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PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO

VERSO IL TERZO STATUTO DI AUTONOMIA



Proposte e approfondimenti per lelaborazione
del Terzo Statuto speciale di Autonomia

Prof. Massimo Carli, dott. Gianfranco Postal, Prof. Roberto Toniatti





















- giugno 2013 -
























































Il Dipartimento Affari istituzionali e legislativi ha prestato supporto tecnico al Gruppo dei consulenti. In particolare hanno
collaborato:
- dott. Fabio Scalet Dirigente generale del Dipartimento Affari istituzionali e legislativi;
- dott.ssa Sandra Perini Direttore dellUfficio di Supporto dipartimentale;
- dott. Giuseppe Sartori Dirigente del Servizio Legislativo;
- dott. Alberto Pace Dirigente dellIncarico dirigenziale per i Rapporti istituzionali con lo Stato e le Regioni;
- dott. Nicola Foradori Dirigente dellIncarico dirigenziale per i Rapporti con il Consiglio provinciale.




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VERSO IL TERZO STATUTO DI AUTONOMIA

Proposte e approfondimenti per lelaborazione
del Terzo Statuto speciale di Autonomia






Firma dell'Accordo De Gasperi-Gruber in data 5 settembre 1946
a margine dei lavori della Conferenza di pace di Parigi.

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Premessa

Lipotesi di revisione statutaria qui presentata stata elaborata in un contesto nel quale si
sono deliberatamente assunti alcuni limiti di fondo:
loggetto principale dellipotesi di revisione statutaria costituito dallordinamento della
Provincia autonoma di Trento nonch fatta evidentemente salva lintesa con la
Provincia autonoma di Bolzano/Sdtirol da un nuovo assetto organizzativo e
funzionale dellattuale Regione; conseguentemente, questa ipotesi non ha inteso
intervenire sulle questioni concernenti il solo ordinamento della Provincia autonoma di
Bolzano/Sdtirol;
nelleventualit di valutazioni divergenti in relazione ad alcune questioni di interesse
comune, lipotesi potr essere configurata in modo da presentare soluzioni normative
differenziate.

In sintesi, i nodi essenziali dellipotesi di revisione statutaria possono essere cos indicati:
a) lassetto istituzionale e organizzativo dellattuale Regione viene sottoposto ad una
profonda riformulazione che si riflette sulla sua stessa ragion dessere e su una coerente
riduzione delle funzioni ad essa attribuite;
b) il testo dello Statuto viene integrato dalla previsione di un Preambolo e dallintroduzione
di norme programmatiche;
(c) la denominazione degli enti e dei loro organi viene adeguata ad ulteriore rafforzamento
della specialit;
d) la potest legislativa autonoma viene ampliata e razionalizzata (anche ai fini del
rafforzamento e recepimento di contenuti prescrittivi di norme di attuazione intercorse nel
lungo periodo di vigenza dellattuale testo statutario e delladeguamento alla legge
costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3), prevedendo altres la soppressione della competenza
legislativa concorrente;
e) liniziativa legislativa per la revisione dello Statuto viene riservata al Governo, previa
intesa con le nuove Comunit autonome e senza potest emendativa in sede di approvazione
parlamentare;
f) le materie-oggetto rientranti nella potest statutaria delle (attuali) Province autonome
vengono estese;
g) in presenza di una dimensione unitaria degli interessi su scala statale, dellUnione
europea o internazionale, la relativa composizione assicurata attraverso lo strumento
delle norme di attuazione ad un potenziato ruolo della commissione paritetica il cui
collegamento con le istituzioni dellautonomia viene rafforzato.

Lo schema di proposta di legge costituzionale che segue ha lunico scopo di facilitare la
comprensione del presente documento di proposta e di approfondimento per lelaborazione
del Terzo Statuto di Autonomia.
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Presentazione


1. Verso unipotesi di Terzo Statuto.

Lobiettivo delle proposte che seguono quello di enucleare un disegno di terzo Statuto e
non di procedere con interventi settoriali sullesistente; limpostazione quindi
onnicomprensiva, non limitata ai soli adeguamenti suggeriti dalla forma di regionalismo
emergente dalla riforma del titolo V della Costituzione, ma rivolta ad incidere sulla struttura
di fondo della specialit, toccando la natura della Regione e delle Province autonome,
modificandone ruolo, poteri, organi e rapporti, in particolare per quanto riguarda la potest
legislativa delle istituzioni dellautonomia.
In questo contesto occorre, peraltro, evidenziare che nellimpostazione del nuovo progetto si
considerato come tanto il primo Statuto del 1948 quanto quello del 1972 vigente
riconoscano la speciale autonomia come prerogativa di un territorio e delle popolazioni su
di esso stabilite (comunit), pi che delle istituzioni che le rappresentano, e cio Regione e
Province. Infatti il titolo stesso dello Statuto riferito al Trentino-Alto Adige e non alla
Regione Trentino-Alto Adige. Questa impostazione del resto confermata anche dalla
recente legge costituzionale n. 3 del 2001 che, nel modificare il titolo V della Parte seconda
della Costituzione e in esso larticolo 116 (relativo alle autonomie speciali), letteralmente
afferma: Trentino-Alto Adige/Sdtirol. dispongono di forme e condizioni particolari
di autonomia, secondo i rispettivi statuti speciali. Secondo questa accezione le
istituzioni, Regione e Province autonome, costituiscono quindi non i soggetti titolari delle
suddette prerogative di autonomia, ma lo strumento istituzionale attraverso il quale vengono
esercitate le medesime prerogative, delle quali sono titolari le popolazioni insediate sullo
specifico territorio, cio le comunit che divengono Comunit istituzionalizzate per la
tutela della rispettiva autonomia, e dunque Comunit autonome tout court.


2. La corrispondenza fra la natura giuridica e la denominazione degli enti
dellautonomia.

Nellambito di questo processo di riforma radicale delle premesse della specialit,
questo documento postula che lintera struttura e natura degli organi in cui si compone il
quadro istituzionale esponenziale della Comunit (intesa come territorio e popolazione)
viene ridefinita. A tal fine si incide sulle attribuzioni e sulle modalit di loro esercizio,
favorendo il differenziarsi dellautonomia speciale dallordinaria anche dopo la riforma del
titolo V della Costituzione.
In questo quadro, la nuova configurazione dellautonomia speciale, pur confermando il
vigente assetto tripolare e il suo conseguente equilibrio interno, dovr fare affidamento
formale anche su una corrispondente innovazione della rispettiva denominazione, al
fine di assicurare che anche questultima rifletta la differenziazione qualitativa del nuovo
assetto rispetto alle fasi precedenti dellevoluzione dello Statuto che avevano lasciata
inalterata la denominazione degli enti e dei loro organi.

In realt, non si tratta solo di denominazione bens di caratterizzazione della natura

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giuridica stessa degli enti: allo stato attuale, infatti, occorre rilevare come le Province
autonome non corrispondano al genere Provincia, avendo non a caso potuto giovarsi, -
nonostante lorigine dei due enti di Trento e di Bolzano del tutto omogenea alle altre
province italiane - della qualificazione di autonoma che solo progressivamente ha
maturato uno status ufficiale sino ad acquisire la dignit del riconoscimento formale da
parte della fonte costituzionale (art. 116, c. 2). Le attuali Province autonome si configurano
piuttosto individualmente pi come Regioni e la stessa Regione non corrisponde affatto al
genere Regione, non potendosi individuare, anche in questo caso, una categoria generale
del diritto pubblico con essa identificabile. Sicch la qualificazione della configurazione
attuale degli enti dellautonomia speciale (la specialit nella specialit, come si usa dire)
necessariamente richiede o che se ne rilevi la natura di species derogatoria rispetto al
modello di diritto comune delle stesse ulteriori autonomie speciali ovvero la natura di genus
a s stante, posto accanto al genere Provincia ovvero al genere Regione ed anche alla
figura della Regione ad autonomia speciale.

In questa fase di revisione completa dellimpianto statutario, si ritiene di dover privilegiare
un percorso di chiarezza e trasparenza, facendo in modo che la denominazione
corrisponda alla natura atipica degli enti e dei rispettivi organi.

A tal fine, posto che le Province autonome non sono Province, occorre innovarne la
denominazione. Posto altres che non sono Regioni, non si pu adottare tale denominazione,
che sarebbe fra laltro incompatibile con lunicit della fonte statutaria. Allo stesso modo,
posto che la Regione attuale non corrisponde al genere Regione, occorre innovarne la
denominazione, anche in questo caso con lobiettivo prioritario di far corrispondere la
denominazione alla natura giuridica.

Atteso che la natura giuridica degli enti dellassetto tripolare si conferma come atipica, si
ritiene opportuno che anche la denominazione assuma una veste formale atipica,
chiaramente connotativa della specialit dellassetto e dei suoi enti e dei rispettivi organi.

Si propongono, di conseguenza, per le attuali Province autonome le nuove denominazioni di
Comunit autonome, per sottolineare il carattere esponenziale di una comunit sociale
gi connotata da una diffusa cultura e pratica dellautonomia, come evidenziato sopra al
paragrafo 1, sottostante alle istituzioni dellautonomia stessa, dal che la coerente
giustificazione di una riforma dei relativi poteri e attribuzioni qualitativamente significativa.
In particolare, ciascuna Provincia autonoma assume la denominazione di Comunit
autonoma del Trentino e di Comunit autonoma dellAlto Adige/Sdtirol; mentre nel
caso dellattuale Regione si suggerisce la denominazione di Unione regionale, in quanto la
sua funzione si risolve precipuamente nella rappresentazione istituzionale di una unione
storica, sul presupposto che il sostantivo Unione esaurisce la dimensione istituzionale,
mentre laggettivo regionale presenta una valenza non istituzionale, ma meramente
territoriale, ossia un significato riferibile al territorio delle due Comunit nel quale le
popolazioni di diversa lingua e cultura sono tradizionalmente insediate.
Una possibile denominazione alternativa dellattuale Regione potrebbe risultare dalla
formula di Unione [delle Comunit autonome] del Trentino e dellAlto
Adige/Sdtirol, termine idoneo a riflettere sia la natura composta e implicitamente pattizia

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dellente sia il connotato di originariet storica e giuridica delle due Comunit autonome
quale emerge dallart. 116, secondo comma, della Costituzione la cui dinamica
collaborativa produce la nascita dellUnione quale istituzione di secondo grado e di
ispirazione confederale. Tale denominazione certamente conforme alla natura di ente
pubblico dotato di personalit giuridica; presenta peraltro un significato pi istituzionale che
storico o simbolico rispetto a Unione regionale.
Una ulteriore variante - semplificativa dal punto di vista linguistico potrebbe essere
rappresentata dalla formula Unione regionale del Trentino e dellAlto Adige/Sdtirol,
nella quale laggettivo regionale, bench inteso riferirsi esclusivamente alla dimensione
territoriale e geografica, mantiene un inevitabile collegamento evocativo dellattuale
istituzione regionale.
Peraltro, dallopzione in favore della denominazione di Unione regionale e bench
continuino a sussistere tutte le perplessit gi sopra indicate (soprattutto con riguardo
allunicit della fonte statutaria), inevitabile che riemerga un motivo logico-sistematico di
opportunit favorevole alla definizione delle due attuali Province autonome quali Regioni,
sia pure con la qualificazione di autonome per distinguerle comunque dalle Regioni
ordinarie. Nulla impedirebbe, tuttavia, che in tale prospettiva latto si qualificasse come
Statuto delle Regioni autonome del Trentino e dellAlto Adige/Sdtirol e dellUnione
regionale, incorporando dunque nella sua stessa denominazione la speciale struttura
tripolare. Lipotesi in parola viene indicata in questa sede solo a titolo di completezza del
complesso di spunti tecnici di riflessione utili per la decisione politica.

Ne consegue che le nuove denominazioni qui proposte sono destinate a riflettersi in
modifiche del testo della Costituzione repubblicana, come qui ipotizzato:
Art. 114
La Repubblica costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Citt metropolitane, dalle
Regioni, dalle Comunit autonome del Trentino e dellAlto Adige/Sdtirol costitutive
dellUnione regionale e dallo Stato. I Comuni, le Province, le Citt metropolitane, le
Comunit autonome e la loro Unione regionale e le Regioni sono enti autonomi con
propri statuti, poteri e funzioni secondo i principi fissati dalla Costituzione. Roma la
capitale della Repubblica. La legge dello Stato disciplina il suo ordinamento.

Art. 116
Il Friuli Venezia Giulia, la Sardegna, la Sicilia, il Trentino-Alto Adige/Sdtirol e la Valle
d'Aosta/Vallee d'Aoste dispongono di forme e condizioni particolari di autonomia, secondo
i rispettivi statuti speciali adottati con legge costituzionale.
LUnione regionale del Trentino-Alto Adige/Sdtirol costituita dalla Comunit
autonoma del Trentino e dalla Comunit autonoma dellAlto Adige/Sdtirol.

Per gli organi delle Comunit autonome si propone la denominazione politicamente forte di
Parlamento (Parlamento del Trentino e Parlamento dellAlto Adige/Sdtirol ed anche,
nel linguaggio corrente, Parlamento trentino e Parlamento altoatesino/sudtirolese), che
sottolinei limmanenza del potere legislativo a questo livello di governo, mentre per
lattuale Regione si propone di mantenere la denominazione di Consiglio (Consiglio
dellUnione regionale). Si precisa che la denominazione di Parlamento testualmente
prevista dal Trattato di Lisbona (art. 6 del Protocollo sull'applicazione dei principi di

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sussidiariet e di proporzionalit). Ne consegue pertanto la completa eliminazione del
sostantivo Provincia e dellaggettivo provinciale che risultano del tutto impropri per la
qualificazione istituzionale dellautonomia speciale.


3. Lopportunit di un accordo con le altre autonomie speciali.

Alcune modifiche dell'attuale Statuto che qui si propongono potrebbero interessare anche le
altre Regioni speciali e pertanto va valutata anche dal punto di vista politico lopportunit
di concordare alcuni principi con le altre autonomie speciali.

Un primo esempio dato da una norma analoga al terzo comma dellarticolo 116 della
Costituzione, che preveda anche per le Regioni ad autonomia speciale un meccanismo di
natura pattizia per ottenere ulteriori spazi di autonomia.

Un secondo esempio riguarda la previsione di una estensione a tutte le Regioni speciali delle
future nuove forme di autonomia previste per le Regioni ordinarie: estensione automatica,
ovvero previa delibera dell'assemblea legislativa o con decisione della commissione
paritetica.




4. Preambolo, principi, valori essenziali e finalit generali.

Gli attuali Statuti speciali non prevedono, contrariamente agli Statuti delle Regioni
ordinarie, n un richiamo alle origini storiche e ideali n unenunciazione dei valori
fondamentali quali ragioni pre-giuridiche di aggregazione della Comunit che ne
definiscono lidentit come solitamente viene elaborato in un Preambolo (presente nelle
Costituzioni dei Lnder in Austria e Germania) e in prevalenza negli Statuti delle Comunit
spagnole - n le c.d. norme programmatiche, contenenti affermazioni generali sui principi
fondamentali e gli obiettivi che dovrebbero orientare le politiche pubbliche. I Preamboli non
sono dotati di per s di efficacia giuridica vincolante, ma si traducono comunque in
orientamenti generali in sede di interpretazione preferenziale dellintera fonte statutaria;
inoltre, si ricorda che la Corte costituzionale ha considerato come prive di efficacia giuridica
le norme enunciative dellidentit politica delle Regioni ordinarie, ma non scontato che
altrettanto avvenga anche per norme di tenore programmatico scritte in legge costituzionale
e, comunque, la tesi della Corte ha ricevuto molte critiche che potrebbero trovare sostegno
in una estensione di tali norme negli Statuti speciali.

Si propone, pertanto, di inserire nella parte introduttiva dellarticolato statutario - oltre al
richiamo allAccordo di Parigi - la evidenziazione dei valori e dei principi connotanti
lautonomia del Trentino Alto Adige/Sdtirol, quali la parit di diritti indipendentemente dal
gruppo linguistico di appartenenza, la tutela, la salvaguardia e la promozione delle
peculiarit culturali, storiche delle popolazioni insediate nel loro territorio, il principio di
sussidiariet, sia verticale (tra livelli istituzionali) che orizzontale (come valorizzazione

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dellautonoma iniziativa dei cittadini, singoli o associati, per lo svolgimento di attivit di
interesse generale), nonch la elencazione delle finalit perseguite, quali la partecipazione al
processo di integrazione europea, la piena attuazione della cooperazione internazionale, in
particolare a livello interregionale e transfrontaliero, la rimozione delle condizioni che
ostacolano la piena libert ed uguaglianza dei cittadini, nonch leffettiva uguaglianza tra
l'uomo e la donna nel lavoro e in ambito economico, politico e culturale.

Contestualmente, con riferimento al testo del preambolo, pare si possa pensare anche ad una
modifica di approccio, tenendo conto di quanto gi ora afferma larticolo 116 della
Costituzione, e cio che Il Trentino e l Alto Adige/Sdtirol dispongono di forme e
condizioni di autonomia, dove il riferimento va non tanto alle istituzioni, quanto al
territorio e alla popolazione che su di esso risiede. A ci conseguirebbe che Provincia e
Regione, o come tali istituzioni si chiameranno in futuro, sono evidenziate nel testo come i
soggetti che costituiscono lo strumento, la forma istituzionale, attraverso il quale si esprime
la potest legislativa e amministrativa della quale il Trentino e lAlto Adige/Sdtirol (intese
appunto come popolazioni insediate su quel determinato territorio) dispongono.

PREAMBOLO:

Questo Statuto, richiamandosi allAccordo italo-austriaco concluso a Parigi il 5
settembre 1946 e al riconoscimento della soluzione della connessa controversia
internazionale da parte dellOrganizzazione delle Nazioni Unite nel 1992,
finalizzato ad assicurare la condivisione del territorio alpino da parte di tutte le
popolazioni del Trentino e dell'Alto Adige/Sdtirol che vi sono tradizionalmente
insediate e dei gruppi linguistici nei quali esse sono identificate, nonch a
garantire loro una particolare valorizzazione dell'autonomia e delle rispettive
istituzioni.
Il Trentino e lAlto Adige/Sdtirol, attraverso le Comunit autonome e lUnione
regionale quali loro attuali istituzioni rappresentative, confidando nel
riconoscimento costituzionale e nel pieno rispetto della propria comune
plurisecolare tradizione storica e culturale da parte della Repubblica italiana,
esercitano le proprie funzioni autonome di governo, partecipano
responsabilmente e con solidariet alla determinazione delle politiche nazionali,
favoriscono, nell'ambito delle proprie competenze, la collaborazione
internazionale e l'integrazione europea, e, anche in attuazione dell'Accordo di cui
al primo comma, promuovono la cooperazione interregionale e transfrontaliera.



5. Forma di governo.

Per quanto riguarda lassetto istituzionale, si ritiene di modificare sostanzialmente il ruolo
dellattuale Regione, pur mantenendo un assetto tripolare, ossia basato su tre soggetti
istituzionali, ancorch fra loro differenziati. In altri termini si tratterebbe di dare espressione
anche normativa allevoluzione di fatto realizzata in questi anni.


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Da quanto detto sopra, e da quanto gi evidenziato nel preambolo anche riguardo al nome
delle istituzioni, consegue che nella proposta:
a) la Regione:
assume la denominazione di Unione regionale per sottolineare la particolare nuova
struttura istituzionale;
dotata di un organo legislativo, che mantiene la denominazione di Consiglio, ma
con voto esclusivamente per gruppi territoriali e quindi con voto per delegazione e
non individuale dei suoi componenti n per gruppi consiliari politici. Lorgano viene
dunque ad assumere i connotati di una conferenza bilaterale la cui potest
emendativa deve essere necessariamente circoscritta;
ad essa viene attribuita la potest legislativa riguardante le forme di collaborazione
tra le due Comunit autonome (ora Province) per il miglior esercizio delle loro
funzioni e quindi per la cura degli interessi comuni nelle materie di loro competenza.
Alla stessa Unione regionale viene altres riconosciuta una potest legislativa di
indirizzo strategico e di finanziamento di forme di collaborazione tra le due
Comunit. Data la modalit di voto di cui al punto precedente, la legge regionale
assume il valore di un accordo fra le due Comunit autonome, negoziato dai rispettivi
governi e formalizzato dallassemblea legislativa regionale;
le funzioni di Presidente dellUnione regionale sono svolte, a turno di trenta mesi,
da ciascuno dei due Presidenti delle Comunit autonome (attuali Province
autonome). In caso di assenza o impedimento del Presidente di turno, ne svolge le
funzioni laltro Presidente;
il Governo formato dai Presidenti delle due Comunit autonome che decidono
dintesa fra loro;
lUnione regionale (attuale Regione), in questa prospettiva non ha pi
un'organizzazione propria, ma si avvale delle risorse organizzative appositamente
messe a disposizione dalle Comunit autonome, sulla base di un accordo o di una
legge regionale;

b) le Province prendono il nome di Comunit autonome, rispettivamente del Trentino e
dellAlto Adige/Sdtirol, e:
su di esse si concentra la potest legislativa in tutte le materie non riservate allo
Stato o allUnione regionale. La potest legislativa di natura esclusiva, delegata, o
integrativa nelle materie riservate allo Stato, e non viene considerata quella
concorrente;
i Consigli provinciali mantengono le funzioni loro proprie assumendo in sintonia
con lampliamento del loro ruolo la denominazione di Parlamento della
Comunit autonoma del Trentino e di Parlamento della Comunit autonoma
dellAlto Adige/Sdtirol;
le Comunit mantengono la potest legislativa statutaria in materia di forma di
governo introdotta dalla legge costituzionale 31 gennaio 2001, n. 2, ma anche con
laggiunta di alcune materie, oltre a quella dei referendum e delliniziativa legislativa
del popolo, ferme restando comunque nello Statuto le norme in materia di tutela dei
gruppi linguistici sia per la Comunit autonoma dellAlto Adige/Sdtirol che per
quella del Trentino;

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all'esecutivo verrebbe inoltre attribuita una potest legislativa delegata dal
Parlamento della Comunit autonoma per lapprovazione dei testi unici mutuando la
normativa statale; tali testi unici sono modificati, derogati, sospesi o abrogati da
successive leggi della Comunit autonoma solo attraverso lesplicita indicazione
delle disposizioni da modificare, derogare, sospendere o abrogare.

Punto politicamente sensibile da prendere eventualmente in considerazione quello del
diritto di voto da attribuirsi a stranieri residenti da un congruo numero di anni, e/o
ulteriori forme partecipative delle loro comunit per favorirne lintegrazione. Riferimenti
in materia possono essere fatti alla Convenzione di Strasburgo del Consiglio dEuropa
sulla partecipazione degli stranieri alla vita pubblica a livello locale.


6. Potest legislativa.

Nel progetto di nuovo Statuto del 2002 si era adottata una formulazione mediana tra quella
dellarticolo 117 della Costituzione, dopo la modifica del 2001, e quella dello Statuto del
1972 con lelencazione delle materie rientranti nella potest legislativa dello Stato, ma
anche di quelle attribuite alla potest delle Comunit, rafforzata da una formula di rinvio ad
una potest legislativa residuale in capo agli organi dellautonomia speciale.

Si era mantenuta, inoltre, una distinzione tra potest legislativa provinciale esclusiva,
ampliandola, e concorrente: la scelta effettuata ora , invece, quella di sopprimere la potest
legislativa concorrente, in ragione delle caratteristiche della produzione legislativa statale di
questi anni, assai spesso invasiva delle autonomie, e della giurisprudenza della Corte
costituzionale, alla quale toccato il delicato compito di elaborare un articolato e complesso
sistema di criteri interpretativi della nuova formulazione dellarticolo 117, terzo comma,
della Costituzione, con il risultato che lo Stato, di fatto, interviene in modo molto penetrante
nelle materie concorrenti.

Lintento quello di semplificare il riparto delle competenze legislative, senza sacrificare,
come vedremo, gli interessi nazionali, introducendo un elenco esaustivo di materie di
competenza esclusiva statale a fronte di quattro tipologie di competenze legislative delle
Comunit autonome:
- la particolare categoria delle cosiddette leggi statutarie, cio leggi rinforzate rispetto
alle altre leggi per la disciplina di specifiche e particolari materie introdotte dalla legge
costituzionale n. 2 del 2001, ma ampliate rispetto a tale previsione;
- una competenza esclusiva residuale, in tutte le materie non di competenza dello Stato o
dellUnione regionale;
- una competenza integrativa-attuativa, nelle materie di competenza statale;
- una competenza legislativa delegata, con i diversi limiti che potranno prevedere le
singole deleghe, con alcune ipotesi gi previste nello Statuto.

La competenza esclusiva residuale delle Comunit configurata in modo tale da rispettare
le materie-non materie, materie-valore e materie trasversali di competenza esclusiva statale.
Poich la sussistenza di interessi nazionali pu riflettersi anche nelle materie di competenza

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delle Comunit autonome e dellUnione regionale, lintento della riforma statutaria quello
di stabilizzare la potest legislativa locale rispetto a interventi del legislatore nazionale e
della Corte costituzionale che legittimano interferenze statali negli ambiti locali. Il
meccanismo di contemperamento quello della valorizzazione del momento pattizio
(intesa e norma di attuazione) tra Stato e Comunit, prevedendo anche una soluzione per
i casi di mancata intesa attraverso un Comitato paritetico Stato Comunit autonome
(previsione presente negli ordinamenti della Repubblica Federale della Germania e
dellUnione Europea), al fine di introdurre una fisiologia di rapporti nellesercizio delle
rispettive potest legislative che renda del tutto eccezionale il ricorso e quindi lintervento di
demarcazione dei confini da parte della Corte costituzionale, assicurando al contempo la
flessibilit delle scelte sostanziali.

Di qui la previsione che:
- resta ferma, con alcune eccezioni (articolo 15, comma 3), lapplicabilit delle leggi
delle Comunit autonome/Unione regionale anche dopo lemanazione di leggi statali
nelle materie di loro competenza, ma si affida a specifiche norme di attuazione
statutaria o ad intese la definizione dei confini tra potest legislativa delle Comunit,
dellUnione regionale e dello Stato con riferimento alle cosiddette materie trasversali
incidenti nelle materie di competenza delle Comunit/Unione regionale stesse;
- i limiti della potest legislativa esclusiva delle Comunit sono uguali a quelli previsti
per la potest esclusiva dello Stato, confermando quindi leliminazione dei limiti delle
norme fondamentali delle riforme economico sociali, dei principi dellordinamento e
degli interessi nazionali;

Il nuovo schema di proposta statutaria orientata a:
mantenere la potest legislativa statutaria, estendendola, rispetto alle definizioni
dellattuale Statuto, alle norme fondamentali riguardanti lorganizzazione e il
funzionamento delle Comunit autonome, ai principi di sussidiariet orizzontale e
verticale, alla valorizzazione della partecipazione estesa ai residenti, al riparto delle
competenze tra Comunit autonome e autonomie locali, alla previsione di norme sul
procedimento legislativo, vincolanti per le leggi delle Comunit, al fine di migliorare la
qualit della normazione nonch ad altri settori configurabili comunque nell ambito
della disciplina delle forme di organizzazione delle istituzioni autonome;
prevedere lelenco esplicito delle materie riservate alla potest legislativa dello
Stato, ripercorrendo, con modifiche, lelenco dellarticolo 117 della Costituzione (con
una serie di precisazioni su alcune di esse, come ambiente e concorrenza, etc.) ma anche
lelencazione non esaustiva delle materie appartenenti alla potest legislativa esclusiva
delle Comunit autonome, compresa quella elettorale e quella in materia di grandi
infrastrutture e reti, prevedendo particolari forme di raccordo con la competenza statale.
Tale elencazione, pur non esaustiva, delle materie appartenenti alla potest legislativa
delle istituzioni dellAutonomia speciale comporta una complessiva revisione
terminologica rispetto a quella utilizzata dagli articoli 4, 5, 8 e 9 e seguenti dellattuale
Statuto: occorre, infatti, tenere conto dellevoluzione intervenuta dal 1972
nellordinamento, a seguito delle leggi di riforma del sistema delle autonomie regionali e
locali, in particolare attraverso le leggi Bassanini del 1997-98 e le modifiche
costituzionali (leggi costituzionali n. 2 e n. 3 del 2001), nonch della giurisprudenza

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della Corte costituzionale, che ha significativamente inciso sullinterpretazione delle
riforme stesse. In conseguenza si provveduto ad inserire unapposita parte (titolo) nella
quale le materie di competenza delle Comunit autonome e Unione regionale vengono
organizzate (sempre in modo non esaustivo) per grandi aree omogenee, nellambito di
ciascuna delle quali possono essere introdotte, con norme di attuazione o procedure di
intesa, le opportune precisazioni sulla definizione delle materie stesse;
prevedere la potest legislativa della Comunit autonoma di tipo residuale
(generale, in tutte le materie non riservate allo Stato o attribuite allUnione
regionale) con le caratteristiche e la natura di potest legislativa esclusiva e quindi con
gli stessi limiti di quella dello Stato;
prevedere una potest legislativa dellUnione regionale, come esercizio della potest
legislativa dei Parlamenti delle Comunit in seduta comune, con maggioranza di
entrambe le assemblee (rivedendo quanto gi previsto nel Progetto 2002) per la
disciplina degli interessi comuni alle due Comunit;
prevedere una relazione annuale sullo stato dellUnione di fronte al Consiglio
dellUnione con leventuale approvazione consiliare di raccomandazioni o atti di
indirizzo non giuridicamente vincolanti (art. 10, comma 2);
adottare conseguentemente le dizioni: legge della Unione regionale, legge della
Comunit autonoma del Trentino e legge della Comunit autonoma dell'Alto
Adige/Sdtirol;
prevedere una forma di potest legislativa integrativa delle Comunit autonome in
tutte le materie riservate allo Stato per consentire ladattamento della normativa statale
alle peculiarit proprie delle Comunit;
disporre lequiparazione fra Stato e Comunit nei motivi da far valere davanti alla
Corte costituzionale. Anche lo Stato, cio, potrebbe far ricorso alla Corte solo per
difendere le sue competenze e non, come ora, per la violazione di qualsiasi norma
costituzionale. La proposta si fonda sul nuovo articolo 114 della Costituzione che
configura le Regioni come elemento costitutivo della Repubblica, al pari dello Stato,
anche se con funzioni diverse.

Nelle materie di competenza esclusiva dello Stato, con norma di attuazione possibile
delegare potest legislativa alle Comunit autonome, individuandone i limiti. Il
conferimento della delega di potest legislativa necessariamente con apposita norma
dattuazione statutaria correlato alla specifica disciplina dei rapporti finanziari Stato-
Comunit autonoma relativamente ai quali lo schema di proposta di Statuto, tra laltro, non
prevede il riferimento al principio generale del rimborso spese, conseguenti allesercizio
della delega, a carico del delegante, ma un criterio negoziale in ordine a quanto resta a capo
dello Stato e a quanto a capo della Comunit delegata. Sono tuttavia in ogni caso da
delegarsi con norma di attuazione statutaria alle Comunit autonome le funzioni
legislative e amministrative statali in materia di universit, ammortizzatori sociali,
accertamento e riscossione dei tributi erariali (comprese le funzioni spettanti alle
agenzie fiscali dello Stato), attivit di supporto alla giustizia e ordine pubblico.
Liniziativa legislativa disciplinata dalle leggi statutarie. Sono previste soglie
differenziate sia per la presentazione di proposte di legge che per la richiesta di referendum,
nel caso di iniziative promosse dalle popolazioni ladine, mochene o cimbre. Non ammesso
il referendum abrogativo sulle leggi che riguardano la promozione e la tutela dei gruppi

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linguistici.
Poich la buona qualit della normazione ormai unanimemente riconosciuta come uno
dei fattori che possono favorire la ripresa economica e migliori rapporti delle istituzioni con
i cittadini, sono previsti nella proposta di Statuto alcuni principi (art. 16) che una successiva
legge sul procedimento legislativo dovr attuare con efficacia vincolante per le altre leggi.
In materia di referendum sono previste tre tipologie: abrogativo, consultivo e
deliberativo (per lapprovazione di un disegno di legge). I principi essenziali della
disciplina cui dovranno conformarsi le iniziative referendarie sono definiti dalla proposta di
Statuto. In particolare si prevedono i requisiti sostanziali minimi e procedurali dei
referendum e le condizioni di approvazione degli stessi.

Sono previste soglie differenziate per la richiesta di referendum, in caso di materie di diretto
interesse per le minoranze linguistiche. Non ammesso il referendum abrogativo sulle leggi
che riguardano la promozione e la tutela dei gruppi linguistici.

E previsto il referendum deliberativo nel caso di mancata decisione dei Parlamenti delle
Comunit autonome sulle proposte di legge di iniziativa popolare entro il termine di un anno
dal deposito delliniziativa popolare.

Si prevede lAutorit garante, quale organo permanente per il giudizio di
ammissibilit dei referendum, al fine di evitare che ogni iniziativa abbia un collegio ad
hoc differenziato per composizione e orientamento interpretativo.


7. Potest amministrativa.

La revisione statutaria consente di affrontare in modo organico e innovativo il tema
dellinserimento dei principi di sussidiariet, adeguatezza e differenziazione con riferimento
allintero sistema istituzionale (quindi coinvolgendo organicamente tutti i livelli: Unione
regionale, Comunit autonome ed Enti locali); allo stesso modo pu essere affrontato anche
il tema del principio di sussidiariet cd. orizzontale).

Si propone pertanto di abbandonare il c.d. parallelismo delle funzioni e reimpostare il tema
della potest amministrativa e regolamentare delle Comunit autonome sulla base del nuovo
principio di sussidiariet, verticale e orizzontale, anche con riferimento allarticolo 4 del
d.lgs. 16 marzo 1992, n. 266 in materia di rapporti tra attivit amministrativa dello Stato e
delle Comunit, procedendo al suo inserimento nello schema di proposta di Statuto.

In questa prospettiva, si prevede che il passaggio allo Stato di funzioni nelle materie delle
Comunit in forza della sussidiariet sia subordinato a unintesa in Commissione paritetica
ed, eventualmente, a una norma di attuazione.

Si prevede inoltre che le Comunit autonome attribuiscano con legge agli enti locali e loro
forme associative le funzioni amministrative che non richiedono lesercizio unitario a livello
delle medesime Comunit, cui corrisponde un potere di indirizzo delle Comunit autonome
nei confronti degli enti locali, per garantire le medesime opportunit e i livelli di servizio su

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tutto il territorio provinciale pur assicurando al contempo la loro autonomia statutaria,
regolamentare e finanziaria.

Si prevede il mantenimento del potere di vigilanza e tutela delle Comunit autonome
sullattivit degli enti locali, ma vengono altres introdotti alcuni principi e criteri generali
per quanto riguarda le modalit di esercizio di tale potere, per assicurarne la terziet.

Si inserisce nello schema di proposta di Statuto la previsione del Consiglio delle autonomie,
rafforzandone anche il ruolo rispetto allattuale in materia di concorso allesercizio della
potest legislativa delle Comunit autonome, oltre che in materia di finanza locale.

Si mantiene altres la facolt di istituzioni sostitutive di quelle statali in materia di
previdenza e assicurazioni sociali.

Viene mantenuta la possibilit di delega di funzioni amministrative statali alle Comunit
autonome (in proposito, si veda quanto gi detto sopra in materia di entrate, universit,
servizi per l ordine pubblico e la giustizia, etc.).
Le funzioni gi delegate dallo Stato alla Regione o alle Province autonome relative alle
materie di competenza delle Comunit autonome sono attribuite alle Comunit medesime.
Con norma di attuazione dello Statuto sono inoltre attribuite alle Comunit autonome
funzioni proprie della Amministrazione statale, qualora linteresse tutelato non superi
lambito delle attuali Province.
Con intese o norme di attuazione statutaria, ove si renda necessaria una disciplina
normativa specifica nelle materie riservate allo Stato, sono disciplinate le forme e le
modalit di coordinamento tra lo Stato e le Comunit medesime secondo quanto previsto
dallarticolo 15, comma 2. Intese e norme di attuazione disciplinano altres i casi nei quali,
per la dimensione unitaria degli interessi da tutelare, sia prevista lattrazione in sussidiariet
in capo allo Stato di una competenza delle Comunit autonome.
Le Comunit autonome, gli enti locali e le loro forme associative attuano il principio di
sussidiariet, favorendo l'autonoma iniziativa dei cittadini, singoli o associati, nonch delle
autonomie funzionali, per lo svolgimento di attivit di interesse generale.
Lattribuzione delle funzioni in ogni caso correlata allattribuzione delle relative
risorse, necessarie per lesercizio ordinario, mediante la compartecipazione alle entrate
delle Comunit autonome. La percentuale della suddetta compartecipazione determinata
dintesa con il Consiglio delle autonomie e, in mancanza di intesa, prescritta la
maggioranza assoluta del Parlamento della Comunit autonoma. E fatta salva lassunzione
di oneri a carico del bilancio delle Comunit autonome, a sgravio dellerario, per
lattuazione degli obblighi di perequazione e risanamento della finanza pubblica
complessiva.
La potest regolamentare spetta alle Comunit autonome e agli enti locali o loro forme
associative nonch, nelle materie di propria competenza, allUnione regionale.
Gli enti locali e le loro forme associative hanno potest regolamentare in ordine alla
disciplina dellorganizzazione e dello svolgimento delle funzioni loro attribuite, nei limiti
dei requisiti minimi stabiliti dalla legge statale o della Comunit autonoma.
Le Comunit autonome provvedono a fornire allUnione regionale le risorse necessarie
allorganizzazione degli uffici per lo svolgimento di funzioni amministrative conferite dalle

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Comunit medesime, sulla base di una legge della stessa Unione regionale.


8. Potere estero ed europeo delle Comunit autonome e dellUnione regionale

E necessario recuperare quanto gi previsto nel progetto 2002 in materia di rapporti con
lUnione europea e attuazione delle norme comunitarie, adeguando e aggiornando quanto
definito, anche alla luce dellevoluzione del quadro normativo nazionale.

Parimenti si propone di mantenere - con gli opportuni perfezionamenti - quanto gi previsto
in materia di attuazione della Convenzione Quadro europea sulla cooperazione
transfrontaliera e di attuazione dei trattati internazionali.

Le Comunit partecipano alla formazione della posizione dello Stato presso gli organi
dell'Unione europea e danno attuazione ed esecuzione agli atti normativi dell'Unione
europea nelle materie di loro competenza, secondo quanto previsto nelle norme di
attuazione.

Per quanto riguarda i rapporti delle Comunit autonome con lUnione europea, le norme di
attuazione previste dallarticolo 25, individuano modi e forme con i quali le Comunit, nelle
materie di propria competenza:
- si possono relazionare direttamente con le istituzioni europee senza mediazione da parte
degli organi statali;
- possono intrattenere relazioni dirette con le istituzioni europee finalizzate allo
svolgimento delle attivit di propria competenza;
- possono richiedere al Governo della Repubblica di proporre ricorso dinanzi alla Corte di
giustizia dellUnione europea avverso gli atti normativi dellUnione ritenuti illegittimi;
- le Comunit partecipano alla formazione della posizione italiana da sostenere in sede di
Unione europea, quindi anche per le controdeduzioni che il Governo presenta alla
Commissione europea in caso di infrazione originata da un atto della Comunit
medesima o dello Stato nel caso che riguardi solo la Comunit;

In ordine ai rapporti internazionali, larticolo 26 prevede che le Comunit autonome, nelle
materie di propria competenza:
- provvedono direttamente a dare attuazione ed esecuzione ai trattati e agli accordi
internazionali sottoscritti dalla Repubblica italiana e possono concludere accordi con
altri Stati e intese con altre regioni e con enti, anche territoriali, interni ad altro Stato;
- danno diretta attuazione alla Convenzione-quadro europea sulla cooperazione
transfrontaliera delle collettivit e autorit territoriali, approvata a Madrid il 21 maggio
1980, nonch ai conseguenti protocolli, accordi e intese, anche prevedendo la
costituzione di organismi e altri soggetti comuni, di diritto pubblico o privato;
- possono promuovere e partecipare alla definizione di accordi interstatali e interregionali
per la costituzione di Autorit funzionali transfrontaliere, per il perseguimento di finalit
di interesse comune.



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9. Demanio e Patrimonio delle Comunit autonome.

Nello Statuto del 1948 la materia trattata dagli articoli 57 e 58, che prevedono per la
Regione la costituzione di un demanio regionale per strade, autostrade, strade ferrate e
acquedotti di interesse esclusivamente regionale, nonch di un patrimonio indisponibile
costituito dalle foreste di propriet dello Stato e dagli altri beni da trasferire dallo Stato, o
propri, destinati ad un pubblico servizio.

La Commissione dei 19, nel definire il Pacchetto del 1969 prevede, nellambito delle
misure riguardanti lordinamento autonomistico regionale e provinciale (misura 54), la
modifica dei predetti articoli con la successione della Provincia allo Stato e alla Regione nei
beni e nei diritti demaniali e patrimoniali di natura immobiliare, in corrispondenza delle
nuove materie alla stessa attribuite. E prevista lemanazione di apposite norme di
attuazione.

Il tutto si tradotto nellintroduzione di un nuovo articolo nello Statuto, nellambito del
titolo V, Demanio e patrimonio della regione e delle Province (articoli 66, 67 e 68), e in una
serie di norme di attuazione. La questione considerata di tale rilevanza che di essa si
occupa larticolo 108, comma terzo, delle disposizioni finali e transitorie dello Statuto,
come modificato ed integrato nel 1972, che, prevede, per lindividuazione dei beni e la loro
consegna, un termine pi breve (un anno dalla entrata in vigore della legge costituzionale n.
1 del 1971) rispetto a quello generale di due anni. Infatti i beni culturali di interesse
nazionale da mantenere allo Stato (18 beni in totale) sono individuati con d.P.R. 20 gennaio
1973, n. 48, e i beni da trasferire alle Province autonome di Trento e di Bolzano sono
individuati con d.P.R. 20 gennaio 1973, n. 115.

Questultimo d.P.R. viene in seguito pi volte modificato ed integrato in corrispondenza
delle varie fasi di trasferimento effettivo delle funzioni statali, con i relativi uffici e beni.
Preme sottolineare la particolare rilevanza del trasferimento alle Province di alcune
tipologie di beni, quali:
a) quelli culturali, nel cui ambito oggi rimangono allo Stato solo alcuni simboli, e cio il
monumento a Cesare Battisti a Trento e quello alla Vittoria, nonch il Monumento
allAlpino di Brunico nellAlto Adige, tutti gli altri sono stati trasferiti alla Provincia di
rispettiva competenza territoriale;
b) le foreste demaniali e tutte le aree militari, con la sola esclusione di quelle ancora adibite
al servizio della difesa nazionale;
c) le acque di tutte le categorie, compresi il lago di Garda (parte trentina), il fiume Adige e
il fiume Drava, questultimo classificato come acque internazionali (bacino del
Danubio), che hanno costituito presupposto anche per la previsione di uno specifico
piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche a livello provinciale, che tiene
luogo dei piani di bacino di interesse nazionale, nonch per il trasferimento alle
medesime Province delle funzioni statali in materia di utilizzo delle acque pubbliche,
comprese le concessioni di grandi derivazioni a scopo idroelettrico: tutto ci costituisce
per entrambi i territori elemento di assoluta rilevanza istituzionale, storica, politica ed
economica (oltre 50 concessioni che rappresentano una parte assai rilevante dellintera
produzione idroelettrica nazionale).

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Tenuto, pertanto, conto di quanto avvenuto fino ad oggi con le norme di attuazione
statutaria in materia di trasferimento di beni dello Stato, in particolare alle Province
autonome, ed in relazione a quanto previsto sopra in merito alla delega obbligatoria di
funzioni statali in alcune materie, si prevede un rafforzamento dei contenuti degli attuali
articoli 67 e 68 dello Statuto. In particolare si prevede il trasferimento alle Comunit
autonome del demanio e dei beni immobili riferiti alle funzioni trasferite o delegate alle
Comunit medesime sulla base del nuovo testo statutario.



10. Finanza delle Comunit autonome, dell Unione regionale e degli enti locali.

Nella relazione della Commissione dei 19, sulle cui basi formulato il Pacchetto pi volte
soprarrichiamato, largomento finanze regionali trattato unitariamente nel capitolo
riguardante anche il demanio e il patrimonio: il principio enunciato quello
delladeguamento delle finanze provinciali alle competenze delle quali la Provincia stessa
risulter dotata dopo il prospettato ampliamento delle attuali attribuzioni, in particolare
estendendo alla Provincia il principio della diretta devoluzione da parte dello Stato di una
percentuale delle entrate erariali come attualmente previsto dallarticolo 60 dello Statuto per
la Regione. Larticolo 60 prevedeva: E devoluta alla Regione una percentuale del gettito
del lotto, dei monopoli e delle tasse e imposte sugli affari, riscosso nel territorio della
Regione. La percentuale determinata ogni anno daccordo fra il Governo e il Presidente
della Giunta regionale.

Nellambito del Pacchetto trattano largomento le misure 55, 56, 57 e 58: la prima
prevede la modifica degli articoli 59, 60, 61 e 70 (dello Statuto) per abrogare il sistema di
finanziamento indiretto della Provincia ad opera della Regione e devolvere alla Provincia
entrate erariali in misura adeguata alle nuove competenze provinciali; la seconda prevede di
attribuire alle Province la facolt di sovraimporre ai tributi stabiliti dalla Regione e nei limiti
consentiti dalle leggi regionali; la terza si riferisce alla modifica dellarticolo 69 per
attribuire alle Province la competenza legislativa secondaria in materia di finanza locale. La
misura 58 prevede, infine, di modificare larticolo 70 (dello Statuto) per prevedere
lintegrazione dei bilanci comunali per le spese connesse con le esigenze del bilinguismo.

Nel 1989 lintero titolo VI dello Statuto stato sostituito con la legge n. 386, approvata dal
Parlamento su concorde richiesta del Governo e della Regione e delle Province autonome,
secondo la specifica procedura - alternativa a quella della legge costituzionale- prevista
dallarticolo 104 dello Statuto medesimo. In quel contesto viene introdotto il nuovo sistema
di finanza provinciale e regionale, fondato sulla compartecipazione ai gettiti dei tributi
erariali in misura dei 9/10 per tutti i tributi (alcuni dei quali attribuiti alla Regione, mentre
lIVA ripartita tra Province (7/10 e Regione 2/10); alla compartecipazione si aggiungono
una quota variabile da concordare con il Governo sulla base di una serie di criteri, una quota
dellIVA allimportazione (in seguito sostituita da una somma forfetaria dopo lingresso
dellAustria nella CEE) e la partecipazione al riparto dei fondi destinati nel bilancio dello
Stato alla generalit delle Regioni (ordinarie e speciali), oltre a tributi propri. Nel 1992 sono

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emanate le relative norme di attuazione con il d.lgs. 16 marzo 1992, n. 268.

A seguito della modifica del titolo V della Parte II della Costituzione del 2001 e
dellapprovazione della legge n. 42 del 2009 che attua il nuovo articolo 119 della medesima
Costituzione, relativo alla finanza delle Regioni e delle autonomie locali (ordinarie), che
contiene uno specifico articolo 27 sul coordinamento con i sistemi di finanziamento delle
autonomie speciali, viene concordata con il Governo una serie di modifiche sostanziali al
titolo VI dello Statuto del Trentino-Alto Adige, ancora utilizzando la particolare procedura
dellarticolo 104 sopra citato; modifiche apportate con i commi da 105 a 126 dellarticolo 1
della legge finanziaria statale per il 2010 (legge n. 191 del 2009). Le modifiche riguardano
il rafforzamento del sistema di compartecipazione ai gettiti tributari erariali, della potest
legislativa in particolare delle Province autonome in materia tributi, nonch di
coordinamento della finanza provinciale e locale, degli enti strumentali e delle autonomie
funzionali, anche per il rispetto degli obiettivi e degli obblighi derivanti dal patto di stabilit
interno e per il concorso delle autonomie al perseguimento del riequilibrio della finanza
pubblica e dei principi di perequazione e solidariet sanciti dallarticolo 119 della
Costituzione. Al contempo viene eliminata, in adeguamento al nuovo sistema di finanza
pubblica che si va profilando, una serie di fonti di entrata, quali la quota variabile, la somma
sostitutiva dellIVA allimportazione, la partecipazione ai fondi statali destinati alla
generalit delle Regioni.

In questa fase, al fine di attualizzare il principio di adeguatezza delle risorse alle competenze
e quello delle responsabilit delle entrate correlata alla responsabilit delle spese, si prevede
di integrare, secondo lo stile adottato per lintero progetto, il titolo ora, nel progetto, XII -
dedicato alla finanza e tributi delle Comunit autonome e dellUnione regionale, apportando
solo alcune non numerose, ma significative, ulteriori modifiche sostanziali rispetto ai
contenuti del vigente titolo VI dello Statuto. gi di recente modificato con la legge n. 191
del 2009.

Le nuove modifiche tengono conto dellesperienza maturata in fase di attuazione del citato
vigente titolo VI dello Statuto, come modificato nel 2009, dellevoluzione della crisi
economica e della finanza pubblica nonch delle novit introdotte nel frattempo sia a livello
costituzionale con la modifica dellarticolo 81 e lemanazione della legge attuativa (legge n.
243 del 2012). Sono state, altres, considerate le conseguenti modifiche in atto della
normativa statale in materia di finanza pubblica per il suo adeguamento agli obblighi
derivanti dallappartenenza dellItalia allUnione europea. Si tenuto, infine,
necessariamente conto del processo in atto, a livello parlamentare, per la progettazione di
una ulteriore fase di evoluzione dellordinamento italiano.

Pare opportuno, conseguentemente, introdurre nel nuovo progetto di Statuto:
a) la delega obbligatoria alle Comunit autonome delle funzioni statali in materia di
agenzie fiscali, ivi comprese quelle di accertamento, riscossione e amministrazione,
anche relative al contenzioso non giurisdizionale, dei tributi erariali, comunque
denominati, prevedendo altres che le somme riscosse dalle Comunit affluiscano nel
loro bilancio; per converso si prevede anche che le medesime Comunit si facciano
carico del concorso al bilancio dello Stato per le funzioni che rimangono a livello

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centrale anche per il territorio regionale, in particolare con il decimo delle entrate
derivanti dal gettito dei tributi erariali, nonch per la partecipazione allattuazione del
principio di perequazione e di solidariet di cui allarticolo 119 della Costituzione e per
il concorso allattuazione degli obblighi derivanti dal patto di stabilit e crescita
concordato dallItalia nellambito dellUnione europea. Pertanto si prevede anche che le
somme spettanti allo Stato sono periodicamente determinate nella loro entit ed erogate
allo Stato medesimo sulla base di apposita intesa Stato (Governo)-Comunit, definita
secondo le modalit stabilite da apposita norma di attuazione statutaria.
In questo modo viene, peraltro, a perdere ogni significato il confronto diretto con le
norme che regolano i rapporti tra lo Stato (persona) e le autonomie delle altre Regioni ed
enti locali, sia ordinarie che speciali - almeno fino a quando rimangono invariati lattuale
forma di Stato e gli attuali altri Statuti speciali - dato che la nuova impostazione viene a
fondarsi su un peculiare rapporto Stato-Comunit autonoma, assimilabile a quello
federativo, che prende in considerazione, secondo uno specifico, particolare ed unico
insieme normativo i principi fondamentali della Costituzione e gli interessi
istituzionali riferiti allo Stato Comunit;

b) il principio, gi accolto nella legge delega sul federalismo fiscale (articolo 27 della legge
n. 42 del 2009), che il coordinamento della finanza delle Comunit autonome e
dellUnione regionale con quella dello Stato demandato alle norme di attuazione
statutaria, anche per la definizione delle modalit sulla cui base viene operata lintesa
Stato-Comunit sopraccitata. In tale ambito viene anche determinato il concorso
finanziario delle Comunit medesime al riequilibrio della finanza pubblica e comunque
alla manovra complessiva di finanza pubblica e quindi agli obblighi derivanti
dallordinamento dellUnione europea e dal Patto di stabilit e crescita.
Con riferimento alla delega obbligatoria di funzioni statali in materia di entrate
tributarie, le norme di attuazione, oltre a prevedere la delega alle Comunit autonome
delle funzioni statali in materia, tra laltro, di agenzie fiscali, prevedono anche che le
somme riscosse dalle Comunit autonome nellesercizio delle dette funzioni
confluiscono nel bilancio delle Comunit medesime. Le somme spettanti allo Stato -
secondo quanto disposto dallo Statuto, dalle norme di attuazione e dalla vigente
legislazione - sono determinate nella loro entit ed erogate allo Stato medesimo sulla
base di quanto stabilito da intesa. Fra le somme a credito e a debito rispettivamente delle
Comunit autonome e dello Stato possibile operare la compensazione con le somme
spettanti alla Comunit stessa , ove la preveda lintesa e con le modalit dalla stessa
previste.

Con norme di attuazione sono altres disciplinate la soppressione delle strutture statali
operanti nel territorio delle Comunit autonome nonch le modalit del trasferimento dei
rapporti giuridici, ivi compresi quelli relativi ai beni e al personale, nonch le modalit di
esercizio della potest amministrativa e legislativa da parte delle Comunit medesime.

Poich il nuovo schema di proposta di Statuto prevede competenze dellUnione regionale
completamente riformulate rispetto a quelle della attuale Regione, prevalentemente correlate
alle materie di competenza delle due Comunit, viene previsto un corrispondente
adeguamento del sistema delle entrate dellUnione medesima, sostanzialmente a carattere

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derivato e quindi direttamente correlato ai bilanci e alle risorse delle Comunit medesime.

Anche le risorse finanziarie destinate alla finanza locale dipenderanno dalle scelte che
saranno operate dalle Comunit autonome con riferimento allattribuzione delle funzioni ai
comuni e allesercizio delle stesse, anche in forma obbligatoriamente associata. Le relative
forme e le modalit saranno individuate dalle leggi delle Comunit medesime con il
concorso del Consiglio delle autonomie. Nellambito di ciascuna Comunit dovr essere a
sua volta assicurato il rispetto, oltre che del principio di sussidiariet ed adeguatezza, anche
dei principi di perequazione e solidariet tra territori aventi diversa capacit economica e
quindi tributaria. In altri termini in tale sede si dovr tenere conto anche delle diverse
condizioni socioeconomiche e delle specifiche caratteristiche orografiche delle varie arre
componenti il territorio della Comunit autonoma.

Il titolo XII per quanto sopra non specificato, riprende i contenuti dellattuale titolo VI del
vigente Statuto, definendo, tra laltro, anche la potest tributaria delle Comunit autonome,
nonch i limiti allindebitamento.


11. Autorit garante.

Dei tredici statuti ordinari entrati in vigore, undici hanno previsto un organo di garanzia
statutaria (la Calabria lo aveva previsto e poi l'ha soppresso). A detto organo, composto da
esperti esterni, sono state attribuite varie funzioni: in particolare, giudizio di ammissibilit
dei referendum abrogativi, rispetto del regolamento consiliare, rispetto dello Statuto da parte
delle leggi e anche dei regolamenti, e quindi anche delle disposizioni programmatiche, con
possibilit per il Consiglio regionale di superare l'eventuale parere negativo o con una
maggioranza qualificata o con obbligo di motivazione. Il funzionamento di tale organo
finora stato inferiore alle attese. Lo si per previsto nello schema della proposta di
Statuto come organo consultivo del Parlamento delle Comunit in sede di verifica dei poteri
e per il giudizio di ammissibilit in tema di istituti di democrazia diretta.


12. Modifica dello Statuto.

A pi di dieci anni dallentrata in vigore della legge costituzionale n. 2 del 2001 nessuna
Regione speciale ha modificato il suo vecchio statuto; Friuli-Venezia Giulia e Sicilia hanno
presentato in Parlamento proposte che non hanno avuto alcun seguito. E noto che le
autonomie speciali hanno tentato a pi riprese, ma invano, di far introdurre nel nostro
ordinamento giuridico il principio dellapprovazione o modificazione dei loro statuti
speciali dintesa con la Regione interessata.

Nel disegno di legge costituzionale del 2005, non promulgato a seguito dellesito negativo
del referendum confermativo, si prevedeva che lo Statuto speciale dovesse essere approvato:
"previa intesa con la Comunit autonoma interessata sul testo approvato dalle due Camere
in prima deliberazione. Il diniego alla proposta di intesa pu essere manifestato entro
tre mesi dalla trasmissione del testo, con deliberazione a maggioranza dei due terzi dei

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componenti del Parlamento della Comunit autonoma interessata. Decorso tale termine
senza che sia stato deliberato il diniego, le Camere possono adottare la legge
costituzionale".

Nello schema di proposta di Statuto si scelta una strada diversa, che fa salvo il principio
dellintesa, limitando il potere di iniziativa legislativa al Governo della Repubblica previa
intesa con le Comunit autonome, che il Parlamento della Repubblica pu approvare o
respingere senza modifiche. Ai regolamenti parlamentari affidato il compito di
disciplinare i modi con i quali superare eventuali difformit di valutazione tra Parlamento,
Governo della Repubblica e Comunit autonome.


13. Norme di attuazione e Commissione dei dodici.

Il cd. Pacchetto delle misure a favore delle popolazioni altoatesine sopra ricordato prevede,
tra i suoi punti di maggior rilievo, il rafforzamento del ruolo - che diviene come vedremo di
fatto permanente - delle norme di attuazione statutaria e, soprattutto, il vincolo del parere
obbligatorio della Commissione paritetica Stato-Regione/Province di Trento e di Bolzano
prima della loro approvazione da parte del Consiglio dei Ministri (le misure 70 e 71
prevedono listituzione delle commissioni paritetiche dei 12 e dei 6). Tale parere
obbligatorio e le commissioni paritetiche non erano previsti dal precedente Statuto del 1948;
ci costitu una delle cause della crisi politico-istituzionale degli anni 50 e 60 che perme
la vita della Regione e i rapporti tra Italia e Austria.

Sullargomento delle norme di attuazione statutaria, per quanto riguarda la situazione
specifica del Trentino-Alto Adige, si pu osservare che:
a) con riferimento alla questione della collocazione delle norme di attuazione allinterno
del sistema delle fonti del nostro ordinamento, la Corte costituzionale (fra le tante, con la
sentenza n. 213 del 1998), ribadendo la competenza di carattere riservato e separato
delle norme di attuazione, ha anche affermato che le stesse, dotate di forza prevalente su
quella delle leggi ordinarie, finiscono per fissare, entro i contorni delineati dagli statuti o
eventualmente anche nello svolgimento e nellintegrazione delle norme statutarie, le
necessarie indicazioni per dare a queste ultime piena attuazione. Resta fermo che il
valore giuridico delle norme di attuazione, subordinate allo Statuto (oltre che alla
Costituzione), non le sottrae allordinario controllo di legittimit costituzionale, quando
contraddicano il loro compito di armonizzare nellunit dellordinamento giuridico i
contenuti e gli obiettivi particolari dellautonomia speciale;
b) il trasferimento di funzioni statali alle istituzioni dellAutonomia non pu dirsi mai
pressoch completato, se le stesse mantengono un ampio spazio soprattutto, ma non
solo, per quanto riguarda la delega di funzioni statali, che stata anche di recente (vedi
Universit e ammortizzatori sociali) ampiamente utilizzata, sia come strumento di
concorso delle Province autonome al risanamento della finanza pubblica e al
perseguimento degli obbiettivi e vincoli derivanti dai Trattati dellUnione europea, sia
per affrontare alcune questioni di significato strategico, come le grandi infrastrutture
ferroviarie, autostradali, energetiche e delle telecomunicazioni, la ricerca scientifica, la
cooperazione transfrontaliera;

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c) in tale quadro, ai fini di questo nuovo progetto, viene confermato il ruolo primario delle
norme di attuazione dello Statuto speciale e viene anche rafforzato il principio
bilaterale e paritetico, che presiede alla formazione di dette norme;
d) la garanzia della continuit delloperato delle Commissioni paritetiche e della
legittimazione delle stesse e del Governo ad attuare lo Statuto secondo la previsione
dell(attuale) articolo 107 dello Statuto determinante per mantenere un rapporto
dialettico, ma anche costruttivo, con le Amministrazioni dello Stato, che rimane uno
strumento assolutamente necessario per la tutela delle effettive specificit
dellautonomia.

In relazione a quanto sopra esposto, si ritenuto di introdurre una serie di innovazioni alla
attuale normativa statutaria sia nella parte ove si prevede la delega permanente al Governo
per lemanazione delle norme, sia in quella relativa alla composizione e alle attribuzioni
delle Commissioni paritetiche, pertanto:
1) si mantengono le due attuali Commissioni con il medesimo numero di componenti e
criterio di rappresentanza istituzionale, ma limitato alle due Comunit autonome, in
relazione alla struttura istituzionale individuata (sei componenti in rappresentanza dello
Stato, sei in rappresentanza delle Comunit autonome);
2) sono introdotte nuove disposizioni (ora non previste) sul funzionamento delle
commissioni, in relazione al pi rilevante ruolo attribuito alle stesse. Si prevede, infatti,
che la commissione presieduta a turno da un rappresentante statale e da uno delle
Comunit e che essa adotta il regolamento contenente le norme per il proprio
funzionamento, nel rispetto del principio di equiordinazione. Ci anche con riferimento
alle modalit di formazione delle decisioni, assicurando il rispetto del principio di leale
collaborazione e il criterio di pariteticit delle rappresentanze dei due livelli istituzionali
(statale e della Comunit);
3) altres introdotta la facolt del Parlamento della Comunit, su proposta del Governo, di
impartire indirizzi generali ai propri rappresentanti in seno alla commissione. Ci
soprattutto in relazione alla previsione, contenuta in pi parti del nuovo progetto di
Statuto, di disciplinare con norme di attuazione i rapporti tra legislazione statale e delle
Comunit, ove si tratti di materie trasversali, quali i livelli essenziali delle prestazioni
concernenti i diritti civili e sociali, la tutela della concorrenza ovvero ogni altra materia o
valore che conforma lattivit di tutti i livelli di governo della Repubblica. Si tenuto
conto, infine, del fatto che alle norme di attuazione demandata lindividuazione delle
modalit per la definizione delle intese tra Stato e Comunit, previste dallo Statuto
stesso;
4) si riconosce, pertanto, alle norme di attuazione la funzione di:
limitare la capacit invasiva degli ambiti di autonomia da parte dello Stato nel caso di
materie naturalmente interferenti tra loro;
regolare la leale collaborazione istituzionale Stato-Comunit nei casi di attrazione in
sussidiariet di materie di competenza esclusiva della Comunit stessa;
disciplinare il superamento delle mancate intese tra Stato e Comunit previste dallo
Statuto;
5) attribuito al Governo della Repubblica o delle Comunit il potere di iniziativa e di
proposta dei progetti di norme di attuazione;
6) previsto il termine di un anno per lemanazione delle norme di attuazione con le quali

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disciplinato il trasferimento alle Comunit autonome del personale, dei beni e delle
risorse, anche organizzative, gi destinate dallo Stato o da altri enti allesercizio delle
funzioni attribuite dal nuovo Statuto alle Comunit (quali, ad esempio, agenzie statali,
riscossione delle entrate tributarie erariali, grandi infrastrutture). Per il mancato rispetto
del termine di un anno le norme di attuazione prevedono misure finanziarie a valere sui
trasferimenti tributari dello Stato.


14. Rapporti con lo Stato.

Per quanto riguarda i rapporti con lo Stato, diversi da quelli attinenti la giustizia e i conflitti
avanti alla Corte Costituzionale, le leggi e lattivit amministrativa nonch i procedimenti di
modifica dello Statuto e dei confini delle Comunit, si prospetta il superamento dellattuale
configurazione della rappresentanza del Governo nel territorio delle Comunit, con la
conseguente soppressione dellUfficio del Commissario del Governo, le cui competenze
verrebbero affidate, in analogia a quanto previsto dal vigente Statuto della Regione
autonoma della Valle dAosta (art. 44), direttamente ai Presidenti delle Comunit;
mutuando il medesimo Statuto speciale della regione Valle dAosta, saranno individuate le
altre funzioni e compiti delegati dallo Stato al Presidente della Comunit autonoma.


15. Clausola di garanzia.

In considerazione della totale sostituzione e innovazione del testo dello Statuto di autonomia
si ritiene fortemente opportuno inserire, in chiusura, una clausola di garanzia, volta a
impedire interpretazioni restrittive o comunque peggiorative del nuovo Statuto rispetto alle
prerogative gi spettanti al Trentino-Alto Adige/Sdtirol in base al previgente (attuale)
Statuto.




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BOZZA DI
PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE

Statuto di Autonomia per il Trentino-Alto Adige/Sdtirol

INDICE
PREAMBOLO 31
TITOLO I 32
I PRINCIPI FONDAMENTALI, LE FINALIT E LE ISTITUZIONI DELLAUTONOMIA 32
ART 1 32
Istituzioni dellAutonomia del Trentino-Alto Adige/Sdtirol - Comunit autonome e Unione
regionale. Principi fondamentali 32
TITOLO II 34
TUTELA E PROMOZIONE DEI GRUPPI LINGUISTICI INSEDIATI NEL TERRITORIO
DELLE COMUNIT AUTONOME 34
ART. 2 34
Tutela e promozione dei gruppi linguistici 34
TITOLO III 35
ORGANI DELLE COMUNIT AUTONOME 35
ART. 3 35
Organi delle Comunit autonome 35
ART. 4 35
Il Parlamento 35
ART. 5 36
Il Governo 36
ART. 6 37
Il Presidente della Comunit autonoma 37
TITOLO IV 38
ORGANI DELLUNIONE REGIONALE 38
ART. 7 38
Organi dellUnione regionale 38
ART. 8 38
Il Consiglio 38
ART. 9 38
Il Governo 38
ART. 10 39
Il Presidente dellUnione regionale 39

- 28 -
TITOLO V 39
POTEST LEGISLATIVA DELLO STATO E DELLE COMUNIT 39
ART. 11 39
Potest legislativa dello Stato 39
ART. 12 40
Legge statutaria 40
ART. 13 41
Potest legislativa delle Comunit autonome 41
ART. 14 42
Potest legislativa dellUnione regionale 42
ART. 15 42
Disposizioni comuni 42
ART. 16 43
Qualit della produzione legislativa 43
TITOLO VI 44
MATERIE RIENTRANTI NELLA POTEST LEGISLATIVA DELLE COMUNIT
AUTONOME 44
ART. 17 44
Aree omogenee 44
ART. 18 45
Istituzioni, ordinamenti delle autonomie locali e delle autonomie funzionali nonch tutela e
promozione delle minoranze linguistiche 45
ART. 19 45
Sviluppo economico e attivit produttive 45
ART. 20 46
Territorio, ambiente, infrastrutture e trasporti 46
ART. 21 47
Servizi alla persona e politiche della conoscenza 47
ART. 22 47
Tutela del lavoro e mercato del lavoro 47
TITOLO VII 48
REFERENDUM E INIZIATIVA POPOLARE DELLE LEGGI 48
ART. 23 48
Referendum e iniziativa popolare delle leggi 48
TITOLO VIII 48
LA POTEST AMMINISTRATIVA 48
ART. 24 48
La potest amministrativa delle Comunit e degli enti locali nonch attuazione del principio di
sussidiariet e adeguatezza 48
TITOLO IX 50
ATTRIBUZIONI DELLE COMUNIT AUTONOME E DELLUNIONE REGIONALE IN
MATERIA DI RAPPORTI CON LUNIONE EUROPEA E DI RAPPORTI INTERNAZIONALI 50
ART. 25 50
Rapporti delle Comunit autonome con lUnione Europea 50

- 29 -
ART. 26 50
Rapporti internazionali delle Comunit autonome 50
TITOLO X 51
AUTORIT GARANTE 51
ART. 27 51
Autorit garante 51
TITOLO XI 51
AUTONOMIE LOCALI 51
ART. 28 51
Enti Locali 51
ART. 29 53
Tributi Locali 53
ART. 30 53
Finanza Locale 53
ART. 31 53
Consiglio delle autonomie 53
TITOLO XII 55
FINANZA E TRIBUTI DELLE COMUNIT AUTONOME E DELLUNIONE REGIONALE 55
ART. 32 55
Finanza delle Comunit autonome e dellUnione regionale 55
ART. 33 56
Delega alle Comunit autonome delle funzioni statali in materia di agenzie fiscali e di accertamento,
riscossione dei tributi erariali e del relativo contenzioso 56
ART. 34 56
Potest tributaria delle Comunit autonome 56
ART. 35 57
Limiti all'indebitamento 57
ART. 36 57
Concorso delle Comunit autonome e dellUnione regionale agli obiettivi di finanza pubblica, di
attuazione degli obblighi dellUnione europea di cui al patto di stabilit e sviluppo interno nonch
al perseguimento dei principi di perequazione e solidariet 57
TITOLO XIII 58
DEMANIO E PATRIMONIO DELLE COMUNIT 58
ART. 37 58
Demanio e patrimonio delle Comunit autonome 58
TITOLO XIV 59
ORGANI GIURISDIZIONALI 59
ART. 38 59
Tribunali regionali di giustizia amministrativa e giudici di pace 59

- 30 -
TITOLO XV 60
CORTE COSTITUZIONALE 60
ART. 39 60
Ricorsi dello Stato alla Corte costituzionale 60
ART. 40 60
Ricorsi delle Comunit autonome e dellUnione regionale 60
TITOLO XVI 61
ART. 41 61
Funzioni statali delegate al Presidente della Comunit autonoma 61
TITOLO XVII 61
ART. 42 61
Revisione e modifiche dello Statuto speciale 61
ART. 43 62
Norme di attuazione dello Statuto speciale, commissioni paritetiche e procedure per le intese tra
Stato e Comunit 62
TITOLO XVIII 63
ART. 44 63
Clausola di salvaguardia 63




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BOZZA DI
PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE

Statuto di Autonomia per il Trentino-Alto Adige/Sdtirol




PREAMBOLO


Il presente Statuto, richiamandosi allAccordo italo-austriaco concluso a
Parigi il 5 settembre 1946 e al riconoscimento della soluzione della connessa
controversia internazionale nel 1992 da parte dellOrganizzazione delle Nazioni
Unite, finalizzato ad assicurare la condivisione del territorio alpino da parte di
tutte le popolazioni del Trentino e dell'Alto Adige/Sdtirol che vi sono
tradizionalmente insediate e dei gruppi linguistici nei quali esse sono identificate
nonch a garantire loro una particolare valorizzazione dell'autonomia e delle
rispettive istituzioni.
Il Trentino e lAlto Adige/Sdtirol, attraverso le Comunit autonome e
lUnione regionale quali loro attuali istituzioni rappresentative, confidando nel
riconoscimento costituzionale e nel pieno rispetto della propria comune
plurisecolare tradizione storica e culturale da parte della Repubblica italiana,
esercitano le proprie funzioni autonome di governo, partecipano
responsabilmente e con solidariet alla determinazione delle politiche nazionali,
favoriscono, nell'ambito delle proprie competenze, la collaborazione
internazionale e l'integrazione europea, e, anche in attuazione dell'Accordo di cui
al primo comma, promuovono la cooperazione interregionale e transfrontaliera.




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TITOLO I
I PRINCIPI FONDAMENTALI, LE FINALIT E LE ISTITUZIONI
DELLAUTONOMIA


Art 1
Istituzioni dellAutonomia del Trentino-Alto Adige/Sdtirol - Comunit
autonome e Unione regionale. Principi fondamentali

1. Il Trentino e lAlto Adige/Sdtirol dispongono, in virt dellaccordo italo-
austriaco concluso a Parigi il 5 settembre 1946, delle forme e delle condizioni di
autonomia previste dal presente Statuto, entro l'unit della Repubblica italiana, una
e indivisibile, sulla base dei principi fondamentali della Costituzione.
2. Nel Trentino-Alto Adige/Sdtirol riconosciuta parit di diritti ai cittadini,
qualunque sia il gruppo linguistico al quale appartengono, e sono salvaguardate le
rispettive caratteristiche etniche e culturali. E altres riconosciuto il diritto di tutti i
residenti di partecipare allelaborazione e determinazione delle politiche locali e
delle Comunit.
3. Per lesercizio della potest legislativa e della potest amministrativa di cui
dispongono il Trentino e lAlto Adige/Sdtirol, sono istituite le Comunit
autonome del Trentino e dellAlto Adige/Sdtirol. Le Comunit costituiscono
lUnione regionale del Trentino-Alto Adige/Sdtirol.
4. Le Comunit autonome del Trentino e dellAlto Adige/Sdtirol e lUnione
regionale del Trentino-Alto Adige/Sdtirol, nelle forme e con le modalit previste
dal presente Statuto, promuovono e favoriscono:
a) la salvaguardia e la promozione delle peculiarit culturali, storiche ed
economiche delle popolazioni insediate nel loro territorio, dei gruppi
linguistici nei quali esse si articolano, nonch degli emigrati e delle loro
comunit allestero; in particolare assicurato lutilizzo della propria lingua
anche nei rapporti con le pubbliche amministrazioni e i gestori di pubblici
servizi, linsegnamento della lingua e della cultura proprie di ciascun gruppo
linguistico nelle scuole di ogni ordine e grado, la valorizzazione delle proprie
iniziative e attivit culturali di stampa e ricreative, il rispetto della
toponomastica e delle tradizioni popolari, luso della lingua dei medesimi
gruppi linguistici negli atti anche normativi delle pubbliche amministrazioni,
nei limiti e con le modalit stabilite dalle norme di attuazione del presente
Statuto, tenendo conto delle specifiche peculiarit dei territori e delle
popolazioni residenti rispettivamente nella Comunit autonoma dellAlto
Adige/Sdtirol e nella Comunit autonoma del Trentino;
b) la partecipazione, nell'ambito delle loro competenze e in tutte le forme
consentite dalla Costituzione, al processo di integrazione europea e allo
sviluppo della cooperazione internazionale, interregionale e transfrontaliera,
con particolare riferimento alla promozione e alla piena attuazione della

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cooperazione internazionale transfrontaliera delle regioni e dei corrispondenti
enti e istituzioni territoriali dellarea alpina;
c) lautonoma iniziativa dei cittadini, singoli o associati, per lo svolgimento di
attivit di interesse generale;
d) l'attuazione del principio di sussidiariet tra diversi livelli istituzionali,
attribuendo la titolarit delle funzioni amministrative ai comuni e agli altri enti
locali pi vicini agli interessi dei cittadini, nel rispetto del criterio di
differenziazione e adeguatezza, per assicurare l'efficienza e l'efficacia della
attivit delle pubbliche amministrazioni, anche mediante le forme pi
appropriate di esercizio associato, anche obbligatorio, delle funzioni e dei
servizi sulla base delle disposizioni della legge delle Comunit autonome;
e) la rimozione delle condizioni, che ostacolano o impediscono di fatto la piena
libert e l'uguaglianza dei cittadini e dei gruppi, nonch l'effettiva uguaglianza
tra l'uomo e la donna nel lavoro e in ambito economico, politico e culturale.
Nel presente Statuto luso del genere maschile per indicare i soggetti titolari di
diritti, incarichi pubblici e stati giuridici da intendersi riferito a entrambi i
generi;
f) la tutela e la valorizzazione dei beni di uso civico e delle propriet collettive,
nonch delle istituzioni deputate alla loro gestione, quali elementi
fondamentali per la vita e per lo sviluppo delle popolazioni locali e quali
strumenti primari per la salvaguardia ambientale e culturale del patrimonio e
del paesaggio agro-silvo-pastorale.
5. I cittadini residenti nella Comunit autonoma dellAlto Adige/Sdtirol e
quelli residenti nei comuni ladini, mocheni e cimbri della Comunit autonoma del
Trentino, secondo quanto previsto dalla legge delle rispettive Comunit, hanno
diritto alla precedenza nel collocamento al lavoro nei territori di rispettiva
residenza, esclusa ogni distinzione basata sullappartenenza ad un gruppo
linguistico o sull'anzianit di residenza. Con legge dellUnione regionale possono
essere previste forme di reciprocit tra i rispettivi territori.
6. Il territorio delle Comunit autonome del Trentino e dellAlto
Adige/Sdtirol suddiviso nei territori dei comuni. Con leggi delle Comunit,
sentite mediante referendum le popolazioni interessate, possono essere accorpati i
comuni esistenti per il perseguimento ottimale dei principi di sussidiariet,
adeguatezza e buon andamento delle pubbliche amministrazioni.
7. Fermo restando quanto stabilito dal comma 6, le altre modifiche del
territorio delle due Comunit autonome sono approvate con legge statale, previa
intesa con i Parlamenti delle Comunit medesime, espressa in seduta congiunta
nellambito del Consiglio dellUnione regionale, conformemente allesito positivo
del referendum indetto fra le popolazioni interessate.
8. La legge delle Comunit autonome individua la rispettiva citt capoluogo e
disciplina le caratteristiche e le modalit di utilizzo dello stemma e del gonfalone di
cui le Comunit e lUnione dispongono.




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TITOLO II
TUTELA E PROMOZIONE DEI GRUPPI LINGUISTICI INSEDIATI NEL
TERRITORIO DELLE COMUNIT AUTONOME


Art. 2
Tutela e promozione dei gruppi linguistici

1. Nel territorio del Trentino e dellAlto Adige/Sdtirol litaliano la lingua
ufficiale. Nel territorio dellAlto Adige/Sdtirol la lingua tedesca parificata a
quella italiana, in quanto lingua ufficiale dello Stato. La lingua italiana fa testo
negli atti aventi carattere legislativo e nei casi nei quali prevista dal presente
Statuto la redazione bilingue.
2. Le popolazioni ladine e quelle mochene e cimbre dei comuni di
Fierozzo/Vlarotz, Frassilongo/Garait, Pal del Fersina/Palae en Bersntol e
rispettivamente del Comune di Luserna/Lusern hanno diritto alla valorizzazione
delle proprie iniziative e attivit culturali, di stampa e ricreative, nonch al rispetto
della toponomastica e delle tradizioni delle popolazioni stesse.
3. Nelle scuole dei comuni della Comunit autonoma del Trentino, ove
parlato il ladino, il mocheno o il cimbro, garantito l'insegnamento della lingua e
della cultura ladina o tedesca.
4. Un seggio del Parlamento della Comunit autonoma del Trentino
assegnato al territorio coincidente con quello dei comuni di Campitello di Fassa -
Ciampedel, Canazei - Cianacei, Mazzin - Mazin, Moena - Moena, Pozza di Fassa -
Poza, Soraga - Soraga e Vigo di Fassa Vich ove insediato il gruppo linguistico
ladino di Fassa, ed attribuito secondo le norme stabilite con la legge indicata
nellarticolo 12, comma 1. I candidati allelezione del medesimo Parlamento che
ottengono il maggior numero di preferenze nelle sezioni elettorali dei comuni di
Fierozzo/Vlarotz, Frassilongo/Garait, Pal del Fersina/Palae en Bersntol e,
rispettivamente del Comune di Luserna/Lusern, se non risultano eletti, hanno titolo,
per la durata della legislatura, a partecipare come membro aggiunto allattivit del
Parlamento della Comunit autonoma senza diritto di voto. I medesimi candidati
non eletti hanno diritto di presentare interrogazioni e di proporre mozioni e ordini
del giorno; svolgono altres in forma collegiale le ulteriori attribuzioni previste
dalla legge della Comunit.






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TITOLO III
ORGANI DELLE COMUNIT AUTONOME


Art. 3
Organi delle Comunit autonome

1. Sono organi delle Comunit autonome:

a) il Parlamento;
b) il Governo;
c) il Presidente della Comunit autonoma.


Art. 4
Il Parlamento

1. Il Parlamento della Comunit autonoma esercita le potest legislative
attribuite alla Comunit medesima e le altre funzioni conferitegli dal presente
Statuto o sulla base di esso.
2. Le norme che disciplinano l'attivit del Parlamento sono stabilite da un
regolamento interno approvato a maggioranza dei componenti. Il regolamento
interno prevede, tra laltro, le garanzie assicurate alla funzione di opposizione. Tale
ruolo tutelato, in particolare, riconoscendo a una minoranza qualificata la facolt
di istituire commissioni speciali, anche con finalit di indagine, nonch
disciplinando i tempi per lesame nel merito delle proposte delle minoranze
politiche, la composizione degli organismi con funzioni di vigilanza e controllo e,
nellambito della programmazione dei lavori, il diritto alla trattazione di una quota
delle proposte di legge presentate dalle minoranze politiche medesime.
3. Il Presidente e il vice Presidente del Parlamento che non adempiano agli
obblighi del loro ufficio sono revocati dal Parlamento stesso a maggioranza dei
suoi componenti. A tale scopo il Parlamento pu essere convocato su richiesta di
almeno un terzo dei componenti.
4. Ove il Presidente del Parlamento o il vice Presidente non provveda alla
convocazione entro quindici giorni dalla richiesta, il Parlamento convocato dal
Presidente della Comunit.
5. Se il Presidente della Comunit autonoma non convoca il Parlamento della
Comunit medesima entro quindici giorni dalla scadenza del termine prescritto nel
comma 4, la convocazione ha luogo a cura del Presidente del Consiglio dei
Ministri.
6. Il Parlamento delle Comunit autonome pu approvare e presentare al
Parlamento progetti di legge statale, anche nelle materie non rientranti nella propria
competenza.
7. La prima riunione del nuovo Parlamento ha luogo non oltre il ventesimo

- 36 -
giorno dalla proclamazione degli eletti, su convocazione del Presidente della
Comunit autonoma in carica.
8. I Parlamenti delle Comunit autonome disciolti continuano ad esercitare le
loro funzioni sino alla prima seduta dei nuovi Parlamenti eletti.
9. Il Parlamento della Comunit autonoma accerta leventuale esistenza di
cause di incandidabilit, ineleggibilit o incompatibilit dei propri componenti,
sentito il parere dellAutorit garante di cui allarticolo 27.
10. I membri del Parlamento rappresentano l'intera Comunit senza vincolo di
mandato. Prima di essere ammessi all'esercizio delle loro funzioni, essi prestano
giuramento di essere fedeli alla Costituzione della Repubblica e allo Statuto del
Trentino-Alto Adige/Sdtirol.
11. I membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle
opinioni espresse e dei voti dati nell'esercizio delle loro funzioni.
12. Il Parlamento pu essere sciolto quando compia atti contrari alla
Costituzione o allo Statuto o gravi violazioni di legge o altres nel caso di elezione
indiretta del Presidente e del Governo della Comunit, non sostituisca il Governo o
il suo Presidente, che abbiano compiuto analoghi atti o violazioni.
13. Lo scioglimento disposto con decreto motivato del Presidente della
Repubblica previa deliberazione dei Consiglio dei ministri, sentita una
Commissione di deputati e senatori costituita, per le questioni regionali, nei modi
stabiliti con legge della Repubblica.
14. Con lo stesso decreto di scioglimento nominata una Commissione di tre
membri, scelti tra i cittadini eleggibili al Parlamento della Comunit autonoma. Per
la Comunit autonoma dellAlto Adige/Sdtirol la commissione deve adeguarsi alla
consistenza dei gruppi linguistici che costituiscono la popolazione della Comunit
stessa. La commissione elegge tra i suoi componenti il Presidente, il quale esercita
le attribuzioni del Presidente della Comunit autonoma. La commissione indice le
elezioni del nuovo Parlamento entro tre mesi e adotta i provvedimenti di
competenza del Governo della Comunit autonoma e quelli di carattere
improrogabile. Questi ultimi perdono la loro efficacia, ove non siano ratificati dal
Parlamento entro un mese dalla sua convocazione. Il nuovo Parlamento
convocato dalla commissione entro venti giorni dalle elezioni.


Art. 5
Il Governo

1. Il Governo composto dal Presidente della Comunit stessa, dal vice
Presidente e dagli assessori. Il sistema di elezione o nomina, le cause di
incandidabilit, ineleggibilit o incompatibilit con la carica sono disciplinate con
la legge statutaria di cui allarticolo 12. La medesima legge prevede le modalit per
assicurare il diritto di partecipazione ai lavori del Governo assicurando lintervento,
senza diritto di voto, dei rappresentanti delle popolazioni ladina, mochena e cimbra
di cui allarticolo 2, comma 4, quando si trattino argomenti attinenti in particolare

- 37 -
la promozione e la tutela delle rispettive lingue e culture.
2. La legge statutaria prevede che al Governo spetta:
a) la deliberazione di testi unici, aventi forza di legge, di riordino delle leggi in
vigore, su delega del Parlamento della Comunit, con determinazione dei
principi e criteri direttivi, per oggetti delimitati e con un termine temporale
individuato. Ad ogni legislatura, ove occorra, si provvede al riordino della
legislazione vigente per settori organici di materie. Le disposizioni recate dai
testi unici possono essere modificate, derogate, sospese o abrogate da
successive leggi della Comunit autonoma solo attraverso lesplicita indicazione
delle disposizioni da modificare, derogare, sospendere o abrogare. I giudici
disapplicano le disposizioni non conformi a quanto previsto dal periodo
precedente;
b) la deliberazione dei regolamenti per lesecuzione e lattuazione delle leggi della
Comunit autonoma e, ove previsto dal presente Statuto o su delega dello Stato,
delle leggi statali;
c) ladozione dei ricorsi alla Corte costituzionale. La deliberazione comunicata al
Parlamento della Comunit.


Art. 6
Il Presidente della Comunit autonoma

1. Il sistema di elezione del Presidente della Comunit autonoma e le cause di
incandidabilit, ineleggibilit o incompatibilit con la carica sono disciplinate con
la legge statutaria di cui allarticolo 12.
2. La predetta legge prevede in ogni caso che il Presidente della Comunit
autonoma:
a) dirige la politica del Governo e ne responsabile;
b) promulga le leggi ed emana i regolamenti;
c) adotta i provvedimenti contingibili e urgenti nell'interesse delle popolazioni di
due o pi comuni, salvo che in materia di ordine pubblico fermo restando
quanto previsto dallarticolo 41;
d) presenta al Parlamento della Comunit medesima, unitamente ai disegni di
legge concernenti la manovra finanziaria, una specifica relazione sullo stato di
attuazione del programma di legislatura nonch delle leggi della Comunit
stessa e sulla loro efficacia nonch sulle misure di carattere legislativo che
intende proporre per il loro miglioramento;
e) ha la rappresentanza della Comunit autonoma.
3. Il Presidente della Comunit autonoma interviene alle sedute del Consiglio
dei Ministri, quando si trattano questioni che riguardano specificamente la
Comunit.
4. I Presidenti delle Comunit autonome rappresentano anche lUnione
regionale negli organismi di coordinamento tra lo Stato e le Regioni.



- 38 -


TITOLO IV
ORGANI DELLUNIONE REGIONALE


Art. 7
Organi dellUnione regionale

1. Sono organi della Unione regionale:
a) il Consiglio;
b) il Governo;
c) il Presidente dellUnione regionale.


Art. 8
Il Consiglio

1. Il Consiglio dellUnione regionale costituito dai Parlamenti delle
Comunit del Trentino e dellAlto Adige/Sdtirol in seduta comune. Esso delibera
con la maggioranza di entrambi i Parlamenti. Al Consiglio spetta lapprovazione
delle leggi e degli altri atti previsti dal presente Statuto o sulla base di esso.
2. Le norme, che disciplinano l'attivit e il funzionamento del Consiglio, sono
stabilite da un regolamento interno approvato a maggioranza assoluta dei
componenti di entrambi i Parlamenti delle Comunit autonome. Il regolamento
interno prevede, tra laltro, le prerogative assicurate alle minoranze linguistiche e
politiche in seno ai Parlamenti delle Comunit autonome, alle quali garantita, in
particolare, nellambito della programmazione dei lavori, la trattazione di una quota
delle proposte di legge da esse presentate.


Art. 9
Il Governo

1. Il Governo formato dai Presidenti delle due Comunit autonome. Esso
delibera mediante intesa tra i Presidenti medesimi. Le norme che disciplinano
l'attivit e il funzionamento del Governo sono stabilite da un regolamento
approvato dintesa tra i Presidenti delle Comunit autonome.
2. Il Governo svolge funzioni di proposta al Consiglio, nonch funzioni e
compiti che sono ad esso attribuiti dalle leggi dellUnione regionale.



- 39 -
Art. 10
Il Presidente dellUnione regionale

1. Il Presidente dellUnione regionale di diritto, a turno di trenta mesi, uno
dei Presidenti delle Comunit autonome. In caso di assenza o impedimento, ne
svolge le funzioni laltro Presidente di Comunit.
2. Il Presidente dellUnione regionale:
a) promulga le leggi ed emana i regolamenti dellUnione regionale;
b) presenta al Consiglio, unitamente ai disegni di legge concernenti il bilancio e
recanti disposizioni finanziarie, una specifica relazione sullo stato di attuazione
del programma di legislatura, delle leggi dellUnione e sulla loro efficacia
nonch sulle misure di carattere legislativo che intende proporre per il loro
miglioramento;
c) ha la rappresentanza dellUnione regionale;
d) interviene alle sedute del Consiglio dei Ministri, quando si trattano questioni
che riguardano specificamente lUnione regionale.




TITOLO V
POTEST LEGISLATIVA DELLO STATO E DELLE COMUNIT


Art. 11
Potest legislativa dello Stato

1. Nel rispetto della Costituzione, del presente Statuto, dei vincoli derivanti
dall'ordinamento dellUnione europea e dagli obblighi internazionali nonch del
principio di tutela dei gruppi linguistici di cui all'articolo 1, comma 4, spetta allo
Stato la potest legislativa in riferimento a:
a) politica estera e rapporti internazionali dello Stato; rapporti dello Stato con
l'Unione europea; diritto di asilo e condizione giuridica dei cittadini di Stati non
appartenenti all'Unione europea;
b) immigrazione;
c) rapporti tra lo Stato e le confessioni religiose;
d) difesa e Forze armate; sicurezza dello Stato; armi, munizioni ed esplosivi;
e) moneta, tutela del risparmio e mercati finanziari; sistema valutario; sistema
tributario e contabile dello Stato;
f) organi dello Stato e relative leggi elettorali; referendum statali; elezione del
Parlamento europeo;
g) cittadinanza, stato civile e anagrafe;
h) titoli di studio aventi valore legale;
i) dogane, protezione dei confini nazionali e profilassi internazionale;

- 40 -
l) pesi, misure e determinazione del tempo; coordinamento informativo statistico
e informatico dei dati dell'amministrazione statale, regionale e locale; opere
dell'ingegno;
m) ordinamento e organizzazione amministrativa dello Stato e degli enti pubblici
nazionali.
2. Salvo quanto diversamente previsto dal presente Statuto, resta ferma la
potest legislativa dello Stato in materia di:
a) ordine pubblico e sicurezza, ad esclusione della polizia locale;
b) giurisdizione e norme processuali; ordinamento civile e penale; giustizia
amministrativa;
c) determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili
e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale;
d) tutela della concorrenza;
e) previdenza sociale;
f) definizione degli standard ambientali di tutela uniformi sullintero territorio
nazionale.
3. La regolazione dei rapporti finanziari tra lo Stato, le Comunit autonome e
lUnione regionale, al fine di concorrere al conseguimento degli obiettivi di
perequazione e solidariet e allesercizio dei diritti e dei doveri dagli stessi
derivanti, nonch allassolvimento degli obblighi di carattere finanziario posti
dallordinamento dellUnione europea, dal patto di stabilit interno e dalle altre
misure di coordinamento della finanza pubblica, disciplinata nel titolo XII.


Art. 12
Legge statutaria

1. La Comunit autonoma disciplina con legge, approvata dal relativo
Parlamento con la maggioranza dei suoi componenti, in armonia con la Costituzione,
con il presente Statuto e nel rispetto degli obblighi derivanti dallordinamento
dellUnione europea e degli obblighi internazionali:
a) la forma di governo della Comunit autonoma ed in particolare i principi
fondamentali di organizzazione e funzionamento della Comunit medesima, gli
organi, le relative attribuzioni e compiti, le modalit di elezione del Parlamento,
di elezione o nomina del Presidente e del Governo della Comunit, i rapporti tra
gli organi, compresa la disciplina del rapporto di fiducia tra Parlamento,
Presidente e Governo e gli effetti dellapprovazione della mozione di sfiducia, i
casi di incandidabilit, ineleggibilit e incompatibilit con le predette cariche. La
relativa disciplina attuativa assicura il conseguimento dell'equilibrio della
rappresentanza di genere e promuove condizioni di parit per l'accesso alle
consultazioni elettorali;
b) l'esercizio del diritto di iniziativa popolare delle leggi e del referendum
abrogativo, consultivo e deliberativo. Le Comunit prevedono forme di
consultazione e strumenti di partecipazione democratica che rendono effettivo il
coinvolgimento dei residenti alla elaborazione e determinazione delle politiche
locali e delle Comunit medesime;

- 41 -
c) le istituzioni del governo locale e i principi fondamentali del loro ordinamento,
compreso il sistema di elezione dei relativi organi, anche ai fini dellattuazione
dei principi di sussidiariet, adeguatezza e differenziazione, dellattribuzione
delle funzioni amministrative e della disciplina del loro esercizio, anche in forma
associata, ed eventualmente obbligatoria;
d) i principi sul procedimento legislativo, per le finalit di cui allarticolo 16, nonch
sullattivit e sui procedimenti amministrativi;
e) leventuale istituzione di organi di controllo, anche di carattere finanziario e di
garanzia, disciplinando le relative competenze nei rapporti tra il Parlamento e il
Governo.
2. Le disposizioni legislative di cui al comma 1 sono sottoposte a referendum
confermativo, la cui disciplina prevista da apposita legge di ciascuna Comunit
autonoma, se entro tre mesi dalla loro pubblicazione ne fa richiesta un cinquantesimo
degli elettori o un quinto dei componenti del Parlamento della Comunit. La legge
sottoposta a referendum non promulgata se non approvata dalla maggioranza dei
voti validi.
3. Se le disposizioni legislative previste dal comma 1 sono state approvate a
maggioranza dei due terzi dei componenti, si fa luogo a referendum soltanto se, entro
tre mesi dalla loro pubblicazione, la richiesta sottoscritta da un quindicesimo degli
aventi diritto al voto per l'elezione del Parlamento della Comunit.


Art. 13
Potest legislativa delle Comunit autonome

1. Le Comunit autonome hanno potest legislativa, nel rispetto dei limiti di cui
al comma 1 dellarticolo 11, in ogni materia non riservata allo Stato o attribuita
allUnione regionale dal presente Statuto. In particolare, le Comunit autonome
hanno potest legislativa nelle aree e nelle materie individuate dal titolo VI, che sono
adeguate, integrate e precisate con norma di attuazione o con procedure dintesa ai
sensi del presente Statuto.
2. Nelle materie di cui allarticolo 11, lo Stato, con norma di attuazione del
presente Statuto, pu delegare la potest legislativa e amministrativa alle Comunit
autonome, individuandone i limiti. Sono in ogni caso delegate alle Comunit
autonome, nel rispetto dei limiti di cui allarticolo 11 e dei principi fondamentali
delle leggi statali in materia, le funzioni legislative e amministrative statali nelle
materie concernenti:
a) universit;
b) cassa integrazione guadagni, disoccupazione e mobilit;
c) accertamento e riscossione dei tributi erariali, comprese le funzioni spettanti alle
agenzie fiscali dello Stato;
d) attivit di supporto alla giustizia amministrativa, civile, penale e minorile e
ordine pubblico.
3. Nelle materie di cui allarticolo 11, le Comunit autonome hanno facolt di
emanare norme legislative di attuazione e integrazione delle leggi statali. Nelle

- 42 -
materie della previdenza e delle assicurazioni sociali, le Comunit autonome hanno
facolt di costituire appositi istituti autonomi o di agevolarne listituzione in
sostituzione di quelli a ordinamento statale. Le prestazioni di tali istituti autonomi a
favore degli interessati non possono essere inferiori a quelle dei corrispondenti istituti
a ordinamento statale.


Art. 14
Potest legislativa dellUnione regionale

1. Spetta allUnione regionale, in attuazione del principio di sussidiariet e al
fine di consentire il perseguimento e la realizzazione degli interessi comuni alle due
Comunit autonome, la potest legislativa nei seguenti ambiti:
a) cooperazione istituzionale tra le Comunit medesime per il migliore esercizio di
funzioni o compiti nelle materie di loro competenza. Tra le forme di cooperazione
compresa lorganizzazione degli uffici necessari per lo svolgimento di funzioni
amministrative conferite dalle Comunit allUnione regionale, nonch
lemanazione di atti di indirizzo strategico di settore, non aventi forza di legge,
nelle medesime materie;
b) approvazione di leggi di spesa per lattuazione delle funzioni di cui alla lettera a);
c) attuazione delle funzioni e dei compiti ad essa attribuiti dal presente Statuto;
d) svolgimento di funzioni e di compiti attribuiti direttamente dallo Stato allUnione
con norme di attuazione.


Art. 15
Disposizioni comuni

1. Nelle materie attribuite alla competenza legislativa delle Comunit autonome
e dellUnione regionale, fino a quando non sia diversamente disposto con leggi delle
medesime, si applicano le leggi dello Stato. Tale disposizione si applica anche
quando l'efficacia delle disposizioni legislative delle Comunit autonome e
dellUnione regionale cessa per effetto di sentenza della Corte costituzionale, fermo
restando quanto disposto dal titolo VIII.
2. La potest legislativa delle Comunit autonome e dellUnione regionale
prevista agli articoli 13 e 14, quando correlata alla tutela della concorrenza, ai
livelli minimi essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, nonch a
ogni altra materia o valore che conforma lattivit di tutti i livelli di governo della
Repubblica e che incide sulle materie di loro competenza, esercitata in piena
autonomia nel rispetto dei limiti del comma 1 dellarticolo 11, fino alla definizione di
unintesa con lo Stato o di specifiche norme di attuazione statutaria, che definiscono i
criteri e le modalit di coordinamento tra le competenze statali e quelle delle
Comunit autonome e dellUnione regionale.
3. Si applicano direttamente nel territorio delle Comunit autonome le leggi
costituzionali, gli atti legislativi dello Stato nelle materie nelle quali alle Comunit

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autonome e allUnione regionale attribuita delega di funzioni statali di cui
allarticolo 13, nonch le norme internazionali e dellUnione europea, in quanto
immediatamente applicabili.
4. Le leggi gi approvate dalle Comunit autonome e dallUnione regionale
devono essere adeguate, conformemente allintesa o alla norma di attuazione di cui al
comma 2, entro i sei mesi successivi alla pubblicazione dell'intesa o della norma
dattuazione medesime nella Gazzetta ufficiale.
5. Decorso il termine di cui al comma 4, le disposizioni legislative delle
Comunit autonome e dellUnione regionale non adeguate in ottemperanza al comma
medesimo possono essere impugnate davanti alla Corte costituzionale ai sensi
dell'articolo 39 per violazione dello Statuto; si applicano altres la legge
costituzionale 9 febbraio 1948, n. 1 e l'art. 23 della legge 11 marzo 1953, n. 87.
6. L'impugnazione di cui al comma 5 proposta entro novanta giorni dalla
scadenza dei sei mesi per ladeguamento, previa deliberazione del Consiglio dei
Ministri, dal Presidente del Consiglio ed depositata nella cancelleria della Corte
costituzionale entro venti giorni dalla notificazione al Presidente della Comunit
autonoma o dellUnione regionale. Alla seduta del Consiglio dei Ministri partecipa il
Presidente della Comunit autonoma o dellUnione regionale.
7. Le sanzioni penali, che le leggi dello Stato stabiliscono per comportamenti la
cui regolazione rientra nellambito di competenza della Provincia, sono applicate alle
corrispondenti fattispecie come disciplinate dalla normativa provinciale.
8. Le leggi sono promulgate dal Presidente della rispettiva Comunit ovvero
dellUnione regionale entro 10 giorni dalla loro approvazione.
9. Le leggi e i regolamenti delle Comunit sono pubblicati nel Bollettino
ufficiale regionale ed entrano in vigore il quindicesimo giorno successivo a quello
della loro pubblicazione, salvo diversa disposizione di legge. Le leggi e i regolamenti
della Comunit dellAlto Adige/Sdtirol e dellUnione regionale sono pubblicati nei
testi italiano e tedesco.
10. Le intese tra le Comunit e le Regioni, ovvero tra lUnione regionale e le
Regioni, sono approvate con legge, quando sono stipulate per il migliore esercizio
delle funzioni di loro competenza, anche ai fini dellindividuazione di organi comuni.


Art. 16
Qualit della produzione legislativa

1. Al fine di garantire la qualit della loro legislazione, le Comunit autonome e
lUnione regionale approvano una legge sul procedimento legislativo con la
procedura di cui allarticolo 12, le cui previsioni vincolano le altre leggi delle
Comunit medesime.
2. La legge di cui al comma 1 prevede:
a) i contenuti minimi necessari delle relazioni accompagnatorie ai progetti di legge
come condizione della loro ammissibilit;
b) l'obbligo di accompagnare la presentazione dei disegni di legge di rilevante

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impatto economico-sociale con unadeguata documentazione, che consenta di
conoscere la situazione esistente, che si intende modificare nonch gli effetti
attesi del disegno di legge;
c) l'obbligo di rispettare le regole di tecnica legislativa adottate dall'Ufficio di
Presidenza del Parlamento della Comunit o rispettivamente del Consiglio
regionale;
d) il divieto di norme intrusive, prive di qualsiasi collegamento con la materia
oggetto del progetto di legge;
e) l'inammissibilit di modifiche non espresse ai testi unici vigenti;
f) le procedure e gli organi cui affidare la verifica preventiva di fattibilit delle
nuove regole e del loro impatto sui cittadini e sulle imprese, nonch i criteri e le
modalit per la valutazione degli effetti prodotti dalle leggi entrate in vigore.



TITOLO VI
MATERIE RIENTRANTI NELLA POTEST LEGISLATIVA DELLE
COMUNIT AUTONOME


Art. 17
Aree omogenee

1. Fermo restando che le Comunit autonome dispongono della potest
legislativa in ogni materia non riservata allo Stato dal presente Statuto, questo titolo
individua le materie che rientrano in particolare nella potest legislativa delle
Comunit autonome medesime nellambito delle seguenti aree omogenee:
a) istituzioni, ordinamenti delle autonomie locali e delle autonomie funzionali,
nonch tutela e promozione delle minoranze linguistiche;
b) sviluppo economico e attivit produttive;
c) territorio, ambiente, infrastrutture e trasporti;
d) servizi alla persona e politiche della conoscenza;
e) tutela del lavoro e mercato del lavoro.
2. Nelle materie attribuite alla potest legislativa delle Comunit autonome, le
attribuzioni degli organi centrali e periferici dello Stato, esercitate sia direttamente
che per il tramite di enti e istituti, pubblici o privati, a carattere nazionale o a livello
sovraprovinciale, sono esercitate, per il rispettivo territorio, dalle Comunit
autonome sulla base di una legge delle medesime Comunit. Le funzioni ancora
svolte dallo Stato alla data di entrata in vigore del presente Statuto sono trasferite alle
medesime, secondo le rispettive competenze. I termini e le modalit del
trasferimento, anche riguardo al personale ed ai beni, nonch le eventuali
disposizioni in ordine alle forme di coordinamento tra le Comunit e lo Stato sono
stabilite da apposite norme di attuazione da emanare, in prima applicazione, entro un
anno dalla data di entrata in vigore del presente Statuto.



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Art. 18
Istituzioni, ordinamenti delle autonomie locali e delle autonomie funzionali
nonch tutela e promozione delle minoranze linguistiche

1. Rientrano in particolare nellarea omogenea istituzioni, ordinamenti delle
autonomie locali e delle autonomie funzionali, nonch tutela e promozione delle
minoranze linguistiche le seguenti materie:
a) disciplina della forma di governo e di quanto altro previsto dal comma 1
dellarticolo 12;
b) tutela dei gruppi linguistici, insediati nel territorio delle Comunit autonome;
c) ordinamento degli uffici e del personale delle Comunit nonch degli enti
strumentali pubblici e privati;
d) istituzione, organizzazione e funzionamento dei servizi pubblici locali;
e) ordinamento degli enti locali, dei relativi enti strumentali e delle loro forme
associative anche obbligatorie, ivi compresi le relative circoscrizioni, le funzioni
e i compiti ad essi attribuiti nonch i principi riguardanti la loro organizzazione e
funzionamento; la finanza locale e i tributi locali, la polizia locale; vigilanza e
tutela sugli atti e sulle attivit degli enti locali nonch il controllo successivo sulla
gestione;
f) tributi delle Comunit autonome;
g) ordinamento contabile e bilanci nonch, nellambito delle materie di competenza
delle Comunit, le misure di coordinamento della finanza pubblica e del sistema
tributario;
h) impianto e tenuta dei libri fondiari nonch catasto;
i) usi civici e propriet collettive rette da antichi statuti;
l) rapporti con lUnione europea e rapporti internazionali, ivi compresa la
cooperazione territoriale transfrontaliera;
m) la polizia amministrativa correlata alle materie di competenza delle Comunit
autonome.


Art. 19
Sviluppo economico e attivit produttive

1. Rientrano in particolare nellarea omogenea sviluppo economico e attivit
produttive le seguenti materie:
a) ordinamento delle Camere di commercio e delle altre istituzioni dotate di
autonomia funzionale rientranti nelle materie di competenza delle Comunit
autonome;
b) industria, ivi compreso lincremento della produzione industriale;
c) artigianato;
d) agricoltura e alimentazione, alpicoltura, ordinamento delle minime propriet
colturali, ordinamento dei masi chiusi e delle comunit familiari rette da antichi
statuti e consuetudini, consorzi agrari e di bonifica, stazioni agrarie
sperimentali, patrimonio zootecnico e ittico, istituti fitopatologici, servizi
antigrandine;

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e) miniere, comprese le acque minerali, cave e torbiere;
f) commercio, compreso quello con lestero, fiere e mercati;
g) esercizi pubblici e spettacoli pubblici;
h) turismo e industria alberghiera;
i) produzione, trasporto e distribuzione di energia da qualsiasi fonte;
l) promozione e tutela della cooperazione, nonch vigilanza sulle cooperative;
m) ordinamento degli enti e aziende di credito a carattere provinciale.


Art. 20
Territorio, ambiente, infrastrutture e trasporti

1. Rientrano in particolare nellarea omogenea territorio, ambiente,
infrastrutture e trasporti le seguenti materie:
a) governo del territorio, urbanistica, pianificazione territoriale;
b) tutela e valorizzazione dellambiente, dellecosistema e dei beni ambientali e
del paesaggio - ivi compresi la protezione della natura e dellambiente, la tutela
dellambiente dagli inquinamenti, la disciplina e la gestione dei rifiuti, la
protezione della flora e della fauna, nonch i parchi, le riserve naturali e i siti di
rilievo europeo, la caccia e la pesca - e difesa del suolo;
c) servizi antincendi e protezione civile, ivi comprese le relative opere ed attivit
di prevenzione e pronto intervento;
d) corpo forestale;
e) corpo permanente e corpi volontari dei vigili del fuoco;
f) il demanio idrico, compresi le aree fluviali, gli alvei e le pertinenze, i ghiacciai e
i laghi, nonch le opere di bonifica valliva e montana, le opere di sistemazione
idraulico-forestale dei bacini montani, le opere idrauliche e gli altri beni
immobili e mobili strumentali all'esercizio delle relative funzioni. Fanno in ogni
caso parte del demanio idrico tutte le acque sotterranee e le acque superficiali,
nonch ogni altra acqua individuata come demanio pubblico dalle norme
vigenti;
g) utilizzazione delle acque pubbliche, mediante concessioni di derivazioni per
qualsiasi scopo, compreso quello idroelettrico;
h) porti lacuali e acquedotti;
i) trasporti e comunicazioni, compresi il trasporto pubblico locale e gli impianti a
fune, nonch la regolamentazione tecnica e lesercizio;
l) grandi reti di trasporto aereo, ferroviario, autostradale, stradale, fluviale e
lacuale, compresi gli interporti intermodali e gli aeroporti civili nonch la
regolamentazione tecnica e lesercizio;
m) grandi reti di trasporto, di trasmissione e di distribuzione dellenergia, da
qualsiasi fonte e mezzo costituita;
n) opere pubbliche e lavori pubblici dinteresse o correlati alle materie di
competenza delle Comunit autonome;
o) edilizia pubblica e sovvenzionata;
p) espropriazione per pubblica utilit per tutte le materie di competenza delle
Comunit autonome.

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Art. 21
Servizi alla persona e politiche della conoscenza

1. Rientrano in particolare nellarea omogenea servizi alla persona e politiche
della conoscenza le seguenti materie:
a) tutela della salute, compresa ligiene e la sanit pubblica, gli enti sanitari e
ospedalieri;
b) diritto allo studio, correlato a tutti i livelli distruzione;
c) ricerca scientifica e tecnologica, sostegno allinnovazione tecnologica e
istituzioni di ricerca;
d) istituzioni scolastiche e istruzione, materna, elementare e secondaria, media e
superiore di ogni indirizzo classico-umanistico, tecnico-scientifico o
professionale;
e) addestramento e formazione professionale;
f) attivit sportive e attivit ricreative con i relativi impianti e attrezzature;
g) assistenza e beneficenza pubblica, compresi le istituzioni di assistenza,
pubbliche e private, nonch i servizi sociali e il diritto allabitazione;
h) tutela e valorizzazione dei beni culturali, istituzioni culturali, ivi compresi
musei, biblioteche e accademie, toponomastica, fermo restando lobbligo della
bilinguit nel territorio della Comunit autonoma dellAlto Adige/Sdtirol e nei
territori bilingui della Comunit autonoma del Trentino, la tutela e
conservazione del patrimonio storico, artistico e popolare, nonch gli archivi;
i) promozione e organizzazione delle attivit culturali, spettacoli, manifestazioni e
attivit artistiche, culturali, educative, anche mediante mezzi di
telecomunicazione;
l) previdenza e assistenza sanitaria complementare e integrativa, fermo restando
quanto disposto dai commi 2 e 3 dellarticolo 13.


Art. 22
Tutela del lavoro e mercato del lavoro

1. Rientrano in particolare nellarea omogenea tutela del lavoro e mercato del
lavoro le seguenti materie:
a) tutela e sicurezza del lavoro;
b) mercato del lavoro e in particolare il collocamento in ogni sua forma e tipologia,
compresi i tirocini formativi, lorientamento e i lavori socialmente utili nonch i
servizi per limpiego, le commissioni di controllo sul collocamento;
c) apprendistato; libretti di lavoro; categorie e qualifiche dei lavoratori,
d) professioni nelle materie di competenza.






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TITOLO VII
REFERENDUM E INIZIATIVA POPOLARE DELLE LEGGI


Art. 23
Referendum e iniziativa popolare delle leggi

1. La legge statutaria di cui allarticolo 12, comma 1, delle Comunit autonome
disciplina l'esercizio dell'iniziativa popolare e i referendum attenendosi ai seguenti
principi:
a) sono previste soglie differenziate sia per la presentazione di proposte di legge che
per la richiesta di referendum, nel caso di iniziative promosse o comunque
riguardanti interessi delle popolazioni ladine, mochene o cimbre nel territorio
della Comunit autonoma del Trentino;
b) non ammesso il referendum abrogativo sulla legge elettorale e sulle leggi
riguardanti bilanci e tributi, nonch quelle per la cui approvazione prevista una
maggioranza qualificata e quelle che riguardano la promozione e la tutela dei
gruppi linguistici;
c) escluso il giudizio di ammissibilit sulle proposte di legge di iniziativa popolare,
salvo che per contrasto con il principio di tutela delle minoranze linguistiche;
d) previsto il referendum deliberativo nel caso di mancata decisione del
Parlamento della Comunit autonoma sulle proposte di legge di iniziativa
popolare entro il termine di un anno dal deposito delliniziativa popolare;
e) il quorum per i referendum disciplinato dalla legge, prevedendo comunque che
la soglia minima dei partecipanti al voto sia stabilita con riferimento ad una
percentuale dei votanti nellultima elezione degli organi della Comunit
autonoma.




TITOLO VIII
LA POTEST AMMINISTRATIVA


Art. 24
La potest amministrativa delle Comunit e degli enti locali nonch attuazione
del principio di sussidiariet e adeguatezza

1. Le Comunit autonome e lUnione regionale sono titolari della potest
amministrativa con riferimento alle corrispondenti materia attribuite alla potest
legislativa, fermo restando quanto previsto dallarticolo 17, comma 2.

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2. In attuazione dei principi di sussidiariet, differenziazione e adeguatezza, le
Comunit attribuiscono con legge ai comuni e alle loro forme associative nonch ad
altri enti pubblici lesercizio delle funzioni amministrative che non richiedono
lesercizio unitario e che non siano incompatibili con le dimensioni degli ambiti
territoriali di riferimento.
3. La potest regolamentare spetta alle Comunit autonome e allUnione
regionale nelle materie rientranti nella loro potest legislativa. I comuni e loro forme
associative hanno potest regolamentare in ordine alla disciplina dellorganizzazione
e dello svolgimento delle funzioni loro attribuite, secondo quanto previsto dalla legge
della Comunit. La legge medesima pu attribuire ai comuni e alle loro forme
associative ulteriore potest regolamentari nelle materie agli stessi attribuite.
4. Le Comunit, i comuni e le loro forme associative attuano il principio di
sussidiariet favorendo l'autonoma iniziativa dei cittadini, singoli o associati, nonch
delle autonomie funzionali per lo svolgimento di attivit di interesse generale.
5. Nelle materie di competenza propria delle Comunit, la legge statale non pu
attribuire agli organi statali funzioni amministrative, comprese quelle di vigilanza, di
polizia amministrativa e di accertamento di violazioni amministrative, diverse da
quelle spettanti allo Stato secondo il presente Statuto e le relative norme di
attuazione.
6. Quando nell'esercizio delle proprie funzioni gli organi o uffici statali e quelli
delle Comunit riscontrino violazioni di norme o provvedimenti attribuiti alla
competenza delle Comunit o dellUnione regionale ovvero statali, ne riferiscono
all'autorit amministrativa competente per i provvedimenti ad essa spettanti.
7. Fermo restando quanto disposto dal presente Statuto e dalle relative norme di
attuazione, nelle materie appartenenti alla potest legislativa esclusiva delle
Comunit le amministrazioni statali, comprese quelle autonome, e gli enti dipendenti
dallo Stato non possono disporre spese n concedere, direttamente o indirettamente,
finanziamenti o contributi per attivit nell'ambito del territorio regionale o
provinciale.
8. Qualora per la dimensione unitaria degli interessi da tutelare sia prevista, in
base al principio di sussidiariet, lattribuzione allo Stato di una funzione
amministrativa delle Comunit autonome, lo Stato esercita la funzione e attua gli
interventi previa intesa con la Comunit interessata ovvero sulla base di specifiche
norme di attuazione statutaria. Quanto previsto da questo comma si applica, in
particolare, ove ne ricorrano i presupposti, per le grandi reti di trasporto e
distribuzione nazionale dellenergia, le altre grandi infrastrutture riguardanti reti di
trasporto, autostrade e ferrovie di interesse sovraregionale, nonch per i rapporti
internazionali e con lUnione europea, il commercio con lestero, la ricerca
scientifica.






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TITOLO IX
ATTRIBUZIONI DELLE COMUNIT AUTONOME E DELLUNIONE
REGIONALE IN MATERIA DI RAPPORTI CON LUNIONE EUROPEA E
DI RAPPORTI INTERNAZIONALI


Art. 25
Rapporti delle Comunit autonome con lUnione Europea

1. Le Comunit, nelle materie di propria competenza e nei modi stabiliti da
apposite norme di attuazione del presente Statuto:
a) intrattengono relazioni dirette con le istituzioni europee;
b) possono richiedere allo Stato di proporre ricorso dinanzi alla Corte di giustizia
dellUnione europea avverso gli atti normativi dellUnione posti in essere in
violazione del presente Statuto e, in particolare, per violazione del principio di
sussidiariet. Il mancato accoglimento della richiesta comporta per lo Stato
lobbligo di espressa motivazione.
2. Le Comunit partecipano alla formazione della posizione italiana da
sostenere in sede di Unione europea, nei modi stabiliti da apposita norma di
attuazione del presente Statuto.
3. Le Comunit danno attuazione ed esecuzione agli atti normativi dell'Unione
europea nelle materie di loro competenza, nei modi stabiliti da apposita norma di
attuazione del presente Statuto.


Art. 26
Rapporti internazionali delle Comunit autonome

1. Nelle materie di propria competenza le Comunit provvedono direttamente a
dare attuazione ed esecuzione ai trattati e agli accordi internazionali sottoscritti
dalla Repubblica italiana. Nelle medesime materie le Comunit possono concludere
accordi con altri Stati e intese con altre regioni e con enti, anche territoriali, interni
ad altro Stato.
2. La legge della Comunit disciplina i casi in cui gli accordi e le intese previsti
dal presente articolo non sono soggetti, ai fini della loro efficacia, alla approvazione
con legge.
3. Per i fini di questo articolo la Comunit interessata comunica allo Stato gli
accordi e le intese prima della loro definitiva sottoscrizione. Entro trenta giorni dal
ricevimento dell'atto lo Stato pu opporsi motivatamente alla definitiva
sottoscrizione solo per specifico contrasto con i trattati internazionali vigenti o con
gli indirizzi della politica estera di competenza dello Stato o dell'Unione europea.
Ove lo Stato non comunichi il proprio dissenso motivato entro il predetto termine,
la Comunit interessata pu comunque procedere alla sottoscrizione definitiva

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dell'accordo o intesa.
4. Nellambito di quanto previsto dal comma 1, le Comunit danno piena e
diretta attuazione alla Convenzione-quadro europea sulla cooperazione
transfrontaliera delle collettivit e autorit territoriali, approvata a Madrid il 21
maggio 1980, nonch ai conseguenti protocolli, accordi e intese, anche prevedendo
la costituzione di organismi e altri soggetti comuni, di diritto pubblico o privato.
5. Per le finalit di questo articolo, con particolare riferimento alla tutela
dellambiente e del paesaggio, al sistema delle reti infrastrutturali e alla promozione
di condizioni socio-economiche favorevoli al mantenimento delle popolazioni nel
territorio montano, le Comunit possono promuovere e partecipare alla definizione
di accordi interstatali e interregionali per la costituzione di Autorit funzionali
transfrontaliere, per il perseguimento di finalit di interesse comune.



TITOLO X
AUTORIT GARANTE


Art. 27
Autorit garante

1. E istituita, con sede presso i Parlamenti delle Comunit autonome, lAutorit
garante a carattere collegiale per:
a) giudicare sullammissibilit dei referendum, sulla qualit della normazione e sul
rispetto dei regolamenti interni dei Parlamenti delle Comunit medesime;
b) esprimere parere sulla incandidabilit, ineleggibilit e incompatibilit dei
componenti dei Parlamenti delle Comunit autonome;
c) esercitare le altre funzioni conferite dal presente Statuto e dalla legge.
2. La legge della Comunit o il regolamento dei Parlamenti delle Comunit
autonome disciplina lo svolgimento delle funzioni indicate al comma 1 nonch il
funzionamento dellAutorit garante, assicurandone lautonomia e lindipendenza. I
membri del Parlamento o titolari di cariche elettive non possono essere componenti
dellAutorit garante.



TITOLO XI
AUTONOMIE LOCALI


Art. 28
Enti Locali

1. Nell'ordinamento degli enti locali sono stabilite le norme atte ad assicurare la

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rappresentanza proporzionale dei gruppi linguistici nei riguardi della costituzione
degli organi degli stessi enti.
2. Le norme sulla composizione degli organi collegiali degli enti pubblici locali
garantiscono la rappresentanza del gruppo linguistico ladino.
3. Le leggi delle Comunit autonome attribuiscono le funzioni amministrative ai
comuni e alle loro forme associative o ad altri enti pubblici, anche a struttura
associativa, ai sensi dellarticolo 24, comma 2.
4. Al fine di assicurare a tutta la popolazione, indipendentemente dalle
caratteristiche del territorio e dalle dimensioni del comune di residenza, le
medesime opportunit e i livelli di servizio garantiti dall'amministrazione pubblica
locale per l'attuazione dei diritti di cui all'articolo 1, la legge delle Comunit
autonome disciplina:
a) le forme di coordinamento tra le funzioni esercitate dalle Comunit stesse e
quelle dei comuni;
b) le funzioni e i servizi pubblici che i comuni e gli altri enti pubblici devono
esercitare mediante forme associative, al fine di assicurarne leconomicit e
l'efficacia in tutto il territorio della Comunit;
c) le forme attraverso le quali svolta la funzione di indirizzo e programmazione,
nonch di consulenza e supporto nei confronti dei comuni e degli altri enti
pubblici;
d) le norme generali relative all'istituzione dei tributi comunali, ivi compresi i
livelli massimi di pressione tributaria nonch le forme e le modalit per
assicurare la perequazione tra territori con diverse condizioni di sviluppo socio-
economico, anche mediante la finanza locale.
5. L'autonomia finanziaria dei comuni fondata su risorse e tributi propri e su
risorse trasferite dal bilancio della Comunit in forma di compartecipazione alle
devoluzioni spettanti alla Comunit autonoma ai sensi del presente Statuto. La
percentuale della predetta compartecipazione determinata dintesa con il
Consiglio delle autonomie con le modalit stabilite dalla legge della Comunit.
6. Con la predetta intesa e sulla base dei criteri stabiliti dalla legge, sono
determinati i criteri di ripartizione dei trasferimenti tra i comuni, perseguendo
l'obiettivo:
a) della perequazione tra gli enti in funzione della capacit di finanziamento,
attraverso i tributi propri e le tariffe, nonch dello sviluppo socio-economico di
tutti gli ambiti territoriali;
b) del mantenimento della popolazione nelle aree montane anche attraverso
l'erogazione di adeguati livelli di servizio pubblico e mediante specifiche forme
di intervento, anche finanziario.
7. In caso di mancata intesa si applica quanto previsto dallarticolo 31.
8. La legge della Comunit autonoma disciplina, nel rispetto dei principi di leale
collaborazione e partecipazione al procedimento:
a) la vigilanza e tutela sugli organi dei comuni e delle loro forme associative,
compresa la facolt di sospensione o scioglimento dei loro organi in base alla
legge. Nei predetti casi e quando le amministrazioni non siano in grado per

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qualsiasi motivo di funzionare, spetta al Governo della Comunit autonoma la
nomina di commissari, con l'obbligo di sceglierli con riferimento al territorio
della Comunit autonoma dellAlto Adige/Sdtirol - nellambito del gruppo
linguistico che ha la maggioranza degli amministratori in seno all'organo pi
rappresentativo dell'ente. Tali provvedimenti straordinari sono riservati alla
competenza dello Stato se sono dovuti a motivi di ordine pubblico;
b) la vigilanza e la tutela sugli altri enti o istituti pubblici a carattere locale operanti
nelle materie di competenza delle Comunit autonoma, compresa la facolt di
sospensione o scioglimento dei loro organi nonch di nomina di commissari
straordinari o ad acta, in base alla legge;
c) il controllo sulla gestione degli enti strumentali.


Art. 29
Tributi Locali

1. Nelle materie di loro competenza le Comunit autonome possono istituire
nuovi tributi locali. Nel caso di tributi locali istituiti con legge dello Stato, la legge
delle Comunit autonome pu consentire agli enti locali di modificare le aliquote e
di introdurre esenzioni, detrazioni o deduzioni nei limiti delle aliquote superiori
definite dalla normativa statale e pu prevedere, anche in deroga alla disciplina
statale, modalit di riscossione.
2. Le compartecipazioni al gettito e le addizionali a tributi erariali che le leggi
dello Stato attribuiscono agli enti locali spettano, con riguardo agli enti locali del
rispettivo territorio, alle Comunit autonome del Trentino e dellAlto
Adige/Sdtirol. Ove la legge statale disciplini l'istituzione di addizionali tributarie
comunque denominate da parte degli enti locali, alle relative finalit provvedono,
con propria legge, le medesime Comunit individuando criteri, modalit e limiti di
applicazione di tale disciplina nel rispettivo territorio.


Art. 30
Finanza Locale

1. Le Comunit autonome hanno potest legislativa, nei limiti stabiliti
dall'articolo 13, in materia di finanza locale.
2. Allo scopo di adeguare le finanze dei comuni al raggiungimento delle finalit
e all'esercizio delle funzioni stabilite dalle leggi, le Comunit autonome
corrispondono ai comuni idonei mezzi finanziari, da concordare fra il Presidente
della Comunit e il Consiglio delle autonomie.


Art. 31
Consiglio delle autonomie

1. Al fine di favorire la partecipazione degli enti locali alla determinazione delle

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politiche delle Comunit autonome, presso ciascuna Comunit autonoma istituito
il Consiglio delle autonomie.
2. La composizione, le modalit di nomina dei componenti, l'organizzazione e il
funzionamento del Consiglio delle autonomie sono disciplinati dalla legge della
Comunit autonoma. Alle sedute del Consiglio delle autonomie hanno comunque
facolt, anche su richiesta del Presidente del Consiglio delle autonomie, di
partecipare senza diritto di voto il Presidente e gli altri componenti del Governo
della Comunit autonoma. La legge della Comunit autonoma del Trentino assicura
la partecipazione dei rappresentanti dei comuni ladini, mocheni e cimbri.
3. Il Consiglio delle autonomie, oltre a determinare le intese di cui all'articolo
28 in materia di finanza locale, esprime parere con riferimento a:
a) i progetti di atti programmatici e di pianificazione delle Comunit aventi per
oggetto il governo del territorio, i servizi pubblici locali e lo sviluppo socio-
economico;
b) la relazione del Presidente di cui allarticolo 6, comma 2, lettera d) per quanto
riguarda i disegni di legge che attengono alle competenze riconosciute agli enti
locali.
4. Sono sottoposti al parere del Consiglio delle autonomie:
a) i disegni di legge che dispongono in materia di ordinamento e di funzioni degli
enti territoriali;
b) i disegni di legge con i quali vengono determinati i criteri per la ripartizione dei
trasferimenti della Comunit autonoma e del fondo di perequazione locale.
5. Nel caso in cui il parere del Consiglio delle autonomie sia negativo o nel caso
in cui esso sia condizionato all'accoglimento di specifiche modifiche, con
riferimento ai disegni di leggi di cui al comma 4, lo stesso pu essere superato dal
Parlamento della Comunit autonoma con il voto favorevole della maggioranza dei
componenti.
6. Per la Comunit autonoma del Trentino, la medesima maggioranza
qualificata prevista al comma 5 necessaria anche per lapprovazione di norme di
legge o di programmi riguardanti in particolare le popolazioni ladine, mochene e
cimbre e i territori dei comuni sui quali le stesse sono insediate, ovvero per
lapprovazione delle parti di atti generali che specificamente le riguardano, nel caso
in cui i rappresentanti delle medesime popolazioni nel Consiglio delle autonomie
abbiano tutti espresso parere avente le caratteristiche di cui al comma 5.
7. Il Consiglio delle autonomie pu presentare proposte di legge al Parlamento
della Comunit.
8. Previa richiesta al Presidente del Parlamento, il Consiglio delle autonomie
riunito in seduta con il Parlamento per lesame dello stato del sistema delle
autonomie locali nella provincia di Trento. Il regolamento interno del Parlamento
disciplina le modalit per l'attuazione di questo comma.





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TITOLO XII
FINANZA E TRIBUTI DELLE COMUNIT AUTONOME E
DELLUNIONE REGIONALE


Art. 32
Finanza delle Comunit autonome e dellUnione regionale

1. Spettano alle Comunit autonome del Trentino e dellAlto Adige/Sdtirol le
seguenti quote del gettito delle sottoindicate entrate tributarie dello Stato, percette
nei rispettivi territori:
a) i nove decimi delle imposte di registro e di bollo, nonch delle tasse di
concessione governativa;
b) i nove decimi dell'imposta sul consumo dei tabacchi per le vendite afferenti ai
territori delle due Comunit;
c) i nove decimi dell'imposta sul valore aggiunto, esclusa quella relativa
all'importazione, al netto dei rimborsi effettuati ai sensi dell'articolo 38 bis del
decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, e successive
modificazioni;
d) i nove decimi dell'imposta sul valore aggiunto relativa all'importazione
determinata assumendo a riferimento i consumi finali;
e) i nove decimi del gettito dell'accisa sulla benzina, sugli oli da gas per
autotrazione e sui gas petroliferi liquefatti per autotrazione erogati dagli
impianti di distribuzione situati nei territori delle due Comunit, nonch i nove
decimi delle accise sugli altri prodotti energetici ivi consumati;
f) il provento dell'imposta erariale, riscossa nei rispettivi territori, sull'energia
elettrica ivi consumata;
g) il canone annuale stabilito a norma di legge per le concessioni di grande
derivazione di acque pubbliche esistenti nel territorio della Comunit, accordate
o da accordarsi per qualunque scopo;
h) i nove decimi delle imposte sulle successioni e donazioni e sul valore netto
globale delle successioni;
i) i nove decimi del provento del lotto, al netto delle vincite;
j) i nove decimi di tutte le altre entrate tributarie erariali, dirette o indirette,
comunque denominate, inclusa l'imposta locale sui redditi, ad eccezione di
quelle di spettanza dellUnione regionale o di altri enti pubblici;
k) i proventi delle imposte ipotecarie, relative ai beni situati nel territorio della
Comunit.
2. Spetta allUnione regionale una quota dei proventi spettanti alle Comunit
autonome, determinata dintesa tra le Comunit, ratificata con legge dei rispettivi
Parlamenti.
3. Nell'ammontare delle quote di tributi erariali devolute alle Comunit sono
comprese anche le entrate afferenti all'ambito del Trentino-Alto Adige/Sdtirol
affluite, in attuazione di disposizioni legislative o amministrative, a uffici situati
fuori del territorio delle Comunit medesime.

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4. La determinazione delle quote di cui al comma 3 effettuata assumendo a
riferimento indicatori od ogni altra documentazione idonea alla valutazione dei
fenomeni economici che hanno luogo nel territorio delle Comunit autonome.
5. I gettiti di spettanza delle Comunit autonome dell'imposta sul reddito delle
societ e delle imposte sostitutive sui redditi di capitale, qualora non sia possibile la
determinazione con le modalit di cui al comma 4, sono quantificati sulla base
dell'incidenza media dei medesimi tributi sul prodotto interno lordo (PIL) nazionale
da applicare al PIL delle Comunit stesse, accertato dall'Istituto nazionale di
statistica.


Art. 33
Delega alle Comunit autonome delle funzioni statali in materia di agenzie
fiscali e di accertamento, riscossione dei tributi erariali e del relativo
contenzioso

1. Sono delegate alle Comunit autonome, con riferimento al rispettivo
territorio, le funzioni amministrative statali in materia di agenzie fiscali, ivi
comprese quelle di accertamento, riscossione e amministrazione, anche relative al
contenzioso non giurisdizionale, dei tributi erariali, comunque denominati. Restano
ferme le competenze delle Commissioni tributarie.
2. Le somme riscosse dalle Comunit autonome del Trentino e dellAlto
Adige/Sdtirol nellesercizio delle funzioni di cui al comma 1 confluiscono nel
bilancio delle Comunit medesime; le somme spettanti allo Stato - secondo quanto
disposto dal presente Statuto e dalle norme di attuazione statutaria - sono
determinate nella loro entit ed erogate allo Stato medesimo sulla base di apposita
intesa. Fra le somme a credito e a debito rispettivamente delle Comunit e dello
Stato ammessa la compensazione con le somme spettanti alla Comunit, ove sia
prevista dallintesa e con le modalit da essa stabilite.
3. Con norme di attuazione del presente Statuto, da emanare entro sei mesi dalla
data di entrata in vigore della legge costituzionale di approvazione del presente
Statuto, sono disciplinate le modalit del trasferimento dei rapporti giuridici, ivi
compresi quelli relativi ai beni e al personale, nonch le modalit di esercizio della
potest amministrativa e legislativa da parte delle Comunit medesime.
4. Le attivit di accertamento dei tributi nel territorio delle Comunit autonome
sono svolte sulla base di indirizzi e obiettivi strategici determinati attraverso intese
tra lo Stato e le Comunit definite ai sensi dellarticolo 43.


Art. 34
Potest tributaria delle Comunit autonome

1. Le Comunit autonome hanno facolt di istituire con legge, nelle materie di
rispettiva competenza ivi compreso il turismo, tributi propri in armonia con i
principi del sistema tributario dello Stato. Le tasse automobilistiche istituite con

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legge delle Comunit autonome sono ricomprese tra i tributi propri.
2. Le Comunit autonome, anche relativamente ai tributi erariali il cui gettito
devoluto interamente o parzialmente alle Comunit o agli enti locali, possono
modificare aliquote e prevedere esenzioni, detrazioni e deduzioni, purch nei limiti
delle aliquote superiori definite dalla normativa statale e a valere sulla quota di
spettanza delle Comunit o degli enti locali.


Art. 35
Limiti all'indebitamento

1. Le Comunit autonome e lUnione regionale possono ricorrere
all'indebitamento solo per il finanziamento di spese di investimento, per un importo
non superiore alle entrate correnti. esclusa ogni garanzia dello Stato sui prestiti
dalle stesse contratti.


Art. 36
Concorso delle Comunit autonome e dellUnione regionale agli obiettivi di
finanza pubblica, di attuazione degli obblighi dellUnione europea di cui al
patto di stabilit e sviluppo interno nonch al perseguimento dei principi di
perequazione e solidariet

1. Le Comunit autonome e lUnione regionale concorrono al conseguimento
degli obiettivi di perequazione e di solidariet e all'esercizio dei diritti e dei doveri
dagli stessi derivanti nonch all'assolvimento degli obblighi di carattere finanziario
posti dall'ordinamento dellUnione europea, dal patto di stabilit interno e dalle
altre misure di coordinamento della finanza pubblica stabilite dalla normativa
statale:
a) con il concorso finanziario volto al riequilibrio della finanza pubblica mediante
l'assunzione di oneri relativi all'esercizio di funzioni statali, anche delegate,
nelle materie, nei limiti e con le modalit definite con norma di attuazione
statutaria. L'assunzione di oneri opera comunque nell' importo stabilito
annualmente, ovvero per pi annualit, sulla base di unintesa tra Comunit
autonoma e Stato, perfezionata in Consiglio dei Ministri con la partecipazione
dei Presidenti delle Comunit medesime, in sede di approvazione del progetto di
legge di stabilit e del bilancio di previsione dello Stato. La legge di stabilit
dello Stato e le corrispondenti leggi delle Comunit autonome recepiscono
lintesa definita in seno al Consiglio dei Ministri;
b) con le modalit di coordinamento della finanza pubblica definite al comma 2.
2. Al fine di assicurare il concorso agli obiettivi di finanza pubblica, le
Comunit autonome concordano con lo Stato, nellambito dell intesa di cui al
comma 1 e con le modalit e nei tempi stabiliti dalla medesima intesa, anche gli
obblighi relativi al patto di stabilit interno con riferimento ai saldi di bilancio da
conseguire in ciascun periodo. Fermi restando gli obiettivi complessivi di finanza
pubblica, spetta alle Comunit stabilire gli obblighi relativi al patto di stabilit

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interno e provvedere alle funzioni di coordinamento con riferimento agli enti locali,
ai propri enti e organismi strumentali, alle rispettive aziende sanitarie, alle
universit, alle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura e agli altri
enti e organismi disciplinati dallordinamento delle Comunit e finanziati dalle
stesse in via ordinaria.
3. Le Comunit autonome vigilano sul raggiungimento degli obiettivi di finanza
pubblica da parte degli enti di cui al comma 2 ed esercitano sugli stessi il controllo
successivo sulla gestione dando notizia degli esiti alla competente sezione della
Corte dei conti.
4. Le Comunit autonome provvedono alle finalit di coordinamento della
finanza pubblica contenute in specifiche disposizioni legislative dello Stato, nei
casi e nei modi previsti dalle norme di attuazione.
5. In relazione a quanto disposto da questo articolo, non si applicano nel
territorio del Trentino e dellAlto Adige/Sdtirol le misure adottate per le regioni e
per gli altri enti nel restante territorio nazionale e le disposizioni statali relative
all'attuazione degli obiettivi di perequazione e di solidariet, nonch al rispetto
degli obblighi derivanti dal patto di stabilit interno, che sono in ogni caso sostituiti
da quanto previsto dal presente articolo.
6. Gli obiettivi del patto di stabilit interno sono determinati tenendo conto
anche degli effetti positivi in termini di indebitamento netto derivanti
dall'applicazione delle disposizioni recate dal presente articolo e dalle relative
norme di attuazione.



TITOLO XIII
DEMANIO E PATRIMONIO DELLE COMUNIT


Art. 37
Demanio e patrimonio delle Comunit autonome

1. Le acque, le strade, le autostrade, le ferrovie e gli acquedotti di propriet delle
Comunit autonome costituiscono il demanio.
2. Le foreste di propriet delle Comunit autonome, le miniere, le cave e
torbiere, quando la disponibilit ne sottratta al proprietario del fondo, gli edifici
destinati a sedi di uffici pubblici con i loro arredi, e di uffici statali e dellUnione
regionale con sede nel loro territorio, con i loro arredi e attrezzature, e gli altri beni
destinati a un pubblico servizio costituiscono il patrimonio indisponibile della
Comunit autonoma del Trentino e rispettivamente dellAlto Adige/Sdtirol.
3. Salvo il demanio militare, tutti gli altri beni demaniali e i beni patrimoniali
immobili dello Stato, situati nel territorio regionale, sono trasferiti al demanio o al
patrimonio della Comunit autonoma territorialmente competente.

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4. I beni immobili situati nel territorio delle Comunit autonome che non sono
propriet di alcuno spettano al patrimonio della Comunit territorialmente
competente.
5. Nelle norme di attuazione del presente Statuto saranno determinate le
modalit per la consegna da parte dello Stato dei beni indicati in questo articolo.
6. Le Comunit, in corrispondenza delle materie attribuite alla loro competenza,
succedono di diritto, nell'ambito del proprio territorio, nei beni mobili e nei diritti
demaniali e patrimoniali di natura immobiliare delle Province autonome di Trento e
di Bolzano e della Regione Trentino-Alto Adige/Sdtirol; succedono anche nei
beni mobili e nei diritti demaniali e patrimoniali di natura immobiliare dello Stato
esclusi quelli relativi a servizi di difesa nazionale.



TITOLO XIV
ORGANI GIURISDIZIONALI


Art. 38
Tribunali regionali di giustizia amministrativa e giudici di pace

1. Sono istituiti un tribunale regionale di giustizia amministrativa per la
Comunit autonoma del Trentino e uno per la Comunit autonoma dellAlto
Adige/Sdtirol.
2. I componenti del Tribunale regionale di giustizia amministrativa per la
Comunit dellAlto Adige/Sdtirol devono appartenere in egual numero ai due
maggiori gruppi linguistici.
3. La met dei magistrati assegnati al Tribunale Regionale di giustizia
amministrativa della Comunit autonoma del Trentino nonch a quello della
Comunit autonoma dellAlto Adige/Sdtirol nominata dal rispettivo Parlamento.
I magistrati nominati dai Parlamenti devono possedere quanto meno i requisiti
previsti per lammissione ai concorsi a magistrato del tribunale amministrativo
regionale. Con legge approvata a maggioranza assoluta dei componenti sono
disciplinate le modalit, i requisiti e le procedure per la nomina dei magistrati da
parte del Parlamento, nonch le modalit di coinvolgimento dellAutorit garante.
4. Il presidente nominato tra i magistrati di carriera che compongono il
collegio, con decreto del Presidente della Repubblica su proposta del Presidente del
Consiglio dei Ministri.
5. Al presidente della sezione dato voto determinante in caso di parit di voti,
tranne che per i ricorsi avverso provvedimenti amministrativi lesivi del principio di
parit tra i gruppi linguistici.
6. Alla nomina, alla decadenza, alla revoca, alla dispensa dall'ufficio dei giudici
di pace provvede il Presidente della Comunit autonoma del Trentino e

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rispettivamente dellAlto Adige/Sdtirol, sulla base di delegazione del Presidente
della Repubblica, osservate le altre norme in materia stabilite dall'ordinamento
giudiziario.
7. L'autorizzazione all'esercizio delle funzioni di cancelliere e di altro personale
amministrativo presso gli uffici dei Giudici di pace accordata dal Presidente della
Comunit autonoma competente per territorio alle persone che hanno i requisiti
prescritti dall'ordinamento giudiziario.
8. Alla revoca e alla sospensione temporanea dell'autorizzazione, nei casi
previsti dall'ordinamento giudiziario, provvede lo stesso Presidente.
9. Nei comuni del territorio della Comunit autonoma dellAlto Adige/Sdtirol,
per la nomina di cancelliere e di altro personale amministrativo degli uffici del
Giudice di pace, richiesta la conoscenza delle lingue italiana e tedesca.
10. La vigilanza sugli uffici del Giudice di pace esercitata dalle Comunit.



TITOLO XV
CORTE COSTITUZIONALE


Art. 39
Ricorsi dello Stato alla Corte costituzionale

1. La legge delle Comunit autonome e dellUnione regionale pu essere
impugnata dal Governo della Repubblica entro sessanta giorni dalla data di
pubblicazione nel Bollettino Ufficiale regionale, avanti la Corte costituzionale per
violazione delle competenze riservate allo Stato o del principio di parit tra i gruppi
linguistici. La legge delle Comunit autonome e dellUnione regionale pu essere
impugnata, entro sessanta giorni dalla pubblicazione, anche dallaltra Comunit o
da una regione che ritenga lesa la propria sfera di competenze.


Art. 40
Ricorsi delle Comunit autonome e dellUnione regionale

1. Le leggi e gli atti aventi valore di legge dello Stato o di altra Regione possono
essere impugnati, entro sessanta giorni dalla loro pubblicazione, dal Presidente
delle Comunit autonome o da quello della Unione regionale per violazione delle
competenze riservate alle Comunit autonome e allUnione regionale o del
principio di tutela delle minoranze linguistiche tedesca, ladina, mochena e cimbra.
2. Se lo Stato o unaltra regione o una Comunit invade con un suo atto la sfera
di competenza assegnata dal presente Statuto alle Comunit autonome o allUnione
regionale, la Comunit interessata o lUnione pu proporre ricorso, entro sessanta
giorni dall'avvenuta conoscenza degli stessi, alla Corte costituzionale.

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3. Il ricorso proposto dal Presidente della Comunit o dellUnione, previa
deliberazione del rispettivo Governo.
4. Per prevenire o limitare un danno grave e irreparabile o per altri gravi motivi,
la Corte costituzionale, su richiesta rispettivamente del Presidente del Consiglio dei
Ministri o del Presidente della Comunit o Unione interessata, pu disporre con
ordinanza motivata la sospensione dell'efficacia dell'atto legislativo o
amministrativo impugnato ai sensi di quanto previsto da questo titolo o ladozione
di altra idonea misura cautelare.



TITOLO XVI
RAPPORTI FRA LO STATO e LE COMUNIT AUTONOME


Art. 41
Funzioni statali delegate al Presidente della Comunit autonoma

1. Il Presidente della Comunit autonoma, per delegazione del Governo della
Repubblica, provvede al mantenimento dell'ordine pubblico, secondo le
disposizioni del Governo stesso, verso il quale responsabile, avvalendosi degli
organi di polizia dello Stato e di polizia locale. In casi eccezionali, quando la
sicurezza dello Stato lo richieda, il Governo assume direttamente la tutela
dell'ordine pubblico.
2. Il Presidente della Comunit autonoma dirige le funzioni amministrative
delegate dallo Stato alla Comunit autonoma, conformandosi alle istruzioni del
Governo, verso il quale responsabile.
3. Con norma di attuazione disciplinato quanto previsto da questo articolo.



TITOLO XVII
MODIFICA DELLO STATUTO E NORMATIVA DI ATTUAZIONE


Art. 42
Revisione e modifiche dello Statuto speciale

1. L'iniziativa legislativa per la revisione o le modificazioni del presente Statuto
esercitata dal Governo della Repubblica previa intesa con le Comunit autonome.
A tal fine si applicano le disposizioni previste dalla Costituzione per l'approvazione
delle leggi costituzionali e le disposizioni di questo articolo. Le revisioni e le
modificazioni allo Statuto approvate non sono sottoposte a referendum nazionale.
2. Per le finalit di cui al comma 1, lintesa interviene tra il Governo della
Repubblica e il Governo di ciascuna Comunit autonoma. Ciascuna Comunit

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aderisce allintesa sulla base degli indirizzi formulati dai rispettivi Parlamenti
riuniti in seduta comune nel Consiglio dellUnione regionale. Gli indirizzi dei
Parlamenti sono approvati a maggioranza assoluta dei componenti di entrambi i
Parlamenti.
3. Le proposte di revisione e di modificazione del presente Statuto sono
approvate o respinte, senza modifiche, dal Parlamento della Repubblica con le
modalit stabilite dai regolamenti parlamentari.
4. Fermo quanto disposto dai commi da 1 a 3, le norme di cui al titolo XII in
materia di finanza delle Comunit autonome e dellUnione regionale possono
essere modificate con legge ordinaria dello Stato su concorde richiesta del Governo
della Repubblica e, per quanto di rispettiva competenza, delle Comunit autonome
e dellUnione regionale. Le Comunit e lUnione si esprimono ai fini della
concorde richiesta in osservanza del comma 2.


Art. 43
Norme di attuazione dello Statuto speciale, commissioni paritetiche e
procedure per le intese tra Stato e Comunit

1. Con decreti legislativi sono emanate le norme di attuazione del presente
Statuto, su parere conforme di una commissione paritetica composta di dodici
membri, di cui sei in rappresentanza dello Stato, tre della Comunit autonoma del
Trentino e tre della Comunit autonoma dellAlto Adige/Sdtirol. Tre componenti,
uno in rappresentanza dello Stato e due della Comunit autonoma dellAlto
Adige/Sdtirol, devono appartenere al gruppo linguistico tedesco.
2. Nella commissione di cui al comma 1 istituita una speciale commissione
per le norme di attuazione relative alle materie attribuite alla competenza della
Comunit autonoma dellAlto Adige/Sdtirol, composta di sei membri, di cui tre in
rappresentanza dello Stato e tre della Comunit. Uno dei membri in rappresentanza
dello Stato deve appartenere al gruppo linguistico tedesco; uno di quelli in
rappresentanza della Comunit stessa deve appartenere al gruppo linguistico
italiano.
3. La Commissione di cui al comma 1 presieduta a turno da un rappresentante
statale e da uno delle Comunit. La commissione adotta, con il voto favorevole di
almeno quattro quinti dei propri componenti, il regolamento contenente le norme
per il proprio funzionamento, nel rispetto del principio di equiordinazione, ivi
comprese le modalit di formazione delle decisioni, assicurando il rispetto del
principio di leale collaborazione e il criterio di pariteticit delle rappresentanze dei
due livelli istituzionali. Il regolamento prevede, inoltre, le modalit per garantire
leconomicit e lefficacia dei lavori della Commissione, stabilendo termini e
modalit per la conclusione del procedimento di formazione del parere della
Commissione sugli schemi di norma di attuazione.
4. Il Parlamento della Comunit, su proposta del Governo della Comunit
medesima, pu impartire indirizzi generali ai propri rappresentanti nella
Commissione.

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5. Spetta al Governo della Repubblica e ai Governi delle Comunit liniziativa
dei progetti di norma di attuazione statutaria.
6. Salvo quanto previsto dallarticolo 42, nei casi in cui il presente Statuto
prevede l'intesa fra lo Stato e la Comunit e questa non sia raggiunta, il Governo
della Repubblica e quello della Comunit nominano un Comitato paritetico
composto da due rappresentanti dello Stato e due della Comunit, i quali, nei
sessanta giorni successivi alla loro nomina, presentano una proposta di intesa che il
Governo della Comunit e il Governo della Repubblica possono approvare senza
modifiche o respingere. Nel caso in cui lintesa riguardi contestualmente le due
Comunit autonome, ciascuna di esse nomina un proprio rappresentante nel
predetto Comitato paritetico. Con norma di attuazione sono disciplinati i casi e le
modalit per il superamento delleventuale mancata intesa.
7. In relazione alle nuove funzioni attribuite dal presente Statuto alle Comunit
autonome, con norme di attuazione da emanare entro un anno dalla data di entrata
in vigore del presente Statuto disciplinato il trasferimento alle Comunit
autonome del personale, dei beni e delle risorse, anche organizzative, gi destinate
dallo Stato o da altri enti allesercizio delle funzioni medesime. Per il mancato
rispetto del termine di un anno le norme di attuazione prevedono misure finanziarie
a valere sui trasferimenti tributari dello Stato.



TITOLO XVIII
CLAUSOLA DI SALVAGUARDIA PER LINTERPRETAZIONE DEL
PRESENTE STATUTO


Art. 44
Clausola di salvaguardia

1. In nessun caso le norme del presente Statuto possono essere interpretate nel
senso dellattribuzione allo Stato, alle sue amministrazioni o ad enti pubblici
nazionali di funzioni e compiti gi trasferiti, delegati o comunque attribuiti alle
Province autonome di Trento e di Bolzano o alla Regione Trentino-Alto
Adige/Sdtirol, agli enti locali e alle autonomie funzionali dalle disposizioni
vigenti alla data di entrata in vigore del presente Statuto.

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