Professional Documents
Culture Documents
Imprenditore (Attivit)
Chi l Imprenditore?
Art.2082: colui che esercita professionalmente unattivita economica organizzata al
fine della produzione o dello scambio di beni o di servizi.
Esegesi della norma art. 2082
o Attivit
o Organizzata
o Professionalmente
Il Rischio
Connaturato alla figura dellattivit organizzata professionalmente lelemento del
rischio imprenditoriale.
Caratterizza lo stesso Imprenditore il quale se incorre in una situazione di insolvenza
rischia, appunto, il fallimento.
Scopo di lucro
La definizione dellImprenditore data dallart. 2082 ci porta ad analizzare un altro
fenomeno; il fenomeno dell utile.
LImpresa Illecita
La nozione di impresa illecita e di societ illecita una creazione dottrinale
commercialistica ormai risalente, che non trova alcun riferimento testuale nelle
norme, essendo sorta prima ancora delladozione del codice civile del 1942. La
dottrina ha elaborato le proprie teorie sulla base della norma relativa
allimprenditore, per ricavarne una possibile e arbitraria definizione giuridica, ma
non vi accordo n sulla effettiva esistenza n sugli elementi essenziali che
costituiscono limpresa illecita, e questi contrasti si sono riflessi anche sulla
giurisprudenza.
Il primo punto da prendere in considerazione se, per la qualifica giuridica di
imprenditore, e, di riflesso, per quella dellimpresa, sia necessaria unattivit lecita. E
chiaro che, se si ritenesse quale elemento essenziale lo svolgimento di unattivit
lecita, non sarebbe possibile arrivare a teorizzare lesistenza della c.d. impresa
illecita.
Prima dellentrata in vigore del codice civile, quando si parlava ancora di commercio
e non di impresa, alcuni autori negavano lammissibilit di una siffatta teorizzazione:
per Ghidini, una societ che esercita il contrabbando nulla o inesistente, per
mancanza delloggetto, che, anche per Vivante deve essere necessariamente lecito.
Altri autori invece ammettevano la configurabilit di un commercio a scopo illecito.
Tuttavia, nonostante la riforma legislativa, la divisione in dottrina e giurisprudenza
rimasta: allinizio prevaleva lorientamento che negava la configurabilit di
unimpresa illecita, per il fatto che un illecito non potrebbe mai essere oggetto di
protezione giuridica, mentre in un secondo momento ha iniziato a farsi strada
lopinione contraria, fino a consolidarsi nella dottrina e nella giurisprudenza odierne,
per cui pacifica lesistenza, nel nostro ordinamento, dellimpresa illecita (non senza
autorevoli opinioni contrarie).
Limpresa illecita quellimpresa organizzata per produrre o scambiare benio servizi
contrari a norme imperative, allordine pubblico o al buon costume, oppure quella
che, pur avendo oggetto lecito, ha tuttavia un fine illecito (per esempio stata
costituita per il solo scopo di riciclare denaro) o utilizza mezzi illeciti
per il raggiungimento dello scopo.
Piccolo
Imprenditore
Imprenditore
commerciale
Imprenditore
agricolo
NOTA: Il Rischio riguarda tutti gli imprenditori; solo che gli effetti del rischio, in modo
particolare per quel che riguarda la situazione di insolvenza, in realt si possono
richiamare solo per alcune tipologie di imprenditori. (ex: limprenditore agricolo e il
piccolo imprenditore non sono soggetti al fallimento)
Il rischio si una connotazione caratteristica dellimpresa, ma muta la relazione da
parte dellordinamento nei confronti delle singole categorie imprenditoriali.
Limprenditore
agricolo
viene
esonerato
dalla
disciplina
del
fallimento (ci accade solo nel nostro
ordinamento) perch si dice che
esercitando
la
propria
attivit
prevalentemente sul fondo subisce
tutti gli eventi naturali che possono
riguardare il fondo stesso, incidendo
sulla
sua
attivit
e
quindi
sullinadenpienza
della
sua
obbligazione assunta nellesercizio
dellimpresa.
Il rischio dellimpresa connesso ad ogni esercizio della stessa ma la valutazione del
rischio in seguito ad insolvenza diversificato per categoria dimpresa.
elemento della
Pubblicit
Questi elementi nellimpostazione del codice del 42 non erano analizzati ne presi in
considerazione perch si orientava sclusivamente a disciplinare la figura
dellimprenditore commerciale perch riteneva che i fenomeni rilevanti dal punto di
vista economico fossero relativi a questa categoria dimprenditore.
Il principio che oggi si va attualizzando innanzitutto un principio di pubblicit (ex:
limprenditore agricolo che era esonerato da tutte le forme di pubblicit, oggi
soggetto alla pubblicit nel registro delle imprese se pur ai fini del c.d. cenzimento
informativo o pubblicit notizia).
Quindi anche il piccolo imprenditore tenuto a rispettare un regime pubblicitario
come lo anche ad es. limprenditore artigiano, la cui identificazione avviene
attraverso liscrizione allapposito Albo delle imprese artigiane; liscrizione in questo
apposito albo d il diritto ad avvalersi del privilegio sui propri crediti.
Quindi il principio di pubblicit un principio che finisce per riguardare tutte le
attivit imprenditoriali perch un principio generale dellordinamento che
riscontriamo anche nei profili di una regolare tenuta della contabilit.
Cio si collega allaltro principio, quello della trasparenza degli atti posti in essere
dallimprenditore ai fini della riconoscibilit della qualit e della quantit del reddito
prodotto.
La prevalenza della trasparenza e dellevidenza del reddito prodotto
dallimprenditore diventa rilevante qualora un soggetto voglia esimersi dalla
dichiarazione di fallimento. (Dimostrato anche dalla lettera dellart.1 L. n 267
del 1942 sul Fallimento)
attivit industriali dirette alla produzione di beni e servizi (ad esempio una
fabbrica automobilistica, un'emittente televisiva privata);
attivit intermedie nella circolazione dei beni (cio le attivit commerciali
comunemente intese):
o commercio all'ingrosso;
o commercio al dettaglio;
o commercio ambulante;
o pubblici esercizi commerciali (bar, ristoranti, ecc.);
attivit di servizi:
o attivit di trasporto per terra, per acqua o per aria (non attivit di
navigazione)
o attivit bancaria o assicurativa;
o altre attivit ausiliarie delle precedenti (ad esempio agenzie di
mediazione, di pubblicit, ecc.).
Alcune di queste attivit sono regolate oltre che dal codice civile anche dalle leggi
speciali.
Rientrare in questo quadro giuridico produce una conseguenza molto importante:
l'imprenditore commerciale assoggettato al fallimento.
o Imprenditore agricolo
Nel codice del 42 la figura dellimprenditore agricolo era costruita su chi coltivava un
fondo (cio svolgeva unattivit organizzata su di un fondo) e da questultimo traeva
una serie di beni e cio il risultato dellattivit posta in essere sul fondo stesso.
Questa nozione si fondava esclusivamente sul fondo percui cera un legame
fortissimo tra il soggetto che esercitava lattivit e il fondo stesso ( infatti si diceva
che limprenditore agricolo non pu fallire perch soggetto ad eventuali conseguenze
degli eventi naturali sul fondo).
Lo sviluppo delle tecnologie usate in agricoltura ha fatto si che il legame tra fondo e
imprenditore fosse in realt attenuato, perch risultano ora prevalenti anche gli
strumenti, i capitali, i macchinari; subisce in questo modo unassimilazione alle
caratteristiche dellimpresa commerciale.
Art.2135 con la disciplina del 2001
manifesta come lattivit agricola si
sia modificata, perch non vi pi
lessenziialit del fondo.
La Capacit dagire
Mentre per la disciplina contrattuale il contratto posto in essere dal minore pu
essere ritenuto, sia pure con determinate precisazioni, vincolante per lo stesso;
questo non pu avvenire nellambito dellimpresa, perch per poter iniziare
unattivit dimpresa indispensabile la capacit dagire.
Quando noi parliamo di capacit dellesercizio dellimpresa intendiamo in realt far
riferimento ad una diversa figura, che quella della Incompatibilit.
La libert dimpresa quindi preclusa.
Ci non significa che gli atti posti in
essere dal soggetto incompatibile
allesercizio dellattivit dimpresa
(ex: avvocati) non sono vincolanti per
lo stesso. Sono fatti salvi i loro atti
giuridici ma la conseguenza sar
quella di incorrere in sanzioni
amministrative e penali; pu essere
dichiarato anche fallito con delle
aggravanti
(ex:
bancarotta
fraudolenta). Ci vale anche per i c.d.
interdetti a esercitare lattivit
dimpresa (ex: il fallimento del gia
fallito).
Lincompatibilit e linterdizione nulla hanno a che fare con la capacit di esercitare
limpresa perch questultima esclusivamente collegata alla capacit dagire cio ad
un fenomeno giuridico diverso.
o Quali sono i principi che possiamo richiamare in materia?
Innanzitutto limpresa esaminta dal legislatore quella commerciale.
o Perch?
Perch si ritiene che proprio limprenditore commerciale essendo
sottoponibile al fallimento e avendo una serie di conseguenze collegate
allesercizio della propria impresa, debbano essere previste una serie di
specifiche regole in materia dellesercizio dellattivit dimpresa.
Diverso invece il discorso per limprenditore agricolo, per il quale si ritiene
che valgano le regole generali della capacit dagire.
o Le norme prese in considerazione sono dotate di una specialit in quanto
riguardano limprenditore commerciale esprimendo un principio derogatorio
rispetto alle disposizioni del diritto comune.
Riscontriamo di conseguenza una certa ambiguit tra diritto comune e la materia del
diritto economico.
Innanzitutto abbiamo studiato in diritto privato come esistano due categorie di atti:
atti di ordinaria amministrazione e atti di straordinaria amministrazione.
Mentre in diritto comune la distinizione facilmente rinvenibile, in quanto incide sul
contenuto dellatto stesso, per quanto riguarda il diritto commerciale questa
distinzione non assolutamente ben ravvisabile, in virt del forte rischio di
qualunque atto posto in essere durante lattivit dimpresa (ex: tant che la vecchia
distinzione tra i due tipi di atti riguardante la disciplina delle societ nellambito del
codice di commercio non pi riproposta nel codice civile de 42).
o Casi in cui lattivit imprenditoriale viene svolta da persone che non hanno la
capacit dagire.
Divieto assoluto di iniziare ex novo unattivit dimpresa per un minore, un
interdetto ed un inabilitato.
REGOLA CARDINE
o Cosa accade invece per il minore emancipato?
E consentita la continuazione dellesercizio di unattivit dimpresa
preesistente quando questa sia utile per lincapace purch autorizzata dal
tribunale.
Qual la ratio di questa norma?
Se vi unimpresa e per la morte dellimprenditore questo compendio aziendale pu
essere continuato perch ha degli elementi di utilit nella continuazione,
lordinamento giuridico (quello corporativo che era attento alla conservazione
dellimpresa) non pu non consentire che lattivit venisse cessata; in presenza di un
minore emancipato stabiliva che questultimo potesse continuare lesercizio
dellimpresa purch fosse autorizzato dal tribunale.
Utilit del minore
Evitare la despersione
dei beni aziendali e
quindi favorire la continuazione
dellesercizio dimpresa
Imprenditore collettivo
Societ
Impresa esercitata da pi soggetti. Ci troviamo di fronte a quello che viene definito
Imprenditore collettivo ovvero la Societ.
Quando noi parliamo di atto costitutivo o contratto costitutivo di societ dobbiamo
avere chiaro che concorrono diversi fenomeni.
o Fenomeno contrattuale o negoziale
Dunque ci sono Societ che possono essere costituite anche con atto unilaterale (ex.
socet per azioni, societ a responsabilit limitata); ci sono Societ che invece
normativamente prevista per la loro costituzione un numero minimo di soci:
almeno 2 per le Societ di persone; 9 per le Societ cooperative.
Il Principio che pu essere ricavato dalla disciplina e dal contratto stesso di societ,
riguarda la circostanza che la pluralit delle parti comporti lindipendenza di ogni
singola vicenda contrattuale rispetto alla vicenda del contratto in quanto tale.
Se nulla la mia partecipazione non nullo il contratto a meno che la mia
partecipazione non sia stata ritenuta fondamentale.
Ex. se si costituisce una Societ tra 5 soci ed uno di questi risulta essere incapace
naturale, l annullabilit che pu colpire la singola partecipazione non riguarda il
contratto di societ.
Colleggio Sindacale
organo di controllo
Sono caratteristiche che rinveniamo solo nelle persone giuridiche e quindi solo nella
tipologia delle Societ per Azione
o Perdita assoluta della figura soggettiva del socio. (differenza abbissale rispetto alla
disciplina delle societ di persone)
Si riscontra dunque una disciplina organizzativa finalizzata a creare un adeguato
modulo organizzativo (ex. come deve funzionare lassemblea).
o Funzione della Societ Azionaria (contrapposizione tra teoria istituzionalistica e
contrattualistica)
Linteresse del socio cede il passo allinteresse della Societ
Il nome del nuovo azionista non per riportato sul registro della societ (cio sul
libro dei soci) con la e allora come far questa persona a esercitare i diritti che
derivano dall'azione?
Di certo non potr esercitare i diritti sociali, ad es. non potr votare, ma in quanto
proprietario potr rivendere l'azione girandola ad altra persona; ma se vuole
esercitare tutti i diritti sociali, baster che si rechi presso la societ chiedendo
l'annotazione del suo nome sui libri sociali; la societ, dopo aver verificato che ci
sia una serie continue di girate provveder ad eseguire l'annotazione.
Bisogna notare, per, che l'art. 2355 c.c. comma 3 non dispone che alla
presentazione dell'azione da parte del socio - giratario ( colui cio che indicato
come ultimo nella serie di girate), la societ annoti il suo nome nel libro dei soci,
ma dispone che tale socio " ha diritto ad ottenere l'annotazione" , e gi da questo
momento pu esercitare i diritti sociali; tuttavia il citato articolo, per non cadere in
contraddizione con la regola dell'art. 2021 c.c. dispone che la societ "obbligata"
ad aggiornare il libro dei soci.
Come si vede l'iscrizione del nome del nuovo socio nel libro dei soci non una
regola assoluta per l'esercizio dei diritti sociali, potendo avvenire anche in un
secondo momento, oppure non avvenire affatto nel caso in cui la societ non
adempia a tale obbligo che pure la legge gli impone.
Il trasferimento delle azioni di regola avviene quando queste sono state
completamene liberate. Se per le azioni non sono state ancora del tutto liberate,
l'alienante risponde in solido con l'acquirente per i versamenti residui.
Il trasferimento delle azioni, libero.
Abbiamo visto, per, che la legge pu imporre dei limiti alla circolazione delle
azioni, come nel caso delle azioni con prestazioni accessorie. Oltre questi limiti
legali, la societ pu stabilire altri limiti alla circolazione attraverso delle clausole,
ma solo nel caso di azioni nominative ed in quello di mancata emissione dei titoli
azionari, lo statuto pu sottoporre a particolari condizioni il loro trasferimento e
pu, per un periodo non superiore a cinque anni dalla costituzione della societ,
vietarne il trasferimento.
Vediamo allora le clausole pi frequenti.
a) clausole di gradimento; come si vede si tratta di un gradimento motivato, cio
la societ indica le condizioni alle quali vuole il trasferimento del titolo, ma
possiamo chiederci se siano possibili le clausole di mero gradimento, cio di
clausole che subordinano il trasferimento dellazione allapprovazione della
societ, senza per specificare a quali condizioni dovr essere ammesso, gradito, il
nuovo socio. In passato la questione era dubbia, ma ora stato esplicitamente
ammessa dalla legge la validit di dette clausole, ma queste sono inefficaci se non
prevedono, a carico della societ o degli altri soci, un obbligo di acquisto oppure il
diritto di recesso dell'alienante.
b) clausole di prelazione: anche queste possono essere previste dallo statuto; in tal
caso gli altri soci devono essere preferiti a parit di condizioni, nell'acquisto delle
azioni.
Ci posto, dobbiamo porci una domanda: se vero che l'acquisto delle azioni dei soci
finir con intaccare il patrimonio sociale, sarebbe possibile per la societ acquistarle
quando il patrimonio sociale non corre alcun rischio?
S, possibile, se non vi sono rischi per integrit del capitale sociale.
Per fare questo sar necessario che i soldi per l'acquisto delle azioni la societ non li
prenda da quella parte di patrimonio che rappresentato dal capitale sociale, ma da altre
fonti, cio i soldi per l'acquisto devono provenire dal patrimonio societ, ma sempre che il
capitale sociale (o meglio la parte di patrimonio societ che rappresentato dal capitale
sociale) non ne sia intaccato;
e allora adesso possiamo rispondere alla nostra domanda, a quali condizioni la societ
potr acquistare le azioni dai suoi soci?
a) In primo luogo i soldi per acquistare le proprie azioni devono essere presi dagli utili
della societ o dalle riserve della societ che risultano dall'ultimo bilancio regolarmente
approvato;
b) inoltre le azioni che la societ acquista devono essere state interamente liberate dai soci,
in altre parole la societ non pu acquistarle, quando il socio che la vende non abbia
ancora effettuato tutti i conferimenti.
A questo punto si potrebbe pensare che bastino queste condizioni affinch la societ possa
acquistare le azioni dai soci, ma il codice ne pone delle altre, perch l'acquisto, che
effettuato dagli amministratori,
c) deve essere autorizzato dall'assemblea, che fissa le modalit dell'acquisto stesso, e in
particolare il numero massimo delle azioni da acquistare, e il tempo, non superiore a 18
mesi, nel quale l'autorizzazione accordata, e ancora il corrispettivo minimo e massimo da
pagare per queste azioni.
d) se si tratta di una societ che fa ricorso al capitale di rischio, queste azioni non possono
eccedere la quinta parte del capitale sociale, tenendo, nel calcolo, anche il valore delle
azioni possedute da societ controllate.
Se non si seguono queste regole, le azioni acquistate in maniera irregolare devono essere
vendute entro un anno dal loro acquisto.
Ma chiediamoci ancora, che cosa accade se la societ, che ha acquistato le azioni in
maniera irregolare, non le vende entro un anno dall acquisto?
La conseguenza sar che le azioni dovranno essere annullate, e sar anche necessario
ridurre il capitale sociale in maniera corrispondente al valore delle azioni annullate; la
riduzione del capitale sociale di competenza dell'assemblea straordinaria, e se
l'assemblea non adempie, gli amministratori o i sindaci dovranno rivolgersi al tribunale
che provveder alla riduzione del capitale sociale.
Abbiamo visto, quindi, i casi in cui possibile acquistare le azioni dai soci, e abbiamo
anche visto che se non si seguono le regole che rendono possibile l'acquisto, queste
dovranno essere vendute o comunque, nei casi pi gravi, annullate.
In alcune ipotesi, per possibile acquistare le azioni che la societ ha emesso, senza
seguire le regole che abbiamo visto prima.
Ci accade, per esempio quando l'acquisto sia per cos dire, accidentale, per effetto di
successione universale, fusione o scissione, oppure in occasione di esecuzione forzata per
il soddisfacimento di un credito della societ (nei confronti di un'azionista della stessa
societ) e sempre che si tratti di azioni completamente liberate, e ancora negli altri casi
previsti dall'articolo 2357 bis.
Qui, per, sar necessario rispettare il limite del quinto del capitale sociale, cio non si
possono acquistare tali azioni per oltre un quinto del capitale, ma il termine per la vendita
delle azioni che abbiano superato il limite, nei due casi che abbiamo visto, e anche nel caso
in cui la societ acquisti azioni a titolo gratuito, sar di tre anni. Se non si rispetta il limite
di legge, bisogner annullare le azioni in eccesso e ridurre il capitale sociale in misura
corrispondente.
Risolti, si spera, tutti questi problemi, se ne pone subito un altro:
saranno gli amministratori a poter disporre delle azioni della societ, o un altro soggetto?
Ci risponde il primo comma dell'art. 2357 ter che pone questa fondamentale regola: "Gli
amministratori non possono disporre delle azioni della societ che la stessa societ ha
acquistato se non previa autorizzazione dell'assemblea, la quale deve stabilire le relative
modalit".
chiaro che lasciare ai soli amministratori la scelta, ad es. sulla vendita delle azioni,
significherebbe, in pratica, metterli sullo stesso piano dei soci, ed quindi necessario che
tali operazioni di disposizione siano autorizzate dall'assemblea.
Ma un altro problema pu sorgere in merito alle azioni della societ, e sta nell'uso del
diritto di voto e degli utili che devono essere attribuiti a tali titoli. A chi spetter il diritto di
voto per le azioni della societ? Agli amministratori?
Anche qui, non si pu lasciare agli amministratori il diritto di voto, ma nemmeno
attribuirlo ai soci, che non sono tecnicamente proprietari delle azioni, poich appartenenti
alla societ, distinto soggetto giuridico; e allora il legislatore, tra lasciare il voto agli
amministratori o attribuirlo agli altri soci, ha deciso, salomonicamente, di sospenderlo.
Ma questa soluzione non risolve tutti i problemi; se il diritto di voto sospeso, sospesa
anche la distribuzione degli utili? E se si convoca l'assemblea, bisogna conteggiare tali
azioni, cosa non scontata, visto che non possono votare?
A queste domande risponde il comma 2 dell'art. 2357 ter, che detta una serie di regole non
sempre omogenee con la scelta di sospendere il diritto di voto; Vediamole:
a) in merito agli utili e al diritto di opzione: finch le azioni restano in propriet della
societ, il diritto agli utili e il diritto di opzione sono attribuiti proporzionalmente alle altre
azioni;
b) in merito al calcolo delle maggioranze in assemblea: le azioni proprie sono computate ai
fini del calcolo delle maggioranze e delle quote richieste per la costituzione e per le
deliberazioni dell'assemblea. Nelle societ che fanno ricorso al mercato del capitale di
rischio il computo delle azioni proprie disciplinato dall'articolo 2368, terzo comma.
L'art. 2357 ter, si chiude, con un ulteriore norma di "sicurezza" disponendo che: "una
riserva indisponibile pari all'importo delle azioni proprie iscritto all'attivo del bilancio deve
essere costituita e mantenuta finch le azioni non siano trasferite o annullate".
Il diritto di opzione
previsto dallart. 2441, rubricato, infatti, diritto di opzione. Quando si parla di
questargomento quasi mai si ricorda cos lopzione, e da dove nasce codesto diritto, con
linevitabile conclusione di non capire largomento; bene, ma cos lopzione?
Opzione (art. 1331 c.c.): nasce da un precedente accordo che ha ad oggetto un futuro
contratto. Le parti convengono che una formuli la proposta contrattuale, mentre l'altra
libera di accettarla o meno in un termine stabilito. La proposta formulata si considera
irrevocabile a norma dell'art. 1329 c.c.
Guardano la disciplina dellopzione prevista in tema di S.p.A. scopriamo delle
differenze rispetto a quella dellart. 1331; lopzione prevista dallart. 2441 non nasce
da un contratto, ma direttamente dalla legge che la impone alla societ quando
emette nuove azioni, quindi ai soci riconosciuto tale diritto, e quindi sono liberi di
acquistare le nuove azioni emesse dalla societ, o meno, ma la societ obbligata a
offrigliele.
Potremmo quindi definire lopzione in materia di S.p.A. il diritto riconosciuto ai soci
di acquistare le azioni di nuova emissione, grazie allesercizio di tale diritto. Le azioni
sono offerte ai soci in proporzione a quella che gi possedevano, e ci per conservare
allinterno della societ gli stessi rapporti di forze che esistevano prima dellaumento
del capitale sociale.
Bilancio
La societ per azioni obbligata a redigere il bilancio di esercizio. Si tratta di un
documento contabile dal quale i soci e i terzi, creditori in primo luogo, possono conoscere
la situazione patrimoniale e finanziaria della societ;
Il bilancio deve essere redatto secondo le regole previste dal codice civile (artt. 2423- 2435
bis) ma possibile redigerlo anche secondo altre regole, cio seguendo i principi contabili
internazionali riconosciuti dallUnione Europea; per la precisione secondo lart. 1 del d.
lgs. 38\2005 per principi contabili internazionali si intendono i principi contabili
internazionali e le relative interpretazioni adottati secondo la procedura di cui
all'articolo 6 del regolamento (CE) n. 1606/2002 del Parlamento europeo e del Consiglio,
del 19 luglio 2002.
Non tutte le societ sono per tenute a redigere il bilancio secondo i detti principi, ma solo
quelle indicate dallart. 2 del citato decreto legislativo, le altre dovranno redigere il
bilancio secondo le regole previste dal codice civile, ma potranno anche scegliere di
redigere il bilancio secondo i principi contabili internazionali, sempre che la legge non
escluda tale possibilit.
Ricordiamo tra le societ che devono redigere il bilancio secondo i principi contabili
internazionali, le societ emittenti strumenti finanziari ammessi alla negoziazione in
mercati regolamentati di qualsiasi Stato membro dell'Unione europea, le societ aventi
strumenti finanziari diffusi tra il pubblico in maniera rilevante, banche e assicurazioni.
Questo modo alternativo di redigere il bilancio utile per armonizzare i criteri di
valutazione a livello europeo. In questa sede ci occuperemo del bilancio cos come
regolato dal codice civile nei suoi aspetti giuridici del bilancio e suoi principi.
Il bilancio, secondo il codice civile, composto di almeno tre elementi, e ,infatti, lart.
2423 al primo comma dispone che:
Gli amministratori devono redigere il bilancio di esercizio, costituito dallo stato
patrimoniale, dal conto economico e dalla nota integrativa.
Il bilancio di esercizio si redige ogni anno, che appunto equivale a un esercizio, in genere
dal 1 gennaio al 31 dicembre, ma nulla vieta che lanno sia calcolato in maniera diversa.
Lo stato patrimoniale indica la situazione patrimoniale della societ nel suo aspetto statico
cio analizza il patrimonio sociale, lo fotografa nelle attivit e passivit.
Il conto economico registra, sempre nellesercizio considerato, i costi e i ricavi sopportati o
conseguiti dalla societ, quindi verifica, come si dice, laspetto dinamico della vita
economica della societ, laspetto dinamico del bilancio.
Aspetto statico e dinamico, possono sembrare parole senza senso, volendo, e di molto,
semplificare, possiamo dire che lo stato patrimoniale risponde a una domanda dei soci del
tipo: quanto abbiamo? Il conto economico, invece, alla domanda: com andata
questanno? Ci potrebbe essere anche una risposta del tipo, questanno andata male, ma
il patrimonio solido.
La nota integrativa, redatta dagli amministratori, serve a illustrare e specificare le voci
dello stato patrimoniale e del conto economico.
Sempre lart. 2423 indica i principi che devono seguire gli amministratori nella redazione
del bilancio; vediamo cosa dice il secondo comma del 2423:
Il bilancio deve essere redatto con chiarezza e deve rappresentare in modo veritiero e
corretto la situazione patrimoniale e finanziaria della societ e il risultato economico
dell'esercizio
Isoliamo, quindi, i principi fondamentali di redazione del bilancio:
Chiarezza;
Correttezza;
Rappresentazione veritiera.
Ora semplice osservare che se gli amministratori seguono le regole previste dal codice
per la redazione del bilancio, logico ritenere che il documento sar chiaro, corretto e
veritiero. Qui interviene ancor il codice civile, che con una regola rara a trovarsi, stabilisce
che (art. 2423 comma 3):
Se le informazioni richieste da specifiche disposizioni di legge non sono sufficienti a dare
una rappresentazione veritiera e corretta, si devono fornire le informazioni complementari
necessarie allo scopo
Si tratta di una disposizione davvero interessante, e come se dicesse agli amministratori
che potrebbe non bastare seguire le regole legali per redigere correttamente il bilancio, ma
anche necessario un ulteriore sforzo; in altre parole come se il bisogno di verit e
correttezza integri la specifica disposizione di legge attraverso un criterio fornito dalla
logica e dallesperienza.
Ma ancora pi interessante la disposizione del quarto comma dellart. 2423:
Se, in casi eccezionali, l'applicazione di una disposizione degli articoli seguenti
incompatibile con la rappresentazione veritiera e corretta, la disposizione non deve essere
applicata. La nota integrativa deve motivare la deroga e deve indicarne l'influenza sulla
rappresentazione della situazione patrimoniale, finanziaria e del risultato economico. Gli
eventuali utili derivanti dalla deroga devono essere iscritti in una riserva non distribuibile
se non in misura corrispondente al valore recuperato
Si tratta di una disposizione che permette al principio di prevalere sulla norma specifica,
insomma la norma generale (correttezza e verit), prevale, nella sua applicazione alla
norma specifica, non sempre per, ma solo in casi eccezionali. Insomma una
disapplicazione da parte degli amministratori della norma speciale perch non permette
di fornire una rappresentazione veritiera e corretta.
Il bilancio deve poi essere redatto in maniera chiara, e qui dovrebbe bastare seguire la
struttura indicata nel codice civile, ulteriormente precisata nella nota integrativa.
Accanto a questi principi generali se ne aggiungono altri, indicati dallart. 2423 bis,
secondo i quali il bilancio deve essere redatto secondo i seguenti principi, che spesso non
sono altro che la specificazione dei tre principi fondamentali gi visti in precedenza.
1) la valutazione delle voci deve essere fatta secondo prudenza e nella prospettiva della
continuazione dell'attivit, nonch tenendo conto della funzione economica dell'elemento
dell'attivo o del passivo considerato;
2) si possono indicare esclusivamente gli utili realizzati alla data di chiusura dell'esercizio;
3) si deve tener conto dei proventi e degli oneri di competenza dell'esercizio,
indipendentemente dalla data dell'incasso o del pagamento;
4) si deve tener conto dei rischi e delle perdite di competenza dell'esercizio, anche se
conosciuti dopo la chiusura di questo;
5) gli elementi eterogenei ricompresi nelle singole voci devono essere valutati
separatamente;
6) i criteri di valutazione non possono essere modificati da un esercizio all'altro e le
deroghe sono consentite solo in casi eccezionali; in tal caso La nota integrativa deve
motivare la deroga e indicarne l'influenza sulla rappresentazione della situazione
patrimoniale e finanziaria e del risultato economico.
Possiamo quindi, dalla lettura dellart. 2423 bis individuare questi altri principi:
Quello della prudenza, (n.1) nella prospettiva della continuazione dellattivit; si vuole
evitare che si indichino utili non effettivamente conseguiti;
vi poi il principio della competenza ( n. 3 e 4); in altre parole nella redazione del bilancio
devono essere indicate le entrate e uscite relative allesercizio considerato,
indipendentemente dal momento in cui vi sia stato lincasso o il pagamento; il bilancio
quindi di competenza e non di cassa.
Altro principio quello della continuit (n.6), e come specificazione del principio di
chiarezza c il n. 5.
I principi di redazione del bilancio possono quindi essere cos riassunti:
Chiarezza;
Correttezza;
Rappresentazione veritiera;
Prudenza;
Competenza;
Continuit.
Stato patrimoniale conto economico e nota integrativa
definizione
sono mezzi attraverso i quali si trasferiscono i crediti come beni mobili senza
seguire le regole della cessione del credito
Con i titoli di credito si rende veloce e sicura la circolazione della ricchezza permettendo il
trasferimento del credito relativo ad una somma di denaro (o ad altri beni) senza incorrere
nei rischi e nelle lentezze che si avrebbero usando il contratto di cessione del credito.
Vediamo, quindi, attraverso l'analisi dei titoli di credito come si giunti a tale risultato:
contenuto del titolo
incorporazione
legittimazione
caratteristiche del titolo di credito
letteralit
autonomia
al portatore
modo di circolazione secondo il tipo di
titolo
all'ordine
nominativi
legittimo. Nei titoli nominativi anche necessario riportare il nome del legittimato sul
titolo e sui registri dell'emittente, ma, in ogni caso sempre necessario il possesso del
titolo a cui potranno aggiungersi, di volta in volta, nuovi elementi, come l'intestazione del
possessore, l'ordine di pagamento etc.
Letteralit
Se titolo e diritto sono la stessa cosa, anche vero che il titolo deve possedere in s tutte le
caratteristiche che permettono di riconoscere esattamente il contenuto di quel diritto, la
prestazione dovuta dal debitore.
si parla di letteralit nel senso che il debitore deve adempiere in conformit a quanto
indicato nel titolo non essendogli consentito di riferirsi ad altri rapporti non menzionati nel
titolo n al creditore di pretendere qualcosa di diverso rispetto a ci che dal risulta dal
titolo
Autonomia
Tratto fondamentale dei titoli di credito la rapidit e sicurezza della circolazione dei
crediti incorporati. Ci vuole anche dire che il terzo possessore legittimo del titolo, nel
momento in cui andr a riscuotere la somma dovuta, non si potr vedere opposte dal
debitore le eccezioni relative ai rapporti con gli altri creditori.
Se, ad esempio, il debitore ha emesso una cambiale per pagare una partita di merce a
favore del venditore e quest'ultimo ha trasferito il titolo ad un terzo, il debitore non potr
evitare di pagargli la cambiale asserendo di non aver ricevuto ancora la merce.
si parla di autonomia per indicare l'indipendenza del diritto del portatore legittimo rispetto
a quelli degli altri creditori che gli hanno trasferito il titolo
Questa una conseguenza della "mobilizzazione" del credito, ma non l'unica, perch
l'autonomia del diritto del possessore pu spingersi sino al punto che, se anche il titolo
fosse stato sottratto, il possessore potrebbe sempre esercitare il suo diritto a patto di aver
ricevuto il possesso del titolo in buona fede, senza sapere,cio, della sottrazione del titolo.
questa un'applicazione della regola prevista per i beni mobili secondo cui:" il possesso in
buona fede vale titolo" espressamente richiamata dall'art. 1994 c.c. in tema di titoli di
credito.
Al portatore
All'ordine
nel titolo all'ordine, oltre la consegna del titolo, necessaria la girata scritta sul titolo.
Questa si concretizza in un ordine che il vecchio possessore del titolo (girante) rivolge al
debitore di pagare al nuovo creditore (giratario) al quale ha trasferito il possesso
Il titolo all'ordine circola,dunque, grazie anche alla alla girata.
Ovviamente il giratario che ha ricevuto il titolo, pu a sua volta girarlo ad un altro soggetto
e quest'ultimo pu compiere la stessa operazione. Il debitore dovr pagare all'ultimo
giratario che, per, risulti tale da una serie continua di girate.
La situazione pu aversi in questi termini:
il girante scrive sul titolo questa dichiarazione:"e per me pagate a Mevio" segue la firma
del girante;
oppure c' solo la firma del girante, mentre il giratario provveder ad aggiungere il suo
nome al momento della riscossione del credito.
Della girata parleremo diffusamente quando tratteremo della cambiale.
Nominativi
Cambiale
definizione
La cambiale prevista e regolata nel r.d. del 14 dicembre 1933 n. 1669, comunemente
detta"legge cambiaria".
Vediamone le caratteristiche fondamentali:
titolo astratto
titolo formale
titolo all'ordine
titolo esecutivo
Vediamo, ora, quali sono i tipi di cambiale e i motivi che spingono le parti ad obbligarsi.
Cominciamo dal primo tipo di cambiale, il "pagher"
vaglia
cambiario o
cambiale
propria o
pagher
rapporto di
valuta
Cambiale in bianco
definizione
Parlando del contenuto della cambiale abbiamo visto quali sono gli elementi indispensabili
per essere considerata tale. Tuttavia tali elementi devono sussistere quando il titolo
presentato per il pagamento. Di conseguenza possibile emettere una cambiale priva di
alcuni requisiti essenziali,la cambiale in bianco.
La cambiale in bianco di solito emessa perch necessario stabilire successivamente gli
altri elementi del titolo.
Il negozio tra emittente e prenditore relativo al riempimento della cambiale prende il nome
di "convenzione di riempimento", vediamone le caratteristiche:
il riempimento deve avvenire nel termine di tre anni dal giorno di
convenzione di
emissione della cambiale
riempimento
la decadenza non opponibile al portatore di buona fede, al quale il titolo
Girata
(propria-impropria)
definizione
Essendo la cambiale un titolo all'ordine circola mediante girata, a meno che il traente
abbia inserito nella cambiale le parole "non all'ordine" o un'espressione equivalente. In tal
caso il titolo trasferibile solo nella forma e con gli effetti di una cessione ordinaria del
credito;
La funzione della girata duplice, vediamola:
con la girata si trasferisce il diritto di credito contenuto nel titolo
trasferimento
il girante diviene obbligato cambiario di regresso
garanzia
Quando la girata produce i suddetti effetti si dice "propria" che, a sua volta, pu essere
distinta in:
girata piena
girata in bianco
Secondo l'art. 20 l.c. :"Il detentore della cambiale considerato portatore legittimo se
giustifica il suo diritto con una serie continua di girate" escluso il caso della girata in
bianco.
Consideriamo, ora, il contenuto e la forma della girata:
contenuto