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Pi informazioni su: Carl Schmitt, Cultura, Destra, Furio Jesi, Julius Evola.
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Qualcuno se ne accorse subito, come Thomas Mann, che in una lettera del 1922 a unamica chiosa:
Sento che il grande pericolo, il grande fascino di una umanit stanca di relativismo e bramosa di
assoluto loscurantismo sotto qualunque forma (successi della Chiesa romana), e io resto fedele ai
grandi maestri della Germania, Goethe, e Nietzsche, che seppero essere antiliberali senza fare la
minima concessione ad alcun oscurantismo e senza menomare affatto la ragione e la dignit umane.
Come vede non ho voltato le spalle a Nietzsche, anche se, certamente, rinuncio ben volentieri alla
sua astuta scimmia, il signor Spengler.
Pericolo e fascino, assoluto e oscurantismo: concetti che sono in circolo da oltre un secolo. Sono le
idee senza parole che hanno alimentato lideologia di destra: formulazioni oscure, valori
indiscutibili, pensieri profondi che non hanno bisogno di esser capiti perch sono gi nel nostro
sangue. Una sorta di pappa omogeneizzata che si pu modellare e mantenere in forma nel modo
pi utile, scrive Jesi.
Questa pappa, questa cultura di destra stereotipata, viaggia per nel Novecento in buona compagnia.
A sinistra. Gi, proprio a sinistra che, nella fase storica del post-Sessantotto, si verifica un
esercizio di sdoganamento. Loperaio, la figura di Jnger, ripresa e idolatrata in chiave operaista.
Il socialismo di Sorel, il suo combattere a vita (come suona il titolo di un bel libro di Domenico
Scalzo dedicato proprio a Sorel, da QuattroVenti), finalmente la chiamata allazione. Di pi:
lazione per lazione di certo extraparlamentarismo di sinistra trova una sua formulazione teorica
nel concetto del politico di Carl Schmitt. Il filosofo Massimo Cacciari in prima linea nello
sdoganamento. E con lui altri intellettuali di sinistra, che leggono Cline, Drieu La Rochelle ed Ezra
Pound (allora intervistato in tv da Pasolini), e poi ancora Heidegger, Julius Evola e altri autori
reazionari. In sostanza si assiste a un bizzarro superamento: come se questi intellettuali avessero
avvertito lesigenza culturale di stare pi a sinistra del Partito Comunista rivalutando alcuni concetti
(libert, comunit, ecc.) della Rivoluzione conservatrice. Alla storia (con la minuscola) di Hegel e
Marx, preferiscono il Nulla dei pensatori nichilisti.
Come dice Franz Haas, mentre le Brigate Rosse, ormai isolate, incutevano ancora terrore nel
Paese, Heidegger, insieme a Jnger e Schmitt, aveva gi conquistato i cuori dei comunisti pentiti.
Superstiti di una rivolta assopita, gli allievi di Lukcs discettavano sulla deiezione del soggetto.
Questo gergo forbito da Naturmensch suonava forse allorecchio dei non tedeschi meno
compromesso.
Allinterno del Msi in molti sindignarono, perch non volevano che venisse espropriata una parte
del loro patrimonio culturale. Altri accolsero con interesse, e inizi un dialogo per superare la
dicotomia destra-sinistra (fra i dialoganti, Marco Tarchi, Alessandro Campi e Umberto Croppi,
contrastati dal loro partito).
Di tutto questo Jesi era cosciente. Al punto da scrivere: la maggior parte del patrimonio culturale,
anche di chi oggi non vuole affatto essere di destra, residuo culturale della destra. Forse
esagerava. Forse era soltanto la temperie dellepoca. Ma a leggere gli scritti che allora circolavano,
con successo ed entusiasmo, accolti a sinistra come rivoluzionari (basti rileggere Del Noce, Zolla,
Severino) ci si accorger che parlavano per non dire nulla. E allora come non dar ragione a Jesi
quando, alla domanda iniziale di cosa fosse una cultura di destra, rispondeva laconico: una cultura
caratterizzata (in buona o cattiva fede) dal vuoto.
Saturno, Il Fatto Quotidiano, 15 aprile 2011
Leggo sulla pagina Facebook dei "Lettori di Diorama e Trasgressioni" una segnalazione
interessante.
Sarebbe stato bello discuterne anche con un intellettuale di destra: Marcello Veneziani, o
Marco Tarchi, di cui leggo con attenzione Diorama Letterario. O Massimo Fini, che si
spaccia per uno di destra e, se questa la destra, ce ne fossero... O Franco Cardini. Anche
se, settariamente, sono convinto che una cultura di destra non sia esistita per anni, in
Italia. Colpa degli editori come Einaudi? E chi sono i pensatori di destra? Il rivoluzionario
Nietzsche, che io ho studiato per anni? Ed esiste una rivoluzionariet di destra?. Cos
Gianni Vattimo ieri a Torino, all'incontro La cultura di destra. Secondo Furio Jesi, a
settant'anni dalla nascita, in occasione di Portici di carta (a cura del Salone del Libro) e
della riedizione del celebre saggio di Jesi del '79 Cultura di destra (Nottetempo). Incontro
di cui Vattimo stato relatore insieme a Giovanni De Luna.
La prima replica di Giorgio Vitali, valida e concreta personalit della sinistra nazionale:
IL VERO RISCHIO, IN QUESTI CASI, LA STORICIZZAZIONE. VATTIMO, CHE UN
ACCADEMICO, E NON UN UOMO POLITICO, GIUSTAMENTE fa alcune considerazioni,
esprime certe idee. Tuttavia si dovrebbe cominciare col distinguere. Intanto le categorie di
destra e di sinistra NON sono valide per l'analisi del periodo che va dal 1945 ad oggi. Qui
c' un equivoco di fondo che continua a persistere, ed l'autodefinizione che a partire dal
M.S.I. molti esponenti di una certa politica nazionale si sono dati. POI si dovrebbe elencare
tutti gli elementi, costituenti i filoni culturali sviluppatisi nell'ambito di quella che si
autodefiniva "destra" e riscontrati di una certa validit dal punto di vista documentale, e
stabilire dove collocarli. Per questa operazione il pi adatto sicuramente Veneziani,
perch in un modo o nell'altro li ha TUTTI SFIORATI.
Il tema non nuovo. Ciclicamente militanti di area mi contestano la qualificazione di
destra che spesso uso a scopi sintetici e didascalici. Particolarmente attenta al tema una
componente forzanovista che rifiuta questa collocazione in nome della "terza via". E' di
qualche settimana fa un contributo abbastanza articolato di Davide Pirillo, segretario
calabrese, sul forum regionale di Forza nuova. Dopo una digressione storica sul Msi Pirillo
entra nel vivo della questione:
"In tutto il mondo destra sinonimo di reazione, conservatorismo, difesa del sistema
capitalistico, liberismo e liberalismo, con una certa accondiscendenza ai disvalori
massonici ed al sionismo. Se valutiamo questa osservazione, dobbiamo fare i conti anche
con la definizione estrema destra usata da sempre per etichettare il nostro mondo politico,
questa definizione per noi mortale, confonde le idee e la percezione popolare su di
noi. Estrema destra, vale a dire, un peggiorativo di tutto quello che ho appena elencato. Per
questo noi dobbiamo con fermezza rigettare tale etichetta, prendendo coscienza che un
ghetto in cui vogliono farci scivolare per renderci sterili e poco incisivi, come hanno fatto
con i camerati della base (ignari ed in buona fede) dal '45 fino alla cosiddetta svolta di
Fiuggi, dove finalmente il bozzolo della pianta carnivora s' schiuso per evolversi in AN e
PDL poi, recidendo per sempre i lacci dell'inganno perpetrato ai nostri danni, tutti i mali
non vengono per nuocere. Se noi valutiamo la giusta forma che sta assumendo il nostro
cosmo politico oggi, che si avvia (anche se a fatica), verso la formazione di una piattaforma
programmatica che tiene contro di tre elementi: Socialismo, Nazionalismo (nella sua
eccezione costruttiva) e Cristianesimo, assumiamo forma sempre pi rivoluzionaria, dove
sempre meno centriamo con la destra.Non arricciate il naso se accosto Nazionalismo e
Socialismo al Cristianesimo, che intendo nella sua forma di devozione popolare, intima alla
povera gente, quindi non clericale. Esiste oggi, una nazione dove ci avvenuto
trasformandosi in rivoluzione, creando un esempio di contemporaneit delle nostre idee,
mi riferisco alla rivoluzione bolivariana del Venezuela con Hugo Chvez, che ha lanciato di
recente le basi di un socialismo: antimarxista, nazionale e cristiano; a voi chiedo cosa era il
fascismo storico (cosa?), se non un socialismo nazionale, antimarxista e
cristiano. Dobbiamo tornare a parlare al cuore della povera gente, dei cittadini onesti, degli
sfruttati, degli ultimi, e tutto questo non si fa con gli stereotipi dell'estrema destra
all'evoliana maniera. Dobbiamo ritornare alla cultura del fare, del sociale e del soccorso
popolare, e tutto questo non si fa dal ghetto e dalle fogne. Il primo passo per farlo
prendere coscienza che non siamo di destra (estrema destra, ecc.), noi siamo oltre perch
in noi i germi di una rivoluzione, in noi il bollore febbricitante di chi ha rotto con gli
schemi".
Agli stessi valori cristiani si del resto ispirato un'iniziativa dei forzanovisti napoletani che
hanno organizzato un gazebo a piazza Augusteo per protestare contro la blasfema
campagna pubblicitaria di Sky sport che mischia il sacro e il profano. Ma questa, devo dire,
mi sembra una cosa molto di destra.