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ROMA, PSICANALISI, RELIGIONE

di Muriel Drazien
Tre significanti, tre tracce per orientarci in una frase gettata da Lacan in una sala piena zeppa
nellanno 1975.
Roma nella storia della psicanalisi occupa un posto particolare, dovuto in parte al fatto che Roma, in
quanto significante, stata per il suo fondatore, Sigmund Freud, un luogo simbolo, uno scopo, un
augurio tanto caro che per molti anni fu irraggiungibile. Freud sognava Roma, sognava di visitare le sue
rovine, di respirarne laria, di bere alle sue fontane.
Il significante Roma nella storia di Jacques Lacan fu ugualmente assai presente ma in modo diverso
rispetto a Freud anche se si ricollega per molti aspetti alla storia freudiana. Lacan a differenza di Freud
proveniva da un ambiente cattolico. Ho conosciuto il fratello Marc, benedettino presso labbazia di
Hautecombe. Seguendo le sue origini familiari, Lacan non doveva conquistare Roma come Freud e il suo
eroe semita Annibale, perch vi apparteneva a pieno titolo. Roma stato per lui un teatro
importantissimo nello sviluppo del suo insegnamento, teatro anche di un combattimento.
IlWunsch di Freud di giungere a Roma doveva restare tuttavia inappagato fino a quando non super
alcune prove. La prima fu dovuta allintervento del Reale nella sua vita, perch si tratta della morte di
suo padre Jacob Freud; la seconda invece assai legata alla prima edizione
della Traumdeutung, Linterpretazione dei sogni nel 1901. Chiaramente la morte del padre ha tolto un
sintomo, il quale aveva avuto la forma di una certa inibizione. Freud dovette attraversare questi due
avvenimenti prima di poter accedere al desiderio di mettere piede a Roma, caput mundi e capitale
della Chiesa cattolica romana. Per un ebreo abbastanza ben integrato nella societ viennese come
Freud, Roma divenne una conquista simile a quella di Annibale. Lamore per il Padre e il corollario
della sua sottomissione sembra che non abbiano facilitato la realizzazione del desiderio del figlio ma, al
contrario, labbiano ostacolato. Ostacolato anche a causa del transfert di amore e di sottomissione nei
confronti di Wilhelm Fliess nel corso di quella che stata erroneamente definita unauto-analisi e che
ebbe termine proprio nel 1901. Verso la fine del rapporto epistolare con questultimo Freud ha potuto
scrivere da Vienna, l11 marzo 1902: Altri sono ugualmente furbi senza bisogno di andare prima a
Roma[1], tanto il nome di Roma ha unito insieme lamore, lambizione, il successo e la verit.
Sognare di giungere a Roma rivela sicuramente un desiderio ma un desiderio-sfida, che domanda al
sognatore di battersi per la sua realizzazione.
Nel 1974 Lacan si trova a Roma per il VII Congresso - che mi aveva incaricato di organizzare - dellEcole
Freudienne de Paris da lui fondata nel 1964, a seguito dellesclusione dallIPA. Si tratta per Lacan di un
ritorno dal momento che il neologismo forgiato per loccasione disque ourdrome (gioco di parole
simile a discorso-di-roma)richiama la conferenza pronunciata nel 1953 Funzione e campo della parola
in psicanalisi, un vero e proprio manifesto di rinnovamento che Lacan intendeva perseguire allinterno
del movimento psicanalitico dal quale era stato radiato. Questo intervento divenuto il simbolo del suo
celebre ritorno a Freud, comunemente chiamato come il discorso di Roma. Ci saranno in realt tre
discorsi di Roma: nel 1953, nel 1967 e nel 1974. Nel primo, quello del 1953, a seguito della dolorosa
scissione della Socit psychanalytique de Paris, Lacan formula la celebre definizione che linconscio
strutturato come un linguaggio, il cardine attorno al quale si svilupper tutto il suo insegnamento.
Lacan nel 1974 presiedette una conferenza-dibattito che ebbe luogo nella sala conferenze di Palazzo
Capizuchi a Piazza Campitelli, sede allora del Centre Culturel Franais. Durante quella serata egli
pronunci quella celebre frase che stasera ci riunisce e di cui parler Charles Melman, allievo fedele di
Lacan. Si tratta di parole che concretamente forse non ci riuniranno, poich Lacan disse: Insomma o
luna o laltra, o la religione o la psicanalisi. Mai Freud si era espresso cos chiaramente.
Lacan nel 1974 si ferm sulle faglie, sui paradossi e lincompletezza che coesiste in qualsiasi sistema
simbolico, compreso quello della religione. Si tratta degli stessi che si riscontrano in ci che potrebbe
essere chiamato lamore, il punto in cui la perdita e la salvezza si equivalgono. Lacan a Roma ha
posto davanti agli analisti della sua Ecole il problema dellavvenire, del destino di una psicanalisi che
non offra facili consolazioni in un mondo affascinato dalla riscoperta della religione, come di ci che
doni senso alla vita.
[1] Sigmund Freud, Lettere a Wilhelm Fliess 1887-1904, Bollati Boringhieri, Torino, 1986, p. 490.

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