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Dal Medioevo latino al Rinascimento



La poesia delle origini
Tutto l'alto Medioevo, dalla caduta dellimpero romano doccidente fino a circa
lanno 1000, nella parte occidentale dell'Europa, un periodo in cui la cultura
predominante quella ecclesiastica, che si esprime in latino (diverso da quello
classico, sia nella sintassi che nel vocabolario) e si tramanda nelle biblioteche dei
monasteri.
Questa situazione culturale rimane invariata fino alla fine dellXI secolo, quando in
Francia si afferma la prima letteratura volgare: la letteratura cortese. Questa forma di
letteratura d vita a nuovi generi letterari che sono appannaggio di una classe feudale
che cerca di assumere una nuova veste culturale. La Francia si impone come modello
e riesce cos ad affermare i propri valori attraverso la propria lingua. La cultura
feudale e i valori cavallereschi che la animano si diffondono in tutta lEuropa.
Dopo lXI secolo nasce lepica francese in lingua doil con le Chansons de geste, che
parlano delle gesta dei cavalieri. Si tratta di un tipo di poesia narrativa destinata alla
lettura in pubblico; tra le varie chansons de geste vi quella dedicata al ciclo
carolingio e cio a Carlo Magno e ai suoi paladini, intitolata Chansons de Roland,
che esalta i valori della classe dei cavalieri.
Un altro genere in lingua doil il romanzo cavalleresco che cerca di affermare i
valori della classe sociale feudale. Se nellepica delle chansons de geste si raccontano
le imprese militari collettive, il romanzo concentra invece la sua attenzione su un
personaggio, il quale, mosso dalla passione per la donna amata e dalla necessit di
autorealizzarsi, compie numerose imprese. Il romanzo cavalleresco ruota attorno al
ciclo bretone, cio racconta le avventure e le leggende di re Art, Tristano e Isotta,
Parsifal, cavaliere puro per eccellenza che cerca il sacro Graal, e Lancillotto, che
incarna i valori dellamore cortese. Il protagonista dei romanzi cerca un bene
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supremo, che coincide con lamore, ma si tratta di un amore irraggiungibile, perch
adultero, che ci consuma fuori dalla norma sociale e trova legittimazione solo in s:
Lancillotto dominato dal dio amore e non pu fare a meno di amare Ginevra, la
quale non si pu negare a colui che la ama. Lamore cortese diventa un valore ed
implica assoluta fedelt.
Alla nascita del romanzo in lingua doil, si accompagna un altro fenomeno letterario:
intorno allXI-XII secolo si afferma in Aquitania e in Provenza un nuovo genere
lirico in lingua doc. Questa lirica, affidata alla voce sapiente dei trovatori (dal
verbo provenzale trobar che significa comporre), crea il primo grande codice della
poesia damore, esprimendo in modo nuovo la passione dei soggetti e gli effetti
misteriosi del desiderio, della passione sullio individuale. Legati alle corti di
Provenza ed Aquitania, i trovatori provengono da unestrazione sociale molto varia:
sono principi e signori feudali, sono cavalieri o esponenti della piccola nobilt.
Il modello dellamore cortese caratterizza fortemente la poesia trobadorica, che canta
la gioia che scaturisce dallamore perfetto e dalla volont di esaltare e lodare la donna
amata, spesso identificabile con la signora feudale. Nei confronti della donna-signora
feudale lamante in posizione di vassallo, pronto a servirla in modo assoluto e
disinteressato. La bellezza della donna tale da porre una certa distanza tra lei e il
suo amante che si sente indegno di tanto onore. Il canto del poeta sottolinea questa
distanza che lo separa dalla donna amata e nello stesso tempo animato dalla
tensione a colmarla, cercando continuamente il dialogo con la donna, spesso in toni di
vibrante sensualit. La donna rimane comunque irraggiungibile e spesso minacciata
dalla maldicenza di coloro che non sono in grado di comprendere il volare
dellamore. Scaturiscono da questo intreccio di situazioni una serie di passioni che
alternano sofferenza e godimento.
Accanto alla tematica amorosa, la lirica provenzale riflette sulla condizione sociale
del poeta, su motivi morali e politici, sulla guerra e sui valori feudali e militari. Si
esprime, inoltre, attraverso diversi stili o modi di comporre: trobar ric (in cui si
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notano i virtuosismi tecnici ), trobar clus (di difficile interpretazione, oscuro) e
trobar leu (facile e scorrevole di limpida lettura).
Ci cono pervenuti circa 400 nomi di trovatori, il pi antico Guglielmo IX, duca di
Aquitania, ricordiamo anche Jaufr Raudel (cantore dellamore da lontano) e
Arnauld Daniel (maestro del trobar clus).
Allinizio del XIII secolo la poesia provenzale ha una crisi improvvisa causata dalla
Crociata contro gli Albigesi, dal nome della citt di Albi, centro propulsore
delleresia catara. Questa guerra mette fine a molte delle corti provenzali. Papa
Innocenzo III ordina il massacro di coloro che si riconoscevano nel Catarismo, una
dottrina ereticale che polemizzava contro la Chiesa di Roma e si faceva promotrice di
un rinnovamento morale fondato sullantitesi tra il bene e il male, tra lo spirito e la
materia. Molti trovatori trovarono rifugio in Italia e influenzarono la nascente lirica
siciliana.
I Siciliani (fenomenologia dellamore)
In Sicilia, intorno al XII secolo sorgono imitatori della poesia trobadorica, ma la
lingua usata il volgare siciliano. La poesia siciliana riprende i temi, gli stili e la
metrica dei modelli provenzali, anche se viene meno l'accompagnamento musicale.
Accanto alle tematiche amorose, non compaiono pi componimenti ad argomento
politico, perch il contesto in cui questa poesia si sviluppa diverso da quello delle
corti provenzali. La poesia siciliana si sviluppa infatti presso la corte sveva di
Federico II. Nominato imperatore nel 1220, Federico II crea attorno alla propria
corte un ambiente culturale laico e raffinato, in cui la poesia riveste un ruolo molto
importante, perch diventa lespressione del prestigio dellaristocrazia di corte. Per
questo limperatore si fa promotore di una produzione poetica ispirata ai modelli
provenzali, ma scritta in volgare siciliano.
Per la corte sveva e la scuola siciliana la poesia non pi impegno civile, ma un
gioco raffinato ed aristocratico, che si avvale delle tematiche amorose della lirica
provenzale: lamore cortese che viene ulteriormente stilizzato e privato di
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concretezza; lomaggio che il cavaliere deve alla donna; linferiorit e indegnit
dellamante verso la donna; lamore adultero e segreto. Rispetto alla poesia
provenzale, la lirica siciliana tende a soffermarsi maggiormente sulla natura e sugli
effetti dellamore. Ci comporta uno spostamento verso linteriorit del poeta e
una tendenza ad analizzare lesperienza damore intellettualizzata, sotto la lente delle
scienze naturalistiche, con accostamenti al mondo animale e vegetale.
Gli autori di questa poesia sono per lo pi funzionari statali, notai, giudici e
magistrati. Possiamo ricordare: Giacomo da Lentini, Guido delle Colonne, Rinaldo
dAquino, Pier delle Vigne, Stefano Protonotaro da Messina e Jacopo Mostaci.

I rimatori toscani di transizione
Dopo la dispersione della Scuola siciliana, in seguito alla sconfitta della casa sveva,
in Italia si sviluppa una poesia di argomento religioso, in Toscana e prevalentemente
in Umbria. Questa poesia prende il nome di lauda, approfondisce contenuti di natura
religiosa e moraleggiante, ha tra i suoi maestri Iacopone da Todi ed stilisticamente
molto semplice dal punto di vista formale, infarcita di lemmi che derivano dal
dialetto umbro e di latinismi.
Accanto a questa lirica religiosa, comincia a farsi strada, in Toscana, una lirica
moraleggiante che prende in esame temi di natura amorosa o politica. Maestro di
questa nuova scuola, che attinge dai Siciliani e si definisce Siculo-toscana o
Guittoniana, Guittone dArezzo, poeta di liriche che trattano argomenti amorosi e
politici. Celebre la canzone Ahi lasso in cui il poeta aretino si lamenta per la
sconfitta di della battaglia di Montaperti, in cui i guelfi fiorentini furono messi in fuga
dai gihibellini senenesi, il 4 settembre 1260.
I Guittoniani si riallacciano apertamente alla tradizione precedente della lirica
siciliana anche nella scelta del metro da usare: compongono infatti sonetti e canzoni.



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Lo Stilnovo (filosofia dellamore)
in questo panorama che si colloca, intorno agli anni 80 del XIII secolo, la prima
grande svolta della nostra letteratura. Tra Bologna, Firenze e altri centri della
Toscana si sviluppa un nuovo modo di fare poesia. Una nuova scuola che sar poi
chiamata Stilnovo da un verso del Purgatorio di Dante (verso 57, canto 24). Lo
Stilnovo inventa un nuovo modo di fare poesia e combina in maniera differente lo
stesso materiale tematico tramandato dalla poesia siciliana. Lo Stilnovo, per, pur
recuperando allapparenza le stesse tematiche dalla Scuola siciliana, le rielabora
diversamente dallinterno attraverso una maggiore cura formale, dal punto di vista
stilistico e attraverso la sovrapposizione di contenuti filosofici ai contenuti amorosi. I
poeti protagonisti di questa svolta sono uomini colti, appartenenti al ceto mercantile,
intellettuale e giuridico. Giuristi sono infatti Guido Guinizzelli, notaio bolognese,
Lapo Gianni e Cino da Pistoia; intellettuali politicamente impegnati ed educati alle
scuole di teologia e filosofia sono Guido Cavalcanti e Dante Alighieri. Questa nuova
generazione di poeti presenta una diversa sensibilit, una raffinatezza formale nuova
ed elegante, impreziosiscono i loro testi con un linguaggio scelto che si possa
adeguare alla tematica damore, arricchita da elementi spirituali e speculativi.
Guido Guinizzelli, con la sua canzone Al cor gentil rempaira sempre Amore,
considerato il maestro di questo nuovo modo di poetare. Tema cardine del
componimento la nobilt danimo intesa come virt indipendente dal ceto sociale,
come qualit individuale e ricchezza interiore. Largomento inconsueto per una
lirica amorosa, perch illustra, attraverso un procedimento speculativo molto
raffinato, il rapporto esistente tra la gentilezza danimo e la capacit damare: lamore
trova la sua collocazione congeniale solo nel cuore di chi capace di gentilezza e
cio di nobile virt. Alla donna spetta il compito fondamentale di rendere attiva
questa virt, per mezzo della sua bellezza. La canzone procede attraverso una
elaborata argomentazione aristotelica, filosofica e speculativa e fonde la poesia con la
scienza e la filosofia. Il componimento non altro che un ragionamento filosofico sul
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ruolo della donna e sulla nobilt danimo, espresso attraverso metafore e immagini
che attingono dalla natura.
La scuola stilnovista elitaria. La fruizione dei suoi componimenti riservata a
pochi, a coloro che sanno di filosofia che sono nobili per virt e raffinati per
educazione. La poesia diventa cos comunicazione tra gente eletta, che si riconosce in
un ideale di amicizia.
Questa nuova poesia trasforma il codice cortese, che si sposta dal piano fisico al
piano spirituale: lomaggio del cavaliere alla donna si identifica con il riconoscimento
delle sue virt; la lode diventa un atto damore e una riflessione che il poeta fa sulla
propria esistenza; la nobilt si identifica con il valore spirituale di chi degno, per la
sua elevata moralit, di provare amore, senza necessariamente appartenere al ceto
aristocratico. Il poeta non si limita e descrivere gli effetti che lamore provoca in lui,
ma si interroga sulle cause, riflette sul fenomeno e approfondisce laspetto
psicologico della situazione di chi ama. La donna si connota come un angelo, un
essere soprannaturale.
I problemi dottrinali, scientifici, teologici e morali, che si discutevano nelle scuole di
teologia e di filosofia, entrano a far parte della poesia e danno una nuova dimensione
alla poesia damore, che diventa testimonianza di una meditazione esistenziale.
Lanima del poeta sospesa in uno stato di contemplazione, che risente anche della
nuova sensibilit religiosa inaugurata dal misticismo francescano.

Dante
Profondamente immerso nel clima e nella cultura stilnovista Dante. Sono
numerosissimi i fenomeni politici e culturali che intervengono nella sua formazione,
non solo culturale, ma anche politica e spirituale. Studia con Brunetto Latini la
retorica e nutre profondo interesse per il rapporto tra etica e politica, tema caro a
Cicerone e alla cultura latina. Dante si forma non solo alla scuola di retorica di
Brunetto, ma anche presso le scuole religiose dei Domenicani di Santa Maria Novella
e dei Francescani a Santa Croce. Conosce profondamente il pensiero di san Tommaso
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dAquino che aveva riorganizzato, sotto la spinta della filosifia di Aristotele, tutto il
sapere teologico; esperto non solo di teologia scolastica, ma anche della corrente
mistica di san Bonaventura da Bagnoregio; ha letto e studiato benissimo alcuni
grandi poeti della latinit classica, ma ignora la maggior parte della cultura greca
antica.
Latinit classica, teologia scolastica, mistica, filosofia e conoscenza della realt
storica e sociale del suo periodo storico sono i quindi i pilastri della formazione
dellAlighieri.
Tutti questi elementi confluiscono nella scrittura della Commedia, che cerca di dare
una riposta alla crisi esistenziale di quegli anni. Concepito come un itinerario mistico
che ha per protagonista il poeta stesso, il poema affronta, attraverso personaggi
storicamente vissuti o appartenenti al mito, una vastissima gamma di problematiche
morali, esistenziali, politiche e sociali. Trama del poema il viaggio che Dante
compie nellaldil, durante il periodo pasquale del 1300, anno giubilere. Questo
viaggio per lui un percorso di salvezza e contemporaneamente di espiazione. Il
poeta narra ponendosi dal punto di vista di che ha sperimentato lintera vicenda e pu
allora illuminare il passato e dare pieno significato a quello che accaduto. Il poeta
rappresenta se stesso come il discepolo pieno di remore e di errori, man mano istruito
della sue guide, Virgilio e Beatrice, fino a diventare degno della visione di Dio, che
la meta del viaggio. Il genere letterario delle visione sulloltre tomba e dei viaggi
nellaldil era molto diffusa nel Medioevo, ma sempre affidato a protagonisti astratti
e molto lontani dalla loro realt storica. Il personaggio di Dante invece
profondamente concreto e contestualizzato nella realt storica di quegli anni, che
emerge fortemente nel poema. Dante incarna il simbolo delluomo che, perduto nella
selva del peccato, impedito dalle tre fiere, simbolo dei mali morali e sociali, riesce a
riprendere il cammino della salvezza grazie allintervento della Grazia di Dio. Tutto il
viaggio una meditazione sulle pene destinate ai dannati e ai purganti e sulle gioie
delle anime beate. Virgilio, simbolo della scienza umana, accompagna il poeta
attraverso lInferno e il Purgatorio, fino al Paradiso Terrestre, in cima al Purgatorio,
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dove al poeta latino subentra Beatrice, simbolo della teologia, che accompagna il
poeta fino alle soglie dellEmpireo. Lultima guida san Bernardo di Chiaravalle,
simbolo dellascesi e mistica, che conduce Dante alla visione di Dio. Il processo da
Virgilio a san Bernardo indica unascesa che va dallumano al divino, dalla scienza
umana alla teologia fino alla mistica, perch alla visione di Dio non si arriva per
ragionamento umano, ma solo con labbandono mistico, in cui la volont delluomo
si annulla in quella di Dio e da Lui riceve senso.
Reso sapiente dalle sue guide, Dante pu diventare maestro per luomo che vuole
migliorarsi e salvare la propria esistenza.

Petrarca
Sulla scia della nuova poesia toscana si colloca anche lopera di Francesco Petrarca,
che per primo racchiude in un Canzoniere organico i suoi componimenti poetici,
tracciando una sorta di storia dellanima. Attraverso le varie poesie sono infatti
descritti i momenti salienti della sua vita spirituale. Petrarca rinuncia alle tematiche
stilnoviste della donna- angelo, tramite tra Dio e luomo, e pone in primo piano il
dramma interiore del poeta che rimpiange lerrore della sua vita, che si pu
sintetizzare nella incapacit di rinunciare alle lusinghe della terra, dalla gloria
allamore per Laura. Per questo il Canzoniere presenta una serie di componimenti che
illustrano lamore del poeta per la donna e per il desiderio di gloria, insieme al
percorso di pentimento per il suo legame con i piaceri terreni e si conclude con la
preghiera alla Vergine, affinch implori per Petrarca la grazia divina.
Decisivo e importantissimo il contributo del poeta per la rinascita della cultura
classica latina. A lui si deve il rinnovato interesse per la poesia antica e il recupero
della lingua latina di cui si serve per varie opere: Epistole familiari, Vite degli uomini
illustri, che ricalcano due generi letterari molto in voga nellantichit. Il Secretum,
invece, pur essendo scritto in latino, si discosta molto dal tenore dellantichit
classica, perch risente della sensibilit medievale. Il trattato si configura come un
dialogo tra santAgostino e Francesco, che altri non sono se non le due anime dello
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stesso Petrarca che configgono tra loro, luna anelante al cielo e staccata dalle cose
terrene, laltra legata al mondo e alle sue lusinghe. Il conflitto non si sana e rimane
tale.
Con Petrarca comincia una nuova stagione culturale che vede gli intellettuali
impegnati nel recupero dei manoscritti della latinit classica, dimenticati perlopi nei
monasteri. La scoperta di nuove opere, unita alla necessit di leggere i testi antichi
secondo le intenzioni del loro autore e non alla luce dellinterpretazione metaforica
del Medioevo, pian piano dar vita ad una nuova sensibilit artistico-letteraria:
lUmanesimo.

Boccaccio
Grazie allopera di Boccaccio il volgare toscano viene usato anche per un genere
letterario diverso: la narrativa. Lautore si cimenta con la prosa fiorentina prima
scrivendo due romanzi giovanili, Filocolo e Fiammetta, e poi componendo il
Decameron, una raccolta di cento novelle organizzate allinterno di una cornice
narrativa e divise per giornate, ad ogni giornata corrisponde un tema. Lo stile del
Decameron offre per la prima volta un esempio di prosa volgare duttile, che ben si
pu adattare a pi registri: infatti le novelle spaziano dal comico al tragico.
Boccaccio racconta di un gruppo di 10 giovani fiorentini, che rappresentano la societ
ideale, in cui predominano le virt dellingegno, della cortesia e della parola, che per
sfuggire alla peste, si rifugiano in un bosco nelle vicinanze di Firenze e decidono di
passare 10 giornate a raccontare ognuno una novella.
Ogni giorno viene nominato un re o una regina che stabilisce il tema della giornata,
che sar largomento delle 10 novelle. Le narrazioni che i giovani raccontano parlano
della realt concreta e non idealizzata della societ mercantile e borghese di quegli
anni e dei vari casi che la vita pu presentare, dagli eventi lieti a quelli tragici. I
personaggi sono realistici e profondamente analizzati dal punto di vista psicologico,
nelle pi svariate situazioni che la vita pu presentare. Boccaccio, infatti, considera
tutte le esperienze, anche le pi sconce, e le racconta servendosi di uno stile
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classicheggiante e formalmente molto elaborato. Gli argomenti licenziosi non
mancano nel Decameron e questa scelta rivela la spregiudicatezza del narratore, che
non vuole scandalizzare, ma vuole, attraverso larte della parola, raccontare ogni
aspetto della vita della nuova societ dei comuni.
Importantissimo e fondamentale il ruolo della parola, che diventa segno distintivo
della condizione civile, perch permette lo scambio di vedute che libera luomo dalla
sua bruttura e comunica i valori predominanti nella societ. anche gioco dilettevole
e piacevole.

Umanesimo
Nel corso del XIV secolo i centri urbani assumono man mano i caratteri di citt Stato.
Le strutture politiche dei comuni cominciano a sfaldarsi e si rafforza il potere delle
grandi e ricche famiglie. Si fa strada cos un nuovo modello di vita civile e culturale.
Le grandi famiglie aristocratiche cercano di consolidare il proprio potere politico
avvalendosi dellopera di grandi artisti e letterati. La letteratura di quegli anni guarda
con grandissimo interesse alla cultura classica, di cui si sente figlia, e si adegua alle
esigenze della nuova citt-stato, della sua organizzazione politica, economica e
sociale.
Nonostante la diversit dei vari centri italiani, si diffonde in ognuno di essi, grazie
alla riscoperta dellantico e al suo recupero, un modello culturale comune, promosso
dagli intellettuali umanisti. Questi intellettuali devono la loro formazione non tanto
allo studio dei testi sacri e della teologia, quanto alle opere dei poeti, degli storici e
degli oratori antichi.
Durante il periodo dellUmanesimo, la letteratura latina riacquista il primato su quella
volgare e si diffonde per tutta lItalia grazie agli intellettuali che sono i protagonisti
degli scambi culturali.
A Milano si rafforza la signoria dei Visconti. Presso la loro corte si raggruppano
umanisti che nutrono interesse per gli studi giuridici, storiografici ed etici.
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Molto importante il ducato di Ferrara, retto dagli Estensi. Qui fiorisce un centro di
studi che si orienta verso il recupero dei classici.
A Firenze si rafforza il potere oligarchico di alcune importanti famiglie, prima fra
tutte i Medici, ma la forma politica sempre quella repubblicana, che permette lo
sviluppo di importanti studi sul ruolo civile delluomo e sulle istituzioni e sulla
politica. Tra i numerosi dotti bisogna ricordare Coluccio Salutati, storiografo e
politico, che mette in risalto il valore delle lettere nella formazione delluomo.
Lo Stato della Chiesa raggruppa attorno a s numerosi intellettuali che si interessano
di grammatica, retorica ed erudizione.
I vari intellettuali umanisti sono perfettamente integrati nella struttura dello Stato,
svolgono importanti funzioni diplomatiche e di insegnamento nelle famiglie
aristocratiche. La loro opera cerca di dare stabilit al nuovo ordine politico-sociale.
Le lettere vengono usate per combattere la cultura attardata del Medioevo, ma nello
stesso tempo sono funzionali a giustificare il nuovo organismo civile. La retorica,
intesa come arte della comunicazione e della persuasione, assume grande importanza
per luomo, perch lo mette in grado di poter svolgere un ruolo prevalente nella
societ. Lo studio delle forma del linguaggio e laspirazione ad un modello di
perfezione identificato con gli scrittori della repubblica romana e del principato di
Augusto modificano il gusto e il senso estetico di quegli anni. Il concetto di bellezza
si lega sempre pi alla cultura classica, perch gli umanisti sono convinti della
superiorit degli antichi che hanno raggiunto un grado di perfezione insuperabile. Ai
moderni spetta quindi solamente il compito di imitare quella perfezione.
Con lUmanesimo si d molta importanza alla concretezza delluomo e alla sua vita
sulla terra: luomo al centro della storia, la modella e la indirizza, padrone del suo
destino, ma deve conoscere le virt degli antichi ed imitarle. Alle lettere spetta quindi
un compito pratico di educazione civile, per questo motivo si d grande importanza al
genere storiografico. Si riscoprono le grandi storiografie del passato: Livio, Tacito,
Sallustio, Cesare, Svetonio, il loro modello agisce nel modo di impostare la
narrazione storiografica, che diventa attenta alle lotte politiche e alle vicende militari,
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ma influisce anche per quel che riguarda lo stile che si conforma a questi autori. Il
genere cronachistico, che registrava gli avvenimenti in base alla loro risonanza e alla
curiosit che suscitavano, cede il posto alla storiografia che cerca di narrare fatti e
avvenimenti importanti, di indagarne le cause, di considerarli come conseguenza
dellazione e della volont delluomo. Prevale, quindi, la considerazione delluomo
politico, inserito nel corso degli eventi in cui domina la fortuna, ma in cui si pu
intervenire. La storiografia si avvicina molto alloratoria. Lumanista mira a
ricostruire le vicende storiche evocando i protagonisti, a loro spetta il compito di
pronunciare discorsi eloquenti che ne illustrino il carattere, i vizi e le virt. La
storiografia diventa in questo modo una raccolta di esempi significativi da imitare, di
argomenti e di riflessioni sullesistenza. Pu cos diventare uno strumento ideologico,
che serve per precise finalit politiche.
Centro pulsante per la storiografia Firenze. Iniziatore del genere si pu considerare
Leonardo Bruni che scrive la Histroriae fiorentini populi. Lopera tende a nobilitare
le origini della citt, collegandole a quelle di Roma e spiega come la costituzione
della repubblica e la partecipazione popolare al governo dello Stato abbiano
salvaguardato la libert.
Un genere diverso di storiografia quello che inizia con Biondo Flavio da Forl,
presso la Curia romana. Attraverso unopera grandiosa, formata da 32 libri,
lumanista affronta tutta la storia dellOccidente a partire dalla caduta dellimpero
romano, e si avvale di una grande ricerca erudita, attraverso lanalisi dei documenti
del passato e dei monumenti, dando molta importanza alla topografia. Le sue opere
LItalia illustrata e La Roma instaurata segnano linizio degli studi di antiquaria.
Il genere delle biografie viene ripreso da Vespasiano da Bisticci, che era libraio e
fornitore di manoscritti. Dalla sua esperienza di lettore e dalla sua attivit
scaturiscono le Vite degli uomini illustri del secolo XV, opera in volgare che raccoglie
molti aneddoti riconducibili agli uomini dellepoca e delinea una vivace
rappresentazione della vita di quel periodo.
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Lo studio dei classici e la lettura delle opere antiche influenz notevolmente
latteggiamento mentale degli umanisti. Fece sviluppare un metodo critico di lettura
delle opere del passato fondato sulla verifica scientifica del patrimonio culturale che
il Medioevo aveva trasmesso. Nasce un nuovo metodo scientifico che cerca di
recuperare la scrittura originaria di un testo in modo che rispetti quanto pi possibile
la volont dellautore. Questa nuova scienza prende il nome di filologia e d
impulso alla ricerca e alla scoperta di nuove opere e nuovi manoscritti e si ripropone
di ricostruire il pensiero autentico degli antichi liberandolo dalla lettura deformante
che il Medioevo aveva condotto.
Un grande scopritore di codici antichi Poggio Bracciolini, tra le sue scoperte si
annovera il De reurm natura di Lucrezio. Bracciolini era profondamente convinto
che la lingua latina potesse essere usata come lingua di comunicazione e non solo
come lingua di scrittura. Tra le sue opere spiccano una serie di prose in dialogo che
considerano una pluralit di argomenti morali, e un raccolta di Facezie latine, motti e
brevi racconti arguti e ridicoli.
Il pi grande fra i filologi umanisti Lorenzo Valla che con la sua opera cerc in tutti
i modi di estirpare i pregiudizi della cultura tradizionale, combattendo lignoranza e
le false credenze dovute allassenza di un metodo razionale. Frutto del suo acume
critico e filologico la smentita di autenticit della donazione di Costantino che
legittimava il potere temporale dei papi. Limpegno filologico di Valla soprattutto
legato ai sette libri delle Eleganze della lingua latina che elogiano la grandezza di
Roma e la perfezione della sua lingua, offrendo una vera e propria grammatica del
latino.
La collocazione delluomo nel tessuto cittadino e nella realt storica che lo circonda
sollecita linteresse per la realt terrena, pian piano si viene affermando la distinzione
tra il destino celeste e il destino terreno delluomo.
Lamore per il mondo antico segno della nuova importanza che si d alla centralit
delluomo. Leducazione nel Medioevo era finalizzata alla preparazione del chierico,
nellUmanesimo si fa strada invece un nuovo concetto di educazione che d
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importanza alla conoscenza e allazione concreta per vivere bene la vita terrena. Non
si disprezza pi il corpo, lo si rivaluta: lideale dellequilibrio fra lo sviluppo delle
doti del corpo e le doti dellanima il tema ricorrente di tutta leducazione
umanistica. Tra i vari intellettuali umanisti, Leon Battista Alberti forse il pi
esemplare. Egli cerca luniversalit del sapere e della conoscenza, per la sua
molteplice esperienza di letterato, filosofo e architetto. Alberti propone nuovamente
luso del volgare per i suoi trattati, primo fra tutti i libri Della famiglia, che parlano
delleducazione della famiglia mercantile ad opera del padre, dellamicizia, del ruolo
della fortuna nella vita delluomo, delle difficolt economiche, delleducazione dei
giovani, del rapporto fra i coniugi, della masserizia che non riguarda solo
leconomia della casa, ma si identifica con la virt della prudenza, della moderazione
che si pu trasferire dal piano economico a quello politico.
In latino scritto il De architectura sul modello di Vitruvio, lopera mette in
evidenza come larchitettura sia la pi alta delle arti e la delinea come una vera e
propria scienza non solo delledificazione, ma anche dellorganizzazione sociale,
perch fonda su basi scientifiche la disposizione del tessuto urbano e quindi della vita
civile.
La circolazione dei testi antichi e la conoscenza diretta dei filosofi greci permette nel
Quattrocento la costituzione a Firenze di un vero e proprio centro di diffusione del
platonismo, lAccademia platonica, grazie allimpulso di Marsilio Ficino. Nella
tradizione platonica confluivano molteplici elementi filosofici dellantichit e del
cristianesimo e ben si prestava alla ricerca metafisica sulle cause prime, sulle origini
del mondo e sulla riflessione teologica e spirituale. Ad animare i dibattiti
dellAccademia intervengono vari intellettuali quali Giovanni Pico della Mirandola,
Cristoforo Landino e lo stesso Lorenzo deMedici.
Il pi grande esponente dellUmanesimo fiorentino il poeta Angelo Ambrogini,
detto Poliziano, che si forma alla scuola platonica di Marsilio Ficino e orienta la sua
attivit di letterato in due direzioni: lelegia latina e la lirica volgare. Suo capolavoro
sono le Stanze per la giostra, poemetto encomiastico che loda Giuliano, il fratello di
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Lorenzo. Lopera trasferisce nel mito classico lideologia umanistica della civilt
conquistata attraverso le arti e gli studi. Giuliano descritto come un cacciatore
selvaggio che si trasforma in amante e in eroe, compiendo cos un percorso di
miglioramento dallumano degradato al divino.
Di registro completamente diverso il Morgante di Luigi Pulci che risente della
tradizione comica e popolare della borghesia di Firenze: in questo poema la materia
cavalleresca si colora di toni buffoneschi, fino al limite della parodia e del ridicolo. I
personaggi del poema sono deformati e pronti a qualunque ribalderia per
sopravvivere, rappresentano lumanit degradata che popola le taverne e si pone agli
antipodi della societ ideale dellUmanesimo.
Contemporaneamente a Roma nasce lAccademia romana, fondata da Pomponio
Leto, che si interessa di studi filologici ed eruditi.
A Napoli Antonio Beccatelli, detto il Panormiata, fonda lAccademia napoletana o
pontaniana. Grazie a questa accademia Napoli torna ad essere un centro importante
per lUmanesimo italiano, con i suoi studi di morale, retorica e poesia.

Giovanni Pontano uno degli intellettuali napoletani pi importanti, i suoi interessi
spaziano dalla filosofia, alla teologia, allastronomia. Scrive una serie di trattati
morali che esaminano le virt sociali delluomo per eccellenza: la nobilt, la
liberalit, la beneficenza, la magnificenza, lospitalit; altri trattati esaminano le virt
politiche: la prudenza, la fortezza, la magnanimit. Pontano si diletta a scrivere brevi
componimenti in latino, le Neniae, dedicate al figlio Lucio. Si cimenta anche nel
genere dialogico, imitando Alberti e lautore greco Luciano, considerando, tra le
varie tematiche, la stoltezza degli uomini, lipocrisia degli ecclesiastici, il ruolo della
parola, il libero arbitrio. Il De sermone un trattato sulla conversazione in cui
lumanista espone, attraverso un gran numero di esempi, la variet dei modi
attraverso cui luomo brillate e spiritoso riesce ad affermarsi nella societ. La
conversazione il banco di prova della virt sociale che soprattutto arte della
comunicazione, molto importante nella societ cortigiana.
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Allambiente ideale dellAccademia pontaniana Jacopo Sannazaro dedica lArcadia,
unopera in versi e prosa (prosimetro) e che si rif agli ambienti pastorali. Il poema
narra le vicende di Sincero, un pastore che controfigura dellautore, che per una
delusione amorosa si rifugia in unArcadia idealizzata tra i pastori-poeti che risente
dellinfluenza di Teocrito.
LUmanesimo ha consapevolezza della necessit di recuperare il mondo antico per
rigenerare la societ. Questa idea che unepoca nuova si profilasse attraverso la
rinascita del mondo antico si matur proprio nel secolo XVI.

Rinascimento
A suggerire il mito della rinascita lo sviluppo delle arti figurative. Lo studio del
passato diventa necessario per lazione politica del presente.
A contribuire alla diffusione della cultura e delle opere antiche e moderne
linvenzione della stampa a caratteri mobili che rivoluziona i modi della produzione
libraria, precedentemente affidati al manoscritto. Il primo libro stampato con questo
sistema la Bibbia Mazzarina pubblicata fra il 1452 e il 1456, presso la stamperia di
Gutemberg. Da quel momento la stampa si diffonde in Germania, in Italia (1470), in
Svizzera, in Francia, nei Paesi Bassi e in Inghilterra. Accanto al tipografo lavora
lintellettuale che svolge il ruolo di operatore culturale, presta la sua opera di
consulente, di correttore delle bozze di stampa, di ricercatore dei testi da stampare.
Fra i numerosi tipografi italiani si deve ricordare Aldo Manuzio, che opera a Venezia
e apporta notevoli innovazioni nella stampa: riduce le dimensioni del libro per
renderlo pi maneggevole e per permettere che si tenga in mano, introduce un
elegante corsivo facilmente leggibile, stampa le edizioni dei testi dei poeti, ma senza
il commento erudito che appesantiva la lettura del libro. Con Aldo Manuzio
collaborano Erasmo da Rotterdam e Pietro Bembo.
I primi decenni del secolo XVI sono molto importanti per la cultura italiana, sia per il
posto predominate che viene ad assume la lingua letteraria volgare sul fondo
linguistico e letterario toscano, sia per lo sviluppo particolare che assunse la
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riflessione sulluomo e sulla sua attivit mondana. Questi due fenomeni affondano le
proprie radici nellUmanesimo, che aveva dato molta importanza alla lingua, intesa
come strumento di comunicazione, e alla vita attiva, intesa come partecipazione nel
mondo e nella storia. Allinizio del secolo XVI la tradizione dellaccademie
umanistiche viene meno a causa della particolare situazione politica, e cos si
indebolisce pian piano il culto per lerudizione filologica e per la lingua latina.
La corte rinascimentale si chiude alla vita sociale, si distacca dalla popolazione e si
arrocca sulle proprie posizioni aristocratiche, si chiude nelle proprie manifestazioni
culturali. Nella corte il letterato perde la sua funzione di diplomatico, consigliere ed
educatore e viene relegato al compito subalterno di celebrare, adulando, i fasti del
casato.
La situazione economica degli Stati italiani entra in crisi e ad essa si aggiunge la
debolezza militare. La vita intellettuale si sviluppa, perch storici come Guicciardini,
poeti come Ariosto, trattatisti come Machiavelli approfondiscono i grandi temi
dellUmanesimo, riflettendo sulla condizione delluomo e sulle sue capacit, sulla
grandezza e sui limiti della sua esistenza, sulla virt e sulla fortuna, ma hanno dinanzi
agli occhi una realt di sconvolgimenti che essi cercano di dominare in qualche
modo, attraverso lanalisi o attraverso un progetto di rinnovamento politico e morale.
In questi anni si possono evidenziare due principali line di pensiero: da un lato la
cultura fiorentina, che continua ad interrogarsi su problematiche di natura politica,
morale e istituzionale; dallaltro lato si continua la tradizione umanistica che si
evolve, in latino e in volgare, attraverso le forme tipiche del classicismo. Se queste
sono le due correnti culturali dominanti, non bisogna dimenticare che ogni corte
italiana gode di una propria specificit culturale.
A Firenze si succedono una serie di avvenimenti che ne sconvolgono la vita politica;
cade la signoria dei Medici, si istaura le repubblica, segue poi il gonfalonierato a vita
di Pier Soderini, il ritorno definitivo dei Medici, in seguito allalleanza tra papa
Clemente VII de Medici e limperatore Carlo V. I Medici si affermano come dinastia
ducale che regger per vari anni il governo di Firenze e della Toscana. Questa
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complessa vicenda istituzionale e la partecipazione degli intellettuali alla vita politica
danno notevole impulso alle riflessioni sulla storia fiorentina, sulle ragioni della sua
instabile situazione politica, sugli interventi necessari per sanarla, sulla soluzione dei
suoi contrasti interni, sul sistema di relazioni diplomatiche con gli altri Stati italiani e
stranieri. Per questo in quegli anni sono numerosi i trattati di storiografia e di politica
e matura pian piano lidea che dalla storia degli antichi si possa imparare per
intervenire nel presente. Si fa strada il concetto che esiste uno stretto rapporto tra
storia e politica.
Durante il gonfalonierato di Pier Soderini e il governo mediceo, gli intellettuali si
riuniscono negli Orti oricellari, presso Bernardo Rucellai, un aristocratico fiorentino,
per parlare di problemi politici ed istituzionali e per discutere sulla lingua volgare e
su quale modello proporre per una rinnovata letteratura. Su questo sfondo si attua la
formazione culturale e lopera politica e storiografica di Machiavelli, autore di
unopera sulla costituzione repubblicana, Discorsi sopra la prima deca di Titi Livio, e
di un trattato nuovo sul regime principesco, Il principe, ma anche di una storia
fiorentina e di alcune commedie. Machiavelli cerca un metodo per ristabilire la
situazione politica e lo trova nella storia: convinto che la storia degli antichi possa
dare preziosi insegnamenti per il presente, per questo essa va imitata.
Scrive un trattato sul principato in cui il principe viene considerato come il principale
artefice dello Stato, il fondatore della comunit civile, ma con un rottura decisiva
rispetto al passato, perch la virt politica, che porta stabilit di governo, per
Machiavelli non pi legata alla sfera etica, ma autonoma. Il principe ideale che lui
delinea dotato di qualit che nella prospettiva etica vengono considerate vizi, perch
rientrano in quella parte della natura umana pi vicina allistinto e alla bestialit.
Lastuzia della volpe e la violenza del leone caratterizzano la figura esemplare del
nuovo sovrano. La nuova impostazione del problema politico presuppone la fiducia
nelle capacit delluomo di essere artefice del proprio destino, ma affonda le sue
radici nel rapporto tra fortuna e virt: lazione attiva delluomo ostacolata dalla
variet e dalla imprevedibilit delle circostanze, ossia dalla fortuna, a cui luomo
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deve resistere. In questo consiste la vera virt, cio nella capacit di far convergere a
proprio favore gli eventi attraverso la precauzione, la tempestivit e la
spregiudicatezza. Lopera di Machiavelli, quindi, si rif alla realt concreta delle
cose, e polemicamente si scaglia contro una tradizione idealizzante che non aveva
nessun riscontro nella realt concreta.
La stessa relazione fra la diretta esperienza nella vita civile, la riflessione politica e il
ripensamento storiografico si manifesta in Guicciardini, autore di una Storia dItalia
in volgare e di una raccolta di riflessioni di ordine etico e politico, intitolata Ricordi. I
suoi scritti sostengono costantemente il principio della necessaria duttilit del politico
per salvaguardare la sua posizione. La Storia dItalia narra gli eventi accaduti in
Italia e in Europa dalla morte di Lorenzo il Magnifico (1492) alla morte di Clemente
VII (1534); lautore procede con rigore storiografico, ricercando i documenti e
ricostruendo i fatti nella loro realt nuda e cruda senza alcuna idealizzazione. La sua
attenzione protesa a descrivere con evidenza i fatti, a valutarne gli aspetti, a
chiarirne il meccanismo reale. Lo studio psicologico dei personaggi serve a penetrare
il movente delle azioni intese come frutto delle passioni e della volont degli
individui. Guicciardini non rinuncia ai particolari, perch proprio i particolari minuti
illustrano la verit; con labilit del narratore riesce a mostrare il gioco sfuggente
della fortuna, che la vera protagonista della storia.
I Ricordi riportano la sua riflessione sul problema politico, unopera frammentaria
perch procede per brevi testi ed aforismi, ma profondamente unitaria per quel che
concerne il concetto di fondo, cio che non sia possibile formulare un criterio che
valga sempre e comunque per gli uomini, perch ogni situazione dipende da una
complessit di fattori che influenzano la vita di ognuno pur non dipendendo da essa.
Il suo metodo di indagine nega, infatti, ogni sistematicit e mette in evidenza la
necessit di partire sempre dallesperienza reale, pur nellimpossibilit di
generalizzare e di creare paradigmi di riferimento. Guicciardini invita a considerare
dettagliatamente ogni aspetto della realt, a non affidarsi a preconcetti o illusioni.
Lazione che luomo sceglie di svolgere, per Guicciardini, deve essere il risultato di
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unanalisi precisa della situazione contingente, e quasi un atto di difesa da ogni
possibile attacco: scopo primario diventa la salvaguardia della propria vita e del
proprio onore, esposti entrambi ai colpi della fortuna. La discrezione (vale a dire il
discernimento), che indica la facolt propria dellintelletto di distinguere i casi
particolari con cui guidare la scelta morale, diventa fondamento della scelta pratica
del politico e delluomo in genere, al fine di realizzare nel modo migliore il proprio
utile.

La questione della lingua
Nel secolo XVI la letteratura volgare ormai consolidata e si tende a scrivere
seguendo i canoni del classicismo. Questo porta gli intellettuali ad interrogarsi su
quale modello e quale lingua prendere in considerazione. La scelta ricade sul toscano.
Nel 1525 Pietro Bembo, veneziano che si era formato alla corte di Lorenzo il
Magnifico, pubblica le Prose della volgar lingua. Si tratta di un trattato che contiene
un progetto di rinnovamento e regolamentazione, sul piano dello stile pi che sulla
grammatica, della lingua letteraria. Contrario alla fiducia nella spontaneit che
avrebbe conservato il volgare in posizione subalterna, Bembo additava i classici della
lingua volgare: Petrarca per la poesia e Boccaccio per la prosa, e propone di imitarli.
Questa scelta scaturisce dalla necessit di cercare uno stile dolce, secondo il gusto
dellepoca.

La corte di Ferrara
Il centro di Ferrara si distingue per la predilezione per i generi tipici
dellintrattenimento di corte: la narrativa e il teatro. La letteratura che si sviluppa in
questo ambiente tende ad imitare il modello classico, ma nello stesso tempo a
gareggiare con esso. Nel Quattrocento Matteo Maria Boiardo aveva composto proprio
a Ferrara un poema cavalleresco, LOrlando innamorato, raggiungendo risultati
artistici molto alti, superiori agli intenti della corte degli Estensi, signori di Ferrara.
Lopera risponde al programma aristocratico di ricondurre ad un livello di stile
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elevato la materia narrativa dei cicli cavallereschi, allo scopo di dilettare ed essere
svago per la corte.
Il piacere, il diletto e lo svago sono per la corte estense uno strumento politico, perch
vogliono mostrare la magnificenza della corte stessa. Il prodotto letterario deve allora
essere facilmente fruibile, in grado di essere letto e assaporato anche da chi non un
intellettuale di professione. Lesigenza di adeguare la produzione alla misura classica
della magnificenza cortigiana induceva alla ricerca degli stessi principi che erano a
fondamento della grazia e della bellezza classica: lunit nella variet, la regolarit
nel disegno della narrazione, lampiezza della composizione. Ad interpretare
magistralmente questa linea espressiva Ludovico Ariosto.

Ariosto
Ariosto sceglie di continuare la narrazione del suo poema da dove Bioardo aveva
interrotto il suo Orlando innamorato, per collegarsi alla tradizione precedente e ad un
genere molto gradito dalla corte. Il poeta, pur ricalcando la consuetudine propria dei
cantari, di collegarsi ad una storia nota per svilupparla e rimaneggiarla allinfinito,
inventava una storia nuova, sia nella struttura che nel senso complessivo del racconto.
Se Boiardo aveva trasferito sulla figura delleroe epico Orlando il tema amoroso,
Ariosto approfondisce il tema ripescando largomentazione classica per cui lamore
porta al furore, alla follia, allo straniamento delluomo da s. LOrlando furioso
descrive infatti la follia in cui pu cadere anche il pi saggio tra gli uomini, il
paladino Orlando. Il cavaliere diventa cos il simbolo della vita imprevedibile
delluomo, sempre sospeso tra la saggezza e la follia, forte e razionale, ma nello
stesso tempo esposto al gioco ingannevole della fortuna.
Il poema sviluppa tantissime tracce narrative, ma mantiene sempre la sua unit e
lequilibrio tra le varie parti. La follia di Orlando solo uno dei centri del poema, ma
forse largomento pi esemplificativo della condizione esistenziale delluomo di
corte e delluomo in generale: ogni uomo infatti alla ricerca di una meta che gli
sfugge, ogni uomo rincorre e ricerca le cose che ha perduto. Lepisodio di Astolfo
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che va sulla luna a recuperare il senno di Orlando rappresenta una prova notevole
della satira dellautore nei confronti della vanit e della stoltezza del mondo.

Il petrarchismo
Un fenomeno letterario che si collega alla vita di corte anche quello del
petrarchismo. Il petrarchismo sceglie di imitare lo stile di Petrarca e considera il
genere lirico insuperabile. Lautorit del poeta si era affermata soprattutto nella lirica
di corte, in cui la tematica amorosa costituiva il bagaglio culturale pi ricco. Questa
lirica dava inoltre la possibilit di scegliere modi e temi dal testo petrarchesco adatti
alle varie circostanze.
Limitazione di Petrarca diventa lo strumento che permette di sollevare il volgare a
lingua adatta per la letteratura, conferendogli la stessa dignit del latino. Petrarca
considerato il poeta dellequilibrio interiore e stilistico, un poeta che contempla la
leggiadria e la dolcezza con la gravit dei pensieri e delle forme. Su questa scia si
muovono vari poeti e poetesse tra cui: Vittoria Colonna, che idealizza la persona
amata scomparsa; Isabella Morra, che recupera le rime religiose di Petrarca; Gaspara
Stampa e Veronica Franco, che prediligono largomento amoroso ed erotico.

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