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Rosella Carella
Il monachesimo
lasciato tutto per seguire il Signore. Nella Chiesa dei
primi secoli, poi, lideale del perfetto cristiano sar
costituito dal martire di cui, col venir meno delle
persecuzioni, i monaci si considereranno eredi e
continuatori. Anche la prassi penitenziale della Chiesa
antica, cos rigorosa, influir sui successivi sviluppi del
movimento monastico per il fatto che, cessata la
penitenza pubblica, molti cristiani si sottoporranno
spontaneamente a forme di disciplina penitenziale,
anticipando quindi il concetto del monaco quale
penitente volontario.
Assai varie quanto a provenienza, genere letterario, attendibilit storica, le fonti relative al
monachesimo delle origini e molte sono ancora inedite, come quelle in lingue orientali
presentano diversi problemi di carattere storico-letterario tuttora discussi. certo, per esempio, che
alcune fonti, specialmente le agiografie, seguono determinati schemi, per influsso sia della
tradizione biblica (limmagine del vir Dei), sia del romanzo ellenistico (fughe, nascondimenti,
travestimenti, ritrovamenti), sia delle tradizioni popolari (apparizioni favolose sotto forma di
animali). In ogni caso, alcuni di questi testi conobbero fortuna immensa e divennero un fenomeno
culturale d grande rilevanza.
Il monachesimo antico presenta una grande variet di forme quanto al genere di vita, allestrazione
sociale, alle condizioni ambientali, allascesi, al lavoro, ai rapporti con la gerarchia ecclesiastica,
Per lo pi i monaci sono semplici laici, qualche volta ancora catecumeni, per la convinzione che lo
stato monastico sia un equivalente del battesimo (donde la concezione della professione monastica
come secondo battesimo). La patria del monachesimo lEgitto, dove alla met del IV secolo i
monaci erano centinaia di migliaia, e la Palestina, In tali ambienti sincontrano non solo degli ideali
ma anche degli esemplari di altissima virt e contemplazione e, a poco a poco, anche una vera e
propria dottrina elaborata dalla corrente monastica dotta di cui precipuo esponente Evagrio
Pontico. Le stesse fonti non idealizzano per eccessivamente il livello spirituale dei primi monaci,
presentandone anche forme degenerate a causa di abusi, disordini morali, scandali, errori
teologici, forme di fanatismo, insufficiente senso ecclesiale.
Anche in ci il monachesimo ha dovuto
compiere un lungo percorso e rettificare
alcune posizioni. Secondo uno schema
letterario destinato a una notevole fortuna,
esistevano diverse categorie di monaci (dai
migliori ai peggiori) e talora, dopo anni, un
monaco veniva a sapere per rivelazione
celeste che un artigiano dei dintorni era molto
pi perfetto di lui. Le stesse fonti ci presentano
non di rado la figura del monaco pigro,
goloso e scroccone. Il fatto, per, che i padri
del monachesimo siano stati, in gran parte,
anche i maggiori padri della Chiesa, contribu
a salvaguardarne lo spirito e lortodossia e a
1 LE ORIGINI DEL MONACHESIMO
Rosella Carella
Il monachesimo
conferire a tale movimento ulteriore autorevolezza e prestigio.
Sul fondamento del contenuto spirituale insito nel messaggio cristiano venne a poco a poco
elaborandosi un itinerario ascetico di cui si possono individuare le tappe essenziali. Va ricordato in
particolare il tema della compunzione, della rinuncia, dellallontanamento nella solitudine,
dellascesi, del combattimento spirituale, del dominio di s, del discernimento degli spiriti, del
riacquisto dello spirito colloquiale con Dio, della deificazione. Il cammino spirituale era visto come
contrassegnato dal progressivo acquisto della gioia e dal ripudio della tristezza, considerata come
facente parte degli otto vizi capitali e di cui spesso ebbero a occuparsi i padri del monachesimo.
Sotto questo punto di vista non c soluzione di continuit tra antichit e Medioevo, tra Oriente e
Occidente. In base alle prime esperienze compiute dai padri del deserto e descritte nei Detti dei
Padri, venne formandosi un patrimonio comune di dottrina e di idealit, via via attuato in forme
sempre pi differenziate dal punto di vista organizzativo e istituzionale, E infatti, dopo la prima fase
dellascetismo domestico dei primi secoli testimoniato anche dai vari trattati De virginitate, si registra
una larga affermazione delleremitismo, a volte nelle forme pi drastiche e assolute con distacco
deciso da parenti e amici, a volte mitigato mediante lunione di vari eremiti in raggruppamenti o
laure. Non vi sono ancora regole n legami di tipo culturale con la scuola teologica alessandrina
anche se a poco a poco pure i monaci verranno interessandosi alle dottrine del grande Origene e
saranno coinvolti nelle relative dispute e condanne.
Rosella Carella
Il monachesimo
La parola eremita deriva dal latino rmta, latinizzazione del greco (ermits), "del
deserto", che a sua volta deriva dal (ermos), che significa "deserto", " disabitato", perci
"abitante del deserto". Un eremita una persona che vive, per sua scelta ed in una certa misura, in
isolamento dalla societ, spesso in un luogo remoto.
Le ragioni principali che possono portare ad una scelta
del genere sono di solito spirituali o religiose. La scelta di
solitudine, contemplazione e ascetismo che caratterizza la
vita eremitica nasce in Oriente. L'Asia ha conosciuto fin
dall'antichit forme di vita ascetica assimilabili alla vita
eremitica nota al mondo mediterraneo, legate
allInduismo, al Taoismo e al Buddismo.
Il monastero di Santa Caterina un monastero del VI secolo situato in Egitto, nella regione
del Sinai, al centro di una valle desertica. Dedicato a santa Caterina d'Alessandria, il pi
antico monastero cristiano ancora esistente e sorge alle pendici del monte Horeb dove, secondo la
tradizione, Mos avrebbe parlato con Dio nell'episodio biblico del roveto ardente(3,2-6) e dove egli
ricevette i comandamenti. Nel 2002 stato dichiarato patrimonio dell'umanit dall'UNESCO per la
sua architettura bizantina, la sua preziosa collezione di icone e per la grande raccolta di
antichissimi manoscritti che costituiscono la pi vasta e meglio conservata biblioteca di testi antichi
bizantini dopo quella della Citt del Vaticano. Inoltre, il monastero considerato un luogo sacro
dalle tre maggiori religioni monoteiste: il Cristianesimo,
l'Ebraismo e l'Islam. L'origine del monastero ha radici
antichissime. La sua fondazione la si fa risalire
a sant'Elena, madre dell'imperatore Costantino che,
nel 328 fece costruire una sorta di primitiva cappella
votiva nel presunto luogo dove secondo la tradizione
cristiana Mos parl con Dio, nell'episodio biblico
del roveto ardente.
2 GLI EREMITI
Alessia Camero
Il monachesimo
3 IL MONACHESIMO OCCIDENTALE
Alessia Morisco
Il monachesimo
In un continente ormai frammentato in diverse etnie, lingue, legislazioni, livelli di cultura reciprocamente
ostili, lunificante regola benedettina, il latino parlato da tutti i monaci, la stabilit secolare di tutti i
monasteri, forniscono lunico e il pi visibile segno di unit.
Monasteri e abbazie costituiscono anche un grande fenomeno economico e sociale: a loro fanno capo i
lavori di dissodamento e di bonifica, che recuperano allagricoltura vaste aree di terreno inselvatichito da
secoli di abbandono. Lapicoltura, lolivicoltura, viticoltura si sviluppano notevolmente, poich al
monastero servono cera per le
candele, olio per le lampade,
vino per la S. Messa. Nel
monastero gli strumenti di
lavoro vengono sempre
migliorati: si passa per esempio
dallaratro di legno a quello di
ferro, vengono utilizzate
invenzioni meccaniche come i
mulini a vento e ad acqua.
Tutto questo avviene per
rendere il lavoro pi efficace e
meno faticoso e per poter
dedicare pi tempo ed energie allo studio e alla preghiera.
I monaci sviluppano, inoltre, il culto e la cultura, la liturgia e larte: ogni monastero ha il suo scriptorium,
dove si trascrivono i testi degli autori cristiani e pagani, salvandoli dalla distruzione, e si decorano i preziosi
codici con splendide miniature.
3 IL MONACHESIMO OCCIDENTALE
Alessia Morisco
Il monachesimo
4 LE ABBAZIE BENEDETTINE
Giorgia Grisorio
Il monachesimo
Nella "Regola" San Benedetto fa tesoro anche di una breve esperienza personale di vita eremitica
che gli fece capire quanto le debolezze umane allontanino di pi dalla contemplazione di Dio. Per
questa ragione propone di vincere l'accidia (una certa "noia" spirituale), con il cenobitismo, cio una
vita comunitaria che prevede un tempo per la preghiera ed uno per il lavoro e lo studio ( Ora et
Labora), lontana dalle privazioni e mortificazioni estreme imposta dalla vita in solitudine scelta dagli
asceti e, quindi, attuabile anche da persone comuni.
L'attivit primaria divenne in diversi monasteri la copiatura di testi antichi, specie di quelli biblici. A
tal proposito si fatto notare che il monaco che ricopia e medita e rivolve e commenta e diffonde
la parola biblica aperse la via alle nuove scienze linguistiche.
In particolare, per i Benedettini la
"Preghiera"
intesa
come
la
contemplazione del Cristo alla luce della
Parola Sacra ed praticata sia
comunitariamente attraverso i canti (loro
sono
i
canti
gregoriani),
la
partecipazione a funzioni e l'ascolto
delle letture in diversi momenti della
giornata (ad es. durante i pasti), sia nel
chiuso della propria cella sia attraverso
lo studio. Luoghi inospitali e disabitati
dove erigevano le loro abbazie, ma
anche lo studio e, un tempo, la
trascrizione di testi antichi (non solo
religiosi ma anche letterari o scientifici). Del resto per loro un'alta forma di preghiera anche il
proprio atteggiamento verso il lavoro.
Cos San Benedetto organizza la vita monastica intorno a tre grandi assi portanti che permettono di
fare fronte alle tentazioni impegnando continuamente ed in modo vario il monaco:
1. preghiera comune
2. preghiera personale
3. lavoro
Lo studio non era compreso. La maggior parte dei monaci benedettini era analfabeta. Compito del
monaco , con l'aiuto della comunit monastica di cui fa parte, di adempiere a questi tre obblighi
con il giusto equilibrio, perch quando uno prende il sopravvento sugli altri il monachesimo cessa di
essere benedettino. I monaci che seguono la regola di San Benedetto, infatti, non devono essere n
dei contemplativi dediti unicamente all'orazione, n dei liturgisti che sacrificano tutto all'Ufficio, n
degli studiosi, n dei tecnici o degli imprenditori di qualsivoglia genere di lavoro.
5 LA REGOLA BENEDETTINA
Samantha Carrassi
Il monachesimo
religiose.
Tra
esse
il
individuale
del
monaco
che
liberamente sceglie la vita solitaria. Ma ben presto si diffuse il sistema delle regole. La regola era
posta dal maestro e aveva lo scopo di organizzare la vita comunitaria. Tra le regole pi famose si
ricorda quella di san Benedetto da Norcia, esemplificata nel motto: Ora et labora (prega e lavora).
I monaci nell'Europa Orientale si davano con fervore, ad intense pratiche ascetiche (dal greco
aschesis=esercizio), le quali univano alla preghiera ed alla meditazione ogni sorta di mortificazioni
della carne, talora durissime o stravaganti addirittura, come l'astensione dal cibo, dal sonno o dal
lavarsi per periodi pi o meno lunghi, oppure l'infliggersi flagellazioni e torture. Tra questi,
particolari furono gli stiliti e i dendriti
che
trascorrevano
la
loro
vita
in
Mattia Caputo
Il monachesimo
nella Gallia si fecero promotori dellideale monastico (sull'esempio di quello orientale) e monasteri
famosi sorsero nel V secolo a Tours e ad Arles ad opera dei vescovi Cesario e Aureliano (autori di
importanti Regole).
Cassiodoro, il ministro di Teodorico, fallita la sua politica di fusione tra Romani e Goti, abbandon
la corte gotica, si rifugi nei suoi possedimenti nella natia Calabria e verso il 554 fond
un monastero a Vivarium, in cui trascorse gli ultimi anni della sua vita.
A dare al monachesimo del cristianesimo cattolico la sua particolare fisionomia operosa, fu per un
giovane, discendente da una famiglia della piccola nobilt provinciale dellUmbria: Benedetto da
Norcia(480-543). Ritiratosi a vita eremitica a Subiaco, Benedetto aveva veduto crescere attorno a s
un gruppo di seguaci, insieme ai quali, trasferitosi successivamente nelle vicinanze di Cassino,
aveva fondato il monastero di Montecassino, il pi importante centro monastico dellOccidente.
Mentre il mondo occidentale sconvolto dalle invasioni barbariche, i monasteri benedettini creano
un nuovo tipo di societ basata, anzich sul concetto romano della propriet privata, su quello
cristiano della solidariet collettiva. I monaci coltivano le terre
circostanti al monastero, o almeno le fanno coltivare dai propri coloni,
difendendole dallabbandono e dallinselvaticamento. Attorno a loro, si
raggruppano in cerca di protezione famiglie coloniche, che trovano
rifugio allombra del monastero. Il monastero diventa cos il centro di
un piccolo mondo economico auto-sufficiente; anche i prodotti
artigianali o industriali necessari alla sua esistenza vengono prodotti al
suo interno da monaci o da servi dipendenti dal convento. Il sovrappi
della produzione viene posto in vendita; cos, non di rado, attorno al
convento sorge anche un centro di scambi commerciali, un mercato,
una fiera.
In mezzo ad unet di sovrani analfabeti e di regresso della civilt, nei monasteri benedettini gli
amanuensi negli scriptoria, continuano a copiare le opere degli scrittori antichi cristiani e pagani.
Nei monasteri convivono quindi pacificamente insieme romani e barbari, affratellati dalla comune
fede e dalla comune obbedienza alla Regola. I monasteri
benedettini costituiscono, per tutto il Medioevo, importanti
centri di diffusione culturale.
Accanto a quello sempre pi importante di Montecassino,
sorsero numerosi monasteri, fra cui emergono per
importanza quelli di Nonantola nell'Emilia, di Farfa nella
Sabina,
di
San
Vincenzo
al
Volturno
nellItalia
Mattia Caputo
Il monachesimo
Lo scriptorium era un vasta sala illuminata da numerose finestre. I monaci lavoravano vicino ai
punti pi adatti a ricevere la luce. Gli strumenti del lavoro erano: penne, inchiostro e temperini,
righelli, punteruoli e, infine, il leggio. Per i manoscritti che andavano miniati c'erano altri utensili o
materiali specifici. Tutto questo materiale era fornito dall'armarius (il bibliotecario del monastero),
vero regista dell'operazione di copiatura. L'armarius poteva avere anche altri incarichi In una stessa
stanza potevano lavorare fino a trenta amanuensi. L'attivit propriamente di copiatura
comprendeva tutte le fasi della lavorazione del libro. Sicuramente attestate sono le varie fasi della
preparazione della pergamena per la scrittura. Poich il papiro non era pi disponibile dopo la
conquista araba dell'Egitto, i fogli erano ricavati dalle pelli degli animali.
7 IL MONACHESIMO IN EUROPA
Roberto Salomone
Il monachesimo
La pergamena pi pregiata si ricavava dalla pelle di vitello e
prendeva il nome di vello. Una volta posto sul leggio, la
prima operazione consisteva nel tracciare delle righe
orizzontali sul foglio vuoto. Affinch la scrittura fosse diritta,
l'amanuense doveva seguire tali righe. Seguivano poi le fasi
della scrittura: il monaco amanuense copiava il testo sulla
pagina rigata. Ovviamente il lavoro non sempre si limitava
alla copia di testi antichi, bibbie o commenti biblici; molto
spesso venivano scritte anche opere originali. Spesso gli
scriptoria svilupparono usi grafici caratteristici diversi e
indipendenti fra loro (si pensi alle lettere a e b caratteristiche
dello scriptorium di Corbie o alle lettere a e z caratteristiche
di quello di Laon varianti della scrittura definita in
paleografia come merovingica). Meno ovvia invece la
partecipazione di miniatori/pittori alle attivit di scrittura. La
miniatura era infatti eseguita separatamente dopo la
redazione del testo (ma prima della legatura del libro) spesso
in altri ambienti e a distanza di tempo (anche qualche mese).
Gli scriptoria fornivano libri per i monasteri, sia per uso interno sia come manufatti di scambio.
Producevano inoltre i libri destinati alla ristretta fascia di laici alfabetizzati. Tuttavia, alla met del
XIII secolo, la concorrenza di botteghe scrittorie laiche cittadine era diventata molto forte sia per il
tipo di letteratura proposta (non pi soltanto edificante o di preghiera) sia per la lingua con cui era
scritta (non pi in latino). Le botteghe scrittorie laiche inoltre avevano sistemi di copiatura pi rapidi
(per esempio il sistema della pecia in ambito universitario). Diversa era certamente la mentalit del
monaco che copiava un'opera quale adempimento a un precetto religioso e quella dello scriba
laico che copiava un'opera a scopo di lucro. Comunque per vari secoli ancora gli scriptoria
monastici rimasero il perno della produzione di testi liturgici per i monasteri stessi, almeno fino alla
diffusione della stampa.
7 IL MONACHESIMO IN EUROPA
Roberto Salomone
Il monachesimo
Nel 1327 alcuni terribili omicidi sconvolgono un'abbazia benedettina sperduta tra i monti del NordItalia. Nel monastero dovr svolgersi un importante concilio francescano a cui chiamato a
partecipare il dotto frate Guglielmo da Baskerville. Nel contempo, l'abate affida a Guglielmo le
indagini degli omicidi in virt della sua esperienza di inquisitore, senza dimenticare le vociferazioni
sull'Anticristo che da sempre circolano nell'abbazia. Il francescano, insieme al suo giovane novizio
Adso da Melk, si ritrova in un ambiente ostile, un'abbazia piena di libri e di cultura ma anche
segreta e spaventosa, su cui dovr indagare prima dell'arrivo della Santa Inquisizione.
Dopo 5 anni di preparazione il film viene girato in 16 settimane fra gli studi di Cinecitt a Roma, l'Abbazia di
Eberbach in Germania, la Rocca Calascio in Abruzzo e Castel del Monte (Andria), in Puglia. Le riprese si
svolsero tra l'11 novembre 1985 e il
10 marzo 1986. Il budget stato di
circa 17 milioni di dollari e l'incasso
della pellicola stato superiore ai 77
milioni di dollari nel mondo. Fu
distribuito in anteprima negli Stati
Uniti d'America il 24 settembre 1986,
mentre in Italia giunse il 17 ottobre
dello stesso anno e fu campione
d'incassi assoluto nella stagione
1986/87, davanti al blockbuster Top
Gun ed al film premio Oscar Platoon
di Oliver Stone.
8 IL MONACHESIMO OCCIDENTALE
Gaetano Stea
Il monachesimo
Fonte di Ispirazione:
ambientazione medievale era stato riscoperto da poco in Italia da Italo Alighiero Chiusano, col suo
L'ordalia. Le diverse similarit (ambientazione temporale, genere inteso come romanzo di
formazione, e scelta dei personaggi principali, un novizio e il suo maestro, un saggio monaco pi
anziano), e la notoriet che L'ordalia aveva nel 1979, che un esperto di letteratura come Umberto
Eco difficilmente ignorava, fanno ritenere L'ordalia con molte probabilit una delle principali fonti di
ispirazione de Il nome della rosa.
8 IL MONACHESIMO OCCIDENTALE
Gaetano Stea
Il monachesimo
Del monaco pi illustre della Chiesa antica, morto ultra centenario (250-356), ci pervenuto uno
dei pi bei esempi di biografia. Ne autore S. Atanasio, che di Antonio era amico e zelante
discepolo. Il biografo non ha trascurato alcun particolare che potesse illuminare sulla personalit, le
abitudini, il carattere, le opere e il pensiero del caposcuola del monachesimo. Nato a Come nel
cuore dell'Egitto, a vent'anni Antonio aveva abbandonato ogni cosa per seguire alla lettera il
consiglio di Ges: "Se vuoi essere perfetto, va', vendi ci che hai...". Si rifugi dapprima in una zona
deserta e inospitale tra antiche tombe abbandonate e poi sulle rive del Mar Rosso, dove condusse
per ottant'anni vita di anacoreta.
L'esperienza del "deserto", in senso reale o figurato, ormai un metodo di
vita ascetica, fatto di austerit, di sacrificio e di estrema solitudine: S.
Antonio, se non l'iniziatore, ne fu l'esempio pi insigne e stimolante.
Infatti, pur non avendo redatto alcuna regola di vita monastica o aver
incoraggiato altri a seguirlo nel deserto, Antonio esercit un grande
influsso dapprima tra i suoi conterranei, e poi in tutta la Chiesa. Il
richiamo della sua straordinaria avventura spirituale, pur in assenza dei
mass media e delle rapide comunicazioni moderne, si propag a tal
punto che da tutto l'Oriente monaci, pellegrini, sacerdoti, vescovi, e
anche infermi e bisognosi, accorrevano a lui per ricevere consigli o
conforto. Lo stesso Costantino e i suoi figli si mantennero in contatto con
il santo anacoreta.
Pur prediligendo la solitudine e il silenzio,
Antonio non si sottrasse ai suoi obblighi di
cristiano impegnato a riversare sugli altri i
doni con cui Dio aveva ricolmato la sua
anima: due volte egli lasci il suo eremitaggio
per recarsi ad Alessandria, sapendo che la
sua presenza avrebbe infuso coraggio ai
cristiani perseguitati da Massimino Daia. La
seconda volta vi si rec dietro invito di S.
Atanasio, per esortare i cristiani a mantenersi
fedeli alla dottrina sancita nel concilio di
Nicea (325). Non possibile parlare di questo
illuminato "contestatore" senza accennare alle
tentazioni che turbarono la sua solitudine nel
deserto e che fornirono a pittori come
Domenico Morelli il pretesto per ritrarlo tra donne sensuali: S. Antonio fu infatti bersaglio di
molteplici tentazioni del maligno che gli appariva sotto sembianze angeliche, umane e bestiali.
Questo santo umanissimo, pur nell'austera immagine dell'anacoreta, veneratissimo come
protettore degli animali domestici, umile ruolo che lo rende tuttora popolare ed amato.
9 SANTANTONIO ABATE
Il monachesimo
Morti i genitori, Antonio rimase solo con una piccola sorella. Aveva
diciotto o ventanni e aveva cura egli stesso della casa e della
sorella. Non erano passati sei mesi dalla morte dei genitori e
andando come al solito in chiesa, camminando pensava e rifletteva
come gli apostoli avessero lasciato tutto per seguire il Signore, come
negli Atti si narri dei cristiani che vendevano i loro beni e ne
portavano il prezzo ai piedi degli apostoli, perch fosse distribuito ai
bisognosi, e quale grande ricompensa fosse per questi preparata in
cielo.
Con tali pensieri entr in chiesa e avvenne che si leggesse il Vangelo
in cui il Signore dice al giovane ricco: Se vuoi essere perfetto, va,
vendi tutto quello che hai e dallo ai poveri poi vieni e seguimi e avrai
un tesoro in cielo.
Antonio, ritenendo che i precedenti pensieri gli fossero stati ispirati da Dio e come se quella lettura
fosse proprio per lui, subito, uscito di chiesa, don alla gente del paese i beni ereditati dai genitori
(erano 50 ettari di ottimo terreno); vendette i beni mobili che aveva e, conservata una parte per la
sorella, diede ai poveri il denaro ricavato. E inizi la vita ascetica, mortificandosi e pregando.
9 SANTANTONIO ABATE
Il monachesimo
10 LO STILITA SIMEONE
Michele De rosa
Il monachesimo
Simeone non permetteva alle donne di avvicinarsi al suo pilastro, neanche a sua madre, dicendo
loro (a quanto riferito) "se saremo degni, ci vedremo nella vita a venire".
Quando la madre mor, Simeone chiese che i suoi resti fossero portati a lui. Egli talvolta pregava in
posizione eretta con le braccia aperte a forma di croce, anche se la sua posizione pi frequente era
quella di curvare il suo scheletro macilento dalla fronte ai piedi.
Anche sulla pi alta delle sue colonne, Simeone non fu estraneo al mondo. Egli si rese disponibile
ai visitatori ogni pomeriggio e per mezzo di una scala essi potevano giungere sino a lui. egli mor
senza scendere dalla colonna.
Dopo 37 anni trascorsi sul pilastro, Simeone mor il 2 settembre 459. Egli ispir molti seguaci e per
oltre cento anni molti altri asceti ne imitarono lo stile di vita decidendo di vivere come lui su di una
colonna. Essi vennero cos denominati stiliti e furono molto comuni nell'Impero bizantino.
10 LO STILITA SIMEONE
Michele De rosa
Il monachesimo
Monica Damato
Il monachesimo
"dendriti" che si isolavano sopra gli alberi. Le foto di seguito,
effettuate nei pressi di Aleppo in Siria, documentano comunque il
rilievo che S. Simeone aveva per i cristiani prima dell'arrivo
dell'Islam.
Anche le donne si avviavano talora al monachesimo. In Siria pochi
monasteri femminili erano stati creati da nobildonne romane, ma
esistevano altre forme di aggregazione premonastiche come ad
esempio quelle delle "figlie dell'alleanza ". In Egitto monasteri
femminili erano poco pi frequenti grazie anche ad una sorella di
Pacomio e monache furono poi presenti anche nel grande
Monastero Bianco (presso Sohag) fondato dal santo copto San
Shenouda.
Dal medio oriente
il monachesimo si
afferm poi in
Grecia grazie a
San
Basilio.
E
successivamente il monachesimo nella sua forma
greca si svilupp in tutto l'Oriente romano e poi
(per via di Eusebio da Vercelli e di Sant'Agostino)
anche in Italia.
L'antico ceppo dei monaci antoniani nel corso dei
secoli si diviso fra Maroniti (Libano), Baladiti,
Caldei, Armeni, diverse congregazioni anche
occidentali.
Quando la madre mor, Simeone chiese che i suoi
resti fossero portati a lui. Egli talvolta pregava in
posizione eretta con le braccia aperte a forma di
croce, anche se la sua posizione pi frequente era
quella di curvare il suo scheletro macilento dalla fronte ai piedi.
Anche sulla pi alta delle sue colonne, Simeone non fu estraneo al mondo. Egli si rese disponibile
ai visitatori ogni pomeriggio e per mezzo di una scala essi potevano giungere sino a lui. egli mor
senza scendere dalla colonna.
Dopo 37 anni trascorsi sul pilastro, Simeone mor il 2 settembre 459. Egli ispir molti seguaci e per
oltre cento anni molti altri asceti ne imitarono lo stile di vita decidendo di vivere come lui su di una
colonna. Essi vennero cos denominati stiliti e furono molto comuni nell'Impero bizantino.
11 IL MONACHESIMO ORIENTALE
Monica Damato