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Perfetto

1) valore aspettuale.
Il perfetto indica uno stato presente che frutto di un'azione passata.
Da ci ne deriva che alcuni perfetti si debbano rendere in italiano con il nostro tempo presente:
io sono nella condizione di sapere perch ho visto: io so;
Questo valore aspettuale fa s che il perfetto non si opponga solo al presente (che indica un'azione
nel suo divenire e non un aspetto resultativo) ma anche rispetto all'aoristo che indica un'azione
istantanea ( : non si deve tradurre sono morti i morti: ma sono nella condizione
di essere morti coloro che sono stati colpiti dalla morte. La prima indica lo stato, la seconda l'azione
immediata, l'istante in cui avviene il trapasso).
Indicando uno stato il perfetto in origine doveva avere un valore intransitivo (uno stato indica una
condizione del soggetto e non un'azione trasmissibile a un complemento oggetto). Ci spiega
perch ancora in attico dei perfetti attivi abbiano valore intransitivo e continuino il valore medio
(piuttosto che quello attivo) del presente: significa io sono persuaso, io ho fiducia, ovvero
il risultato di (io sono convinto e quindi ora sono persuaso di una cosa, io ho fiducia in una
cosa). (io sono per natura) deriva da forma medio intransitiva (nascere, spuntare,
essere generato: io sono generato per esempio simpatico valore resultativo io sono simpatico per
natura) e non da faccio nascere.
In origine quindi non ci doveva essere una flessione attiva e una passiva, ma solo una intransitiva.
In attico invece ritroviamo le due flessioni: si formato un perfetto attivo transitivo e si opposto a
quello medio passivo. Notare per le eccezioni viste prima a cui aggiungere da che
ha valore intransitivo io sono morto cio io sono stato eliminato, io sono stato rovinato e non io ho
rovinato.
Quale stato il perfetto si situa nel presente e in alcuni casi pu affiancarsi a un tempo presente
( che si trova su epigrafi significa c' scritto e poca importanza ha il fatto che per trovarsi
scritto necessario che qualcuno prima lo abbia scritto), : questi sono i casi in cui si pu usare
il presente per tradurre. Ma normalmente di questo presente si mette in risalto che frutto di
un'azione avvenuta nel passato: , : Era perch sei giunta (e quindi ora sei qui, ma
per giungerci hai compiuto l'azione di muoverti nella mia direzione). Questo spiega perch in
italiano normalmente lo si traduca con un tempo storico, un passato prossimo.
Aspetti morfologici
1) le desinenze
Questo particolare valore temporale (n presente, n passato) spiega perch il perfetto abbia
desinenze sue proprie. Queste desinenze all'occhio dello studente appaiono tutto sommato non cos
straordinarie: ma ci dipende che la flessione del perfetto indicativo in stata ripresa dall'aoristo.
l'aoristo che ha ripreso la flessione del suo indicativo da quello del perfetto. Essendo a met tra
passato e presente non stupisce che le desinenze del perfetto siano state attratte ora da quelle del
presente ora da quelle dei tempi storici. Cos la terza persona singolare dell'indicativo perfetto non
in ma -() che va spiegata come un'analogia dall'imperfetto e dai tempi storici.
Invece congiuntivo, ottativo e imperativo hanno le desinenze del presente!

2) il raddoppiamento
Oltre alle desinenze il perfetto greco caratterizzato dal raddoppiamento: il raddoppiamento
comporta il timbro e: ovvero si ripete la prima consonante seguita da : . Quando la radice
inizia per due consonanti si ripete solo la prima: (vale normalmente per muta pi liquida,
mentre come vedremo non c' normalmente raddoppiamento quando inizia per due o pi consonanti
diverse o con consonante doppia).
Difficolt: Quando la radice possiede un s iniziale il raddoppiamento con la caduta della prima s ha
lasciato un'aspirazione: che deriva da - con caduta della prima s e aspirazione.
Pi difficile quando radice comincia per sl- il caso del verbo la cui radice . In
questo caso la caduta della sigma in entrambe le posizioni causa un allungamento di compenso
ovvero: da - cadono entrambe le s e si allunga le del raddoppiamento per compenso:
risultato (ci interrogheremo sopo su assimilazione del suono b a m).
stesso fenomeno per antichi sw o sm: cominciava per sigma digamma e quindi era -F
cadono le due sigma, cade la digamma e c' aumento di compenso . iniziava con
sigma -, cadono i due sigma e c' allungamento di compenso . (Ed ecco spiegati
quei strani perfetti in che il libro di ginnasio ci faceva studiare a memoria. Si veda anche
da o da radice supplettiva di F / F, e infine da raccogliere).
Il raddoppiamento lo hanno anche i verbi che iniziavano con il F anche se noi non vediamo pi
questo raddoppiamento in quanto i due digamma sono caduti e rimane solo la allungata in per
compenso a caduta di digamma. (Il vostro libro vi metteva questi esempi tra verbi che iniziano per
vocale che, come vedremo non hanno raddoppiamento, ma una classificazione di comodo falsa,
iniziavano per consonante, e non un aumento in questi casi ma un vero e proprio
raddoppiamento). da F F. E allo stesso modo probabilemente da
F- F.
Inoltre i temi inizianti per vocale pi sonante (l, m, n, r) hanno un raddoppiamento che consiste nel
ripetere prima vocale e prima consonante e la prima vocale del tema viene allungata: perf.
. Questa forma si estesa per analogia anche ad alcuni temi in occlusiva: celebre :
. Questo tipo di raddoppiamento piuttosto diffuso in attico tanto che alcuni libri parlano di
raddoppiamento attico (l'elenco di verbi si pu trovare sulle grammatiche liceali. Si pu ancora
ricordare due molto celebri entrambi costruiti su temi supplettivi. Ovvero da tema supplettivo di
si giunge a e da tema supplettivo di si giunge a .
Il raddoppiamento si inserisce dopo preposizione quando c' un verbo composto: .
2.1 Temi senza raddoppiamento
Il perfetto indoeuropeo non prevede sempre l'uso del raddoppiamento. Un buon esempio lo si ha dal
latino dove i perfetti raddoppiati sono una netta minoranza rispetto ai ben pi comuni vidi, egi ecc...
Si gi visto che senza raddoppiamento anche se iniziava con digamma. In generale i verbi
che iniziano per vocale (a parte quelli con raddoppiamento attico) non hanno raddoppiamento ma
hanno vocalismo allungato, ovvero allungamento di prima vocale.
Inoltre quando il verbo inizia per due consonanti (a parte i casi gi visti di muta pi liquida) o
consonante doppia non c' il raddoppiamento ma si una che una protesi e che ha forse origine
nei verbi inizianti per sigma dove invece era il frutto del raddoppiamento dopo caduta di sigma.
Esistono molte esitazioni i verbi che iniziano per possono presentare entrambe le forme
(eccetto che ha solo il raddoppiamento) . Ci sono verbi con
raddoppiamento anche se iniziano per due vocali (ma in Omero si vede
l'esitazione perch si trova . da tema di tema da
.
Infine probabilmente una protesi anche la che si mette davanti ai temi inizianti in . In questo
caso si ricorda come vi sia geminazione della . Da si giunge a .

3) Alternanza vocalica
In indoeuropeo doveva giocare un ruolo molto importante nel perfetto l'alternanza vocalica. I
diversi gradi apofonici dovevano distinguere le forme singolari dell'indicativo da quelle plurali e a
sua volta l'indicativo (e l'imperativo) dagli altri modi. Di tale variazione rimane un solo esempio in
attico e riguarda il verbo dove alle tre persone singolari dell'indicativo si trova un vocalismo o
che si oppone al grado zero del plurale dell'indicativo e a imperativo (piccola nota perch
e non . Il plurale prende la sigma per analogia sulla seconda paersona singolare del
pefetto da . Desinenza di indoeuropeo, sparita in greco e rimasta solo in
imperfetto di e ). Poi a altri modi utilizza grado in e (congiuntivo prima persona
singolare).
Al medio il vocalismo normale il grado zero.
Unico altro caso avvicinabile in qualche misura a quello di e . Per la inziale si veda
quanto detto su F iniziale (raddoppiamento e caduta F). Ci sono tre gradi: grado in e F non
utilizzato, grado in o F e grado zero F. L'alternanza, piuttosto limitata, solo tra grado in o e
grado zero. Il grado in o esteso a quasi tutte le forme. Tutto indicativo e forme attestate di
congiuntivo e ottativo. L'imperativo e il participio si alternano. All'infinito si trova forma in o
affiancata a una a grado zero e a participio maschile a grado in o, a femminile a
grado zero: , . Attenzione a neutro che potrebbe essere unica forma a grado normale.
Sarebbe il tema senza raddoppiamento F con caduta di F.
Altra variazione riguarda le radici in a, in questo caso non si ha vocalismo in o. Alternanza tra a
lunga (e quindi eta in ionico attico) e alfa breve. Esempio ovvero grado allungato
per singolare indicativo e grado breve per altri (Si aggiungano , , e
che si comportano esattamente come ). A medio si usa breve di grado zero.
Il verbo che ha la radice F grado 0 F, il grado 0, che in origine si trovava solo a plurale
di indicativo, si esteso a singolare di indicativo, a imperativo, a participio e a infinito. E cos si
avr , , participio , infinito , ma ottativo .
In radici bisillabiche si usa grado zero alla prima sillaba e grado lungo alla seconda: ,
ovvero grado zero e grado allungato .
4) Il
L'infisso K, serve a indicare l'idea di compimento, come tale lo si trova anche negli aoristi cappatici
ma solo in perfetto si normalizzato e ha preso un ruolo ben definito. Il k si esteso a tutte le forma
singolari e plurali, ma in alcuni casi, per verbi molto antichi, l'attico ha ancora degli antichi plurali
senza il k. il caso del verbo , , e che hanno forme cappatiche solo a prima tre
persone dell'indicativo e non nel plurale e poi negli altri modi. Lo stesso vale per da tema
. Si noti come , e presentino stessa alternanza vocalica eta alfa breve
di . Questi quattro verbi avranno prime tre persone di indicativo cappatiche e con grado
allungato in , mentre per altre forme avranno grado alfa breve e niente k).
In temi terminanti per occlusiva il greco non ha utilizzato il K: perfetto di ,
. A loro si sono aggiunti anche alcuni in nasale, liquida e dentale. Tutti questi hanno il cos
detto perfetto forte (c' persino uno in vocale ). In nasale da ,
da , da , da , da (tema ). In liquida
da , da (tema ), da . In dentale da
(tema ), da , da .
Normalmente liquida non si muta davanti a k, la dentale cade, e nasale mutano in a parte ,
e che perdono nasale.
5) Il medio
Le forme medio passive sono tutte non cappatiche. L'analogia con il presente (per i motivi visti) fa

s che le desinenze utilizzate siano quelle dei tempi presenti.


Per quanto riguarda i temi in vocale o dittongo non ci sono grosse difficolt: viene semplicemente
allungata la vocale finale. Ci sono una ventina circa di verbi terminanti in vocale o dittongo che
inseriscono una sigma (es. ).
Nei temi terminanti in consonante, la consonante finale ha subito forti modifiche. Infatti la
consonante del tema si viene a incontrare con le consonanti delle desinenze dando vita a
assimilazioni o contrazioni di varia natura.
Davanti a le labiali si assimilano e daranno come risultato , la gutturali convergono su e il
risultato , le dentali si assibilano . Davanti a sigma i risultati sono quelli consueti e gi
conosciuti da studio di futuro e aoristo (labiali , gutturali , dentali caduta di dentale e rimane ).
Davanti a labiali e gutturali si trasformano nella sorda, cos , , mentre dentali si assibilano
nuovamente . Davanti a labiali e gutturali si aspirano: , mentre le dentali come al solito si
assibilano . Infine quando si ha desinenza che inizia per , la cade e gutturali e labiali si
aspirano mentre dentali non subiscono modificazioni.
temi in labiale preceduti da (, ), e temi in guttuale preceduti da (
) perdono la la .
I temi in labiale non subiscono modificazione, i temi in nasale neppure ma davanti a talvolta si
assimilano, talatra assibilano , .
Ultima particolarit dell'attico riguarda la terza persona plurale. La desinenza principale si
trova regolarmente nei temi in vocale o dittongo. Ma nei temi in consonante causavano forti
problemi che l'attico ha risolto ricorrendo a una forma perifrastica con il participio perfetto medio
pi la terza persona plurale del presente del verbo : .
Questa forma perifrastica ha dato vita alla forme perifrastiche di congiuntivo e ottativo dove si trova
nuovamente il participio perfetto medio unito al congiuntivo e ottativo presente di .

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