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FACOLTA’ DI ECONOMIA

DIPARTIMENTO DI ECONOMIA AZIENDALE

L’ANALISI DEL PUNTO DI PAREGGIO

(Slides ad uso esclusivo degli studenti)

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L’ANALISI COSTI-VOLUMI-RISULTATI
(BREAK-EVEN ANALYSIS)

L’analisi Costi-volumi-risultati permette di quantificare il volume di


attività necessario per ottenere l’uguaglianza tra costi totali e ricavi totali.
In corrispondenza di tale volume, quindi, l’impresa presenta un utile zero.

Calcolo del Break Even Point (BEP) con il metodo dell’equazione


economica:

Q = quantità prodotta e venduta


P = prezzo unitario di vendita
Cv = costo variabile unitario
CF = costi fissi totali
Rn = risultato netto (reddito)

RT = CT

(P * Q) = (Cv * Q) + CF

(P * Q) – (Cv * Q) = CF

Q = CF / (P – Cv)

P – Cv = Margine di contribuzione unitario

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Calcolo del punto di pareggio in termini di fatturato (fatturato di
equilibrio)

Poniamo:

ß = Cv / p

(incidenza del costo variabile unitario sul prezzo)

I costi variabili totali possono essere pertanto determinati nel modo


seguente:

CVTot. = ß x RT

Sapendo che:

CT = RT
CVTot. + CF = RT

ß x RT + CF = RT

RT = CF / (1 - ß )

Ove (1 - ß ) costituisce l’incidenza del margine di contribuzione sul


prezzo. Infatti:

Cv ( p − Cv)
1− =
p p

Il punto di pareggio può essere individuato anche con il metodo grafico,


che porta alla costruzione del diagramma di redditività

RAPPRESENTAZIONE GRAFICA DEI COSTI VARIABILI


TOTALI
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COSTI TOTALI
VARIABILI

Il costo variabile totale (Cv) è uguale al costo variabile per unità di


prodotto (Cvu) per la quantità prodotta e venduta.

CV = Cvu * Q

La pendenza della retta (angolo α) è proporzionale al costo variabile


unitario.

α ≡ Cvu

Se aumenta il costo variabile unitario (Cvu) aumenta anche la pendenza


della retta (angolo α)

Esempi di costi variabili:


 costo manodopera diretta;
 costo dei materiali diretti (materie prime, componenti);
 costi delle lavorazioni esterne;
 costi di energia elettrica del macchinario;
 costi delle provvigioni;
 costi dei trasporti

RAPPRESENTAZIONE GRAFICA DEI COSTI FISSI


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COSTI
FISSI

I COSTI FISSI SONO QUEI COSTI CHE NON VARIANO AL VARIARE


DELLA QUANTITA’ PRODOTTA E VENDUTA.

Esempi di costi FISSI:


Quote di ammortamento;
affitti e canoni;
costi di struttura (stipendi tecnici, commerciali e amministrativi, spese
varie)

Esiste anche una terza di classe di costi denominata costi semivariabili (o


semifissi): sono quei costi che non possono essere considerati né
totalmente variabili, né totalmente fissi.
Esempi di costi semivariabili:
 costi dell’energia;
 costi di alcuni stipendi e salari (una parte fissa, l’altra parte legata alle
quantità prodotte o vendute)

Nella pratica:
• si considerano totalmente fissi o variabili, a seconda della
preponderanza dell’una o dell’altra parte;
• oppure la parte fissa viene separata da quella variabile.

RAPPRESENTAZIONE GRAFICA DEI RICAVI


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Ricavi

La pendenza della retta (angolo ß) è proporzionale al prezzo di vendita

ß≡P
Se aumenta il prezzo aumenta anche la pendenza della retta.

SOMMANDO IL GRAFICO DEL RICAVO TOTALE CON QUELLO


DEL COSTO TOTALE OTTENIAMO IL DIGRAMMA DI
REDDITIVITA’:

DIAGRAMMA DI REDDITIVITA'
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Rt, Ct Utile

t a le
o to tale
v to t o
ica Cos
R

rd ita
Pe

Q1 Q *
Q2 Q

IL PUNTO IN CUI LA RETTA DEI RICAVI INCONTRA LA RETTA DEI


COSTI TOTALE INDIVIDUA IL PUNTO DI PAREGGIO (Q*) (BREAK-
EVEN POINT) E CIOE’:

LA QUANTITA’ CHE OCCORRE PRODURRE E VENDERE PER


ANDARE IN PAREGGIO (OSSIA NON OTTENERE UN UTILE MA
NEMMENO SUBIRE UNA PERDITA).

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IPOTESI SEMPLIFICATRICI ALLA BASE DELL’ANALISI
COSTI-VOLUMI-RISULTATI

IPOTESI GENERALI

1. Il prezzo è costante;

2. Q venduta = Q prodotta (scorte pari a zero)

3. Analisi svolta nel breve periodo

4. Capacità produttiva data

5. Costanza delle decisioni manageriali

IPOTESI SUL COMPORTAMENTO DEI COSTI

1. I costi hanno come unica determinante (cost driver) il volume di


produzione;

2. Il costo variabile unitario è direttamente proporzionale alla quantità


prodotta.

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CALCOLO DEL B.E.P.

Calcoliamo di seguito il punto di pareggio, sia in termini di volumi che di


fatturato, sulla base dei dati seguenti:

prezzo = 5,2

cv = 2,1

CF = 46.481,1

1° metodo : equazione economica

2,1 * Q + 46.481,1 = 5,2 * Q

Q* = 46.481,1 / 5,2 – 2,1 = 15.000

RT = p * Q = 15.000 * 5,2 = 77.468,5 (fatturato di equilibrio)

2° metodo : bep fatturato

ß = Cv / p = 2,1 /5,2 = 0,40

CVT = 0,40 * RT

Pertanto:

0,40 * RT + 46.481,1 = RT

46.481,1
RT = = 77.468,5
(1 – 0,40)

Q* = RT / p = 77.468,5/ 5,2 = 15.000

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3° metodo: rappresentazione grafica

RETTA DEI RICAVI

RT = 5,2 * Q

SE Q = 0, RT = 0
SE Q = 10.000, RT = 52.000

RETTA DEI COSTI

CT = 2,1 * Q + 46.481,1

SE Q = 0, CT = 46.481,1
SE Q = 10.000, CT= 2,1*10.000+46.481,1 = 67.481

RT, RT
Ctot.

Ctot.

77.468,5
67.481

52.000

46.481,1

10.000 15.000 (Q*) Quantità

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CALCOLO DEL B.E.P. NELLE AZIENDE MULTIPRODOTTO

A B C
Prezzo 20 10 5
Cvunitario 15 6 2
Mix di fatturato 60% 30% 10%
Costi fissi = 693.000
Costi fissi Costi fissi
RT = =
(1 – ß) Mc/p

Posto αj la quota di fatturato del prodotto jesimo, avremo:

CF
RT =
∑nj=1 αj (mcj/pj)

Pertanto, il denominatore del suddetto rapporto sarà determinato nel modo


seguente:

∑nj=1 αj (mcj/pj) = [(20 – 15)/20] * 60% + [(10 – 6)/10] * 30% + [(5 – 2)/5] * 10%

= 33% (ovvero, 0,33. Si tratta della media ponderata del peso del margine di
contribuzione dei diversi prodotti sul prezzo)

Una volta calcolato il denominatore è possibile utilizzarlo per il calcolo di RT:

RT = 693.000 / 0,33 = 2.100.000 Fatturato in cui si ha il punto di


pareggio

Riferiamo tale fatturato ai singoli prodotti:

2.100.000:
x 60% = 1.260.000 (prodotto A)
x 30% = 630.000 (prodotto B)
x 10% = 210.000 (prodotto C)
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Per determinare le quantità da produrre dei singoli prodotti per raggiungere
una situazione di pareggio occorre semplicemente dividere il fatturato per
il prezzo.

Pertanto:

1.260.000 / 20 = 63.000 unità di A

630.000 / 10 = 63.000 unità di B

210.000 / 5 = 42.000 unità di C

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GRADO DI LEVA OPERATIVA

MdC MdC
G.L.O. = =
MdC − CF UTILE

DOVE:

MdC = Margine di Contribuzione totale, dato da (p-Cvu)*Q


Q = Quantità prodotta e venduta
CF = Costi fissi

Nel caso in cui i costi fissi sono nulli o comunque trascurabili, il g.l.o.
assume valore pari ad 1. Infatti:

( p − CVu ) * Q
G.L.O. = =1
( p − CVu ) * Q

Ciò significa che per aumentare gli utili, ad esempio, del 10% è sufficiente
aumentare le quantità prodotte e vendute del 10%.

Se invece il costo fisso non è trascurabile allora lo sforzo che si deve fare
in termini di aumento della quantità prodotta e venduta per aumentare gli
utili del 10% è molto maggiore.

CALCOLO GRADO DI LEVA OPERATIVA

Costi fissi = 0
Prezzo unitario (P) = 77.4 euro
Costo variabile unitario (Cvu) = 51,6 euro
Margine di contribuzione unitario (MdCu) = p – Cvu = (77,4 – 51,6) = 25,8
Quantità prodotta e venduta = 10.000 unità
Allora:
Margine di contribuzione totale (MdC) = MdCu * Q = 25,8 * 10.000 =
258.000
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Utile = Mdc – CF = 258.000 – 0 = 258.000

Ne deriva che:
per aumentare l’utile di 25.800 (10%) è necessario aumentare la quantità
prodotta e venduta (Q) del 10% (ossia 10% in più di 10.000, pari a 1.000
unità aggiuntive).

Se invece:

Costi fissi = 129.114 euro


Prezzo unitario (P) = 77.4 euro
Costo variabile unitario (Cvu) = 51,6 euro
Margine di contribuzione unitario (MdCu) = p – Cvu = (77,4 – 51,6) = 25,8
Quantità prodotta e venduta = 10.000 unità
Allora:
Margine di contribuzione totale (MdC) = MdCu * Q = 25,8 * 10.000 =
258.000

258.000
G.L.O. = =2
( 258.000 − 129.114)

Utile = 129.114

Ne deriva che:
per raggiungere l’obiettivo di utile dell’esempio precedente (25.800 +
258.000 = 283.800) non devo aumentare la quantità prodotta e venduta del
10% bensì del 60%. Infatti, per ottenere un utile di 283.800 euro devo
produrre e vendere 16.004 unità contro le 10.000 iniziali (+60%).

Infatti:

RT - CF - Cvtot= 283.800

(77,4 * Q) - 129.114 - (51,6 * Q) = 283.800


Q ( 77,4 - 51,6) = 283.800 + 129.114
Q = 16.004 unità

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COME POSSONO LE IMPRESE AUMENTARE IL RISULTATO
ECONOMICO A PARITA' DI CAPACITA' PRODUTTIVA?

 spostando verso SINISTRA il punto di pareggio. In altri termini, è


necessario aumentare il MARGINE DI SICUREZZA.
Per MARGINE DI SICUREZZA si intende la differenza tra la quantità
massima realizzabile dall'impresa (massimo sfruttamento della capacità
produttiva) e la quantità di equilibrio.

COME POSSO SPOSTARE VERSO SINISTRA IL PUNTO DI


PAREGGIO?

Posso agire a livello di:

1. prezzi;
2. costi variabili unitari
3. costi fissi

AUMENTO DEI PREZZI

Aumentando i prezzi, il punto di pareggio si sposta verso sinistra ed


aumenta anche il margine di sicurezza (aumenta l'inclinazione della retta
dei ricavi totali).
Prima di agire in questo senso, tuttavia, l'impresa deve verificare
attentamente le conseguenze dal lato della domanda. Ovviamente, le
conseguenze di un aumento di prezzo sulle quantità vendute saranno tanto
maggiori tanto più alta è l'elasticità della domanda al prezzo.

La svalutazione dell'euro può significare un aumento dei prezzi per le


imprese esportatrici; tale aumento tuttavia non dipende dall'impresa e non
può durare all'infinito. Inoltre, ciò potrebbe comportare anche un aumento
del costo delle materie prime. In questo caso, l'effetto a livello dei profitti
potrebbe essere trascurabile se non nullo.

Un aumento dei prezzi deve essere considerata una azione critica, da


attuarsi soltanto se abbinata ad altri interventi rivolti a fare percepire al
cliente un miglioramento dell'offerta, sotto uno o più aspetti.
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Esempi in questo senso sono rappresentati da:
innalzamento della qualità del prodotto;
aumento del contenuto di servizio offerto (rapidità di intervento,
garanzie, ecc.);
ecc.

AZIONE SUI COSTI VARIABILI UNITARI

Una riduzione del costo variabile unitario comporta, a parità di condizioni,


uno spostamento verso sinistra del punto di pareggio e anche un aumento
del margine di sicurezza (diminuisce la pendenza della retta dei costi
variabili totali).

L'obiettivo è dunque rappresentato da un aumento del Margine di


Contribuzione unitario senza aumentare i prezzi.

MdCu = Prezzo - Cvu

Azioni che si possono attuare per ottenere una riduzione del Cvu:

 Semplificare i prodotti e unificare i componenti: l'obiettivo è quello di


unificare tutto ciò che non si vede e che non contribuisce ad aumentare
la differenza percepita dal consumatore fra i vari prodotti (es. motore
FIRE, Batterie, ecc.). Attraverso l'attuazione di questo intervento
l'impresa aumenta le quantità utilizzate del singolo componente. In
questo modo è possibile ottenere dei vantaggi economici nell'acquisto
(sconti di quantità), oltre che ridurre il numero di voci gestite nel
processo produttivo.
 Revisione critica dei materiali: l'impresa deve verificare se può
raggiungere gli stessi standard di qualità ed affidabilità con materiali
diversi da quelli fino ad ora utilizzati meno costosi. In altri termini,
l'impresa deve sempre cercare di migliorare il valore del prodotto, dato
dal rapporto tra prestazioni e costo.
 Diminuzione degli scarti: l'impresa deve sempre tenere presente che il
costo della non qualità è superiore al costo della qualità.
 Recuperare gli "sfridi" di lavorazione: gli sfridi sono gli scarti di
produzione ossia il materiale che di solito le imprese buttano via perché
privo di utilità. Le imprese che hanno saputo individuare modalità di
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utilizzo di tali sfridi sono state ricompensate da ritorni economici non
trascurabili. Esempio, imprese tessili pratesi, che hanno saputo
utilizzare gli stracci prodotti insieme alla produzione vera e propria;
altro esempio, alcune imprese di mobili impiegano lo sfrido (in questo
caso, il truciolo di legno) per alimentare la centrale energetica.

AZIONE SUI COSTI FISSI

Una riduzione del volume di costi fissi comporta uno spostamento verso
sinistra del punto di pareggio.
L'impresa deve dunque verificare se esiste l'effettiva possibilità di contrarre
il volume dei costi fissi. Questi ultimi, essendo generati dalla struttura,
sono nella realtà, in genere, difficilmente comprimibili. Semmai è
pensabile ad un migliore sfruttamento della struttura stessa, al fine di
aumentare i ritorni economici.

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