GIORNALE PARROCCHIALE Sempre aggiornato e ricco di notizie consultabile anche online al sito www.basilicacateriniana.com il Ponte
" Troppo sarebbe grande ignoranza se noi fossimo negligenti a pascerci di questo dolce cibo ( L. 148 S.Caterina) IL PONTE mensile della Parrocchia di S. Antonio Abate in San Domenico Siena 2
il Ponte Leditoriale del Parroco
LA GIOIA DEL VANGELO
La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che, sincontrano con Ges. Cari Parrocchiani, nel riprendere il nostro nuovo anno di pastorale parrocchiale, ho voluto iniziare leditoriale, con le prime parole dellesortazione apostolica sullannuncio del Vangelo nel mondo attuale: lEvangelii gaudium di Papa Francesco. Questo ci deve servire a incominciare con pi slancio il nostro impegno ecclesiale in seno alla nostra parrocchia. Se cimpegniamo a incontrare Ges cosa significher per noi? Significher: conoscerlo, attraverso una catechesi ordinata, assidua, poi celebrarlo attraverso la liturgia settimanale con limpegno di parteciparvi sempre e comunque, costi quel che costi senza nulla anteporre alla Domenica giorno del Signore! Viverlo e annunciare a tutti la gioia del Vangelo. Con Ges Cristo sempre nasce e rinasce la gioia. Gi Paolo VI, che verr proclamato beato in questo mese di ottobre, parlava della dolce e confortante gioia di evangelizzare. Cari Parrocchiani sappiate che grazie alla generosit di tutti , a cui faccio appello, che si rende possibile limpegno quanto mai urgente dellannuncio e della catechesi nella nostra comunit parrocchiale. Con la pi insigne parrocchiana ( S. Caterina ) vi dico : La Chiesa ha bisogno e voi avete bisogno. Ella ha bisogno del vostro aiuto umano, e voi del suo aiuto divino. E sappiate che quanto pi le donerete dellaiuto vostro, pi parteciperete della divina Grazia, fuoco di Spirito Santo che in essa si contiene. ( L.145 ). Tutti benedico di cuore con affetto
P. Alfredo Parroco
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I DIECI COMANDAMENTI IL SETTIMO: Non rubare La propriet altrui va rispettata, un principio banale, ma che altro si cela dietro a questo comandamento? La dottrina della destinazione universale dei beni della creazione non soltanto una bella idea, deve anche funzionare. A questo si ricollega perci la constatazione che ognuno ha bisogno di una propria sfera di propriet per poter soddisfare le esigenze fondamentali dell'esistenza e deve perci esistere l'ordine della propriet che ognuno deve rispettare. Da qui scaturisce naturalmente l'esigenza di una legislazione sociale che conseguentemente vegli e impedisca l'abuso della propriet privata. Oggi vediamo pi chiaramente che mai come ora gli uomini si autodistruggano vivendo solo in funzione di ci che possiedono, come si perdano innalzando ci che possiedono a idolo. Chi per esempio si sottomette totalmente alle leggi della borsa, non riesce pi sostanzialmente a pensare ad altro. Vediamo il potere che il mondo del possesso esercita sugli uomini. Pi hanno e pi diventano schiavi perch devono badare incessantemente alla conservazione e alla crescita del loro capitale. La problematica della propriet pu essere chiaramente rintracciata anche nel rapporto distorto tra primo e terzo mondo. Qui la propriet privata non pi correttamente subordinata alla destinazione universale dei beni. Anche qui devono essere individuate forme legislative che difendano o instaurino un equilibrio tra queste opposte esigenze. Vediamo quindi come dietro la lettera del comandamento che impone il rispetto della propriet altrui emerga il riferimento a molti nodi reali. Comprende sia la salvaguardia del diritto di ognuno a ricevere ci che gli serve per vivere (e che anche in questo deve essere rispettato), sia la responsabilit a fare uso della propriet in modo tale da non contraddire la missione complessiva della creazione e dell'amore del prossimo. Ho danneggiato le cose pubbliche o altrui? Obbedisco con lealt alle leggi dello Stato? Quello che posseggo, lho guadagnato onestamente? Mi sono appropriato di beni della comunit o di altri? Credo di lavorare lealmente in modo da meritare lo stipendio? Ho perso tempo sul lavoro? Sono onesto nella professione, in ufficio, nel commercio? Mi sono assentato dal lavoro senza vera necessit? Ho preteso regalie, bustarelle, favori non dovuti? Ho chiesto raccomandazioni per ottenere vantaggi e privilegi? Sono convinto che la disonest degli altri non giustifica la mia? Oltre ai diritti, ho pensato anche ai miei doveri? Rispetto i diritti degli altri? Nelle rivendicazioni, anche giuste, tengo conto pure del bene comune? Se sono datore di lavoro, pago il giusto stipendio ai dipendenti? Frodo lo Stato? Pago con giustizia le tasse? Rispetto quanto appartiene alla societ: strade, mezzi di trasporto, luoghi, edifici pubblici? Ho procurato danni allambiente, a monumenti, a propriet pubbliche o private, sporcando e imbrattando? Ho riparato i danni fatti? Mi assumo sempre le mie responsabilit? Compio i miei doveri di buon cittadino? Ho votato secondo coscienza, in coerenza con i miei principi cristiani? Ho mai venduto il mio voto per interessi privati? Sono iscritto o frequento associazioni con finalit malavitose? Ho prestato soldi con interessi? Ho restituito il danaro o altro avuto in prestito? Mi vendo per ottenere favori o vantaggi? Ho frodato le compagnie di assicurazione, dichiarando danni falsi e facendomi pagare ingiustamente? Ho praticato giochi dazzardo? Sono dedito al gioco, danneggiando la famiglia? Ho falsificato assegni? Ho spacciato coscientemente denaro falso? Ho acquistato merce dichiaratamente rubata? Mi privo di qualcosa, anche importante, a beneficio dei pi bisognosi? IL PONTE mensile della Parrocchia di S. Antonio Abate in San Domenico Siena 4
SI ASCOLTI IL GRIDO DEGLI INNOCENTI di Suore domenicane di Santa Caterina da Siena
Cari, continuiamo a condividere con voi la nostra lotta quotidiana, nella speranza che il nostro grido raggiunga il mondo. Siamo come il cieco di Gerico (Mc 10,46-52), che non aveva altro modo di esprimersi che gridare a Ges di avere piet di lui. Per quanto alcuni non badassero alla sua voce, altri prestarono ascolto e lo aiutarono. Contiamo sulle persone che ascolteranno! Le cose procedono lentamente in termini di risposta alle necessit del popolo, al bisogno di un riparo e di cibo. Vi sono ancora persone che vivono in strada. E ancora non esistono accampamenti organizzati intorno alle scuole che vengono usate come centri per i rifugiati. Un edificio incompiuto di tre piani stato usato per ospitarli. In edifici del genere, le famiglie, per difendere la propria intimit, creano delle stanze utilizzando i teli di plastica forniti dallagenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati. Questi edifici sembrano stalle. Tutti ci domandiamo: ci sar una fine? Siamo grati a tutti per gli sforzi compiuti per mandare aiuti alle persone sgomberate. Tuttavia, lalimentazione e un ricovero non sono le uniche cose essenziali di cui abbiamo bisogno. Il nostro problema molto pi grande. Stiamo parlando di due minoranze (cristiani e yazidi) che hanno perso terre, case, beni, lavoro, denaro. Alcuni sono stati separati dalle loro famiglie e dai loro cari e tutti sono perseguitati a causa della loro religione. I nostri leader religiosi stanno facendo il massimo per risolvere il problema: si sono anche riuniti con le autorit politiche, ma le iniziative e le azioni di queste ultime sono lente e modeste. In verit, tutte le riunioni politiche si sono concluse con un nulla di fatto. Fino ad ora nessuna decisione stata assunta rispetto allattuale situazione dei rifugiati. Per questa ragione, la fiducia nei leader politici calata, sempre che ancora esista. Le persone non riescono pi a sopportare. Il loro un fardello molto pesante. Ieri un giovane ha detto che preferirebbe morire piuttosto che vivere senza dignit. Le persone sentono che la dignit stata loro sottratta. Siamo perseguitati a causa della nostra religione. Nessuno di noi ha mai pensato che sarebbe finito in un campo profughi per questo. difficile credere che stia succedendo nel XXI secolo. Ci piacerebbe sapere cosa sta avvenendo esattamente. Si tratta di un altro piano per dividere lIraq? Se cos, ad opera di chi e perch? Per quale motivo i fatti che portarono alla divisione del Medio Oriente nel 1916 si stanno ripetendo ora? Allepoca si trattava di una questione politica e vite innocenti pagarono per questo. evidente che vi sono persone malvagie e astute interessate a dividere ora lIraq. Nel 1916 perdemmo sette delle nostre sorelle, molti cristiani morirono e molti altri si dispersero. solo un caso che ci troviamo ad affrontare nuovamente questa divisione o qualcosa di deliberato? Nondimeno, la lotta non solo nei campi profughi. Quanto avvenuto nelle nostre citt cristiane, che sono state evacuate, ancora peggio. Lo Stato Islamico (IS) ha cacciato dalle loro case tutti coloro che non avevano lasciato la loro citt entro il 6 agosto. Ieri, 72 persone sono state espulse da Karakosh. Tuttavia, non tutte sono arrivate: quelle giunte ieri notte erano in condizioni miserabili. Hanno dovuto attraversare il fiume Al-Khazi (un affluente del Grande Zab) a piedi, perch il ponte era stato distrutto. Un buon numero di persone si trova ancora sullaltra sponda. Non sappiamo quando riusciranno ad arrivare a Erbil.
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Dipende dalla situazione e dai negoziati tra i curdi e lo Stato Islamico. Alcune persone sono andate in cerca degli anziani e dei disabili. Una delle nostre sorelle andata a cercare i genitori, unaltra donna stata separata dal marito e dai figli e non ha pi loro notizie: sono, probabilmente, tra quanti si trovano sullaltra sponda del fiume oppure sono stati presi in ostaggio dallo Stato Islamico. Una bambina di tre anni stata strappata dalle braccia di sua madre e non se ne ha pi notizia. Non sappiamo perch lIS stia cacciando le persone da Karakosh, ma abbiamo sentito da chi appena arrivato che i militanti dellIS stanno portando barili a Karakosh e che non se ne conosce il contenuto. Sappiamo di quattro famiglie cristiane catturate a Sinjar: saranno probabilmente rimaste senza cibo e acqua. Se non ricevono aiuti, moriranno l. Al momento, non esiste alcun contatto con loro e non c alcun modo di negoziare con lIS. Quanto alla nostra comunit, sappiamo che il nostro convento a Tel Kaif viene usato come una sede dello Stato Islamico. E che sono entrati nel nostro convento di Karakosh. Quelli che sono arrivati di recente hanno detto che tutte le immagini, le icone e le statue sono state distrutte. Che le croci sono state tolte e sostituite dalle bandiere dellIS. E questo non avviene solo a Karakosh e a Tel Kaif. A Baqofa, una delle nostre sorelle aveva saputo che la situazione era tranquilla ed era tornata allora insieme ad alcune persone a cercare medicine: ha trovato il convento tutto sottosopra e tutte le cose fatte a pezzi. Al momento di entrare nel convento, tre bombe hanno colpito la citt. Sono uscite immediatamente. Oltre a ci che sta accadendo ai cristiani, il 22 agosto un kamikaze sciita e altri uomini armati hanno attaccato la moschea sunnita di Abou Mussab in una citt sotto il controllo del governo iracheno nella provincia di Diyala, lasciando 68 morti. Spezza il cuore sapere che le persone sono state uccise mentre pregavano. A livello informativo questo massacro ha offuscato quello che sta succedendo ai cristiani nella pianura di Ninive. Abbiamo paura che la nostra lotta resti appena un problema nostro e non riceva pi attenzione dal mondo. Le persone stanno perdendo la pazienza. Sentono la mancanza di tutto quello che cera nelle citt di origine: le chiese, le campane delle chiese, le strade, i quartieri. penoso per loro sentire che le loro case sono state saccheggiate. Malgrado lamore per le proprie citt, la maggior parte delle persone sta pensando di lasciare il Paese per poter vivere con dignit e dare un futuro ai figli. difficile avere speranza nellIraq e confidare nelle autorit del Paese. Ricordatevi di noi nelle nostre preghiere. P. S. Per favore, condividete la lettera con altre persone. Fate che il mondo ascolti il grido dei poveri e degli innocenti.
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SANTA CATERINA E LEUCARESTIA Padre, ho fame! Per lamor di Dio date cibo allanima mia, con queste parole Caterina Benincasa si rivolgeva al suo confessore Raimondo da Capua quando ella desiderava ricevere il sacramento dellEucarestia. Caterina aveva il desiderio di comunicarsi spesso e per questo desiderava comunicarsi ogni giorno, cosa abbastanza insolita per quel tempo, quando per i laici la comunione veniva consumata solo in particolari ricorrenze, come la Pasqua e il Natale. Questo fece s che alcune persone tra laici e prelati, contemporanee di Caterina, contestassero questo suo desiderio di ricevere spesso la santa comunione, opponendo una frase tratta da un testo di SantAgostino (Epistola 54, 3) dove, in realt, lo stesso non loda n biasima la consuetudine di cibarsi quotidianamente del sacramento dellEucarestia.
Caterina rispose cos ad un vescovo che sulla base dello scritto di SantAgostino, le contestava il fatto di volersi comunicare spesso: Se SantAgostino non li biasima, perch li volete biasimare voi? Citandolo vi mettete contro di lui (Legenda maior 314). Indubbiamente Caterina non si pone il problema, se comunicarsi spesso sia bene o male dal punto di vista teologico, non cerca una risposta puramente teologica, Caterina una mistica e segue il suo sentire, avverte la necessit di nutrire lanima ricevendo il sacramento della comunione e questo vuole. LEucarestia permette a Caterina di ricevere lo sposo celeste, entrare e stare in contatto con lui e in virt di questo contatto agire nel mondo per il bene del prossimo nostro. LEucarestia d la motivazione che spinge la mantellata senese ad andare ad aiutare i malati e i moribondi allo spedale di Santa Maria della Scala, lEucarestia la spinta ad andare in missione dal Papa ad Avignone per esortarlo a tornare a Roma, lEucarestia lamore che spinge Caterina a prodigarsi per affermare il bene comune. Nel Dialogo al cap. CXII, Nostro Signore Ges spiega a Caterina limportanza dellistituzione dellEucarestia, segno di immensa carit per darvi cibo in questa vita dove sete peregrini e viandanti, acci che aviate refrigerio e non perdiate la memoria del benefizio del sangue. E Caterina inizia sempre le sue lettere, 381 quelle che ci sono pervenute fino ad oggi, con la frase scrivo a voi nel prezioso sangue suo, proprio per sottolineare sempre questo legame tra lumano e il divino. Indubbiamente la grazia della fede che ci illumina e ci fa vedere la presenza reale del corpo di Nostro Signore Ges nella bianchezza dellostia, quindi Egli rivela a Caterina che con locchio dellintelletto che bisogna guardare al Sacramento, locchio corporale non sufficiente.
A proposito del desiderio di Caterina di comunicarsi spesso, c da ricordare che il Papa Gregorio XI emise una Bolla in data 1 luglio 1376, data da Avignone, dove ancora risiedeva, con la quale concedeva a Caterina la facolt di far celebrare la Santa Messa e di amministrare i sacramenti da qualsiasi sacerdote fosse con lei, durante i suoi viaggi. Questo avvenne anche per intercessione di Raimondo da Capua, domenicano di fama allepoca. Per questo Raimondo afferma che Caterina, con lui come confessore, si era trovata meglio che con gli altri confessori che lo avevano preceduto perch io facevo di tutto per appagare i suoi desideri (Legenda maior 315). La presenza reale di Ges nellostia confermata dalla dottrina della Chiesa, nel decreto sulla Santissima Eucarestia dell11 ottobre 1551 durante i lavori del Concilio di Trento dove si legge: Sempre vi stata nella Chiesa di Dio questa fede, che, cio dopo la consacrazione, sotto lapparenza del pane e del vino vi il vero corpo di nostro Signore e il suo vero sangue, insieme con la sua anima e divinit.
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La presenza reale del Cristo nellEucarestia sottolineata anche da Papa Paolo VI nellenciclica Mysterium fidei del 3 settembre 1965, dove si legge: Tale presenza si dice reale non per esclusione, quasi che le altre non siano reali, ma per antonomasia perch anche corporale e sostanziale, e in forza di essa Cristo, Uomo-Dio tutto intero si fa presente. Franca Piccini
Santa Caterina da Siena vede uscire il fuoco dall Ostia consacrata. (Museo Diocesano di Milano) Spesso Santa Caterina vedeva nascosto nelle mani del Sacerdote al posto dellOstia un bambino o una fornace ardente nella quale le pareva che il sacerdote entrasse al momento della Comunione. (Dipinto della collezione del Museo Hiron di Paray le Monial) IL PONTE mensile della Parrocchia di S. Antonio Abate in San Domenico Siena 8
DALLA NOSTRA PARROCCHIA UN EREMITA PER LA CHIESA MADRE DI GERUSALEMME
GERUSALEMME Il 15 giugno 2014, la Chiesa di Terra Santa stata in festa per celebrare il grande mistero della Santissima Trinit, ma anche per un evento inconsueto per la Chiesa di Gerusalemme: la professione perpetua di un giovane italiano nelle mani del Patriarca latino di Gerusalemme, mons. FouadTwal. Filippo Rossi, quarantenne, uomo equilibrato e delicato, proveniente da una famiglia benestante. In poche parole: un uomo al quale non manca niente! Eppure, da seminarista, Filippo ha sentito che Dio lo chiamava a una scelta pi radicale. Ha scelto di tuffarsi nellavventura della vita eremitica qui in Terra Santa, fra i campi dellAbbazia trappista di Latrun, una piana che, sin dagli inizi del Cristianesimo, ha ospitato la vita eremitica. Una tradizione racconta, infatti, che San Saba vi sia vissuto in una grotta. Gli archeologi hanno recentemente scoperto dei mosaici che testimoniano in quel sito la presenza di una piccola chiesa o di una cappella. Una commovente celebrazione ha avuto luogo nella Basilica delle Nazioni, al Getsemani, ed stata presieduta da Sua Beatitudine il Patriarca latino di Gerusalemme, mons. FouadTwal, e concelebrata dallAbate dellAbbazia di Latrun, p. Ren Hascot, dallAbate dellAbbazia trappista francese di Sept-Fons, p. Patrizio Oliva, e da altri 22 sacerdoti. Erano presenti numerosi religiosi e molti amici laici del giovane eremita. La celebrazione stata animata dal Coro del Magnificat della Custodia di Terra Santa. La chiamata alla vita eremitica strettamente legata alla Terra Santa, e in particolare alla zona intorno alla Citt Santa, nei pressi del deserto della Giudea. La vita eremitica nata in Egitto, ma ben presto stata adottata in Terra Santa, da parte di quegli eremiti che volevano essere pi vicini ai luoghi che testimoniavano i misteri della vita di Cristo, e in cui era nata la Chiesa primitiva, chiamata anche Chiesa Madre, ossia la Chiesa di Gerusalemme. Pertanto, Filippo non ha inventato un nuovo stile di vita, ma ha abbracciato una scelta di vita che la Chiesa ha adottato fin dalla sua nascita, mettendo al primo posto la sua fiducia in Dio, ma anche nellesperienza quei primi eremiti, i Padri del deserto, la cui tradizione ci ha lasciato una profonda saggezza spirituale. Durante la sua omelia, Sua Beatitudine ha iniziato con una meditazione sul mistero della Santissima Trinit, che unesperienza che precede la teoria. Ha poi espresso la sua gioia e il suo grande entusiasmo, dicendo: Con la tua professione solenne fai un grande dono alla Chiesa, la Chiesa Madre, perch mantieni viva una tradizione che ha conosciuto grandi figure, come santIlarione di Gaza e santAntonio Abate, monaco dEgitto, che ha lasciato il suo paese nativo in giovane et, per vivere come eremita nel deserto, lungo le rive del Mar Rosso.
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Che cosa ha spinto Filippo a desiderare questa radicalit probabilmente lesperienza stessa di Dio che precede la teoria, per parafrasare il Patriarca di Gerusalemme. Questa esperienza unita al Vangelo pu spiegare lautenticit di questa chiamata, ed essa non in contraddizione con la natura umana e la sua sete infinita di amore, vale a dire, di Dio stesso. La tua professione oggi, caro eremita Filippo, un ottimo esempio di coerenza cristiana e di unit tra la tua fede e la tua vita, ha detto il Patriarca. Rivolgendosi ancora al nuovo professando, ha detto: Caro Filippo, luomo non vive di solo pane, si legge nel Deuteronomio. Siate consapevoli che ci sono altre esigenze che vanno al di l del pane materiale, ovvero uno spazio di libert, al di l delle suggestioni inevitabili della vita. Secondo il Patriarca della Citt Santa, la vita monastica trova il suo modello nellesperienza che Ges ha fatto per quaranta giorni nel deserto. Ricordando che il deserto il luogo in cui luomo pu affermare la verit di se stesso e capire la sua relativit e lassolutezza di Dio (), lesperienza del deserto obbliga luomo a liberarsi, a spogliarsi delle cose superflue e delle vanit. Il deserto riduce luomo allessenziale, alle cose fondamentali (). LEremo ci ricorda la nostra fame e sete di Dio. Il Patriarca, infine, ha concluso la sua omelia, dicendo commosso: Grazie Filippo! Ti accompagneremo con il nostro affetto, il nostro sostegno e le nostre preghiere. La Chiesa Madre sar sempre vicina a te. Nostra Signora Regina della Palestina ti protegger. Tutti sono stati poi invitati ad un semplice ma festoso buffet che leremita e la sua famiglia avevano preparato per celebrare questo impegno sulle tracce della ricerca assoluta di Dio.
Firas Abedrabbo
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Sabato 27 Settembre 2014 di fronte alla Basilica di San Domenico si svolger la tradizionale cena della Vittoria in festeggiamento della vittoria riportata sul campo dalla contrada del Drago lo scorso 2 luglio.
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IL PALIO AL TEMPO DELLE SACRE PARTICOLE
Il furto sacrilego delle Sacre Particole, avvenuto in Siena nellagosto del 1730, si consum nei giorni del Palio dellAssunta. Ma il Palio si corse o no? Vediamo di ricostruire come andarono i fatti. La pisside dargento contenente le ostie, fu asportata dalla basilica di San Francesco il 14 agosto 1730, vigilia dellAssunta e le ostie furono ritrovate tre giorni dopo, nella collegiata di Santa Maria in Provenzano il 17 agosto. La cadenza annuale del Palio alla Tonda di agosto, non era ancora stata istituzionalizzata e la corsa aveva luogo solo a richiesta della contrada che aveva vinto il Palio del precedente 2 luglio, che in quellanno era stata la Selva. Nellagosto 1730 i registri del Comune non riportano notizia che quel Palio si sia corso, come nessuna contrada si attribuisce alcuna vittoria. Gerolamo Macchi, nelle sue Memorie dei fatti avvenuti in Siena dal 1706 al 1734, conservato in originale presso lArchivio di Stato di Siena e in copia presso il convento di San Francesco, cos si esprime: Add 15 agosto 1730 in marted fu corso il solito Palio con li barberi in numero 6 e il pi corsiero di tutti fu quello del nostro serenissimo Gran Duca di Fiorenza che vinse il Palio. Il Macchi, dicendo il solito Palio, si pensa che volesse intendere il Palio alla Lunga, che nel 1730 si usava ancora effettuare il giorno dellAssunta con i cavalli scossi. Macchi indica la data del 15 agosto e non del 16, in secondo luogo egli dice che a vincere fu il cavallo del Granduca di Firenze, non menzionando le contrade, ed noto che vari principi erano soliti inviare i loro cavalli alla corsa del Palio alla Lunga, mentre il Palio alla Tonda veniva corso prevalentemente con cavalli della Posta di Siena e dei dintorni. Infine, sempre il Macchi, dice che proprio nel 1730 il Granduca aveva respinto una petizione delle contrade con la quale si chiedeva che venisse revocato lordine che il Palio (quello alla Tonda) dovesse essere corso in numero di dieci. Un particolare rende la vicenda piuttosto complicata. La contrada della Giraffa, pur non attribuendosi vittorie nellanno in questione, conserva un drappo dipinto che indica la scritta 1730 e la pittura sembra rispettare la tradizione iconografica dei drappelloni riservati al Palio alla Tonda: essa reca in alto limmagine della Vergine col Bambino e in basso la rappresentazione di un albero, forse una quercia, che sembra il simbolo della Selva, la contrada vittoriosa il 2 luglio 1730, la quale ancora non aveva inserito il rinoceronte nella propria insegna. Ma se il Palio non fu corso, perch il drappellone si trova nella contrada della Giraffa? A livello di pura ipotesi, non confermata da nessun documento scritto, si pu pensare che il drappellone, gi dipinto, sia stato consegnato alla Giraffa perch la collegiata di Provenzano, luogo dove furono ritrovate le Sacre Particole, si trova nel territorio della Giraffa. Marco Falorni
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16 OTTOBRE 2014 INAUGURAZIONE MOSTRA GIOVANNI PAOLO II
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Colpa delle stelle GENERE: Drammatico, Sentimentale ANNO: 2014 REGIA: Josh Boone
La giovane Hazel Grace Lancaster sopravvissuta ad un cancro alla tiroide grazie all'assunzione di un farmaco sperimentale. Viene costretta dai genitori a frequentare un gruppo di supporto per sopravvissuti al cancro, dove incontra Augustus "Gus" Waters, un ex giocatore di basket a cui stata amputata una gamba. Gus e Hazel si innamorano e, grazie a lui, lei ritrova la voglia di vivere e di sorridere. Ma quando la loro relazione diventa sempre pi profonda, Hazel cerca di allontanare Gus, per proteggerlo quando il male si ripresenter. Il male ritorna e Hazel viene ricoverata in ospedale con una grave polmonite; in quel momento Gus le dice di tenere a lei pi di quanto si possa preoccupare del dolore che lei potrebbe causargli. Dimessa dall'ospedale, Hazel e Gus si recano ad Amsterdam per incontrare Petre Van Houten, l'autore del loro romanzo preferito. Ma il destino, scritto nelle stelle, ha in serbo per i due innamorati altre dure prove. Ci che fa la differenza, nel best seller di John Green come nel film basato sul romanzo, il "come raccontare una storia triste": nel caso di Colpa delle stelle, attraverso le voci di Hazel e Augustus e il loro tono disincantato ma mai rassegnato fino in fondo. Il film, come il romanzo, sposa la loro visione del mondo, e fa innamorare gli spettatori dei due protagonisti rendendoli non oggetto di compassione (o di emulazione eroica) ma di empatia, e trattando la loro storia in modo non diverso da qualunque altro primo amore, ricco di quel respiro di assoluto e quell'idea di "per sempre" che li distingue da tutti quelli che li seguiranno (o no). Josh Boone mette in scena il romanzo di Green con estremo rispetto e in punta di piedi, senza commettere l'errore di alterare fatti o personaggi in funzione del passaggio al grande schermo e senza prendersi libert autoriali, il che soddisfer i fan del libro ma colloca il film in un terreno di grande (forse eccessiva) cautela. Colpa delle stelle rimane aderente alla parola scritta, al punto che l'eloquio di Hazel e Gus suona talvolta bizzarro quando diventa dialogo cinematografico. In compenso Boone lavora bene sul montaggio e sull'eliminazione di alcune scene ai fini della velocit del racconto, eliminando il superfluo e lasciando intatti i passaggi narrativi e i dialoghi (anche se talvolta spostandoli di luogo o di tempo). Boone usa in modo moderato e intelligente la voce fuori campo di Hazel, che nel romanzo l'io narrante della storia, e molto del dialogo interiore della ragazza diventa immagine, come si conviene alla narrazione filmica. Colpa delle stelle cammina con grande cautela sul filo che separa il melodramma dalla commedia romantica, alterna in modo intelligente gravitas e umorismo, pathos e leggerezza. Soprattutto, riesce a non indulgere smaccatamente nei topos di quel nuovo genere filmico (e letterario) che il teenager cancer romance, ovvero la storia d'amore fra teenager malati (non solo di cancro), nonostante sia ampiamente disegnato per farci consumare svariati pacchetti di kleenex. Il cinismo insito nella premessa di fare di una tragedia un veicolo commerciale evitato soprattutto dall'interpretazione dei due attori protagonisti: Ansel Elgort un Augustus appropriatamente impacciato e spaccone, e centra a perfezione quel sorriso di cui si parla per tutto il romanzo, a met fra la seduzione e lo scherno. Shailene Woodley di una dolcezza disarmante e di una sensibilit intelligente immediatamente intuibile attraverso il suo sguardo mobile e attento. Anche l'interazione fra i due attori appare spontanea e naturale, senza eccessive contraffazioni cinematografiche. E il casting di Willem Dafoe nei panni del cinico scrittore Peter Van Houten un colpo maestro (nonostante la diversit fisica fra l'attore e il personaggio letterario): in poche scene, Dafoe aggiunge tutto il sottotesto doloroso che il romanzo impiega svariate pagine a comunicare. Peccato per la continua sottolineatura musicale a base di teen soft rock che appartiene pi alle dramedy televisive che al grande schermo. Ma un difetto da poco per un film che soddisfer i fan del best seller letterario, pi gratificati dalla fedelt ai loro "eroi di tutti i giorni" che manipolati dalla macchina hollywoodiana.
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La Rubrica dei bambini dallisola che non c al Chiostro di San Domenico
In occasione dellanno Eucaristico la rubrica dedicata ai bambini sar utilizzata per pubblicare alcuni principali miracoli avvenuti in varie parti dItalia e rappresentati con immagini a fumetti che risultano essere la modalit pi confacente per catturare lattenzione dei pi piccoli.
Il miracolo della mula
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AVVISI Domenica 5 alle ore 12 Supplica alla Beata Vergine Maria del S. Rosario (Madonna di Pompei)
Mercoled 8 ore 17 In Basilica riunione dei bambini del catechismo per il rosario guidato dalla comunit del Padri Domenicani e aperto a tutti i gruppi attivi in parrocchia.
Domenica 12 alle ore 10:30 nella Messa Parrocchiale Inaugurazione dellanno catechistico. Dopo la messa ci sar un piccolo rinfresco nel chiostro.
Gioved 16 Inaugurazione della mostra dedicata a S. Giovanni Paolo II
Sabato 18 ore 17:15 Vespri solenni. Arrivo delle Reliquie di S. Giovanni Paolo II
Mercoled 22 festa liturgica di S. Giovanni Paolo II ore 17:15 il Prof. Paolo Nardi presieder la presentazione del quaderno Cateriniano n. 134 dal titolo Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II due Pontefici Cateriniani Santi. ore 18 seguir la Messa in onore di S. Giovanni Paolo II celebrata allaltare di S. Caterina e presieduta da P. Alfredo.
Domenica 26 giornata missionaria mondiale Nel Chiostro di San Domenico si svolger la tradizionale fiera di beneficenza del Dolce e del Salato. Siete invitati a partecipare e contribuire con dolci e salati ed acquistando i prodotti. Il ricavato andr a sostenere le missioni nel mondo.