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AUTOPSIA VIRTUALE SUI RESTI DELLA MUMMIA
http://www.corriere.it/economia/14_ottobre_20/bottega-veneta-cambio-vertice-7f060558-585211e4-9d12-161d65536dad.shtml
IL MONDO DEL LUSSO
Carlo Beretta nominato nuovo a.d., sostituisce Marco Bizzarri alla guida del
celebre marchio del gruppo Kering. Lannuncio nelle prossime ore
di Redazione Online
Cambio al vertice nel mondo del lusso. Lannuncio ufficiale atteso nelle prossime ore: Carlo
Beretta il nuovo amministratore delegato di Bottega Veneta, marchio del gruppo Kering (ex
Ppr). Beretta proviene dal gruppo Zegna dove ricopriva la carica di Retail Development
Director. Sostituisce Marco Bizzarri, il quale a sua volta andr ad assumere un nuovo incarico in
Bottega Veneta.
IL CAMBIO - Non ancora 50enne, milanese, Beretta ha studiato al liceo classico Parini per poi
laurearsi alluniversit Bocconi. Prima di approdare nel 2003 al gruppo Zegna, ha lavorato per
quasi 8 anni alla Rinascente. Dal 2000 al 2003 ha svolto un ruolo manageriale in Valentino.
Adesso la nuova sfida in Bottega Veneta.
LUSSO - Bottega Veneta una delle aziende di moda con pi appeal al mondo, operante nel
settore dei beni di lusso: un tempo rinomata per i suoi prodotti in pelle, poi protagonista delle
passerelle.
Fondata nel 1967 a Vicenza, la societ viene acquisita nel 2001 dal gruppo Gucci, oggi parte
della multinazionale francese Kering, che fa capo a Franois-Henri Pinault e che accomuna
marchi come Balenciaga, Stella McCartney, Saint Laurent e Puma.
20 ottobre 2014 | 14:42
RIPRODUZIONE RISERVATA
si tagli il mento. Ti sei aperto. Guardati le mani. Distese una mano. Non riusciva a tenerla ferma.
Vibrava come un pennone al vento. Non puoi operare cos, sei pericoloso. Richiama subito.
No, assolutamente impossibile.
Sarebbe stata la prova definitiva che la sua breve carriera era finita e che oramai era un
drogato a tutti gli effetti.
Ed era quello che volevano da lui. Che mollasse. No, non puoi mollare. Aveva gi perso due lavori.
Si rese conto di essere avvinghiato alla clinica S. Maria come a un ramo che pende sopra un
baratro buio. E in quel baratro ci sarebbe stata solo la cocaina, la una solitudine da cani e la
possibilit di massacrarsi in santa pace. Mica male!
Si disinfett il taglio e si vest guardando la televisione. Era tardi. Mancava meno di un'ora
all'intervento. Sapeva che cos, pulito come un bambino, non sarebbe stato in grado di operare.
Avrebbe cominciato a sudare e a smaniare e a tremare come se avesse il tetano. Dov' la
medicina? Apr un cassetto e tir fuori una busta di cellophane piena di polvere bianca. Cocaina.
Duecento grammi per l'esattezza. Un sacco di soldi. Si era venduto il motoscafo e ci si era
comprato quel sacchetto. Lo apr, ne prese un mucchietto, ne fece una striscia abbondante,
pipp. Si sent subito un'altro. Ultimamente aveva un effetto immediato sul suo organismo. Un
po' come l'olio su gli ingranaggi di un vecchio motore. Tutto tornava a suo posto. L'ansia veniva
richiusa in un cassetto. La speranza riappariva e il motore partiva. Si fin di vestire. Guard
l'orologio. Cazzo, le nove e venti! Prese di corsa la ventiquattrore e... la busta di coca. Era l, sul
tavolino e diceva: prendimi, prendimi, dove vuoi andare senza di me? Come fai a operare se
non ti fai un bel tiro? La prese tutta. Non aveva pi il tempo di dividerla, di fare pacchettini. Se
la infil nella tasca della giacca e usc.
Il lungotevere era una striscia immobile di lamiera. Il chirurgo odiava il traffico. Gli dava il
tempo di pensare. Ed era l'ultima cosa che voleva fare. Si prepar un'altra striscia fottendosene
che qualcuno lo potesse vedere. Si accucci, sotto il cruscotto, mentre le macchine di dietro
suonavano spronandolo a muoversi e sniff. Stava abbassando il livello di guardia. Il suo
controllo sul mondo si era fatto meno preciso. Era diventando miope, troppo preso a
controllarsi, troppo preso a somministrarsi il suo farmaco. Primo o poi lo avrebbero sgamato.
Oramai era questione di giorni. Ne era sicuro. Se lo sentiva dentro. Spesso s'immaginava
trascinato in manette dalla polizia attraverso i corridoi dell'ospedale. I medici, le infermiere, i
pazienti lo avrebbero indicato, avrebbero parlottato tra loro. E' quello il chirurgo che si fottuto la
carriera con la droga. E' quello che operava fatto come una biscia. Basta! Il cervello gli si stava avvitando
come una trottola impazzita. Basta!
Fortunatamente arriv all'ospedale. Mancavano solo dieci minuti all'operazione. Sal di corsa le
scale. Entr con il fiatone nello spogliatoio della sala operatoria. Lo stavano aspettando.
L'anestesista, l'assistente, lo strumentista e l'infermiera. Tutti.
" Eccomi. Mi lavo e si comincia. " disse cercando di essere normale. C'era riuscito? Da come lo
guardavano sembrava proprio di no. Forse era una sua idea, ma lo squadravano come fosse
stato un babbuino e non un uomo. And in bagno, si spogli e si mise camice verde. Decise di
farsi l'ultimo tiro. Lo doveva fare. Sudava e si sentiva la bocca tirare e la lingua gonfia come un
buond Motta. Lo fece e mise la busta nella tasca del camice. Prese un bel respiro ed entr in
sala operatoria.
"Che abbiamo oggi?" domand mentre l'infermiera gli allacciava il grembiule e la mascherina.
"E' una modella famosa. Forse la conosce, Tiffany. Dobbiamo aumentarle il seno. Vuole una
quattro."
La modella giaceva nuda e anestetizzata sul tavolo operatorio. Era lunga, bianca e magra.
Sembrava morta. Aveva poco seno in effetti, ma era bella cos. Con la quarta sarebbe sembrata
uno strano animale. Una dea anoressica con davanti due palloni da calcio. Chiss perch vuole
farlo? Non si rispose. Aveva ben altri cazzi per la testa quella mattina.
L'intervento incominci nel peggiore dei modi. Gli tremava la mano. Incise un lungo taglio sotto
il seno sinistro e incominci a scavare sotto la ghiandola. Perse il controllo e sbatt con la punta
contro una costola. Sudava e il sudore gli finiva sugli occhi accecandolo. "Infermiera mi
asciughi la fronte!"
"Non troppo larga l'incisione? Si vedr la cicatrice..." domando il primo assistente.
"No, no... E' meglio cos. La protesi grande" bofonchi.
Ad un tratto alz lo sguardo verso l'quipe. Li guard in faccia uno per uno. Lo sanno... Ne ebbe
la certezza matematica. Sapevano tutto di lui. E la cosa che pi gli fece male fu capire che
avevano paura. Paura che potesse fare del male alla donna. Riprese a lavorare stringendo i
denti e desiderano come mai aveva desiderato nella sua vita un'altra striscia. Che cosa
avrebbe dato...