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SAGGIO BREVE

“Esponi le principali differenze nei contenuti e nella forma


tra il “Principe” di Machiavelli e i “Ricordi” di Guicciardini,
mettendo in evidenza le ragioni ideologiche di questo
distacco”

La riflessione politica del Machiavelli e del Guicciardini nasce direttamente dal


clima di crisi e sconvolgimento di Firenze nella prima metà del 1500.
Ma, se il Machiavelli, individuando una soluzione ai problemi della sua epoca,
fa del “Principe” un manifesto per l’ azione, il Guicciardini si limita a costatare
nei “Ricordi”, una situazione di totale impotenza, che esclude qualsiasi
possibilità di riscatto.
Con maggior pessimismo egli attribuisce alla Fortuna un ruolo preponderante,
subordinando al caso e alle sue capricciose combinazioni la concreta efficacia
della Virtù. In tal modo la possibilità ravvisata dal Machiavelli di controllo dell’
uomo sulla fortuna, si spezza in favore di una concezione del reale in totale
balia degli “accidenti fortuiti”. Questa logica dell’imprevisto e dell’
imprevedibile non consente di ricavare leggi di tipo generale, né di far
riferimento a un qualsiasi modello e introduce una visione determinata dal
senso di continuo mutamento, diversità e complessità degli eventi. Mentre in
Machiavelli, l’ idea ciclica dello sviluppo del tempo e della natura umana come
sempre uguale ed immutabile, consente di trarre insegnamento non solo dall’
esperienza quotidiana, ma anche dallo studio dei classici, (“grandi essempli del
passato”), in Guicciardini si afferma il rifiuto di ogni concezione retorico-
moralista della storia intesa come magistra vitae. Escludendo la possibilità del
ripetersi di fatti “simili in tutto e per tutto”, il fondamento dell’ unica
conoscenza possibile diventa l’ arte della DISCREZIONE, cioè la capacità di
distinguere e decidere volta per volta a seconda della situazione e del
“particulare”, basandosi solamente sulla propria esperienza e non su principi
immutabili.
La sintesi operata dal Machiavelli, volta a trarre regole universali dall’
esperienza e dallo studio degli storici, soprattutto dell’ epoca romana, viene
pertanto polemizzata da Guicciardini che invece, presta attenzione ai
particolari. Questa frantumazione del reale determina una più difficile e
sofferta tensione conoscitiva che si esplica, a livello formale, nella natura
frammentaria dei “Ricordi”.
Risulta quindi evidente c0ome le due opere, pur condividendo il realismo e la
spregiudicatezza dell’ azione, siano differenziate dal maggior pessimismo di
Guicciardini che causa la predominanza dell’ analisi sulla sintesi. e la
scomparsa dell’ elemento utopico presente,invece, in Machiavelli.

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