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ABSTRACT

Insights on the seismogenic layer thickness from the upper


crust structure of the Umbria-Marche Apennines (Central Italy).
The continental crust is usually subdivided into an upper brittle
and a lower ductile part on the basis of geophysical data like heat
flow, Bouguer anomaly and seismic tomography. However, still
within the brittle crust, different deformation mechanisms occur:
the majority of shallow seismicity occurs within the upper part of
the brittle crust (seismogenic layer), while the lower part, though
elastic, does not deform seismically. The definition of the depth of
the seismogenic layer within the brittle field can be made by identi-
fying important lithological/structural boundaries within the upper
crust stratigraphy.
We present a reconstruction of the subsurface geology of the
Northern Apennines in Central Italy down to about 12 km where
most of the shallow extensional seismicity occurs. We interpreted
three reprocessed seismic reflection profiles, crossing the area
where the 1997-98 Umbria-Marche earthquake occurred, with a
maximum magnitude M=5.9. Matching the interpretation of the
seismic profiles with detailed surface mapping, we obtained an
improved image of the subsurface structural setting of the seismo-
genic zone, reconstructing the 3-D geometry of the top basement
of the area.
The comparison of the subsurface structural setting with the
distribution of the 1997-98 seismicity (accurately located by local
networks) shows that the seismicity cut-off corresponds to the top of
the phyllitic basement. The shallow seismicity hence affects only the
upper portion of the brittle crust, as defined by heat flow analysis
and other geophysical surveys of the area.
La crosta continentale viene usualmente suddivisa
in una parte superiore fragile ed una inferiore duttile.
Tale suddivisione viene in genere fatta sulla base di dati
prevalentemente geofisici, quali il flusso di calore,
lanomalia di Bouguer e la tomografia sismica (e.g.
WATTS & BUROV, 2003). Ciononostante, allinterno del-
la parte fragile della crosta sono presenti comporta-
menti meccanici diversi che fanno s che la gran parte
della sismicit sia concentrata nella parte alta della
crosta superiore (strato sismogenetico), mentre la parte
inferiore, sebbene elastica, si deformi in maniera pre-
valentemente asismica (creep). In questo contributo,
mostriamo una ricostruzione della geologia del sotto-
suolo dellarea umbro-marchigiana dellAppennino ba-
sata sullintegrazione di dati geologia di terreno, inter-
pretazione di profili sismici riprocessati, dati di pozzo
e localizzazioni di terremoti.
Larea presa in esame larea compresa tra Nocera
Umbra a Sellano dove avvenuta la sequenza sismica
del 1997-98 (Mw=5.9) (fig. 1). A partire dal Pleistocene
inferiore larea stata affetta da estensione (con sforzo
principale minimo orientato SW-NE), che ha generato
una serie di bacini intermontani (ad es. Colfiorito, S.
Martino) bordati da faglie dirette immergenti verso SW.
Tali strutture estensionali sono segmentate in cor-
rispondenza delle strutture compressive pre-esistenti
orientate, in questarea, circa NS.
La sequenza sismica del 1997-98 stata caratterizzata
da due eventi principali (Mw=5.7, Mw=5.9), da numerosi
eventi con 6.0>Mw>5.0 e da una sequenze di repliche per
una durata complessiva di circa 8 mesi (CHIARALUCE et
alii, 2003). La base della sismicit localizzata a circa 9
km nellarea di Colfiorito e a circa 7 km nellarea pi set-
tentrionale di Gualdo Tadino (Mw=5.1).
Nellarea sono disponibili tre profili sismici acquisiti
da Eni negli anni 80. Questi profili sismici sono stati ac-
quisiti con tecniche Vibroseis e sono di qualit scadente;
essi sono stati pertanto riprocessati (STUCCHI et alii,
2006) per migliorarne la qualit soprattutto per target
superficiali (<1.5s twt) e profondi (>1.5s twt). Sulla base
dei dati a nostra disposizione abbiamo costruito tre se-
zioni geologiche estrapolate fino alle profondit ipocen-
trali (~10 km). Le sezioni sono state costruite tenendo
conto di: 1) geologia di superficie, 2) dati di sismica che
forniscono la profondit del basamento permo-triassico
ed alcune riflessioni dei corpi carbonatici subdotti, 3)
conoscenze sullo stile deformativo della regione, 4) velo-
cit intervallari da dati di pozzo. Le tre sezioni mostrano
la geologia del sottosulo dellarea consentendo di rico-
struire una immagine tridimensionale del top del basa-
mento s.l. (che in questa regione costituito da filladi
probabilmente paleozoiche e rocce clastiche triassiche)
(fig. 2). Dallintegrazione di questi dati con la distribu-
zione della sismicit registrata nel 1997-98 risulta
unanalogia tra la profondit della base delle sequenze
sismiche e quella della superficie del top del basamento
permo-triassico (fig. 2).
Si osserva inoltre unanalogia nel trend di approfon-
dimento della sismicit da NW a SE e della superficie
del basamento. In base ai dati di pozzo disponibili nella
regione, la superficie del basamento ricostruita corri-
sponde ad una inversione di velocit Vp da ~6,1 km/s
Rend. Soc. Geol. It., 4 (2007), Nuova Serie, 265-267, 2 ff.
Un contributo strutturale allindividuazione dello spessore dello strato
sismogenetico in Appennino Settentrionale
FRANCESCO MIRABELLA (*), ANDREA LUPATTELLI (*), MASSIMILIANO BARCHI (*),
EUSEBIO STUCCHI (**) & MARIA GRAZIA CIACCIO (***)
**(*) Geologia Strutturale e Geofisica Dip. di Scienze della Ter-
ra, Universit di Perugia, Piazza Universit, 1 - 06100 Perugia (Italy).
*(**) Dip. Sc della Terra Universit di Milano, Geofisica, via Ci-
cognara - Milano (Italy).
(***) Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, via di Vigna
Murata - Roma (Italy).
Francesco Mirabella: Tel. 075.586.7182; fax. 075.585.2603; e-mail
mirabell@unipg.it
266 F. MIRABELLA ET ALII
Fig. 1 - Schema geologico-strutturale dellarea di studio, dei profili sismici studiati, delle sezioni geologiche e dei mainshock
della sequenza del 1997-98.
Geological sketch of the study area, with the traces of the seismic profiles, of the integrated geological sections and of the
mainshocks of the 1997-98 seismic sequence.
(caratteristica delle alternanze anidrite e dolomie) a
~5,1 km/s (caratteristica del basamento s.l.). In base ai
nostri dati, supportati anche da osservazioni sulle se-
quenze sismiche e profondit del basamento per le aree
di Gubbio (NE di Gualdo Tadino) e Norcia (SW di Col-
fiorito), proponiamo che le variazioni nelle propriet
meccaniche allinterno della sequenza lito-strutturale in
questarea possano influenzare la profondit e landa-
mento dello strato sismogenetico in questarea con pos-
sibili implicazioni nella definizione della massima ma-
gnitudo attesa dellarea.
BIBLIOGRAFIA
CHIARALUCE L., ELLSWORTH W., CHIARABBA C. & COCCO M. (2003) -
Imaging the complexity of an active complex normal fault system:
the 1997 Colfiorito (central Italy) case study. Journal of Geophysi-
cal Research, 108 (B6), 2294, doi:10.1029/2002JB002166.
STUCCHI E., MIRABELLA F. & CIACCIO M. (2006) - Comparison
between reprocessed seismic profiles seismologic and geologic
data: a case study of the Colfiorito earthquake area. Geophysics,
71 (2), B29-B40, 2006.
WATTS A. & BUROV E. (2003) - Lithospheric strenght and its relation-
ship to the elastic and seismogenic layer thickness. Earth and Pla-
netary Science Letters, 213, 113-131.
UN CONTRIBUTO STRUTTURALE ALLINDIVIDUAZIONE DELLO SPESSORE DELLO STRATO SISMOGENETICO 267
Fig. 2 - Ricostruzione tridimensionale del basamento s.l. sulla base delle tre sezioni geologiche integrate (in alto) e plot della sequenza sismica
del 1997-98 sulla superficie del basamento ricostruita (in basso). La figura mostra la coincidenza tra profondita e distribuzione della sismicit
e del basamento
Tridimensional reconstruction of the basement s.l. surface based on the three integrated geological cross-sections (top) and plot of the 1997-98
seismic sequence on the reconstructed surface (bottom). The figure shows the similar depth and trend of the sesimicity and of the topo of base-
ment surface.

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