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IL LEGNO:

LEGNO
Caratteristiche, Propriet &
Impiego

21 Gennaio 2013

FONTE DI APPROVIGGIONAMENTO del LEGNO:


ALBERO
Principali elementi costitutivi di un albero
e loro funzioni

IL LEGNO: CLASSIFICAZIONE
PROVENIENZA

DUREZZA

Climi EUROPEI
pino, abete, quercia, faggio e acero

DURI
mogano, quercia, noce

Climi TROPICALI
ebano, mogano teak

TENERI
abete, pino, betulle, pioppo

BOTANICA

ESSENZA

CONIFERE (gimnosperme, aghifoglie, resinose)


abete, pino, larice, tasso
LATIFOGLIE (angiosperme)
pioppo, tiglio, quercia, faggio
quercia

abete
rosso

UTILIZZO
da COSTRUZIONE
da OPERA
da INDUSTRIA

IL LEGNO: CLASSIFICAZIONE

CLASSIFICAZIONE: PROVENIENZA

CLASSIFICAZIONE: DUREZZA

IL LEGNO: PROPRIET

Caratteristiche CHIMICO-FISICHE

Propriet MECCANICHE

Propriet TECNOLOGICHE

Peso specifico
Igroscopicit
Conducibilit termica
Conducibilit elettrica
Conducibilit acustica

Resistenza a flessione
Resistenza a trazione
Resistenza a compressione
Resistenza a torsione
Durezza

Flessibilit o curvabilit
Elasticit
Fendibilit
Pulibilit

Caratteristiche chimico-fisiche dei Legnami


COLORE: bruno (noce, castagno, quercia)
rossastro (larice, tasso, legni tropicali)
giallo (gelso)
nero (ebano)
DISEGNO (aspetto estetico): condizionato da vari elementi: (e.g. lucentezza, grana e venatura)
che dipendono dal taglio (longitudinale, radiale o trasversale) e dallandamento delle fibre
MASSA VOLUMICA: varia a seconda del tipo di legno e del grado di umidit (quantit d'acqua
contenuta)
TESSITURA: dimensione e distribuzione dei vari elementi cellulari costitutivi (e.g. tessitura fine
e regolare per il bosso; tessitura grossolana ed irregolare per il castagno a crescita non
omogenea).
ODORE: dipende dai componenti volatili dei succhi, degli oli e delle resine, percettibile
solamente quando il legno fresco o pu anche persistere fin dopo la stagionatura.
VENATURA: contrasto di colore o di compattezza dovuto allalternanza delle zone di legno
primaverile e tardivo.
SPECCHIATURA: apparenza lucida dei raggi midollari nelle sezioni radiali (molto cospicue ed
evidenti nel faggio, nelle querce e nel platano)

STRUTTURA

STRUTTURA del LEGNO


esaminata a cinque livelli
1) a livello della struttura del tronco
2) a livello della struttura macroscopica
3) a livello della struttura microscopica
4) a livello della struttura nanoscopica
5) a livello della struttura molecolare

1) Struttura del legno a livello del tronco


possibile distinguere tra 2 macrozone
A) ZONA CORTICALE
CORTECCIA
LIBRO
CAMBIO

B) ZONA INTERNA (o LEGNO propriamente detto)

ALBURNO
DURAME
MIDOLLO

1) Struttura del legno a livello del tronco:


A. ZONA CORTICALE
ad occhio nudo, a seconda della specie legnosa, dallesterno verso linterno:
la CORTECCIA, divisibile in
(A) ESTERNA: sede di larve e parassiti, priva di resistenza
(B) INTERNA (LIBRO): strato di piccolo spessore, formato da
condotti nei quali discende la linfa
il CAMBIO: sottile strato tra corteccia e legno che produce continuamente le nuove cellule che
elaborano i tessuti del libro e dellalburno. riconoscibile solo a livello microscopico

1) Struttura del legno a livello del tronco:


B. ZONA INTERNA o LEGNO
la zona interna o legno comprende dallesterno verso linterno:
la parte principale legnosa, costituita da una componente pi esterna (ALBURNO) e una pi
interna (DURAME) pi o meno distinguibili (legno differenziato o indifferenziato), con gli anelli
di accrescimento, con i raggi midollari e gli altri tessuti
la parte centrale del tronco (MIDOLLO), di scarsa compattezza, di minore consistenza e
daspetto spugnoso: il legno nelle vicinanze del midollo presenta, una resistenza nettamente
inferiore.

SEZIONE di un tronco dalbero


non scortecciato

1) Struttura del legno a livello del tronco

Sezione di un tronco di larice (sinistra) e di abete rosso (destra)

1) Struttura del legno a livello del tronco: ALBURNO


DURAMIFICAZIONE: fenomeni di invecchiamento dei tessuti nellalbero, con conseguente divisione in
ALBURNO
- legno in formazione ricco di linfa e amidi
- circonda il durame
- costituito da cellule vive e fisiologicamente attive
- spessore variabile a seconda dellet e della specie della pianta
- di colore pi chiaro
- poco durevole
- meno resistente del durame alle alterazioni biologiche indotte da funghi ed insetti
- ha funzione conduttrice dellacqua e di immagazzinamento

SEZIONE TRASVERSALE

1) Struttura del legno a livello del tronco: DURAME


DURAME
- parte pi interna perfettamente lignificata
- la sua formazione comincia da una ben determinata ampiezza dellalburno
- costituito da cellule morte
- di colore pi scuro
- pi secco
- pi pesante
- pi duro
- pi difficilmente impregnabile
- maggiore durabilit
- assolve funzione di sostegno
- importante per la rigidezza e la stabilit dellalbero
- parte di solito impiegata per la produzione di legname
Fondamentalmente si distingue tra:
durame DIFFERENZIATO (colorato) OBBLIGATORIAMENTE
immagazzinamento delle sostanze duramificanti nella parete cellulare (simile ad un impregnamento
della parete cellulare)

MAGGIORE RESISTENZA agli attacchi fungini


durame DIFFERENZIATO (colorato) FACOLTATIVAMENTE

immagazzinamento delle sostanze duramificanti sulla parete cellulare


attacchi fungini

SCARSA RESISTENZA agli

1) Struttura del legno a livello del tronco: legno giovanile e maturo (adulto)
legno giovanile
- legno nel suo primo anno di crescita
- situato nella zona centrale del tronco (in genere contenuto nel durame).
- legno dei primi 5-20 anelli daccrescimento di qualsiasi sezione trasversale di un fusto
- negli alberi giovani di specie a rapido accrescimento (elevata percentuale di legno giovanile) il
durame pu presentare caratteristiche inferiori rispetto allalburno

legno maturo
- legno a circa il ventesimo anno di crescita
- graduale miglioramento delle caratteristiche tra il quinto ed il ventesimo anno di crescita
- propriet meccaniche migliori: resistenza e rigidezza maggiori e ritiro assiale minore

Nelle Conifere, il legno giovanile si contraddistingue da quello maturo per le seguenti caratteristiche:
anelli di accrescimento pi ampi
minore massa volumica
resistenza e rigidezza inferiori del 50-70%

2) Struttura del legno a livello macroscopico


Aspetto MACROSCOPICO
(riconoscibile ad occhio nudo o con una lente dingrandimento)

- struttura, disposizione, forma e grandezza dei tessuti o degli insiemi risultanti da diversi tipi
di cellule (da cui risulta laspetto di una specie legnosa)

- i vasi che conducono la linfa greggia (acqua e ioni minerali) sono, per la maggiore parte dei
legni, tanto grandi da essere visibili a livello macroscopico come pori, in sezione trasversale, o
come canali porosi, in sezione longitudinale
- al contrario, la struttura delle singole cellule pu essere osservata solo con un microscopio

2) Struttura del legno a livello macroscopico:


SEZIONI ANATOMICHE PRINCIPALI
- tre sezioni/direzioni anatomiche fondamentali
- tessuto e le cellule differenti a seconda della sezione considerata

3 sezioni del LEGNO


Trasversale: perpendicolare allasse del tronco,
Radiale: sezione che passa per lasse, piano della sezione parallelo allasse del tronco e ai raggi
midollari
Tangenziale: sezione perpendicolare alla sezione radiale, piano della sezione parallelo allasse
del tronco e perpendicolare ai raggi midollari (tangente ad uno degli anelli di accrescimento)

2) Struttura del legno a livello macroscopico:


SEZIONI ANATOMICHE PRINCIPALI
- nella sezione trasversale si pu stimare let dellalbero dal numero degli anelli e dalla loro
ampiezza si pu determinare il ritmo di crescita
- nella sezione radiale si vedono bene le specchiature date dai raggi
- nelle sezioni tangenziali visibili nel legno segato in tavole possibile osservare la venatura del
legno e lalternanza tra zona primaverile e tardiva

2) Struttura del legno a livello macroscopico: ANELLI di ACCRESCIMENTO


Anelli di accrescimento
- si formano in seguito allaccrescimento del fusto per formazione di strati anulari successivi di
legno da parte della zona del cambio, interrotto da periodi di stasi (stagioni fredde)
- diventano visibili perch si formano cellule di differente tipo e dimensione, in numero e
distribuzione differenti, allinizio e verso la fine del periodo di attivit vegetativa
- durante l'inverno, la linfa non scorre, la crescita si ferma e il legno diventa pi' scuro,
consentendo di distinguere facilmente i cerchi annuali.
- lomogeneit del legname dipende dalla regolarit negli anelli annuali (costanza del loro
spessore), conferita dal ritmo di crescita della pianta

tronchi della stessa specie e essenze che crescono in zone diverse


presentano caratteristiche meccaniche e di densit differenti

2) Struttura del legno a livello macroscopico: ANELLI di ACCRESCIMENTO

- lo spessore/ampiezza (larghezza in direzione radiale) dipende dallandamento climatico del


periodo che va dalla primavera allestate, dalla specie legnosa, dal terreno, dallaltitudine,
dallet dellalbero, da danneggiamenti biologici ed ecologici, dagli interventi delluomo
- lo spessore non costante e la sezione trasversale del fusto mai perfettamente regolare
- spessori diversi comportano caratteristiche fisico-meccaniche diverse

densit maggiore
anelli di accrescimento pi sottili

modulo elastico e
resistenza meccanica pi elevati

2) Struttura del legno a livello macroscopico: ANELLI di ACCRESCIMENTO


Negli anelli si pu distinguere:
legno primaverile (primaticcio)
- zona chiara pi tenera (legno pi poroso, chiaro e soffice, costituito da cellule a lume ampio
e parete sottile), corrispondente alla stagione daccrescimento primaverile
-assicura il rapido trasporto della linfa allinizio della stagione vegetativa
legno tardivo
- zona pi scura e compatta (legno pi duro, scuro e compatto, costituito da cellule a lume pi
esiguo e parete pi spessa), corrispondente alla stagione autunnale o estiva
- maggiori massa volumica, resistenza e valori dei parametri legati al ritiro ed al rigonfiamento
- svolge principalmente una funzione di sostegno
inverno
accrescimento praticamente nullo

et approssimativa dell'albero
numero di anelli di accrescimento
(ogni anello corrisponde ad un anno di vegetazione)
letta in una sezione trasversale posta in basso

2) Struttura del legno a livello macroscopico: ANELLI di ACCRESCIMENTO


nelle Conifere (abete, pino e larice)
distinzione tra legno primaverile e legno tardivo MOLTO MARCATA

LEGNO TARDIVO

LEGNO PRIMAVERILE

nelle Latifoglie (betulla)


distinzione tra legno primaverile e legno tardivo MENO NETTA
(passaggio da un anello allaltro poco evidente )

2) Struttura del legno a livello macroscopico: ANELLI di ACCRESCIMENTO


in base alla disposizione ed alla grandezza dei vasi nellanello annuale, si distinguono tre gruppi
principali:
- specie a legno poroso-zonato
- specie a legno semi poroso-zonato
- specie a legno poroso-diffuso

2) Struttura del legno a livello macroscopico: ANELLI di ACCRESCIMENTO


- informazioni utili su fattori che incentivano o rallentano laccrescimento (e.g. clima) e su
variazioni climatiche: un anello ampio corrisponde a una buona annata, mentre una serie di
anelli sottili indica un periodo di siccit.
- falsi anelli: si formano negli alberi dei climi temperati durante uninterruzione provvisoria
dellaccrescimento (e.g. prolungata siccit o defogliazione per attacchi parassitari) e si
distinguono da quelli veri perch non estesi a tutta la sezione trasversale

Curiosit
- negli alberi caducifogli delle regioni tropicali e subtropicali, in dipendenza dallalternarsi delle
stagioni secche e di quelle delle piogge, si formano anelli che non corrispondono pi
allaccrescimento annuale.
- nei sempreverdi delle foreste tropicali, caratterizzati da attivit vegetativa ininterrotta, non
essendoci la stagione fredda, lapparizione degli anelli quasi o del tutto assente.

dendrocronologia: scienza che definisce l'et di una pianta sulla base del numero degli anelli di
accrescimento, e riesce a ricostruirne, studiandone la conformazione (in particolare spessore e larghezza), la
storia e a risalire agli eventi climatici ed alle patologie subite

2) Struttura del legno a livello macroscopico:


RAGGI del LEGNO (MIDOLLARI) e CANALI RESINIFERI
RAGGI del LEGNO (MIDOLLARI)
- presenti in tutte le Conifere e le Latifoglie
- variano, da specie a specie, grandezza, frequenza e composizione
- costituiscono linee chiare, sottili, raramente ampie pi di 1 mm, orientate a raggiera dalla periferia del
tronco verso il centro (visibili ad occhio nudo)
Raggi grandi
6 38 80 mm
Sezione tangenziale di una quercia
a livello macro e microscopico

Raggi piccoli
80 160 240 m
non visibili a occhio nudo

- funzioni di sostegno in direzione radiale e di conduzione radiale e immagazzinamento delle sostanze


prodotte dallalbero

CANALI RESINIFERI
- in alcune Conifere indigene (e.g. pino, abete rosso, larice, douglasia), visti in sezione trasversale, appaiono
come punti chiari o scuri, soprattutto nel legno tardivo
- influenzano la lavorabilit e lutilizzabilit del legno

3) Struttura del legno a livello microscopico


MICROSTRUTTURA: costituita da componenti dette CELLULE
- milioni di cellule di diverso tipo, grandezza, forma, numero e distribuzione
TESSUTI: costituiti da cellule dello stesso tipo

Tessuti e cellule costitutive nel legno di conifere e latifoglie

3) Struttura del legno a livello microscopico:


CELLULE
CELLULE: di forma allungata con cavit centrale (lumen)
- la forma della loro sezione pu essere poligonale o circolare
- le pareti delle cellule sono costituite da vari strati contenenti FIBRILLE (costituite da
cellulosa), disposte in modo pi o meno ordinato e diversamente orientato
- per la maggior parte disposte parallelamente allasse del tronco (in direzione della fibratura)
- raggi del legno: aggregati nastriformi di cellule, disposti perpendicolarmente alla fibratura
- cellule contigue comunicano direttamente per mezzo di aperture (PORI) nelle due pareti
terminali (apicali) che hanno funzione conduttrice della linfa

3) Struttura del legno a livello microscopico:


TESSUTI
in relazione alle tre funzioni principali del legno
(sostegno, conduzione ed immagazzinamento)
TESSUTO MECCANICO
FONDAMENTALE
o DI SOSTEGNO

TESSUTO CONDUTTORE

TESSUTO PARENCHIMATICO
o DI RISERVA

eventuali TESSUTI SECONDARI


tessuto secretore (e.g. canali resiniferi)
tessuti anomali (e.g. lesioni, legni di reazione)
Tessuti e cellule costitutive nel legno di conifere e latifoglie

4) Struttura del legno a livello nanoscopico


PARETE CELLULARE

FUNZIONI PARETE CELLULARE


1) permette alla cellula di acquisire una forma definita
2) fornisce resistenza e protezione alla cellula
3) protegge da danni ed infezioni causati dallattacco di batteri e funghi patogeni
4) protegge la cellula da shock omeostatici: regola e limita la quantit dacqua che la cellula pu assumere
dallambiente esterno e le impedisce quindi di scoppiare in ambienti con basse concentrazioni saline
5) interviene attivamente in molti processi fisiologici (e.g. assorbimento, diffusione e trasporto dacqua,
traspirazione)

4) Struttura del legno a livello nanoscopico


STRUTTURA della PARETE CELLULARE
- LAMELLA MEDIANA (LM): struttura di collegamento tra due cellule contigue, costituita da
sostanze pectiche e proteine strutturali e enzimatiche
- PARETE PRIMARIA (P): parete pi interna, molto sottile, disposta tra la lamella mediana e la
membrana plasmatica, di spessore uniforme, flessibile, estensibile e dotata di grande resistenza,
perch costituita da sostanze pectiche, emicellulosa e fibrille di cellulosa disposte
disordinatamente ad elica.
La sua formazione inizia durante la divisione cellulare e si completa durante la fase di
accrescimento per distensione della cellula.

4) Struttura del legno a livello nanoscopico


STRUTTURA della PARETE CELLULARE

- PARETE SECONDARIA (S): segue sulla parete primaria, rappresenta la parte pi cospicua
della parete cellulare, costituita da tre strati concentrici (S1, S2 e S3). Si forma dopo
laccrescimento per distensione a ridosso della parete primaria, in senso centripeto per
apposizione di lamelle sovrapposte

STRATO S2
- importantissimo dal punto di vista strutturale
- il suo spessore rappresenta il 70-90% dello spessore totale della
parete cellulare
- le fibrille sono disposte a spirale, formando un angolo con lasse
della cellula (~ 45 nelle Conifere, ~ 10-20 nelle Latifoglie)

Modello della parete cellulare

5) Struttura del legno a livello molecolare


LEGNO materiale composito costituito da
- sostanze a struttura macromolecolare, presenti in gran quantit, formanti il complesso delle
pareti cellulari: cellulosa, emicellulose e lignina (costituenti strutturali)
- sostanze di natura diversa a struttura micromolecolare, presenti in quantit pi limitata
(costituenti non strutturali)
- la composizione chimica dipende dal tipo di albero e varia lievemente anche allinterno di uno stesso tronco
- le differenti propriet del legno non sono determinate dal contenuto in % degli elementi chimici ma dai
differenti legami chimici e fisici che si instaurano

sostanze minerali e ceneri ~ 0.2-0.3%


azoto < 0.1%

L'organizzazione in pi livelli dimensionali assicura ottime distribuzione delle tensioni,


resilienza e capacit di resistere alla propagazione delle fessurazioni.

5) Struttura del legno a livello molecolare

Componenti non
strutturali

costituenti chimici strutturali

Sostanze chimiche costituenti il legno

componenti non strutturali (estrattivi e ceneri allinterno delle cavit e pareti cellulari) non
contribuiscono alle propriet meccaniche del legno, ma ne influenzano altre caratteristiche (e.g.
colore, durabilit naturale, peso specifico, resistenza ai funghi, bagnabilit, ritiro.)

5) Struttura del legno a livello molecolare: CELLULOSA


- componente pi abbondante nel legno (fino al 50% del peso secco)
- non solubile in acqua ma si idrata facilmente (igroscopicit del legno)
-polisaccaride originato dalla polimerizzazione del cellobiosio (disaccaride di glucosio) a
originare catene regolarmente ordinate nello spazio
- sintetizzata dal complesso proteico enzimatico CELLULOSA SINTASI, situato a livello della
membrana plasmatica delle cellule vegetali.

Polimerizzazione di circa 2000-15000 molecole di glucosio


Cella cristallina: 2 molecole di cellobiosio

5) Struttura del legno a livello molecolare: CELLULOSA

MICELLE: 5 molecole di cellulosa,


parallelamente luna rispetto allaltra

disposte

MICROFIBRILLE: associazione di circa 1000


molecole di cellulosa, organizzate in MICELLE.

Le catene di unit di cellobiosio delle celle elementari sono


affiancate fra loro in modo da formare fasci filiformi, nei quali,
a zone pi compatte (MICELLE CRISTALLINE, costituite
da 5 molecole di cellulosa) si alternano zone ove le catene sono
pi libere o amorfe, originando fibrille elementari,

Le fibrille elementari si uniscono fra loro dando luogo a filamenti piatti, detti
MICROFIBRILLE (circa 1000 molecole di cellulosa), le quali, a loro volta, si uniscono
formando le MACROFIBRILLE.

5) Struttura del legno a livello molecolare: LIGNINA


polimero aromatico tridimensionale costituito da derivati del fenilpropano, monomeri di varie
molecole aromatiche (e.g. alcol coniferilico), contenenti un anello a sei atomi di carbonio
~26-30% nelle conifere
~ 20-25% nelle latifoglie
- amorfa (forma una rete tridimensionale)
- rigida
- non elastica
- a comportamento termoplastico
- di composizione variabile (soprattutto tra le conifere e le latifoglie)
- "incrostante: non si presenta come costituente indipendente, ma si deposita fra le fibrille
cellulosiche e fra le macromolecole pectiche ed emicellulosiche, durante la lignificazione

5) Struttura del legno a livello molecolare: LIGNINA


LIGNIFICAZIONE
- ultima fase della formazione della parete cellulare: quando laccrescimento e la lignificazione
terminano, la cellula muore
- deposizione di lignine a partire dallo strato della parete secondaria pi vicino alla membrana
plasmatica, per poi procedere per infiltrazione a tutta la parete (parete primaria+lamella mediana)
- conferisce rigidezza e resistenza a compressione, riducendo sensibilmente lestensibilit delle
pareti cellulari
- rende le strutture cellulari pi impermeabili e resistenti agli attacchi di microrganismi
Cellule lignificate
- cellule dei vasi del legno della pianta: funzione di trasporto dellacqua e ioni inorganici su distanze anche particolarmente
lunghe
- cellule delle fibre sclerenchimatiche: funzione meccanica di sostegno della pianta

Fascio di fibre sclerenchimatiche in sezione trasversale: appaiono


poligonali con le pareti fortemente ispessite e lignificate (lume
cellulare vuoto, trattandosi di cellule tipicamente morte). La lignina si
colora con la FLUOROGLUCINA ACIDA (colore rosso) .

5) Struttura del legno a livello molecolare: EMICELLULOSE


EMICELLULOSE
- polisaccaridi amorfi costituiti da catene lineari di glucosio con ramificazioni laterali formate
da diversi tipi di zuccheri (in particolare: mannosio, xilosio, arabinosio, glucosio, galattosio,
fucosio e ramnosio) e alcuni acidi
- 20-30% del peso anidro
- composizione variabile fra conifere e latifoglie, ma anche tra specie diverse
- grado di polimerizzazione generalmente inferiore a quello della cellulosa
- componente facilmente deformabile, nel collegamento con la cellulosa, in modo da conferire
flessibilit ed elasticit
maggiore solubilit
dovute a minor livello di organizzazione, caratterizzata da un
maggior numero di ossidrili liberi di legarsi con altre molecole
maggiore igroscopicit

notevole contributo al comportamento viscoso del legno

5) Struttura del legno a livello molecolare: SOSTANZE PECTICHE


SOSTANZE PECTICHE
macromolecole derivate dalla polimerizzazione dellACIDO GALATTURONICO, derivato
ossidato dello zucchero galattosio, a formare lACIDO PECTICO.

PECTINE: altre forme chimiche dellacido pectico (e.g. acido pectico metilato)
PECTATI di CALCIO e MAGNESIO: pi catene di acido pectico legate tra loro da Ca e Mg

5) Struttura del legno a livello molecolare: PARETE CELLULARE


COMPOSIZIONE CHIMICA della PARETE CELLULARE

PARETE CELLULARE: composito, misto di cellulosa resistente a trazione e lignina resistente


a compressione, con distribuzione percentuale dei vari costituenti diversa nei diversi strati
MATERIALE FIBRILLARE (ossatura della parete cellulare): CELLULOSA che forma una
gerarchia di strutture fibrillari, parzialmente legate una allaltra per mezzo di una matrice
omogenea, conferendo alle celle e alla parete cellulare elevati stabilit di forma, resistenza a
trazione, taglio e flessione, grazie al suo grado di linearit e cristallinit.

Le microfibrille di cellulosa sono disposte le une vicine alle altre, ma non si legano tra loro. Le emicellulose e
le pectine sono molecole corte ramificate che interagiscono a formare ununica rete tridimensionale. Le
quantit relative delle varie componenti variano originando pareti flessibili o rigide, resistenti o deboli.

MATRICE: costituita da acqua, emicellulose, sostanze pectiche (o sali di acidi pectici, quali
pectati di Ca o Mg), proteine e lipidi, riempie gli interstizi del materiale fibrillare.
La sua composizione chimica varia tra specie diverse, tra cellule della stessa pianta e durante i
processi di crescita e differenziamento del tessuto.

5) Struttura del legno a livello molecolare: PARETE CELLULARE


COMPOSIZIONE CHIMICA della PARETE CELLULARE

PARETE PRIMARIA
1) MATERIALE FIBRILLARE: costituita da cellulosa nelle piante superiori e da chitina nei
funghi
2) MATRICE: costituita da H2O (70% del peso fresco), emicellulose, sostanze pectiche,
proteine e lipidi

5) Struttura del legno a livello molecolare: PARETE CELLULARE


PARETE SECONDARIA
1) MATERIALE FIBRILLARE (95 % del peso fresco): fibrille di cellulosa strettamente
impachettate e parallele con orientamento rispetto allasse longitudinale della cellula diverso
a seconda dei vari strati
2) MATRICE: molto scarsa
Nei tre strati concentrici lorientamento delle fibrille presenta una tessitura parallela ed
diversa da strato a strato, disposizione che permette di resistere alle forze di trazione.

GLICOPROTEINE di PARETE
proteine strutturali (ricche di amminoacidi quali serina, idrossiprolina e lisina che formano legami
covalenti con le emicellulose) alle quali si legano molecole di zuccheri, in particolare arabinosio
e galattosio.
2 PRINCIPALI CATEGORIE
1) ESTENSINE: favoriscono lestensibilit della parete
2) LECTINE: svolgono un ruolo importante nei processi di riconoscimento e compatibilit tra
le varie cellule (e.g. impollinazione e resistenza ai parassiti)

5) Struttura del legno a livello molecolare: PARETE CELLULARE


MODIFICAZIONI della PARETE SECONDARIA

INCROSTAZIONE: infiltrazione di materiali tra gli spazi interfibrillari delle molecole di


cellulosa
1) Lignificazione
2) Pigmentazione
3) Mineralizzazione

APPOSIZIONE: deposizione
lIMPERMEABILIZZAZIONE
1) Cutinizzazione
2) Cerificazione
3) Suberificazone
GELIFICAZIONE

sulla

parete

di

materiali

che

ne

aumentano

PREGI & LIMITI

IL LEGNO: PREGI
- RINNOVABILE
- BIODEGRADABILE (e facilmente smaltibile)
- Bassa densit
- Elevato potere coibentante
- Buone caratteristiche meccaniche

-facilit di APPROVVIGIONAMENTO
-facilit di LAVORAZIONE
-facilit di RIPARAZIONE
-facilit di SOSTITUZIONE
-LEGGEREZZA (trasporto e posa in opera)

- impiego per strutture sollecitate


- possibilit di costruire strutture mobili e provvisorie

IL LEGNO: Limiti
IGROSCOPICIT: contenuto di umidit e
ambientali

volume variano a seconda delle condizioni

LIMITI DIMENSIONALI in termini di sezione e lunghezza


DURATA LIMITATA come materiale da costruzione: valutabile intorno ai 50-80 anni, a
seconda delle condizioni di impiego (molto poco rispetto a pietre e laterizi)
VULNERABILIT al FUOCO: materiale combustibile, elevato rischio di incendio

ANISOTROPIA: caratteristiche fisiche e


meccaniche diverse a seconda della
direzione anatomica considerata

DIFETTOSIT:nodi, fessurazioni, danni


da microrganismi (insetti, funghi) o da
eventi fisici (e.g. fulmini, urti)

VARIABILIT CARATTERISTICHE
MECCANICHE
tra un elemento e laltro
allinterno del singolo elemento

DIFFICOLT
di
STANDARDIZZAZIONE

LIMITI: LIMITI DIMENSIONALI


ELEMENTI PER TRAVATURE
Legname segato

Legname rotondo
(tondoni da costruzione)
legname semplicemente scortecciato

(Tavolame: Sottomisure e Tavole, Morali - Mezzi morali


Listelli, Travetti e Smezzole)

Legname squadrato
(Travi Uso Trieste, Uso Fiume, in massello)
elementi asciati e squadrati

DURABILIT del LEGNO


CAUSE di DANNEGGIAMENTO
ESPOSIZIONE
alle INTEMPERIE

FUNGHI

alterazione della colorazione


(grigiastra)
- si nutrono di cellulosa
- DISFACIMENTO della struttura del materiale
si sviluppano con
- temperature di 15-20 C
- contenuto dacqua nel legno di ~ 20 %

TERMITI

TARLI
CAPRICORNI delle case

- non si notano fori


- si nutrono di cellulosa
- ATTACCO DISTRUTTIVO
- si notano FORI dUSCITA
- ATTACCO LIMITATO allALBURNO

RIMEDI: TRATTAMENTI PREVENTIVI con opportune sostanze

DURABILIT del LEGNO: INSETTI & FUNGHI


ATTACCO da INSETTI
nella zona dell ALBURNO

ATTACCO DA FUNGHI
a livello del contatto diretto
del legno con la muratura

necessit di uno SPAZIO AERATO


tra il legno e la muratura

DURABILIT del LEGNO: VULNERABILIT al FUOCO


Resistenza al FUOCO
(CAPACITA PORTANTE R)
CARBONIZZAZIONE LENTA per SPESSORI NON PICCOLI (t 35 mm)
VELOCITA di CARBONIZZAZIONE (0)
CONIFERE E PIOPPO

MASSICCIO
LAMELLARE

0 = 0.8 mm/min
0 = 0.7 mm/min

LATIFOGLIE

MASSICCIO
LAMELLARE

0 = 0.5 mm/min
0 = 0.5 mm/min

Trattabile con SOSTANZE IGNIFUGHE

VULNERABILIT al FUOCO: FASI di un INCENDIO

IGNIZIONE

FASE di CRESCITA
modello a due zone

COMPLETO SVILUPPO
modello a una zona

STABILIZZAZIONE del LEGNO


TECNICHE per compensare la grande variabilit delle caratteristiche del LEGNO NATURALE
RICOMPOSIZIONE
Suddividere pezzi di grande dimensione in unit pi
piccole per poi riassemblarli al fine di
-ridistribuire i difetti allinterno del solido ricostituito
- diminuire la variabilit del legno

CLASSI di RESISTENZA
assegnate mediante procedure di CLASSIFICAZIONE basate su determinate CORRELAZIONI
tra PARAMETRI misurati e valori di RESISTENZA del legname.
CLASSIFICAZIONE a MACCHINA: sulla base del MODULO ELASTICO
CLASSIFICAZIONE VISIVA: sulla base di DIMENSIONE e POSIZIONE dei NODI

DIFETTI dei LEGNI


DIFETTI CONGENITI
Imperfezioni di struttura
e.g. forme contorte degli ulivi

DIFETTI dovuti a cause svariate


e.g. vento, neve, errori nel taglio,
trasporto, stagionatura, insetti, funghi

Difetti importanti dal punto di vista tecnologico


FUSTI di FORMA ANOMALA

Cipollature

-fusto di sezione trasversale non circolare


- fusto incurvato
- fusto cavernoso
- fusto contorto

DEVIAZIONE della FIBRATURA


andamento elicoidale

ETEROGENEIT degli ANELLI di ACCRESCIMENTO


causata da brusche variazioni climatiche

CIPOLLATURE
Crescita non regolare con distacco tra gli anelli di accrescimento causata da gelo o caldo eccessivi

TASCHE di RESINA
NODI
ECCENTRICIT del MIDOLLO
CURVATURE

Difetti CONGENITI o COSTITUZIONALI: NODI


NODI
PUNTI di INNESTO dei RAMI nel TRONCO
- difetti costituzionali, costituiti dai rami, i quali, man mano che lalbero cresce, vengono
inglobati nel tronco
- le caratteristiche dei tessuti legnosi che li compongono sono differenti rispetto a quelle dei
tessuti presenti nel tronco

- nelle immediate vicinanze dei nodi la fibratura cambia direzione, con conseguente
decadimento delle propriet meccaniche del materiale
effetti estetici indesiderati
difficolt di lavorazione del tronco

Difetti CONGENITI o COSTITUZIONALI: NODI


NODI ADERENTI, CONCRESCIUTI o
SANI
- se il ramo vivo inglobato dal tronco
- durante lessiccazione si possono fessurare

NODI CADENTI
- se il ramo era morto
- non si ha una buona adesione tra i tessuti

Tipologie di NODI:
a) a baffo, b) sul bordo, c) passante, d) di spigolo, e) sulla faccia, f) gruppo di nodi

Difetti CONGENITI o COSTITUZIONALI: NODI

Misurazione di nodi singoli e gruppi di nodi secondo UNI EN 1310

Copertura in legno di quercia caducifoglie a Villafranca (TO):


un nodo di grosse dimensioni sul lembo teso ha provocato la rottura

Difetti dei LEGNI: CRETTI


CRETTI
lesioni dovute a
- azioni meccaniche (urti)
- folgorazioni
- ustioni provocate dal riverbero del sole sulla sabbia o sulla neve
La crescita dei tessuti lignei attorno alla zona danneggiata comporta anche una deviazione della
fibratura
Deformazioni del legno dovuti a essiccazione

Difetti dei LEGNI da eventi climatici e insetti


Danni provocati da vento, neve, errori nel taglio, trasporto, stagionatura
- spacchi radiali: dovuti al gelo
- fenditure longitudinali: frequenti dopo la riduzione in tavole, a causa di tensioni interne
- fenditure radiali: provocate da rapido essiccamento o sbalzi di temperatura
- deformazioni: dovute al ritiro durante la stagionatura
Fenditure
Radiali

Alterazioni prodotte da animali (e.g. insetti) e funghi


- cavernosit: prodotte da parassiti (larve di insetti)
-marciume bianco e rosso: dovuto a funghi che attaccano il legno mantenuto in luoghi molto
umidi
- tarlatura: da parte di insetti silofagi (capricorni della casa, tarli, formiche, vespe del legno,
termiti)
-tasche di resina: a volte manifestate da legni provenienti dalle aghifoglie, rovinando lestetica
del manufatto prodotto

DIFETTI dei LEGNI: Legno di Reazione


DIFETTI dovuti allinfluenza della stazione
- alberi esposti a lungo a venti che spirano in direzione costante
- alberi su pendii ad alta quota e deformati alla base dal peso della neve con sviluppo di legni di
reazione, in quanto sottoposti a stimoli meccanici
legno di reazione: tessuto attivo (anomalo), mediante il quale lalbero modifica attivamente la
sua forma.
Funzioni
- ripristinare la posizione originaria delle componenti dellalbero (tronco, rami) che hanno subito
una deviazione, mediante una crescita eccentrica della sezione trasversale
- mantenere costante langolo di inserzione del ramo, caratteristico per ogni tipo.
nelle Conifere

nelle Latifoglie

in alberi cresciuti su un pendio inclinato

DIFETTI dei LEGNI: Legno di Reazione


nelle Conifere
dalla parte inferiore
(legno di compressione o canastro)

nelle Latifoglie
dalla parte superiore del tronco o del ramo
(legno di trazione, non visibile ad occhio nudo)

in alberi cresciuti
su un pendio inclinato

LEGNO di COMPRESSIONE
- maggiore ampiezza locale degli anelli di accrescimento, ispessimento delle pareti cellulari,
maggiore percentuale di legno tardivo rispetto al legno normale e colore bruno
- contrasto tra legno primaverile e tardivo meno netto che nel legno maturo
- il legname contenente legno di compressione soggetto a deformazioni eccessive durante
lessiccazione e allo stato secco tende a rompersi in modo fragile
- problemi di incurvature a causa dellelevatezza anormale del ritiro in direzione longitudinale
- pu pregiudicare la resistenza a trazione ed a flessione del legno

DENSIT del LEGNO


MASSA VOLUMICA
PARETI CELLULE
1.53 g/cm3

MASSA VOLUMICA
LEGNO ANIDRO
0.3-1.0 g/cm3

Parametri che influenzano la densit del legno


a) Spessore delle pareti delle cellule (tipo di essenza)
b) Spessore degli anelli di accrescimento
anelli pi sottili

densit maggiore

c) Umidit (contenuto dacqua adsorbita+acqua libera)


umidit pi elevata

densit maggiore

massa volumica pi elevata per gli alberi appena abbattuti


(allo stato fresco) rispetto a quelli stagionati (umidit 12-15 %)

Umidit del Legno


legno: materiale poroso (percentuale dei pori mediamente pari a 50-60%) e igroscopico (scambia
continuamente molecole di acqua con laria e tende sempre ad equilibrarsi alle condizioni
climatiche dellambiente circostante)

acqua nei tessuti delle piante


- in parte libera nelle cavit cellulari
- in parte combinata con le sostanze costituenti i tessuti della pianta stessa

La percentuale di umidit nel legno

- determina variazioni notevoli di dimensioni (RITIRO) che comportano problemi specialmente


nellimpiego per infissi
- se elevata, favorisce lattacco di funghi e parassiti animali e vegetali con conseguente
necessit di trattamenti speciali

Umidit del Legno: Adsorbimento & Desorbimento


il legno stabilisce un equilibrio con lambiente circostante
assorbendo (adsorbimento) o cedendo (desorbimento) vapore acqueo
Per le diverse situazioni climatiche, si considerano le umidit di equilibrio ueq,ad o ueq,de [%]
ueq,ad ueq,de

Curve di adsorbimento e
desorbimento dacqua nel legno

Le curve a due flessi di adsorbimento e di desorbimento del legno (curve ueq a temperatura
costante) mostrano un fenomeno di isteresi nello scambio di vapore acqueo

Umidit del Legno: Umidit di Saturazione

umidit di saturazione (delle pareti cellulari) (us [%])


umidit del legno per la quale tutte le pareti cellulari e tutti i lumi (intero sistema
capillare allinterno di queste) sono completamente saturi di acqua (assenza di aria)

- dipende dalla specie legnosa


- valori comuni 24% us 32%
- in prima approssimazione valor medio us 28%

Umidit del Legno: Umidit di Saturazione


1) per umidit del legno al di sopra del punto di saturazione
u > us
lacqua si trova allo stato liquido nel lume delle cellule
acqua libera o di imbibizione (del tutto indipendente dalle pareti cellulari)
Variazioni di umidit in questo intervallo influenzano pochissimo le caratteristiche fisico-meccaniche del
legno

2) per umidit del legno al di sotto del punto di saturazione


u < us
lacqua viene adsorbita o desorbita solo dalle pareti cellulari
acqua legata o di saturazione
In questo intervallo, lacqua immagazzinata ha uninfluenza decisiva sulle caratteristiche fisico-meccaniche
del legno.

Umidit del Legno: condizioni ambientali


Il contenuto di umidit dipende dalla CONDIZIONI AMBIENTALI
- Temperatura (T, C)
- Umidit relativa (U.R., %)
es.: T= 20 C, U.R.= 35-10%

contenuto dellacqua = 5-40 %

Valori di umidit comuni nella pratica


Valori umidit
(%)

Stato del legno

UMIDITA
NORMALE del legno

40200

legno allo stato fresco (appena tagliato)

3035

punto di saturazione (al di sotto comincia il ritiro del legno)

Italia
12% (25 C, 65 %)

<18

legno al sicuro dai funghi della carie

15

umidit commerciale (stagionatura allaria libera)

Europa
centro-settentrionale
15% (15 C, 75 %)

12

umidit normale (20 C / 65 %)

912

umidit tecniche (essiccazione artificiale)

legno anidro (103 C / 0%)

Umidit del Legno: Tabella di umidit di EQUILIBRIO


fornisce con discreta approssimazione il valore di umidit a cui il legno tende spontaneamente ad
equilibrarsi in funzione della temperatura e dellumidit relativa delaria del clima dellambiente
di stoccaggio

celle rosa: condizioni favorevoli allattacco del legno da parte di funghi (da evitare per favorire la buona
conservazione del materiale nel tempo)
celle gialle: condizioni al limite della sicurezza.
N.B. Spostando il legno da un clima allaltro, lumidit tender a equilibrarsi alle mutate condizioni, anche dopo una lunga
stagionatura e anche se verniciato, con conseguenti rigonfiamenti e ritiri di cui si deve sempre tenere conto nella
progettazione.

Umidit del Legno: formula


umidit del legno (u): contenuto in acqua percentuale del legno (o umidit percentuale del
legno) riferito al peso secco del materiale.

UNI ISO 3130

mu m0
u=
100
m0

mu massa del legno al momento della determinazione (allo stato umido)


m0 massa del legno portato fino allo stato anidro (essiccato in stufa a 103 C fino a peso costante)

Secondo questa definizione lumidit del legno u pu superare il 100%


Per esempio, lumidit nellalburno di legni di Conifere u 120 150% o anche pi

Umidit del Legno: CLASSI di SERVIZIO


CLASSI di SERVIZIO dellAMBIENTE

1. POCO UMIDO ( 12%)

T= 20 C, U.R. aria 65%

2. MEDIAMENTE UMIDO (= 1220%)

T= 20 C, U.R. aria = 6585%

3. MOLTO UMIDO (> 20%)

T= 20 C, U.R. aria> 85%

Umidit del Legno: variazioni volumiche differenziali

Direzione

volumiche differenziali

Intervallo (%)

ASSIALE

MINIME

0.2-0.6

RADIALE

INTERMEDIE

2-8

TANGENZIALE

MASSIME

4-11 %
(a volte fino a 17 )

VARIAZIONI
CONTENUTO di ACQUA nel legno

VARIAZIONI
VOLUME DIFFERENZIALI del LEGNO

durante lESSICCAZIONE si creano TENSIONI

DISTORSIONI e/o INARCAMENTI


o
FESSURAZIONI dette CRETTI da RITIRO
Deformazioni del legno dovuti a essiccazione

UMIDIT del LEGNO: Metodi di Misura

METODI DIRETTI

METODI INDIRETTI

il quantitativo di acqua viene evacuato


e misurato

si sfrutta come grandezza misurabile una


propriet del legno dipendente dalla sua umidit

Metodo dellESICCAZIONE: procedimento di misura molto esatto, impiegato soprattutto per


analisi scientifiche ma anche come termine di paragone per la calibrazione degli igrometri e dei
procedimenti di misura dellumidit del legno.
Il campione di legno viene
- pesato appena preparato (mu)
- essiccato in una stufa a circolazione daria ad una temperatura di 1032 C fino a che due
pesate successive risultino uguali (m0)
Si ricava lumidit del campione in base alla diminuzione della massa

UMIDIT del LEGNO: Metodi di Misura INDIRETTI


Lumidit del legno ne influenza
(A) Resistenza ohmica
(B) Propriet dielettriche

Metodi di Misura INDIRETTI


A) a CONDUCIBILITA
o a RESISTENZA

B) DIELETTRICO
(capacitivo)

STRUMENTI di MISURA
Misuratori elettrici di umidit (strumenti a mano)
IGROMETRI ELETTRICI
IGROMETRI CAPACITIVI

UMIDIT del LEGNO: A) Misura a CONDUCIBILITA o a RESISTENZA


igrometri elettrici: misura della resistenza ohmica o della conducibilit elettrica dipendenti
dallumidit del legno.
UMIDITA

RESISTENZA ELETTRICA

RESISTENZA ELETTRICA
- influenzata dalla direzione di taglio, dalla specie legnosa e dalla temperatura del legno
- necessit di tabelle correttive allegate allo strumento di misura (o di interruttori propri dello
strumento per la selezione della specie legnosa e della temperatura)
intervallo di misura: a partire da circa il 5% di umidit
PRECISIONE
1.5% fino a circa il 22% di umidit
22.5% tra il 22% e lumidit di saturazione delle pareti cellulari
Superato il punto di saturazione, la dipendenza della resistenza elettrica dallumidit del legno molto ridotta
e lumidit non pu pi essere misurata con sufficiente affidabilit.

UMIDIT del LEGNO: B) Misura DIELETTRICA (CAPACITIVA)


Gli igrometri capacitivi si basano sulla differenza tra le costanti dielettriche del legno allo stato
anidro (r = 2 3) e dellacqua (r = 81), da cui risulta una forte dipendenza della costante
dielettrica del legno umido r,legno dallumidit u.
- necessit di curve di taratura determinate sperimentalmente per ogni specie legnosa, data la
forte dipendenza dalla massa volumica
intervallo di misura: a partire dallo 0% di umidit
Superata lumidit di saturazione delle pareti cellulari, la precisione non pi sufficiente

Propriet
TECNOLOGICHE
e MECCANICHE

LEGNO: Propriet tecnologiche


FENDIBILIT (FISSILIT): propriet di spaccarsi sotto l'azione di un cuneo in direzione
assiale senza produrre trucioli. legata alla presenza di una struttura cellulare ordinata, fibratura
rettilinea e eventuali grossi raggi midollari (e.g. Larice e Quercia). La lavorazione a spacco utilizzata per
legna da ardere e doghe per botti

FLESSIBILIT (CURVABILIT): propriet ad assumere deformazioni/curvature permanenti,


sotto una forza gradualmente crescente (e.g. T>70 C,U.R.= 14-15%)
ATTITUDINE al TAGLIO: propriet a lasciarsi tagliare e incidere da un utensile (sega, pialla,
scalpello), con produzione di trucioli e segatura (maggiore nel senso longitudinale alle fibre,
minore nella direzione perpendicolare)
ATTITUDINE al PULIMENTO: propriet secondo la quale i legnami, sottoposti alla
levigatura, ottengono una superficie liscia
PROVA
FENDIBILIT

PROVA
CURVABILIT

Caratteristiche meccaniche del legno


- deformabilit del legno sotto l'azione di una forza applicata (moduli di elasticit e
coefficienti di scorrimento)
- capacit portante alle varie condizioni di carico (e.g. compressione, flessione, taglio; carichi
di breve, media o lunga durata), espressa in termini di resistenze (sollecitazioni che il legno pu
sopportare prima di rompersi).

DUREZZA: resistenza alla penetrazione di un corpo


ELASTICIT: propriet a riprendere la forma di partenza rimossa la sollecitazione
RESISTENZA: propriet a resistere alle deformazioni/sollecitazioni
TENACIT o RESILIENZA: propriet a resistere a sforzi bruschi

Deformabilit del Legno


in funzione del rapporto fra il ritiro radiale e il ritiro tangenziale
(che assumono valori diversi per le varie essenze)
Deformabilit bassa
(~1.4-1.5)

Deformabilit normale
(~1.6-2.0)

Deformabilit elevata
(~2.0-3.0)

NOCE
MOGANO
CASTAGNO

DOUGLAS
TEAK
ACERO
OLMO

LARICE
FAGIO
PIOPPO
ABETE
LECCIO

- effetti combinati di vari ritiri possono portare su una tavola a


deformazioni complessive che, se eccessive, la rendono
inutilizzabile.
- molto frequenti spacchi e fessurazioni, limitati spesso alle
estremit delle tavole

taglio e
effetti del ritiro

Caratteristiche meccaniche del legno: Durezza


DUREZZA
capacit di resistere alla penetrazione di corpi pi duri
-importante per stabilire le difficolt e le modalit di lavorazione del legno (che pu essere
spaccato, segato, forato, piallato, raspato, lisciato)
-funzione diretta del peso specifico e dellet del legno
- diminuisce notevolmente con laumento dellumidit

MOLTO DURI

DURI o
ABBASTANZA
DURI

MEDIAMENTE
DURI

TENERI

TENERISSIMI

EBANO
OLIVO

ACERO
FAGGIO
NOCE

LARICE
MOGANO
CASTAGNO

BETULLA
ABETE
ONTANO

TIGLIO
PIOPPO
BALSA

Caratteristiche meccaniche del legno


variano entro limiti molti ampi, che dipendono da
- essenza
- peso specifico secco
-grado di umidit
- temperatura
- direzione delle fibre rispetto alla sollecitazione
- difetti del legno (nodi, cipollature.)

ANISOTROPIA: tutte le propriet meccaniche variano con la direzione anatomica considerata


(e.g. direzione assiale (lungo le fibre), direzione radiale (perpendicolari agli anelli annuali),
direzione tangenziale (tangente agli anelli annuali))
DISOMOGENEIT: caratteristiche non costanti; i valori di resistenza forniti sono intesi come
"dati medi" largamente indicativi.

Caratteristiche meccaniche del legno: Metodi di prova


STANDARDIZZAZIONE delle prove
- campionamento del materiale da sottoporre a prova: forma, dimensione e orientamento
(rispetto alle direzioni anatomiche) dei provini
- procedure da seguire per l'esecuzione delle prove (e.g. velocit e durata delle varie fasi della
prova)
- attrezzature necessarie
- modalit di calcolo dei risultati

Data lelevata influenza della sua umidit, a livello internazionale stato concordato di riferire
le caratteristiche del legno a ben precisi valori di umidit (umidit normale del 12%).

Caratteristiche meccaniche del legno: provini


A) LEGNO NETTO
- provini piccoli e netti, accuratamente realizzati e selezionati, esenti da legno anomalo, con
fibratura pi diritta possibile
- quando richiesta la caratterizzazione del solo materiale, senza includere la variabilit indotta
dai difetti e senza prefigurare una sua destinazione d'uso specifica

B) LEGNO STRUTTURALE
- provini in dimensione d'uso, campionati all'interno di una popolazione statistica definita in
base alla destinazione finale del materiale e contenenti tutti i difetti caratteristici
- popolazione statistica non necessariamente limitata ad una sola specie legnosa (e.g. insieme di
segati appartenenti a pi specie, di data provenienza, classificati in base ad opportune regole)
- quando richiesta la determinazione della qualit del materiale e della sua conformit ad
una normativa di riferimento predeterminata.

Caratteristiche meccaniche: Curva per LEGNO NETTO

TRAZIONE
ROTTURA
FRAGILE PER
SFILAMENTO
FIBRE
ft > fc

COMPRESSIONE:
ROTTURA DUTTILE
PER INSTABILITA
FIBRE

Caratteristiche meccaniche: LEGNO STRUTTURALE


normative utili per individuare le prestazioni meccaniche
CLASSIFICAZIONE del legno strutturale
EN 14081: norma di prodotto per il legno massiccio strutturale a sezione rettangolare
EN 518, EN 519: norme per la classificazione a vista o a macchina
EN 338 : classi di resistenza per il legno massiccio
EN 1194 : classi di resistenza per il legno lamellare
METODI di PROVA
EN 408: metodi di prova
EN 384: determinazione di valori caratteristici
NORME per la determinazione dei profili caratteristici
EN 11035-1 e EN 11035-2: per il legname di origine italiana
EN 1912: a livello europeo
REGOLE di CALCOLO
EN 1995 (Eurocodice 5)
CNR DT 206
DIN 1052

Caratteristiche meccaniche: LEGNO STRUTTURALE


NORMA ITALIANIA UNI 8198
Legno STRUTTURALE- Classificazione secondo la resistenza

Caratteristiche meccaniche del legno: Parametri essenziali


Per uno stesso provino si considerano coefficienti correttivi

Temperatura (T)
- valore della temperatura: al suo aumentare la resistenza diminuisce
TEMPERATURA

RESISTENZA

- durata dell'esposizione ad una data temperatura (e.g. trattamento termico)


Ad esempio a 200 C si ha un peggioramento delle caratteristiche meccaniche dopo pochi
minuti, a causa del parziale degradamento chimico di alcuni costituenti della parete cellulare, ma
gi a partire da 65 C si possono avere effetti negativi permanenti in seguito a lunghe esposizioni
(cicli di essiccazione prolungati)
- il legno saturo d'acqua e congelato appare pi resistente a flessione, ma meno duro del legno
stagionato all'aria a temperatura ambiente

Caratteristiche meccaniche del legno: Parametri essenziali


UMIDIT del LEGNO

UMIDIT

RESISTENZA

- MASSIME caratteristiche meccaniche del legno (ad eccezione della resilienza) allo STATO
ANIDRO
- MINIME caratteristiche meccaniche del legno allo STATO FRESCO
Es. per uno stesso pezzo
resistenza ad umidit normale = 100
resistenza allo stato anidro = 130190
resistenza allo stato fresco = 4060
Per ottenere risultati confrontabili, tutte le prove devono essere sempre effettuate su provini rigorosamente
equilibrati ad umidit normale. Data loggettiva difficolt di conseguire una tale condizione, nelle norme
viene prevista l'introduzione di opportuni coefficienti di correzione dei risultati di prova in base agli
scostamenti tra l'umidit effettiva del provino e l'umidit normale di riferimento.

Caratteristiche meccaniche del legno: Parametri essenziali


DURATA del CARICO
la durata necessaria per portare a rottura uno stesso provino diminuisce allaumentare dellentit
del carico stesso
CLASSI di DURATA & COEFFICIENTE di CORREZIONE delle RESISTENZE (kmod)
CLASSI di
DURATA del
CARICO

DURATA

PERMANENTI

> 10 ANNI

di LUNGA DURATA

CARICHI

kmod
CLASSE di
SERVIZIO 1-2

CLASSE di
SERVIZIO 3

PESI PROPRI

0.60

0.50

6 MESI-10 ANNI

SOVRACCARICHI
DEPOSITI

0.70

0.55

di MEDIA DURATA

1 SETTIMANA-6
MESI

SOVRACCARICHI
di SERVIZIO

0.80

0.65

Di BREVE DURATA

< 1 SETTIMANA

NEVE e VENTO

0.90

0.70

ISTANTANEI

AZIONI
ECCEZIONALI

1.10

0.90

CLASSI associate allumidit


Per LEGNO MASSICCIO e LAMELLARE si assume il kmod del CARICO PIU BREVE

Caratteristiche meccaniche del legno: Parametri essenziali


COEFFICIENTE di CORREZIONE delle RESISTENZE (kmod)
Valori di kmod per il legno e i prodotti strutturali a base di legno

Caratteristiche meccaniche del legno: Valori orientativi


PROVINI DIVERSI
INDICAZIONI ORIENTATIVE sull'entit delle principali propriet per legno al 12% di
umidit:
- resistenza a compressione assiale: 2595 N/mm2 (ordine di grandezza: ~ 50 N/mm2)
- resistenza a compressione trasversale: 120 N/mm2 (ordine di grandezza: ~1/15 della
resistenza a compressione assiale)
- resistenza a trazione assiale: ordine di grandezza: ~ 100 N/mm2 (~2 volte la resistenza a
compressione assiale)
- resistenza a flessione statica: 55160 N/mm2 (circa pari alla resistenza a trazione assiale,
ordine di grandezza: ~ 100 N/mm2 )
- lavoro di rottura ad urto: 46 Nm
- modulo di elasticit: 250017000 N/mm2 (ordine di grandezza: ~ 10000 N/mm2, ~10 volte il
valore della resistenza a flessione e ~20 volte quello della resistenza a compressione assiale)

Caratteristiche meccaniche del legno: Parametri


PROVINI DIVERSI
I valori indicativi variano in funzione di:
- specie legnosa
- massa volumica: relazione quasi lineare tra la massa volumica e la resistenza (ad umidit
costante), ad eccezione della resilienza (molti legni pesanti sono anche piuttosto fragili)
- lo spessore degli anelli e la percentuale di legno tardivo
- la presenza di difetti o alterazioni: peggiora le caratteristiche di resistenza e rigidezza del
provino, ma non agevole determinarne l'influenza rispetto al legno netto; in genere non si
adottano coefficienti correttivi, ma si utilizzano dati ricavati direttamente da prove su
semilavorati in dimensione d'uso;
- inclinazione della fibratura: per l'anisotropia del legno, all'aumentare dell'inclinazione della
fibratura le resistenze si abbassano sensibilmente e il comportamento deformativo subisce
alterazioni sensibili.
Variazione percentuale della resistenza a flessione in funzione dellangolo di inclinazione della fibratura rispetto allasse
longitudinale del provino

Caratteristiche meccaniche del legno: Resistenza


resistenza alla COMPRESSIONE
un provino sollecitato in direzione assiale resiste pi a lungo, a differenza delle altre due
direzioni.
resistenza alla TRAZIONE
il legno resiste bene alla trazione, purch sollecitato in direzione assiale (valore 2-3 volte
superiore alla compressione)
resistenza alla FLESSIONE
le fibre superiori della tavola/trave si accorciano (compressione)
quelle inferiori si allungano (trazione)
le fibre di mezzo si incurvano
BUONA RESISTENZA alla COMPRESSIONE e TRAZIONE se la forza agisce nel verso
delle fibre
BUONA RESISTENZA di alcuni legnami alla FLESSIONE solo se applicata in senso
trasversale alle fibre

Caratteristiche meccaniche del legno: Trazione


TRAZIONE ASSIALE o TRASVERSALE
- in generale la resistenza a trazione risulta pi grande di quella a compressione (almeno
doppia), sempre riferita parallelamente alle fibre
- in base al rapporto tra il carico di rottura ed il peso specifico, il legno lavora quasi meglio
dellacciaio
- la resistenza a trazione notevolmente ridotta dalla presenza dei nodi e dalle irregolarit della
fibratura
Una buona resistenza a trazione importantissima per le catene delle capriate.

provini per la prova di resistenza a trazione

Caratteristiche meccaniche del legno: Elasticit


modulo di elasticit (E)
- ricavabile dalle prove di trazione o compressione (valori quasi simili) o di flessione
- valore influenzato dallumidit: da un minimo di 7500 ad un massimo di 15000 N/mm2
MODULO ELASTICO NELLA
DIREZIONE DELLE FIBRE

MODULO ELASTICO IN
DIREZIONE RADIALE

MODULO ELASTICO IN
DIREZIONE TRASVERSALE

legno di conifera, privo di difetti, umidit 12%


EL : ER : ET 20:1.6:1
E0 : E90 30:1

ET= 670 MPa

ER= 910 MPa


x20

EL= 13500 MPa

Caratteristiche meccaniche del legno: Umidit


EFFETTO DEL
RITIRO

legno di conifera
privo di difetti

LIMITI: ANISOTROPIA
LANISOTROPIA deriva dallORGANIZZAZIONE CELLULARE
trazione-ACCIAIO : 350 500 MPa
compressione-CALCESTRUZZO: 15 40 MPa

il legno risulta
- PIU RESISTENTE e PIU RIGIDO per
sollecitazioni
orientate
lungo
la
DIREZIONE dellASSE delle FIBRE

- MOLTO MENO EFFICIENTE per


sollecitazioni ORTOGONALI alla direzione
delle fibre (soprattutto per tensioni di
trazione)

Caratteristiche meccaniche del legno: Fatica & Usura


RESISTENZA A FATICA
- rottura a fatica (alternarsi ciclico di condizioni di carico, da un carico zero ad un carico
massimo): rottura anche per valori molto inferiori a quelli osservati per carichi fissi.

- per il legno la rottura a fatica dopo almeno un milione di cicli: si rompe per un carico unitario
pari a circa il 35% del carico di rottura a flessione statica.

RESISTENZA allUSURA
- importante per i materiali legnosi impiegati nelle pavimentazioni
- si determina con una macchina rotante a superficie fregante: dopo un numero fissato di giri si
misura la diminuzione di spessore del provino
- elevata per le essenze forti ad elevato peso specifico (e.g. quercia, bosso, robinia, noce,
eucalipto, ulivo, teak)

CARICHI di SICUREZZA
carichi che un dato elemento in legno pu sopportare in sicurezza

- tabulati per le principali essenze: si possono assumere se il legname


ben stagionato
non sottoposto a gravose condizioni di lavoro in ambienti sfavorevoli.

i.

se posto in opera in ambienti molto umidi, riduzione del carico di sicurezza di 1/3

ii. se non stagionato, riduzione del carico di sicurezza di 1/3


iii. per elementi inflessi, con carico costante nel tempo, riduzione del carico di sicurezza di 1/3
iv. per le strutture sottoposte a carichi ripetuti, riduzione del 40%

LEGNO: CICLO di PRODUZIONE


FASI di LAVORAZIONE del LEGNO: dalla pianta al pezzo finito
NORMATIVE
CNR-UNI 206/2006
Istruzioni per il progetto, lesecuzione e il controllo delle strutture in
legno
EUROCODE 5,
Design of timber structures

LEGNO: CICLO di PRODUZIONE


Circolo virtuoso: dal pezzo finito alla raccolta, recupero e riciclaggio degli imballaggi in legno

LEGNO: CICLO di PRODUZIONE


FASI di LAVORAZIONE del LEGNO: dalla pianta al pezzo finito
- ABBATTIMENTO: per le piante generalmente tra novembre e febbraio, quando la secrezione
dei succhi vegetali minima; per le resinose nel periodo estivo
- SRAMATURA: taglio dei rami
- SCORTECCIATURA
- TRONCATURA: taglio del fusto dell'albero o dei rami in assi, pezzi di forma circolare o
tronchi pi piccoli (della dimensione voluta a seconda dell'uso), tramite l'ausilio di motoseghe
- TRASPORTO dei tronchi con camion, teleferiche, rotaie, o attraverso le vie dacqua, fino alla
segheria.

LEGNO: CICLO di PRODUZIONE


FASI di LAVORAZIONE del LEGNO: dalla pianta al pezzo finito
- STAGIONATURA: essiccazione del legname per evitare che col tempo possa piegarsi
Lessiccazione pu avvenire in modo
- naturale allaperto (massima esposizione allaria, evitare il contatto con il terreno e
sollecitazioni di flessione) e dura 2-3 anni (costo notevolmente pi alto)
- artificialmente in apposite camere e dura alcuni giorni

stagionatura ad acqua: generalmente seguita dalla stagionatura naturale vera e propria. Consiste
nellimmergere il legno in acqua marina (acqua+sale) fredda per circa 15 giorni. L'acqua (per osmosi) si
sostituisce alla linfa e viene, successivamente, eliminata con essiccamento all'aria. Il legno senza linfa
praticamente inattaccabile dai tarli e l'immersione in acqua ne aumenta la durezza, il peso e la durata.

- LAVORAZIONE mediante macchine utensili

LEGNO: PRODOTTI PRIMARI


SEGAGIONE

SEGATI

SFOGLIATI

TRANCIATI

LEGNO: PRODOTTI SECONDARI

DERIVATI del LEGNO


sviluppati per ridurre i costi del legno massiccio e sopperire ai difetti del legno a curvarsi o a produrre nodi,
cipollature...

COMPENSATO
formato da strati dispari (3, 5 o 7) di fogli di legno (MULTISTRATO), disposti alternando il
senso delle fibre e incollandoli.
- sfogliatura dei tronchi per ottenere i fogli di legno
- essiccamento dei fogli di legno
- spalmatura di colla dei fogli di legno
- sovrapposizione in vari strati con le direzioni di fibratura perpendicolari tra loro
- pressatura a freddo e poi a caldo
nel campo dellarredamento il compensato viene rivestito da un laminato plastico o da un
foglio di legno pregiato (piallaccio)
TRUCIOLATO (pannelli di fibre e truciolati)
ottenuto da incollaggio di fibre di legno o chips.
Dagli scarti di falegnameria si ricavano trucioli e segatura che opportunamente trattati con colla e
vapore ed opportunamente pressati, si ottengono i truciolati che impiallacciati con laminati
plastici o con fogli di legno pregiato, danno garanzia di solidit ed economicit nellindustria del
mobile.

DERIVATI del LEGNO


PANIFORTE
formato da unanima fatta di listelli di legno rivestiti da fogli di compensato con colle
resistentissime e pressate a caldo
TAMBURATO
- costituito da due fogli esterni di compensato incollato su listelli di legno distanziati tra loro
- adatto per la costruzione di porte
SANDWICH
formato da due fogli esterni di compensato a racchiudere unanima di materiale espanso a
struttura a nido dape che gli conferisce leggerezza, resistenza e coibenza per realizzare pannelli
isolanti termici e acustici.

MASONITE
agglomerato di frammenti di legno adatto per la sua leggerezza e flessibilit per realizzare lo
schienale degli armadi, il fondo dei cassetti

DERIVATI del LEGNO: LEGNO LAMELLARE


MODELLI STORICI

PRODUZIONE CONTEMPORANEA

LEGNO LAMELLARE
- incollaggio (con colle molto resistenti: caseina, urea-formolo, melanina-formaldeide, resorcinaformaldeide) di assi (LAMELLE) di legno di limitate larghezza e lunghezza
- pressatura (~0.8 MPa per 4-20 ore) a caldo (T= 20 C)

DERIVATI del LEGNO: LEGNO LAMELLARE


- tavolette incollate insieme anche di testa mediante incastri che devono tessere sfalsati tra loro
in modo tale che le 2 giunzioni non capitino troppe vicine.

b= 10-24 cm
t= 3-4 cm
l= 400-500 cm
- molto sviluppato per realizzare strutture resistenti anche di grandissima estensione, quali travi,
montanti- elementi strutturali ad ampia flessibilit compositiva e formale
- buona validit estetica (archi anche a sezione variabile)
- impiegato in edifici dove necessario coprire grandi spazi senza pilastri
(e.g. impianti sportivi o per lo spettacolo), date le elevate capacita portanti

DERIVATI del LEGNO: LEGNO LAMELLARE


PRINCIPALI VANTAGGI rispetto al legno naturale
MINORE VARIABILITA delle CARATTERISTICHE MECCANICHE
possibilit di realizzare SEZIONI di GEOMETRIA e DIMENSIONI NON VINCOLATE
possibilit di realizzare ELEMENTI STRUTTURALI di LUNGHEZZA LIBERA (fino a 40 m)
MAGGIORE FACILITA nella REALIZZAZIONE dei COLLEGAMENTI
PROPRIETA MECCANICHE NON MOLTO DIVERSE!

LEGNO: GIUNZIONI & CONNESSIONI

COLLEGAMENTI di CARPENTERIA CLASSICI

LEGNO: GIUNZIONI & CONNESSIONI


GIUNTI A PETTINE

CHIODI

VITI

-PLACCHE di METALLO DENTATE


- PLACCHE con FORI per far passare i chiodi
- INCASTRO con opportune sagomature per
favorire la compenetrazione delle due porzioni

- INCOLLAGGIO mediante ADESIVI


(colle bianche, poliammidi (applicate a caldo), collanti
a base di polimeri termoindurenti)

PERNI e BULLONI

LEGNO: GIUNZIONI & CONNESSIONI


Unione di elementi
ortogonali sollecitati a compressione

Unione di elementi coassiali


sollecitati a compressione

Con pezzi speciali

LEGNO: RESTAURO
PRIMA FASE: DIAGNOSI del DEGRADO
1. ISPEZIONE VISIVA
- Identificazione della specie legnosa
- Valutazione della difettosit
- Valutazione del degrado strutturale (rotture, deformazioni eccessive)
- Individuazione del degrado biologico (attacchi da funghi e insetti)
2. ISPEZIONE STRUMENTALE
- Misure di umidit
- Tecniche dinamiche (velocit del suono e degli ultrasuoni, vibrazioni trasversali/longitudinali)
- Durezza superficiale
- Resistenza alla perforazione (trapani dinamometrici)

SECONDA FASE: INTERVENTO


Sistemi di RESTAURO pi frequentemente impiegati
- LEGNO LAMELLARE INCOLLATO IN OPERA
- DISPOSITIVI METALLICI
- RICOSTRUZIONE mediante elementi quali RESINA EPOSSIDICA e SABBIA SILICEA
- SOSTITUZIONE dell ELEMENTO DETERIORATO

LEGNO: IMPIEGHI in EDILIZIA & ARCHITETTURA


INFISSI di PORTE e FINESTRE
PAVIMENTAZIONI
MOBILI
SOLAI
TRAVI
CAPRIATE per le coperture
TETTI
STRUTTURE COMPLETAMENTE LIGNEE

LEGNO: IMPIEGHI in ARCHITETTURA


uso del legno nelle costruzioni
- diminuito nel tempo con lintroduzione dellacciaio prima e del cemento armato poi
- scomparso quasi del tutto per i solai
- ancora utilizzato in determinate zone per le coperture
- nuovo campo di applicazione: derivati (e.g. compensati, paniforti)

legno impiegato come


- elemento significante
- in modo da non apparire

casa nordica: muri, pareti, solai, coperture e rifiniture in legno


casa mediterranea: il legno e lelemento portante dei solai, dei
tetti, ma spesso non in vista, essendo preminente la struttura
muraria in pietra o laterizio

Bioedilizia e Case in legno


componenti strutturali in legno
- presentano elevata CAPACIT di ACCUMULO di CALORE
- creano un CLIMA EQUILIBRATO: impediscono rapidi sbalzi termici causati dallalternanza giorno-notte
o da eventi atmosferici
- opportuna DIFFERENZA di FASE: intervallo di tempo che intercorre tra la comparsa della temperatura massima
sulla superficie esterna di un elemento strutturale e il raggiungimento della temperatura massima sul lato interno.

Pareti in legno massiccio con struttura monolitica e


sistema di isolamento termico totale
- caratteristiche superiori rispetto a strutture paragonabili in muratura
- riduzione dei costi di riscaldamento
- stabilit di forma grazie alla struttura a strati incrociati di tavole essiccate
- differenza di fase > 12 ore: importante per la protezione termica estiva,
impedendo il rapido impatto delle alte temperature negli ambienti interni

LEGNO: STRUTTURE ANTISISMICHE


in Italia obbligo di progettare gli edifici con criteri antisismici severi dal 1962
struttura antisismica: calcolata per resistere sia ai convenzionali carichi statici, che alle forze di
tipo dinamico, generate durante i terremoti.
fondazioni: devono permettere di ammortizzare le sollecitazioni, disperdendole nel terreno

LEGNO: si presta allimpiego in zone a rischio sismico, soprattutto per edifici a destinazione
abitativa, perch in grado di deformarsi sotto lazione di terremoti senza subire danni, date le
caratteristiche di elasticit e resistente a trazione e compressione (al contrario di laterizio o
cemento)
in Giappone
- maggiore parte delle abitazioni realizzata interamente in legno
- solo grandi strutture costruite in cemento armato calcolato per
resistere a sismi di intensit distruttiva
http://www.youtube.com/watch?v=pI3tMQ20mzs
progetto "Sofie" (Istituto per la valorizzazione del legno e delle specie arboree del Cnr (Ivalsa) di San
Michele all'Adige (Trento)): test antisismico su una struttura costituita da pannelli lamellari di legno
massiccio di spessore variabile (530 cm) incollati a strati incrociati (simulazione terremoto di Kobe
(Giappone) del 1995, magnitudo 7,2 sulla scala Richter, oltre 6000 vittime)

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