quando parlavo con queste ragazze mi chiedevo: ma dove sono i genitori? Perch molte minorenni arrivano
con le procure frmate dai genitori, che li afdavano a questi presunti parenti
(Intervista 21)
Le famiglie cos disgregate cos disagiate forse non si pongono neanche il problema, non si chiedono dov
mia fglia?. Una ragazza scappata prima in Romania in unaltra citt e entrata in contatto tramite internet
con ragazzi coetanei che poi lhanno portata in Italia e durante il colloquio ha detto allassistente sociale che
anche sua sorella era scappata e che suo padre non laveva mai cercata e che la stessa madre in Italia ma non
sa dove. Una ragazza a 16 anni se la deve cavare da sola, si deve autonomizzare e trovarsi un lavoro.
(Intervista 54)
Non va tuttavia trascurato il fatto che nellonere del mantenimento della famiglia, che probabilmente ridefinisce
anche il ruolo della donna allinterno del nucleo familiare, va ricercato il movente principale che consente di ac-
cettare e sopportare la durezza dello sfruttamento e della vita di strada.
Proprio perch sono famiglie molto deprivate, la prostituzione o comunque una vita moralmente discutibile
non una grave colpa () moralmente insignifcante. Quando una persona molto giovane ha una soglia
di accettazione cos bassa, sicuramente una soglia di tutta la famiglia La maggior parte delle famiglie,
secondo me, allinizio non sa che la fglia si prostituisce, per poi dopo un po di tempo fa fnta di non sapere.
Soprattutto perch mandano un sacco di soldi si compra la casa di famiglia, si fanno studiare i fgli maschi, si
curano i genitori, addirittura si pagano i funerali quando muore qualcuno
(Intervista 35)
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Federica Dolente
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Sezione 13
Sfruttamento delle vittime della
tratta di origine romena
Al di l dellaspetto economico, lambiente familiare costituisce in s un potente fattore di spinta nella decisione
di emigrare nel momento in cui caratterizzato da elevata conflittualit. Come gi emerso nellanalisi dei profili
delle vittime, molte storie di ragazze trafficate sono state profondamente segnate da esperienze intrafamiliari di
maltrattamento, incuria, violenza, alcolismo e perfino abusi sessuali. Socializzate a tali modelli di conflittualit, si
sono poi ritrovate in relazioni di coppia altrettanto violente, spesso precocemente costruite proprio per sfuggire
ai maltrattamenti dei familiari.
Nella famiglia c sempre un genitore malato () ma non sappiamo se sia vero o se serva per colpire noi
Rispetto agli abusi hanno raccontato abusi dai padri alcolizzati che maltratta la madre o di abusi subiti prima
di partire da parte di conosciuti () C proprio il bisogno di raccontare questi fatti con quasi una naturalezza
sorprendente (), loperatore la prima persona che vedono e confdano questi segreti Il maltrattamento e
luso di alcol in famiglia frequentissimo.
(Intervista 24)
Alcune mediatrici culturali intervistate osservano che, a livello individuale, il basso livello di autostima e la scar-
sa fiducia nelle proprie capacit che aumentano la vulnerabilit di molte ragazze, sono legati alla persistenza
di modelli educativi incentrati sulle differenziazione dei ruoli di genere, che pongono le donne in posizione di
subalternit rispetto alle figure maschili. Fin da piccole le bambine vengono educate, soprattutto nei contesti
pi tradizionali, al sacrificio per luomo e per la famiglia e allidea che la realizzazione della donna sia possibile
solamente accanto ad un uomo, attraverso il matrimonio.
Io penso che la causa sia un insieme di cose: problemi familiari, problemi economici, uniti a una mentalit
super maschilista [] con questi presupposti ovvio che la donna arriva a pensare che non vale niente.
Secondo me un modello educativo [ ]. Anche se le cose stanno cambiando, in Romania se sei donna e non
sei sposata o fdanzata vuol dire che c qualcosa che non va in te [] Stare con un uomo dimostrare che vali
di pi come donna sei completa soltanto tramite un uomo, questo un modello che viene ancora trasmesso in
Romania, soprattutto in campagna.
(Intervista 1)
A fronte di quanto finora descritto, alcuni operatori hanno ribadito limportanza come fattore di attrazione del
perdurare di informazioni distorte sulle opportunit di lavoro in Italia e sulla facilit di accesso ad alti livelli di
benessere. Che in tempi di crisi economica lItalia continui a rappresentare una meta ambita per lemigrazione
lavorativa desta una certa sorpresa, se si considera che nel nostro paese risiedono circa un milione di cittadini ro-
meni e che, grazie anche ai network etnici, circola una larga informazione sulle reali condizioni di vita e di lavoro.
Bisogna comunque considerare che per molte donne romene che provengono da contesti disagiati, viaggiare e
trasferirsi in un altro paese europeo rappresenta comunque una forma di emancipazione da rigidi modelli patriar-
cali, oltre che, nella loro percezione, lunica speranza di realizzazione economica.

Federica Dolente
112 113 Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 Sez i one 13 - S f r ut t ame nt o de l l e v i t t i me de l l a t r at t a di or i gi ne r ome na
Sezione 13:
Sfruttamento delle vittime della tratta di origine romena

Modello di sfruttamento
Nel momento in cui entrano nella rete dello sfruttamento, tra le ragazze romene e gli sfruttatori si instaurano una
serie di dinamiche relazionali che danno vita a diversi rapporti prostituzionali
1
, che per la loro stessa natura sono
mutevoli nel tempo e si caratterizzano proprio per la loro continua trasformazione , pur rimanendo allinterno di
un rapporto di dipendenza e subalternit . Anche con lo scopo di operare in maniera efficace diventa strategico
comprendere la direzione che queste dinamiche di relazione possono assumere nel tempo. Attualmente agli
occhi degli operatori sociali risulta evidente che coesistano diversi tipi di pratica/rapporto prostituzionale, che
sembrano essere tre:
Bisogna distinguere tra quella che si prostituisce autonomamente e volontariamente e non ha nessuno
alle spalle se non lamica con cui condivide lappartamento; quella che venuta tramite unorganizzazione
ed consapevole che andr a fare la prostituta, e che anche se legalmente vittima di tratta non si sente
assolutamente vittima; fno ad arrivare alleccesso fnale di quella che viene picchiata e portata di forza sulla
strada. proprio come se fosse una gradazione in realt sono casi molto diversi. Questo vale per qualsiasi
nazionalit, ma per le romene molto pi evidente. Si va da un estremo allaltro.
(Intervista 55)
La prima forma menzionata quella che possiamo definire come volontaria, per cui in mancanza di altre pro-
spettive lavorative, il sex work si configura come unica possibilit di riscatto attraverso appunto un lavoro in un
contesto di migrazione, e viene concepito in virt di una forte indigenza economica e di possibilit di migliora-
mento per s e per la propria famiglia. Per le donne lesperienza prostituiva viene cos vissuta come una forma di
auto-sfruttamento intenso
2
concepito come attuabile per un periodo circoscritto di tempo, durante il quale il
sacrificio servir a riscattare non solo se stessa, ma anche i propri familiari, soprattutto se sono presenti dei figli
o dei fratelli pi giovani da mantenere.
Laspettativa che hanno quella di fare un breve periodo prostituivo e sistemarsi poi per sempre, poi le
richieste nel paese dorigine sono sempre molto alte.
(Intervista 42)
Adesso lo fanno per questioni economiche, chi a casa ha i fratelli, chi ha un fglio e lo deve mantenere, chi
vuole guadagnare per poi tornare nel paese dorigine.
(Intervista 34)
1 F. Carchedi, G. Mottura, G. Campani (a cura di), Op.cit., p. 132.
2 Sul tema dellauto-sfruttamento del proprio lavoro da parte degli immigrati romeni si veda D. Perrotta, Vite in cantiere. Migrazione e lavoro dei rumeni in Italia, Il Mulino,
Bologna, 2011 che a riguardo dei lavoratori edili romeni in Italia, parla di disposizione (auto-) predatoria, il lavoro e il denaro sono il perno del discorso migratorio dei rumeni:
si viene in Italia per lavorare e guadagnare. Il paese di immigrazione visto da molti rumeni solo come un luogo dove guadagnare denaro, pur svolgendo lavori pesanti e a
volte degradanti; i migranti accettano pesanti condizioni di lavoro soltanto perch sono legati almeno idealmente- a un altro contesto, quello rumeno, nel quale metteranno
a frutto il denaro guadagnato in Italia., p. 211.
Si tratta di una pratica che dal punto di vista numerico risulta essere minoritaria, ma presente su tutto il territorio
italiano con configurazioni e modalit di esercizio differenti da zona a zona, ma che nella loro eterogeneit trova-
no spazio nelle esperienze del lavoro di strada ed in appartamento di molti operatori sentiti a riguardo.
Ci sono anche delle ragazze diverse, belle, molto truccate e vestite bene, loro non si lamentano mai della
mancanza di clienti che riescono a lavorare e a guadagnare 700/800 a notte, sono poche hanno altre reti
clienti fssi, lavorano in albergo c la compagnia quindi bastano clienti ed il guadagno molto alto, anche
loro sono controllate perch non sono molto disponibili a parlare con noi non gli serve niente di quello che noi
potremmo ofrirgli.
(Intervista 54)
un percorso abbastanza standardizzato. Per in linea di massima la ragazza sapeva di venire a fare la
prostituta, e che per questioni economiche, il progetto era poi quello di riscattarsi
(Intervista 42)
Sappiamo che alcune di loro esercitano in locali, night club della zona, e che a diferenza di quelle che
esercitano negli appartamenti non c sfruttamento.
(Intervista 50)
La seconda modalit quella che possiamo definire involontaria, poich si manifesta nelle resistenze attive da
parte delle donne coinvolte e dunque per domare tali resistenze gli sfruttatori ricorrono a violenze e minacce,
anche ai parenti delle vittime. E la pratica coercitiva, che attualmente sembra servirsi di forme talvolta pi sottili
e studiate di sopruso, di ricatto, di sottomissione psicologica e denigrazione della donna.
Le donne per quello che mi risulta sono trattate, vengono raggirate, con false promesse di lavoro: vieni perch
andrai a lavorare in un bar, oppure baby sitter, oppure nei campi, detto da amica ad amica, da un vicino di
casa. Poi vengono qua, e non trovano lavoro e dopo una settimana che stai senza lavorare.
(Intervista 40)
In alcuni contesti c un vero e proprio ritorno alle modalit violente, alcuni operatori parlano di ritorno del modello
albanese tradizionale. Nel panorama complessivo, si tratta probabilmente di una modalit non maggioritaria ma
non per questo marginale, vista la sua gravit. E interessante osservare che lemersione (e la denuncia) delle violenze
subite costituiscono non tanto una conseguenza dellinstaurazione di una relazione di fducia con gli operatori sociali,
quanto, pi frequentemente, una reazione ad un evento di rottura allinterno della relazione con lo sfruttatore (ad
esempio, le ragazze percepiscono come un tradimento anche, lassoggettamento di altre ragazze, il non rispetto degli
accordi sulla ripartizione dei guadagni). Il ricorso a forme tradizionali di coercizione attraverso percosse, minacce e
maltrattamenti, stato osservato con continuit in alcune zone della Toscana.
Per le romene, tornato il modello albanese di 10 anni fa. Un modello di sfruttamento molto violento, un
controllo molto ravvicinato. Molti di questi fdanzati, quando usciamo in strada la sera, passano in bici o in
macchina, restano nei paraggi, telefonano ogni poco. C un controllo molto stretto. Prima si erano un po
allentate le maglie del controllo. Cerano magari altre donne che controllavano. Ora c un controllo capillare: ogni
uomo ha la sua donnaTuttavia c un livello di accondiscendenza al progetto migratorio, anche se malato.
(Intervista 7)
La terza, infine, quella che definiamo negoziata, in quanto tra lo sfruttatore e la donna coinvolta viene a cre-
arsi una sorta di patto di reciproco interesse, basato su alcune regole in condivisione. In questo ultimo caso ci
troviamo di fronte alla servit volontaria
3
, poich le donne si affidano intenzionalmente ad uno o pi uomini
che traggono cos vantaggio dalla loro propensione migratoria
4
. Di per s sembrerebbe un paradosso, poich
appare inconcepibile razionalmente una servit, che implica lassenza di libert personale, volontaria, come ma-
nifestazione di una propria scelta autonoma. Di fatto laffidamento di una donna, che si mette nelle mani dello
sfruttatore, citando unintervistata, strumentale allottenimento di una protezione durante lesercizio della pro-
stituzione, che altrimenti non sarebbe possibile se non attraverso la mediazione e la concessione di una serie di
servizi indispensabili alla donna per lesercizio prostituzionale sia allaperto che al chiuso.
3 Per approfondimenti a riguardo Cfr. F. Viti, Schiavi, servi e dipendenti, Raffaello Cortina Editore, Milano, 2007; R. Botte, Les habits neufs de lesclavage: mtamorphoses de
loppression au travail, in Cahiers dtudes africaines, 179-180, Ed. EHESS, Paris, 2005.
4 F. Carchedi, (a cura di) Op. cit., p.103.
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Le modalit sono diverse, non c nessuno che si possa mettere in strada e fare quello che vuole, a qualcuno
deve rendere conto. Per dalla modalit ti prendo tutti i soldi a quella attuale ti ofro dei servizi c una
distanza: io ti chiedo una percentuale, un tot fsso per il marciapiede per esempio e tutto quello che guadagli in
pi o tuo, o non te ne chiedo neanche conto.
(Intervista 36)
Le ragazze sentono di pagare sostanzialmente un servizio, di far parte di unorganizzazione che le protegge
e a cui pagano un servizio: la camera, lappartamento in cui lavorare, il marciapiede, la protezione rispetto a
quanto pu succedere quando si lavora.
(Intervista 33)
La prostituzione negoziata, dunque, comprende situazioni diverse, non sempre chiaramente identificabili, che
vanno da relazioni negoziate di tipo simmetrico, caratterizzate da alti livelli di autonomia, una ripartizione equa
dei proventi e regole di gestione condivise, a relazioni negoziate di tipo asimmetrico, in cui, nonostante la con-
trattazione di tempi, benefici e condizioni, il rapporto risulta comunque sfavorevole alla donna
5
. Il potere deci-
sionale, inoltre, pu essere esercitato in forme assai differenti e pu subire nel corso del rapporto prostituzionale
significativi ridimensionamenti.
Gli elementi costitutivi della tratta negoziata sono:
contrattazione delle modalit di esercizio e dei compensi. La partecipazione ai guadagni sembra lelemen-
to di motivazione che spiega in gran parte il successo di questo modello. Difatti, se la ragazza dispone di
parte dei proventi ha la percezione di conseguire il proprio scopo migratorio e ci rende accettabile sia la
fatica della vita di strada, con i suoi ritmi serrati, la stigmatizzazione, le umiliazioni, lo squallore e i rischi di
aggressione, sia lo sfruttamento, ossia lidea che altri traggano benefci economici dalla prostituzione senza
vendersi direttamente.
Le ragazze vengono intercettate dalle organizzazione e condotte in Italia dietro promessa di un
riconoscimento economico, cosa che poi di fatto spesso avviene, in percentuale rispetto al guadagno, c una
forma di sfruttamento contrattato, per cui loro hanno assolutamente la percezione di non essere sfruttate ma
addirittura di aver fatto un accordo con il loro sfruttatore, quindi di dargli una parte del ricavato mentre il resto
lo tengono loro.
(Intervista 54)
C un discreto grado di consapevolezza e di partecipazione da parte delle vittime, che non si percepiscono
tali. A noi capitato di tenerle in accoglienza perch inviate dalla questura e si cercato di fare un lavoro di
rielaborazione della percezione del proprio status di vittima, ma non viene percepito tale () Da parte delle
donne rumene cera la volont di rimanere in questa rete di sfruttamento che per era abbastanza lenta da
permettergli di mettere da parte un po di soldi, quindi di compiere il progetto migratorio.
(Intervista 3)
strumentalizzazione del rapporto prostituzionale, basato sulla persuasione di una (pi o meno efettiva o
illusoria) convenienza reciproca. La prostituzione negoziata nasce dalla constatazione che per i trafcanti
lesercizio di un basso livello di coercizione risulta pi vantaggioso, poich esiste una soglia di tollerabilit
dello sfruttamento oltre la quale le ragazze si ribellano e cercano di fuggire. Dal punto di vista delle donne, la
convenienza risiede invece nella garanzia della protezione.
Se mi metto nei panni dello sfruttatore, continuare a tenere le ragazze costringendole, picchiandole,
prendendole tutti i soldi, sicuramente ci guadagno meno che farmele amiche o fdanzate... In questo modo
guadagnano lo stesso, perch se la ragazza riesce a lavorare in tranquillit fa anche pi soldi Si sono
modernizzati nel fdelizzare la ragazza. Anche perch se porti una ragazza e scappa, non che in 15 giorni
ne trovi subito unaltra. In questo modo gli sfruttatori sono anche meno attaccabili dal punto di vista giuridico,
se la ragazza dice che lo faceva volontariamente, sono questioni pi complesse e con qualche buon avvocato
riescono magari a uscirne in poco tempo.
(Intervista 9)
Condivisione. Come si illustrer in seguito, le ragazze sono spesso legate ai loro sfruttatori da un forte lega-
5 F. Carchedi, Op. cit. p. 135.
me afettivo e coltivano lillusione della realizzazione di un progetto comune.
Come un progetto di coppia con il fdanzato. Poi ogni caso a se stante, per gli elementi che ritornano in
tutte queste situazioni sono delle forti aspettative su queste relazioni, caricamento afettivo importante, anche
perch di fronte alla mancanza di altri contesti di riferimento importanti, nel paese dorigine e in Italia, lo
scenario unico a cui loro pensano questo progetto di coppia.
(Intervista 31)
Poi ci sono quelle ragazze che fn dallinizio sanno cosa vengono a fare. E loro fra di loro dicono faccio la
prostituta! Va bene oppure il marito che gli dice veniamo e facciamo questo. In questo caso una sorta di
prostituzione di coppia
(Intervista 32 )
lelevata mobilit riscontrata in molti territori. Una mobilit, tra diverse zone dellItalia come strategia che
sempre esistita, funzionale alla domanda attraverso un ricambio delle presenze su strada, che assicuri ai
clienti un oferta e un avvicendamento di ragazze sempre nuove. Ed una mobilit nuova, un alternarsi tra
lItalia e la Romania, strategica invece al mantenimento di una relazione che appaia quanto meno vessatoria
e limitante.
Dunque, questo quadro ci aiuta a capire quanto le ragazze possano avere una bassa percezione della propria
condizione di sfruttamento, attraverso passaggi di vario tipo gli sfruttatori intenzionalmente operano sulla per-
cezione che le ragazze hanno rispetto alla loro condizione. Riassumendo: una prima fase di sfruttamento in locali
notturni in Spagna (gli operatori menzionano anche la Germania, lOlanda e la Svizzera come paesi in cui si fanno
le prime esperienze), dove le ragazze sono sottoposte a controllo, isolamento ad orari e forme di prestazioni usu-
ranti. A questa fase successivamente corrisponde una situazione meno usurante percepita in senso premiale, la
prostituzione in strada in Italia, riconosciuta e vissuta come forma autonoma, libera dal controllo continuo anche
se di fatto il controllo esercitato da lontano, attraverso luso continuo del telefono cellulare, o in altri casi viene
considerato come forma di attenzione nei confronti della donna.
Altre testimonianze, raccolte da operatori che lavorano nelle grandi citt italiane, riportano invece: una prima fase
di prostituzione in contesti urbani periferici e pi pericolosi, dove il rischio di subire violenze in solitudine pi
elevato, a cui poi corrisponde una situazione premiale in contesti urbani meno pericolosi, dove c pi traffico e
dove ci si percepisce come libere di poter scegliere il cliente ed il posto in cui prostituirsi, bench a pagamento.
In altre parole, il meccanismo premiale, fa apparire i diversi passaggi da un contesto ed un modo prostitutivo
allaltro come un percorso di mobilit sociale verso lalto e di prestigio sociale maggiore, velando la sua vera natu-
ra di sfruttamento, e facendola passare come una vera e propria carriera prostituzionale in cui le ragazze sentono
di autodeterminarsi e di scegliere autonomamente.
Le ragazze pensano cos di fare carriera, non capiscono che poi quel marciapiede lo devono pagare al loro
sfruttatore, che devono dargli i soldi ogni sera anche se loro ne tengono altrettanti. Si sentono libere, libere di
stare su un marciapiede che pagano.
(Intervista 21)
Vengono spostate da una parte allaltra della citt a seconda del loro sex appeal, le pi fragili ed inesperte
da una parte, le pi impaurite e le pi bruttine dallaltra. Poi col passare del tempo fanno carriera e le cose
cambiano.
(Intervista 22)
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Da queste diverse modalit di praticare la prostituzione, derivano altrettanti modi di sfruttamento. Nella prima,
in teoria, lo sfruttamento assente, anche se, come evidenziato in precedenza, la decisione di prostituirsi frutto
della necessit per assicurare la sopravvivenza di se stessi e della propria famiglia, nella seconda molto duro e
continuativo e si configura come pratica di sopraffazione violenta toutcourt. Nella terza viene creato un sistema
di gestione strumentale a tempo determinato o della durata variabile, di una stagione, di pochi mesi, di uno o
due anni. Questo particolare sistema si basa prevalentemente sul ciclo di sfruttamento/auto-sfruttamento breve,
anche se trattandosi di un sistema che poggia sulla consensualit la durata pu modificarsi in base alle relazioni
che vengono a stabilirsi tra le due parti, ed il rapporto di forza pu variare di intensit.
Le testimonianze raccolte ci restituiscono il peso della complessit del fenomeno, sottolineando quanto questi
cambiamenti nelle forme di sfruttamento della prostituzione e dei livelli di consapevolezza ed emancipazione
delle persone coinvolte, nonch la sovrapposizione e gli intrecci sempre pi frequenti tra tratta e prostituzione
negoziata, siano gli elementi che caratterizzano il presente.
Adesso una negoziazione della prostituzione, rispetto a prima non sono sfruttate come prima, un rapporto
tra loro e gli sfruttatori, loro non sono consapevoli del fatto che sono sfruttate, non percepiscono di esserlo
anche se sanno che una parte dei loro soldi la devono dare, un parte dei soldi rimangono a loro, poi lui mi
protegge e mi riporta a lavoro, e lui mia disposizione.
(Intervista 54)
Relazioni di afetto e sottomissione nellambito della prostituzione negoziata
La pratica negoziale assume dunque una caratterizzazione particolare, poich tende a manifestarsi, come gi
illustrato, gi nella fase di reclutamento delle ragazze, disposte ad acconsentire con molta facilit a proposte di
lavoro ambigue che evidentemente fanno leva su un immaginario condiviso rispetto alle opportunit lavorative
che offre lItalia, opportunit che vanno dalla possibilit di fare spettacolo, lavorando nel mondo dei night club,
delle discoteche, fino alle opportunit offerte dal contesto delle famiglie e quindi della cura alla persona, come
baby sitting o badante. Si tratta di proposte che hanno sempre fatto parte di una strategia di marketing utilizzata
da trafficanti e sfruttatori anche in passato. Quello che oggi cambia e modifica sostanzialmente la possibilit di
fuoriuscita, e ci che rende queste proposte ancora pi allettanti e seducenti la relazione allinterno della quale
la proposta viene maturata, una relazione di affetto, di amore passionale, di dipendenza emotiva, tra la giovane
donna ed il suo sfruttatore, o per usare la locuzione usata da molte ragazze rumene tra loro ed il loro loverboy.
A livello emotivo le vedo pi dipendenti rispetto alle ragazze trafcate in passato.
(Intervista 27)
Loro pensano di coronare il loro sogno damore, costruire il loro futuro insieme ad un uomo, il loverboy.
(Intervista 4)
In alcuni casi le ragazze si affidano a di uomini di 5 10 anni pi grandi di loro, ma molto spesso sembra che si
tratti di coetanei, ragazzi, con cui hanno cimentato un rapporto nel tempo; dallaltra parte i ragazzi le illudono, con
lobiettivo di raggirale e di poterle manipolare meglio nellintimo di una relazione daffetto, avendo prima ottenuto
la loro fiducia. Allinterno di queste, che vengono vissute dalle ragazze come delle vere e proprie storie damore, la
partenza viene costruita come progetto di vita condiviso tra partner, un progetto migratorio a tutti gli effetti, in cui
si decide di comune accordo di fare dei sacrifici per costruirsi un futuro migliore, in Romania o altrove.
Lo sfruttamento si basa sul legame pseudo-afettivo linnamoramento avviene nel paese dorigine. Si
individuano le ragazzine che hanno bisogno di un principe azzurro loverboy. una fgura importante a 16
anni, anche prima, sono relazioni che si costruiscono in 1 anche 2 anni, si frequentano come fdanzati, senza
intravedere quello che il loro scopo. La ragazza prende fducia in questo ragazzo, poi la decisione di cambiare
vita e vengon in Italia.
(Intervista 27)
Donne che seguono un campagno, un marito, un fratello e poi una volta giunte nel paese di destinazione sono
in vario modo costrette ad esercitare.
(Intervista 40)
Loro ci parlano di questo lover boy che tu veramente alla fne non sai discernere chi questo fdanzato, dicono
che lavorano, fanno i costruttori, i papponi no per carit!!
(Intervista 27)
In alcuni casi, su alcuni territori in particolare, gli sfruttatori sono criminali albanesi dediti anche ad altri traffici,
armi e stupefacenti, ma si tratta di situazioni legate ai diversi territori, che nel corso della ricerca abbiamo riscon-
trato relativamente alla Toscana, alla Puglia e a Roma.
In molti casi, invece, questi protettori sono piccoli delinquenti anchessi abbastanza giovani, accecati dalla pos-
sibilit di facili guadagni anche a costo di far prostituire quelle che sono delle amiche, della vicine di casa, delle
compagne di scuola. Sembra essere ormai una forma delinquenziale molto diffusa, che potremmo definire im-
provvisata ed autonoma che trae la sua forza e la sua riproducibilit proprio dalla relazione di affetto e fiducia
che si instaura tra i due. Complicit che anche nel periodo di sfruttamento sessuale viene rinforzata dal ricorso ad
alcuni espedienti che allettano le ragazze, quali trovarsi ad essere leader e dover controllare le proprie coetanee
su strada, o gestire il denaro delle altre anche per gli acquisti di vestiti, trucchi che servono per lesercizio della
prostituzione, per s per le le altre. O espedienti pi usuali per rafforzare il rapporto di coppia allinterno dei quale
trovano spazio
le cene tra di loro, in un bel ristorante, per cui lui le regala un bel vestito frmato, e poi per lei che deve
pagare il conto, per non capisce di essere sotto di lui, perch ti dice lui mi ha portata a cena fuori, ha scelto
me e non la mia amica
(Intervista 54)
I soldi guadagnati insieme dovrebbero essere la base su cui costruire il proprio futuro, come acquistare una casa
in Romania, o sostenere le proprie famiglie in patria, invece molto spesso sono la chiave per accedere a beni di
consumo molto costosi, ostentatori e simbolici per entrambi, per le ragazze e per i loro protettori
Lei arrivata con questo fdanzato, niente violenza fsica, fnch lei ha cominciato a prendere coscienza di
quello che succedeva: pi lei lavorava, pi lui spendeva e un pochino si svegliata.
(Intervista 35)
Una ragazza si resa conto che con lui non andava perch una volta lui indossava pi vestiti frmati di lei!
(Intervista 54)
Le ragazze pur dovendo spartire i loro guadagni con i protettori, raccontano di essere abituate a gestirli autono-
mamente, a maneggiarli e bench il denaro che poi rimane nelle loro mani non sia molto rispetto alle prestazioni
che concedono ai clienti, hanno la percezione di amministrare tempo e denaro in totale autonomia e da questo
trovano conferma della bont del rapporto di fiducia tra loro ed il loverboy. Questa percezione di una ripartizione
favorevole dei guadagni, di cui ci parla unoperatrice, rinforza dunque lillusione di vivere una vera relazione di
coppia e di trovarsi dentro in un progetto consensuale e partecipato, anzi di condividere una strategia di miglio-
ramento delle proprie condizioni di vita
Molte di loro pensano di autodeterminarsi, di essere imprenditrici di se stesse, ma questo stile di ripartizione
di denaro in cui in realt afdano il denaro alla persona e si fdano di lui che poi magari lo dia alla famiglia.
Comunque il riferimento rimane lui.
(Intervista 39)
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Risulta evidente quanto complessa ed intricata possa essere la relazione che si instaura tra i due, dallintensit
della quale trae forza lo sfruttamento, e che si tratta di una relazione percepita come forte e duratura tanto pi le
ragazze sono giovani, e quindi inesperte e sole. Inserirsi allinterno di queste dinamiche di relazione, incrinare il
rapporto di fiducia che loro hanno nei confronti dei loro protettori, compagni fidanzati, mariti, per gli operatori
dei servizi operazione assai difficile. Per un tipo di lavoro sociale, impostato sull assenza di giudizio e sul lavoro
di presa incarico della donna, impossibile entrare allinterno di una relazione che si configura come una vera e
propria relazione di coppia.
Inoltre si tratta di un lavoro che necessita tempo e spesso, come abbiamo evidenziato in precedenza, il tempo in
cui le donne sono presenti nelle stesse zone non sufficiente ad instaurare una relazione di scambio tra operatori
sociali e vittime dello sfruttamento sessuale. Inoltre nella norma dei casi assistiti i servizi ruotano intorno allatti-
vazione di meccanismi che tendono alla stabilizzazione dal punto di vista materiale delle vittime prese in carico,
per esempio fornendo rassicurazioni verso gli effetti negativi che potrebbero seguire al fatto che entrando nel
percorso di protezione si interrompe sostanzialmente il flusso di denaro a cui le donne erano abituate, e per loro
il percorso di reinserimento sociale diventa in tal senso poco invogliante.
I gruppi pi vulnerabili
Come evidenziato sinora ci troviamo di fronte ad unevoluzione dei comportamenti criminali dei quali restano
vittime i soggetti pi indifesi ed esposti allabuso, tanto che il livello di vulnerabilit sociale e/o psicologica delle
vittime sembra essere diventato la vera merce di scambio. E cos che la solitudine dei minori o neo maggiorenni
usciti dagli istituti, e la debolezza di donne con gravi problemi psichiatrici, anche loro istituzionalizzate e poi ab-
bandonate alla loro sorte, rende questi due soggetti particolarmente esposti a proposte ambigue ed accattivanti
da parte dei reclutatori. Si tratta di una sacca da cui attingere, una sacca di popolazione particolarmente giovane,
fragile e senza legami sociali. Minori e donne abbandonati che si confrontano con i problemi e le conseguenze
della de-istituzionalizzazione: mancanza di reti familiari e sociali, emarginazione, mancanza di adeguata forma-
zione alla vita futura. Realt che segnano negativamente il corso della loro vita e che rappresentano unopportu-
nit per reti criminali pi o meno articolate
Sembra che si stia raschiando il fondo del barile. La sensazione da un paio danni a questa parte che i
soggetti pi fragili, pi diseredati in Romania, cadano nelle mani di questi criminali. Qui arriva di tutto, per
lo pi sono donne che non hanno reti sociali non solo qui ma anche a casa, persone sole, che probabilmente
erano gi sfruttate in Romania, minori o giovanissimi che una volta fuori dagli istituti cadono nelle mani dei
trafcanti.
(Intervista 51)
Abbiamo avuto una ragazza estremamente disagiata senza fssa dimora in Romania, e lei stata ripescata
reclutata e portata qua. Anche in Romania veniva sfruttata per lei non so quanto fosse cosciente, aveva dei
problemi cognitivi non riusciva a percepire la situazione del pericolo. C una presenza di queste ragazze che
al compimento dei 18 anni vengono mese fuori degli istituti e poi sono per strada perch non c un progetto
di continuit. Sono soggetti pi semplici da adescare, e sono in parte coscienti di quello che vengono a fare
perch veramente in Romania non hanno opportunit.
(Intervista 54)
In entrambe i casi si tratta di fasce di popolazione molto appetibili per gli sfruttatori: sia per la facilit con cui ven-
gono reclutate, sia perch la loro scomparsa non viene sempre notata, e non desta preoccupazione, per cui non
sempre sembra dare poi luogo a denunce in Romania
Per noi molto complicato lavorare con queste donne che presentano disturbi da stress post traumatico, ma
anche proprio una grande confusione. Sono donne che non hanno mezzi di sostentamento in Romania, non
hanno mai lavorato, noi qui non sappiamo come collocarle e poi se proviamo a sentire le autorit romene, ci
sembra che ci sia grande disinteresse.
(Intervista 47)
Alle cosidette organizzazioni a doppia sponda
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dei primi anni 2000 oggi sembra subentrare liniziativa di singoli
individui, lingresso della Romania in Europa, con la conseguenza di potersi spostare con facilit allinterno dei
paesi europei, sembra aver incoraggiato queste forme di sfruttamento di tipo spontaneo e non organizzato, in
cui singoli individui sicuri della loro impunit approfittano delle situazioni di solitudine e povert dei soggetti pi
marginali e svantaggiati. Queste persone si trovano in situazione di tale precariet e fragilit da prestare facilmen-
te il fianco a potenziali forme di sfruttamento attuabili da chiunque. La testimonianza di unoperatrice descrive
una situazione in cui sembrerebbero coinvolte anche famiglie e/o donne appartenenti ad una classe pi agiata,
le quali approfittando dello stato di abbandono in cui vivono le giovani ragazze uscite dagli istituti, le recluta
come domestiche, e solo successivamente le vende a bande criminali locali che le sfruttano nel mercato del sesso
romeno e/o italiano
Sono capitate ragazze che sono state ingaggiate come domestiche da donne o famiglie romene benestanti,
che prima le utilizzano nelle loro case, senza neanche pagarle, e poi attraverso contatti con sfruttatori,
decidono poi di destinarle al mercato del sesso o nella stessa Romania o in Italia.
(Intervista 47)
Nella storia di una giovane rumena presa in carico in un servizio di Roma, si riscontra la partecipazione degli ope-
ratori e addirittura della direttrice di uno di questi istituti, direttrice che si resa procacciatrice e quindi complice
nella vendita di una ragazza ospite, dunque minorenne, presso listituto che dirige. La ragazza stata venduta
ad una connazionale sposata con un uomo italiano che successivamente si occupava della sistemazione delle
ragazze in Italia
Unaltra ragazza dallistituto stata portata direttamente in Italia con la complicit della direttrice dellistituto
che ha preso i soldi da una donna rumena sposata con un italiano e poi lha sfruttata. E come lei nella casa
della donna cerano altre ragazze.
(Intervista 54)
Dobbiamo poi sottolineare che da un punto di vista operativo, il lavoro su queste fasce di utenza risulta essere
particolarmente oneroso per gli operatori delle strutture di accoglienza, dove in alcuni casi le donne sono ferme
da mesi a causa delle difficolt riscontrate nel gestirle con competenze mediche adeguate, attraverso il ricorso
a cure psichiatriche che i servizi non sono in grado di offrire, e con grossissime difficolt di ricollocamento sia
abitativo che lavorativo.
Ma molti dei casi che abbiamo in accoglienza sono casi psichiatrici, di donne giovani e non solo che hanno
bisogno di cure e medicinali appropriati. Il lavoro sociale e di recupero pensato per le donne vittime di tratta,
non spendibile con loro e questo elemento grava molto sulla gestione dei nostri servizi, sugli operatori sociali
stessi.
(Intervista 51)
Per i servizi di accoglienza diventa insostenibile la gestione di questi casi pi difficili, sui quali lintervento sociale
in accoglienza ed i programmi di reinserimento non sono sempre spendibili. In alcuni casi queste utenti necessite-
rebbero di interventi di diversa natura che andrebbero attivati in maniera convergente, oltre al sostegno sociale,
psicologico e legale-giuridico, sarebbe necessario lapporto di un sostegno di tipo psichiatrico, che attualmente
non pensabile allinterno dei sistemi di protezione che hanno sempre fatto leva su altre forme di rafforzamento
e di empowerment delle donne donne prese in carico.
Vi sono poi altri gruppi vulnerabili in cui il grado di isolamento in Romania ha determinato una ulteriore margi-
nalizzazione anche qui in Italia. Si tratta della popolazione Rom la cui marginalizzazione, dobbiamo ricordare,
molto variabile anche in relazione al grado di integrazione nei territori di arrivo, al grado di scolarizzazione e alla
posizione relativa alle strategie familiari. Pur non volendo generalizzare, dalle testimonianze raccolte possiamo
affermare che laumento del rischio di essere sfruttati da parte dei minori, colpisce in misura pi elevata la popo-
lazione rom. Un problema dovuto alle difficili condizioni di isolamento in cui spesso sono relegati i gruppi rom in
Italia.
Registriamo anche una presenza di giovanissime donne rom, quasi tutte analfabete.
(Intervista 51)
6 Vale a dire di organizzazioni allinterno delle quali le fasi del reclutamento nei paesi di origine siano direttamente connesse con la destinazione ultima dello sfruttamento
attraverso network criminali collegati tra loro e quindi in grado di suddividersi i ruoli sulla base di programmazioni.
120 121 Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 Sez i one 13 - S f r ut t ame nt o de l l e v i t t i me de l l a t r at t a di or i gi ne r ome na
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Anche gli operatori delle unit di strada, assistenti sociali e mediatori culturali, affermano che si tratta di fasce di
utenza estremamente difficili da agganciare. Intimorite e sole, vengono addestrate, chiosando una mediatrice,
a non fidarsi di nessuno se non del loro protettore/sfruttatore, appena sono avvicinate dalle unit di strada, osten-
tano sicurezza ed immediatamente chiamano o vengono chiamate al cellulare dal protettore, che evidentemente,
non si allontana mai troppo da loro. Soggette ad un controllo sociale molto forte tra pari, di cui il protettore/sfrut-
tatore si serve come ulteriore strumento di controllo dissimulato, lavorano su strada in piccoli gruppi, sotto la
verifica di una ragazza non necessariamente pi grande ma quantomeno pi esperta e scaltra, che ha il compito
di controllarle e redarguirle soprattutto nella prima fase dellesperienza di sfruttamento prostituzionale su strada.
Avvicinarsi alle pi piccole difcilissimo, sono reticenti, non parlano benissimo litaliano e poi sono molto
controllate, non tanto dagli uomini ma dalle loro colleghe in strada. Pu succedere anche che litigano e si
malmenano tra loro, ed il controllo tra pari funziona anche meglio come monito, il senso se non ti comporti
come tutte noi sei fuori dal gruppo. Forse questo tipo di isolamento sociale una minaccia molto forte e che
funziona meglio su delle giovani appena arrivate in Italia che non hanno altri punti di riferimento oltre alle loro
coetanee.
(Intervista 21)
Con lUDS abbiamo registrato un aumento delle minorenni, anche se hanno imparato a dissimulare la loro
et. Normalmente la polizia che le porta presso il nostro centro, ma i colloqui sono inutili, le ragazzine sanno
cosa devono dire. Ci sono ragazze che sono state portate da noi anche 20, 30 volte, e poi ritornano in strada.
(Intervista 24)
Quando le vedi per strada cos sfacciate e poi ci parli e ti rendi conto che sono delle bambine che hanno
lasciato a casa le bambole, ti chiedi come possano far fronte a delle situazioni di sesso. Come fanno a gestire
dei rapporti di sesso
(Intervista 54)
Abbiamo inoltre registrato lemersione di forme di prostituzione maschile e di giovani adulti e minori. Si tratta
di un fenomeno registrato a Napoli a Roma, e a Milano che coinvolge sia minori (15 -18 anni) che giovani adulti.
Sono state raccolte testimonianze di adulti capo-famiglia che hanno lasciato moglie e figli in Romania e che alter-
nano lavori saltuari di bassa manovalanza alla prostituzione serale e notturna. Non vengono menzionate forme
di sfruttamento da parte di organizzazioni, ma queste appaiono pi come delle forme di prostituzione autonoma
che consente di accedere a guadagni maggiori, con investimento e usura fisica percepite come meno umilianti
e meno logoranti per il fisico, rispetto ai lavori usuranti e faticosi ai quali potrebbero avere accesso. Si tratta evi-
dentemente di immigrati di recente arrivo, socializzati alla strada, e dunque con una forte identit di strada e
con pochi canali da attivare per la ricerca di un lavoro, allinterno del quale probabilmente subirebbero forme di
grave sfruttamento. Si presentano come famiglia di strada: alcuni vivono presso campi rom, di giorno sostano ai
semafori come lavavetri e di notte si prostituiscono in gruppo in zone storicamente consacrate alla prostituzione
maschile nel centro di Roma, Napoli o nei pressi di sale cinematografiche con programmazione pornografica,
piuttosto che nei pressi di saune e centri massaggi per soli uomini.
Quando li contattiamo con lUDS sono molto sicuri di loro, si giustifcano dicendo che un modo per
guadagnare di pi lavorando meno, ci dicono che facendo i manovali edili guadagnerebbero 25 al giorno, in
questo modo ne guadagno il doppio o il quadruplo e non fanno alcuna fatica!
(Intervista 32)
Quello che colpisce la leggerezza con cui afrontano la strada, e con cui vivono la prostituzione, un lavoro
alternativo a quelli che normalmente sono appannaggio dei romeni appena arrivati.[] C anche molta
ostentazione da parte loro, sembra che acquisiscano forza dalla volgarit con cui si propongono anche a noi,
forse un modo per darsi sicurezza.
(Intervista 54)
I pi giovani, minorenni, esercitano anchessi in luoghi distinti dagli altri contesti prostituivi, si muovono per lo pi
in gruppo e sottostanno a dei leader che sono anche quelli che gli procurano clienti particolari disposti a pagare
cifre consistenti, per poter godere di prestazioni di lungo periodo. Tale pratica registrata solo su Roma e Napoli,
nota come affitto, nel periodo specificato il minore vive infatti presso labitazione del cliente.
Questi minori, vengono intercettati dalle unit di strada, ma ancora pi spesso dalle forze di Polizia che li fermano
in concomitanza di piccoli reati connessi alla prostituzione, borseggi, scippi e piccole rapine.
C sempre un giovane leader che quello che trova i clienti. Ma poi sono tutti dei piccoli sfruttatori delle loro
stesse ragazze, a cui procurano il posto in cui prostituirsi e sostanze stupefacenti per reggere la strada.
(Intervista 54)
In alcuni casi sono essi stessi degli sfruttatori in erba delle giovanissime connazionali, che in alcuni casi cedono
ad altri sfruttatori o alle quali chiedono delle percentuali per la protezione necessaria allesercizio su strada.
122 Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 123
Sezione 14
Strategie per la prevenzione
della tratta
Emiliana Baldoni
124 125 Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 Sez i one 14 - S t r at e gi e pe r l a pr e ve nz i one de l l a t r at t a
Sezione 14:
Strategie per la prevenzione della tratta
Lanalisi delle interviste realizzate nellambito della ricerca suggerisce una serie di considerazioni e riflessioni
sullevoluzione della tratta dalla Romania che sembrano particolarmente interessanti al fine di definire azioni di
intervento, sensibilizzazione e prevenzione.
Innanzitutto, per quanto riguarda il contesto italiano, con lingresso della Romania nellUnione Europea, dal 2007
si rilevano grosse difficolt di raccordo tra gli strumenti legislativi in materia di prostituzione (cfr. Legge Merlin)
ed i reati connessi; ci si riferisce in particolare alla mancanza di coordinamento tra i sistemi penali, con il rischio
di non prendere in debita considerazione la condizione di sfruttamento delle donne romene, soprattutto nelle
situazioni di prostituzione negoziata.
A 14 anni dalla promulgazione dellarticolo 18, ladeguatezza dei servizi di protezione rispetto ai mutamenti del
fenomeno della tratta costituisce un altro tema su cui avviare una discussione approfondita. Lesigenza quella di
individuare nuove risposte di contrasto, di assistenza e protezione delle vittime, nonch di aggiornare ed affinare
gli strumenti gi posseduti. In altri termini, necessario progettare un modello pi creativo e attraente di prote-
zione sociale, orientato sulle reali caratteristiche/bisogni delle persone coinvolte.
Di fronte alla frustrazione derivante dalle difficolt di aggancio in strada e alla sparizione delle ragazze romene
dai progetti di protezione (dovute anche agli abbandoni), sono state avanzate dagli operatori una serie di propo-
ste di miglioramento che tuttavia non rimettono in discussione lintero assetto del sistema di protezione, il quale,
secondo unopinione condivisa, mostra nelle sue linee generali di reggere limpatto dei recenti cambiamenti.
Secondo alcuni indispensabile lavorare per offrire alle persone prese in carico una possibilit di inserimento la-
vorativo reale e accettabile, tenendo conto dellesigenza immediata di guadagno di molte donne; in tempi di crisi
economica una possibile soluzione potrebbe essere ad esempio quella di inserire le vittime di tratta tra le cate-
gorie protette per favorirne linclusione lavorativa in contesti riservati. Qualcuno sente lurgenza di intervenire sul
fenomeno della prostituzione indoor attraverso progetti ad hoc, mentre per altri basterebbe aumentare i finanzia-
menti per potenziare le unit di strada (in quanto strumento essenziale di contatto, intercettazione dei bisogni e
individuazione degli eventuali casi di tratta) e gli altri servizi a bassa soglia (ad esempio, ampliamento degli orari
di apertura degli sportelli), inserendo stabilmente nellequipe la figura della mediatrice culturale romena.
Inoltre, se due operatrici suggeriscono di lavorare pi in profondit sulla relazione, focalizzando lattenzione sui
meccanismi di coinvolgimento delle donne nelle relazioni amorose con lo sfruttatore e tenendo maggiormente
conto dei fattori culturali (in particolare sulla socializzazione a ruoli di genere fortemente gerarchizzati), unaltra
invita a considerare modalit di presa in carico che garantiscano una pi ampia autonomia alla persona, anche
nellambito delle strutture di tipo residenziale, partendo del fatto che, spesso, gli abbandoni sono conseguenza
dallinsofferenza verso ambienti comunitari estremamente rigidi e chiusi allesterno.
La fnalit delluds solo di fare informazione sanitaria e riduzione del danno non ha obiettivi salvifci!
Ma se gli operatori uds fossero pi presenti in strada, magari per molte ragazze sarebbe pi facile creare un
rapporto di fducia e pensare poi ad una fuoriuscita dalla prostituzione a quel punto, laccoglienza e lo
sportello avrebbero sicuramente pi clienti!
(Intervista 38)
Avere la possibilit di fare un percorso per cui le ragazze possano riconoscersi come vittime e in cui rielaborare
le relazioni amorose avute precedentemente a questa esperienza. Percorsi da fare anche a monte come
prevenzione, per anticipare la prossima domanda.
(Intervista 9)
Ci premesso, unefficace attivit di prevenzione da condurre in Romania dovrebbe coinvolgere in prima istanza
il contesto familiare, in particolar modo laddove esso si configura come luogo di deprivazione culturale, violenze
e abusi. In altri termini, necessario avviare, soprattutto nei contesti rurali pi poveri, unintensa attivit di soste-
gno alla genitorialit, di contrasto alle forme di maltrattamento, di recupero delle relazioni familiari, di cura e
responsabilizzazione verso i figli (specialmente in presenza di ragazzi e ragazze con problemi psichiatrici), nonch
ovviamente, di sensibilizzazione sui rischi di un espatrio non protetto.
Pi che sullo sfruttamento in generale, in Romania ci sarebbe da lavorare sui legami familiari, sulle relazioni
perch sono il punto debole. Come se la persona che viene qui fosse quella scelta dalla famiglia per immolarsi,
per sacrifcarsi... lo sfruttamento dellafetto che poi di manifesta a livello oggettivo... Quindi unattivit
di prevenzione dovrebbe riguardare tutto il nucleo familiare, anche se mi rendo conto che un discordo
complesso.
(Intervista 3)
Bisognerebbe arrivare alle famiglie pi povere e nelle aree rurale per parlare dei pericoli nascosti in una
partenza, che pu sembrare risolutiva dei problemi economici. Non solo in tv perch in alcune aree non le
hanno, o non sono in grado di interpretare il messaggio. E anche per arrivare alle famiglie, oltre che alle
ragazze, con una sorta di unit mobile. Si tratta di genitori cresciuti e formati con tanti tabu difcile spiegare
che dovrebbero parlare con i fgli di atti sessuali, condom.
(Intervista 35)
Lambiente familiare dovrebbe essere anche destinatario di un intervento educativo specifico mirato a promuo-
vere il dialogo genitori-figli (in particolar modo sui temi della sessualit) e a rimettere in discussione le discrimi-
nazioni di genere, a partire proprio dal ruolo della donna allinterno della famiglia.
Le bambine crescono e diventano donne con queste idee, questi modelli di ruolo. Vivono con queste mamme
che hanno un ruolo del genere. Unazione di prevenzione andrebbe fatta addirittura sulla famiglia, dove
avviene la prima socializzazione con i modelli di ruolo e la loro interiorizzazione.
(Intervista 47)
Laltro contesto privilegiato di intervento rappresentato, a parere degli operatori intervistati, da quello scola-
stico. Appare indispensabile una forte azione di tipo educativo destinata agli adolescenti e ai preadolescenti sui
temi delleducazione allaffettivit, del rispetto dellaltro e delle discriminazioni di genere. Alcuni sottolineano
altres la necessit di una vera e propria educazione sessuale, avendo riscontrato soprattutto nelle ragazze pi
giovani una scarsa conoscenza del funzionamento del proprio corpo e dei meccanismi della sessualit.
Lavorare sugli adolescenti, fare educazione afettiva [] le ragazze romene sono condizionate da questa cosa
del sacrifcio per luomo, se lo amo gli devo dare tutto senza per forza ricevere qualcosa. Questo principio
troppo forte, anche al di l della strada [] tipico delle societ maschiliste. A livello educativo, bisogna lavorare
su questo punto: non devi soltanto dare, ma anche ricevere.
(Intervista 1)
Magari si pu puntare un po sul livello sanitario. Quello che vedo che l esistono problemi di educazione
alla sessualit: alcune sono proprio al Medioevo, se non raggiungo lorgasmo non posso rimanere incinta,
se prendo un rafreddore mi si rafreddano le ovaie e mi arrivano in ritardo le mestruazioni. Unaltra cosa che
fanno testare la propria fertilit rimanendo incinte per poi abortire. Pensando che se non sono rimaste incinte
prima dei 20 anni forse non possono avere fgli... A me capitata una ragazza che chiamava i suoi genitali
la mia banca. Eloquente () C consapevolezza di quanto il corpo pu rendere ma non sanno nientaltro di
niente.
(Intervista 28)
126 Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 127
Sezione 15
Conclusioni
A livello sociale, sembrano altrettanto indispensabili campagne incisive di informazione e sensibilizzazione rivol-
te alla comunit pi ampia sulle reali condizioni di vita e di lavoro in Italia e sui rischi di unemigrazione a scopo
lavorativo o prostituzionale senza garanzie, gestita o assistita da personaggi ambigui che prospettano facili op-
portunit di inserimento e di guadagno. Sui temi della tratta e della prostituzione, si sottolinea invece lesigenza
di uninformazione pi schietta, che prescinda da considerazioni di ordine morale sulle persone che si prosti-
tuiscono o su una loro presunta volontariet. Destinatari specifici di attivit di sensibilizzazione sulle vittime di
sfruttamento, in unottica di tutela dei diritti e non di colpevolizzazione, dovrebbero essere, per qualcuno, anche
le forze dellordine romene e gli organi di controllo.
Sicuramente sul fatto che in Italia in questo momento non c lavoro per moltissimi giovani. Venire in Italia per
cercare lavoro vuol dire entrare nella marginalit, soprattutto se vengono a nuclei, fdanzato/fdanzata, come
abbiamo visto ultimamente. Non si hanno i mezzi di sussistenza, quindi c molto rischio per queste ragazzine
di fnire nella prostituzione. Quindi, una campagna basata sullinformazione di quello che pu succedere in
Italia e soprattutto sulla mancanza di opportunit a cui invece sembra che continuino a credere.
(Intervista 11)
Inoltre, pi che focalizzarsi sulle circostanze di inganno, unazione efficace dovrebbe tentare di smontare la vi-
sione del progetto prostituzionale come mezzo facile, rapido e conveniente di conseguimento di denaro, eviden-
ziandone invece i rischi e le conseguenze profonde sulla persona (in termini di perdita dellautostima, di stigma-
tizzazione, di marginalizzazione, ecc.).
Potrebbe essere utile dire loro () che gli esiti di questa attivit non producono i frutti che loro si aspettano,
non cos nellimmediato. Perch la percezione che loro pensino di liberarsi di tutto ci nel giro di breve, cio
lo faccio per un breve periodo e poi dopo in realt non cos, il periodo prostituivo non cos breve e poi
perdono delle occasioni rispetto al futuro, anche perch () non che riescano a riciclarsi in altri contesti
formativi, professionali, diventa difcile, se non si hanno tutta una serie di presupposti e di pregressi () Perch
i guadagni sono inferiori di quello che si aspettavano e perch comunque poi nel paese di origine le richieste
sono sempre molte, non riescono a soddisfare tutte le esigenze familiari, cos poi qui si prosegue nel tempo
senza giungere poi a nulla, senza trovar soluzione sostanzialmente.
(Intervista 42)
Nellambito del contesto sanitario per la salute riproduttiva delle donne, alcuni operatori insistono sullopportu-
nit di un lavoro preventivo rivolto al personale medico e para-medico delle strutture pubbliche e private romene
sui bisogni di salute delle persone che si prostituiscono.
Lultima considerazione sulle possibili attivit di prevenzione riguarda un contesto pi strettamente politico. Le
testimonianze raccolte evidenziano che risulta del tutto inesistente (o comunque inefficace), nelle zone di pro-
venienza delle vittime di tratta, una politica fondata sullempowerment femminile. La donna infatti non solo un
soggetto di diritto, nei confronti della quale pensare politiche di tutela e protezione, ma anche una potenziale
protagonista di iniziative economiche ed imprenditoriali. Il senso di molti interventi di assistenza svolti in Italia
infatti quello di aiutare le vittime non in unottica assistenzialistica, bens favorendone la presa di coscienza e
lautodeterminazione. Si ritiene quindi che sviluppare, anche in Romania, politiche di sostegno delle donne, che
ne potenzino maggiormente un ruolo attivo, possa costituire un efficace strumento di prevenzione del trafficking.
Emiliana Baldoni Federica Dolente
128 129 Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 Sez i one 15 - C0nc l us i oni
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Sezione 15:
Conclusioni
La ricerca svolta in Italia evidenzia che il fenomeno della tratta e dello sfruttamento sessuale dalla Romania, di-
stribuito a macchia di leopardo su tutto il territorio nazionale, si configura prevalentemente come fenomeno
di strada. In mancanza di dati certi, la percezione degli operatori intervistati che dallingresso della Romania
nellUnione Europea il numero di donne e minori romene che esercitano la prostituzione sia aumentato, anche
se si tratta di una presenza fluttuante e mutevole, caratterizzata da turn-over e mobilit elevata. Al contempo,
venendo meno lincentivo dellacquisizione del permesso di soggiorno, dal 2007 il numero di ragazze romene
accolte nei programmi di protezione sociale diminuito drasticamente.
La forza propulsiva della tratta risiede soprattutto nella capacit di evolversi ed adattarsi rapidamente alle rispo-
ste di contrasto dei governi, agli sviluppi normativi
1
e alla domanda del mercato, modificando strutture organizza-
tive, strategie dazione, modalit operative e bacini di reclutamento. I cambiamenti di gestione dello sfruttamento
della prostituzione osservati a livello globale hanno investito direttamente anche la Romania, tanto da delineare
una sorta di nuovo modello romeno che, come illustrato, presenta caratteristiche e specificit proprie.
Negli ultimi anni si assistito, infatti, ad un generale miglioramento delle condizioni di esercizio della prostitu-
zione, legato al ricorso pi limitato alla mera violenza e alla ricerca di una maggiore consensualit delle donne
coinvolte nel rapporto prostituzionale. Accanto al persistere di modalit coercitive e brutali, che si caratterizzano
per un uso esplicito della violenza, del ricatto e dei maltrattamenti, stata riscontrata unampia diffusione di for-
me di prostituzione negoziata (anche tra le giovanissime) basate sulla contrattazione delle modalit di esercizio e
dei compensi, sulla strumentalizzazione del rapporto prostituzionale nellottica di una convenienza reciproca e, in
molti casi, sulla presenza di forti legami di tipo affettivo con gli sfruttatori. Alla base del percorso prostituzionale
vi sarebbero dunque un progetto migratorio a termine, finalizzato allacquisizione di denaro nel pi breve tempo
possibile, e una sorta di accordo sfruttatore-sfruttata per la ripartizione dei proventi.
Tale modalit negoziata comprende situazioni diverse, non sempre chiaramente identificabili, a seconda dello
spazio di contrattazione concesso alla donna e del suo livello di autonomia. Infatti, anche in presenza di un vero e
proprio accordo con lo sfruttatore, il potere decisionale pu essere esercitato in forme assai differenti. E evidente
che quanto pi la ragazza giovane e strutturalmente fragile quanto pi facilmente pu cadere in una condizione
di assoggettamento, pur mantenendo lillusione di esercitare liberamente un lavoro. Uno dei risvolti pi caratteri-
stici infatti una bassa percezione del proprio stato di sfruttamento, anche laddove ci risulta palese ad un occhio
esterno. Il fatto di disporre di parte dei guadagni da spendere per s o da inviare alla famiglia di origine aumenta
la percezione di autonomia; le pressioni e le forme di controllo subite vengono negate con ostinazione o definite
in termini di protezione.
Nel meccanismo della tratta dalla Romania la figura del fidanzato-protettore (loverboy) sembra assumere un
ruolo sempre pi centrale. Si tratta spesso di legami forti ed esclusivi, fondati sulla soggezione psicologica, in virt
dei quali le ragazze sono disposte a qualsiasi sacrificio, nellillusione della realizzazione di un progetto comune e
del coronamento del sogno damore. Per molte ragazze provenienti da contesti tradizionali le ragioni profonde di
tale dipendenza dal fidanzato risiedono sia in vissuti personali particolarmente dolorosi di abusi e abbandoni,
sia nellessere state socializzate a modelli educativi basati sulla sottomissione della donna e sullidea che questa si
realizzi solamente accanto ad un uomo, accettando di sacrificarsi per la famiglia. E evidente che in tale intricata
relazione, che unintervistata ha efficacemente descritto in termini di corda lenta, la figura maschile rappresenta
agli occhi delle ragazze coinvolte lunico punto di riferimento affettivo e per gli operatori sociali delle strutture di
accoglienza scardinarne i presupposti al fine di mettere a fuoco la condizione di sfruttamento assai complicato.
1 Rispetto al contesto italiano, si consideri, in particolare, la promulgazione della legge 228/2003 che definisce in maniera compiuta i reati relativi alle cosiddette nuove
schiavit (tratta, schiavit e servit) e inasprisce pesantemente le sanzioni penali a carico dei responsabili;
La ricerca ha dedicato unattenzione particolare allidentificazione dei fattori di rischio (di natura contestuale, fa-
miliare, sociale e personale) alla base del coinvolgimento nelle reti della tratta. Dallanalisi delle interviste emerge
innanzitutto che in un contesto nazionale caratterizzato da crisi economica, disoccupazione e alto costo della vita,
la condizione di povert (reale o percepita tale) costituisce il principale motivo di fondo che rende vulnerabili allo
sfruttamento, soprattutto in assenza di concrete prospettive di miglioramento. Inoltre, al di l dellaspetto econo-
mico, lambiente familiare rappresenta in s un potente fattore di spinta nella decisione di emigrare nel momento
in cui caratterizzato da elevata conflittualit, incuria e maltrattamento. A livello culturale, un nodo fondamenta-
le stato indicato nella persistenza di modelli educativi veicolati in famiglia, a scuola, nellambito del gruppo dei
pari, incentrati sulle differenze di genere e sul maschilismo, che pongono le donne in posizione di subalternit
rispetto alle figure maschili.
In questo scenario complessivo, lazione dei reclutatori si rivolta altres a categorie che per la loro giovane et,
fragilit psicologica o assenza di legami familiari e sociali risultano essere particolarmente vulnerabili. E questo il
caso dei minorenni abbandonati o vissuti negli istituti, delle donne con problematiche di tipo psichiatrico, delle
ragazze di etnia Rom che vivono in condizioni di grave marginalizzazione, categorie spesso sottoposte a condizio-
ni feroci di sfruttamento che necessiterrebbero di interventi di assistenza progettati ad hoc che allo stato attuale
i servizi italiani non sono in grado di offrire.
I cambiamenti sopra evidenziati che hanno investito recentemente il fenomeno della tratta a scopo di sfrutta-
mento sessuale dalla Romania rendono necessaria lideazione sia di nuove chiavi di lettura e di analisi sia di nuove
strategie di prevenzione e di contrasto. Il sistema italiano di protezione per vittime di tratta, che ha rappresentato
finora un modello innovativo dintervento nellintero panorama europeo, risulta oggi sempre meno adeguato ed
efficace, sia per quanto detto sinora rispetto alle mutate pratiche di sfruttamento, sia per una serie di motivazioni
interne al sistema italiano di governance locale istituita nella gestione del fenomeno della prostituzione migrante
e coatta.
Un sistema pensato ai suoi esordi come strategia di riduzione del danno
2
, non solo un modello di intervento che
risponde ad unemergenza sociale, ma anche, in alcuni casi soprattutto, una modalit attraverso cui possibile en-
trare in contatto con persone che, a causa dellestrema situazione di marginalit in cui vivono, non sono in grado
di relazionarsi con i servizi socio-sanitari ed istituzionali e di uscire dalla situazione di sfruttamento e vessazione.
Oggi in Italia i dispositivi che attuano le strategie di riduzione del danno risultano indeboliti, e ci sembra che ci
implichi un grave danno ed una forte limitazione ai percorsi di reinserimento sociale di tutte le vittime di tratta
a scopo di sfruttamento sessuale. Tutto ci avviene in una fase in cui i sistemi classici dei progetti italiani do-
vrebbero invece essere ripensati e rimodulati proprio alla luce delle difficolt di aggancio e di coinvolgimento
nei programmi di protezione, come mettono in luce i risultati registrati e le evidenze che anche questa ricerca
contribuisce ad rilevare.
2 La riduzione del danno consiste in un insieme di interventi finalizzati a ridurre i danni e i rischi, individuali e collettivi, che luso di droghe e le situazioni di marginalit e
di disagio ad esse correlate (compreso lo sfruttamento sessuale) procurano in campo sanitario e sociale. I suoi valori fondanti consistono nella salvaguardia della vita e nel
miglioramento della salute e della cura della persona, collocata al centro delle pratiche di intervento, restituendole dignit e accesso ai diritti di cittadinanza. In particolare, si
riconosce alla persona il diritto ad essere aiutata indipendentemente dalla propria capacit o volont di intraprendere percorsi di cambiamento rispetto alla condotta deviante.
Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 130 131

Allegati
132 133 Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 Al l egat i
Allegati
1 - Traccia di intervista per le organizzazioni rumene
INTERVISTATORE _________________________________________________________
LUOGO E DATA _________________________________________________________
ENTE _________________________________________________________
INTERVISTATO _________________________________________________________
CONTATTI _________________________________________________________
MODALITA DI INTERVISTA _________________________________________________________
NOTE _________________________________________________________
I. Traccia di intervista per le istituzioni governative
a - Lesperienza della persona intervistata nel campo
Q1: Qual la vostra esperienza nel campo della tratta di persone e assistenza alle vittime?
b - Le valutazioni sui vari aspetti del fenomeno della tratta di persone/latteggiamento del pubblico
nei confronti del fenomeno
Q2: Come valuta levoluzione del fenomeno attraverso il prisma dellesperienza personale e lesperienza della sua
organizzazione? Come valuta la particolare evoluzione del fenomeno dello sfruttamento sessuale?
Q3: Come valuterebbe latteggiamento delle autorit locali/regionali rispetto al fenomeno della tratta di persone?
Q4: Cosa ne pensate riguardo alle startegie e alle politiche pubbliche per le vitime della tratta?
c - Proflo delle vittime assistite
Q5: A che fascia/fasce det appartengono le vittime assistite?
Q6: Quali sono le aree di provenienza della vittima dello sfruttamento sessuale?
Q7: Qual il livello di istruzione delle vittime dello sfruttamento sessuale?
Q8: Quali sono le caratteristiche delle famiglie di origine delle vittime di sfruttamento sessuale?
Q9: Quali esperienze di vita rilevanti avete identifcato nel caso delle vittime della tratta a scopo di sfruttamento
sessuale?
Q10: Come descriverebbe il social network della vittima della tratta di persone a scopo di sfruttamento sessuale
(amici, conoscenti, tempo libero, ecc.)?
Q11: Quali sono le esperienze professionali delle vittime dello sfruttamento sessuale prima di essere trafcate? Quali
sono le esperienze professionali delle vittime ulteriormente alla tratta reintegrazione nel mercato del lavoro, se del
caso)?
d - Linclusione nella rete della tratta di esseri umani e lesperienza dello sfruttamento sessuale
Q12: Dal Suo punto di vista, quali sono le ragioni per cui le persone assistite sono diventate vittime di sfruttamento
sessuale?
Q13: Quali sono i principali mezzi di reclutamento delle vittime di tratta?
Q14: Come realmente accaduto lo sfruttamento?
e - Valutazioni sui diversi atteggiamenti nei confronti delle vittime dello sfruttamento sessuale
Q15: Come descriverebbe latteggiamento della famiglia nei confronti delle vittime di sfruttamento sessuale?
Q16: Come descriverebbe latteggiamento delle autorit nei confronti delle vittime di sfruttamento sessuale?
Q17: Come descriverebbe latteggiamento della comunit nei confronti delle vittime di sfruttamento sessuale?
f - La consapevolezza circa il rischio di diventare vittime della tratta e la valutazione dellefcacia
delle campagne di prevenzione
Q18: Le vittime di tratta hanno avuto informazioni su questo fenomeno prima dellesperienza di sfruttamento? Se s,
che tipo di informazioni hanno avuto e quali sono state le loro fonti di informazione?
Q19: Nel caso in cui le vittime abbiano avuto tali informazioni, come sono state utilizzate? Perch ritenete che non
hanno utilizzato le informazioni ricevute per proteggersi dalle esperienze di sfruttamento?
Q20: Secondo voi, quali elementi devono essere introdotti in una campagna (informazione, consapevolezza,
sensibilizzazione) per produrre efetti al fne di prevenire il fenomeno della tratta di esseri umani? Quali dovrebbero
essere i principali destinatari della campagna?
Q21: Secondo voi, quali sono stati i punti di forza delle campagne di prevenzione condotte fnora in Romania nel
campo della tratta di esseri umani? Secondo voi, quali sono state le carenze delle campagne di prevenzione condotte
fnora in Romania?
II. Traccia di intervista per le istituzioni non governative
a - Lesperienza della persona intervistata nel campo
Q1: Qual la vostra esperienza nel campo della tratta di persone e assistenza alle vittime?
b - Le valutazioni sui vari aspetti del fenomeno della tratta di persone/latteggiamento del pubblico
nei confronti del fenomeno
Q2: Come valuta levoluzione del fenomeno attraverso il prisma dellesperienza personale e lesperienza della sua
organizzazione? Come valuta la particolare evoluzione del fenomeno dello sfruttamento sessuale?
Q3: Come valuterebbe latteggiamento delle autorit locali/regionali rispetto al fenomeno della tratta di persone?
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134 135 Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 Al l egat i
c - Proflo delle vittime assistite
Q4: A che fascia/fasce det appartengono le vittime assistite?
Q5: Quali sono le aree di provenienza della vittima dello sfruttamento sessuale?
Q6: Qual il livello di istruzione delle vittime dello sfruttamento sessuale?
Q7: Quali sono le caratteristiche delle famiglie di origine delle vittime di sfruttamento sessuale?
Q8: Quali esperienze di vita rilevanti avete identifcato nel caso delle vittime della tratta a scopo di sfruttamento
sessuale?
Q9: Come descriverebbe il social network della vittima della tratta di persone a scopo di sfruttamento sessuale (amici,
conoscenti, tempo libero, ecc.)?
Q10: Quali sono le esperienze professionali delle vittime dello sfruttamento sessuale prima di essere trafcate? Quali
sono le esperienze professionali delle vittime ulteriormente alla tratta reintegrazione nel mercato del lavoro, se del
caso)?
d - Linclusione nella rete della tratta di esseri umani e lesperienza dello sfruttamento sessuale
Q11: Dal Suo punto di vista, quali sono le ragioni per cui le persone assistite sono diventate vittime di sfruttamento
sessuale?
Q12: Quali sono i principali mezzi di reclutamento delle vittime di tratta?
Q13: Come realmente accaduto lo sfruttamento?
e - Valutazioni sui diversi atteggiamenti nei confronti delle vittime dello sfruttamento sessuale
Q14: Come descriverebbe latteggiamento della famiglia nei confronti delle vittime di sfruttamento sessuale?
Q15: Come descriverebbe latteggiamento delle autorit nei confronti delle vittime di sfruttamento sessuale?
Q16: Come descriverebbe latteggiamento della comunit nei confronti delle vittime di sfruttamento sessuale?
f - La consapevolezza circa il rischio di diventare vittime della tratta e la valutazione dellefcacia
delle campagne di prevenzione
Q17: Le vittime di tratta hanno avuto informazioni su questo fenomeno prima dellesperienza di sfruttamento? Se s,
che tipo di informazioni hanno avuto e quali sono state le loro fonti di informazione?
Q18: Nel caso in cui le vittime abbiano avuto tali informazioni, come sono state utilizzate ? Perch ritenete che non
hanno utilizzato le informazioni ricevute per proteggersi dalle esperienze di sfruttamento?
Q19: Secondo voi, quali elementi devono essere introdotti in una campagna (informazione, consapevolezza,
sensibilizzazione) per produrre efetti al fne di prevenire il fenomeno della tratta di esseri umani? Quali dovrebbero
essere i principali destinatari della campagna?
Q20: Secondo voi, quali sono stati i punti di forza delle campagne di prevenzione condotte fnora in Romania nel
campo della tratta di esseri umani? Secondo voi, quali sono state le carenze delle campagne di prevenzione condotte
fnora in Romania?
2 -Lista delle organizzazioni intervistate in Romania

Ruolo intervistato Ente Citt (luogo operativo) Regiune
1 Psicologo Asociaia ADPARE Bucureti Bucureti
2 Psicologo Asociaia Femeilor mpotriva Violenei ARTEMIS Cluj Napoca Cluj
3 Psicologo, assistente sociale Asociaia Femeilor mpotriva Violenei ARTEMIS Baia Mare Maramure
4 Psicologo Asociaia Alternative Sociale Iai Iai
5 Assistente sociale Asociaia Betania Bacu Bacu
6 Suora missionaria Confederaia Surorilor Carmelitane Bucureti Bucureti
7 Assistente sociale Fundaia Filantropia Timioara Timioara
8 Presidente Fundaia Generaie Tnr Timioara Timioara
9 Giurista Asociaia Naional Mutual Romnia-Frana Louis Pasteur Craiova Dolj
10 Assistente sociale Asociaia Naional Mutual Romnia-Frana Louis Pasteur Brila Brila
11 Assistente sociale Asociaia People to People Oradea Bihor
12 Presidente Fundaia Pro Prietenia Arad Arad
13 Presidente Asociaia Reaching Out Piteti Arge
14 Psicologo Organizaia Salvai Copiii Iai Iai
15 Assistente sociale, Assistente sociale ANITP Alba Iulia Alba
16 Psicologo ANITP Bacu Bacu
17 Assistente sociale ANITP Braov Braov
18 Psicologo, assistente sociale ANITP Bucureti Bucureti
19 Psicologo ANITP Constana Constana
20 Psicologo ANITP Craiova Dolj
21 Assistente sociale ANITP Galai Galai
22 Psicologo ANITP Iai Iai
23 Psicologo ANITP Oradea Bihor
24 Assistente sociale ANITP Piteti Arge
25 Psicologo ANITP Ploieti Prahova
26 Psicologo ANITP Suceava Suceava
27 Psicologo ANITP Trgu Mure Mure
28 Assistente sociale ANITP Timioara Timi
29 Giurista DGASPC Arge Arge
30 Assistente sociale DGASPC Bihor Bihor
31 Psicologo DGASPC Botoani Botoani
32 Psicologo DGASPC Braov Braov
33 Psicologo DGASPC Buzu Buzu
34 Assistente sociale DGASPC Cluj Cluj
35 Psicologo DGASPC Covasna Covasna
36 Assistente sociale DGASPC Dolj Dolj
37 Giurista DGASPC Galai Galai
38 Sociologo DGASPC Giurgiu Giurgiu
39 Assistente sociale DGASPC Iai Iai
40 Psicologo DGASPC Neam Neam
41 Psicologo DGASPC Prahova Prahova
42 Assistente sociale DGASPC Satu Mare Satu Mare
43 Giurista DGASPC Vaslui Vaslui
44 Assistente sociale DGASPC Vlcea Vlcea
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136 137 Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 Al l egat i
ANITP = Agenzia Nazionale Anti-Tratta DGASPC = Direzione per lAssistenza Sociale e Protezione del Bambino
i
3. Traccia di intervista per le organizzazioni italiane
INTERVISTATORE _________________________________________________________
LUOGO E DATA _________________________________________________________
ENTE _________________________________________________________
INTERVISTATO _________________________________________________________
CONTATTI _________________________________________________________
MODALITA DI INTERVISTA _________________________________________________________
NOTE _________________________________________________________
Le domande contrassegnate con lasterisco* sono quelle da somministrare agli operatori di polizia
1 - Informazioni sullintervistato
*Qual la sua esperienza su questo fenomeno (formazione, ruolo nellorganizzazione, anni di esperienza nel settore, etc.)
2 - Valutazioni sul fenomeno della tratta/sfruttamento sessuale/prostituzione
romena
*Come valuta levoluzione del fenomeno della tratta dalla Romania dal suo punto di osservazione? (genere, aumento
/ diminuzione, cambiamento delle zone di provenienza, cambiamento dei percorsi / paesi di destinazione, mobilit,
violenza / negoziazione)
Come valuta dal suo punto di vista lattinenza del servizio nei confronti dellutenza romena?
*Quanta parte del fenomeno riferibile alla tratta e quanto alla prostituzione?
*Potrebbe descrivere il fenomeno della prostituzione di strada? (in termini quantitativi e descrittivi del profilo sociale
di queste persone, le modalit di esercizio, le reti sociali ed i vincoli)
*Nella zone dove opera, sono presenti altre modalit di esercizio della prostituzione? (appartamenti/locali/night club,
etc.)
La sua struttura interviene su queste forme di prostituzione?
*Quale tipo di interventi faciliterebbero laggancio con questo segmento di utenza?
Quale tipo di informazioni siete in grado di raccogliere sullutenza che non arriva ai servizi?
3 - Proflo delle persone assistite
A che fascia det appartengono?
Quali sono le aree di provenienza?
Quale il livello di istruzione?
Quali le esperienze lavorative pregresse?
Le caratteristiche della famiglia di origine? (situazione economica, tipo di famiglia/struttura, rapporti con e tra i mem-
bri della famiglia)
Particolari esperienze di vita (matrimoni/abbandoni/figli/violenze/malattie/tossicodipendenze etc.)
Come descriverebbe le reti sociali di queste persone?
4 - Lingresso nello sfruttamento
Quali sono a suo avviso le ragioni per cui le persone assistite sono diventate vittime di sfruttamento sessuale?
*Dove si sono determinate delle situazioni di sfruttamento (in Italia/in Romania/ in un paese di passaggio/transito)?
*Quali sono i metodi di reclutamento? Come e da chi sono state/i ingannate? e quali i rapporti con i reclutatori/sfrut-
tatori?
*Pu descrivere le situazioni / le condizioni dello sfruttamento? (contesti, orari, paghe documenti, etc.)
5 -Lista delle organizzazioni intervistate in Italia
Ruolo intervistato Ente
Citt (luogo
operativo)
Regione
1 Mediatrice e UDS CAT Coop. Soc. Firenze Toscana
2 Coordinatrice e UDS CAT Coop. Soc. Firenze Toscana
3 Operatrice Pronto Donna Arezzo Toscana
4 Operatrice accoglienza Coop. Soc. Lotta Milano Lombardia
5 Operatrice UDS Coop. Soc. Lotta Milano Lombardia
6 Coordinatore PIAM onlus Asti Piemonte
7 Coordinatrice e UDS Coop. sociale Il Cerchio Pisa Toscana
8 Operatrice UDS Coop. sociale Il Cerchio Pisa Toscana
9 Operatrice Ass. Progetto Arcobaleno Firenze Toscana
10 Operatrice UDS Free Woman Ancona Marche
11 Coordinatrice DIM Donne in Movimento Pisa Toscana
12
Responsabile dellUfcio Pari Op-
portunit e Politiche Sociali
Provincia di Genova Genova Liguria
13 Coordinatrice Comune di Genova Genova Liguria
14 Educatrice e Mediatrice Culturale Associazione Marta e Maria Modena Emilia Romagna
15 Ispettore P.S. Questura Modena Emilia Romagna
16 Operatrice UDS Comune di Reggio Emilia Progetto RoseMary Reggio Emilia Emilia Romagna
17 Coordinatrice del drop-in center Associazione On The Road Martinsicuro (Teramo) Marche/Abbruzzo/Molise
18 Operatrice e coordinatrice dellUDS Associazione On The Road Martinsicuro (Teramo) Marche/Abbruzzo/Molise
19 Coordinatrice accoglienza Associazione On The Road Martinsicuro (Teramo) Marche/Abbruzzo/Molise
20 Mediatrice UDS Coop. Soc. Parsec Roma Lazio
21 Operatrice Coop. Magliana 80 Provincia di Roma Lazio
22 Operatrice UDS Coop. Soc. Parsec Roma Lazio
23 Operatrice UDS Comunit OASI 2
Trani (Barletta-
Andria-Trani)
Puglia
24 Referente Area Minori Associazione Virtus Roma Lazio
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138 139 Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 Al l egat i
25 Operatrice psicologa Comitato per i diritti civili delle prostitute Pordenone Friuli Venezia Giulia
26 Mediatrice Associazione Misericordia Crotone Calabria
27 Mediatrice ATS Associazione Tuscolana Solidariet Provincia di Roma Lazio
28 Coordinatrice UDS Associazione Mimosa Padova Veneto
29 Assistente sociale Associazione Penelope Catania Sicilia
30 Presidente Cooperativa Proxima Consorzio SOLCO Catania Sicilia
31 Coordinatrice
Servizio promozione e inclusione sociale Comune di
Venezia - U.O. Protezione sociale e umanitaria
Venezia Veneto
32 Mediatrice e UDS Coop. Soc. Dedalus Napoli Campania
33 Coordinatrice accoglienza Ass. La strada Der Weg Bolzano Trentino Alto Adige
34 Referente UDS Ass. Volontarius Bolzano Trentino Alto Adige
35 Coordinatrice Coop. Filo di Arianna Progetto Roxana Foggia Puglia
36 Operatrice UDS Gruppo Abele Torino Piemonte
37 Coordinatrice CEIS Lucca Toscana
38 Coordinatrice sportello CIP Spazio intermedio- Firenze Toscana
39 Coordinatrice Padri Somaschi Milano Lombardia
40 Operatrice Borgo Rete Perugia Umbria
41 Coordinatrice Borgo Rete Perugia Umbria
42 Coordinatore Associazione Lule Onlus Milano Lombardia
43 Operatrice UDS ARCI Solidariet Perugia/Terni Umbria
44 Coordinatrice sportello/accoglienza Associazione Lule Onlus Milano Lombardia
45 Operatrice UDS Associazione Lule Onlus Milano Lombardia
46 Operatrice Padri Somaschi Milano Lombardia
47 Coordinatrice area tratta Coop. Soc. Parsec Roma Lazio
48 Coordinatrice area tratta Cestrim Potenza Basilicata
49 Responsabile Seconda Accoglienza Rete NIRVA Cagliari, Sassari, Olbia Sardegna
50 Responsabile UDS Casa di fuga Rete NIRVA Cagliari, Sassari, Olbia Sardegna
51 Assistente Sociale - Funzionario Comune di Roma Roma Lazio
52 Responsabile area tratta Comunit OASI 2
Trani (Barletta-
Andria-Trani)
Puglia
53 Operatrice ATS Associazione Tuscolana Solidariet Provincia di Roma Lazio
54 Responsabile area tratta Coop. Soc. Magliana 80 Provincia di Roma Lazio
55 Operatore legale ASGI Firenze Toscana
6 - Traccia di intervista con le vittime di tratta
A. Descrizione della condizione attuale
Q1: Cosa fai tu adesso?
Si mira a raccogliere informazioni sullet, il luogo dove si trova, i rapporti con la famiglia, la salute, di che tipo di attivit di
assistenza usufruisce, partecipazione in un processo penale.
B. Descrizione della situazione di tratta
Q2: Come sei arrivato in questa situazione?
Si mira a raccogliere informazioni relative a:
- la situazione anteriore al reclutamento: le relazioni familiari, educazione, esperienza professionale, condi-
zione economica, gruppo di amici, i principali eventi della sua vita
- il reclutamento: il contesto, la descrizione del rapporto con il reclutatore, lo statuto del reclutatore nella
comunit, la promessa fatta
- il trasporto e lo sfruttamento: la descrizione del viaggio, il luogo dello sfruttamento, le condizioni dello
sfruttamento, i vincoli economici, fsici, emotivi, la situazione dei documenti di identit, altre persone che si
trovano nella stessa situazione
- la dinamica del rapporto con i trafcanti/sfruttatori
C. La possibilit di uscire dalla tratta
Q3: Come sei riuscito ad uscire dalla situazione di sfruttamento?
D. Valutazione dei servizi sanitari di cui ha benefciato
Q4: Che tipo di servizi di supporto hai ricevuto e da chi?
- Servizi richiesti/servizi ricevuti nei paesi di destinazione (per le vittime di tratta esterna) e in Romania
- Il rapporto con i fornitori di servizi
- Il rapporto con le autorit
E. Prevenzione della tratta
Q5: Di che cosa avresti avuto bisogno per non fnire in una situazione del genere?
Q6: Qual il messaggio che invieresti ad altri giovani per non arrivare in una situazione come la tua?
F. Progetti futuri
Q7: Cosa aspetti e quali sono i tuoi progetti futuri?
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AnimaNova
Integrazione nel mercato del lavoro delle persone trafcate

Speranze, in vendita
Ricerca qualitativa relativa alla tratta a scopo di sfruttamento
sessuale in Romania e Italia, nel periodo 2007-2011
Progetto coofinanziato dal Fondo Sociale Europeo nellambito del Programma Operativo Settoriale per lo Sviluppo delle Riusorse Umane 2007 - 2013 Investire nelle persone

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