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Carissimi,

siamo allinizio di un nuovo anno pastorale e ci stiamo preparando al 200 anno di fonda-
zione della nostra comunit parrocchiale. Questo ci deve portare ad andare alle RADICI del no-
stro essere COMUNIT. Nel prossimo numero del nostro giornalino (probabilmente) vi portere-
mo a conoscenza delle iniziative che verranno messe in atto. In queste poche righe, in sintonia
con la Chiesa universale e con il piano pastorale diocesano, vorrei sottolineare le fondamenta
su cui costruita la Chiesa in generale e la Chiesa parrocchiale in particolare. Non che non
se n mai parlato (vedi le giornale eucaristiche celebrate nel mese di giugno) ma a volte biso-
gna proprio mettercelo davanti: fulcro di tutto lEUCARISTIA. attorno a questa Presenza
che inizia e si costruisce una comunit, a questa che si deve far sempre riferimento. Noi oggi
usiamo unespressione a cui diamo tanto peso: "Andare a Messa" e lo abbiamo fatto il precetto
distintivo del cristiano, a ragione o a torto, dipende... se ci si fermasse alla consuetudine, al pre-
cetto, al rito, la Messa si ridurrebbe ad una tassa che malvolentieri ci tocca pagare, oppure ad
una... "messa-in-scena". Se invece vediamo la Messa come Eucaristia (cio "Ringraziamento"),
allora gi diventa motivo di grazia, oppure se la viviamo come il mistero della morte e risurrezio-
ne di Ges, allora diventa occasione per noi di risurrezione, di nuova vita, di una vita dove tutto
si rinnova, dalla malattia alla morte, dal peccato alla grazia, dal lavoro alla preghiera. DallEuca-
ristia, posta come fondamenta, partono tre pilastri, che costituiscono la struttura e sono:
lascolto della PAROLA di Dio: noi diciamo la CATECHESI, che appunto non si esaurisce
al ricevimento dei Sacramenti, ma al contrario diventa tanto pi importante e necessaria
quanto pi si cresce negli anni e aumentano le responsabilit. La parola di Dio utile in-
fatti (come abbiamo appena ascoltato in Timoteo 3,15) per "istruirci, convincerci, correg-
gere ed educarci alla giustizia".
La CONDIVISONE, la solidariet. A volte la Chiesa viene vista solo sotto questa dimen-
sione, unagenzia delle opere di carit sia nel terzo mondo come nel nostro. E proprio
questo abbiamo messo in evidenza in Chiesa con la brocca e il catino sotto laltare, fa-
cendo nostro il comando di Ges di essere pronti a "lavare i piedi gli uni degli altri".
Ma tutto questo prende spunto dalla vita di Ges di Nazareth, Figlio di Dio, nostro fratello
che noi appunto RINGRAZIAMO non solo per la sua parola, ma perch proprio Lui ce ne
ha dato lesempio.
Su questi pilastri non solo nata la comunit cristiana (la Chiesa) ma ha coinvolto tantissime al-
tre persone che, contagiate dallentusiasmo dei primi cristiani, si aggregavano a loro, aumentan-
do cos il numero dei cristiani e favorendo il nascere di tante comunit dislocate allinizio in tutto
il bacino del mediterraneo e poi in tutto il mondo, fino...a Ronago.
Questo stato il miracolo della Messa, questo deve essere ancora oggi il miracolo della nostra
Messa, cio del nostro INCONTRO domenicale... il resto ne una conseguenza. Speriamo di
riuscire anche noi vivendo il questo spirito che dobbiamo recuperare, altrimenti la "costruzione
che ci siamo fatti cadrebbe in rovina. Auguriamocelo a vicenda.
2 NOVEMBRE:
commemorazione dei defunti
un fiore
asta un fiore a ricordarci
quella creatura B
non stata dimenticata.
Basta un fiore, Signore,
per rammentarci che la vita
pi forte della morte.
Basta un fiore per dire
che ogni esistenza reca in s
un profumo ben preciso:
il profumo di pulito
dei buoni sentimenti,
il profumo dellallegria
che contagia ogni essere,
il profumo della tenerezza
che fa guarire ogni ferita.
Basta un fiore per esprimere
ci che molte parole
non riescono a comunicare:
un fiore sulla tomba
gi lanticipo della vittoria finale
della vita sulla morte.
Roberto Laurita
Dio, Padre della vita,
che ci hai creato a tua immagine O
e hai voluto che il tuo Figlio Ges morisse
per noi,
fa che liberi dal peccato
viviamo sempre vigilanti nella preghiera,
perch nellora della nostra morte,
da questo mondo a Te,
possiamo riposare nelle braccia
della tua misericordia.
4
Il punto
sui lavori della piazza
on linizio del mese di novembre (tem-
po permettendo) prenderanno il via i
lavori delta pavimentazione della piazza.
C
Si inizier a posare il grande rettangolo in
lastre di granito, diviso poi in grandi qua-
drati. Il granito proviene dalla Valtellina ed
trattato superficialmente con la fiamma
per renderlo ruvido antiscivolo. Allinterno
dei grandi quadrati verranno posate pia-
strelle di porfido rosso che proviene dalla
Valle di Cembra (Trento). Tutto attorno sa-
ranno posati dei cubetti di granito denomi-
nato "Sempione" perch le cave gravitano
su localit "Crodo-Sempione" (Verbania).
Tutto linsieme dar una nota caratteristica
alla nostra piazza che sar contornata da
zone a verde, come gi si pu notare la
zona vicino alla chiesa affiancata dal porti-
cato: chiamato "giardino della memoria"
dove anticamente esisteva un cimitero. C
poi un angolo dedicato ai nostri Caduti e la
zona stata scelta dove i nostri antenati
avevano eretto il primo monumento, infine
un angolo di verde attrezzato, dove i nostri
nonni e i nostri bambini possono rilassarsi
allombra del platano che ha visto qualche
generazione giocare alle biglie sotto le sue
fronde.
La nostra piazza: "nostra" perch tutti o
quasi hanno passato gran parte della loro
vita su di essa, sia per le scuole che per
loratorio, la chiesa o per il gioco nel tempo
libero.
Purtroppo i lavori creano disagi agli utenti
che devono recarsi nei vari uffici, a scuola,
al bar, in chiesa, ma sono certo che alla
fine tutti noi ci ritroveremo in piazza e,
scrutando qua e l, ci ricorderemo di tanti
volti amici, di tante cose che nel nostro
cuore sono nascoste e non potremo fare a
meno di dire "ma proprio bella la nostra
piazza".
Ciceri Mario Rino
Buon lavoro...
Sul giornalino n. 1 del febbraio 2003, fa nostra cara e indimenticabile Anna Balatti
aveva salutato con calore e affetto Sergio e Franca Bernasconi che, dopo tanti
anni, cessavano la loro attivit nel negozio di via Ambrosoli.
A distanza di due anni siamo contenti di poter assistere alla riapertura di quel nego-
zio: oggi c unedicola, anzi NON SOLO EDICOLA (s pu infatti trovare di tutto un
po) di Graziella Moz, In tempi di crisi, quali sono i nostri, in cui si assiste a chiusure
varie, bello constatare che nei nostro paese c qualcuno che con coraggio e de-
terminazione si propone per unattivit che motivo di speranza e di vita per la col-
lettivit. Infatti un negozio, a differenza del centro commerciale freddo e anonimo,
favorisce lincontro e il dialogo allinterno di una comunit. Auguriamo pertanto buon
lavoro a Graziella e ai suoi aiutanti, con la promessa - perch no? - dopo aver letto
la notizia sul giornalino, che passeremo a salutarti e... a fare qualche acquisto.
PARROCCHIA DI RONAGO VERSO COLONIA 2005
Inizia il cammino in preparazione alla Gmg a Colonia (15-22
agosto) il cui tema Siamo venuti per adorarlo
Per la partecipazione alla Gmg a Colonia la diocesi sta pen-
sando a tre possibili pacchetti in collaborazione con le diocesi
di Lodi, Pavia e Vigevano:
1. 10-22 Agosto - Gemellaggio con la diocesi di Rottenburg-
Stuttgart (nella foresta nera), dove si sar ospitati dal 11 al 15
e settimana della Gmg a Colonia. Viaggio in bus. Quota: 400
euro
2. 15-22 Agosto - Partecipazione alla settimana della Gmg a
Colonia. Viaggio in treno o bus. Quota 365 euro
3. 15-22 Agosto - Partecipazione ai due giorni della Veglia.
Viaggio in bus. Quota 165 euro.
Le quote possono variare, ma sicuramente non alzarsi ulteriormente. Iscrizioni entro
31/03/05.
Ovviamente bene prepararsi a questo importante evento e !a Diocesi propone come
cammino i laboratori della fede. Cosa sono?
Il laboratorio della fede un incontro pomeridiano-serale a cadenza bimestrale,
proposto ai giovani dai 18 ai 25 anni per il loro itinerario di fede.
Viene lanciato un tema al laboratorio (la domenica sera a Gaggino) e, nelle setti -
mane successive, largomento viene ripreso a livello parrocchiale o interparroc-
chiale.
Lobiettivo quello di favorire il cammino di formazione settimanale o quindicinale
a livello parrocchiale o interparrocchiale, di associazione o movimento e il con-
fronto allargato poi a livello interzonale.
II clima che si vuole favorire quello della preghiera, della riflessione e del con-
fronto.
Ecco le date:
Sabato 23 - domenica 24 ottobre: Due giorni giovani a TI-
RANO. Inizio del cammino (vedi programma dettagliato sul retro).
Domenica 31 ottobre: lancio del primo tema a Gaggino ore
20.30-22.30
Domenica 5 dicembre: ritiro spirituale dAvvento in Semina-
rio
Domenica 30 gennaio: Lancio del secondo tema a Gaggino
ore 20.30-22.30
Domenica 6 Marzo: Ritiro di Quaresima in Seminario
Domenica 13 Marzo: Lancio del terzo tema a Gaggino ore 20.30-22.30
Gioved 2 giugno: Pellegrinaggio al Santuario della Madonna del Soccorso e
conclusione del cammino. La partecipazione obbligatoria per chi parteciper alla
Gmg a Colonia.
Ulteriori informazioni sulla Gmg 2005 si trovano sui siti:
www.wyd2005.org www.gmg2005.it www.cgdcomo.org
una vacanza insieme
utto inizi il 19 giugno... eravamo in
ventiquattro (pi animatori che
ragazzi), ma il gruppo cera. Anche se il
tempo non era il massimo, la voglia di di-
vertimento e di stare insieme era tanta.
Siamo tutti arrivati per lora di pranzo e,
dopo aver degustato unottima pasta insie-
me ad alcuni genitori, abbiamo iniziato con
una parte molto importante che caratteriz-
zava la nostra giornata: la riflessione. Per
molti questa parola suonava nuova, ma
dopo capirono il significato che voleva tra-
smetter loro. Subito dopo siamo andati a
divertirci con un nuovo gioco, mai speri-
mentato prima. Si trattava del gioco dei
versi: alcuni animatori (complimenti alla
Marozzi) erano nascosti per le vie del pae-
se, ogni quattro minuti emettevano il loro
verso e i ragazzi dovevano scovare la loro
tana, che ovviamente cambiava ogni volta.
Dopo la lauta cena, abbiamo concluso la
stupenda giornata con il "Caramellone",
cosa sia, non chiedetecelo. La notte sta-
ta mooolto movimentata... vi ricordate?! Il
tempo non ha voluto che la domenica an-
dassimo in gita, quindi alla mattina il Don
ha celebrato la Santa Messa, nel pomerig-
gio, invece, abbiamo dato il via alla caccia
al tesoro sotto alla pioggia, quindi nessuno
T
appariva riconoscibile. Siccome, per, non
trovavano il tesoro, hanno pensato bene di
andarsi a prendere il gelato in paese la-
sciando gli animatori a bocca asciutta in
casa. Vero Vitto e Cecy?! La sera, poich
non eravamo ancora abbastanza stanchi,
siamo scesi a giocare a calcio e a fare un
giro nell "affollatissimo" paese. Il luned fi-
nalmente siamo andati a fare una cammi-
nata tra le mucche e le loro torte. Arrivati al
"Pesce gallo" che non un tipo di animale,
ma una montagna, abbiamo trovato una
strana sorpresa: la neve. E allora perch
non fare una bella bobbata? La serata
stata caratterizzata dal super-mega-gioco
chiamato "Amici della Val Gerola". Purtrop-
po era gi arrivato il momento di tornare a
Ronago. Grande malinconia nei volti di tut-
ti, ma anche grande gioia per aver vissuto
unesperienza nuova. Il ricordo di
questamicizia bestiale rimarr
stampato,oltre che nel nostro cuore, sulle
nostre magliette.
Grazie a: Francesca, Anna, Andreas, Da-
niel, Andrea B., Andrea P., Andrea S., Mi-
chael, Elisa, Romina, Lorenzo, Johnny, Vit-
to, Cecy, Davor, Don, Lucy, Monique, Chia-
ra, Erica, Tommy, Benna, Tia, Isa.
Vi aspettiamo alla prossima avventura.
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incontro
e condivisione
KOLKATA...
una citt da vivere
ALCUTTA
una citt da vivere... C
...da vivere con gli occhi:
una moltitudine di colori, case, auto, ma so-
prattutto persone, volti che ti sorridono, che
ti salutano, che ti fermano; che hanno voglia
di conoscersi, di incontrare te e la tua vita e
di far conoscere la loro. I volti che ti scuoto-
no perch nella povert sanno comunque
ancora riconoscere la dignit e la vera es-
senza della persona; i volti della gente pi
povera al mondo ma con il pi straordinario
sorriso che si possa incontrare.
da vivere con ludito e lolfatto:
mille i suoni, forti e acri gli odori.. il caos,
emblema di Calcutta, regna nella citt venti-
quattro ore su ventiquattro e anche dentro di
te... tale che ti porta a una depersonalizza-
zione, a un non pi riconoscere quello che
senti come vita reale. Forti i suoni dei clac-
son, le voci della gente, dei mercanti, degli
autisti, il canto del Muezzin, intensi gli odori
della fogna, della sporcizia, dei cibo cotto
per strada... te li senti addosso, ne sei im-
pregnato dalla testa ai piedi... e nonostante
ci in questa citt caotica esiste un suono
straordinario che ti accompagna per tutta la
giornata: il canto delle Missionarie della Ca-
rit, il profumo e la quiete della tomba di Ma-
dre Teresa... forse la presenza di Dio.
...da vivere con le mani:
mani aperte, pronte a stringere e ad acco-
gliere donne, bambini e uomini incontrati
lungo la strada; mani strette per lavorare: la-
vare, strizzare, Imboccare, massaggiare,
giocare, cambiare. Mani unite, in comunione
con tutti gli altri volontari, italiani, spagnoli,
coreani..., e con le suore di Madre Teresa
che ti accoglievano e ti rendevano parte di
una grande e unica famiglia. Mani giunte per
pregare, lodare dio per quellamore che no-
nostante tutto si respirava nellaria della
citt.
...da vivere con la testa:
purtroppo la razionalit non si pu annullare,
e allora ti chiedi, mentre cammini per le stra-
de, come pu esistere un luogo cos, come
una persona pu vivere in una citt del ge-
nere, se quella vita, come noi possiamo
continuare a vivere con il nostro tenore di
vita, quando nel mondo c gente che vive
;
o
meglio sopravvive, cos.
E allora ti chiedi, ti struggi... ma perch?
Perch Dio? Perch noi siamo nati qui? Per-
ch noi siamo i privilegiati? E allora... faccia-
mo qualcosa. La testa non si annulla, perch
certe realt si devono ricordare per ridimen-
sionare tutto ci che noi viviamo.
...da vivere con il cuore:
il cuore dellumilt, del servizio e dellamo-
re puro, quello che Ges ci ha insegnato e
quello che abbiamo ricevuto dalle persone
che abbiamo incontrato. Lamore si legge
nei volti delle Missionarie della Carit, lamo-
re della gratuit;
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un amore vero, di cui ne fai esperienza solo
quando incontri Dio. E dove labbiamo visto
sulle strade di Calcutta? S, labbiamo incon-
trato..,in un uomo morente sul lettino di Kali-
gath con cui abbiamo passato gli ultimi mo-
menti della sua vita, nei sorrisi e nelle urla
dei disabili psicofisici di Nabo Jibon quando
ci vedevano arrivare, nei volti delle persone
che dormivano per strada...ma soprattutto
nelle suore di Madre Teresa, nellamore gra-
tuito, quellamore che si spende, ma ti riem-
pe, ti d pace, serenit, gioia...
... grazie Madre, grazie Kolkata.
Giovanni, Donata
RONAGO BUTARE ITALIA RWANDA EUROPA-AFRICA
M O N D O
o avuto la fortuna dopo tre anni di
poter ritornare in Africa e precisa-
mente in Rwanda..... tanti ricordi, il de-
siderio di incontrare chi ormai considero
amico, il timore di sentirmi impotente di
fronte a tanta ingiustizia e povert e di
contro la voglia mai sopita di voler con-
dividere, almeno per un poco, la vita di
coloro con cui tramite lassociazione "
Variopinto" di cui faccio parte, cerchia-
mo di costruire e sognare un futuro di-
verso.
H
E, come sempre mi capita in queste oc-
casioni, riporto in Italia la voglia di rina-
scita del popolo rwandese, che a dieci
anni dal genocidio (ma qualcuno se ne
ricorda ancora?), con le ferite ancora
aperte, chiede solo di poter ricomincia-
re a vivere e ricostruire il proprio paese,
attraverso faticosi e continui gesti di ri-
conciliazione e perdono, che precedono
la giustizia Invocata, ma tardiva dei tri-
bunali popolari o internazionali che in
questi tempi affannosamente cercano di
stabilire le varie responsabilit.
Una voglia di riscatto che ho intravisto
durante il periodo del mio soggiorno
presso la casa famiglia di " Variopinto",
dove Gabriella, la nostra volontaria,
vive da sei anni con cinque ragazzi or-
fani dal genocidio e che ormai cresciuti,
sono degni rappresentanti della gio-
vent rwandese, che attraverso lo stu-
dio e limpegno sociale cerca di darsi
strumenti per una vita diversa, nono-
stante gli alti costi della scuoia secon-
daria e dellUniversit. Costi dovuti alle
clausole imposte dal governo che impo-
ne, attraverso complicati calcoli desunti
dal punteggio ottenuto alla scuola pri-
maria, la scuola secondaria da frequen-
tare con la modalit obbligatoria del
convitto, sempre distante dal proprio
territorio e quindi con elevati costi per le
famiglie che, spesso poverissime, non
riescono a garantirne la frequenza.
Una modalit che comporta, anche per
chi riesce a frequentare, il distacco dal-
la famiglia che perde
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esperienze estive
un aiuto per il lavoro nei campi o la custodia
degli animali domestici, laccudimento dei
fratellini pi piccoli o un sostegno nella ven-
dita dei prodotti al mercato o per la vie della
citt. Da non sottovalutare la perdita di
identit rispetto al territorio di appartenenza,
con la conseguente difficolt allo sviluppo di
una coscienza critica e di una partecipazio-
ne attiva alla vita sociale e politica, forse il
vero intendimento del governo sotteso a
tale imposizione.
Per questo abbiamo questanno avviato le
trattative per la costruzione di una scuola
secondaria nel quartiere in cui operiamo
allestrema periferia della citt di Butare,
colmo di problematiche sociali, miseria e
degrado, tipiche degli assembramenti dovu-
ti al riversarsi delle persone in fuga dalla
campagna e alla ricerca di un futuro dignito-
so in citt e che nel giro di tre anni cre-
sciuto da tre a novemila persone, che si ar-
rangiano come possono nelle baracche o
nelle piccole unit abitative fatte di mattoni
di fango, ma senza le condizioni igieniche
occorrenti, quali acqua corrente e potabile,
elettricit, servizi igienici.
Una scuola secondaria frutto della collabo-
razione che siamo riusciti ad instaurare, su
richiesta della popolazione, tra il sindaco
della citt e il vescovo, in cui entrambi si
sono impegnati a contribuire al progetto e
che permetter ai ragazzi, una volta che
lavremo costruita, di ritornare il pomeriggio
nelle loro famiglie, garantendo un supporto
alleconomia familiare, spesso gestita dalla
sola mamma o nonna, perch i genitori sor-
to morti per Aids o il pap in prigione in at-
tesa di processo, quando non morto nel ge-
nocidio.
un piccolo successo, indicativo per della
referenzialit acquisita da Variopinto in
questi anni, per la sua costante presenza
sui territorio, nel tentativo di interagire con
le persone del quartiere e avviando solo
quei progetti che nascono dalle loro richie-
ste, sia che pervengano dal consigliere del
comune, dallassociazione dei genitori delle
scuole da noi gestite o dalle persone che si
recano quotidianamente da Gabriella per
una richiesta di aiuto.
il tentativo di dar voce alle istanze della
gente semplice, che spesso non ha gli stru-
menti per farsi sentire e rivendicare i propri
diritti presso le autorit civili, ma che in que-
sti anni, anche grazie al nostro aiuto, pu
usufruire di una scuola materna, una scuola
primaria e un salone polivalente , vero ful-
cro delle attivit sociali del quartiere (dove
non esiste nemmeno la parrocchia) ed uti-
lizzato per la celebrazione delle Messe, per
i matrimoni, per le riunioni della scuola , per
quelle comunali e per tutte le attivit che
loro desiderano, mancando sul territorio un
altro punto di aggregazione.
Tutto questo stato realizzato da "Variopin-
to", in collaborazione con la Diocesi al qua-
le stato poi donato, perch un domani,
quando ne avr leffettiva possibilit, ne ga-
rantisca la continuit.
Accanto a tutto ci si sviluppa poi tutta latti-
vit che va dal laboratorio di sartoria per il
confezionamento delle divise, alla gestione
del personale della scuola o del salone poli-
valente, allerogazione di borse di studio,
piuttosto che alla tutela delle fasce pi de-
boli della popolazione, attraverso interventi
di carattere socio-sanitario, come lattenzio-
ne ai bimbi denutriti o alle donne malate di
Aids, alla presenza fra le prostitute o al rico-
noscimento del lavoro dei vari artigiani loca-
li, al quale cerchiamo di garantire la vendita
in Italia dei loro prodotti.
Questanno, inoltre, contattati da una picco-
lissima associazione di volontariato formata
da giovani del quartiere, abbiamo avviato
un piccolo progetto che, garantito dalla loro
presenza, cercher di aggregare i ragazzi
che per vari motivi non frequentano la scuo-
la primaria, per una prima alfabetizzazione
e per un recupero sociale,; le donne del
quartiere di Aids per un intervento di
tipo
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socio - sanitario ed economico, dando loro la
possibilit di produrre oggetti artigianali con
la garanzia di una vendita sia sul mercato
rwandese che su quello italiano. Abbiamo
condiviso con loro anche la possibilit di ini-
ziare unattivit di danze e musiche tradizio-
nali, in quanto la musica e il ballo possono
essere fonte di recupero dellidentit, in
quanto veicolo di tradizioni e di unit fra le
persone.
So che a prima vista queste righe possono
sembrare mera pubblicit dellAssociazione
di cui faccio parte, ma in realt vogliono es-
sere il tentativo di mostrare un volto dellAfri-
ca che forse non conosciamo, abituati come
siamo alle poche immagini e alle scarne noti-
zie che ci arrivano dai mass media e che
spesso ci spingono a credere e pensare che
lAfrica sia un continente senza speranza e
destinato alla fame, alle guerre, magari dovu-
te al depredamento delle risorse naturali at-
tuato per la nostra civilt occidentale... mi
piace, invece, mostrare il volto dellAfrica, fat-
ta di persone che desiderano poter vivere un
futuro diverso e che, con molto impegno e di-
gnit, cercano di realizzarlo a partire dai pic-
coli gesti quotidiani, che spesso sono faticosi
per le tensioni politiche che il paese vive e
rese evidenti dallalta presenza dei militari e
nel divieto di scattare fotografie per la strada,
per la fatica quotidiana della sopravviven-
za che rende essere volontari un impegno
ben pi gravoso che da noi perch gi
difficile riuscire a garantire alla propria fa-
miglia un livello di vita dignitoso o avere
un lavoro, per i pochi mezzi a disposizio-
ne in una realt dove la maggior parte
delle persone non hanno i soldi sufficienti
per poter acquistare ci che serve al mer-
cato e si accontentano del poco che rie-
scono a barattare in cambio di prestazioni
lavorative a tempo, magari dopo aver fat-
to una giornata intera di cammino.
Senza contare tutti i disagi dovuti
allassenza di energia elettrica e acqua
potabile, che in una nazione dove le cure
sono garantite solo a pagamento, la mag-
gior parte delle persone non accede ad
interventi di tipo sanitario, se non a quelli
garantiti dalle congregazioni missionarie at-
traverso i dispensari o dalla Caritas diocesa-
na, che non coprono per tutta la gamma dei
bisogni, tanto che la maggior parte dei malati
di Aids non possono curarsi o fare il test ai
propri figli.
Per questo, in unaltra parrocchia di campa-
gna a venti chilometri dalla citt, abbiamo
realizzato in collaborazione con la diocesi,
progetti di tipo assistenziale come un acque-
dotto, un laboratorio di falegnameria e sarto-
ria e un dormitorio, sostenendo nel contempo
anche un centro per ragazzi di strada a Buta-
re di propriet della Diocesi, che per fatica a
gestire economicamente per lalto numero
dei ragazzi che vi afferiscono e delle proble-
matiche che ne conseguono.
Il tentativo, ancora una volta, di rispondere a
dei bisogni da loro espressi, perch nessuno
meglio di chi vive quella realt pu sapere
ci di cui ha realmente bisogno, nel rispetto
reciproco delle diverse identit e nel tentativo
del perseguimento di un modello di sviluppo
che sia a misura duomo e non imposto sola-
mente dalle logiche del mercato stabilite dal-
la supremazia della civilt occidentale.
Ovviamente con limpegno, da parte nostra,
di garantire che le risorse investite siano ef-
fettivamente utilizzate per ci che insieme
11
esperienze estive
si progettato, perch la fiducia di chi ci
sostiene economicamente attraverso gesti
di solidariet, non sia disattesa.
Non so se con questo articolo ho risposto
alle aspettative di chi mi ha chiesto di scri-
vere la mia esperienza, ma credo sia im-
portante raccontare della gente, in quanto
le emozioni sottese a tutto ci che ho visto
e discusso con loro per i vari progetti sono
difficili da esprimere a parole, perch tra-
durre amicizia, condivisione, pace, gioia,
impegno, fatica richiederebbe un trattato
che in ogni caso non sarebbe esaustivo.
Per chi non si annoiato e volesse altre
informazioni pu contattami o visitare fi
sito www.variopinto.org
Erminia
Attenzione
e solidariet
lcune date si ripresentano annual-
mente alla nostra attenzione, richia-
mandoci continuamente e forse con un
po di fastidio, verso un determinato pro-
blema sociale o ambito di vita che spes-
so non ci riguardano nemmeno da vicino.
A
Corriamo il rischio di assuefarci rimanen-
do indifferenti, ma credo che tali richiami
non debbano cadere nel vuoto, soprattut-
to nelle coscienze di coloro che si ricono-
scono nel Vangelo di Ges e debbono
cercare di essere vicini a coloro che pi
faticano a vivere, nel tentativo di costrui-
re, gi qui ed ora, quel Regno di cui Lui
ci ha parlato e promesso.
Per questo mi sembra utile cercare di de-
clinare tali ricorrenze nella quotidianit,
offrendo a ciascuno la possibilit di intra-
vedere spazi di impegno nei vari ambiti
che, anche nella nostra comunit, seppur
faticosamente e con molti limiti si stanno
cercando di concretizzare.
Vuol essere unoccasione per compren-
dere che tematiche che spesso ci appa-
iono distanti, in realt ci toccano da vici-
no e forse chiedono a ciascuno solamen-
te la "voglia di mettersi in gioco".
2 OTTOBRE 2004:
GIORNATA DEI NONNI
trascorsa un po in sordina, ma mi pia-
ce pensare che con la festa degli anziani
svoltasi il 24 Ottobre, anche la nostra co-
munit abbia cercato di ricordarsi di chi
pi avanti negli anni (e magari senza es-
sere nonna/o).
Un modo come un altro per incontrarsi e
sentirsi famiglia anche se solo per un
giorno, nella speranza che riallacciando
relazioni o costruendone di nuove, sia
solo linizio di rapporti pi veri e profondi.
Una possibilit concreta offerta ogni
marted pomeriggio in oratorio, quando
alle 14.30 un gruppo di persone della ter-
za et, si ritrova come ormai avviene da
anni, per svolgere dei lavori di assem-
blaggio a favore della coop, sociale
"LAncora" di Lurate Caccivio, che si oc-
cupa dellinserimento lavorativo di perso-
ne disabili. Unoccasione preziosa di in-
contro e di solidariet, dove ci si pu
sentire utili a qualsiasi et e aperta a
chiunque voglia aderire.
17 OTTOBRE 2004:
GIORNATA MONDIALE O.N.U. CON-
TRO LA POVERT
Anche nel nostro paese esistono situa-
zioni di povert legate a fattori diversi e
che i sociologi identificano con lappellati-
vo di "nuove povert", per lo pi nasco-
ste e difficilmente individuabili, perch
racchiuse tra le mura di casa e non mani-
festate apertamente per pudore.
Per questo, presso la parrocchia, sem-
pre attivo il Conto Caritas, c/o Banca di
Legnano di Faloppio e Ronago: 1325 su
cui tutti possono versare offerte o prestiti
a tempo determinato senza interessi e
che dal suo sorgere ha aiutato famiglie e
persone in difficolt che ne hanno fatto ri-
chiesta presso il parroco. Unopportunit
preziosa per chi, a causa di svariati moti-
vi, si trova temporaneamente in
13
attenzione e solidariet
difficolt economiche che spesso rischiano
di minare anche gli equilibri familiari e per-
sonali.
Per guardare lontano, alle povert che esi-
stono nel mondo basta a volte anche un
piccolo gesto, ma ripetibile ogni mese, che
ci permette di acquistare i prodotti frutto
del lavoro di molte persone, che attraverso
di esso garantiscono una vita dignitosa a
s ed ai propri cari, evitando di sottomet-
tersi alle ferree leggi di sfruttamento del
mercato.
Prodotti che mantengono e preservano in-
tatto il fascino di culture altre, permetten-
doci nel contempo di contribuire ad abbat-
tere la miseria in varie parti del nostro pia-
neta.
Da parecchi anni,ormai possibile, attra-
verso il mercatino mensile allestito in ora-
torio, acquistare prodotti del circuito equo
solidale che tanto successo sta avendo at-
tualmente, per il discorso di eticit e tra-
sparenza ad esso sotteso.
Non la solita elemosina, ma lopportunit
per tanti di veder riconosciuto il loro lavoro,
diritto inalienabile per ogni uomo.
Linvito per il prossimo mercatino che si
terr il 28 NOVEMBRE, con prodotti di arti-
gianato dal Sud del mondo, presepi ed ad-
dobbi natalizi, prodotti alimentari e dolci
per le prossime festivit.
14 NOVEMBRE 2004:
GIORNATA DELLA CARIT ZONALE
Vivremo questa domenica, in comunione
con le parrocchie della zona, ricordando in
modo particolare nelle Messe lattenzione
alla carit, dimensione principe della vita
cristiana.
Oltre che nella liturgia, ci sar loccasione
per un approfondimento sul tema parteci-
pando ad un incontro che si terr presso la
parrocchia di Olgiate nel pomeriggio, dal ti-
tolo "Vecchie e nuove povert". Interver-
ranno due assistenti sociali che lavorano
sul nostro territorio e don Tiziano Raffini,
responsabile caritas zonale.
Conoscere indispensabile per capire che
tanti nostri fratelli, anche attorno a noi, vi-
vono quotidianamente situazioni difficili,
non solo di tipo economico, ma anche rela-
zionale e familiare.
Una realt che il Centro di Ascolto della
Caritas, attivo presso la sede di Uggiate
dal 1998, ben conosce ed affronta quoti-
dianamente, rispondendo anche a bisogni
di persone di Ronago.
Anche se in questo momento non ci sono
volontari del nostro paese, non dimenti-
chiamoci di questo importante servizio, vo-
luto dalle parrocchie della nostra zona.
21 NOVEMBRE 2004:
GIORNATA NAZIONALE DEI MIGRANTI
A questo proposito sempre attivo il locale
di accoglienza parrocchiale, che in questi
anni di apertura ha offerto ospitalit a per-
sone provenienti da tutto il mondo, venute
in Italia per cercare di garantirsi una vita
dignitosa. Dal Kossovo allIndia, dallAlba-
nia allUngheria, dallAngola alla Romania ,
sono molti ormai i volti e le storie che ab-
biamo conosciuto ed accompagnato nel
tentativo di fuoriuscita dalla precariet del-
la vita.
Un grazie a chi ancora permette la conti-
nuit di un servizio cos prezioso, sia eco-
nomicamente attraverso contributi econo-
mici, sia soprattutto a coloro che mettono
tempo e impegno per laccompagnamento
e lintegrazione degli ospiti nella realt del
nostro paese, affinch non si sentano soli
nel difficile cammino della vita.
Attualmente abbiamo segnalato al Centro
di Ascolto la disponibilit del locale, dopo
che la coppia che vi era ospitata ha trova-
to, grazie allaiuto di tanti, casa e lavoro.
Mariangela
14
Vita doratorio
LORATORIO SI
RACCONTA
Questionario
sulloratorio
Oratorio...chi
sei?
La. situazione
reale
II progetto
Linizio del
cammino
Guardando
oltre
LORATORIO SI RACCONTA
In questultimo anno, a partire dallestate 2003, la vita dellOratorio stata caratte-
rizzata, oltre che dalle ormai consuete attivit che coinvolgono i nostri fanciulli e ra-
gazzi, anche da unimportante e ricca riflessione per verificarsi e ripensarsi nel suo
pi autentico significato e valore allinterno della Comunit Parrocchiale.
Lesigenza di questa verifica probabilmente, gi da molto lampo, "reclamava" delle
risposte chiare ai problemi che, sempre in misura maggiore, emergevano e trovava-
no, di volta in volta, s delle soluzioni, ma momentanee e mai radicali: la goccia che
ha fatto traboccare il vaso, e ha innescato appunto tutta questa riflessione, stata
la mancata adesione e il conseguente annullamento della pi che decennale propo-
sta di vacanze estive per i ragazzi dalla 4^ elementare aia 2^ media Si passati, in
breve, dallinterrogarsi se avessero ancora senso proposte simili, al valore pi pro-
fondo dellazione educativa dellOratorio nella vita di una Comunit cristiana ed in
particolare nella nostra, per valutare ed eventualmente riqualificare il tipo dinverten-
ti.
S partiti chiedendo la collaborazione delle famiglie degli immediati utenti delle
proposte oratoriali, i ragazzi dalla 1^ elementare alla 3^ superiore, invitandole a ri-
spondere ad un questionano, appositamente strutturato, per rilevare il loro reale
modo di sentire lOratorio e le attese nei suoi confronti. Nonostante la richiesta
daiuto sia stata accolta solo da un esiguo numero di famiglie (lesatto 10% !!!) si
continuato comunque. Allanalisi, rielaborazione e discussione dei dati emersi se-
guita, con lapprovazione del CPP, la costituzione di un gruppo di lavoro che elabo-
rasse un progetto educativo di pastorale, come strumento cui successivamente at-
tingere per una concreta e unitaria programmazione dellattivit di pastorale giova-
nile.
Spunto per la riflessione stato il Piano Pastorale della Diocesi di Como 1991-
1992, nella sezione proprio intitolata Parrocchia e Oratorio", da cui emerso un
Oratorio che deve essere "... lespressione con cui la Parrocchia realizza la sua
missione educativa nei conforti dei fanciulli, ragazzi e giovani, in altre parole esso
"... il luogo che offre unoccasione di crescita umana e cristiana, per scoprire la
propria vocazione disponendosi al servizio degli altri. Fra le dimensioni di fondo,
che caratterizzano lOratorio e la sua azione educativa, particolare importanza as-
sumono la catechesi e le esperienze liturgiche, il tutto arricchito dalla collaborazione
e presenza delle famiglie.
Il gruppo di lavoro non poteva allora che essere formato da persone che rappresen-
tano ciascuno dei 4 ambiti della pastorale (liturgia, catechesi, famiglie, oratorio), di
modo che poi esse sono state da stimolo e tramite di una riflessione per chi opera
concretamente nei singoli ambiti della nostra Comunit. Di fatto, con riferimento a
ciascun settore, si sono cercati: i problemi attuali e le esigenze concrete; gli obiettivi
particolari da raggiungere, guardando allideate dOratorio affiorato e al relativo
obiettivo generale fissato (Oratorio per una maturit cristiana; servizio e crescita
delluomo: la gioia della vita); gli strumenti per la loro attuabilit; le priorit e i rispet-
tivi tempi dattuazione.
Tutto ci si svolto secondo un ricco scambio dindicazioni e rimandi tra le persone
impegnate nei vari ambiti, il piccolo gruppo di lavoro e il CPP, per giungere lo scor-
so giugno alla stesura di un Progetto Parrocchiale di Pastorale dOratorio e ad indi-
viduare, tra i tanti obiettivi, quelli da cui iniziare nellinvestimento di tempo e forze
per raggiungerli. In questultima fase, prezioso e significativo stato lintervento del
responsabile della pastorale giovanile diocesana, don Gianluigi Bollini, che, prima
fra tutto, ha sottolineato lindispensabilit dellazione educativa dellOratorio nelle
nostre Parrocchie e la necessit della responsabilit di tutti nel mantenerlo, nel tem-
po, un luogo "vivo", a partire dalla condivisione in CPP dei problemi ad esso relativi
e poi nella collaborazione di tutti nel risolverli: insomma limpegno e la volont di
fare Oratorio devono rientrare nel modo di sentire e di esserci di ciascuno, poich
gli animatori e catechisti si adoperano concretamente per un progetto educativo,
per in virt di un mandato ricevuto dalla comunit cristiana, la quale resta, nelle
vesti dogni singolo, il soggetto educante responsabile
15
Speciale - Vita doratorio
Loratorio si rac-
conta
QUESTIONARIO
SULLORATORIO
Oratorio...chi sei?
La situazione reale
li progetto
Linizio dei cammi-
no
Guardando oltre...
QUESTIONARIO SULLORATORIO
Cari genitori,
in questi giorni di vacanza scriviamo a scopo informativo e consultivo riguardo alla
vita dellOratorio. Questa lettera vuol essere un modo per sentirsi pi vicini, per cer-
care la collaborazione Ira voi, pilastro delleducazione dei vostri figli, e loratorio, che
pur con tuffi i suoi limiti, tenta di sostenervi in questo difficile compito.
Iniziava proprio cos la lettera, inviata nellagosto 2003, ai genitori dei ragazzi date
1^ elementare alla 3^ superiore, cui stato allegato un questionario sullOratorio.
Educatori ed animatori, infatti, ben convinti del ruolo educativo dellOratorio e il
messaggio di fede, che attraverso esso si vuol testimoniare, credono che il loro
compito solo di sostegno a quello primario delle famiglie, e che agiscono in nome
e per "delega" di tutta la Comunit. In realt per, in questi ultimi anni, la vita
delloratorio con tutti i suoi problemi, vecchi e nuovi, con le numerose difficolt
emergenti, dovute anche al repentino e continuo mutare della societ, sembra es-
ser stato preoccupazione sempre di meno persone: alle nuove esigenze si cerca-
to, poco per volta, di far fronte con te sempre meno forze rimaste, approdando solo
a soluzioni momentanee, le pi pratiche in quel frangente, mentre s accumulava,
dallaltra parte, un senso di carico sempre maggiore di responsabile educative, so-
prattutto per gli educatori pi giovani, non equiparato per da un sufficiente soste-
gno e condivisione dal resto della Comunit.
Allamaro in bocca lasciato dalia mancata adesione e successiva sospensione di
una dette pi "classiche attivit oratoriali, la vacanza estiva del 2003, che, da tem-
po ormai, era considerata un ottimo strumento educativo sotto molti aspetti, sono
seguite la preoccupazione delladeguatezza anche di tutte te altre proposte orato-
riali, e limmediata necessit di interpellare, a riguardo, le famiglie, per conoscere le
loro impressioni ed eventuali indicazioni, per cercare la loro collaborazione; insom-
ma, per invitarle ad una considerazione e riscoperta del ruolo educativo dellOrato-
rio e del messaggio di fede, che con esso si vuol trasmettere, per fare di tale rifles-
sione la base di unulteriore allinterno CPP, per un cammino di verifica e rinnova-
mento.
Il questionario distribuito invitava a crociare te risposte preferite a domande riguar-
danti "LIDENTIT DELLORATORIO, "PROPOSTE ESTIVE DELLORATORIO",
"ORATORIO E PARROCCHIA.
Riassumendo i dati raccolti possiamo dire che, rispetto allargomento "Identit
dellOratorio, emerso che:
LOratorio il luogo dove la Comunit cristiana esprime lattenzione verso
le giovani generazioni, e gli viene riconosciuto il suo compito educativo e di
testimonianza della fede.
Secondariamente ritenuto, comunque, anche un luogo dove i ra-
gazzi sono al sicuro, e che svolge nei l oro confronti una funzione aggregativa.
Alla vita delloratorio e allaccompagnamento dei ragazzi devono contribui-
re: assolutamente tutti coloro che credono nella sua importanza; poi innanzi
tutto il parroco, affiancato in ugual modo da animatori, catechisti e genitori.
Gli aspetti della via delloratorio maggiormente apprezzai sono stati, non
tanto la variet o meno delle sue proposte, ma quanto piuttosto ci che in
realt lo caratterizza nella sua sostanza: i valori trasmessi e limpegno della
testimonianza da parte degli educatori, animatori e genitori coinvolti. Fra gli
aspetti meno condivisi, invece, stata evidenziato la difficolt nel proporre
sempre attivit adatte a tutte te fasce det, nonostante emersa, comun-
que, una notevole fiducia nelle competenze delle persone che in esso colla-
borano,
Riguardo alle domande sulle iniziative concrete dellOratorio risultato che:
Lorganizzazione deventuali vacanze dovrebbe essere sicuramente frutto
di un accordo tra gli animatori e la presenza di qualche adulto che ne condi-
vida il cammino.
Un ulteriore possibilit potrebbe essere il definirle insieme con altre parroc-
chie.
16
Loratorio si rac-
conta
QUESTIONARIO
SULLORATORIO
Oratorio... chi
sei?
La situazione
reale
II progetto
Linizio del cam-
mino
Guardando ol-
tre...
Fra i motivi alla base del calo discrizioni alla vacanza qui considerata non
rientrano la sfiducia negli animatori, linadeguatezza del tipo di vacanza o il
suo costo, ma forse pi probabilmente un disinteresse delle famiglie nei
confronti di proposte simili, non considerate per la loro reale importanza, fi-
nalit, e valori che vorrebbero trasmettere.
Infine, lultimo gruppo di domande avevano come oggetto "Parrocchia e Oratorio:
Tutti hanno mostrato accordo nel sottolineare che, fra gli ambiti della vita
parrocchiale importanti per i nostri ragazzi, il primo posto occupato dalla
Messa domenicale e dalla catechesi, e, in secondo luogo dalleducazione al
volontariato; significativa ritenuta anche per la partecipazione ad alcune
esperienze liturgiche, quali la novena, il triduo pasquale e la via crucis, il
mese di maggio.
Fra questi ambiti quello che va adeguato di pi alle esigenze dei ragazzi
stata per tutti !a Messa domenicale, ma anche gli altri richiedono in parte
una revisione,
Le iniziative utili per rinnovare te pastorale parrocchiale dovrebbero riguar-
dare incontri periodici con i genitori per condividere il cammino, e linterven-
to di persone esperte che ci accompagnino durante tutto lanno. Quindi il
rinnovamento della pastorale non deve prevedere tanto un aumento e novi-
t dattivit, ma un cammino ben guidato e che permetta una maggior for-
mazione e competenza da parte di tutti.
17
Speciale - Vita doratorio
Loratorio si rac-
conta
Questionario
sulloratorio
ORATORIO CHI
SEI?
La situazione reale
il progetto
Linizio del cammi-
no
Guardando oltre.
ORATORIO...CHI SEI?
Dalla lettura della sezione "Parrocchia e Oratorio" del Piano Pastorale della Diocesi d Como
1991-1992 abbiamo riscopro quellideate dOratorio, che deve stare alla base poi dogni sua
concreta proposta educativa e dellimpegno che rivolge alle generazioni che si affacciano alla
vita.
"LOratorio nasce ed espressione di tutta una Comunit Parrocchiale: il modo con cui la
Parrocchia esprime la propria attenzione e cura verso le giovani generazioni; lo strumento
per la loro formazione umana e cristiana, che comprende, quindi, la globalit della persona,
per una maturazione valoriale e di fede. LOratorio attua il proprio progetto educativo attra-
verso le persone che vi simpegnano e in un luogo appositamente strutturato, ma lo vive
come un compite assegnatole dalla comunit cristiana, e lo svolge, quindi, a suo nome: con
esso te Parrocchia realizza la sua missione educativa nei confronti dei fanciulli, ragazzi, gio-
vani, facendosi sostegno e stimolo al cammino d crescita di ciascuno. LOratorio, quindi, non
una struttura entro cui "succede qualcosa, ma esperienza che esplicita un atteggiamen-
to di fondo, che deve gi caratterizzare tutte la realt parrocchiale; una presenza e una
mentalit diffusa in ciascuno e in tutti, che si trasforma nellimpegno concreto di fare Orato-
rio.
"Fine dellOratorio educare alloriginalit cristiana fanciulli, ragazzi, giovani, che progressi-
vamente imparano a sentirsi e a far parte della Chiesa; esso luogo dellaccoglienza di colo-
ro che accettano la proposte cristiana, offrendo unoccasione di crescita umana e cristiana, a
chi si sente di condividerla, per riconoscere la propria vocazione mettendosi al servizio degli
altri. Prima finalit dellOratorio consiste nel far crescere, come persona, il soggetto, attra-
verso la scoperta della propria identit, di se stesso con i propri limiti e capacit, cos come
Dio stesso lo ha gi chiamato: lOratorio deve accompagnare ciascuno nel cammino verso
una maturit cristiana, aiutando il soggetto a trovare il proprio spazio di servizio allinterno
della Comunit, in cui "giocarsi i doni di cui lo Spirito lo ha arricchito.
Le attivit che caratterizzano e mantengono vivo lOratorio non possono ri dursi esclusiva-
mente a quelle ricreative e di svago, ma neppure limitarsi alla sola catechesi e formazione
cristiana: poich fine ultimo quello di avviare ad una convivenza umana intrisa di cristianit,
occorre che ci sia riguardo anche per le iniziative caritative, missionarie e variamente cultura-
li. Tutte queste dimensioni hanno, infatti, la stessa importanza: lo sport e il divertimento sono
lo spazio deducazione della volont e alla lealt; la catechesi promuove una visione cristiana
della vita, sfociante in una autentica e coerente testimonianza di vita; le esperienze caritative
stimolano unattenzione operosa verso i pi piccoli, sviluppano il senso di responsabilit e
permettono di sperimentare la gratuit nel mettere a disposizione i propri talenti per gli altri,
preparando anche a scelte di vita definitive al servizio della Comunit cristiana e dei pi po-
veri; infine lelaborazione culturale della contemporaneit, che lOratorio propone, introduce
ragazzi e giovani in una mentalit dimpegno culturale, favorendo in essi la maturazione di
una capacit critica, che permetta di valutare gli avvenimenti, i fenomeni sociali, le leggi, i co-
stumi, le correnti di pensiero, avvalorando ci che positivo e rifiutando ci che incompati -
bile con il messaggio evangelico. In Oratorio si deve cercare d dare un "volto" alla fraternit
che Ges nel suo Vangelo indica ai cristiani come lo stile d vita buono, ma non come lunico
luogo in cui sia possibile vivere secondo la legge dellAmore, ma come esperienza che, con il
contributo di ciascuno, possibile ovunque e in qualunque situazione.
LOratorio deve iniziare alla vita cristiana, attraverso quelli che sono i suoi tre pilastri portanti:
la liturgia, lannuncio, la carit; cos mentre si riconosce Ges allo spezzare del pane e si
ascolta la sua Parola, si fa esperienza e si comprende cosa significhi vivere la carit del Van-
gelo. In tutto ci simpara a conoscere i gesti e le parole, che, da sempre, caratterizzano la
Comunit cristiana, sentendosi, poco alla volta, parte di essa, per desiderare dessere sue
membra vive", secondo ci per cui siamo amati e chiamati.
"Ovviamente la vita dellOratorio possibile solo dove si crea un clima di serena collabora-
zione tra le persone, le associazioni e i gruppi coinvolti e dove il modo comune di camminare
sia contraddistinto dalla corresponsabilit; ci perch ognuno ha il suo spazio dazione spe-
cifico, ma tutti hanno, con la loro significativa presenza, una responsabilit nel progetto edu-
cativo. Fondamentale in primo luogo la partecipazione degli adulti e delle famiglie.
Questultima, primo soggetto educante, trova nelloratorio un fedele alleato e sostegno
nellimpegno di crescere i propri figli, costruendo un rapporto di dialogo e fiducia.
"Ci che lOratorio deve fare aiutare chi lo frequenta a percepire la bellezza e la gioia della
vita cristiana; un clima gioioso, un ambiente accogliente, educatori sereni e responsabili
sono ci che lOratorio deve saper offrire per distinguersi da un qualsiasi ritrovo per iI tempo
libero, o da una specie di supermercato" in cui le attivit ricreative, i tornei sportivi, di incontri
si affastellano senza tener conto dellunico autentico suo obiettivo: condurre ciascuno ad una
maturit di vita cristiana, che parta da una conoscenza di s, per mettersi al servizio degli al -
tri in una generosa risposta alla Vocazione di Dio.
18
Loratorio si rac-
conta
Questionario
sulloratorio
Oratorio...chi sei?
LA SITUATONE
REALE
Il progetto
Linizio dei cammi-
no
Guardando oltre.
LA SITUAZIONE REALE
Affinch un progetto sia concretamente radicato nella realt presente e sia
in grado di modificarla, necessario partire dalla situazione reale, cercando
di capire cosa non va, cosa necessario migliorare.
La realt oratoriana, negli ultimi anni, ha subito un lento, ma continuo sgre-
tolamento soprattutto a causa di una modificazione del substrato sociale; i
problemi pi pregnanti sono:
Riduzione del numero degli animatori, cosa che pone a rischio so-
prattutto la possibilit di organizzare e gestire grosse attivit quali il
grest
Solitudine" delloratorio: in alcuni periodi loratorio rimasto un po a
s, sia per uno scarso interesse da parte della comunit, ma anche
per una riduzione progressiva della fiducia da parte dei genitori nelle
capacit educative da esso possedute.
Mancata gestione organica del bene immobile, sia dal punto di vista
strutturate che economico
Problemi pedagogici organizzativi per specifiche fasce det:
Calo partecipativo dei ragazzi delle medie per una difficolt nel
proporre iniziative adatte alla loro fascia det
Difficolt nella gestione della fascia degli adolescenti nei confron-
ti di problematiche di disagio giovanile per mancanza di compe-
tenze e mezzi
Incapacit nel proporre iniziative che siano attraenti per il ragaz-
zo, ma allo stesso tempo mantengano lidentit dellofferta forma-
tiva delloratorio, una istituzione religiosa.
Anche nellarea della catechesi, negli anni, si sono evidenziati alcuni proble-
mi ed esigenze.
Calo progressivo della presenza e disponibilit di persone e fare ca-
techismo, a causa di unassenza di figura di riferimento che assista il
catechista, sia nella preparazione delle lezioni, che nella formazione
del catechista stesso.
Difficolt del catechista nel seguire la propria classe di catechismo al
di l della singola ora settimanale, ma anche alla S. Messa domeni-
cale e alloratorio, luoghi dove si concretizza la catechesi.
Assenza di un rapporto con i genitori: manca il confronto fra catechi-
sta e genitori, due figure che collaborano per il raggiungimento dello
stesso scopo, leducazione cristiana del bambino.
19
Speciale - Vita doratorio
Loratorio si rac-
conta
Questionario
sulloratorio
Oratorio...chi sei?
La situazione reale
IL PROGETTO
Linizio del cammi-
no
Guardando oltre.
IL PROGETTO
Dallanalisi dei problemi presenti, scatta la seconda fase: progettare, ovvero studia-
re un ipotetico percorso per migliorarsi e continuare a crescere e a camminare. Il
progetto, che nel titolo "Maturit cristiana, servizio, crescita delluomo: la gioia della
vita riassume quella che lessenza delloratorio, costituito da alcuni obiettivi con
strumenti concreti per realizzarli, suddivisi nei quattro ambi dove il ragazzo vive la
dimensione di vita parrocchiale. Cercheremo qui di sintetizzare il progetto nellambi-
to delloratorio e della catechesi.
ORATORIO:
1. CREAZIONE DEL GRUPPO ANIMATORI.
Lobiettivo si propone di:
Formare gli animatori, soprattutto quelli pi giovani, attraverso corsi zo-
nali, momenti in parrocchia, verifica...
Creare un gruppo anche di amici attraverso momenti aggregativi e di
confronto.
2. PALESTRADI SERVIZIO E CARIT.
Loratorio deve essere il luogo dove i ragazzi imparano il servizio, il dono
del tempo per gli altri.
3. COMMISSIONE ORATORIO.
Gruppo di poche persone che gestisca in modo razionale la struttura immo-
bile delloratorio (uso congruo degli spazi, gestione investimenti ristrutturati-
vi...
4. PROPOSTE DIFFERENZIATE PER LE VARIE FASCE DET.
Il fine ultimo quello di creare una maggiore partecipazione di bambini e
ragazzi attraverso attivit pi mirate che soddisfino gli specifici interessi dei
diversi ragazzi.
5. ORATORIO LUOGO DI COMUNIONE E COMUNIT.
In oratorio ogni persona ben accetta e pu trovare qui il suo spazio; lora-
torio quindi parte integrante della parrocchia.
6. FIGURA DI RIFERIMENTO.
Lobiettivo si prefigge di trovare una persona che sia guida per gli educato-
ri, coordini le attivit svolte e la vita spirituale delloratorio.
CATECHESI:
1. FORMAZIONE E SOSTEGNO DEI CATECHISTI.
Lo scopo quello di trovare metodi e mezzi per far capire al catechista il
suo compito e come raggiungerlo. A ci sono utili la partecipazione a cam-
mini formativi e la presenza di una figura di coordinamento.
2. PROGRAMMAZIONE REVISIONE Da CAMMINO DI CATECHISMO.
Lobiettivo si propone di cercare un sostegno al catechista per la program-
mazione annuale della catechesi e la recezione delle direttive diocesane
(archivio, nuovi sussidi...)
3. CREAZIONE DELLIDENTIT DEL GRUPPO DEI CATECHISTI.
Cercare una collaborazione pi stretta fra te diverse figure educati-
ve attraverso incontri di confronto.
Momenti di spiritualit di gruppo
4. VIVERE LA CATECHESI OLTRE LA SEMPLICE ORA SETTIMANALE.
Il catechista deve vivere e partecipare con i suoi ragazzi alla vita parroc-
chiale (oratorio, S. Messa, attivit caritatevoli...)
5. CREARE RAPPORTO GENITORI - CATECHISTA PARROCCHIA:
lobiettivo si prefigge di creare una collaborazione tra queste tre realt edu-
cative attraverso incontri regolari in parrocchia o in famiglia.
6. RILANCIO DELLA CATECHESI DEGLI ADULTI
7. RIDARE LA GIUSTA IMPORTANZA AL CAMMINO DI CATECHISMO.
Il fine la preparazione ai sacramenti che il ragazzo potr ricevere attraver-
so un adeguato cammino formativo.
20
Loratorio si rac-
conta
Questionario
sulloratorio
Oratorio...chi sei?
La situazione reale
Il Progetto
LINIZIO DEL CAM-
MINO
Guardando oltre.
LINIZIO DEL CAMMINO
Gi per lanno pastorale 2004-2005 si sono individuati alcuni obiettivi da at-
tuare: piccoli passi per crescere e migliorarsi.
Nellambito della catechesi, il gruppo, rielaborando il progetto proposto, si
prefissato come prioritario per lanno in corso:
1. Cammino di crescita del gruppo catechisti: S. Messa per i catechisti
mensile (ultimo marted del mese) Incontro bimestrale per confronto
sulle difficolt incontrate durante il servizio prestato Cammino forma-
tivo durante lanno consto di quattro incontri con un responsabile dio-
cesano della catechesi
2. Creazione di un archivio con i cammini delle varie classi in modo da
avere materiale concreto per organizzare le lezioni che integri i sus-
sidi spesso lontani dalla realt locale.
3. Incontri per i genitori delle diverse fasce det con il parroco e il cate-
chista
4. Partecipazione attiva del catechista con la sua classe alla S. Messa
domenicale seguendo un calendario.
Il gruppo oratorio, invece, ha svolto una riflessione un po pi ampia grazie
allintervento del responsabile della pastorale giovante diocesana, don
Gianluigi Bollini, che in due incontri distinti, a luglio con gli animatori ed edu-
catori e a settembre con il Cpp, ha diretto un intervento sul ruoto educativo
delloratorio, che il luogo dove una comunit parrocchiale esprime la pro-
pria attenzione educativa verso le nuove generazioni, e sulle attivit da svol-
gere in esso (catechesi, elaborazione culturale, attivit caritativa, ricreativa,
sportiva}. Da ci gli sforzi del gruppo oratorio nellanno 2004-2005 saranno
orientati nella Formazione dei gruppo animatori utilizzando i seguenti mezzi:
Individuazione di un referente per gli animatori
Partecipazione al corso zonale formativo per animatori
Cammino aggregativi durante lanno
ANNO NUOVO... FORMULA VECCHIA
Passate le vacanze, riapre anche loratorio per le superiori. Come gli anni passati, la par-
rocchia e la zona offrono per gli adolescenti un corollario di iniziative, da pi serie e impe-
gnative, ad occasioni pi frivole.
Incontri di catechesi: questanno saranno al marted sera, dopo cena; due cammini sepa-
rati per I e II superiore ("Una stella per la tua vita") e III e IV ("Libert e vocazione").
Scuola per animatori zonale: un mix di formazione, laboratori e divertimento.
Gli incontri si terranno un sabato sera al mese.
Gruppo animatori: parallelamente al catechismo, per chi si vuole impegnare un po di pi,
ci sar la possibilit di animare loratorio domenicale, alternato a momenti di crescita di
gruppo (2 giorni, pizzate...)
Oratorio serale: ogni 15 giorni e un sabato al mese apertura serale delloratorio.
In pi, per concludere insieme questo primo periodo, proponiamo una vacanza sulla
neve per festeggiare Capodanno, a Premadio, in alta Valtellina.
Vi aspettiamo, vecchie conoscenze, ma anche new entry... c limbarazzo della scelta!
Gli educatori delle superiori
Speciale - Vita doratorio
Loratorio si rac-
conta
Questionario
sulloratorio
Oratorio...chi sei?
La situazione reale
il progetto
Linizio dei cammi-
no
GUARDANDO OL-
TRE...
LA META...
Con questo progetto si voluto semplicemente identificare quale dovrebbe
essere loratorio ideale secondo il Piano Pastorale della Diocesi del 991. Si-
curamente il tutto potr sembrare un po eccessivo per la nostra realt, ma
una meta a cui puntare... solo cosi si pu volare alti!
...IL CAMMINO...
Lelaborato vuole anche essere uno strumento di cammino, una traccia da
seguire in modo che gli sforzi fatti nei diversi ambiti non vadano dispersi in
direzioni divergenti, ma tutti si punti ad un unico obiettivo, ad ununica vetta.
...AL NOSTRO PASSO
Ovviamente non si pretende di cambiare tutto con un colpo di mano... giu-
sto camminare per crescere, ma soprattutto camminare secondo te proprie
possibilit in modo da non inciampare e cadere...
Ed proprio questo laugurio: quello di continuare a migliorarsi passo dopo
passo, con umilt e autoironia, seguendo sempre le orme che Ges prima
di noi ci ha tracciato.
Un grazie alla commissione che ha elaborato il progetto, a tutti coloro che si
sono e si stanno impegnando ad attuarlo, al consiglio pastorale parrocchiale
che ha riflettuto per oltre 6 mesi sulloratorio e ha dato la possibilit che tutto
questo si realizzi. Speriamo di continuare a crescere insieme!
AMICI PER LA PELLE
ome gli altri anni, questestate, si svolto il GREST. Per 15 giorni, in particolare
lultima settimana di giugno e la prima di luglio, si sono svolte diverse attivit come
giochi, lavoretti manuali, quali bottigliette di sale, boomerang di carta e maschere abori -
gene.
C
Come tradizione i ragazzi, circa 50, si sono divisi in quattro squadre: rossi, blu, arancioni
e neri. Per queste due settimane i ragazzi hanno combattuto per la vittoria del grest at-
traverso molti giochi diversi. Alla fine ha prevalso, per, anche se con poco scarto sulle
altre, la squadra dei neri con circa 300 punti.
La giornata tipo si svolgeva in questo modo: alle ore 14:30 si incominciava con linno, poi
si procedeva con la storia, con le diverse attivit, la merenda, i giochi e si concludeva
con la preghiera e il canto dellinno.
La giornata conclusiva, i cui si proclamata la squadra vincitrice, si svolta domenica 8
luglio tra la piazza e il campo sportivo. In quel giorno le squadre si sono avvicendate in
giochi come staffetta, il labirinto lungo circa 30 metri (complimenti a chi lha costruito!!!).
Tutto questo ricordando le avventure nella terra di Pantachora, il luogo fantastico in cui si
svolgevano le storie e che ci ha insegnato lamicizia anche se apparteniamo a popoli di -
versi. Questo stato il concetto chiave del grest "Amici per la pelle".
Come conclusione del cammino, abbiamo partecipato al meeting dei grest zonale ad Al-
biolo il 7 settembre, dove abbiamo condiviso lamicizia con altri ragazzi della zona. Co-
gliamo loccasione per ringraziare tutte te persone, dagli animatori alle mamme, dai ra-
gazzi alle famiglie, che hanno partecipato, organizzato, aiutato e condiviso questa bellis-
sima esperienza di amicizia.... ci vediamo al prossimo GREST!!!!
Un grazie particolare a Cinzia, Lara, Christian, e al gruppo "Artisti Associati" di Como.
Gli animatori
le quattro "A"
di don Ciotti
ostruire la "citt educante". Cos si po-
trebbe riassumere con un titolo o con
uno slogan (ma credo che la parola gli
piaccia poco) lincontro con don Luigi Ciot-
ti, organizzato sabato 16 ottobre presso la
palestra comunale di Uggiate in occasione
del decennale di fondazione della Casa
Anziani consortile.
C
Laddove per "citt educante" si deve inten-
dere un contesto territoriale in cui operano
in sinergia le istituzioni (comuni, scuola,
parrocchie, societ sportive, associazioni
ecc.) e le diverse forme di volontariato.
Un contesto sociale che definirei "a rete",
dove al centro di tutti gli interventi ci sia
sempre lUomo, sia esso bambino, giova-
ne, anziano, single o faccia parte di un nu-
cleo familiare.
Lo stile del discorso stato sobrio, misura-
to, mai moralistico, il contributo importante
di un operatore che lavora nel sociale e
che da anni organizza molteplici iniziative
in difesa dei diritti dei soggetti pi deboli.
Un atteggiamento improntato al servizio e
allascolto, aperto al dialogo nel racconto
delle proprie esperienze, ma mai distacca-
to, cattedratico; una relazione autentica-
mente "orizzontale" con le persone che ha
incontrato.
Don Ciotti ci ha regalato una serata diver-
sa, profondamente alternativa rispetto alla
cultura invadente spesso fatta di assordan-
te e spettacolare vacuit, di slogan sconta-
ti, di superficiale indifferenza.
Ci ha stimolati a riflettere su valori impor-
tanti, sulla fatica quotidiana di interiorizzar-
ti, di farli propri e di testimoniarti, chi con
laiuto della fede, chi con laica consapevo-
lezza.
Tra i tanti spunti offertici dalla serata, ne ho
scelti quattro che, curiosamente, iniziano
tutti con la lettera A.
ASCOLTARE
i bisogni delle persone, quelli evidenti e
quelli inespressi, accorgendosi delle loro
necessit e difendendo i loro diritti. Incon-
trare le persone, affrontare i problemi.
ACCOGLIERE
con disponibilit e condivisione sul nostro
territorio, senza chiudersi in difesa dei pro-
pri privilegi.
ACCOMPAGNARE
come una comunit che educa, seguendo
ed accompagnando in un percorso di re-
sponsabilit la crescita umana e sociale di
ogni persona, senza forzarne il cammino e
rispettandone i tempi.
ABITARE
il tempo, essere protagonisti attivi delle vi-
cende umane, abitare la casa, intesa non
come mura o edificio, ma, biblicamente,
come luogo di affetti, di calore, di educa-
zione, di apertura: una palestra di vita per
imparare a partecipare responsabilmente
alla vita sociale del nostro territorio e del
nostro Paese.
Quattro A che mi sono rimaste dentro,
mentre la sua sagoma si allontanava nel
buio scortata dalle forze dellordine e io
pensavo che di questi testimoni cos libe-
ri e credibili che ha bisogno il nostro tem-
po.
Maurizio
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ASSOCIAZIONE SCUOIA DELLINFANZIA "ARCOBALENO"
UN NUOVO ANNO INSIEME
settembre cominciato il nuovo anno
scolastico e tanti bambini hanno inizia-
to a frequentare la Scuola dellInfanzia.
Quanti pianti ci sono stati? Solo le inse-
gnanti lo sanno! Parecchi genitori hanno
vissuto per la prima volta lesperienza di
affidare ad altri il loro bambino; speriamo
di non averli delusi!
A
Al di l dei momenti difficili, ogni nuovo
iscritto ha vissuto in questi ultimi mesi
unesperienza importante: entrato, per la
prima volta, nella societ e nel mondo, ini-
ziando un lungo percorso che lo porter a
diventare un grande. Tanti auguri!
Alla riapertura non si sono viste grandi no-
vit. Ci sono sempre la Mimi, la Tina, la
Paola, la Pinuccia e la Cristina ad assicu-
rare, ogni giorno, tutto il necessario per i
56 bambini iscritti. Buon Lavoro!
Anche il Consiglio dAmministrazione ha ri-
preso in mano i problemi di sempre: i conti
da far quadrare, le manutenzioni, le dispo-
sizioni di legge, sapendo che tante saran-
no le difficolt, ma con la convinzione di
rendere un servizio alla Comunit di Rona-
go.
Ecco! Abbiamo questo Servizio e la no-
stra Comunit. Tramite queste pagine vo-
gliamo porre a tutti in evidenza,
Riflessioni aperte dopo quanto accaduto alle insegnanti di una scuola a noi vici-
na
Cambiamenti, attese, pareri positivi e negativi accompagnano la vita della scuola.
In mezzo a tutto ci non ci si deve dimenticare che il bambino deve e dovr rima-
nere al centro di ogni progetto educativo, sia umano che didattico. La sua perso-
na, il suo essere unico, la sua originalit devono essere salvaguardate e protette
per poter offrire a lui i mezzi, gli strumenti, le occasioni per una crescita serena,
affinch possa diventare luomo, la donna del domani che in collaborazione con
gli altri contribuisca a costruire un mondo pi umano. La scuola chiamata ad es-
sere il luogo privilegiato di umanizzazione oltre che luogo di apprendimenti, di so-
cializzazione, di sviluppo e di crescita. La scuola fatta di persone, quindi di inse-
gnanti le quali per non possono esaurire il loro compito educativo senza la colla-
borazione con la famiglia. Ed oggi pi che mai la famiglia chiamata in prima per-
sona a partecipare ed a concorrere in collaborazione con la scuola, nelleducare e
far crescere i propri figli. Quindi, scuola e famiglia rappresentano un binomio in-
scindibile quando si pensa a bambini da educare. Ma come tradurre in realt que-
sto binomio? Il primo gradino senza dubbio il DIALOGO: un dialogo adeguato e
rispettoso, fatto di ascolto, di comunicazione autentica, interesse verso laltro e
capacit di confronta obiettivo...
Quindi un dialogo e un confronto aperto porteranno scuola e famiglia a trovare
strategie educative comuni, nel rispetto reciproco.
Non dimentichiamoci dellingrediente importante che si chiama FIDUCIA per po-
ter lavorare serenamente e far star bene il bambino. Alle volte per il dialogo e la
fiducia vengono un po disattesi per motivi diversi (vita frenetica, problemi quoti-
diani di vario genere...). Comunque la "professione insegnante" e rimarr sem-
pre coinvolgente ed entusiasmante se carica ogni giorno di costanza, semplicit e
apertura.
Le insegnanti della scuola dellinfanzia
un nuovo anno insieme
in modo pi forte del solito, lesistenza del-
la Scuola dellInfanzia ARCOBALENO e,
conseguentemente, farla risaltare come
una grande realt della nostra Comunit.
La Scuola dellInfanzia, o Materna, o Asilo,
non importa come siamo abituati a chia-
marla, un servizio alle nostre famiglie,
per dare ad esse la possibilit diniziare a
far frequentare la scuola ai loro figli; que-
sto perch, qualunque sia il nome che vo-
gliamo usare, di scuola si tratta (anche se
non dellobbligo), dove esiste un progetto
educativo e formativo da trasmettere ai
bambini. Stiamo, quindi, parlando di un
servizio importante ed insostituibile, per il
quale la nostra Comunit deve avere parti-
colare attenzione; infatti stata Lei tramite
il Consiglio Pastorale, a prendere la deci-
sione di continuare il lavoro iniziato decen-
ni e decenni fa.
Per questo, ognuno di noi deve riflettere
sul senso da dare alla sua attenzione ver-
so la Scuola dellInfanzia, perch non ci si
deve fermare semplicemente a dire "meno
male che c la nostra Scuola!" o "bravi,
fanno un bel lavoro!". La vera attenzione
deve essere come quella dei genitori verso
i figli, i quali, oltre ad esserne sempre or-
gogliosi, si preoccupano anche delle loro
necessit concrete.
Questestate abbiamo cambiato i sanitari
del locale servizi igienici. Nei prossimi
mesi si provveder alla completa sostitu-
zione delle finestre di unaula e del refetto-
rio (e sono tante!). Poi, tanto per avere
qualcosa da fare, ci sono le tubazioni
dellacqua, calda e fredda, da sostituire
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un nuovo anno Insieme
perch marce e limpianto di riscaldamento
da ristrutturare. A queste piccole cose ag-
giungiamo la gestione ordinaria che, es-
sendo in perdita, necessita di entrate sem-
pre maggiori.
Queste sono le necessit concrete che,
inutile nascondersi, chiamano la nostra at-
tenzione e quella dellintera Comunit.
Tanti di voi, nel leggere queste righe, di-
ranno: siamo alle solite! Son sempre qui a
chiedere soldi!.
...... ed proprio cos!
Potremmo anche non farlo e scrivere delle
solite cose: c stata la festa dinizio anno,
con tanti genitori e nonni contenti; ci sar
la festa di Natale, dove i nostri bambini fa-
ranno il Presepe; e poi tanti bei lavoretti
variopinti da appendere ai muri; e, per ulti-
mo, la gita annuale. Ma questa volta non lo
facciamo!
Invece torniamo a ricordarvi che la Scuola
dellInfanzia di Ronago una scuola priva-
ta. unAssociazione (il figlio), che aspetta
ladesione di ogni componente (i genitori)
della nostra Comunit (costa solo 10
Euro!), proprio perch questa Comunit, a
suo tempo, lha fatta nascere, ed ha deci-
so, qualche anno fa, di farla continuare a
vivere. Potrete anche dirci che, con 10
Euro, non si cambiano i serramenti ed i
tubi dellacqua. vero! ma i dieci Euro
sono i! segno della grande attenzione di
ciascuno di noi (e poi possono essere an-
che pi di dieci!); sono, per chi li ha versa-
ti, il modo per ricordare di appartenere ad
una realt molto importante, che sta fa-
cendo cose
importanti e che le vuole fare sempre
bene.
Perch anche questo conta! Senza le giu-
ste risorse, non sar possibile dare sem-
pre un servizio adeguato e conforme alle
necessit dei bambini. Nessuno di noi, che
facciamo parte dellAssociazione Scuola
dellInfanzia Arcobaleno, vuole avere una
scuola di seconda categoria; ma questo,
certamente, non lo vorr nemmeno nessun
membro della nostra Comunit. Grazie!
Guerrino A.
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www.provalmulini.it
ASSOCIAZIONE PRO VAL MULINI ONLUS
POMERIGGIO DOTTOBRE
IN FESTA
Lo scorso anno, scrivendo su queste pagine, ci
eravamo dati 'un arrivederci al prossimo anno' e
cos accaduto. Il 'Pomeriggio d'ottobre in fe-
sta' del 2004, che si svolto domenica 17 otto-
bre, stato veramente un 'grande arrivederci',
di cui vale la pena parlare.
Innanzitutto il tempo! Avete visto che bellissima
giornata? Tanti, rivolgendosi al presidente, gli
hanno chiesto che tipo di intercessioni avesse.
Nessuna; solo che Colui che governa i venti e le
piogge sa riconoscere gli avvenimenti importanti
ed agisce di conseguenza. Possiamo affermare,
senza ombra di dubbio, che il sole nostro ami-
co, un vero socio fedele!
Poi la gente! Tanta lungo i sentieri, a camminare,
e ancor di pi al Centro Civico, al ritorno, a gu-
stare caldarroste, vin brule, salame, pane-nutel-
la, torte. Era di pi dello scorso anno? Non lo
sappiamo, ma certo non di meno; sappiamo solo
che stata una clamorosa conferma e questa la
cosa che pi interessa alla nostra Associazione.
Quella del 2003, ben riuscita, poteva essere frut-
to di una serie di combinazioni favorevoli, spe-
cialmente il tempo; il tutto si ripetuto
quest'anno, a dimostrazione che l'iniziativa co-
mincia a prendere piede ed a riscuotere il consen-
so della gente.
Nella comunicazione data ai Soci avevamo scrit-
to: 'torna l'appuntamento con il 'Pomeriggio
d'ottobre in festa', ormai divenuto un momento
importante della vita della nostra Associazione e
che sta entrando a pieni ment nella tradizione
locale.' Ora, a manifestazione avvenuta, ci ren-
diamo conto della verit di queste parole, che
con la presenza dell'Oratorio di Ronago, del
Gruppo Esplorando, della scuola elementare
di Uggiate e di tante famiglie, si sono tramutate
in una gioiosa realt.
Come da programma, il pomeriggio ha avuto due
distinti momenti: la passeggiata ed il ritrovo al
Centro Civico.
Riprendendo, ancora una volta, le parole
dell'invito ai Soci, diamo una fotografia della
'passeggiata' di quest'anno: 'Questa edizione del-
la 'Passeggiata in Valle' vuole toccare nel suo
percorso tre distinti aspetti: il Circuito Turistico
Val Mulini, i pregi naturalistici della valle e il
suo passato legato all'attivit dei mulini e del
contrabbando. Infatti, partendo dal Centro Civi-
co, raggiungeremo la localit Filatoio dopo aver
osservato ben sette punti importanti del Circui-
to, testimonianze sulla ricca presenza di rogge e
mulini; si salir fino a Trevano Inferiore, per poi
percorrere l'intera valle attraverso zone boschive
ed agricole di pregio, dove l'ambiente rimasto
ancora quasi intatto; infine, verr lambito il
confine con la Svizzera di fronte a Seseglio, dove
ancora presente la 'ramina' e tangibili sono i
ricordi del passato, che saranno resi vivi dalla
presenza del sig. Buzzi Fermo, recente autore del
volumetto 'Diario manoscritto di suo pugno da
un contrabbandiere dell'era nostalgica', dove la
Val Mulini una consistente presenza.
Abbiamo evidenziato il 'Circuito Turistico' per-
ch una realt che sta prendendo sempre pi
forma, e l'Associazione ha voluto mostrare il la-
voro finora svolto: i cartelli storici, la segnaletica
rinnovata e potenziata grazie ai suoi quasi cento
pali posati (tra vecchi e nuovi), il percorso reso
pi sicuro. Comunque, l'aspetto ambientale e
paesaggistico risultato, come sempre, la cosa
pi gradita, perch ogni partecipante ha materia-
lizzato la possibilit di avere, anche nelle nostre
zone, luoghi di svago e di piacevole relax. Vede-
re, lungo la salita che dal Filatoio porta a Treva-
no, quella lunga fila di persone, tra cui tanti bam-
bini, che tranquillamente camminavano guardan-
dosi attorno e parlando con serenit, ci ha dato
soddisfazione ed ha fatto vivere ai nostri
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pomeriggio dottobre infesta
semplici posti una giornata speciale.
Il ritorno al Centro Civico avvenuto verso le
16,30, dove i componenti de 'La nostra Valle' era-
no pronti con un ricco buffet, da distribuire ai gi-
tanti ed alle tante altre persone presenti. Il cilin-
dro delle caldarroste ha sfornato, fino alle 18,00,
calde castagne per la gioia dei piccoli e dei gran-
di. La gente parlava, ci si incontrava, magari
dopo parecchi mesi senza essersi visti; si svuota-
vano in continuazioni cartocci di 'birolle' e bic-
chieri di 'vin brule', sparivano fette di crostata a
velocit supersonica e poi, tanti ' stato bello',
'ciao ed arrivederci al prossimo anno'. Il presi-
dente era veramente contento!
Questo il presente! Il futuro , comunque, al-
trettanto interessante perch, dopo aver terminato
i lavori sul 'Circuito Turistico', il nostro obbietti-
vo principale sar il ricupero del mulino del
Galt. un obbiettivo molto impegnativo ed am-
bizioso, ma indispensabile per dare un vero si-
gnificato a tutta la nostra azione di valorizzazio-
ne storico-ambientale della Valle; si inizier dalla
roggia, per poi passare alla ruota e terminare con
gli impianti interni.
Per fare questo l'Associazione chiede la collabo-
razione di tutti coloro a cui stanno a cuore queste
cose. Tante persone si sono rese disponibili, iscri-
vendosi (domenica abbiamo avuto cinque nuovi
Soci), ma altre ci hanno lasciato o ci lasceranno
per non aver pi rinnovato la quota sociale.
Ci spiace quando un Socio ci lascia e facciamo
fatica a capirne il perch. Di certo abbiamo delu-
so le sue aspettative o non siamo stati capaci di
tener vivo il suo interesse con le cose fatte. A
loro desideriamo, comunque, far presente che la
nostra opera esclusivamente rivolta alla Val
Mulini quale realt territoriale della nostra zona,
alla sua valorizzazione per quello che stata e
per ci che ancora pu offrire. Non possiamo
fare cose grandiose, ma solo un insieme di sem-
plici opere che, una dopo l'altra, di certo lasce-
ranno un impronta concreta sul territorio a dispo-
sizione di tutti.
Per questo ci sentiamo di dire: non lasciate l'Asso-
ciazione, ma continuate a dare il vostro sostegno
con la quota associativa annuale e con la parteci-
pazione alle diverse iniziative. Ai tanti che, pur
non essendo soci, ci conoscono perch leggono
le nostre notizie ed apprezzano la nostra opera,
diciamo: iscrivetevi,la quota annuale di soli
15.- Euro (o 25.-)
Per concludere: un grazie a coloro che ci hanno
dato una mano per la manifestazione di domeni-
ca, 17 ottobre, con sponsorizzazioni e/o con aiuto
diretto, prima e durante la festa.
Contatti utili: presidente Alberio Guerrino tel.
031-980090 tesoriere Catelli Giorgio tel. 031-
986325, segretaria Capiaghi Alice tel. 340-
3047756, consigliere Gabaglio Giuliano tel. 031-
440561. C/e postale 58099243, intestato a Asso-
ciazione Pro Val Mulini-Ronago.
Guerrino A.
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