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Criteri di dimensionamento delle Fognature Nere

Le fognature nere vengono dimensionate per le massime portate di


tempo asciutto che si prevede e si stima si verificheranno negli N anni di
funzionamento della fognatura.
Fatte salve le incertezze insite nella determinazione delle massime portate
di tempo asciutto, per le fognature nere `e nullo il rischio di
insufficienza (probabilit`a che durante la vita utile delle opere si possano
verificare portate maggiori di quelle di progetto).
Nelle fognature nere perci`o il moto dovrebbe avvenire sempre a pelo
libero e i franchi idraulici di progetto dovrebbero sempre essere garantiti
per lintero periodo di esercizio delle opere progettate.
NOTA: in queste assunzioni progettuali non `e ovviamente contemplato
linsorgere di altre cause di malfunzionamento delle fognature, non
strettamente connesse al dimensionamento, ad esempio le ostruzioni.
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C.3 - Fognature pluviali: le piogge di progetto

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Criteri di dimensionamento delle Fognature pluviali (I)


Per ragioni tecnico-economiche, le fognature pluviali vengono dimensionate
accettando a priori un rischio di insufficienza non nullo, ovvero accettando che
durante gli N anni di esercizio della fognatura si possano verificare portate di
origine meteorica di entit`a superiore rispetto alle portate di progetto (per le
quali si dimensiona la fognatura prevedendo il moto a pelo libero, e garantendo
gli opportuni franchi idraulici).
Quando e se accadranno eventi meteorici particolarmente critici da dare origine
a portate maggiori di quelle assunte in fase di progetto, si potranno verificare,
durante lesercizio della fognatura, le seguenti condizioni:
funzionamento di tratti di fognatura in pressione anzich`e a pelo libero
la fognatura pu`
o non essere in grado di far defluire lintera portata pluviale
allagamenti della sede stradale, dei sottopassaggi, di locali e garages
interrati, seminterrati e talvolta a piano terra.
Queste situazioni vengono definite di insufficienza o crisi della fognatura.
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C.3 - Fognature pluviali: le piogge di progetto

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Criteri di dimensionamento delle Fognature pluviali (II)

La scelta delle portate di progetto dovrebbe essere il risultato di una analisi


costi benefici (intesi sia come benefici sociali e ambientali, che come danni
economici evitati). Ovviamente, aumentando la portata di progetto:
5 diminuisce il rischio di insufficienza e crisi della fognatura
5 diminuisce la frequenza delle situazioni di crisi della fognatura
5 diminuiscono i danni economici ed ambientali provocati dalle esondazioni
5 diminuiscono i disagi sociali per la popolazione
4 aumentano le dimensioni ed i costi di costruzione delle opere
4 aumentano le interferenze con le strutture viarie ed il territorio urbanizzato
La frequenza delle insufficienze o crisi della fognatura viene caratterizzata
attraverso il tempo di ritorno T associato alla portata di progetto, ovvero il
numero di anni che in media trascorre fra eventi che danno origine a portate
pluviali maggiori della portata di progetto.

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Tempi di ritorno nei sistemi di drenaggio urbano


Tempi di ritorno
T [anni]
15

5 10

10 20

20 100

Condotti fognari e vie dacqua superficiali


Condotti fognari la cui insufficienza determini scorrimenti
idrici superficiali non pericolosi e con possibilit`a di
smaltimento alternativo agevole verso recapiti esterni
(aree verdi e/o corpi idrici ricettori)
Condotti fognari la cui insufficienza determini scorrimenti
idrici superficiali e/o allagamenti aventi carattere di
entit`a e pericolosit`a non altrimenti eliminabile
Condotti fognari situati in siti pianeggianti di naturale
confuenza delle acque meteoriche, privi di possibilit`a di
smaltimento alternativo delle stesse e la cui insufficienza
determini situazioni pericolose
Vie superficiali di convogliamento delle acque meteoriche
eccedenti la capacit`a idraulica delle fognature, in siti
urbanizzati in cui lallagamento provochi danni
inaccettabili agli insediamenti

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Criteri di dimensionamento delle Fognature pluviali (III)


P(Q) = probabilit`a di non superamento: probabilit`a che il massimo annuo
di portata pluviale sia minore o uguale alla portata di progetto Q
1 P(Q) = probabilit`a di superamento (probabilit`
a di insufficienza):
probabilit`a che il massimo annuo di portata pluviale sia maggiore della
portata di progetto Q
T = tempo di ritorno medio di uninsufficienza:
T =

1
1 P(Q)

P(Q) = 1

1
T

RN = rischio di insufficienza negli N anni di esercizio della fognatura,


ovvero la probabilit`a che si verifichi almeno una insufficienza durante la
vita tecnica dellopera:


1
RN = 1 P N = 1 1
T

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N

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Il rischio di insufficienza

N
Alcuni valori del rischio di insufficienza RN = 1 1 T1
(in %) in
funzione della durata N dellopera e del tempo di ritorno T (in anni).
Tempi di ritorno
T [anni]
2
5
10
20
50
100
1000

10
99.90
89.26
65.13
40.13
18.29
9.56
1.00

Durata dellopera N [anni]


20
50
100
100.00
98.85
87.84
64.15
33.24
18.21
1.98

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100.00
100.00
99.48
92.30
63.58
39.42
4.88

100.00
100.00
100.00
99.41
86.74
63.40
9.52

200
100.00
100.00
100.00
100.00
98.24
86.60
18.14

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Portate di progetto dei collettori pluviali


Si stabilisce il tempo di ritorno T .
Per la stima della/delle portate di progetto Q (caratterizzate dal tempo di
ritorno T scelto) occorrerebbe conoscere la funzione di ripartizione delle
massime portate (annue) su ogni tratta della rete di drenaggio.
Q

P(Q)

P(Q)
1

1/T

11/T
0
1
0
1
0
1
1
0 0
1
1
1 0
0
0
1

1
0
0
1
1
1 0
0
0
1
1
0
1
0
1
10
0
1
0
10
1
0
10
0
1
0
1
0
11
0
1
0
0
1
0
01
1
0
01
1
0
1
0
1
0
11
0
1
0

Q1 Q2Q3Q4

Q1 Q2 Q3

...

Qi

...

QN

1
N+1

...

i
N+1

...

N
N+1

2
N+1

3
N+1

1
0
1
0

QN

Qi = massimo annuo i-esimo di portata


nella tratta considerata
P(Qi ) = probabilit`
a di non superamento
della portata Qi

Ovviamente, non avendo informazione (misure) sulla distribuzione delle portate


pluviali che potranno defluire sui collettori fognari in progetto, si deve ricorrere
allinformazione pluviometrica.

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Informazioni pluviometriche = stima portate meteoriche


Linformazione pluviometrica `e in genere pi`
u facilmente reperibile e disponibile:
in forma di dati grezzi (serie storiche dei pluviometri situati in prossimit`a
del centro urbano), ma pi`
u spesso in forma gi`a elaborata statisticamente (curve
segnalatrici di possibilit`
a pluviometrica o climatica)
Si utilizzano modelli che rappresentano la trasformazione degli afflussi meteorici
sul bacino urbano in deflussi su ogni tratta della rete di fognatura. Si possono
quindi determinare le portate di progetto, da utilizzare per il dimensionamento,
con due modalit`a (in genere si preferisce la seconda):
Utilizzo di serie storiche (continue) di precipitazione misurate da
pluviometri ad alta risoluzione temporale ubicati in prossimit`a del centro
urbano: gli idrogrammi (continui) ottenuti con una trasformazione
afflussi-deflussi potrebbero essere quindi utilizzati per il dimensionamento
delle tratte con assegnato tempo di ritorno T .
Utilizzo di singoli ietogrami sintetici (detti anche ietogrammi di progetto)
ottenuti dalle curve di possibilit`a pluviometrica e caratterizzati dallo stesso
tempo di ritorno T richiesto per le portate Q di progetto
(dimensionamento) della rete.
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Dimensionamento con ietogrammi sintetici o di progetto

Ipotesi: le portate con tempo di ritorno T siano originate da eventi


meteorici caratterizzati dallo stesso tempo di ritorno T
Si stabilisce il tempo di ritorno T
Si costruisce uno ietogramma sintetico (o di progetto) con tempo di
ritorno T , in genere utilizzando le curve di possibilit`a pluviometrica
si sceglie un modello di trasformazione afflussi-deflussi
per le ipotesi fatte, le portate fornite dal modello sono caratterizzate
anchesse dal tempo di ritorno T
si possono dimensionare i collettori di ogni tratta per tali portate

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Ietogrammi sintetici o ietogrammi di progetto


Gli eventi meteorici reali manifestano una variabilit`a della intensit`a di
precipitazione nello spazio e nel tempo: i(x, y , t).
Le piogge di progetto descrivono in genere molto approssimatamente tale
variabilit`a: le pi`
u semplici rappresentano una pioggia costante nel tempo e nello
spazio.
Le fasi di costruzione di un evento sintetico di pioggia (netta) sono le seguenti:
scelta del tempo di ritorno T
identificazione della curva di possibilit`a climatica valida per larea in esame
scelta del tipo di ietogramma sintetico (che descrive la variabilit`a della
pioggia puntuale nel tempo)
ragguaglio della pioggia puntuale allarea (si mette in conto la variabilit`a
spaziale)
depurazione delle perdite e determinazione della pioggia netta
In genere, uno ietogramma di progetto riesce a riprodurre, con il tempo di
ritorno assegnato, solo alcune o solo una delle caratteristiche di un idrogramma
osservato (intensit`a del picco, volume totale, etc.)
Spesso sono dedotti per una corretta valutazione delle portate al colmo.
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Curve segnalatrici di possibilit`a pluviometrica (o climatica)


h()

T3
T2
T1

i()

T1 < T2 < T3
T3
T2
T1

T1 < T2 < T3
durate

hT ( ) = a(T ) n(T )

durate

iT ( ) = a(T ) n(T )1

a = a(T ) e n = n(T ) sono parametri che dipendono dalle caratteristiche


climatiche del luogo e dal tempo di ritorno T
`e una durata di evento pluviometrico (in genere espresso in ore)
hT ( ) `e laltezza cumulata con tempo di ritorno T degli eventi
pluviometrici di durata (in genere espressa in mm)
iT ( ) `e lintensit`a media con tempo di ritorno T degli eventi pluviometrici
di durata (in genere espressa in mm/h)
T `e il tempo di ritorno: in genere tenuto costante, cosich`e le curve
diventano h( ), i( )
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Curve di possibilit`a pluviometrica: analisi locali e regionali


Le curve segnalatrici di possibilit`a pluviometrica sono in genere ottenute con
lanalisi statistica dei massimi annui di precipitazione cumulata a diverse durate
(es.: 15,30, 45, 1h, 3h, 6h, 12h, 24h) registrati dai pluviografi.
Analisi statistiche locali: le serie storiche vengono elaborate
singolarmente e il risultato di ciascuna analisi si pu`
o considerare valido
nellintorno del pluviometro.
Analisi statistiche regionali: vengono eseguite utilizzando le osservazioni
di pi`
u stazioni che mostrino caratteristiche pluviometriche e climatiche
omogenee. Questa analisi garantisce una stima pi`
u robusta dei parametri,
e permette in genere di estendere i risultati ad intere aree omogenee, anche
se non coperte in ogni punto dalla rete pluviografica.
In Sardegna sono state svolte diverse analisi statistiche di tipo regionale, che
hanno portato ad identificare:
4 zone omogenee (gruppi di stazioni) con la legge di probabilit`a lognormale
3 zone omogenee utilizzando la legge di probabilit`a TCEV
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Ietogrammi di progetto: Ietogramma costante


Rappresenta una pioggia ad intensit`a
costante in tutta la sua durata.

i(t)
tp

Occorre assegnare:
il tempo di ritorno T
la durata della pioggia tp
(durata evento critico)

= dalle curve di possibilit`a pluviometrica valide nel territorio in esame si


deduce lintensit`a media dellevento critico di durata tp e tempo di ritorno T
assegnati. Tale intensit`a viene tenuta costante per tutta la durata dellevento.
` probabilmente il pi`
E
u diffuso per la sua grande semplicit`a, ma presenta i
seguenti limiti:
occorre determinare a priori la durata di pioggia dellevento critico,
lintensit`a `e nulla prima e dopo levento di durata critica, quindi il volume
complessivo risulta sottostimato rispetto agli eventi reali,
non riproduce la variabilit`a ed i picchi di intensit`a durante levento.
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Ietogrammi di progetto: Ietogramma Chicago (I)


(Keifer e Chu, 1957)
Rispetto allo ietogramma costante rappresenta meglio alcune caratteristiche
degli ietogrammi osservati, come la presenza del picco di intensit`a, la
precipitazioni antecedenti e seguenti listante del picco, i volumi totali.
` uno ietogramma non costante che presenta un picco di intensit`a posizionato
E
arbitrariamente allinizio dellevento, alla fine, o in posizione intermedia.
Nello ietogramma Chicago, la massima altezza di precipitazione cumulata su
qualsiasi durata `e sempre pari allaltezza di precipitazione dedotta dalla curva
di possibilit`a pluviometrica per la medesima durata .

i(t)

i(t)

t
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i(t)

t
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t
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Ietogrammi di progetto: Ietogramma Chicago (II)


Picco di intensit`a posto allinizio dellevento
Si fissa il tempo di ritorno T e si calcolano i coefficienti della curva di
possibilit`a pluviometrica per la localit`a in esame: a = a(T ) e n = n(T ).
Per ogni durata la precipitazione cumulata h( ) della pioggia sintetica deve
essere pari a quella fornita dalla curva di possibilit`a pluviometrica h( ) = a n :
Z
h( ) =
i(t)dt = a n
0

dove i(t) `e lequazione dello ietogramma Chicago da determinare.


Derivando h( ) rispetto a si ottiene
lequazione dello ietogramma Chicago:

i(t)

i(t) = nat n1
dove ovviamente `e stata sostituita la variabile
con t dopo la derivazione
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Ietogrammi di progetto: Ietogramma Chicago (III)


Picco di intensit`a posto in posizione qualsiasi
Si fissa ancora il tempo di ritorno T e si calcolano i coefficienti della curva di
possibilit`a pluviometrica: a = a(T ) e n = n(T ).
Occorre in questo caso definire la durata tp della pioggia. Keifer e Chu hanno
posto la durata della pioggia pari al tempo di corrivazione. Altri autori
suggeriscono di adottare valori maggiori per non sottostimare i volumi totali.
Si fissa un valore per il parametro r (0 r 1) che rappresenta la posizione
relativa del picco. Il picco di intensit`a sar`a posto ad un tempo rtp dopo
listante di inizio della pioggia (r = 0 picco allinizio della pioggia, r = 1 picco
alla fine della pioggia). Vari autori suggeriscono valori di r fra 0.35 e 0.40;
talvolta si pone r = 0.5 per semplicit`a di calcolo.
Lo ietogramma Chicago ha equazione:
n1
rtp t
i(t) = na
r

n1
t rtp
i(t) = na
1r

i(t)

t < rtp

(prima del picco)

t > rtp

(dopo il picco)

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rtp

tp

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t
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Ragguaglio allarea: coefficienti di riduzione ARF (I)


La precipitazione presenta, oltre che una variabilit`a temporale, anche una
variabilit`a spaziale. In particolare si osserva che gli eventi di precipitazione
mostrano una (o pi`
u) zone di intensa attivit`a meteorica (centro di scroscio): la
precipitazione diminuisce quanto pi`
u ci si allontana dal centro di scroscio.
Per tenere conto (mediando) di questa variabilit`a spaziale della precipitazione,
possiamo introdurre un coefficiente di riduzione (ragguaglio) allarea (Areal
Reduction Factor):
hr (, A)
<1
h( )
h( ) = altezza di precipitazione (puntuale) nel centro di scroscio, in genere
dedotta dalle curve di possibilit`a pluviometrica
hr (, A) = altezza di precipitazione ragguagliata (mediata) su unarea A che
contiene il centro di scroscio (hr (, A) < h( )).
ARF =

Lipotesi implicitamente assunta `e che il centro di scroscio fosse localizzato in


prossimit`a del pluviometro quando questo ha misurato i massimi annui di
precipitazione utilizzati poi per ricavare le curve di possibilit`a pluviometrica.
NOTA: Il ragguaglio allarea non si effettua per aree minori di 1 km2 .
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Ragguaglio allarea: coefficienti di riduzione ARF (II)


Si osserva per il coefficiente di riduzione ARF che:
diminuisce allaumentare dellarea A
aumenta allaumentare della durata della pioggia
si trascura in genere la dipendenza dal tempo di ritorno
Espressioni ricavate a Wallingford
(Inghilterra):

ARF

1 < 2 < 3

3
2
1

ARF = 1 f1 f2
dove:

A
f1 = 0.0394A0.354
f2 = 0.4 0.0208 ln(4.6 ln A)
f2 = 0.4 0.003832(4.6 ln A)2

A < 20km2
20km2 < A < 100km2

`e espresso in ore, A in km2


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Ragguaglio allarea: modifica parametri delle curve di


possibilit`a pluviometrica
Fissato il tempo di ritorno T e si ricavano i coefficienti della curva di
possibilit`a pluviometrica: a = a(T ) e n = n(T ).
Marchetti (1964) ha rielaborato i dati di Columbo ralativi al comprensorio della
citt`a di Milano, ed ha proposto di utilizzare le seguenti correzioni ai coefficienti
a e n:
"

0.4 #
A
a0 = a 1 0.06
100

0.6
A
n0 = n + 0.003
100
Larea A `e espressa in ettari.
Si ottiene cos` la curva di possibilit`a climatica delle altezza ragguagliate di
precipitazione:
0
hr ( ) = a0 n
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Valutazione delle perdite

Di tutta la precipitazione meteorica si vuole determinare la


parte che effettivamente contribuisce al deflusso di piena
(componente veloce della trasformazione afflussi-deflussi).

Dalla precipitazione meteorica (pioggia lorda) sottraiamo:


Intercezione della copertura vegetale (si trascura)
Evaporazione ed evapotraspirazione (si trascura)
Ritenzione nelle depressioni superficiali
Infiltrazione
ed otteniamo la pioggia netta

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Perdite: Metodo percentuale - I


Il metodo percentuale assume le perdite proporzionali allintensit`a di pioggia:
in (t) = i(t)
= coefficiente di afflusso (mantenuto costante nel tempo)
i(t) = ietogramma della pioggia caduta nel bacino (eventualmente gi`a
ragguagliata allarea)
in (t) = ietogramma della pioggia netta (proporzionale ad i)
Il coefficiente di afflusso rappresenta perci`
o il rapporto fra il volume totale di
deflusso di piena ed il volume totale di pioggia caduta nel bacino.
` un metodo molto diffuso per la sua semplicit`a.
E
In particolare, uno ietogramma costante di pioggia lorda viene trasformato in
uno ietogramma, anchesso costante, di pioggia netta.
Esistono tante tabelle nella bibliografia tecnica che forniscono il valore del
coefficiente di afflusso per varie tipologie urbane.
P In condizioni eterogenee si pu`o
calcolare il coefficiente di afflusso medio =
i AP
e il
i /A, dove i `
coefficiente dafflusso dellarea elementare Ai e A =
Ai .
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Perdite: Metodo percentuale - II

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Perdite: Metodo percentuale - III


Alcune formule forniscono il valore del coefficiente di afflusso in funzione
dellaliquota Im delle aree impermeabili (Am ) del bacino effettivamente connesse
alla rete di drenaggio.
Posto A = area totale del bacino, definiamo Im = Am /A.
Wisner & Png (1983):
= 0.2(1 Im ) + 0.9Im
contribuisce al deflusso solo il 20% della pioggia che cade sulle superfici
permeabili ed il 90% di quella che cade su superfici impermeabil.
Il gruppo italiano di Deflussi Urbani ha recentemente proposto (1997)
una formula di struttura analoga, ma meglio calibrata, valida per Im > 0.3:
= perm (1 Im ) + imp Im
T (anni)
<2
210
> 10

perm
0.000.15
0.100.25
0.150.30

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imp
0.600.75
0.650.80
0.700.90

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Perdite per ritenzione nelle depressioni superficiali


Si considerano le quantit`a dacqua necessarie a:
bagnare la superficie scolante (velo dacqua sul terreno o sulle
pavimentazioni soggetto alla tensione superficiale)
riempire gli avvallamenti e le depressioni superficiali
Tipo di superficie
altezza dacqua
sottratta (mm)
Perdite dovute al velo dacqua
(acqua necessaria a bagnare le superfici):
aree impermeabili (tetti, strade asfaltate, marciapiedi)
0.20.5
aree permeabili (giardini, parchi, terreno arabile)
0.22.0
Perdite dovute al riempimento delle depressioni:
aree impermeabili molto lisce
0.20.4
aree impermeabili lisce
0.50.7
aree coperte con scarsa vegetazione, prati, pascoli
0.62.5
aree coperte con densa vegetazione
2.54.0
In genere questi volumi dacqua vengono sottratti allinizio della pioggia di
progetto: nessun deflusso sino al completo riempimento di questi volumi.
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