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2 - Maggio-Agosto 2014
Sede:
Via Don Falaschi, 166
56031- Bientina (PI)
SUL
TATAMI
E-mail:
judoclub2002@libero.it
Telefono:
Osvaldo 3490823508
Santino 3482690212
Matteo 3463163563
IL JUDO ITALIANO
Prima parte
kan.
Alla fine di settembre il Marco Polo giunse nel
porto di Yokohama e qualche giorno dopo i nostri marinai sostennero gli esami al Kodokan,
sul cui esito la relazione di Novellis al Ministero comunica che, nonostante il relativamente
breve periodo di istruzione ricevuto, il grado di
abilit degli allievi era notevole, ma non abbastanza alto da poter essere buoni insegnanti di
questa disciplina. Novellis pens allora di richiedere un insegnante proprio al Kodokan e il
Maestro Kano consigli di assumere a bordo
due insegnanti, con contratto biennale e facolt
di rinnovo.
Quando lincrociatore Vesuvio giunse a Shanghai, Novellis cedette il comando delle operazioni al capitano di vascello barone Eugenio
Bollati di Saint Pierre, il quale fece imbarcare
dal Marco Polo due marinai ormai abili nella
lotta giapponese: uno di loro, Luigi Moscardelli,
nellaprile 1907 ottenne a
Allenamento
Tokyo il diploma di abilisul Vesuvio
tazione allinsegnamento.
Fu lui, quindi, il primo
istruttore italiano della disciplina.
Nel settembre 1907 a bordo del Vesuvio si disputa-
LA DIVISA DEL
JUDOKA
IL GO-KYO
gruppo allaltro, altre sono state eliminate e altre ancora sono state aggiunte come nuove tecniche, il tutto per un pi facile apprendimento e
con una progressione pi graduale e logica.
Il Go-kyo classifica 40 tecniche in 5 classi di 8
tecniche in base alla difficolt di esecuzione del
movimento e alla violenza della caduta. Jigoro
Kano selezion dal ju-jitsu, quelle tecniche che
meglio rispondevano a criteri educativi e che
non presentavano pericoli per i praticanti.
IL DE ASHI BARAI
De Ashi Barai, chiamato anche Deashi Harai, significa spazzata del piede che avanza. Si tratta di
una tecnica di gamba di piccola ampiezza, non richiede n forza, n flessibilit eccezionali ma, per
contro esige rilassatezza, controllo generale ed una rapidit dazione tale che i suoi punti essenziali
sono lopportunit e tempestivit. La tecnica consiste nello spazzare, con la pianta del piede, il tallone
dellavversario quando questi muove il suo piede in avanti.
Esecuzione: Uke e Tori sono in posizione naturale destra.
Tori fa arretrare il piede sinistro dietro di s tirando Uke con
la mano destra. Per ristabilire il suo equilibrio compromesso, Uke fa avanzare rapidamente il piede sinistro. Tori continua la trazione con il braccio destro e contemporaneamente
comincia a tirare in avanti il gomito destro di Uke, che costretto a far avanzare rapidamente anche il
piede destro. A questo punto Tori, trovandosi di fronte al fianco destro di Uke, porta il peso del suo
corpo sul piede destro. La gamba sinistra, cos liberata dal suo ruolo di sostegno, pu rapidamente partire in direzione del piede destro avanzato di Uke. Tori, rasando il tappeto con il bordo esterno del piede sinistro posto a cucchiaio, falcia il tallone destro di Uke nella direzione degli alluci. La spazzata sar prolungata al massimo mentre lazione della mano sinistra di Tori continua nella direzione
della spazzata.
Opportunit: la migliore opportunit quella in
cui Uke avanza obliquamente davanti a Tori. La
seconda opportunit avviene quando incrocia i
piedi (errore grave). Infine, una terza opportunit,
frequente in competizione, larretramento di
Uke. Il momento pi favorevole quello in cui il
peso di Uke passa dal piede avanzato a quello arretrato. Per lopportunit su Uke che arretra, si
tratta di agire quando ha fatto arretrare il piede
sinistro e il suo centro di gravit comincia a spostarsi verso questo piede.
Il punto pi delicato evidentemente il tempo:
non si tratta di agire in fretta ma bisogna, al contrario, partire il pi tardi possibile, e spazzare al
momento opportuno al massimo della velocit,
evitando di incassare il corpo restando eretti.
Il segreto della tecnica consiste nel padroneggiare bene i punti seguenti:
lattacco del piede deve avvenire nel momento preciso in cui sta per posarsi a terra;
spazzare con tutto il corpo, dalla testa agli alluci, il tutto forma un blocco. La contrazione dellintero apparato addominale serve al movimento globale;
il piede spazzante, per un corretto uso della forza, deve essere flesso lateralmente al massimo, ripiegato a cucchiaio.
Kaeshi-waza
Renraku-waza
(tecniche in successione, attacchi combinati)
- se Uke rimane con la gamba sinistra piantata a terra, concatenate subito con
hiza-guruma a sinistra;
- se Uke schiva la tecnica, sollevando il ginocchio o arretrando il piede, continuate il movimento della gamba e girate sulla punta del piede destro per attaccare in tai-otoshi a sinistra;
- se Uke resiste piegando le ginocchia, bloccate solidamente il suo tallone ed
eseguite yoko-gake;
- se Uke resiste piegando le ginocchia e tendendo le braccia, durante un de-ashibarai in opportunit di arretramento, si pu tentare per reazione tomoe-nage;
- se Uke resiste dopo una scivolata fallita, potete continuare in tani-otoshi.
4
(controtecniche, contrattacchi)
Il contrattacco pi classico il deashi-barai-gaeshi: schivate lattacco
sollevando il piede, ed eseguite a
vostra volta la stessa tecnica sul piede dellattaccante. Questo richiede
tuttavia una buonesperienza e lazione delle braccia un po pi importante che nella tecnica classica.
Ad un attacco molle e scorretto,
rispondete immediatamente con ouchi-gari oppure con ko-uchi-gari.
Il JUDO CLUB
BIENTINA
Marzo, aprile e maggio:
mesi di competizione agonistica
La stagione sportiva del Judo Club Bientina ha visto la partecipazione della societ a numerose competizioni. Gli atleti, grandi e piccoli, hanno preso parte alle gare ottenendo buoni risultati e con ottime prospettive di miglioramento.
Nel corso dei mesi di marzo, aprile e maggio i nostri judoka hanno affrontato vari trofei e importanti appuntamenti agonistici, come il Campionato Nazionale dell'AICS e la qualificazione alla Coppa Italia.
9 marzo 2014: Montevarchi Gran Prix Cinture Colorate
Albanesi Diana terza classificata, Piccolo
Chiara prima classificata, Cristianini Leonardo terzo classificato, Milianti Virginia seconda classificata, Falleni Sara seconda classificata.
Lallenamento
Una buona metodologia di allenamento deve basarsi principalmente sullet e quindi sullo sviluppo delle capacit motorie. Infatti, per non rischiare di danneggiare la crescita, necessario
rispettare i tempi dello sviluppo fisico e mentale
degli allievi, senza forzare troppo e allo stesso
tempo cercando di progredire sempre di pi.
Lallenamento sportivo in et giovanile pu portare numerosi benefici sia dal punto di vista fisico (postura, mobilit articolare, massa muscolare, riduzione della massa grassa, metabolismo e
molto altro) sia dal punto di vista comportamentale (controllo emotivo, autostima, capacit di
12 - 14 anni: addestramento tecnico in forma globale, elementi di ginnastica formativa, giochi sportivi
con regole effettive, forme pi complesse di acrobatica ed esercizi pi complessi per lo sviluppo dellequilibrio, esercizi di flessibilit, esercizi formativi individuali.
Spesso capita, durante gli allenamenti, che gli allievi, anche quelli pi esperti, si trovino di fronte a ostacoli che sembrano insormontabili, come la fatica fisica, le difficolt a eseguire un esercizio, il controllo
del peso, o lesecuzione di una tecnica. Ancora pi spesso accade di sentire parole come non ci riesco
o non ce la faccio, gettate l con rabbia, come un gesto di resa di fronte alle difficolt. Questo un atteggiamento negativo che provoca un impedimento alla crescita e al miglioramento. Lallenatore e i genitori possono incoraggiare latleta, possono spronarlo e, in certi casi, anche provocarlo e sfidarlo, in modo
da ottenere una reazione costruttiva, ma solo lallievo stesso che pu fare la differenza.
Unespressione banale come non ce la faccio ha il potere di impedire alla persone di realizzare i propri sogni. In realt, con limpegno e la costanza, le cose che non si riescono a fare sono davvero pochissime. Non ce la faccio il blocco mentale che usiamo per convincerci ad arrenderci.
VB
Judo e famiglia
Nelle societ sportive di judo non raro che la gestione dellallenamento e linsegnamento di questa
disciplina si tramandi di padre in figlio, con collaborazioni tra il vecchio e il nuovo che non possono
far altro che giovare agli allievi. Inoltre pu succedere che un atleta iscritto al corso riesca a coinvolgere
anche altri membri della propria famiglia.
Al Judo Club Bientina abbiamo vari esempi di questo tipo, a partire dagli allenatori e per finire con alIl disegno di
cuni tra gli iscritti pi recenti.
Maria Sole Bernardeschi
Osvaldo e Matteo, padre e figlio, sono entrambi nostri allenatori. Giacomo e Virginia, fratello e sorella,
LA GARA DI JUDO
praticano judo insieme e ne approfittano per
pareggiare i conti, almeno sul tatami, lunico posto in cui
Pian pianino si avvicina,
concesso dare una lezione a quel rompiscatole del fratello o a
Sento un piccolo pizzichino
quella guastafeste della sorella (sempre judoisticamente parChe mi arriva al cuore
E sento un gran calore.
lando, ovviamente!). Lo stesso vale per Diana e Matteo, i quali
non si perdono un randori (un combattimento in palestra) per
Quando mi sveglio al mattino
sistemare le faccende in sospeso. il caso di dire che la tipica
Con un bacio che mi sfiora.
frase a casa facciamo i conti qui si traduce in stasera in palestra ti sistemo. Ancora pi particolare il fatto che, dopo
Si schiudono gli occhi
larrivo di Diana e Matteo, si sia aggiunta anche la presenza
Intravedo una graziosa forma,
del padre, Marco, che si allena con i figli, li tiene docchio e,
Finalmente il d di festa.
nonostante questo, ha il grado di cintura pi basso fra i tre.
Anche tra i pi piccoli ci sono i due fratelli Lorenzo e FranceIndosso bianche vesti,
sco, entrambi judoka entusiasti in crescita.
Stringo la cintura,
Il coinvolgimento della famiglia non una cosa da poco: uno
Sono pronto!
Affronto il combattimento.
stimolo per i ragazzi a migliorarsi e a partecipare attivamente
alle iniziative della societ. Lappoggio della famiglia, nello
Sento una gran forza
sport come in qualsiasi altro ambito della vita, molto importante perch infonde sicurezza e Che si fa spazio nel turbinio delle emozioni.
Anche i judoka seguono la moda del selfie:
Concentro tutto nella mente,
Valentina, Flavia, Giacomo, Virginia, Maria coraggio per affrontare le diffiSole, Eros, Santino, Andrea e Matteo
Affronto lavversario:
colt e le sfide che si pongono
Ippon! Ho vinto.
di fronte a noi.
I compagni di allenamento, con
Leonardo Cristianini
il passare del tempo, diventano
le persone che i ragazzi frequentano di pi, dopo la famiglia
e i compagni di scuola, e il dojo (la palestra) un luogo che
significa fatica e sudore, ma anche amicizia e divertimento.
E per questo necessario che la famiglia del judoka si impegni tanto quanto il ragazzo che si allena, il quale si sentir
gratificato e allo stesso tempo incoraggiato.
VB