la via, la verit e la vita Provvedimento del Presidente del Tribunale di Modena Iscritto al n.1866 del 19/02/2008 del Registro Stampe e Periodici. anno 6 - n. 22 trimestrale - ottobre/dicembre 2013 5,00 COPIA OMAGGIO Copyright 2007 questa rivista emanazione della Draco Edizioni fondata nel 2006, per diffondere in termini moderni lantica conoscenza esoterica. in collaborazione con lassociazione Atman, fondata nel 1994 per la diffusione del raja yoga e dellesoterismo, di Energheia, fondata nel 1996, la prima scuola italiana per terapeuti esoterici, di Agnihotri I Custodi del Fuoco, Il Sentiero di Guarigione del Guerriero di Fuoco, fondata nel 2010 come scuola di Yoga, Vita e Salute, e dellomonimo portale www.yogavitaesalute.it, fondato nel 2012. Nel tempo tutto cambia e niente cambia. Le realt essenziali della vita, le sue strutture fondamentali, lana- tomia e la fsiologia della coscienza rimangono fedeli allemanazione primordiale di quel verbo che tutto pervade. Nel tempo, quello che cambia sono i modi della manifestazione, sempre pi aderenti alle forme cangianti che lo spirito pu usare, di era in era, nel suo lungo pellegrinaggio tra le pieghe della materia. Nello spirito che discende nella carne si compie la parabola del fgliuol prodigo che prima o poi ritorner nella casa del padre. Questa rivista, in fn dei conti, vuole solo prendere atto dei modi diversi oggi necessari ad esprimere adeguatamente le immutabili verit dellantica saggezza esoterica. Questo spazio vuole essere utile a tutti i pellegrini che nel loro viaggiare sono arrivati a rivolgere gli occhi verso la casa in cui sono nati. Che il potere del padre, lamore del fglio e la sapienza dello spirito santo ci uniscano in ununica vita. Massimo Rodolf La tensione tale che il Mondo freme. Gli eventi sono in pressione. A tutti i livelli le energie del- la Luce sono impegnate a fondo per salvarlo dalla distruzione, mentre le tenebre si insinuano, con ma- schere luminose, decise ad annientare ci che la Luce crea e, dove possibile, a demolire le basi stesse dellopera creativa. Nellepoca grave dellArmageddon specialmente necessario sapere quali sono le forze che causano le azioni di ogni singolo giorno, di ogni singolo evento, di ogni fenomeno; poich lora della decisione, e non ci sono mezze misure sulla via del Mondo del Fuoco. Maestro Morya Immagine di copertina: Tempio di Luxor e cuore della galassia, entrambe le foto di Massimo Rodolf LEgitto, porta per il Cielo, porta per il nostro cuore... Collaborazione progetto grafco Simona Murabito Stampato presso la tipografa Nuovagrafca s.c. Sommario Editoriale Curatore: Massimo Rodolf I DUBBI SUL SENTIERO pag. 2 Letteratura e spiritualit Curatore: Anna Todisco COMUNQUE VADA pag. 4
il Raja Yoga e lesoterismo Curatore: Luca Tomberli LA TRASFORMAZIONE DELLE EMOZIONI NEGATIVE (quarta parte) pag. 6 Conoscere la conoscenza Curatore: Andrea Innocenti I SENSORI DELLA COSCIENZA ASSOLUTA (seconda parte) pag. 9 Il Sentiero Iniziatico Curatore: Massimo Rodolf LA FORZA E IL CORAGGIO pag. 12 Mitologia e Sentiero Iniziatico Curatore: Graziano Fornaciari ERCOLE E LA FATICA IN CAPRICORNO pag. 14 Astrologia esoterica Curatore: Maria Grazia Barbieri VULCANO, PLUTONE E IL 1 RAGGIO pag. 18 Geometria Sacra Curatore: Enrica Battaglia LA DANZA... LUNGO IL SENTIERO DELLE API pag. 21 Fitoterapia energetica Curatore: Donatella Donati AL DI L DELLE FAVOLE pag. 23 La coppia sul sentiero Curatore: Giorgio Ricci Garotti e Monica Giovannini LABBRACCIO pag. 25 Educare per la consapevolezza Curatore: Anna Grazia Fiorani EDUCAZIONE: UNIONE CHE COLLEGA GLI ASPETTI DELLESSERE UMANO pag. 27 La Comunicazione Umana Curatore: Anna Maria Fabene QUEL BAMBINO INVISIBILE pag. 29 Psicologia sociale e del lavoro Curatore: Diana Ferrazin DAI! GIOCHIAMO UN PO INSIEME (parte prima) pag. 32 Le fabe della Manu Curatore: Manuela Baccin CANTO DI GUERRA (seconda parte) pag. 34
2 Accidenti a me e a quando ho cominciato questo percorso! Chi non ha mai pronun- ciato questa frase, qualche tempo dopo aver iniziato ad approfondire la conoscenza di s, scagli la prima pietra. Stavo meglio quando ero pi ignorante! Mi sento come se non avessi pi scampo! come se la mia vita stesse accelerando sullorlo di un precipizio! Adesso mollo tutto e non ci penso pi! E via con frasi di questo tipo, a signicare tutta la difcolt che si incontra a percorrere ve- ramente un cammino di consapevolezza. In genere poi, dopo un tempo pi o meno lun- go, la crisi passa, e si continua con ancora pi fervore a ricercare dentro se stessi. Questo tipo di crisi si presenter innume- revoli volte, cambiando apparentemente di aspetto, ma concretamente si proporr sem- pre come manifestazione delle resistenze al cambiamento da parte della propria coscien- za. Lo dico perch, ovviamente, nel corso della mia vita di ricerca spirituale, non sono per niente stato esentato da questo tipo di esperienza. Ora le cose sono un poco cam- biate, e magari sento di pi la fatica di ope- rare continuamente per cercare di diffondere linsegnamento dellAntica Saggezza, e le mie resistenze mi dicono piuttosto ma chi te lo fa fare... non vedi che comunque alla gente non gliene frega niente, ma ormai sono momenti passeggeri, e credo di avere abbastanza imparato dalla vita che ci che im- porta la vita stessa, con tutti i suoi limiti e le sue contraddizioni. Il dubbio ha una sua intrinseca necessit, in un mondo fatto di dualit, chi non dubita mai di niente, soffre quanto meno di una notevo- le rigidit. Coloro che affermano con orgoglio di non avere mai cambiato idea in vita loro, dovranno come minimo reincarnarsi per ac- quisire quella leggerezza e quellelasticit che la vita richiede. Il Tao come lacqua, ci ri- corda Lao Tze, ed proprio nella morbidezza della goccia che scava la pietra che dovrem- mo identicarci. Il dubbio lespressione del- la nostra percezione dinnanzi alle cose mai viste, non ancora comprese, che ci aiuta a comparare le nostre esperienze, in modo che possiamo arrivare a produrre quella sintesi necessaria, che ci provveder una momenta- nea a certezza, probabilmente gi messa in discussione dallesperienza successiva. pi che lecito dubitare, nch non si giunge ad una sufciente esperienza, che ci possa testimoniare la fede delle cose viste. Im- pariamo col tempo che la vita movimento continuo, e che la nostra Weltanschauung, la nostra visione del mondo, in bilico come un equilibrista sulla corda, e che ha bisogno di continui movimenti, spostamenti e ribilancia- menti, per non precipitare nel baratro dellin- consapevolezza. Il dubbio ci fa oscillare sulla Editoriale Curatore: Massimo Rodolf I DUBBI SUL SENTIERO 3 fune tesa, ed entro certi limiti quindi ha una funzione positiva. Il problema nasce quando loscillazione diventa eccessiva, e ci impedi- sce di procedere. Credo ci siano poche persone al mondo pi convinte di me della perfezione della legge del karma, per cui per me evidente che nessuno potr sfuggire alla propria natura in- teriore, fosse anche la pi dubbiosa ed inerte che si possa concepire. Per, analizzando le diverse tipologie caratteriali, e dopo aver am- messo la legalit del dubbio, non possiamo far altro che riconoscere che il dubbio non risolto diviene paralizzante. Sicuramente lespressione di forze di varia natura, che non staremo qui ad analizzare, che manifestano le proprie caratteristiche inerti, atte a mante- nere un controllo distorto sullesistenza, piut- tosto che a manifestare il proprio bisogno di attenzione. Comunque sia, laspirante, o il discepolo sul Sentiero, bene che abbia un atteggiamento dubitante, contrariamente ai dogmatismi, gli idealismi e i devozionalismi tanto diffusi, per- ch non ha per lo pi esperienza di ci che inizia a scoprire. Come ho ripetuto innite vol- te, in trentanni di insegnamento esoterico, dubitate anche di quello che vi sto dicendo adesso, tuttal pi potr esserci risonanza tra quello che dico e quello che sentite, ma nch non avrete sperimentato veramente, non sar unesperienza vostra, quindi di per s sar incredibile. Vi per un limite oltre il quale il dubbio diviene patologia. Niente di male, gli esseri umani sono tutti malati, tutti contengono allinterno della propria coscien- za, materia distruttiva e disarmonica, ma vo- lendo procedere sul Sentiero Evolutivo, sar bene rendersi conto delleffettivo valore del dubbio, e dei limiti che contiene. Vi ricordo che ha avuto qualche tentenna- mento anche Ges, il Cristo, prima di bere quel calice, che racchiudeva in s tutta le- sperienza e la sofferenza umana, ma meno di una notte gli bast per confermare la propria volont di salire sulla croce. E la croce atten- de ogni essere umano, alla ne del cammino nel quarto regno di natura. il simbolo del su- peramento della conittualit dei quattro tipi di materia che costituiscono la realt condivi- sa dagli esseri umani. Quindi, no allultimo, no al Getsemani, preludio della liberazione nale e della Resurrezione, dubitate pure, ma imparate anche a superare rapidamente i vo- stri dubbi, perch la vita ha un senso solo... sale continuamente. Di questi tempi poi, le nostre coscienze sono particolarmente sotto attacco da parte di for- ze, sia siche che pi sottili, che vogliono condizionarci, controllarci e usurpare le no- stre menti. Non mi sembra proprio il caso di offrire troppo il anco a chi, per un motivo o per laltro, ha interesse a ridurci allo stato del- la zucchina lessa. Una delle prime cose che operano queste occulte forze della persua- sione, la crescita del dubbio nei confronti di ci che pu darci vera libert, alimentando continuamente tutto ci che invece svilisce la bellezza della natura umana. In un mondo mi- gliore non ci sar pi posto per tali bassezze, oggi molto diffuse e condivise, e la bellezza, la bont e la verit, renderanno integre le no- stre coscienze, non ho dubbi. Purtroppo oggi non ancora cos, per cui vi invito a conside- rare i vostri dubbi come stati transitori della vostra coscienza, trattandoli come tali. Massimo Rodolf 4 dire deterministica, secondo quella che viene denita la linea di minor resistenza. Tante volte i bambini, in situazioni che vivo- no come ansiogene, preferiscono addirittura rimanere fuori dal gioco con i compagni, si precludono a priori quel piacere che la situa- zione ludica in s comporta; e un po come la nostra volpe si convincono che a loro non piace quel gioco. Ma questa immaturit, che ci spinge ad evitare le situazioni che perce- piamo come sgradevoli, se non addirittura rischiose, non una questione anagraca. Anzi, prima di poter conseguire quella ma- turit contraddistinta da equilibrio e armonia comportamentali, noi uomini agiamo per lungo tempo sotto la spinta esclusiva del piacere e del dolore: cio, aspirando a quello e temendo questo, dirigiamo le nostre azioni per inseguire il primo e rifuggire il secondo. Fin qua tutto sembra rientrare nel comune buon senso, se non fosse che attualmente la coscienza media delluomo ancora ampia- mente perturbata, metaforicamente parlan- do, dal fango in cui sono immersi i suoi piedi; in altri termini egli abituato ad agire super- cialmente, completamente soggiogato da istinti, pregiudizi e automatismi negativi e di- struttivi, dove il piacere non necessariamen- te si sposa con la volont di bene. In realt nch non si diventa alquanto consapevoli di come funzionano i rapporti di forza allinterno Letteratura e spiritualit Curatore: Anna Todisco COMUNQUE VADA Chi non conosce la vecchia favoletta della volpe e delluva? Una Volpe, chi dice di Guascogna, e chi di Normandia, morta affamata, andando per la via, in un bel tralcio duva sincontr, cos matura e bella in apparenza, che damigella subito pens di farsene suo pro. Ma dopo qualche salto, visto che troppo era la vite in alto, pens di farne senza. E disse: - unuva acerba, un pasto buono Per ghiri e per scoiattoli (J. De La Fontaine) Probabilmente a suo tempo, quando ce lhan- no raccontata oppure quando labbiamo letta, ci avr divertiti se abbiamo in essa colto qual- che analogia con il modo di fare di qualche nostro conoscente. Ci sar, invece, sicura- mente piaciuta di meno se, non volendo, vi abbiamo ravvisato afnit con qualche no- stro comportamento, anche se non abituale. Al di l della morale specica cui lautore della favola vuole rimandare (sminuire il valore del- le cose che non sono alla nostra portata, lor- goglio nel non riconoscere e accettare i propri limiti, etc.), a me la volpe in questa circostan- za ricorda molto la tendenza umana di agire secondo una traiettoria obbligata, potremmo 5 della nostra coscienza, non solo siamo schia- vi dei nostri impulsi senza neanche renderce- ne conto, ma non siamo in grado di affermare in modo incisivo la nostra volont di bene, n tantomeno di scegliere. Lo sapeva bene un ricercatore spirituale, che visse con grande smarrimento e profonda sofferenza la con- ittualit tra bene e male allinterno della sua coscienza, come lo scrittore Lev Tolstoj, se mise in bocca al suo Pierre Bezuchov di Guer- ra e pace parole che suonano un po come quelle che S. Paolo scrisse nella lettera ai Ro- mani: C in me il desiderio del bene, ma non la capacit di attuarlo; infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio. Giunger per il tempo , per laspirante, di acquisire la dignit di scegliere e la libert di agire. Ma solo quando avr a fatica, piano piano, spezzato le catene che lo hanno tenu- to a lungo aggiogato alla sua natura inferiore, privandolo della sua vera identit. Tutto que- sto a prezzo di fatica, che il grande fecon- datore della materia, con reiterato impegno per resistere alle tendenze imprigionanti del- le nostre cattive abitudini emotive, mentali e, conseguentemente, siche. Nei conitti in cui ci imbattiamo nella nostra quotidianit tra una spinta che ci vuole con- durre verso una direzione abituale (dar sfogo alla rabbia, per esempio), e la meta che inve- ce riconosciamo come legittima e alla quale vogliamo aderire (dominare limpulso distrut- tivo), senzaltro faremo i conti con delle for- ze che si sono radicate e consolidate col tem- po, che ci appartengono, in quanto parte della nostra coscienza, ma che non siamo in grado di gestire al momento; nelloscillazione tra i due poli, il magnetismo di quello che ci vuole indurre allautomatismo e la volont di affer- mare il nostro potenziale positivo, sperimen- teremo resistenze, malessere, insofferenza. Resistere a tutto ci, andare oltre comunque gi un successo. Nei giochi di potere tra lattaccamento allinferiore e laspirazione al superiore, potremmo avere spesso la sensa- zione dellinsuccesso. Ma cos non , perch abbiamo maturato comunque esperienza; anche solo tentare di esprimere una forza di- versa da quella che solitamente ci domina e governa ha il suo peso; dal cumulo di espe- rienze si distilla la saggezza. Ergersi e deci- dere di trasformarsi un atto grandemente eroico e creativo. Allora comunque vada, qualunque sia il risultato del nostro agire, sar stato un successo laver semplicemente con- trastato limpulso della paura, della rabbia, della pigrizia. Il non essersi sottratti alla sda e lessersi misurati con tali forze gi riorien- tamento e trasformazione. Come testimonia questo giovane: Avevo sempre desiderato di domandarle di uscire con me; ma poich non la conoscevo e per carattere sono troppo timido e ansioso, non le avevo mai rivolto la parola. [] ho valutato la faccenda [] non volevo il male, ma solo il bene della ragazza e di me stesso. [] Avevo il cuore che mi bat- teva forte, ma sono felicissimo di essere ri- uscito a trovare la forza di attaccare discorso. [] gi danzata [],ma pazienza. Ritengo gi un risultato notevole lessere riuscito a vincere la timidezza. [] 1
Anna Todisco 1 Dalai Lama e Howard C. Cutler, Larte della felicit, Mondadori, Milano, 2000 6 Verso i venti anni volevo cambiare il mondo, anche se ben presto capii che cercavo di modicare le regole del gioco per la difcolt del vivere quotidia- no. Per la voglia di sperimentare la meditazione e per una certa sintonia con gli insegnamenti buddi- sti mi trovai a gambe incrociate con la speranza di placare la mente. Dopo aver incontrato lausterit della disciplina Zen passai a sperimentare la Via di Mezzo, secondo gli insegnamenti della tradizione tibetana Ghelupa. Ricordo ancora con piacere quelle giornate passate ad ascoltare insegnamen- ti impartiti da sorridenti lama tibetani. Nonostante ci, seguendo lirrequietezza che mi caratterizza- va, decisi di prendere unaltra direzione. In quel periodo ero molto attratto dal mondo emotivo e cos iniziai a sperimentare delle terapie di gruppo ed individuali. Nonostante la bont del lavoro svol- to no a quel momento mi ritrovai in un grosso conitto. Ero arrivato ad un punto tale che denirei limite, gli ambienti che avevo sperimentato no a quel momento mi sembravano dei mondi chiusi in se stessi. Nelle terapie psicologiche sentivo la mancanza della forza dello Spirito, mentre appena mi avvicinavo ad un sentiero spirituale mi sembra- va di non lavorare abbastanza sulla personalit. Oltretutto in quegli anni era arrivata in Italia londa- ta lunga della New Age, con il conseguente orire di offerte di corsi che promettendo risultati mira- colosi con pochi sforzi contribuivano non poco a confondere chi cercava. Inaspettato come un ar- cobaleno in un cielo invernale arriv lincontro con linsegnamento di Massimo Rodol, che da subito mi fece intravedere la possibilit di integrare la pratica spirituale con la vita quotidiana. Penso che non scorder mai il mio primo corso di Raja Yoga. Alla ne di ogni incontro, nonostante la difcolt nel metabolizzare quanto appreso, sentivo cresce- re la consapevolezza di essere nel posto giusto. Molte questioni che mi avevano no a quel mo- mento attanagliato iniziavano a trovare una loro collocazione. Quello che stavo vivendo aveva un senso ben preciso e stava contribuendo a ribaltare la mia visione della vita. Tra i tanti insegnamenti trasmessi da Rodol uno in particolare mi attraeva particolarmente: Ascoltati. Quando sentivo pro- nunciare quella parola mi sembrava di percepire una spada che roteando vorticosamente tagliava alle radici secoli di ignoranza. Durante il momento della condivisione esponendo le nostre perplessi- t cercavamo di scappare dalla sofferenza dando spazio al ragionamento mentale; invece grazie alla parola sapientemente modulata dal tono di voce del Maestro venivamo condotti al cospetto di quella porta che conduce alla conoscenza di se stessi. Adesso, dopo qualche anno di pratica della meditazione, penso che lascolto sia una delle pra- tiche pi importanti per espandere la consapevo- lezza. Non sar un caso che il Maestro Ges termi- nasse le sue parabole con linsegnamento Chi ha orecchie per intendere intenda. Anche il signi- cato della parola discepolo, cio colui che ascolta, indica qual lattivit necessaria per poter impara- Il Raja Yoga e lesoterismo Curatore: Luca Tomberli LA TRASFORMAZIONE DELLE EMOZIONI NEGATIVE (quarta parte) 7 re dalla vita. In oriente possiamo trovare altre indi- cazioni in tal senso. Patanjali descrive con il termi- ne attenzione lo stadio che precede la meditazione. Penso che non sia sbagliato comparare lessere attenti con la capacit di ascoltare. Comunque an- che in occidente si possono trovare utili indizi per capire meglio cosa lascolto. Alcuni giorni fa mi capitato il libro di uno stimato psicologo francese, che nel titolo afferma: Se mi ascolto almeno mi capisco. Inne quale parola fra le tante potrebbe al meglio rappresentare sinteticamente linsegna- mento socratico dellarte della maieutica? Mi sem- bra di vederlo, Socrate, aggirarsi per lagor, ma- gari utilizzando google map, intrattenersi in amabili colloqui ed alloccorrenza sguainare come una spada al sole il conosci te stesso, lantico ascoltati verso il bencapitato di turno. Magari non aveva una cerchia di amici numerosa in Facebook ma di certo, insegnando la maeiutica, ha contribu- ito ad educare lumanit. Considerata la valenza degli esempi utilizzati mi sento di affermare che per lessere umano lattivit dellascolto ha una portata universale ed una modalit necessaria per procedere nella vita con equanimit e com- mensura. La pratica del sentire provoca un corto circuito nei meccanismi della coscienza: provate a farvi attraversare consapevolmente da unemozio- ne invece di reagire meccanicamente ad essa come fate di solito, in quel caso sperimenterete una maggior libert di azione. La difcolt di rima- nere in contatto con un emozione deriva dalla por- tata stessa dellemozione con cui ci rapportiamo. Emozione deriva da emotus, ci che muove il sangue, quindi, come ci insegnano i nostri proge- nitori, abbiamo a che fare con qualcosa che per sua stessa natura non pu essere bloccato a lun- go, casomai cavalcato. Percepire una emozione ci mette in contatto con avvenimenti del passato im- pressi e bloccati nella coscienza secondo le moda- lit che ho gi spiegato nelle altre parti dellartico- lo. Quando si riesce a stare sintonizzati nel presente lemozione si rivela unonda calorosa e vitale che spinge verso lesperienza. Il problema sopraggiunge nel momento in cui, identicandosi con essa, avviene lo scambio dellora con lallora e ci provoca la conseguente visione distorta della realt. Mi posso accorgere di quando lemozione mi rapisce osservando se esiste commensura tra quello che vivo e come reagisco. Nel momento in cui mi rendo conto che il mondo di relazione mi rimanda dei segnali sgraditi posso lavorare sui comportamenti e sugli atteggiamenti. In ambito emotivo riorientare la coscienza consiste nel viver- si lemozione per quello che cercando di sospen- dere il giudizio possono bastare alcuni attimi , e soprattutto cercando di non identicarsi con essa. Ascoltandovi sprofonderete maggiormente dentro di voi e da quel punto pi interno avrete maggior possibilit di percepire la vita e di direzionare la personalit. Il sentire pu essere paragonato alla sospensione del respiro, quel momento racchiude in s tutta quella forza generativa che trover espressione successivamente nella espirazione e nella inspirazione, quindi insito nellascoltare la formazione di quella matrice su cui verr costruita lazione futura. In particolare sentire le emozioni permette di riconoscere la qualit delle forze per- turbanti la coscienza. Tutto ci dovr essere fatto e rifatto molte volte e nel tempo afnch venga metabolizzato dalla coscienza e ne divenga un mo- dus operandi. La trasformazione delle emozioni distruttive inizia con la pratica dellascolto e trova la sua realizzazione denitiva con lo sviluppo del pensiero opposto. Una volta che stata ricono- sciuta la qualit dellemozione distruttiva neces- sario uscire dalla forza gravitazionale che essa stessa esercita sulla coscienza. Applicare una for- za contenente tanta buona volont pu non basta- re a riportare la quiete nella coscienza. Afnch si realizzi la sospensione delle modicazioni della 8 mente, cio lo Yoga, necessario che le due forze in gioco siano opposte e di valore confrontabile. Lavorare alla trasformazione delle emozioni nega- tive comporta soprattutto il resistere a se stessi e quindi alla tentazione di cedere al piacere distorto insito nella meccanicit. Durante la giornata per quanto tempo nella mente si affollano pensieri se- miconsci di dubbio o di paura senza che vi sia unapparente motivazione che ne spieghi la pre- senza... Se diamo per scontato che tali moti distor- ti della coscienza debbano essere presenti soggia- ciamo al male e ne siamo intimi alleati. Poter uscire da questo circolo vizioso comporta di dover affermare in pratica di essere qualcosa di altro per svariate volte. Per approfondire ulteriormente la pratica della trasformazione delle emozioni vi ri- mando ad un corso di Raja Yoga dellassociazione Atman o alla frequentazione di Energheia, la prima scuola in Italia di formazione per terapeutici esote- rici. Intanto possiamo andare a rileggere il passo del Vangelo in cui vengono descritte le tentazioni nel deserto . Il Maestro Ges per sconggere il male si identica con la legge affermandolo con tutto il suo essere. Per quello che posso capirne ci insegna che una coscienza identicata nella sua essenza e quindi coesa non pu venire toccata dal male, anzi la negativit, quando ne viene ricono- sciuta lattivit ingannevole, ci d lopportunit di identicarci ancora pi profondamente con la Na- tura Divina che alla base della creazione stessa. La pratica quotidiana rappresenta il terreno giusto per coltivare il pensiero opposto alimentando cos le qualit positive, infatti tutte le volte che sar sperimentata verr sviluppata la potenza intrinse- ca di amore che nonostante tutto ci tiene uniti con lesperienza in un unico campo di potere. Luca Tomberli 9 In questo articolo riprendiamo il nostro com- mento alla lezione del Maestro Kempis I sensori della Coscienza Assoluta Cos Kempis: Dicevo che esistenza e sentire sono una cosa sola; tant vero che niente pu esistere se non sente o se non senti- to. La materia denita inanimata non sen- te ma sentita dalla coscienza cosmica, la quale sente lintera realt cosmica di cui costituita, cosicch la materia esiste in forza della coscienza cosmica. Questa rappresentazione della Realt de- cisamente idealista, quindi forse troppo par- ziale, ma se la si considera nella totalit dell insegnamento, si vede che si tratta di un ide- alismo sui generis , che non si allontana mol- to, nella sostanza, da una certa prospettiva materialista. Continua la voce: Ora, come ho detto in unaltra occasio- ne, siccome la coscienza cosmica tutta e solo quella che tutti i sentire degli esseri compongono, ci signica che lintera re- alt cosmica costituita da tutti i sentire di tutti gli esseri, e che la coscienza cosmica sente la realt cosmica per mezzo dei sen- tire degli esseri. Sicch non pu esistere una materia inanimata senza che almeno un essere la senta, la percepisca; e se percepita saltuariamente, nei tempi in cui non percepita da alcuno, non esiste. Questa affermazione d grande forza e valo- re al sentire di coscienza di ciascun essere, perch per essa dal particolare che nasce larchetipo e non viceversa. Questo un aspetto assai meno idealista dellaffermazio- ne precedente. Piuttosto appare sconvolgen- te e qui decisamente idealista, limplicazione per la quale esiste solo ci che percepito o percepisce, potrei quindi logicamente dire: Il tavolino, che mi trovo davanti, cessa de- sistere, nel momento in cui mi allontano dalla stanza, perch non pi da alcuno percepi- to. Presa cos di per s questa osservazione coerente con le premesse fatte, ma queste vanno coniugate con la concezione unitaria del tutto, per la quale il sentire della co- scienza cosmica, trascendenza e fusione dei sentire di coscienza individuali, che permette lesistenza anche di ci che non percepito soggettivamente. La contraddizione appare qui evidente e pu essere superata solo con lintuizione ed il salto conoscitivo della logica dialettica, perch la logica, che ha il postula- to della non contraddizione, non lo consente. il nodo della trascendenza, a mio parere, il punto focale. Contimua Kempis: Immaginiamo un ipotetico cosmo. Tale cosmo sar costituito solo da ci che gli esseri di quel cosmo percepiscono. E sic- come il sentire degli esseri in graduale ampliamento, anche il cosmo, considera- to nella successione dei sentire dei suoi Conoscere la conoscenza Curatore: Andrea Innocenti I SENSORI DELLA COSCIENZA ASSOLUTA (seconda parte) 10 esseri di conseguenza in graduale am- pliamento. Cosicch quanto gli esseri per- cepiscono, sentono in senso lato, come conseguenza dellampliamento della loro coscienza, prima non esisteva. E siccome il cosmo un dossier costituito da tutte le situazioni percepite dagli esseri, sono gli esseri stessi che creano il cosmo. La coscienza cosmica costituita dallinsie- me di tutti i sentire, quindi sono questi che fanno la nostra realt. Non bisogna dimenti- care per che essa non ne la sommatoria, ma la loro fusione, che d luogo alla trascen- denza, quindi abbiamo una realt completa- mente diversa perch non ha pi i limiti dei sentire individuali, anche se tali sentire sono algebricamente sommati fra loro. Ancora Kempis: Totale rovesciamento del concetto di realt che ha luomo. Dire che la realt cosmica formata dallinsieme delle per- cezioni, da quanto gli esseri percepiscono, pu suonare come una contraddizione. Infatti pu sembrare che la realt sia l e che lessere la colga con la percezione. Per non incorrere in tale errore, bisogna rifarsi al concetto di realt pi volte illustrato, ed in particolare al fatto che tutto fa parte di Dio e che tutto, quindi, costituito di divi- na sostanza, cio di spirito; e che lessere, il soggetto limitato, percepisce la divina sostanza che lo costituisce, e nella quale immerso, limitatamente. in forza del- la sua percezione limitata che la realt gli appare in un certo modo ed egli crede che la realt in s, al di l del soggetto perce- pente, radicalmente diversa: dal punto di vista della sostanza, sostanza indifferen- ziata. Questo un punto particolarmente impor- tante, la teoria che Kempis presenta direi quasi kantiana: Esiste un Tutto, costituito quantitativamente da materia indifferenziata, da un altro punto di vista Coscienza Assoluta. Questa virtualmente frazionata in sentire di coscienza limitati, che sono tali non perch lo siano oggettivamente, ma perch cos si sentono, le loro limitazioni determinano il lm della vita. Questo in s soggettivo, non so- lipsista, perch le leggi che lo determinano sono comuni, ma per chi lo vive reale, ed giusto cos, perch dallappalesamento di tale esperienza che la coscienza percorre il sentiero del ritorno al Padre. Da ci la re- lativit della vita, assai difcile da accettare per lio, che avviluppato in s, vuole chiude- re lesistente nelle proprie spire. La vera e sincera tolleranza una qualit assai difcile da trovare, perch implica la comprensione che ognuno in cammino, e sempre la vita in ogni sua forma possibilit devoluzione. Questo il messaggio che Ges ci ha dato con linvocazione al Padre nel culmine della sofferenza: Perdona loro, perch non sanno quello che fanno. Kempis : Un oggetto che voi percepite in forza dei vostri sensi, esiste come voi lo cogliete in base alle limitazioni della vostra capacit di percepire la divina sostanza. Al di l di ogni limitazione della percezione, logget- to non esiste. In s non esiste se non come sostanza indifferenziata. Ecco perch il co- smo non pu che essere linsieme di tutte le percezioni, cio del sentire in senso lato di tutti gli esseri, e ci che non sentito non esiste. Ed ecco perch chi sente esi- ste: infatti sentire signica, prima di tutto, sentire se stessi, sentire di esistere. Da una simile concezione della realt discen- de che ogni essere un nucleo, un centro 11 di sentire; sentire che come minimo sen- sazione e come massimo coscienza onni- comprensiva; il quale, con la sua vita, con lesistenza, contribuisce a creare, a deter- minare, a fare esistere non solo linsieme dei cosmi, ma addirittura la coscienza as- soluta. La percezione sempre soggettiva, pu essere pi o meno ampia in funzione delle limitazioni del soggetto percepente, non cre- do per sia corretto, come potremmo essere tentati, fare una scala di valori, perch tutto ci che percepito pur non esistendo in s permette alla coscienza assoluta desistere. LAssoluto infatti in quanto il relativo si ma- nifesta, vale naturalmente anche il viceversa, potremmo dire che ogni istante di vita espri- me la gloria di Dio, il sentire ne per Kempis lessenza ed il sentirsi desistere ne in noi la pi intima manifestazione. Da tale considera- zione fuggire listante senza coglierlo in piena consapevolezza vuol dire negare Dio, ecco perch la gioia in tutti i suoi aspetti uno dei pi importanti valori della vita. Ancora : Ogni essere un sensore della coscien- za assoluta, il quale per non un punto passivo di ricezione; al contrario: un ma- nifestatore, un creatore di una parte delle- sistente. Di pi: ci che esiste, esiste quale risultato del sentire, dellesistere di ogni essere. Perci tutto discende o risale al sentire. La stessa delimitazione dei cosmi non un fatto precostituito, un fatto con- sequenziale; cio non creato un cosmo nel quale sono collocati gli esseri, bens dalla qualit dei sentire che sono conse- guenza logica luno dellaltro e quindi del- la loro aggregazione, nasce un sistema, un insieme che si denisce cosmo. Ogni insieme, ogni sistema di sentire, ha uno svolgimento logico indipendente rispetto agli altri ed ha un solo punto di contatto: quello dove risolta la diversit, origine e ne della separativit, della molteplicit. La responsabilit di ognuno appare qui evi- denziata in tutta la sua bellezza e graticante potenza, perch dalla qualit dei sentire che nasce il sistema dal quale proviene la strut- tura di un cosmo, ovviamente tutto avviene secondo una sequenzialit logica che va dal- la minore evoluzione o atomo del sentire a quella massima o della coscienza cosmica stessa, la quale per unisce in s tutto ci che la compone ed in parte la determina, poi lei stessa si fonde con le altre scintille divine o coscienze cosmiche per dare corpo alla co- scienza assoluta. Continua. Andrea Innocenti 12 Secondo quel tempio della cultura contem- poranea che Wikipedia (ovviamente sto scherzando), una forza una grandezza sica vettoriale che si manifesta nellinterazione di due o pi corpi, sia a livello macroscopico, sia a livello delle particelle elementari. La sua ca- ratteristica quella di indurre una variazione dello stato di quiete o di moto dei corpi stes- si; in presenza di pi forze, la risultante della loro composizione vettoriale a determinare la variazione del moto. Mentre il coraggio (dal latino coraticum o anche cor habeo, aggetti- vo derivante dalla parola composta cor, cordis cuore e dal verbo habere avere: ho cuore) la virt umana, spesso indicata anche come for- titudo o fortezza, che fa s che chi ne dotato non si sbigottisca di fronte ai pericoli, affronti con serenit i rischi, non si abbatta per dolori sici o morali e, pi in generale, affronti a viso aperto la sofferenza, il pericolo, lincertezza e lintimidazione. Dal che deduciamo che forza e coraggio possono essere considerati sinonimi. In re- alt, per me, scomponendo bene a modo la realt, in n dei conti tutto si riduce a una questione di quantit e di qualit, ossia ogni determinato pensiero, parola, azione, ogget- to, essere, caratterizzato da un certo quan- titativo di energia di una specica qualit. Per esempio io posso amare od odiare qualcuno, ossia esprimere qualit diverse, in modo pi o meno intenso, ossia con pi o meno forza. Oppure, come essere umano, io esprimo la mia umanit in un modo particolare ed inten- so... qualit e quantit. Ma non mi interessano in questo contesto considerazioni di carattere generale, quanto piuttosto prendere in esame quelle caratte- ristiche che possono indurre una variazione dello stato di quiete o di moto nel campo del- la coscienza. Ed in questo campo che mi interessa comprendere come il coraggio, che io considero laspetto qualitativo, e la forza, aspetto quantitativo, siano, quando possi- bile, gli elementi fondamentali per chi vuole cambiare la propria vita. Dico quando pos- sibile, perch nch domina linconsapevo- lezza e lautomatismo della coscienza, non vi quel minimo di autonomia che possa con- sentire ad un individuo di iniziare a scegliere il proprio comportamento. Deve essere raggiunta una soglia di consape- volezza che metta la persona nelle condizio- ni di poter almeno desiderare di evolversi, e questo possibile solo dopo che la nostra anima ha vissuto un numero consistente di incarnazioni, ed ha maturato sufciente esperienza per andare oltre il meccanicismo del proprio karma. In denitiva, ancora una questione di forza, ossia, per poter avere il desiderio di conoscersi meglio, e di andare oltre se stessi, bisogna avere acquisito le- Il Sentiero Iniziatico Curatore: Massimo Rodolf LA FORZA E IL CORAGGIO 13 nergia, la forza necessaria, per affrontare i mari avversi del nostro cosiddetto inconscio. Il Sentiero della Ricerca Interiore infatti non per tutti, ma solo per chi ha la Forza ed il Coraggio necessari per guardare dentro allo specchio delle proprie esistenze. Bella limmagine del cavaliere che affronta mille difcolt durante la ricerca del Santo Graal, ma ci dimentichiamo spesso che af- nch questa ricerca possa avere inizio, bi- sogna essere cavalieri, ossia bisogna avere acquisito, fuor di metafora attraverso lespe- rienza, le qualit necessarie afnch la cer- ca possa iniziare. Si calcola poi per esempio, che un cavaliere templare, per mantenersi in armi, doveva come minimo possedere cento ettari di terreno. Questo per affermare una cosa spesso trascurata da certi spiritualisti molto scollegati dalla materia, cio che servo- no anche discrete risorse materiali per poter essere efcaci nelle proprie realizzazioni. O rimanendo nella metafora, bisogna gi avere acquisito un certo bagaglio di forza e qualit, per poter combattere la battaglia denitiva della propria coscienza. Guadagnare quindi il Graal, collocarlo sullal- tare del Tempio, perfezionato dalle mille e mille azioni delle nostre vite, signica espri- mere una Forza ed un Coraggio, adeguati allimpresa. Bisogna che la Forza che riesco a radunare dentro di me, sia tutta, e continua- mente, orientata (in modo vettoriale) ad azze- rare le onde di forza negative che emergono dalle profondit del mio essere, e a costruire la bellezza che riesco a concepire. Signica anche che, con tutto il Coraggio di cui dispon- go, star fermo dinnanzi a quel demone or- ribile che pu ancora trovare spazio in certe pieghe della mia coscienza, lo guarder negli occhi, e con calma profonda lo abbraccer, trasmettendogli tutto lamore che potr aver compreso nella vita. Chi arriva ad esprimere questa Forza e que- sto Coraggio, in realt non teme pi niente, perch ha compreso che, prima di ogni altra cosa, bisogna cercare il Regno dei Cieli, che in noi e fuori di noi, e ogni altra cosa gli sar data in pi. Perch ha compreso che dinnan- zi al non violento cessa ogni violenza, ed ha anche compreso che la verit ultima della no- stra esistenza, sta nascosta in fondo al nostro cuore, che non si mai mossa di l, ma che bisogna andare a cercarla, con Forza e con Coraggio. E cos sia, Cavalieri! Massimo Rodolf Fortitudo, Botticelli, Museo degli Ufzi 14 In questa decima fatica Ercole deve liberare Prometeo e per fare ci deve discendere ne- gli inferi governati dal re Ade e sconggere il mostro Cerbero, un cane con tre teste su ognuna delle quali vi sono dei serpenti arro- tolati. Per arrivare in questo luogo deve far- si trasportare da Caronte, il traghettatore di anime, pagandogli un obolo. Prima di tutto questo, per non farsi mancare nulla, dovr sconggere la Medusa, che con i suoi capelli di sibilanti serpenti tenter di aggrovigliarlo senza successo, visto che saranno recisi dal- la spada che il nostro Eroe sguainer. Il personaggio di Prometeo gi stato pre- so in considerazione in occasione della terza fatica, per quanto riguarda Ade, era il dio dei morti e signore del regno sotterraneo dellOl- tretomba. Egli era fratello di Zeus e veniva considerato una divinit fredda che applicava le regole del suo regno a tutti senza discri- minazione alcuna, senza per questo essere ritenuto malvagio o ingiusto. I morti erano pure ombre che vagavano per sempre nel Tartaro, continuando a dedicarsi a ci a cui si erano dedicati durante la vita. Questo luogo indicava ove Zeus aveva rinchiuso i Titani, es- seri sovrumani padri degli dei ai quali questi ultimi avevano sottratto il potere nellOlimpo, la montagna pi alta della Grecia, durante la lotta fra Dei e Titani per sottrarre il primato a questi ultimi. Il Tartaro, che secondo la vi- sione greca si trova sempre sotto terra, comunque distinto dallAde ed identicato come una voragine buia e talmente profonda che, come scriveva Esiodo nella sua Teogo- nia, lasciando cadere un incudine questa im- piegava nove giorni e nove notti a toccare il fondo, in questo luogo giacevano i malvagi. Nella prateria degli Asfodeli, ori che veniva- no utilizzati per ornare le tombe, si riunivano coloro che non erano stati n malvagi n vir- tuosi, mentre nei Campi Elisi soggiornavano i virtuosi, coloro che erano amati dagli dei. Caronte era colui che trasportava i morti at- traverso il ume Stige verso la dimora na- le nel regno di Ade. Era descritto come un vecchio dal cattivo carattere che chiedeva una moneta come obolo ai passeggeri ed era tradizione in Grecia seppellire i morti con una moneta in bocca. Quando Ercole costrinse Caronte a traghettarlo, Ade lo pun tenendo- lo incatenato, cos narra il mito, per un anno. Caronte era glio di Erebo (che generalmente un luogo, la profondit pi oscura del Tarta- ro) e della Notte, dea dei greci generata da Caos con Erebo. Dalla Notte nacquero le pi potenti forze, tra le quali: Tanato (la morte), Ipno (il sonno), le Moire (il destino), Oneiroi (i sogni), Nemesi (la vendetta), Eris (la discor- dia) e Gera (la vecchiaia). La Notte procre senza alcun aiuto maschile; con il fratello Ere- bo concep Emera (il giorno) ed Etera (laria). Mitologia e Sentiero Iniziatico Curatore: Graziano Fornaciari ERCOLE E LA FATICA IN CAPRICORNO 15 La Medusa era una delle Gorgoni (etimolo- gicamente terribile, feroce e torvo) ed aveva due sorelle, Steno ed Euriale. Queste crea- ture avevano un terribile aspetto ed erano glie di Forco e di Ceto, abitanti del mare, rispettivamente i loro nomi erano astuta, for- te e ampio-vagante. Medusa, unica delle tre sorelle ad essere mortale, venne uccisa da Perseo e la sua ombra and nel regno di Ade a spaventare le ombre dei morti. Cerbero, il guardiano del Tartaro nato da Ti- fone e da Echidna, il fratello della mitologica Idra di Lerna viene solitamente descritto con tre teste, aveva la coda di un serpente e dal suo dorso spuntavano molte teste di serpen- ti. La sua principale funzione era di divorare chiunque cercasse di sfuggire dal reame di Ade. Accoglieva i nuovi arrivati allingres- so del Tartaro e non approvava che i viventi entrassero nel regno a cui faceva la guardia. Narra il mito che Orfeo dovette incantarlo con la sua musica, la Sibilla Cumana, gura profetica, gli gett una offa (dolce imbevuto di vino drogato) per poter passare. Anche Er- cole ebbe a che fare con lui, Ade gli permise di affrontarlo soltanto alla condizione che non usasse armi se non le mani nude. La bestia si scagli contro Ercole che per, afferrandolo per la gola principale, lo strinse in una morsa soffocante no a fargli venir meno le forze. Dopo aver superato brillantemente tutti gli ostacoli, il nostro Eroe continu il suo cam- mino e trov Prometeo, che giaceva incate- nato e agonizzante dal dolore su una lastra di pietra, liberandolo ed acquisendo il meritato riposo. Questo , per sommi capi, il mito riportato ai nostri giorni vissuto nel segno del Capricor- no che, come afferma il Maestro Tibetano uno dei pi difcili a descriversi e anche il pi misterioso di tutti i dodici segni. Egli afferma che il simbolo del segno non mai stato di- segnato correttamente e questo perch luso del simbolo autentico attirerebbe un afusso di forza inadatto per lattuale livello evolutivo dellumanit. Questo simbolo talvolta chia- mato la rma di Dio. Il capro, ai piedi della montagna, cerca il nutrimento nei luoghi ari- di, salendo trova i ori dei desideri realizza- ti attraverso le proprie illusioni. In cima alla montagna il sacro capro, come citato nelle Fatiche di Ercole di A. A. Bailey, ha la visione e liniziato appare, divenendo lunicorno. Per salire in alto dobbiamo scendere in bas- so, come in Cielo cos in Terra, bisogna scen- dere negli inferi della propria coscienza e libe- rare ci che ancora incatenato e incapace di esprimersi con pienezza. Un Salvatore de- sidera prendersi cura di tutta lumanit, no a quando anche lultimo essere umano non abbia ritrovato la strada di casa. Tutti i Salva- tori sono nati in Capricorno, nel momento pi buio dellanno, quando il bisogno di luce si fa pi pressante ma, oltre al meglio, i nati in Capricorno possono esprimere anche il peg- gio, la testa prevale sul cuore manifestando testardaggine, materialismo, crudelt, su- perstizione, egoismo e altro. Questo segno governa i ginocchi infatti, ci si inginocchia in Spirito e Verit quando si pronti per il pro- cesso iniziatico. Liniziato comprender allora il senso di quel- la Luce crescente che ne saluta i progressi mentre si avvicina alla vetta. La Luce maggio- re, rappresentata dallanima si fonde con la minore, rappresentata dalla personalit, pro- ducendo sul Sentiero Iniziatico lesperienza della Vetta. Tutto necessario, come affer- ma il Tibetano, il fondo, la pianura e la vetta, cos da poter acquisire la liberazione e la pos- 16 sibilit di Servire. La Luce Iniziatica rischiara la via per la vetta e trasgura rivelando il Sole che sorge. Essere nati in Capricorno non signica esse- re degli iniziati. Bisogna avere il senso delle proporzioni e riconoscere che gli aspiranti soffrono, a volte, di un complesso dinferio- rit che li fa sentire incapaci, oppure si danno eccessiva importanza possedendo un lieve contatto con lanima, un contatto che esula dal reale procurando orgoglio. Questo segno simboleggia la terza iniziazione, la prima delle iniziazioni maggiori. Nel Vangelo di Matteo, leggiamo che Ges prese con s tre discepo- li, Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse in cima alla montagna trasgurandosi davanti a loro. Pietro, la roccia, simbolo del corpo sico, Giacomo, lillusionista, simboleggia la natura emozionale, Giovanni, il cui nome si- gnica: il Signore ha parlato, simboleggia la mente. Abbiamo qui rappresentato il simboli- smo dei tre aspetti della personalit di fronte al Cristo gloricato. La caratteristica del Capricorno lespansio- ne che noi chiamiamo iniziazione, stadio che non ci pu essere rivelato da nessuno... un vero iniziato non pretende mai di essere tale. Il marchio che contraddistingue liniziato il silenzio che diviene impersonale. Limperso- nalit non un rinchiudersi in se stessi, co- struendo barriere, ma un amore universale, possibile nel momento in cui siamo in gra- do di riconoscere le persone per quello che sono. Liniziato, non solo si cala negli inferi, ma lavora continuamente fra gli uomini, inte- ressandosi di tutti. Nel testo di A. A. Bailey, Astrologia Esoterica si parla del segno del Capricorno, come del momento in cui lIlluminazione pu governa- re lIntuizione, esprimendo le ultime fasi della coscienza dellanima potendo cos affermare IO CAPISCO. Si tratta di un interludio fra il Cristo e la forma, un equilibrio nel quale, no ad un certo punto, le due paia di opposti oscil- lano senza prevalere luna sullaltra. Questo segno rappresenta un momento di sconcerto fra chi vuole essere semplicemente umano e scopre in s ostacoli e impulsi che lo indi- rizzano a qualcosa di superiore. La concen- trazione si sposta nella direzione dellanima trovando in s cose che di continuo lo attrag- gono alle vecchie abitudini e desideri. Lidea di Dio in Ariete diventa piano concreto in Ca- pricorno, desiderando realizzare i piani divini e farli propri. In Capricorno la materia trionfa; vi consegue lespressione pi densa e con- creta, ma le succede la gloria dello Spirito, infatti, questo segno talvolta indicato come il segreto della Gloria nascosta. Vi sono tre costellazioni connesse con il se- gno del Capricorno. Una chiamata Sagitta, da non confondere con la costellazione del Sagittario ove larciere scocca la freccia che tragge la personalit. Qui abbiamo la freccia cosmica che tragge il cuore del Salvatore, chiamato il Cristo, il pi vicino a noi tra i gran- di Salvatori del mondo, colui che conosce le pene dellumanit. Questa freccia detta la solitaria, e il sentiero che ogni discepolo percorre necessariamente un percorso so- litario e quello delliniziato a maggior ragione. Ora vi sono molti aspiranti e discepoli cos da permettere il radicamento di una coscienza di gruppo e, se prima si parlava di una soli- tudine individuale, ora potr affermarsi una solitudine di gruppo. Questa costellazione collocata tra le stelle pi splendenti del Cigno e dellAquila, e si presenta come un grup- po di quattro stelle, non particolarmente lu- minose, poste in la a formare una freccia. 17 Secondo il mito pi accreditato, rappresenta la freccia con cui Ercole uccise lAquila che divorava il fegato di Prometeo. Naturalmente, a questa freccia sono abbinati altri miti come, per esempio, luccisione dei Ciclopi, giganti dallunico occhio, da parte di Apollo, mentre, in unaltra versione la freccia scoccata da Cupido, dio dellamore. La seconda costellazione connessa a questo segno lAquila, la quale luccello della luce che si manifesta come anima portata a com- pimento. Nella mitologia era luccello legato a Zeus, re degli dei: era lanimale che gli por- tava le saette e aveva il merito di aver rapito e condotto in cielo il mortale Ganimede per- ch gli facesse da servitore, Ganimede era glio di del re di Troia, il cui nome Troo diede il nome alla citt. LAquila una piccola e bella costellazione che si staglia sulla Via Lattea: Altair, la sua stella pi luminosa, forma insie- me a Deneb, nella costellazione del Cigno, e a Vega, nella costellazione della Lira, il co- siddetto triangolo estivo. I nomi di queste tre stelle sono di origine araba e signicano nellordine aquila volante, la coda del Ci- gno e avvoltoio che plana. La terza costellazione rappresentata dal Delno che, in un antico zodiaco rafgurato come un pesce pieno di vita che salta fuori dallacqua e piroetta nellaria, per gioco. il simbolo del Figlio di Dio che assume una for- ma e vive nellacqua e nellaria, potendo cos giocare con le forze della natura. Lorigine del- la costellazione si riconduce al mito di Arione re di Mileto, citt dellAsia Minore, che venne salvato da un delno che lo riport sul dorso a riva dopo essere stato gettato in mare. Le sue due stelle maggiori si chiamano Sualocin e Rotanev, nomi che letti al contrario forma- no Nicolaus Venator, cio la versione latiniz- zata del nome Nicol Cacciatore, in seguito direttore dellOsservatorio astronomico di Palermo. Ancora una volta le costellazioni ci indicano le possibilit future, certo che ci vor- r ancora tempo prima che il Delno possa avere per noi un vero signicato personale. Il mito, sempre attraverso gli scritti di A. A. Bailey, ci rimanda al signicato della parola puro, condizione imprescindibile per poter- si calare negli inferi della propria coscienza, parola che signica esseri liberi dalla limita- zione della materia. Ercole, prima di affron- tare il cane Cerbero dovette puricarsi ed impegnarsi in unazione di servizio liberando Prometeo dalla sua sofferenza. Per liniziato il servizio viene sempre prima di ogni altra cosa, basato sempre sulla coscienza di gruppo. Graziano Fornaciari 18 Plutone e Vulcano portano entrambi in mani- festazione allinterno del sistema solare le- nergia di 1 raggio. Vulcano, pianeta sacro, e di cui si dice che sia velato da Mercurio, e Plutone, pianeta non sacro, e che la scienza attuale ha declassato a semplice asteroide, in realt sono i due pianeti pi inuenti e potenti che ora agiscono sui piani esoterici dellanima e dello spirito, e a cui rispondono i discepoli e lUmanit intera intesa come Discepolo mon- diale. LUmanit si sta avvicinando molto rapidamen- te al discepolato, poich sempre pi uomini si approssimano al Sentiero, e quindi inizia a re- agire allinusso del 1 raggio tramite Plutone e Vulcano, i quali con la loro opera provocano effetti sempre pi diretti sul 4 regno. Prima la loro inuenza giungeva solo a livello pla- netario, invece ora lUmanit sta reagendo in modo crescente e veloce agli inussi spirituali permettendo cos a forze sempre pi sottili ed elevate di manifestarsi nel nostro pianeta. Plutone e Vulcano non sono manifesti sul pia- no della personalit, infatti su questo piano non li troviamo in qualit di pianeti reggen- ti di nessun segno zodiacale. La ragione sta nel fatto che il 1 raggio sul piano sico non ancora direttamente manifesto, ma pre- sente solo come sottoraggio del 2 raggio, cio la volont e il potere sono ltrati, ricevuti e ritrasmessi alluomo dallaspetto coscienza. Quindi abbiamo Plutone in Pisces e Vulcano in Taurus, entrambi come reggenti solo sul pia- no animico e monadico. Essi agiscono anche sulla forma e sulla materia, ma operano ad un livello di consapevolezza e di coscienza eleva- to, nel pi profondo S interiore di ogni uomo, il quale spesso non riesce neppure ad essere consapevole del loro inusso, anche se que- sto inusso, comunque, ne motiva lagire. La mitologia li ha sempre rappresentati come Dei di regni sotterranei, posti nelle profondit pi recondite della Terra. Plutone, Dio dellA- de, il regno dei morti, solo due volte sal in supercie: la prima per curarsi una ferita e laltra per rapire Persefone afnch divenisse sua sposa e di conseguenza regina degli infe- ri, ma, anche in queste due sole occasioni, si narra che Plutone indossasse un elmo che lo rendeva invisibile, afnch gli uomini non po- tessero vederlo. Anche Vulcano, Signore del regno minerale, operava nelle pieghe profon- de della Terra, forgiando, nel suo antro oscuro, con i metalli pi duri, armi invincibili con cui gli umani combattevano le loro guerre. La mitologia, per, oltre a raccontarci storie avvincenti, ci racconta anche le prove a cui deve sottostare il discepolo, come guerriero, sul sentiero iniziatico, e di come Plutone e Vulcano, signori del 1 raggio, lo afancano in questo cammino, compiendo la loro opera. Plutone e Vulcano sono connessi a due stelle Astrologia esoterica Curatore: Maria Grazia Barbieri
VULCANO, PLUTONE E IL 1 RAGGIO 19 dellOrsa Maggiore, la quale in stretto rap- porto con la costellazione di Aries: Merak e Dubhe. Qualit come direzione, volere e pro- posito sono tutte connesse al Logos solare, la cui attivit coinvolge le molte vite allinterno della sua manifestazione, ovvero il sistema so- lare. Tutte rispondono al potere del 1 raggio che altro non che energia della volont divi- na manifesta. Allinterno del sistema solare Plutone e Vulca- no esprimono e custodiscono questa energia, portando il discepolo a rispondere al volere spirituale che discende sul pianeta Terra at- traverso una linea diretta di trasmissione di energie i cui punti focali sono: Merak, Dubhe, Aries, Plutone e Vulcano, no a giungere al centro planetario di Shamballa, dove custo- dito il piano che riguarda levoluzione del pia- neta Terra. Vulcano scandisce il martellare del tempo e batte i colpi che danno alla materia la forma voluta. Questo, oggi, vero pi che mai, in- fatti Vulcano prepara la via dellAvatar che sta giungendo, e che al momento giusto apparir manifestando la volont di Dio, la divina volon- t di bene fondata sui giusti rapporti fra i popo- li. Tramite Vulcano, il potere della costellazione del Toro, rafforzato da Shamballa, ci inonder della Luce che custodisce. Le potenti energie soggettive di Taurus presiedono e dirigono la vita spirituale in tutti i suoi accadimenti e mai come ora questo afusso di Luce stato cos potente e magnico. Sotto legida di Shamballa, attualmente in essere un rapporto particolare fra Taurus, Plu- tone e Terra; un triangolo cosmico che con- diziona gli avvenimenti umani e che causa la maggior parte delle crisi attuali. Lenergia del volere, diffusa da Sanat kumara sulla Terra, proviene dallOrsa Maggiore, abbassa la pro- pria frequenza attraversando una stella delle Pleiadi e quindi pervade lintero sistema so- lare, e da qui viene accentrata da Shamballa, centro planetario principale, che rafforza cos il suo gi potente effetto. Plutone, reggente esoterico di Pisces, espri- me il potere della morte: morte del desiderio, della personalit e di tutto ci che trattiene luomo nelloscurit della materia, nelleter- na lotta fra gli opposti, per giungere poi alla liberazione. Infatti Plutone, inteso come sepa- razione e come morte, non distrugge mai la coscienza, ma solo ci che la limita e la impri- giona. Il potere distruttivo del 1 raggio accen- trato in Plutone provoca mutamenti profondi nelloscurit della materia, e porta alla morte, ma la morte data da Plutone non altro che una trasformazione inevitabile e necessaria che, come raccontano le antiche scritture, porta luomo a scendere agli Inferi, ma que- sti non riescono a trattenerlo e allora luomo, dopo lunghe ere, sale dal fondo no alla vetta pi alta, no davanti al cospetto di Dio. Vulcano, reggente esoterico di Taurus, incar- na la volont divina di manifestarsi attraverso la forma. Vulcano governa i popoli nella loro fase di manifestazione dellanima, ne regola le attivit, fornendo gli armamenti quando la guerra diviene lunica forma di liberazione. In questo momento attuale lenergia di Vulcano si fa sentire potentemente, e questo spiega i conitti che esplodono fra gli uomini di volon- t egoistica e avida di potere e di comando e quelli di buona volont che cercano di realizza- re il bene comune e la fratellanza dei popoli. Vulcano, velato dalla Luna, reggitore esoterico di Virgo, mette in rapporto Virgo con Taurus, e pone laccento su un aspetto importante della volont: la sopportazione, qualit necessaria per potere attraversare tutte le esperienze 20 nelloscurit della personalit, vista qui come matrice, come Madre generante, che un Figlio di Dio deve affrontare prima del ritorno al Pa- dre. Quindi luomo deve sviluppare resisten- za, capacit di sopportazione e costanza nel- lo sforzo, qualit stimolate da Vulcano e che sono attributi del 1 raggio, anche se contra- stanti con le qualit di solito poste in evidenza quando si parla del 1 raggio, come la morte e la distruzione. Vulcano anche il pianeta delli- solamento e della solitudine, fasi che luomo deve vivere per potere comprendere il volere divino e riuscire a piegare la volont del s in- feriore alla volont del s superiore. Solo cos Vulcano, insieme a Plutone, porta luomo a toccare il fondo pi buio, ad annientare il pro- prio volere e a divenire semplice strumento della volont di Dio; solo cos luomo pu sa- lire verso la luce e divenire spirito in manife- stazione. Questo processo alchemico di trasformazio- ne, operato da Plutone e da Vulcano, compor- ta uno stato sconvolgente e doloroso, con for- ze potenti che inuenzano il discepolo in base alla capacit di reazione agli inussi emanati. Infatti la rispondenza al loro potere dipende dal grado dellapparato reagente, poich proprio la sensibilit, la qualit che distingue il discepolo dalluomo comune. Luomo, dive- nuto discepolo, in grado di dare una risposta cosciente e partecipa attivamente al processo di trasmissione delle energie cosmiche attra- verso questa precisa sequenza: trasmissione ricezione, assorbimento, relazione e attivit, attraverso la duplice modalit di invocazione ed evocazione. Descrivere le qualit del 1 raggio e dei pia- neti che lo portano in manifestazione signica parlare del piano, del proposito e della volont divini, signica cercare di comprendere lo spi- rito, andando oltre lanima. Signica tentare di avvicinarci alla vita del padre, che, spinta dalla volont della Monade, esprime la realizzazione dello Spirito nella materia. Il 1 raggio il rag- gio del Distruttore, poich la morte distrugge la morte, poich essa in realt non esiste, solo parte di quella grande Illusione in cui luo- mo immerso e in cui rester immerso no a che non riuscir a guardare la vita con gli occhi del cuore. Solo allora luomo, con il governo di Vulcano e di Plutone, sar vera espressione dellenergia di 1 raggio, della volont che ini- zia tutte le cose. Maria Grazia Barbieri 21 Il giardino appare, Fiori e alberi vivono in ordinata bellezza. Ovunque si odono ronzare api e insetti in rapido volo. Laria carica di profumi. I colori contrastano vivaci con lazzurro del cielo... Il vento di Dio, il Suo alito divino, spazza il giardino... I ori reclinano. Curvi, gli alberi sono devastati dal vento. Poi su tanta bellezza devastata, piove. Il cielo nero. Tutto rovina. Poi, la morte... Ecco poi un altro giardino! Ma il tempo sembra remoto. Chiamate un giardiniere. Lanima, il giardiniere, risponde. Chiamate la pioggia, il vento, il sole che arde. Chiamate il giardiniere. Poi lavorate. La distruzione cede sempre alla bellezza. La rovina precede il reale. Giardino e giardiniere si devono svegliare. Il lavoro prosegue. (Trattato dei sette raggi - volume secondo) Nel precedente articolo ho accennato al signi- cato della danza sotto punti di vista archeti- pici e universali, umani e scientici. In questo articolo invece vorrei andare sullo specico di alcune dimostrazioni intelligenti della natura, che esprimono la danza per fare fronte alla propria vita, al proprio modo di stare nel mon- do, in perfetta sincronia con le leggi che lo regolano, comunicando gli aspetti di bellez- za veramente esemplari che per ogni essere umano possono essere paragonati al perse- guire la legge del dharma, ovvero vivere al proprio posto con gioia e bellezza, mettendo a disposizione la propria energia per contribu- ire alla realizzazione della vita. Come accenna Massimo Rodol sul dharma: Per il Sag- gio, il Dharma ineccepibile. La Legge della Vita, in Cielo come in Terra, non ha bisogno dellapprovazione di nessuno, n offuscata dal desiderio delle masse, semplicemente , per sua spinta interiore. Quanto lontana la mente umana da questa ineluttabile sempli- cit. (www.yogavitaesalute.it - la legione di fuoco). Ed nella semplicit che su questo pianeta vive la natura incontaminata, lontana dalla consapevolezza di esistere, baluardo delles- sere umano che volge lo sguardo al divino, ma splendida nella sua semplicit e aderen- te alle regole della vita che mai viene messa in discussione, ma vissuta cos com. Vor- rei parlare per esempio della vita delle api, di quel piccolo insetto di colore giallo e nero che conosciuto per il frutto del proprio me- ticoloso lavoro: il miele. Il lavoro che, come dice un proverbio, nobilita luomo e lo rende migliore, per le api il solo motivo della loro breve vita, una missione che viene espres- sa instancabilmente no alla morte. E le api lavorano danzando; famosi etologi hanno ri- conosciuto che in quella danza esprimono il geometria sacra Curatore: Enrica Battaglia LA DANZA... LUNGO IL SENTIERO DELLE API 22 loro modo per comunicare informazioni utili a sostenere un progetto vitale: indicare alle so- relline la direzione da seguire per raggiungere i prati oriti o i ruscelli, dove trovare polline e acqua, che consentiranno alla comunit di poter vivere continuando a produrre il miele e la pappa reale. Soltanto le api appena nate e lape regina si nutrono di questa primizia. Gerarchia, ordine e adesione al progetto di sussistenza, sono i comandamenti che le api, ognuna nel proprio ruolo, rispettano, perch il sistema possa generare altra vita. I voli a forma di otto e gli ondeggi eseguiti scodin- zolando, servono a comunicare, alle proprie colleghe bottinatrici, dove si trova la fonte di nettare che hanno appena raccolto e traspor- tato no allalveare, e che verr trasformato in miele, cos che la colonia possa attingere a quella fonte di sussistenza indicata. Nellal- veare vi sono anche le api operaie, ognuna specializzata nel proprio compito. Le pulitrici, che si occupano di mantenere pu- lito tutto lalveare; le nutrici, che attraverso delle ghiandole ipofaringee producono pappa reale; le produttrici della cera, che costruisco- no le arnie; le immagazzinatrici, che ricevono il polline raccolto e lo collocano nei favi; le api guardiane, che sorvegliano la porticina din- gresso dellalveare afnch non entrino api di altri alveari; le ventilatrici, che sbattendo le ali generano una corrente daria per deidratare il nettare e mantenere stabile la temperatura allinterno dellalveare. Un vero e proprio ingranaggio sociale che funziona alla perfezione. Per i primi ventuno giorni di vita, queste api non escono dallalveare e contribuiscono alle mansioni appena accennate; passato questo periodo, qualcuna di loro esce e si specializza come bottinatrice in quattro modi differenti: raccoglitrice di nettare, raccoglitrice di polli- ne, raccoglitrice di propoli oppure raccogli- trice di acqua. Non cos per tutte le api, qualcuna di loro diventa bottinatrice da subito senza passare da altre mansioni. Le api han- no una vista molto sviluppata che consente loro di avvistare la fonte del raccolto. Nelle zampine posteriori hanno una modica chia- mata corbcola, come un cestello che serve loro per trasportare il polline e la propoli, op- pure lacqua. Non c nulla di pi sacro che utilizzare il pro- prio tempo per costruire qualcosa di comu- ne, non c nulla di pi perfetto dellordine in cui questo lavoro si compie; numeri e gu- re geometriche hanno accompagnato anco- ra una volta lo svolgersi di un pezzettino di vita su questo pianeta, rievocatore di antiche perfezioni che lo inseriscono in un universo pi grande. Per nire vorrei accennare anche allaspetto sacro-simbolico che lape ha avuto per la sua operosit nelle tradizioni religiose della storia. Nellantico Egitto lape era con- siderata sacra al punto di poter ridare vita al defunto che lavesse accolta dentro di s; inoltre al frutto del suo lavoro attribuito un grande valore esoterico, a causa del miele che serviva alla preparazione dellambrosia, bevanda sacra presso i Celti, i Germani e i Greci. emblema delleterna rinascita, per la sua sparizione nei mesi invernali e il suo ritor- no in primavera. Per nire, la capacit della- pe di trasformare il polline in miele viene ac- costata al lento e meticoloso lavoro iniziatico che conduce luomo lungo il sentiero che lo porter a congiungersi con il suo s spirituale, attraverso la trasformazione del karma, che ha in s i semi del perfezionamento, e che, una volta puricato, diverr nettare divino. Enrica Battaglia 23 Le favole non dicono ai bambini che i draghi esistono. Perch i bambini lo sanno gi. Le favole dicono ai bambini che i draghi possono essere scontti. Gilbert Keith Chesterton, Enormi sciocchezze, 1909 Succede, a volte, durante linfanzia, che ci sia un evento drammatico a farci perdere il contatto con il mondo della fantasia. A me successo, e da allora ho perso una qualit di ducia e di leggerezza che sentivo riscal- darmi il cuore. Ora, a quarantanni, ritrovo quel contatto sot- tile con la fantasia attraverso la mia mente; il mio mondo interiore riprende forma e, nal- mente, lo lascio vivere. Si matura tornando bambini, abbattendo i muri eretti nella solitu- dine e nella chiusura, almeno, questa la mia storia. Non vuole essere questo un momento nel quale fare outing, ma il raccontare qualcosa di noi un modo per arrivare dritto al cuore di chi legge (almeno cos stato per me...) e va nella direzione, alquanto banale, della pura immedesimazione o empatia. Poche settimane fa, ho letto il libro di Belle e Sebastien, dolcissimo cartone animato dei primi anni 80, e ci ho ritrovato la mia vita dentro: la mia solitudine, la mia chiusura, ma anche il coraggio di ribaltare pregiudizi, di smascherare il falso e rimanere aderenti alle scelte fatte. Sebastien un bimbo qualunque, che at- traverso la sua forza e il suo coraggio riesce ad essere di esempio a molti protagonisti del- la storia. Viviamo in un periodo storico in cui non c pi spazio per la sensibilit. Sei emotivo? C una pillolina giusta per te. Ti senti solo e non parli? Sei sicuramente da psichiatra. Sono da psichiatria tutti coloro che si aggirano a istruire le persone su come capire cosa vuole laltro, sul: conquista il tuo datore di la- voro con il linguaggio del corpo. Ma basta! Non voglio questa umanit riprogrammata, controllata e autocurata (ma sar vero?). Tutti questi fenomeni, Guru occidentalizzati, han- no soltanto la sindrome del patacca. Se penso al mio passato, ai miei ideali, non posso non pensare a quanto un rugbista, rude e sporco, non sia pi nobile e umano di questi manager che si aggirano come vampiri a raccontare una qualche americanata ai pri- mi sprovveduti che incontrano, e a succhiar- gli un sacco di soldi (fosse solo quello...). Viviamo per sembrare, per attirare, e niamo per non commuoverci pi. Questo mondo multimediale ci fa dimenticare il calore di un abbraccio, di una presenza, e ci allontana dai nostri veri bisogni. Questo mondo alieno ci Fitoterapia energetica Curatore: Donatella Donati AL DI L DELLE FAVOLE 24 vuole far credere che siamo belli tutti ugua- li, magri come la morte che cammina, e che puoi essere felice solo con il tuo smartphone. Belle e Sebastien (tornando al cartone ani- mato) con pazienza si osservano, si toccano, sbagliano, ma reinvestono sempre nella loro amicizia. Dobbiamo riprenderci la possibilit di aver ducia in un amico, nella vita che scal- da le vene. Ci stanno gasando veramente come topi da laboratorio, inoculando la tristezza e la soli- tudine come standard delle nostre vite. Ri- versano sulle nostre teste le pi disparate sostanze tossiche per alterare ogni cosa che abbia vita, calore e dolcezza. Ci raffreddano i sensi con ci che non organico, ci operano occultamente sostituendo i meccanismi ce- rebrali, ci sospendono la coscienza facendo saltare i nostri circuiti nervosi, sostituiscono gli elementi atti alla vita dei nostri organismi; ad esempio, il bario contenuto nelle scie chi- miche si sostituisce al calcio, in quanto ap- partiene allo stesso gruppo del sistema perio- dico, ed agisce sulla percentuale di potassio presente nel corpo, alterando la facolt delle cellule di selezionare le sostanze che entrano ed escono e quindi lequilibrio extra ed intra- cellulare. Per non parlare delle attivit siche, che la presenza di questi elementi riversa sul corpo. Molti di questi elementi hanno unalta elet- tronegativit (vedi alluminio, silicio e manga- nese), e spesso propriet piezoelettriche (il quarzo, composto tra laltro da silicio). Qui si aprirebbe un mondo sulle onde sonore e su come ci vogliono far diventare, anche, dei ri- cetrasmettitori. La lotta impari. Siamo gi alterati e forse siamo solo in una fase di resistenza. I no- stri corpi devono essere coerenti, uniti e so- stenuti da qualit (o materia) coesa, cos che chi ci vuole utilizzare come cavie sia respinto nello spazio innito. In sica, nello specico in elettrologia, si par- la di resistivit, come qualit intrinseca di un materiale ad opporre resistenza al passaggio di cariche elettriche. Chiss, magari un giorno si esprimer una tale qualit verso chi cerca di invadere, alterare e modicare irreversibil- mente i nostri corpi. Credo che riusciremo ad essere tanto saldi e distaccati da creare un nuovo modo di scrive- re la scienza. Sogno quel momento, unera in cui le leggi siche saranno misurate in aper- tura di cuore, e niente e nessuno potr per- turbare uno stato perfetto di equilibrio, dove la durezza si tramuta in forza e la sensibilit tanto da curare ora in grande capacit di visione Gli eroi dei bimbi non saranno pi gli alieni e i demoni, ma torneranno i vecchi cartoni, tra cui Belle e Sebastien, e i draghi, grazie anche alla resistivit, saranno gi scontti. Donatella Donati 25 Per la serie il Tantra a casa vostra, iniziamo una serie di articoli su questo tema, cose semplici, puntando sempre allutilit e alla consapevolezza e, per chi ne ha voglia, con la possibilit di mettere in pratica piacevoli esercizi a due. Dopo Comunicazione e Incontro, ecco che la naturale sciarada, con-seguimento o segui- to che dir si voglia, ci porta a considerare lab- braccio. Da quale punto? Non certo labbrac- cio di consuetudine o doveroso, come quello al parente sgradito o con la varicella, si fa per dire, bens sentito, e ancora prima desiderato, quindi partecipato. Nellambito dellalgida personalit che tutto controlla, i modi per ergere barriere possono essere svariati; sappiamo infatti che la mente alquanto abile nella sottile arte del raccon- tarsela, e anche lintenzione di riconoscere e dare ducia allaltro, come considerato nellar- ticolo precedente, pu restare un po isolata, se ristretta a pura e semplice affermazione mentale. Dobbiamo toccare con mano e non una metafora e attraversare lastrale, vivendone le emozioni, se vogliamo arrivare al piano sico. Se non diamo un colpo di te- lefono allAnima per probabile che cada la linea della possibile comunicazione, ma su questo poi ritorniamo. La vita ritmo; il rischio perdersi nella quo- tidiana frenesia che la vita spesso impone, le mille necessit, le mille difcolt, i mille au- tomatismi, che ti fanno dare tutto per scon- tato. Ma non c niente di meno scontato di una relazione e anche labbraccio non viene sempre spontaneo, a volte bisogna quasi imporselo per andare oltre. come sempre una questione di forze interrompi un ritmo disarmonico per riallinearti a un usso pi ar- monico: Patanjali docet. in questottica che labbraccio ci consente di affermare la relazio- ne. S, perch labbraccio avvolge, o meglio, pu avvolgere, non come un nastro adesivo, isolante come quello dellelettricista e quindi soffocante, ma come gesto di unione, sem- plice ma tuttaltro che banale, atto a favorire il permeare della vita attraverso uno scambio reciproco nel darsi luno allaltro. E ci consen- te di ribadire con un gesto un ruolo, quello delluomo e della donna che si fondono in- sieme, un ruolo interattivo di manifestazione intrinseco ed estrinseco. Un gesto che si richiama a una forma: pen- siamo al simbolo del Tao, sintesi archetipica della creazione. Allinterno del cerchio, totali- t del cosmo, perfezione appunto, lo Yin e lo Yang coesistono luno a contatto con laltro, e allinterno di ognuno, lelemento, sempre sferico, della controparte. Due gocce dacqua irresistibilmente attratte luna dallaltra anche perch in ognuna c una parte dellaltra. Un equilibrio quali-quantitativo perfetto e al con- La Coppia sul Sentiero Curatore: Giorgio Ricci Garotti e Monica Giovannini LABBRACCIO 26 tempo dinamico: scambio e compenetrazio- ne, in cui la simbiosi generata dalla fusione estremamente creativa e di grande potenza. La ruota gira; il maschile ed il femminile si in- tersecano, si intrecciano, si mischiano conti- nuamente, e, tornando al nostro contesto di coppia, come in ogni relazione amorosa per- fettamente imperfetta, a questo gioco evolu- tivo in divenire si partecipa insieme. Questo processo sviluppa unione, che poi la vita stessa, cio Amore, o meglio, spinta ad una progressiva manifestazione creativa di Amo- re, che tutto avvolge, che tutto abbraccia. Unopportunit, dunque perch nch ognuno resta al suo posto, assiso sul suo trono di pietra, ci si confronta poco e ci si in- contra meno. Muovere verso laltro, volerlo incontrare, volerlo sentire nella sua interezza, a partire dalla sua sicit, attizza il desiderio di compenetrazione e di completamento re- ciproco. Bisogna volerlo. Come ogni gesto damore vero, pu costare fatica, perch partiamo sempre da ci che realmente siamo e, per creare unione ed esserne partecipi, dobbiamo smembrare in noi ci che divide, riconoscerlo e sentirlo, prima di reintegrarlo come com- pete, e non teoria. Imparare ad amare non un processo indolore, non lo mai stato, perch come fai a sciogliere le catene della sofferenza che iniggi a te stesso e agli altri, se non la vedi, se non la senti, se non la vivi? Laltro l che te lo sta mostrando, quanto sei distante da tutto questo: avvicinati, abbraccia- lo, e abbraccia te stesso. E cos, io donna percepisco questo mio cede- re nelle braccia dellaltro... e mi abbandono, so che posso offrire riparo e calore e una for- za dolce mi attraversa, una forza che non pre- varica perch sa tacere e ascoltare; un darsi senza riserve, che non sente e non vede limiti nellaltro, e allora tutto cade, le piccole e gran- di recriminazioni cadono, dettagli insignican- ti che si perdono nella potenza dellunione. Ed io uomo, nella misura in cui riesco a la- sciarmi andare, mente, emozioni e corpo, ve- ramente attraverso labbraccio entro nellal- tro, che pu accogliermi e, in quella pace, sento una forza uire, unenergia che riscalda le parti fredde, una vitalit che sostiene en- trambi. Emerge unarmonia nuova che acco- muna, sottile ma pervasiva, a lambire tutta la coscienza, a sancire che non c mai ragione per imporre e prevaricare, pretendere e giu- dicare. Siamo ci che percepiamo e capirlo mol- to importante scrive Massimo Rodol ne La Psicologia dello Yoga. Luso della percezione si rivela quindi uno strumento guida straordi- nario poich ci consente in ogni momento, in una incessante dinamizzazione, di vedere dove la nostra coscienza polarizzata; da l ci possiamo muovere come su un elastico, da un lato limite, e dallaltro possibilit de- terminando lesito della capacit di reazione e intervento nella vita. Il desiderio di vivere il bello, il buono, il vero trova nellabbraccio consapevole unadeguata risposta e altrettan- ta ispirazione, fornendo elementi utili al risa- namento, che possiamo tradurre, per come il processo viene descritto in queste poche righe con semplicit, in espansione ed ele- vazione. Elevazione verso lAnima natural- mente, a prescindere, sempre e comunque, perch la Vita passa da l. E allora bello per- cepirlo, sentirlo, viverlo, coltivarlo, ribadirlo insieme, anche abbracciandosi spesso, e pure volentieri. Giorgio Ricci Garotti e Monica Giovannini 27 Per comprendere il signicato di educare ci rifacciamo al suo etimo che deriva dal verbo latino educere, ossia tirare fuori. Dobbiamo partire da qui se vogliamo descrivere il con- cetto della nuova educazione, dove, realiz- zando lazione del tirare fuori ci che sta den- tro, impareremo a conoscerci e ad unire tutte le parti di cui siamo dotati o meglio composti, ma se afneremo il nostro sentire verso il piano dellanima (che vede e percepisce tut- to unito) potremo renderci conto che questo non viene ancora agito completamente. La nostra scuola si basa su dei metodi ancora incompleti, educando attraverso relazioni di potere ed esercitando lobbedienza a coman- do del tipo: stai zitto, stai attento, non devi fare cos, e qui mi fermo anche se le- lenco potrebbe andare avanti, mostrando ra- ramente la capacit di mostrarsi coerenti con ci che si afferma e di sostenere le parole con lesempio. Se vogliamo che i bambini siano tranquilli dovremo assumere una posizione coerente, raggiungibile solo se esprimeremo un atteg- giamento di unione allinterno delle strutture di cui siamo formati, come la capacit di rap- portarci sul piano sico, emotivo e mentale; in questo modo si creer unonda unicante dei cuori che porter a compimento il nostro progetto creativo in maniera armonica, favo- rendo la condivisione di questo stato di co- scienza che appartiene a tutti gli esseri umani che lo agiscono. Ancora meglio lo possiamo descrivere come un processo che appartiene al patrimonio dellumanit, al quale ogni esse- re umano pu accedere nel momento in cui comincer a varcare la soglia della porta che ci apre al signicato delle parole appartenen- za e unit, che ci condurranno alla possibilit di vivere il benessere. I limiti attuali non consentono ancora la rea- lizzazione di questi aspetti, e no a quando diremo: no cos oppure no assolutamente no, non aderiremo pienamente al progetto della conoscenza di noi stessi, ma esprimere- mo lidenticazione col nostro ego bambino, nutrito dal bisogno di visibilit da parte degli altri. Stare bene un lungo processo che sfo- cer nella realizzazione della consapevolezza e di conseguenza nella capacit creativa, ed iniziandolo a fare nei nostri confronti sar ine- vitabile che questo tipo di atteggiamento tro- vi corrispondenza con tutto ci che esterno a noi. In questo modo potremo vedere ledu- cazione come la possibilit di prepararci alla vita, al riconoscere le strutture vitali entrando in relazione armonica con il dentro e fuori di noi. Riportando il tutto a ci che stiamo vivendo, possiamo affermare di essere cellule di una struttura pi grande, cellule che sono malate e disarmoniche in quanto il nostro sistema Educare per la consapevolezza Curatore: Anna Grazia Fiorani EDUCAZIONE: UNIONE CHE COLLEGA GLI ASPETTI DELLESSERE UMANO 28 immunitario non in grado di affrontare sti- moli nuovi percepibili nella relazione intorno a noi. In mancanza di questo ci muoviamo senza la consapevolezza del senso di unione che ci porterebbe a conoscerci e a conosce- re pienamente la vita. Ci sentiamo invece in uno stato di malessere al quale rimaniamo attaccati, chiudendoci ad ogni possibilit di relazione chinando il capo e ripiegando su noi stessi. A questo punto diviene pi chiaro ci che ho scritto precedentemente, infatti non saremo mai capaci di realizzare unione se continue- remo a fare, tra laltro in maniera automati- ca, ci che ci pare, perch non siamo nella condizione di sperimentarci e di conseguenza scoprirci insieme agli altri, ma attratti sempre da noi stessi e dal nostro bisogno di attenzio- ne. Ne consegue, come adulto e insegnante, la grande importanza della percezione, che in mancanza di coerenza mi porter a tentare di piegare la vita sentendomi in disarmonia e quindi non compresa. Se invece la percezio- ne coerente diviene verticale e mi metter in relazione con il senso di unit, no a sentir- mi felice di felicit nel trovarmi a vivere nuove relazioni che mi metteranno a contatto con nuove conoscenze. Faccio a questo punto un esempio. Ogni volta che inizio a lavorare con una classe di bambini mia premura spiegare il signicato dellunione che consiste nellimparare a stare insieme, imparando gli uni dagli altri Che i bambini non siano abituati a recepire queste mie parole lo so e lo vedo, ma voglio citare un episodio che mi ha particolarmente colpito, in seguito ad una mia affermazione nella quale dicevo che potevo imparare anche da loro. Un bambino ha reagito in maniera ferma ma nello stesso tempo dolce dicendomi: <<Anna Grazia, io non ci credo che tu impari da noi, non possibile spiegami cosa puoi impa- rare? E come fai?>>. Stavo per rispondere ma una bambina meravigliosamente lentiggi- nosa mi ha preceduta dicendo: <<Certo che impara, metti che la maestra non brava in disegno mentre tu s, lei impara da te come si disegna, disegnando insieme a te>>. Meravi- glia delle meraviglie, chi meglio di un bimbo ti pu spiegare la vita? Ricordo di avere det- to con non poco entusiasmo: <<S proprio cos, grazie>>. Che bello sentire laria acquie- tarsi e poter partire insieme per una nuova avventura che ci conduca alla conoscenza della vita e quindi di noi stessi. Non posso certo spiegare loro i concetti della materia educativa, ma evocare in loro ci che naturalmente conoscono come il bello, il buo- no ed il vero mi sembra che corrisponda al si- gnicato della nuova era educativa, in quanto il bambino continuamente in contatto con la sua armonia interiore che deriva dal contatto del suo piano animico. Queste esperienze mi fanno riettere sullancora obsoleto mondo educativo da cui siamo inuenzati, rapporti per la maggioranza passivi dove non an- cora possibile avere relazioni verticali che ci inducano alla trasformazione e alla conoscen- za della materia attraverso il riconoscimento dellanima. Solo riconoscendo la frequenza e lesistenza di questo mondo possiamo evolvere le no- stre coscienze nel moto unitario inuenzando anche la materia di cui siamo composti. Que- sto rafforza ancor pi limportanza di cono- scere se stessi, prendendo contatto con ci che siamo in essenza, attraverso gli aspetti che manifestano le nostre azioni. Anna Grazia Fiorani 29 Fin dallinizio del secolo scorso il bilinguismo stato circondato da preconcetti e scarsa in- formazione. A distanza di quasi un secolo, permangono ancora alcuni pregiudizi circa la possibilit che lesposizione a pi lingue possa esercitare effetti negativi sullo sviluppo cogni- tivo del bambino o problemi di ragionamento causati da una confusione tra le due lingue. I risultati di numerose ricerche stanno contri- buendo a sfatare questi pregiudizi negativi, riscontrando una relazione tra bilinguismo e minore o ritardata incidenza di demenza seni- le. Gli studi dimostrano che gi alla nascita i bambini esposti a pi di una lingua sembrano in grado di differenziare e apprendere grazie alla plasticit del cervello. Limmersione in una o pi lingue straniere dovrebbe avvenire in et precoce, durante lasilo nido o la scuola dinfan- zia. Uneducazione pi tardiva, dopo i sette-otto anni, apporterebbe risultati pi scadenti. Alcu- ni studi scientici stanno cercando di spiegare come si formi, si mantenga,si valuti e si riabiliti una competenza plurilingue. Si parla, allora, di bilinguismo compatto quando un individuo ha appreso le lingue contemporaneamente pri- ma dei sei anni. Nel bilinguismo subordinato, invece, una delle lingue rimane quella di base e funge da intermediaria alle altre. In Europa circa il 56% della popolazione usa almeno due lingue nella vita quotidiana. Il numero delle lin- gue utilizzate in numerosi paesi in costante aumento a causa dei massicci fenomeni mi- gratori. Dunque la migrazione crea bilinguismo. Contrariamente a quanto si possa pensare in un primo momento, per, se si lasciano andare le cose senza intervenire, il contatto linguisti- co di solito non innesca la conoscenza perfetta delle due lingue bens la perdita graduale della prima a favore della nuova. Questo si verica maggiormente quando la lingua dorigine non viene considerata una preziosa risorsa ecolo- gica, apportatrice di retroterra culturali diversi da conoscere ed apprezzare al ne di favorire lo sviluppo armonioso di tutta la collettivit. Le difcolt nellapprendimento del bilinguismo, in questo caso, sono indicatori di un disagio pi profondo come quello determinato dallin- stabilit familiare socio-economica, che induce i genitori alla rinuncia della trasmissione della lingua madre e della cultura natia ai propri gli. Questo riguarda soprattutto quei nuclei familia- ri in cui lemigrazione avvenuta in condizioni di violenza sociale o per ragioni economiche. Anche il modo di vedere i migranti e i giudizi che vengono dati nei loro confronti svolgono un ruolo nella non trasmissione. In un paese dove si teme la discriminazione e che attribuisce allimmigrato una appartenenza squalicante e discriminante, non bisogna essere visibili ma necessario liberarsi dal marchio di straniero. La difcolt di un bambino, glio di migranti, nellapprendimento del linguaggio, mi ha per- La Comunicazione Umana Curatore: Anna Maria Fabene QUEL BAMBINO INVISIBILE 30 messo di scoprire una nuova realt sociale che richiede particolare attenzione e preparazione anche da parte del sistema sanitario oltre che scolastico nel quale mi trovo ad operare. In genere, non mi accorgo subito che la rela- zione con una nuova famiglia ed il loro glio ha gi nella profondit del mio essere i prodromi per quellincontro. Solo dopo, gradualmente, nellapprofondire la loro conoscenza per cerca- re di trovare il canale pi consono alla risoluzio- ne del problema del loro bambino, la risonanza interiore inizia a farsi sentire. Immagini del pas- sato aforano apportando emozioni, pensieri e atmosfere simili. Alla supponenza iniziale, determinata dallidenticazione col ruolo pro- fessionale, inizia a subentrare la comprensio- ne e con essa il desiderio di conoscere mag- giormente quei mondi da cui quelle persone provengono. Mi sento spinta ad andare oltre i limiti angusti del mio guscio. Andando verso il nuovo legame riconosco il vecchio che unisce. Credendo di dare, puntualmente mi accorgo di ricevere molto di pi. I genitori sono peruviani e si sono trasferiti in Italia qualche anno fa. Il bambino nato qui ma non ha imparato a parlare n lo spagnolo, lin- gua madre, n litaliano. Dopo liniziale fase di lallazione,le prime parole sono comparse verso lanno. Il linguaggio poi si arrestato. La madre lo ha allattato al seno no a tre anni e mezzo. Lei ha un lavoro pi stabile mentre quello del marito precario. Il bambino trascorre pi tem- po col padre e come lui timido, la loro voce sommessa. Vivono in un piccolo appartamen- to. Per far fronte alle spese la donna si sottopo- ne a turni stressanti di lavoro. Gira in motorino da una parte allaltra della citt. Parte la mattina presto e torna tardi. La preoccupazione di non riuscire a pagare le bollette la rende tesa, ner- vosa. diventata autoritaria e insensibile, sgri- da il glio e non sopporta pi il marito. Non ce la fa pi a sostenere quellansia. A volte lasma le blocca il respiro e deve correre in ospeda- le per riaprire i polmoni e far passare laria. Il lavoro non sicuro neppure per lei, in questo momento. Quello del marito lo costringe a umi- li servizi di accudimento delle persone anziane. Solo questo si trova sul mercato, e lui non sa adattarsi a quegli odori sgradevoli mentre si prende cura di quei vecchi. Il bambino sembra vivere come sospeso nel tempo e nello spa- zio. Inizialmente si esprimeva con neologismi, una sorta di idioma che neppure i genitori com- prendevano. Per esprimere le proprie esigenze utilizzava i gesti. Aveva difcolt a separarsi dai genitori quando lo accompagnavano insie- me a scuola. Si comportava come un bambino molto pi piccolo e come tale lo trattavano il padre e la madre. Aveva sempre un dinosauro con s, era il suo gioco preferito, ma in realt oltre che con quello non sapeva giocare con niente. La scoperta del gioco cresciuta col tempo e con le nuove possibilit che gli sono state proposte. Alla scuola materna un bam- bino invisibile. Difcile individuarlo perch se ne sta a giocare da una parte prediligendo un compagno pi piccolo. In fondo non d noia a nessuno e non chiede niente. Neppure i geni- tori, che lo lasciano l frettolosamente al mat- tino presto, chiedono alle insegnanti cosa fa, come va. Questo rende il loro glio ancora pi trasparente, senza spessore, senza unidentit. Le insegnanti sono molto irritate dal compor- tamento dei familiari Ma insomma,come si permettono di ignorarle, di non rivolgere loro mai una domanda sul loro operato? Non si ren- dono conto, le maestre, che anche i genitori di quel bambino dai capelli corvini e lucenti sono trasparenti, senza identit. Quella lhanno per- sa quando, costretti dalla povert, hanno dovu- 31 to allontanarsi dalla loro terra, dalle loro usan- ze, dai loro cari. Certo qui, seppure con lavori saltuari, guadagnano sicuramente di pi. Sono certi che restando in Italia potranno garantire al loro bambino un futuro migliore, un benessere altrimenti negato se tornassero nel loro pae- se. Erano preoccupati perch lui non riusciva a parlare, ma adesso che ha iniziato a farlo il bisogno di riabbracciare i propri cari divenuto pressante per la madre. Tra poco partiranno lei ed il glio, staranno via qualche mese, il padre rester qui a lavorare. Il bambino dai capelli cor- vini e lucenti, dagli occhi tristi e dalla voce som- messa vedr per la prima volta i luoghi che il padre e la madre conservano con nostalgia nei loro cuori. Riuscir nalmente a dare identit e dignit a quella lingua che lo ha cullato men- tre era nel grembo materno. Che la nostalgia e la tristezza svaniscano dal cuore di tua madre, che possa ritrovare se stessa donandoti cos la forza di vivere con gioia la tua esistenza. Anna Maria Fabene 32 Il Natale, le feste, i regali, i parenti... i pranzi in- niti con portate luculliane in quantit da saziare eserciti affamati anche se si solamente in... 5! Poi per anche tanta allegria, soprattutto tra i piccini, dove lattesa di Babbo Natale, che por- ta i regali preventivamente ordinati, conserva sempre quel suo alone magico. Si sa, storia questa, non si pu sfuggire alla buona tradizione, soprattutto in certe famiglie dove rappresenta un sacrosanto momento di relazione parentale. Eppure molti temono le feste, gi settimane pri- ma del loro affacciarsi. C quello che io vorrei chiamare lesercito dei delusi, cio di tutti coloro che si trovano a vivere una vita e oggi sono molti davvero distan- te da come se lerano pregurata anche solo qualche anno fa; chiaro che qui meriterebbe spazio qualche precisazione sulle grandi illusio- ni che stanno dietro i nostri sogni di successo in ambito sentimentale, professionale e di rela- zione, spesso non accompagnati dalla fatica e dal sacricio necessari al raggiungimento degli stessi, ma non questo il momento. Ammetto di comprendere bene il poco piacere provato nel trovarsi a dover condividere la ta- vola per pi giorni con il mitico prozio Giovanni, che ha la fama di sapere tutto in ogni settore dello scibile umano, usando un forbito e stra- tegico linguaggio di 20-30 vocaboli al massimo, e che, ogni volta che cerchi di aprire bocca per dire la tua, ti interrompe per raccontare la sua. O come ignorare la cugina Angelica, che non fa altro che parlare di gossip al femminile, e tu sei una donna s, ma... non te ne frega niente del irt della vip del momento, e anzi fai la - gura dellasociale, che sta sempre zitta e non partecipa. Mi passano dinanzi i ricordi della mia infanzia, quando le feste a casa mia erano il momento del vestitino nuovo, fatto con tanto amore da mia madre. Creava con le sue mani delle vere e proprie opere darte avevano solo un piccolo difetto ai miei occhi: usava lo stesso stampo per me e mia sorella... lascio immaginare il ri- sultato... belli, bellissimi, ma... non riuscivo a togliere quel ma, anche perch il doppione ce lavevo proprio di anco al letto, ah ah ah! Interessante lezione di vita... Ora mi scappa una gran risata al pensiero di come fosse stridulo andare in giro con un vestitino gemello in ver- sione mignon. Sono shock infantili terribili, eh? Dai, che ridereeee! Per fortuna i problemi di quellet erano ade- guati alla coscienza di una bambina, non come oggi, dove generazioni di pargoli hanno sulle spalle le tragedie emotive e mentali dei loro ge- nitori! Lasciamo perdere, va! Un po mi dispiace che si sia perso questo negli anni, mica il vestito nuovo per Natale, ma quel chiaro e limpido prepararsi ad una festivit che tuttaltro che banale e noiosa! Perch questo Psicologia sociale e del lavoro Curatore: Diana Ferrazin DAI! GIOCHIAMO UN PO INSIEME (prima parte) 33 si respirava allora nellaria prenatalizia. Le feste per fortuna continuano a festeggiare il nostro bisogno di relazione, di comunione, di condivisione, anche se sono strumentalizzate da un mercato che vive in supercie; festeggia- no il miracolo della nascita, la nostra capacit creativa per eccellenza, che gioiosa, non triste e malinconica, perdinci! Il fatto che in queste giornate sei costretto a sentire maggiormente quel fatidico vuoto (come lo deniscono i media di questi giorni), che nel tran tran quotidiano riesci abilmente a velare dietro una vita frenetica, a volte per for- tuna anche piena di quel sano fare, medicina di tanti mali; allora, dopo quel picco altissssimo di entusiasmo che ti concedi per il momento dello scarto dei regali, inizia la discesa... e tu ti ritrovi a scivolare pian piano con la pancia piena, quasi senza rendertene conto, in un clima emo- tivo pregno di una sottile malinconia, ma direi anche di noia claustrofobica, che ti porta irrime- diabilmente a trascinarti pesantemente no al momento del ritorno a casa. Sembra quasi una visione fantozziana. Per fortuna ci sono le colonne portanti delle feste, che godono appieno di questi momenti: c chi ama cucinare per 40 persone... che me- raviglia! C chi ama parlare di niente per ore e ore... che barba! C chi si diverte come un matto a guardare la televisione no a quando ti vengono le occhiaie verdi! Meno male che ci sono anche loro. Ma dentro di te quella percezione non se ne va, nonostante la pienezza di stimoli di quelle stanze, e tu? Stai a rimuginare sui tuoi nodi: sulla danzata che ti ha lasciato, sul lavoro pe- rennemente precario, e ti chiedi senza riuscire a darti degna risposta come mai la tua vita non sia meno sgata di quanto ti sta dimostrando per le feste 2013! Girala e rigirala, ma alla ne sei sempre l a ruo- tare come un farfallone nella zona rossa! Io credo che ci meritiamo qualche sorriso in pi! I problemi ci sono, ce li abbiamo tutti, ognuno ha i suoi e ognuno porta sulle spalle la sua Cro- ce, quella che non gli toglie nessuno perch grande privilegio esclusivo di crescita persona- le, che gli permetter di maturare i suoi colori; allora sarebbe davvero rivoluzionario comincia- re a cambiare punto di vista da questo Natale, a valutare questa vita di scoperta continua con valori che vanno dallo 0 allinnitamente bello! E smetterla di bollarla con disprezzo e continuo senso di ingiustizia! Ma procediamo per gradi! Questanno cosa di- cono gli esperti? Per una volta tanto mi trovano daccordo: in queste festivit dobbiamo tornare a... giocare!!!! E... di questo parleremo nel prossimo articolo! Diana Ferrazin 34 La frase prese forma, cos Sigrn la lesse ad alta voce: Il lampo che squarcia lo spazio purica le sfere. Tutte le manifestazioni del Cosmo tra- smutano le energie che ne hanno bisogno. Nel laboratorio universale sono numerosi i mezzi per produrre scariche spaziali. La puricazione un processo indispensabile nel Cosmo. Chi trasmuter lo spirito umano? Noi rispondia- mo: il portatore del Fuoco, con i suoi lampi. Chi scoccher la freccia cosmica che distrugge il male? Chi si assumer il compito di ripulire le bandiere a lui afdate? Quando le energie cosmi- che tendono le loro potenze ignee, e le folgori puricanti saettano nello spazio, lo Spirito arden- te crea in egual misura. Il mondo soffre a causa delle mezze misure, e soffoca per eccesso dindulgenza. La folgore spi- rituale rigenera lo spazio, e rivela i Mondi lontani, e appresta uno splendido futuro, poich satura lo spazio con le sue energie di fuoco. Chi accender la amma profetica che purica? Solo Colei che collabora con le Forze cosmiche, solo Colei che coadiuva le Forze della Luce. A Lei, assistente e compagna, ho comandato di illuminare lo spirito. A lei stato demandato il di- ritto di creare con la Spada cosmica. A Lei sta- to donato il Cuore ardente - che la Luce sia quella sfolgorante della Bellezza - cos Ho detto! 1
Sigrn rimase ferma immobile lo sguardo si per- deva in quelle parole di luce il suo volto illumi- nato da esse, era rapito, assorto in pensieri e im- magini che si svelavano repentinamente, poi di scatto si volt verso il Re e ssandolo con sguar- do incredulo cercava risposte nei suoi occhi. Per un istante rimasero in silenzio guardandosi, poi Sirgn si allontan e incominci a correre ver- so la stanza del castello. Brynja cerc di fermarla ma non ci riusc, cos, quando la raggiunse, con tono imponente disse: Scappare non serve, lhai fatto oramai da troppo tempo ed giunta lora della tua rinascita. Hai lasciato nellombra del tuo cuore la Luce che porterebbe alla scon- tta le tenebre, non far s che il sacricio fatto da molti, nei millenni, sia stato invano. In quellistante Sigrn si gir verso di lui e in la- crime si accasci a terra e con voce rotta: il mio tempo stato vissuto tra le amme del sacri- cio, ho visitato gli stati inferiori del mondo sotti- le, il marakara, le viscere infernali, e sono stata nutrita dalluniverso della Pace ho partecipato a battaglie nei cieli di Mondi lontani ho lottato con la spada in una mano e con il cuore nellaltra. Mio Re, le mie carni gridano la sofferenza, ma la mia fede gi sul campo di battaglia. Brynja si chin in terra, prese le sue mani, e sor- ridendogli rispose: Il rifugio che hai trovato in me, non diventi la tua gabbia, in questa epoca in cui hai scelto di esistere, fai si che le tue ge- sta, vissute nelle vite passate, siano solo piccoli lumi al confronto di questa sfolgorante impresa. Io ero, sono, e sar, sempre al tuo anco. Ormai albeggiava, il cielo portava le sfumature Le fabe della Manu Curatore: Manuela Baccin
CANTO DI GUERRA (seconda parte) 35 pi dolci del sole, il celeste prendeva il soprav- vento e la terra lentamente mormorava. Cos il Re ordin che fossero richiamati allordine tutti i cavalieri e guerrieri. Che la missiva del Re fosse portata no ai conni delle Montagne di Fuoco, arrivando anche alle Coste dei Mari Impetuosi e alle frontiere della Terra dei Ghiacci. Sigrn a quel punto inform il Re che la sua presenza sarebbe stata utile in un altro luogo. Il tempo le era contro, per cui doveva partire im- mediatamente, ma in quel momento di certo non poteva sapere con certezza quando sarebbe potuta tornare. A quel punto Brynja disse: Allalba del terzo giorno io sar sulla vetta della Montagna Sacra, e tu dovrai essere al mio anco. Nella notte arrivarono tutti i cavalieri e i guerrieri giunti dai conni delle Terre Il Re li convoc tutti, nella sala del trono, ove po- tessero ascoltare lannuncio Valorosi Cavalieri e Grandi Guerrieri, le vo- stre gesta vi hanno preceduto nei racconti che echeggiavano dalle Montagne alle Coste sie- te qui dinnanzi a me, perch la mia voce possa trasportare nei vostri cuori la forza e laudacia. Queste saranno la nostra spada per combattere la grande battaglia, non per la nostra gloria ma per salvare il cuore della nostra Terra. Ora mai un male sta proliferando in silenzio, im- possessandosi ambiguamente dellanimo uma- no. Questo male invisibile, poich nella sua natura intrinseca la codardia. Ricordate, il male giunge alla vittoria rapidamen- te, ma altrettanto si consuma velocemente. La Forza del Bene, cos poco evidente allocchio umano, si abbarbica alle radici della vita, e con lei fa crescere la luce nel buio pi profondo. Noi saremo questo, noi non grideremo Vittoria Noi saremo la sua testimonianza! Gli uomini che saranno soggiogati da questo, saranno combattuti o salvati, ma mai saranno il mezzo per far proliferare la sofferenza sulla Ter- ra. Ora vi congedo, riposate e pregateche domani sar un nuovo giorno. E congedandosi url con potenza il Canto di Guerra: Non per Me, non per Noi innalziamo il Fuoco alluniverso, ma per la Luce, Per la Vita e per Il Cuore vittorioso perenne. Il Re si ritir nella sua stanza, la stanchezza prese sopravvento, e cos si distese sul letto per far riposare i pensieri. Si addorment, e gli apparve in sogno Sigrn, leggiadra nelle sue vesti lumino- se. Il viso di lei gli si avvicin sempre pi, no a sussurrargli: un tuo fedele Cavaliere nellingan- no ti sta servendo, ma in verit un servo del male, allerta il tuo cuore e ascoltalo. Brynja si svegli di soprassalto, si alz e si sporse dalla nestra, subito il suo sguardo fu catturato da una gura a cavallo. Era lontana e non riusci- va a distinguerla, ma gli sembr che quellombra volesse farsi riconoscere questa, dopo essere rimasta qualche minuto immobile, indirizz con le briglie il cavallo a muoversi lentamente. Il Re rimase sconcertato, e con lo sguardo sso segu questa gura misteriosa Segue Manuela Baccin 1 N.d.a. Tratto dal Mondo del Fuoco Il Portale della Consapevolezza Cera una volta, e c ancora, Atman, associazione per lo studio del Raja Yoga e delle- soterismo, che dal 1994, ormai da diciotto anni, un serio punto di riferimento in Italia per la conoscenza e la pratica dello yoga e di tutto ci che serve a comprendere e trasfor- mare la propria coscienza. Cera una volta, e c ancora, Energheia, la prima scuola italiana per terapeuti esote- rici, che dal 1996, da sedici anni, forma persone che vogliono veramente prendersi cura di s e degli altri. Oggi c anche la Draco Edizioni e la rivista esoterica Il Discepolo, nate per codifcare e diffondere lesperienza di questo lungo periodo, per poter servire ancora meglio una umanit allo sbando in questo periodo di grande crisi. Tutto ci diventato ora una vera e propria scuola: Agnihotri - I Custodi del Fuoco - Il Sentiero di Guarigione del Guerriero del Fuoco - Scuola di Yoga, Vita e Salute, che strutturata come un percorso completo, in grado di accompa- gnare il ricercatore, dai suoi primi passi sul Sentiero della conoscenza di s, fno alla consapevolezza diretta delle realt pi profonde dellesistenza. Ed infne, ora attivo un nuovo portale sul web, denominato Yoga, Vita e Salu- te, il quale, oltre a contenere tutti i riferimenti alle attivit gi esistenti, propone di- scussioni su un vasto panorama di argomenti, di grande attualit, sulle quali offria- mo il punto di vista proprio di chi ricerca linnocuit come regola di vita. Su questo portale, oltre ad essere presenti tutte le attivit della scuola Agnihotri, trova posto un blog\giornale dal nome La Finestra sul Mondo, il quale, oltre a discutere delle pi svariate tematiche, ospita anche lattivit del RIP, ossia Riprendiamoci il Pianeta, che si occupa pi da vicino delle emergenze vitali del pianeta. attivo anche uno spazio dedicato alla Psicologia dello Yoga. Esiste anche, di supporto a questultimo spazio, la possibilit di fruire di un servizio di Web Therapy, una nostra creazione, che ha lintento di sostenere energeticamente le persone che ne facciano richiesta. Non mancano insegnamenti sullo yoga, sia nei suoi aspetti pi divulgativi che in quelli pi scientifci, tenuti dal gruppo di insegnanti della scuola e dal suo fondato- re, Massimo Rodolf, ed infne potete trovare anche uno spazio dedicato ai bam- bini e alleducazione allinnocuit. Ovviamente anche possibile trovare tutte le pubblicazioni della Draco Edizioni e scaricare il pdf, o ordinare il cartaceo, della rivista Il Discepolo. Insomma direi che abbiamo lambizione di diventare IL portale di riferimento per tutti coloro che si vogliono dedicare seriamente alla ricerca di s, alla conoscenza del mondo e al servizio dellumanit. Yoga Vita e Salute www.yogavitaesalute.it www.yogavitaesalute.it LA RINASCITA DITALIA ATTRAVERSO LAMORE di Massimo Rodolf Questo libro un grido dallarme! Stiamo vivendo in un sogno, che sta rapidamente diventando un incubo. La vita nel nostro paese, e di tutto il pianeta, minacciata da realt inquietanti che stanno ledendo le basi della nostra umanit. Abbiamo creduto in ideologie, visioni del mondo, lottato per realizzare una vita migliore, ma tutto questo era solo nel sogno, per- ch in realt una potente organizzazione mondiale transnazionale decide- va nel frattempo i destini del pianeta. La volont dei popoli sempre pi schiacciata dal potere di una congrega segreta ed occulta che si spartisce il dominio del mondo. Esseri alieni a questa umanit, forze malefche ed esseri umani avidi e crudeli, operano per condizionare e sottomettere la popolazione mondiale ai loro criminali disegni. Non esiste forza politica nel nostro paese che non sia condizionata dai progetti del Nuovo Ordine Mondiale. E noi dormiamo... e loro ci dominano! Vi un solo modo affn- ch il futuro non sia minacciato ulteriormente da forze distruttive: risvegliare le coscienze e condividere un progetto di vita basato sullinnocuit e sul bene comune. Lamore trasversale ad ogni etica, politica o religione, riconoscerci nellaltro lunico modo che abbiamo per superare gli egoismi che distruggono il mondo. per questo motivo che la rinascita dItalia possibile solo attraverso lamore. Lodio labbiamo gi sperimentato, e non ha funzionato! NELLA RETE Luci ed ombre del media che ha invaso le nostre vite di Monia Benini La rete entrata con irruenza nelle nostre vite ed rapidamente diventata una sorta di piazza virtuale, raggiungibile stando comodamente seduti sul divano, quando non addirittura da scuola o dal lavoro. Dallanalisi tecnica della rivoluzione comunicativa nel web, il libro passa a una valutazione delle potenzialit e dei rischi derivanti dalluso e dallabuso di Internet: dallinformazione alternativa al coinvolgimento su temi di impegno civico, ma anche lo scatenarsi di atteggiamenti da branco nei social network, il fnanziamento e il controllo dei portali, laccanimento per spegnere i coraggiosi casi di informazione fuori dal coro, la censura pronta ad abbattersi sui contenuti non allineati al sistema di potere. E ancora, la manipolazione mentale in atto sin dalla pi tenera et, con le trappole di videogiochi sempre pi violenti o con la presenza di spot per il perfetto consumatore, la dipendenza patologica da Internet. Una rete con luci e ombre, da saper navigare con spirito critico e vigile per non restarvi intrappolati. Una rete che virtuale e che, pur preziosissima, non dovrebbe sostituirsi alla nostra vita reale. www.yogavitaesalute.it/draco-edizioni - www.dracoedizioni.it A questi indirizzi potete anche richiedere la rivista Il Discepoloal solo costo di spedizione ISSN 2283-9763