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LA COSTITUZIONE DELLA SOCIETA

Latto costitutivo. La disciplina della costituzione della S.r.l. rimasta analoga a quella della S.p.a. Ci
conferma che per tale aspetto fondamentale anche la prima ricompresa tra le societ di capitali: latto
costitutivo deve essere redatto in forma pubblica e la societ acquista la personalit giuridica a seguito
della sua iscrizione nel registro delle imprese.
IL CONTENUTO DELLATTO COSTITUTIVO contenuto nellart.2463 c.c., che indica nove punti *di questi
alcuni ora altri pi avanti]
Nel punto N.2 viene chiarito, superando pregresse interpretazioni, che latto costitutivo deve indicare solo
il comune ove sono poste la sede della societ e le eventuali sedi secondarie, ma non occorre che venga
indicato anche il loro indirizzo. Tale norma che riproduce quella identica introdotta contestualmente per
le societ per azioni: art.2328 vuole evitare che si debba procedere alla modifica dellatto costitutivo
ogniqualvolta la sede venga trasferita da un indirizzo allaltro nellambito dello stesso comune. In coerenza
con tale disposizione, stato previsto nelle norme di attuazione che lindirizzo debba essere indicato nella
domanda per liscrizione nel registro delle imprese (se lindirizzo cambia, gli amministratori della societ
dovranno depositare apposita dichiarazione nel registro delle imprese).
Nel punto N.3 si dispone che nellatto costitutivo venga indicata lattivit che costituisce loggetto sociale
e non pi loggetto sociale con tale modifica il legislatore ha voluto accogliere lorientamento della
giurisprudenza contrario ad ammettere che nelloggetto sociale possa essere compreso lesercizio di un
largo ventaglio di attivit, anche di natura non omogenea o addirittura completamente diversa. Tuttavia,
il nuovo riferimento normativo la attivit un dato testuale che di per s difficilmente si pu ritenere
vincolante nel senso che avrebbe voluto il legislatore. Non pi prescritto che nellatto costitutivo debba
essere indicata la durata della societ: si viene cos ad avere una differenza con quanto disposto
dallart.2328 per le S.p.a., per la quale deve invece essere indicata la durata della societ, ovvero se la
societ costituta a tempo indeterminato, il periodo di tempo, comunque non superiore ad un anno,
decorso il quale il socio potr recedere. sicuro peraltro che la durata indeterminata oramai ammissibile
anche nella S.r.l., come risulta dallart.2473, in base al quale nel caso di societ contratta a tempo
indeterminato il diritto di recesso compete al socio in ogni momento e pu essere esercitato con un
preavviso di almeno 180 giorni; anche se latto costitutivo pu prevederne uno maggiore ma comunque
non superiore ad un anno.

ATTO COSTITUTIVO E STATUTO. Lart. 2463 non riproduce lultimo comma dellart.2328, il quale precisa che
lo statuto contenente le norme relative al funzionamento della societ per azioni, anche se forma oggetto
di atto separato, costituisce parte integrante dellatto costitutivo. Ora, considerato che lart.2463,
allultimo comma, afferma che si applicano alla s.r.l. le disposizioni degli artt.2329,2330,2331,2332 e
2341 che hanno per oggetto la costituzione della societ per azioni, e non richiama lart.2328, si sono
diffuse interpretazioni per cui nella societ a responsabilit limitata non sarebbe consentita la redazione
dello statuto, e anche le norme sul funzionamento della societ dovrebbero essere inserite nellatto
costitutivo, senza possibilit di redigere un atto separato (statuto), ancorch al primo allegato. Queste
interpretazioni sono fondate sullidea di una esigenza di maggiore semplificazione del testo costitutivo nelle
S.r.l., o addirittura sullintento di accentuare la reciproca indipendenza dei 2 modelli normativi. Tali tesi
sono fondate su presupposti assolutamente erronei, posto che non si capisce perch si dovrebbe ravvisare
unintenzione del legislatore di limitare lautonomia privata nelle S.r.l., in contrasto con lorientamento
posto alla base della riforma stessa, diretto ad accentuare nelle stesse S.r.l., lo sviluppo dellautonomia
statutaria.
Il vero problema interpretativo sembra un altro. Il testo dellart.2328 stato innovato stabilendo che in
caso di contrasto tra le clausole dellatto costitutivo e quelle dello statuto prevalgono le secondo:
pertanto, quando nella S.r.l. viene redatto uno statuto formalmente distinto dallatto costitutivo, si pone il
problema dellapplicazione di tale regola di prevalenza delle disposizioni statutarie. Applicazione
inammissibile in via diretta, proprio perch lart.2463 non richiama lart.2328. Applicazione che, tuttavia,
potrebbe ritenersi ammissibile in via analogica, poich il dubbio se in tale ipotesi vada applicata,
analogicamente, per la sua specialit, la regola della prevalenza; ovvero vadano applicate le regole generali
sullinterpretazione del contratto (artt.1362 e ss.)

LISCRIZIONE NEL REGISTRO DELLE IMPRESE. A seguito della stipulazione in forma pubblica dellatto
costitutivo, non si ha pi il giudizio di omologazione del tribunale: liscrizione nel registro delle imprese
viene effettuata dal notaio rogante. Identica regola prevista per le s.p.a., e con il medesimo effetto
giuridico, cio con il riconoscimento della personalit giuridica alle societ di capitale a seguito
delliscrizione nel registro.
In mancanza del giudizio di omologazione, inoltre, la valutazione della legittimit dellatto costitutivo
(mancanza di vizi che comportino nullit)e dellesistenza delle condizioni legali previste dallart.2329 spetta
al notaio; mentre, al registro delle imprese spetta solo di verificare la regolarit formale della
documentazione. *disciplina delle s.p.a. che si applica in virt del rinvio di cui allart.2463+
MODIFICHE ALLATTO COSTITUTIVO. Tutte le modifiche devono essere decise in sede assembleare (e quindi
con losservanza del metodo collegiale). A tal proposito bene ricordare che, a seguito della riforma, nella
S.r.l. non si ha pi distinzione tra assemblea ordinaria e straordinaria, e tuttavia le delibere di modifica
dellatto costitutivo devono essere approvate da una maggioranza qualificata, cio con il voto favorevole
dei soci che rappresentano almeno la met del capitale sociale (2479bis -3comma). Per quanto attiene
allISCRIZIONE DELLA DELIBERA MODIFICATIVA NEL REGISTRO DELLE IMPRESE, lart.2490 dispone che il
verbale assembleare redatto da un notaio e si applica lart.2436, a tenore del quale se il notaio ritiene
non adempiute le condizioni stabilite dalla legge, ne d comunicazione tempestivamente, e comunque
entro 30 giorni dalla verbalizzazione della delibera, agli amministratori, i quali, nei successivi 30 giorni
possono convocare lassemblea per gli opportuni provvedimenti oppure possono ricorrere al tribunale per
lomologazione della delibera. In mancanza di queste azioni la deliberazione definitivamente inefficace.
La differente disciplina delliscrizione nel registro delle imprese dellatto costitutivo e delle delibere
modificative dellatto costitutivo viene spiegata in questo modo:
1. Liscrizione nel registro delle imprese atto rogato dal notaio che ha quindi lobbligo di non redigerlo,
ove lo ritenga nullo: ragion per cui, se lo redige significa che non ha ravvisato motivi di invalidit rilevanti, e
quindi gliene deriva lobbligo di richiederne liscrizione nel registro delle imprese;
2. Le delibere sono rogate dai soci, ed il notaio non potrebbe rifiutarne la verbalizzazione anche se ritiene
che non siano state rispettate le condizioni di validit stabilite dalla legge: ragion per cui il notaio ha
lobbligo di procedere alla verbalizzazione della delibera modificativa, ancorch nulla. Tuttavia, in tal caso
ha lobbligo di non richiederne liscrizione nel registro, comunicandolo agli amministratori. Di fronte alla
comunicazione del notaio, questi ultimi:
- se ritengono la delibera legittima, ricorreranno al tribunale chiedendone lomologazione;
- se hanno dubbi sulla sua legittimit, dovranno convocare lassemblea per gli opportuni provvedimenti. Ma
se lassemblea ritiene la delibera legittima, gli amministratori hanno lobbligo di richiederne
lomologazione.
La scelta tempestiva delluna o dellaltra alternativa evita che la deliberazione assembleare diventi
definitivamente inefficace.
Ci si chiesti a questo punto cosa accade se gli amministratori non richiedono lomologazione della
delibera. In particolare ferma la loro eventuale responsabilit si pone il problema di stabilire se: il
ricorso per lomologazione possa essere presentato anche da un socio (?). Questo potere del socio era
riconosciuto dalla precedente disciplina codicistica ed il fatto che esso non sia espressamente riconosciuto
anche dallart.2436 non significa che tale potere non sussista pi, anzi: significa solo che il socio non pu
chiedere lomologazione della delibera al tribunale sino a quando gli amministratori non hanno deciso
quale delle due alternative scegliere (ricorso al tribunale convocazione assemblea).
Ma se gli amministratori hanno scelto di convocare lassemblea e questa non revoca la delibera, si applica
in via analogica la disciplina dellart. 2330, riconoscendo ad ogni socio, che ritenga legittima la delibera
modificativa dellatto costitutivo, il potere di richiederne direttamente lomologazione al tribunale.

I PATTI PARASOCIALI. Il testo unico della finanza ne ha riconosciuto lammissibilit alla fine degli anni 90. In
particolare, esso poneva una peculiare disciplina di durata e trasparenza per quelli relativi a S.p.a. con
azioni negoziate nei mercati regolamentati.
Anche nella riforma delle societ di capitali stata introdotta:
- Una disciplina di durata per i patti parasociali finalizzati a stabilizzare gli assetti proprietari o il
governo delle societ con azioni non quotate 2341 bis;
- Una disciplina di pubblicit per quelli relativi a societ azionarie che, pur in mancanza di
quotazione, fanno ricorso al mercato dei capitali di rischio 2342 ter
Nessuna regolamentazione dei patti parasociali stata disposta per le S.r.l. ci si chiede perci se sia
applicabile o meno quella disposta dallart.2341 bis. Tal disposizione ha pero oggetto sia lindividuazione
della fattispecie, sia la determinazione di una loro disciplina imperativa.
Per quanto attiene allindividuazione della fattispecie, il riferimento normativo ai patti:
1. che hanno per oggetto il diritto di voto; 2. che pongono limiti al trasferimento delle partecipazioni sociali;
3. che hanno per oggetto o per effetto lesercizio anche congiunto di uninfluenza dominante sulla societ.
Per ci che concerne la disciplina, stabilito che: 1. La loro durata massima di 5 anni, rinnovabili; 2.
riconosciuto il diritto di recesso, ammissibile con un preavviso di 180 giorni quando la durata dei patti a
tempo indeterminato.
Posto che lart.2341 bis non richiamato dalla disciplina delle S.r.l., se ne potrebbe dedurre che il
legislatore ne ha escluso lapplicabilit in via diretta, ma che rimarrebbe fermo il problema di stabilirne
lapplicabilit in via analogica tale applicazione potrebbe essere contestata alla radice, rilevando che
poich lart.2341 bis riguarda anche le societ che controllano societ per azioni, la sua disciplina dovrebbe
ritenersi applicabile in via diretta alle S.r.l., in quanto anche tali societ possono assumere la posizione di
societ controllanti. In questa ipotesi, quindi (S.r.l. che controllano S.p.a.), lart.2341 bis sicuramente
applicabile anche alle S.r.l.
Non per ancora dimostrata lapplicabilit diretta dellart.2341 bis quando la societ a responsabilit
limitata non controlla alcuna S.p.a. In tale ipotesi, il problema dellapplicabilit analogica dovrebbe
riguardare la disciplina di durata: applicabilit incerta per quanto riguarda i patti a tempo determinato, se si
assume la natura eccezionale di una disciplina imperativa che determina la durata ammissibile di un
accordo contrattuale. Applicabilit irrilevante per i patti di durata indeterminata, essendo sicuramente
applicabile anche qui il principio generale contrario a riconoscere lammissibilit di vincoli contratti a tempo
indeterminato, se non vi la possibilit del loro scioglimento unilaterale.




LA STRUTTURA ECONOMICA E FINANZIARIA DELLA SOCIETA

IL CAPITALE SOCIALE. La struttura economica e finanziaria delle societ di capitali giuridicamente distinta
tra: 1. Valori rappresentativi del capitale di rischio conferimenti dei soci; 2. Valori rappresentativi del
capitale di credito finanziamenti. Il primo, a livello normativo ritenuto essenziale, rileva sul piano
economico; il secondo, a livello normativo solo eventuale, rileva sul piano finanziario.

Nelle S.p.a., il legislatore si preoccupa di regolare il rapporto tra capitale di rischio e capitale di credito,
almeno quando questo viene raccolto mediante lemissione di strumenti finanziari di debito (obbligazioni),
con lobiettivo di assicurare un certo equilibrio tra i due capitali, in modo che i soci non possano esercitare
la loro attivit economica mediante lutilizzazione esclusiva, o assolutamente prevalente, dei capitali di
terzi: con tali finalit, il legislatore preclude alle societ azionarie di emettere titoli di debito in misura
superiore al doppio del capitale sociale e delle riserve (2412), cercando cos dimpedire che gli azionisti
possano evitare di correre in modo significativo il rischio dimpresa, traslandolo impropriamente sugli
obbligazionisti.
Analoga preoccupazione non emerge invece nella disciplina delle S.r.l.: ci si spiegava nel sistema anteriore,
poich ad esse era precluso di emettere titoli di debito, essendogli quindi consentito solo il ricorso a
finanziamenti (per lo pi) di banche,in grado di valutare le condizioni economiche e finanziarie della
societ. La mancanza di tale preoccupazione si spiega anche nel sistema vigente, perch: malgrado
lemissione di titoli di debito sia consentita oramai anche alle S.r.l., la loro sottoscrizione non pu essere
effettuata direttamente da piccoli risparmiatori, ma solo da investitori professionali, i quali, proprio per la
loro professionalit, dovrebbero essere capaci di valutare il rischio delloperazione finanziaria.
Nelle societ di capitali, il legislatore non si preoccupa di stabilire che il capitale sia congruo rispetto al
perseguimento delloggetto sociale, ma ne stabilisce solo la misura minima (di qui, il riconoscimento diffuso
dellammissibilit delle c.d. societ sottocapitalizzate).
Nelle S.p.a., molti interpreti non escludono che anche tale esigenza sia normativamente desumibile dal
sistema, almeno quando la sottocapitalizzazione appaia manifesta. Ragion per cui ci si chiede se la
sottocapitalizzazione originaria debba essere impedita dal notaio che dovrebbe rifiutare la redazione
dellatto costitutivo, e se la sottocapitalizzazione successiva, quando individuabile dagli amministratori,
possa costituire, se non consente la realizzazione delloggetto sociale, una causa di scioglimento della
societ, ed anche motivo di responsabilit per gli amministratori e (o) di perdita del beneficio della
responsabilit limitata per i soci.

VALORE DEI CONFERIMENTI, DEL CAPITALE E DELLE PARTECIPAZIONI SOCIALI. Prendiamo le mosse dalla
disciplina codicistica originaria: nel codice si presupponeva che il valore complessivo dei conferimenti
coincidesse col valore iniziale del capitale sociale.
Non era vietato che il valore complessivo dei conferimenti potesse essere superiore a quello
imputato a capitale sociale. In tal caso si veniva ad avere sin da subito, un patrimonio sociale
superiore, per la differenza dei due valori, al capitale sociale.
Era vietato il contrario, e cio che il valore complessivo dei conferimenti fosse inferiore a quello del
capitale, e questo divieto si realizzava vietando lemissione di azioni sotto al pari, cio per somma
inferiore del loro valore nominale. Indirettamente ne derivava che il complesso dei conferimenti
non poteva essere inferiore al valore nominale complessivo delle azioni, e quindi al valore
complessivo del capitale nominale (vecchio art.2346 c.c.). Una norma analoga a quella dellart.2346
non si ritrovava nelle S.r.l., ma egualmente si riteneva che il valore complessivo dei conferimenti
non potesse esser inferiore al valore complessivo del capitale.
Con la disciplina di riforma, si affermato in modo esplicito che in nessun caso il valore dei conferimenti
pu essere complessivamente inferiore allammontare globale del capitale sociale. [Art. 2346, 5comma
S.p.a.; art.2464, 1comma S.r.l.] In sostanza, si continua ad ammettere che pu essere superiore, con
conseguente eccedenza del patrimonio iniziale.
Si continua ad ammettere che: a ciascun socio assegnato un numero di azioni proporzionale alla parte di
capitale sociale sottoscritta e per un valore non superiore a quello del suo conferimento.
invece una novit che latto costitutivo pu prevedere una diversa assegnazione delle azioni. Tale
novit normativa si ritrova sostanzialmente identica per le S.r.l.: a tenore dellart.2468, infatti, se latto
costitutivo non prevede diversamente, le partecipazioni dei soci sono determinate in misura proporzionale ai
conferimenti.
Pertanto, seppure in entrambe le societ di capitali il valore complessivo delle partecipazioni sociali non
pu essere, ai fini della determinazione del capitale sociale, superiore al corrispondente valore complessivo
dei conferimenti, tuttavia al socio conferente pu ugualmente essere assegnata una partecipazione sociale
di valore diverso (inferiore o superiore) rispetto a quello attribuito al conferimento la differenza di
valore andr ad incrementare o a diminuire la misura della partecipazione assegnata ad un altro socio, o ad
altri soci.

LOGGETTO DEI CONFERIMENTI: PRESTAZIONI LAVORATIVE E FORMAZIONE DEL CAPITALE SOCIALE.

La riforma del 2003 ha introdotto una nuova disciplina dei conferimenti non applicabile alle societ per
azioni, ma solo alle societ a responsabilit limitata.
Disciplina che si differenza almeno sotto un triplice aspetto:
1. Nelle S.r.l. possono essere conferiti tutti gli elementi dellattivo suscettibili di valutazione economica
e quindi pu essere imputato al capitale sociale anche il valore assegnato dai soci a gli obblighi aventi per
oggetto la prestazione dopera o di servizi a favore della societ (art.2464 c.c.). Diversamente, nelle S.p.a.,
non possono formare oggetto di conferimento le prestazioni di opera o di servizi: divieto questo, che
nella precedente disciplina codicistica valeva anche per le S.r.l.
La legge delega di riforma sembrava suggerire un orientamento diverso, posto che per entrambi i tipi di
societ disponeva ladozione di una disciplina dei conferimenti tale da consentire lacquisizione di ogni
elemento utile per il proficuo svolgimento dellimpresa, a condizione che fosse garantita leffettiva
formazione del capitale sociale. Dunque il legislatore delegante sembrava favorevole ad ammettere la
possibilit che le prestazioni di lavoro fossero suscettibili di formare oggetto di conferimento. Tuttavia, il
legislatore delegato non ne ha potuto seguire lorientamento a causa di un vincolo comunitario (direttiva),
che pone il divieto di conferimento di prestazioni lavorative, che possono naturalmente essere acquisite
anche dalla S.p.a. ma il cui valore non pu essere compreso nel capitale sociale, e quindi i prestatori di
lavoro non possono in corrispettivo dellesecuzione delle loro prestazioni, acquisire per ci solo la posizione
di soci. E poich il vincolo comunitario opera solo per le S.p.a. il legislatore delegato ha ammesso la
conferibilit delle prestazioni lavorative solo nelle S.r.l., mentre nelle S.p.a. ha solo potuto tenere ferma la
fattispecie delle azioni con prestazioni accessorie, alle quali connesso lobbligo degli azionisti di
effettuare a favore della societ prestazioni lavorative considerate accessorie al conferimento, ed ha inoltre
distinto tra:
- I conferimenti dei soci imputabili a capitale;
- Gli apporti di terzi o di soci non imputabili a capitale aventi per oggetto prestazioni dopera o di
servizi, a fronte dei quali la societ pu tuttavia assegnargli strumenti finanziari partecipativi diversi
dalle azioni e soggetti ad una speciale disciplina, perch possono essere forniti di diritti sociali
patrimoniali o amministrativi stabiliti nello statuto.
Nella S.r.l., dove ancora non opera il vincolo comunitario, e quindi il legislatore ha potuto ammettere la
conferibilit anche delle prestazioni lavorative, la distinzione normativa tra apporti e conferimenti non
opera.
Ammessa la conferibilit di prestazioni di lavoro, necessario garantire egualmente leffettiva formazione
del capitale sociale. Anzitutto, per la determinazione del valore del conferimento dopera il legislatore
non ha espressamente regolato il punto: per non essendo plausibile che tale valore possa essere
assegnato liberamente dai soci, si asserisce che ai conferimenti di prestazioni lavorative si debba applicare
la disciplina della stima prevista dallart.2465 c.c. per i conferimenti di beni in natura e per i crediti.
Con riguardo alla garanzia dellesecuzione delle prestazioni, lart.2464 , 6comma, prevede che il
conferimento pu anche avvenire mediante la prestazione di una polizza di assicurazione o di una
fideiussione bancaria con cui vengono garantiti, per lintero valore ad essi assegnato, gli obblighi assunti dal
socio aventi per oggetto la prestazione dopera o di servizi a favore della societ.
Il socio, se latto costitutivo lo prevede, pu sostituire la polizza o lassicurazione con il versamento a titolo
di cauzione del corrispondente importo in denaro. Il rilascio della garanzia previsto dalla legge solo in via
eventuale.

LESECUZIONE DEI CONFERIMENTI IN DENARO. Lart.2464, comma 4 dispone che allatto della
sottoscrizione dellatto costitutivo i soci devono versare presso una banca almeno il 25% del conferimento
in denaro e lintero sopraprezzo: questultima precisazione conferma che sin dal momento della
costituzione i soci possono convenire che il patrimonio sociale sia superiore al capitale. La stessa
precisazione non si ritrova nella disciplina della costituzione delle S.p.a., e quindi si porrebbe il problema,
cui Salanitro risponde positivamente, della sua applicazione analogica anche alle S.p.a., dove lammissibilit
del sopraprezzo espressamente riconosciuta solo per i conferimenti in natura.

I CONFERIMENTI IN NATURA. Con riguardo ai conferimenti in natura, le due discipline si differenziano
perch:
- nelle S.r.l la relazione di stima viene effettuata da un esperto o da una societ di revisione scelti
dallo stesso conferente e, nelle S.p.a. lespero o la societ di revisione sono nominati dal tribunale
- non previsto lobbligo degli amministratori di procedere, se sussistono fondati motivi, alla
revisione della stima differenza di maggior rilievo rispetto alle S.p.a.
La soluzione legislativa, se interpretata nel senso della esclusione della revisione, criticabile: per
prima cosa legittimo dubitare della effettiva rilevanza della semplificazione procedurale solo
perch non richiesto che lesperto venga nominato dal tribunale; in secondo luogo, e soprattutto,
perch appare incongrua la mancata previsione di un successivo procedimento di revisione di
stima (anche se appare improbabile che lesperto venga designato senza laccordo degli altri soci)
Lesigenza di colmare la lacuna normativa permane: e la soluzione migliore, malgrado la difficolt derivante
dalla mancanza di un rinvio diretto, dovrebbe essere quella dellapplicazione analogica dellintera disciplina
della revisione della stima posta nellart.2343, commi 3 e 4 c.c. (pag.32 nota 16)

LA MANCATA ESECUZIONE DEI CONFERIMENTI. Nella S.r.l., la disciplina legale della mancata esecuzione dei
conferimenti (del mancato versamento dei crediti residui) si snoda attraverso una serie di atti.
Anzitutto, se nulla stato disposto nellatto costitutivo, compete agli amministratori (in corrispondenza alle
loro valutazioni delle esigenze dellattivit sociale) chiedere ai soci di procedere al pagamento dei decimi
residui o di parte dei decimi entro un termine da loro stessi fissato. Se il versamento non viene effettuato
entro il termine prescritto, il socio inadempiente si considera costituito in mora, e gli amministratori
devono diffidare il socio moroso ad eseguire il conferimento nel termine di 30 giorni.
Trascorso il termine di 30 giorni, devono valutare se sia utili agire contro il socio moroso per lesecuzione
del conferimento: se ritengono lazione giudiziaria inutile (o perch il socio non ha un patrimonio adeguato
o perch questo, non appare facilmente aggredibile) essi possono vendere agli altri soci in proporzione
della loro partecipazione la quota del socio moroso. La vendita effettuata a rischio e pericolo del
medesimo per il valore risultante dallultimo bilancio approvato.
Tale ultima disposizione appare poco chiara in merito a due punti:
- non chiaro se la vendita agli altri soci possa essere effettuata anche dopo lavvio dellazione
giudiziaria contro il socio moroso;
- non chiaro se la quota possa essere venduta in parte o per intero solo ad alcuni soci, se altri soci
ne rifiutano lacquisto;
- non neppure chiaro se si possa procedere alla vendita, se ancora non stato approvato nessu
bilancio desercizio, o se occorra procedere allapprovazione di un bilancio straordinario.
Il prezzo dacquisto dovrebbe corrispondere al valore di bilancio, anche se questo valore superiore a
quello del conferimento: ma se tale valore inferiore a quello del conferimento, e si ammette che
egualmente la partecipazione possa essere venduta al valore di bilancio, ne dovrebbe seguire, a tutela
dellintegrit del capitale sociale, che il socio moroso rimanga tenuto a versare la differenza (in mancanza si
deve ridurre il capitale in misura corrispondente alla differenza).
Solo in mancanza di offerte dei soci per lacquisto della partecipazione del socio moroso, essa pu essere
venduta a terzi estranei: ma ci solo se la vendita consentita dallatto costitutivo, e la vendita deve essere
comunque effettuata allincanto (non precisato a quale prezzo).
A seguito della vendita, ne dovrebbe derivare lesclusione del socio ma lesclusione prevista
espressamente dalla legge solo se la vendita non pu aver luogo per mancanza di compratori (soci o terzi
estranei) perch solo in tal caso gli amministratori escludono il socio, trattenendo le somme riscosse. Il
capitale deve essere ridotto in misura corrispondente al valore del mancato conferimento dovrebbe
essere comunque dovuto, anche se non espresso, il risarcimento del danno a seguito
dellinadempimento.

I FINANZIAMENTI DEI SOCI. Nel vigore della disciplina codicistica precedente, come abbiamo gi ricordato
era frequente che le S.r.l. venissero costituite con un capitale inferiore rispetto alle esigenze sociali (c.d.
societ sottocapitalizzate): e che poi i soci, al sopraggiungere di tali esigenze, per sovvenire alle stesse
effettuassero finanziamenti anzich (aumenti di capitale e corrispondenti) nuovi conferimenti
finanziamenti che nella prassi assumevano definizioni differenti ad es. finanziamenti a fondo perduto e
altre e ci rendeva difficile la loro corretta qualificazione giuridica lintenzione dei soci finanziatori era
comunque, evidentemente, quella di potersi insinuare al passivo, in caso di fallimento della societ, per la
restituzione di detti finanziamenti, quali creditori concorrenti.
Per questo motivo stato introdotto lart.2467, nel quale indicata una nozione particolare di
finanziamenti dei soci a favore della societ quelli, in qualsiasi forma effettuati, che sono stati concessi:
- in un momento in cui, anche in considerazione del tipo di attivit esercitata dalla societ, risulta un
eccessivo squilibrio dellindebitamento rispetto al patrimonio netto;
- oppure in una situazione finanziaria della societ nella quale sarebbe stato ragionevole un
conferimento;
applicando a tali fattispecie una particolare disciplina: il rimborso dei finanziamenti dei soci a favore della
societ postergato rispetto alla soddisfazione degli altri creditori e, se avvenuto nellanno precedente la
dichiarazione di fallimento della societ, deve essere restituito.
A tali finanziamenti, viene dunque applicata la disciplina della postergazione: essi mantengono la loro
natura di diritti di credito (e non di diritti partecipativi), sebbene siano trattati come crediti sub chirografari;
in quanto tali essi non possono mai pregiudicare le ragioni dei creditori. Nello stesso tempo, per, i soci che
hanno effettuato (anche) finanziamenti, sono per questo in una posizione privilegiata rispetto ai crediti che
hanno per oggetto i conferimenti (cio, di solito, la quota di liquidazione).
Ad essi viene poi applicata una particolare disciplina revocatoria, per cui latto di rimborso del credito
(pagamento) reso inefficace ope legis: ed da ritenere che, a seguito della revoca, il socio abbia diritto ad
insinuarsi nel passivo ex art.71 l.fall., ma assumendo, a causa della postergazione, la posizione di sub
chirografario.

LEMISSIONE DI TITOLI DI DEBITO. Assolutamente innovativa la possibilit per le S.r.l. di emettere titoli di
debito (obbligazioni ed titoli ad essi assimilabili).
Nella disciplina codicistica originaria, lemissione di titoli obbligazionari era ammessa solo ad opera di
societ azionarie (s.p.a. e in accomandita per azione), essendo consentita lemissione di titoli di debito solo
alle societ il cui capitale era a sua volta rappresentato da titoli di partecipazione(solo le societ che
potevano emettere azioni, in pratica). Alle emissione obbligazionarie, inoltre, erano e sono posti dei limiti,
volti ad evitare che gli azionisti possano esercitare lattivit dimpresa mediante capitale di debito messogli
a disposizione dai risparmiatori, evitando di conferire un adeguato capitale di rischio per questo motivo,
labrogato art.2410, comma 1, vietava alle societ azionarie di emettere obbligazioni per un importo
superiore al capitale versato, mentre lattuale art.2412, comma 1, mantiene un limite, pur elevandolo al
doppio della somma del capitale e delle riserve risultanti dallultimo bilancio approvato.
Col decreto di riforma, anche alle S.r.l. stato concesso di emettere titoli di debito, con lintento di
aumentare le possibilit (cio, le fonti) di finanziamento delle piccole e medie imprese, che cos possono
essere indotte, anche per questo aspetto, a preferire tale modello normativo di societ, dal legislatore
considerato ad esse congeniale.
I soci possono quindi prevedere nellatto costitutivo che la societ possa emettere titoli di debito, titoli che
per legge art.2483 c.c. per possono essere sottoscritti soltanto da investitori professionali e quindi
non possono essere direttamente collocati presso il pubblico dei risparmiatori (pertanto, non possono
neppure essere, al pari delle quote di partecipazione, oggetto di operazioni di sollecitazione
allinvestimento). A differenza delle quote di partecipazione, questi titoli di debito sono strumenti finanziari
(anzi, valori mobiliari), ed infatti la legge ne consente la circolazione anche presso il pubblico dei
risparmiatori: in tale ipotesi gli investitori professionali che glieli trasferiscono, diventano
automaticamente, a seguito dellatto di trasferimento, fideiussori ope legis, senza bisogno di rilasciare
alcuna garanzia convenzionale, della solvenza della societ nei confronti degli acquirenti.
Dellart.2483 bisogna segnalare due aspetti singolari:
- a differenza di quanto disposto per la S.p.a., dove la disciplina codicistica riferita alle
obbligazioni, nelle S.r.l. il legislatore ha preferito riferirsi ai titoli di debito di cui le obbligazioni
individuano solo una particolare (anche se tradizionale) figura: il riferimento quindi anche ai titoli
di debito atipici o a denominazione atipica. in verit, tale differenza pi formale che
sostanziale.
- Nelle S.p.a., la competenza a deliberare lemissione delle obbligazioni attribuita con norma
dispositiva agli amministratori. Nelle S.r.l., invece, se latto costitutivo consente lemissione di titoli
di debito, deve anche precisare se attribuisce la relativa competenza ai soci o agli amministratori:
se manca tale indicazione, dovrebbe ritenersi che la societ,nonostante la previsione dellatto
costitutivo, non sia abilitata ad emetterli, posto che non individuato lorgano competente a
decidere.


LA PARTECIPAZIONE SOCIALE.

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