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3 GIUGNO-SETTEMBRE 2013
LOTTA
CONTINUA
ACHTUNG BANDITEN!
Gi nel 43 si potevano leggere negli angoli delle strade queste parole. Ora Achtung Terroristen! le leggiamo sui giornali, le
sentiamo alla televisione. Il Potere ha schierato tutto il suo apparato mediatico, politico e giudiziario contro qualsiasi forma di
dissenso, vuoi che sia la lotta contro il TAV, contro il MUOS o per il diritto alla casa. La storia ci ha insegnato che i Partigiani
banditi non lo erano, mentre nazisti e fascisti si. Cosa potr ancora insegnarci la storia?
e viene meno legemonia del pensiero dominante. Intervenendo laddove i movimenti sociali rompono i
meccanismi di normale funzionamento del sistema e
mettono in crisi i processi di mercificazione di persone e beni naturali.
Sgombriamo subito il campo da un atteggiamento
oggi dominante: qui non vogliamo invocare unetica
In questo numero:
giornalistica, oppure lideale della corretta informazione. Indignarsi per lazione di disinformazione dei
media dominanti significa non cogliere criticamente
la funzione che questi svolgono nel mantenimento e
nella riproduzione della situazione esistente.
Il nostro compito non pu che essere quello di contrastare, smontare, de-costruire contenuti e metodi degli
apparati della formazione della pubblica opinione,
metterne a nudo il loro ruolo specifico e costruire una
comunicazione-informazione di parte, dalla parte dei
bisogni dei movimenti e dei soggetti proletari.
Da questo punto di vista le vicende del movimento
NoTav valsusino sono un caso da manuale; qui diventa visibile come lazione informativa del sistema vada ben oltre la semplice disinformazione sugli
accadimenti, perseguendo lobiettivo della costruzione del nemico pubblico nei confronti di quei
movimenti sociali che minacciano la stabilit. Cos
nel biennio 68-69 compare il cinese, poi lecoterrorista, il black bloc, fino allattuale NoTavterrorista, le brigate NoTav dellultima inchiesta
(si fa per dire) de LEspresso.
Significativo un passaggio di unanalisi comparsa su
La Stampa del 21 settembre, lautore, che si firma
G. Ru: scrive a proposito delle vicende valsusine:
una spirale nota, gi sperimentata in passato, che
necessariamente conosce quattro stadi diversi: la
protesta si trasforma in violenza. Poi il salto verso
leversione e infine il terrorismo.
Qui viene diffusa unevidente interpretazione della storia, una filosofia della storia del destino dei
conflitti sociali che necessariamente attraversano
quattro stadi: protesta, violenza, eversione, terrorismo. lo stesso schema dentro cui viene confinata
la ricchezza dei conflitti degli anni 60 e 70 (oramai
per tutti gli anni di piombo), il modello che si vuole
inculcare nelle teste delle persone: attenzione che
le proteste portano necessariamente al terrorismo!
Superfluo ricordare che la comunicazione mira sempre a effetti pratici: la pragmatica della comunicazione. In questo caso lo scopo quello di passivizzare le spinte alla lotta, indurre ad accettare le regole
e la legalit che sono lo strumento per riprodurre
il sistema dello sfruttamento e del dominio di classe.
Per linformazione dominante il movimento NoTav
gi approdato allultimo stadio, quello del terrorismo. Luigi La Spina, in un articolo di prima pagina de La Stampa titolato Un salto di qualit
gi avvenuto scriveva: Quello che si temeva avvenuto. In un clima di crescente tensione, dopo che
dalle minacce, dalle intimidazioni, dagli scontri con
le forze dellordine, lestremismo No Tav passato
agli attentati contro la costruzione della nuova linea
ferroviaria Torino-Lione, ora le nuove BR cercano
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LOTTA CONTINUA - 2
Critica al sindacato
I MISERABILI!
Il Patto sulla Rappresentanza Sindacale sottoscritto unitariamente dalle tre confederazioni e Confindustria, un accordo vergognoso
che sposta ancora di pi i rapporti di forza tra lavoratori e padroni a favore di questi ultimi, imponendo a tutta la classe lavoratrice, un
modello di stampo fascista e da sistema di polizia.
Lobiettivo chiaro: eliminare qualunque possibilit di dissenso attraverso il controllo e limpedimento delle proteste e degli scioperi dei
lavoratori al fine di svilirne la combattivit e garantire cos al Capitale la perpetuazione della pace sociale di cui ha bisogno per continuare a valorizzarsi.
Se da un lato dunque questa manovra serve a eliminare il proletariato come soggetto politico, dallaltro non pu che mettere chiaramente in
evidenza che forse, sotto sotto, per padroni e burocrati sindacali qualche problema per la loro pace sociale inizia realmente ad esserci;
che la loro tranquillit sta cominciando ad essere turbata da qualche scintilla che, sperano, non dia fuoco allintera prateria. Quindi
meglio correre ai ripari perch in gioco c la stabilit del sistema democraticoil migliore involucro politico per la dittatura del capitale.
Per noi lavoratori una cosa sempre stata chiara: nessuna pace sociale possibile finch esisteranno i padroni e i loro servi!
Sono molti i fuochi che, in modo spontaneo e sparpagliato, si stanno accendendo nel tessuto metropolitano. I pompieri lasciamoli fare a chi
sempre stato contro i lavoratori e le masse popolari.
Il nostro compito soltanto uno: gettare benzina sul fuoco!
Il monopolio della rappresentanza
Finalmente, dopo anni di divisioni, di scioperi solitari e di contratti separati, CGIL CISL e UIL possono festeggiare la loro ritrovata e tanto sospirata unit
attraverso la firma dellaccordo sulla rappresentanza
sindacale, sottoscritto in tutta fretta, e senza consultare i lavoratori, con il presidente di Confindustria
Squinzi.
Dopo anni in cui il sindacato della Camusso e del
neo-segretario PD Epifani ha continuato falsamente
a spacciarsi per lultimo baluardo dei duri e puri
nella difesa intransigente dei diritti dei pi deboli (pantomima, cui hanno creduto soltanto i padroni perch i lavoratori hanno pagato duramente sulla
loro pelle lipocrisia asservita di questa confederazione) venendo per questo spesso tacciata di essere
un ostacolo al progresso e alle riforme per il bene del
paese, con la firma di questaccordo ha la possibilit di ripresentarsi al tavolo come il sindacato della
responsabilit nazionale che, insieme alle altre due
confederazioni, riuscita a cancellare dal proprio
patrimonio politico e culturale il concetto di lotta di
classe per diluirlo nellunit di interessi tra padroni e
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LOTTA CONTINUA
ANNO II N. 3 GIU--SET. 2013
Autorizzazione del Tribunale di Torino
n. 13 del 10/3/2012
Direttore Responsabile: Michela Zucca
Stampa: La Grafica Nuova - via Somalia,
108/32, 10127 Torino
Sede di Torino
Redazione: c.so G. Cesare, 14/F, 10142 Torino
email: redazione.lc.to@gmail.com
tel: 011 19700210
cel.: 349 3960670
Sito web: www.lotta-continua.it
Chiuso il 29-09-2013 alle ore 23:59:59
lavoratori.
Che gioia! Che soddisfazione!
E c davvero di che essere orgogliosi visto che non
capita tutti i giorni ai sindacati di andare unitariamente cos damore e daccordo con la classe padronalealle spalle di chi lavora e ogni mese paga gli
stipendi di questi miserabili!
Quello che ci proponiamo ora non la sola spiegazione tecnica del Patto ma linterpretazione politica di
tutto ci che ha portato alla firma di questaccordo
della vergogna.
Anzitutto, il risultato cui puntavano le tre corporazioni di Camusso, Bonanni e Angeletti era di eliminare
politicamente tutto ci che non istituzionalizzato
e dunque addomesticabile, e questo per un motivo
preciso: perch organismi che hanno il compito, di
difendere i diritti dei lavoratori garantendo lintegrit del sistema democratico allinterno del perimetro
creato dalle leggi che sono a difesa dello Stato borghese, i sindacati non possono non vedere con estrema preoccupazione il fatto che la rabbia sociale stia
montando e i canali in cui si esprime questa rabbia
siano estranei alle forme rappresentative del sistema.
Quindi diventa necessario arginare tale pericolo
riportando lintera situazione sotto il pi totale controllo intensificando i meccanismi repressivi per ingabbiare il dissenso e la rabbia di chi lotta entro un
percorso sterile, che ne svilisce progressivamente la
carica e lentusiasmo, fino a spegnerli definitivamente nella pace sociale dellistituzionalizzazione: la
rassegnazione nellaccettare a capo chino le regole
dei padroni lunico elemento che i sindacati confederali si premurano di salvaguardare.
Il Patto sulla rappresentanza permette di ottenere
questo primo risultato poich esclude dai tavoli delle
trattative (rinnovi CCNL, accordi di categoria o di
secondo livello) chiunque non accetti e dunque non
abbia sottoscritto il Patto stesso. Quindi, in primis,
i sindacati di base, siccome espressione di una radicalit che sempre stata contro non solo alla classe
padronale ma anche agli stessi sindacati confederali;
un essere contro che ora sta portando a dei risultati.
E vivo, infatti, nella coscienza dei proletari lesempio della lotta radicale che i lavoratori immigrati della logistica stanno portando avanti contro i soprusi
di lontana memoria.
Non essendo riusciti a silenziare e azzerare il movimento si passa alle maniere forti, allequazione
NoTav = terrorismo. Supportati in questo da storici
accademici (Crainz, De Luna) che, in contrapposizione a Erri De Luca, si pronunciano su categorie
che storiche non sono (disperazione, speranza),
che si avventurano a criminalizzare e pontificare sul
sabotaggio alle cose. Forse hanno dimenticato che il
Movimento Operaio non nasce con pranzi di gala ma
da atti illegali, da blocchi stradali, occupazioni, sabotaggi alla produzione?
senso primario e non neutro, di chiari) con condivisibili e gi a criminalizzare il povero professore
schierato con il partito della fermezza ai tempi del
rapimento Moro.
Nel lessico anti-NoTav compare spesso lassociazione del movimento con pratiche mafiose, ecco, dobbiamo intenderlo come un lapsus? Non che questi
attentati siano opera di quei gruppi mafiosi da anni
radicati in Valsusa? Nel 95 Bardonecchia, primo
comune al Nord, fu sciolto per infiltrazioni mafiose.
Gli esempi per mostrare lopera di manipolazione dei
media dominanti potrebbero facilmente moltiplicarsi. Vogliamo concludere richiamando alla memoria
una montatura legata al Tav e stranamente passata nel
dimenticatoio. Ci riferiamo alloperazione messa in
campo dagli investigatori nella seconda met degli
anni 90, ai 12 attentati incendiari rivendicati dai misteriosi Lupi Grigi; sui giornali allora finirono gli
eco-terroristi.
Sostenuti in questo da filosofi della politica della portata di Cacciari che ci propina una lezione per cui
la democrazia non unassemblea permanente e
anche se il Tav unopera sbagliata ... ora dobbiamo realizzarla. Perch se unopera inutile? Lex
operaista Cacciari ci istruisce sul feticismo e il valore
sacro della democrazia borghese la cui degenerazione sotto gli occhi di tutti.
Loperazione di costruzione del Nemico Pubblico
NoTav sostenuta da un linguaggio adeguato.
Riattivando il linguaggio dellantiterrorismo degli
anni 70, coloro che sostengono lopposizione al
Tav (intellettuali, tecnici, esperti, scrittori, filosofi)
diventano fiancheggiatori; petardi e fuochi dartificio regolarmente in vendita sono sempre bombe
incendiarie. Chi scrive di aver partecipato alle manifestazioni del Movimento uno che rivendica;
lo scrittore Erri De Luca diventa il responsabile del
servizio dordine di Lotta Continua negli anni 70.
Lanciare pietre o petardi, tagliare le reti con le cesoie,
sono spacciati come atti di terrorismo.
Un giornale a diffusione nazionale, incurante del
ridicolo, dopo il documento dei due prigionieri che
hanno ricevuto una eco da loro insperata dagli scrivani del potere, ha titolato: I brigatisti mettono le mani
sulla questione NoTav. Sono professionisti della
scrittura che a fronte di un commento sui contenuti
del suddetto comunicato da parte di Rodot (deprecabili ma comprensibili), confondono il significato di comprensibili (pronunciato ovviamente nel
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Due compagni, Sole e Baleno, furono sbattuti in carcere e ci rimisero la vita. Fu poi riconosciuta la loro
estraneit ai fatti incriminati, degli oscuri (ma fino a
quanto?) Lupi Grigi non si saputo pi nulla, spariti!
Sono rimasti per gli uomini della Digos e gran parte
degli operatori mediatici di allora che continuano a
fare il loro mestiere. I fantasmi di allora sono ritornati di attualit e usati per costruire il nuovo nemico,
per mostrificare il movimento. La libera stampa
persegue gli obiettivi di sempre
Dopo lestate del sabotaggio, quale sar il prossimo salto di qualit? si chiede ipocritamente su
Repubblica, dando per scontata la risposta, il Griseri
che si fatto le ossa al Manifesto.
In una fase di criminalizzazione dei movimenti che
fanno opposizione reale nella societ, non possiamo
non interrogarci a fondo sulla nostra comunicazioneinformazione (ai tempi di Internet), bisogna superare
una tendenza diffusa che la considera come separata
dalla prassi, ad opera di un ceto separato dai movimenti reali.
3 - LOTTA CONTINUA
(Segue da pagina 2)
I MISERABILI
padronali; e prima di questi, quelli dei lavoratori Trenord e del San Raffaele!
Controllare e limitare qualunque opposizione interna
e sfiancare la combattivit delle avanguardie proletarie escludendo dai tavoli delle trattative chiunque
si oppone a questo patto fascista, il passaggio ineludibile per accaparrarsi il monopolio burocratico ed
accentratore della rappresentanza.
Unideologia per legittimare il Capitale
Il processo cui stiamo assistendo, iniziato col governo Monti e portato avanti da Letta, un adeguamento
della sovrastruttura ideologica (politica e sindacale)
ai mutamenti che la crisi finanziaria ha imposto alla
struttura economica.
Eliminazione della forza-lavoro (licenziamenti di
meccanismo esclude in tutto e per tutto la rappresentativit dei sindacati di base sia nelle contrattazioni
di secondo livello, come in quelle per il rinnovo dei
CCNL. E davvero deprimente vedere come nelle assemblee di fabbrica le uniche criticit allaccordo sollevate dai funzionari sindacali siano soltanto quelli di
natura tecnica, legate ai tempi troppo dilatati perch
ottengano le certificazioni dallINPS. Le implicazioni politiche del Patto non sono nemmeno messe sul
tavolo di discussione e sottoposte al confronto collettivo dei lavoratori. In oltre viene da chiedersi come
far la FIOM a districarsi in questo labirinto di trabocchetti che essa stessa ha sottoscritto e festeggiato
come accordo storico, perch non firmataria degli
ultimi contratti nazionali di categoria e quindi non
ha il diritto alla certificazione delle deleghe, ma nel
frattempo firmataria di questo Patto attraverso la
CGILalle volte le ipocrisie gioca davvero dei brutti scherzi.
I delegati che cambiano appartenenza sindacale
decadono e sono sostituiti con i primi dei non eletti
nelle liste di vecchia appartenenza.
I CCNL, come gli accordi aziendali o quelli di categoria, per essere validi dovranno essere approvati
dalle organizzazioni sindacali che hanno un livello
di rappresentativit del 50% +1. La minoranza dovr in ogni caso accettare la piattaforma delle altre
organizzazioni, anche se non ne condivide in parte o
tutto il contenuto. E importante notare che con questo calcolo della rappresentanza, CISL e UIL sono
insieme maggioranza rispetto alla CGIL in quasi tutti i settori; forse solo la FIOM riuscirebbe ad essere
maggioranza: usiamo il condizionale perch per fare
questo deve certificare le deleghe e, dunque, firmare
i contratti che finora non ha sottoscritto.
Una volta sottoscritto da sindacati e padroni, il nuovo CCNL non dovr pi essere approvato dai lavoratori tramite referendum perch questo sar sostituito
da una consultazione le cui modalit saranno stabilite di volta in volta e categoria per categoria dalle
organizzazioni sindacali che certificheranno il tutto.
In fine larticolo pi vergognoso: i contratti firmati saranno efficaci ed esigibili per tutti i soggetti
LOTTA CONTINUA - 4
organizzazione operaia, non si esprime alcuna coscienza, non dico che non ci sia, credo che gli operai
capiscano la condizione che vivono, dico che non si
esprime in nessun modo una coscienza. Non esistono
gli operai come insieme, come noi, esistono tanti
io anche in lotta fra di loro.
Antonio: gli operai sono succubi, chi pi chi meno
hanno tutti problemi economici. Alle spalle c' stato
un lungo periodo di cassa integrazione, poi la crisi
ha colpito tutti e pur di lavorare siamo tutti costretti
ad accettare qualsiasi cosa. Fanno di tutto pur di poter fare qualche ora di straordinario, fermano il capo
e con insistenza gli chiedono: Stasera? Mi fai fare
due ore stasera? Non c' bisogno che il capo chieda,
sono gli operai che insistono. Io non farei comunque
gli straordinari; un giorno ho detto che sono contrario
a fare gli straordinari quando c' ancora troppa gente
che non lavora perch a casa in cassa integrazione,
il capo mi acchiappa e mi fa: Te li sei giocati per
sempre gli straordinari.
OCC: Gino prima diceva che non c' il sindacato in
fabbrica, non sono stati eletti i delegati?
Alberto: io vengo da Mirafiori, non so nemmeno se
c' un delegato, mi hanno detto che c' ma io non lo
conosco, non si mai presentato a noi operai; nessuno mi viene a chiedere se ci sono dei problemi. Per
quel che ne so qui alla Maserati, non hanno mandato
ex delegati della FIOM. Tesserati ce ne sono ma non
delegati o comunque operai con le palle. Credo che
le vicende di Pomigliano e i ricorsi della Fiom abbiano insegnato qualcosa alla dirigenza Fiat, qui hanno
chiamato iscritti Fiom ma li hanno selezionati, poi
magari qualcuno gli sar anche sfuggito.
OCC: poi tra l'altro qui la Fiom si espressa per il
si al referendum.
OCC: volete dire che non c' alcuna traccia di coscienza, di soggettivit degli operai?
Gino: non esiste il sindacato e se ne sente la mancanza. L'operaio da solo non in grado di affrontare
e contrapporsi al capo o al gestore, troppo debole
e sotto ricatto, si sente controllato e valutato. Sa che
dal suo comportamento dipender il suo futuro, la
possibilit di continuare a lavorare. Poi considerate
che quelli che sono qui a lavorare sono i pi sicuri per
l'azienda, non hanno certo tirato a sorte, hanno fatto
una selezione.
Io sono uno che legge, sinforma, studia ma non posso espormi, devo lavorare, ho una famiglia con dei
figli e allora mimpegno con i problemi ambientali,
l'inceneritore, il Tav. Vorrei avere la possibilit di
riprendere l'impegno sulla fabbrica, sul lavoro, su
questi temi qui che tutti hanno abbandonato ma che
sono primari per la vita delle persone. Quando si dice
che la democrazia te la lasci alle spalle quando passi i cancelli della fabbrica, in effetti, cos, che poi
la democrazia non la trovi da nessuna parte, ma in
fabbrica peggio. Se penso alle nostre condizioni,
c' da ridere amaramente quando Berlusconi chiede
l'agibilit politica, oramai le parole non contano
pi nulla.
Gino: per rendere l'idea si pu pensare alla situazione che c'era nelle vecchie fabbriche automobilistiche
con in pi il fatto che qui non c' nessun livello di
attuale, la flessibilit, la precariet, il nuovo mercato del lavoro, l'individualismo che avete sottolineato anche voi. Anche queste chiacchierate servono.
Torniamo alle condizioni di lavoro alla Maserati.
Antonio: voglio dire ancora una cosa sul sindacato.
Qui non c' il sindacato, la Fiom non c', il sindacato
giallo si nasconde, si mimetizzano; sono andato
da uno che mi hanno indicato come un delegato
Uilm, gli faccio: Sei un delegato? Volevo dirti...
e quello seccato: Ora non posso ascoltarti, ho da
fare, mi parli in mensa, per dirti cos' il sindacato
in Maserati.
Luigi: sulla situazione lavorativa il problema che
mancano gli operai per poter raggiungere gli obiettivi
della produzione, si lavora male, con il fiato corto, si
sta sempre a rincorrere. Poi per chi come me, stato
abituato a lavorare con i sistemi Bertone, i ritmi sono
alti. Mi sembra che ci siano settori della fabbrica che
non ce la fanno proprio. Mi sembra che non abbiano
ancora preso le misure di come si organizza il lavoro.
Antonio: io so che quando ci fermiamo ci dicono che
colpa del montaggio che non va avanti. Il mio capo
mi ha confidato che deve spingere la gente a lavorare
perch ha pochi lavoratori; ne ha richiesti, non glieli
hanno dati e gli hanno detto di aggiustarsi. Riceve
sempre sollecitazioni perch manca il materiale in linea, manca questo, manca quello. Lui cosa dice?: Io
la responsabilit la faccio ricadere su di voi.
Gino: siamo in una situazione che soprattutto di
frustrazione, a volte anche dincazzatura ma non potendo scaricarla verso l'alto, verso la direzione, viene
indirizzata verso gli altri operai, oppure la gente si
colpevolizza perch non riesce a stare dentro i ritmi
del lavoro.
Luigi: chi prova a contestare la produzione oppure
va in malattia o sinfortuna ha fallito la prova, se ne
torna in cassa integrazione e difficilmente sar richiamato. I pi fanno di tutto pur di non stare a casa,
come se fossero operai in prova, un piccolo infortunio non si denuncia.
Antonio: io ho visto un paio di contestazioni, in tutti
e due i casi i lavoratori sono ritornati in cassa integrazione. I tempi sono calcolati al secondo: un operaio
della logistica ha contestato che non ci stava dentro
con i tempi per portare i pezzi che servono alla linea.
Non ce la fai? Torna a casa a riposarti, chiamiamo
quelli che ce la fanno! Funziona cos. Non sono ammesse contestazioni ma nemmeno osservazioni che
potrebbero migliorare la produzione.
OCC: convinzione comune che il nuovo modo
di produrre richieda la collaborazione dei lavoratori e l'utilizzo dei loro suggerimenti per migliorare la
produttivit. Sentendo quel che dite si direbbe che
non sia proprio cosi.
Antonio: no, non esiste, qui non cos. Nel mio caso,
tanto per fare un esempio, per non fare troppi viaggi
in magazzino a prendere i pezzi da distribuire sulla
Segue a pagina 5
5 - LOTTA CONTINUA
Giustizia
LO STATO SI AUTOASSOLVE
Dopo tre mesi dalla sentenza che ha condannato solo
sei degli imputati del caso Cucchi, la terza Corte
DAssise di Roma ha depositato la sentenza.
La corte ha fatto proprie le conclusioni della commissione di periti che la corte stessa aveva nominato.
Infatti, i giudici hanno rigettato la tesi di parte civile
sulle violenze, dichiarando che il decesso di Stefano
non fu causato dalle violenze ma da sindrome da inanizione, malnutrizione.
La tesi della difesa viene smontata paragrafo dopo
paragrafo, i giudici non condividono le tesi della
morte per crisi cardiaca e inoltre affermano che la
morte non pu essere nemmeno stata causata dalle
lesioni vertebrali perch non ci sono prove scientifiche che la lesione abbia interessato le terminazioni
nervose.
Ma i giudici continuano scrivendo che ci sono delle incongruenze sullepisodio del pestaggio in cella,
si chiedono come mai gli agenti di custodia avendo
avuto la possibilit di portare Cucchi in un luogo
dove non si sa cosa sia successo, non lo abbiano pestato li, invece di farlo in cella, dove tutti potevano
sentire.
Come se non bastasse, hanno dichiarato lunico testimone, Samura Yaya, che aveva sentito tutto nelle
celle del tribunale, inattendibile. Secondo i giudici:
ha percepito soltanto un parlare concitato tra Cucchi
e gli agenti di Polizia Penitenziaria, un tramestio e il
pianto di Cucchi.
Questa quella che chiamano giustizia, una corte che
condivide la tesi di un collegio peritale nominato dalla corte stessa. Stato che difende lo Stato.
Tutto questo dopo lassoluzione per non aver commesso il fatto dei tre poliziotti che hanno arrestato
Cucchi in buona salute e che inspiegabilmente muore, con fratture ed ecchimosi su tutto il corpo tanto
da renderlo quasi irriconoscibile, dopo una settimana
nel reparto di medicina protetta dellospedale Pertini
di Roma.
(Segue da pagina 4)
Stefano secondo la corte morto per un tragico errore sanitario, quindi condannati solo i medici che
hanno ignorato le sue richieste di farmaci, lhanno
reso incapace di provvedere a se stesso, non hanno
provveduto alla sua alimentazione e lo hanno lasciato
senza assistenza. Il fatto che chi per giuramento e per
lavoro non abbia provveduto alla sua assistenza e orrendo ma un dato di fatto, quello che non chiaro
come mai Stefano abbia avuto bisogno di un ricovero
e cosa centra il tragico errore sanitario con le fratture
delle vertebre lombari e sacrali e le ecchimosi che
aveva su tutto il corpo quando arrivato in ospedale.
Stessa sorte per Giuseppe Uva arrestato il tredici giugno 2008 e morto il giorno dopo in un reparto psichiatrico, con contusioni e lesioni in tutto il corpo e
con indosso un pannolino sporco di sangue, secondo la perizia fatta eseguire dalla famiglia si tratta di
abuso sessuale. Anche qui la stessa domanda: come
mai un uomo arrestato in stato di ebrezza ha avuto
bisogno di un ricovero in ospedale? Come mai stato sottoposto a un Trattamento sanitario obbligatorio,
con una probabile violazione dellarticolo 32 della
Costituzione? Perch le lesioni non sono state curate
e gli stato somministrato un farmaco che lo ha condotto alla morte?
Un altro tragico errore sanitario? Non solo, perch
sono troppe le volte che chi viene a contatto con le
cosiddette Forze dellordine quando ne esce vivo,
ne esce comunque ferito sia fisicamente sia nella dignit, ogni cittadino, qualsiasi reato abbia commesso
e rimane un essere umano prima di tutto e come tale
va trattato.
Lo abbiamo visto negli anni e lo vediamo tuttora nelle nostre piazze quanto il livello di repressione e violenza aumenti, nessun cittadino pi sicuro di fronte
a questi picchiatori travestiti da forze dellordine.
Non sono nuove le scene di gruppi di poliziotti che
picchiano uno studente, un operaio o un pensionato,
sempre con il panico perch gli altri lavorano con il
panico. Non si pu girare per la linea con la faccia
rilassata, non devi sorridere; nelle otto ore devi stare
sempre in panico, triste, in tensione. Uno che non sa
lavorare o che non ha malizia sempre in difficolt, nonostante lui lavori, nonostante ci metta anima e
cuore nel lavoro, sempre in difficolt.
OCC: Antonio prima diceva che ci sarebbero delle
osservazioni da fare sulla sicurezza; cosa mi dite?
Alberto: formalmente sembra tutto a posto, noi prendiamo visione delle norme e firmiamo delle carte; chi
si muove per l'officina deve viaggiare a norma, rispettare la segnaletica e tutto quanto previsto. Poi
succede che ti senti i capi gridare dietro che bisogna
muoversi, che arranchiamo, che non ci stiamo dentro
con i tempi. Allora vedi che la gente sotto pressione
non pu rispettare i limiti della velocit consentita.
Ci sincrocia, si rischia per non farsi urlare dietro dai
capi.
OCC: che differenze ci sono rispetto al modo di lavorare che c'era a Mirafiori?
Antonio: uhm, Mirafiori era l'America! Io riuscivo
ad autogestirmi il lavoro, a rispettare i miei compiti
e a prendermi del tempo per respirare, per fumare o
prendermi un caff. Quando c'era qualche cambiamento e non ce la facevo se il lavoro era tanto, contestavo i nuovi tempi, provocavo delle fermate. Veniva
il capo a controllare che non facessi il furbo, mi rivolgevo al delegato che chiamava quello dei tempi che
controllava, verificava.
In Maserati non esiste quello dei tempi. Il capo ti
dice: Devi fare da qui fino in fondo, ce la fanno
tutti, devi farcela anche tu e se vedi che il tuo collega in difficolt gli dai una mano, devi pensare
che qui siamo un gruppo, non puoi pensare di farti i cazzi tuoi. Non esiste poter pensare la linea
ferma, vado a prendermi un caff perch subito ti
trovano qualcosa da fare: Vieni che c' un camion
da scaricare, che poi non il mio lavoro, io qui non
ho un mio lavoro. A Mirafiori potevo dire che avevo
un mio lavoro. Se la linea si ferma, non colpa mia,
LOTTA CONTINUA - 6
Laltra storia
Recensione
IL SANGUE POLITICO
7 - LOTTA CONTINUA
Recensione
e a finestra c la morti
Pinelli: chi cera quella notte
(Segue da pagina 6)
IL SANGUE POLITICO
Storia di cinque anarchici e di un dossier scomparso
democratica il 1 novembre 1970 fece
uscire un pezzo dal titolo Luttuose
coincidenze nel quale vennero resi
noti importanti particolari sul caso
venuti fuori dalla inchiesta dei compagni. (...)
Fu Lotta Continua a mettere in relazione le due stragi ( il deragliamento
del treno a Gioia Tauro e lincidente di
Ferentino). Parlando della disgrazia
di Ferentino rivel che Casile stava
conducendo indagini sulle attivit dei
fascisti in Calabria e aveva le prove
che il deragliamento della Freccia del
Sud era dovuto a un attentato. [Il
sangue politico].
Il libro di Nicoletta Orlandi Posti ha il
merito di situare questi eventi nel contesto storico del tempo, mettendo in relazione le trame della repressione con
lavanzare dei movimenti, collocando lassassinio dei cinque compagni
allinterno delle strategie dello Stato e
dei suoi apparati mossi dalla necessit
di arginare il flusso delle lotte.
di Pinelli, Caizzi forse, ma DAmbrosio certamente, hanno interrogato tutti i dirigenti, i funzionari, gli agenti,
i giornalisti presenti nella Questura
milanese ma lomert stata assoluta,
nessuno ha fatto i nomi, o ha minimamente accennato alla presenza degli
uomini dellUAR, come nulla emerger poi nel processo Calabresi Baldelli.
Cosa cera e ancora c di tanto grave
da nascondere?
Questa omert pi rivelatrice di tanti indizi e ipotesi che sono state fatte
sui meccanismi che hanno governato
gli eventi di piazza Fontana e tutta la
strategia della tensione. Gli omertosi funzionari di Milano sono gli stessi che hanno testimoniato al processo
Calabresi-Baldelli-Lotta Continua.
Qual era la funzione dei ragazzi
dellUfficio Affari Riservati?
Con questo interrogativo giungiamo al
punto pi importante di questo saggio
su Pinelli. La pista anarchica stata
imposta da Roma; la testimonianza del
commissario di polizia Antonio Pagnozzi ha rilevato come vi fosse una
pista prefabbricata non a Milano allorch, da Roma, pervenne la comunicazione che era stato Valpreda a portare
la valigia con lesplosivo. E ancora
Carlucci, funzionario dellUAR: I
nomi di Pinelli e Valpreda erano stati
segnalati subito.
Come ha osservato Saverio Ferrari nella sua recensione al libro: Tutto era
stato deciso. Non era stata, questo s,
programmata la defenestrazione di Pinelli.
Il piano predisposto prima con le bombe del 25 aprile e sui treni nellestate
del 69 e poi con quelle del 12 dicembre si scontrato contro due ostacoli:
uno personale e uno collettivo. Pinelli
stato quel granello di sabbia che
ha inceppato il meccanismo, la sua intelligenza politica gli ha consentito di
resistere ai tranelli predisposti negli
interrogatori, pagando con la vita. Il
movimento di massa, lazione di controinformazione hanno fatto il resto.
Il libro di Fuga e Maltini scava in
modo puntuale su molti aspetti di quegli eventi, chiarendo i meccanismi di
funzionamento della rete della controrivoluzione messa in piedi dallo
Stato e dai suoi apparati. A questo proposito vogliamo sottolineare un altro
punto importante di condivisione nei
confronti dei due autori e di dissenso
verso chi adotta il concetto di servizi
deviati.
Dimentichiamoci che lUfficio Affari
Riservati sia stato, allora n mai, una
struttura deviata, concetto evidentemente privo di senso e tantomeno fu un
corpo separato, altro evidente non
senso. Gli Affari Riservati furono una
struttura coperta ma istituzionale
dello Stato italiano. I servizi segreti si
chiamano cos perch sono segreti ai
cittadini, non ai vertici e nessuno Stato al mondo consente ai suoi servizi di
deviare dai compiti cui sono delegati ( Fuga Maltini).
Le bombe del 69 mettono in campo un
meccanismo che si ripetuto pi volte.
Le trame della strategia della tensione
seguono sempre lo stesso modello che
vede una struttura chiaramente individuabile, con un cervello politico (il
potere democristiano e i suoi pi fedeli alleati), un centro organizzativo
(lUAR, il Sid), un braccio esecutivo
armato (i fascisti di Ordine Nuovo e
Avanguardia Nazionale).
LOTTA CONTINUA - 8
Nuove povert
familiare. Una famiglia spende in media 180 euro mensili per utenze (riscaldamento, gas, acqua, elettricit) e condominio, cui vanno aggiunti telefono,
nettezza urbana, altri servizi, laffitto o
le rate del mutuo. La quota di abitazioni in affitto, inferiore al 20%, pone lItalia a uno dei posti pi bassi dEuropa
(24,3% nellEU27 e 28,9% nellEU15)
anche per la quantit di abitazioni di
edilizia pubblica: 4% contro una media europea del 20%. Nel 2008 sono
risultate proprietarie dellabitazione in
cui vivono 16,9 milioni di famiglie residenti, il 68,5% del totale, mentre 4,
7 milioni, il 18,9%, sono in affitto; 3,1
milioni (12,6%) dispongono di unabitazione in usufrutto o a titolo gratuito.
Ma le spese di gestione dei grandi condomini urbani sono diventate un problema anche per i proprietari che non
hanno un mutuo in corso. Di solito, in
un contesto cittadino normale, le spese
di gestione di un appartamento medio
arrivano tranquillamente a situarsi fra
i 400 e i 500 euro mensili. E sono destinate ad aumentare. Con stipendi che
oscillano attorno ai 1.000 euro, ma non
sono pi sicuri perch il lavoro diventa
sempre pi precario, le spese non sono
pi sostenibili.
I conti non possono tornare; anche perch la ripresa e la crescita non decolleranno. Fin qui si creduto che ogni
innovazione che distrugge posti di lavoro in un settore ne crea molti altri in
campi diversi, spesso nuovi: il motore a vapore ha lasciato disoccupati gli
stallieri, ma ha fatto nascere lindustria
ferroviaria. E gli Stati Uniti, prima dello tsunami finanziario del 2008, erano
arrivati quasi alla piena occupazione
anche con unagricoltura ormai tutta
meccanizzata.
Ma ora la vecchia regola delleconomia classica secondo la quale in uneconomia in cui aumenta la produttivit
crescono anche i posti di lavoro non
vale pi. in atto quello che molti economisti chiamano un grande sdoppiamento: il lavoro digitale sostituisce
quello umano senza produrne, necessariamente, dellaltro.
Siamo arrivati alla fine dellera del
progresso: le innovazioni che hanno
originato la rivoluzione industriale e
lesplosione del benessere hanno avuto un impatto moltiplicatore sul mondo
del lavoro ben diverso da quello delleconomia digitale. E non sono ripetibili: la lampadina di Edison ha portato
allelettrificazione, agli ascensori, alle
lavatrici e a mille altre applicazioni
industriali e domestiche. Ma londa
finita con le grandi innovazioni della
met del secolo scorso: la televisione,
il trasporto aereo, le autostrade, laria
condizionata. Poi ci siamo fermati:
solo una volta nella storia si passa dai
10 chilometri allora di un cavallo ai
900 di un Boeing. I jet di oggi volano alla stessa velocit di quelli di oltre
mezzo secolo fa: rassegniamoci alla
fine delleffetto magico che linnovazione ha prodotto sulleconomia per
quasi 200 anni. Lillusione dello sviluppo infinito svanita nel nulla.
Perch, dice il trito adagio, la povert
diminuir grazie alla crescita (parola
ormai quasi magica): fateci lavorare,
dateci credito, gridano le grandi e piccole imprese, e ricominceremo ad assumere. Eppure, la delocalizzazione non
solo una "moda" ma una necessit,
9 - LOTTA CONTINUA
Reportage Internazionale
LOTTA CONTINUA - 10
Ecos en el viento
prefetto di Madrid, sotto accusa per abusi nellutilizzo di unit speciali di polizia nella repressione dei
movimenti); tutto ci molto utile per i patti sociali
o i Patti di Stato.
Al contrario, lo Stato un organo di dominio di classe fondamentale per il mantenimento delle relazioni
di oppressione che sostengono il sistema capitalista;
lo Stato borghese , senza alcun dubbio, una dittatura permanente di una minoranza sulla maggioranza
lavoratrice, indipendente mente dalla forma che assume.
La divisione funzionale classica fra apparato ideologico e apparato repressivo dello Stato utile, ma conviene tenere sempre a mente che esiste una relazione
decisiva tra lideologia dominante e la violenza repressiva e tenere conto della sua natura dinamica; la
totalit dello Stato in permanente azione repressiva, cambiano solo lintensit o le caratteristiche delle
fasi repressive (sia come quantit, sia come qualit
repressiva), che evolvono e si adattano secondo il
contesto e la lotta.
Lo Stato pi oppressore quello che non ha bisogno
di rendere esplicita la sua repressione e la repressione
che non si vede la pi efficace; la cosa migliore, per
la borghesia, mantenere il controllo sociale con grado minimo di violenza repressiva, per questo le forme di governo pi utili sono storicamente state i regimi costituzionali borghesi. Altre forme di Stato che
impiegano massicciamente la forza repressiva, quali
il fascismo o, le dittature militari, sono state adottate
solo come ultima risorsa dalle borghesie pi deboli
e recenti; la classe borghese pi antica e potente nei
suoi ambiti socioeconomici, come quella del Regno
Unito o degli USA, non ha finora mai avuto la necessit di ricorrere a tali misure. La necessit delluso
generalizzato della violenza repressiva da parte della
classe dominante rivela una diminuzione del controllo che essa esercita sulla societ.
essenziale interiorizzare che la repressione non
mai solo violenza; le forme della repressione possono essere rese invisibili o essere molto sottili: i micro
machismi sono una dimostrazione di repressione patriarcale contro le donne poco visibile e trasversale a
tutta la societ.
Strategie delloffensiva statale e appunti sul che
fare?
Bench i metodi storicamente utilizzati dalle classi
per mantenere il loro dominio siano innumerevoli,
nellunione inseparabile tra ideologia dominante e
violenza repressiva si possono trovare determinate
strategie generali:
Cancellare dalla memoria collettiva gli elementi che
non siano utili al potere; dalleliminazione delle feste popolari alla manipolazione storica nei centri di
studio, questa stata una strategia fondamentale del
potere costituito per strappare ai popoli la loro memoria di lotta, la loro connessione con le persone che
hanno combattuto in passato. Un popolo senza lingua un popolo senzanima e limperialismo lo sa
bene; questa la logica che ha mosso e muove, nello
Stato spagnolo, loffensiva contro lEuskera (N.d.T.:
lingua basca) o il tentativo di distruzione sistematica
del Gaelico irlandese da parte del potere britannico.
Meccanismi per captare, moderare e integrare nel
sistema aspirazioni e rivendicazioni popolari. Il passaggio di unorganizzazione o di un movimento dalla
lotta contro il sistema alla lotta dal sistema ha storicamente comportato il fatto di finire con il lavorare
per timide riforme di carattere sociale che, alla fine,
portano a giocare il ruolo di uno degli elementi che
sorreggono lordine costituito. Un esempio perfetto
di ci lo possiamo trovare nella traiettoria del PCE,
che ha continuato a ridurre il suo carattere rivoluzionario e di classe: dalle posizioni dellepoca di Jos
Daz e del Fronte Popolare passato attraverso la
resa della legalizzazione, tradendo la bandiera tricolore (N.d.T.: della Repubblica, abolita al termine
della Guerra Civile) per la quale tante e tanti dei suoi
11 - LOTTA CONTINUA
Repressione
Se Marcuse aveva definito la democrazia borghese nei termini di tolleranza repressiva, per indicare un
sistema che tollera il dissenso fino
a che resta nel recinto delle sue regole
e norme, oggi siamo allesasperazione
LOTTA CONTINUA - 12
LA TORTURA DI STATO
ROMPIAMO IL SILENZIO
APPELLO PER LA COSTRUZIONE DI UNA CAMPAGNA NAZIONALE
CONTRO LA REPRESSIONE E LA TORTURA DI STATO
Il caso Triaca e la continuit della tortura negli apparati repressivi di Stato.
Lo scorso 18 giugno la Corte dappello di Perugia ha accolto listanza di revisione del processo che nel 1978 vide condannato per calunnia Enrico Triaca
dopo che questi, arrestato il 17 maggio dello stesso anno nel corso delle indagini sul caso Moro, denunci di aver subito torture fisiche e psicologiche
fin dalle prime ore che seguirono la sua cattura. Il prossimo 15 ottobre, dunque, saranno chiamati a testimoniare personaggi chiave che hanno ricostruito
o custodito le confidenze di Nicola Ciocia, alias Professor De Tormentis - capo della squadra di aguzzini alle dirette dipendenze del Ministero degli
Interni, istituita per estorcere confessioni ai militanti delle Br nel pieno della guerra civile che si combatteva in Italia alla fine degli anni 70. In calce
a queste brevi righe abbiamo selezionato una piccola bibliografia che vuole essere in grado, seppur sommariamente, di ricostruire la vicenda di Enrico
Triaca: lobiettivo che ci prefiggiamo , infatti, anche quello di riscostruire in maniera pubblica e collettiva una storia che stata volutamente sepolta
nel dimenticatoio della storia italiana per oltre 35 anni. Ciononostante, non solo la vicenda di Triaca in s a spingerci a scrivere e diffondere questo
appello. Crediamo infatti che oggi, nei giorni in cui si fa forte nella sinistra antagonista la discussione pubblica sullamnistia e sullintroduzione del
reato di tortura nel nostro ordinamento penale, sia doveroso non lasciare taciute le evidenti connessioni che legano la repressione di Stato odierna alla
sistematica opera di distruzione, nei decenni 70-80, dei tentativi rivoluzionari e di tutte le esperienze politiche che portarono a un livello senza precedenti lo scontro di classe nellItalia postbellica. Seppur con intensit differenti e direttamente proporzionali alle forze messe in campo dal movimento
di classe, lo Stato ha agito una strategia di annientamento delle forze politiche e sociali che hanno provato a invertire e sovvertire i rapporti di forza nel
nostro paese. Una strategia giocata senza esclusione di colpi, ricorrendo alla violenza politica e alla tortura, andando ben oltre i limiti consentiti dalle
leggi democratiche, con buona pace della litania che ci propinano da decenni sulla vittoria legale dello Stato nella guerra contro il terrorismo.
Il caso Triaca assume quindi una forte valenza simbolica, sineddotica: da un lato grimaldello per fare opera di memoria su quanto accaduto in Italia ai
militanti politici tra il 78 e l82, dallaltro spiraglio per aprire un dibattito storicizzante sulle lotte degli anni70, senza tab e rischi di astrazioni decontestualizzanti volte a perimetrarne la portata e screditare con sommario arbitrio le esperienze rivoluzionarie che ne furono avanguardie.