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appunti (1) per gli allievi Elettronici ed Automatici del corso (2011/2012)
di Elementi di Analisi funzionale e trasformate
x = 0 x = 0;
ii) x = || x , R (o C)
iii) x + y x + y .
Esempio 1. Sia X = R3 ; esso uno spazio vettoriale normato se deniamo, per ogni
vettore x = (x1 , x2 , x3 )
x =
Considereremo, nel seguito, spazi vettoriali i cui vettori sono delle funzioni x(t).
Esempio 2. Sia X ={funzioni x(t) : [a, b] C continue in [a, b]}.
= sup |x(t)|
t[a,b]
oppure
b
=
a
|x(t)| dt
Si ottengono cos due dierenti spazi normati, che indicheremo con X(a, b) e con
X1 (a, b).
Ad esempio, se x(t) = t2 in [0, 1], risulta x
= 1, x
= 13 .
Spazi analoghi possono essere deniti anche nel caso in cui lintervallo (a, b) sia non
limitato. Ad esempio
X (R) {x(t) : R C continue e limitate; normato con x
1
= sup |x(t)| },
tR
|x(t)| dt}
Esempi.
La funzione e3|t| X (R) con x
X (R) con x
Sia X uno spazio lineare normato; esso diviene uno spazio metrico introducendo la
seguente denizione di distanza tra due elementi x, y X
dist(x, y) = x y
La distanza gode delle propriet
i) dist(x, y) 0;
dist(x, y) = 0 x = y;
xy
.
Lo spazio X1 (a, b) diviene uno spazio metrico ponendo
b
dist1 (x, y) :=
xy
=
a
|x(t) y(t)| dt
Esempi. Le funzioni x(t) = t, y(t) = 1, denite in (0, 3), hanno dist (x, y) = 2,
dist1 (x, y) = 5/2.
Le funzioni x(t) = e|t| e y(t) = 1, denite in R, hanno dist(x, y) = 1.
n +. Se tale successione convergente per ogni ssato t0 (a, b), il limite una
funzione x(t) : (a, b) C. Diremo allora la successione xn (t) converge per n + alla
t (a, b).
Supponiamo ora che le funzioni xn (t) e la funzione x(t) siano elementi di uno spazio
lineare normato X.
Denizione 1. Si dice che xn (t) converge per n + nella norma di X a x(t),
e si scrive xn
n+
n+
xn x
0 per n +
(a, b) C , n N, una successione di funzioni X (a, b). Si dice che xn (t) converge
per n + alla funzione x(t) X (a, b) nella norma del sup se risulta
(a,b)
xn x
t(a,b)
una successione di funzioni X1 (a, b). Si dice che la successione xn (t) converge alla
funzione x(t) X1 (a, b) nella norma integrale di ordine 1 se risulta
b
xn x
=
a
E ovvio che, se una successione xn (t) X (a, b) converge a x(t) uniformemente, cio
nella norma del sup , essa converge a x(t) anche puntualmente in (a, b). Il viceversa
t(a,b)
xn (t),
n=0
Sn (t) =
xk (t).
k=0
Esempio 1.
Sia xn (t) =
n
1t2
0
altrove
Graci di x1 (t), x2 (t), x3 (t)
0.25
0
-1.25
1.25
E una successione di funzioni a campana, con supporto (1 ) contenuto in [1, 1], con
xn (0) = en . Essa converge uniformemente (e quindi anche puntualmente) in R alla
funzione x(t) 0. Infatti sup |xn (t) x(t)| = en
R
n+
intuibile dalla gura e come vedremo in seguito utilizzando il teorema della convergenza
dominata, che xn (t) 0 anche nella norma di X1 (R).
n+
Esempio 2.
0 t=0
1 t=0
; non converge a
Si denisce supporto di una funzione f (t), e si indica con supp f(t), la chiusura dellinsieme in cui
f(t) = 0.
0, per n +.
0, per n +.
X (R)
en|t| x(t) dt = 2
+ nt
e dt
0
m,n+
xn xm
=0
Osserviamo che, in uno spazio lineare normato, ogni successione convergente (nella norma
dello spazio) anche una successione di Cauchy. Infatti, se xn converge a x, risulta
xn xm
= (xn x) + (x xm )
xn x
+ x xm
0, per m, n +.
scalari), normato con x = |x| , non completo; infatti la successione 1.4, 1.41, 1.414,
1.4142, 1.41421,
=2
+ nt
(e emt )dt
0
t=1
, che
/ X1 (R), perch
1
t=1
non integrabile n secondo la denizione di Cauchy, n secondo la denizione di integrale
generalizzato.
5
2. Spazi di Hilbert
Denizione. Sia X uno spazio lineare (sul campo di scalari C). Si dice prodotto
scalare unapplicazione < x, y >: X X C con le seguenti propriet
i) < x, 1 y1 + 2 y1 >= 1 < x, y1 > +2 < x, y2 >,
ii) < x, y >= < y, x >
i C)
durre un prodotto scalare < x, y > tale che x = < x, x >, allora tale spazio si dice
uno spazio di Hilbert.
Esempio. Lo spazio completo R2 uno spazio di Hilbert, ponendo, per ogni coppia di
x(t) y(t) dt
R
x(t) x(t)dt =
|x(t)|2 dt = x
R
2
x(t) y(t)dt
(a,b)
(1)
0 x + y
x 2 + 2 Re[
< x, y >
2
4
x
x
x 2
]+ y 2 =
|< x, y >|2
|< x, y >|2
|< x, y >|2
|< x, y >|2
2
2
2
Re
+
y
=
+
y
,
da
cui
y 2,
2
2
2
2
x
x
x
x
cio la tesi.
x
h/2 2
(x, t),
ih/ (x, t) =
t
2m x2
appartiene, per ogni ssato t, allo spazio di Hilbert L2x (R) e, come noto,
(x, t)(x, t)dx =
R
|(x, t)|2 dx = ( , t)
2
L2x (R)
= 1.
< x >=
R
L2x (R)
< p >=
R
(x, t) ih
d
(x, t) dx,
dx
d
che si pu interpretare come il prodotto scalare in L2x (R) < (x, t), ih/dx
(x, t) >
< x, y >
1; ci
x y
consente di denire l angolo (0 ) tra i due vettori x e y, ponendo
cos =
< x, y >
x y
(2)
y cos .
.
2
=< x + y, x + y >=< x, x > +2 Re < x, y > + < y, y >, se due
Poich inoltre x + y
= x
+ y
ortonormale se
i) < xn , xm >= 0, m = n,
ii) xn = 1, n.
Denizione. Una successione {xn }nN , xn H ortonormale si dice una base dello
x=
< x, xn > xn
n=0
< x, xn > xn
n=0
0, per k +.
Esempi importanti.
1) In R2 i vettori e1 = (0, 1), e2 = (1, 0) sono un base (nita) dello spazio di Hilbert R2 .
Infatti ogni vettore x = (x1 , x2 ) si pu rappresentare come
x = x1 e1 + x2 e2 =< x, e1 > e1 + < x, e2 > e2 .
8
1
2
2
0
eint eimt dt =
1
2
2
0
xn = 1, n.
1
x(t) =
cn eint ,
2 n=
1
1
con cn = < x(t), eint >=
2
2
x(t)eint dt,
0
t2
(1)n
dn t2
e ,
e2
dtn
2n n!
n = 0, 1, 2, ...
Si ha H0 (t) =
1 t2
4 e
t2
t2
x(t) =
cn Hn (t), con
n=0
ei(nm)t dt =
Lapproccio classico, alla Cauchy, quello di sezionare la zona sottesa dalla curva in
fette verticali, ciascuna avente come base (xk , xk +xk ); si approssima larea della singola
fetta verticale con il prodotto f (xk )xk , essendo xk (xk , xk + xk ), poi si sommano le
aree di tutte le fette. La somma integrale
n
f (xk )xk
k=0
della fetta orizzontale inferiore con il prodotto c1 mis(E1 ), ove E1 = {x (a, b) : f (x)
i=1
10
(c0 = 0),
Il graco di f(x) viene approssimato col graco di una funzione a scala (x), i cui
gradini hanno altezze determinate dai valori c1 , c2 , ...cn.
Per funzioni f (x) regolari gli insiemi Ei sono intervalli e quindi la loro misura si
calcola facilmente; nei casi pi generali il punto cruciale quello di denire la misura di
un insieme E R anche molto irregolare.
per ogni > 0, esiste una famiglia (nita o numerabile) di intervalli {In }nN tale che
E In
n
e
n
mis In .
quasi ovunque (e si scrive q.o.) quando linsieme dei punti di R che non vericano P
ha misura nulla.
Una funzione f (x) denita q.o. se linsieme dei punti in cui non denita ha misura
nulla.
11
Due funzioni f(x), g(x) sono uguali q.o. se ha misura nulla linsieme dei punti in cui
f (x) = g(x).
1 12 < t <
1
2
La funzione D(x) =
1 se x razionale,
x [0, 1]
q.o. a f(x) se fn (x) f(x) per ogni x R , tranne che per un insieme di misura
n+
nulla.
Esempi. La successione enx converge per n + q.o. a zero, cio converge alla fun9
1
n per 2n
<t<
zione nulla per tutti gli x, tranne x = 0. La successione n rect(nt) =
0
altrove
converge q.o. alla funzione nulla.
Denizione. Si dice funzione a scala una funzione (x) : R C, denita q.o., tale
(x) =
altrove
2.5
0
-2.5
2.5
12
1
2n
(x)dx =
R
ci mis Ai
i=1
n (x)dx
vm (x)dx =
(n (x) m (x))dx
n (x)dx
una successione di Cauchy nello spazio C che completo; essa quindi convergente ad
un numero I.
Si denisce allora
u(x)dx = I := lim
R
n+
n (x)dx
R
Si pu mostrare che, se u(x) Lintegrabile, I non dipende dalla scelta della successione
di funzioni a scala n (x) che approssima u(x).
1 se x razionale,
x [a, b]
[a,b]
D(x)dx = 0.
13
Il seguente teorema (che non dimostriamo) chiarisce che lintegrabilit secondo Lebesgue
di una funzione u(x) non prevede una verica preliminare del tipo e del numero delle sue
discontinuit (diversamente da quanto accade per lintegrale classico e per quello gener9
alizzato), ma sostanzalmente legata allordine di grandezza della funzione.
per avere garantita la Lintegrabilit di u(x). Questo grande allargamento dello spazio
delle funzioni integrabili ci induce a sperare che il nuovo spazio, normato con la norma
u
verge q.o a |u(x)| (essendo ||un (x)| |u(x)|| |un (x) u(x)|) e soddisfa alla condizione
ii), essendo
u(x) discende allora quella di |u(x)| . Viceversa sia |u(x)| Lintegrabile; basta osservare
che |u(x)| u(x) |u(x)| , per ottenere dal teorema del confronto la Lintegrabilit
di u(x).
u=
se u reale positiva.
Lebesgue
u(x)dx
generalizzato
u(x)dx.
Ricordiamo, per comodit dello studente, i criteri di integrabilit per gli integrali
generalizzati. Se una funzione continua e POSITIVA (o comunque di segno costante in
14
sono integrabili nel senso di Lebesgue; ci pu accadere solo per funzioni che cambiano
segno innite volte e il cui modulo non integrabile in senso generalizzato.
sin t
Sia ad esempio u(t) =
:
t
10
15
20
25
30
sin t
M sin t
dt := lim 0
dt = (si pu mostrare) ;
M+
t
t
2
poich u cambia di segno volte, al crescere di M larea delle parti positive viene
Il suo integrale generalizzato
+
0
Tuttavia u(t) non integrabile secondo Lebesgue poich il suo modulo non lo ; risulta
+
+
sin t
(k+1) sin t
(k+1) |sin t|
dt =
dt
dt =
infatti: R
k
k
t
t
(k + 1)
k=0
k=0
+
+
1
2
(k+1)
|sin
t|
dt
=
= +.
k
k=0 (k + 1)
k=0 (k + 1)
.
Deniamo ora lintegrale di Lebesgue per funzioni denite su un intervallo (a, b).
Denizione. Sia u(x) denita q.o. in (a, b); prolunghiamo a zero fuori di (a, b) tale
u(x) x (a, b)
funzione, denendo u(x) =
. Diciamo che u(x) integrabile (secondo
0
x
/ (a, b)
Lebesgue) se la funzione u(x) integrabile (secondo Lebesgue) in R e poniamo
u(x)dx :=
(a,b)
u(x)dx
R
15
L1 (R)
=
R
|u(x)| dx
L2 (R)
=
R
1
2
|u(x)| dx
In modo analogo si deniscono gli spazi normati L1 (a, b), L2 (a, b).
1
e2it
t2
,
e
,
. La
(1 + it)2
1 + t2
sin t
1
funzione
/ L1 (R), appartiene per a L2 (R) ; infatti g(t) continua e sint t t12 , che integrabile
Esempi. Appartengono ad L1 (R) L2 (R) le funzioni e|t| ,
in un intorno di +.
L (R)
= sup |u(x)|
R
16
Teorema di completezza.
Gli spazi L1 (R), L2 (R), L (R) sono spazi lineari normati completi.
Gli spazi L1 (a, b), L2 (a, b), L (a, b) sono spazi lineari normati completi.
Lo spazio L2 (R) (ed anche L2 (a, b)) anche uno spazio di Hilbert, poich in esso si pu
introdurre il prodotto scalare
< u, v >=
u(x)v(x)dx
Nello spazio di Hilbert L2 (1, 1) i polinomi tm , tn (m, n N0) sono tra di loro ortogonali
2
L2 (1,1)
= (tm , tm ) =
N0.
1 2m
t dt
1
2
,m
2m+1
Osservazione. E facile notare che, se una successione di funzioni xn (t) converge nella
norma di L (R) (o di L (a, b)), essa converge anche quasi ovunque.
Si pu mostrare inoltre che, se lintervallo (a, b) limitato, la convergenza nello
spazio L(a, b) implica la convergenza in L1 (a, b) e in L2 (a, b), e che la convergenza in
L2 (a, b) implica la convergenza in L1 (a, b). Tale aermazione falsa se lintervallo R.
Terminiamo con un teorema utile nelle applicazioni, nel cosiddetto passaggio al limite
sotto il segno di integrale
n N.
un (x)dx
n+
u(x)dx
R
cio
lim
n+
un (x)dx =
R
17
R n+
Esempi.
2
enx 0.
2) n rect(nt) 0, q.o. Tuttavia non esiste una funzione maggiorante che sia integrabile;
il teorema non si pu applicare. Osserviamo che
n rect(nt)dt = n
R
1
2n
1
2n
dt = 1 n, e
Denizione. Si indica con L1loc (R) lo spazio lineare delle funzioni u(x) : R C che
sono integrabili in ogni intervallo limitato di R (ma non sono necessariamente integrabili
in R) .
ad esempio t, tn , et , e2it
0
Graco di x2 (t) :
altrove
0
-1
E una successione di funzioni rettangolo, con altezza costante, aventi supporto contenuto
in [1/2n, 1/2n]. Ovviamente xn (t) L1 (R).
Essa converge q.o alla funzione x(t) 0; non converge a x(t) 0 nella norma dello
spazio L (R) ( Sup |xn (t) x(t)| = 1
R
|xn (t)| dt =
|xn (t)| dt
1/2
1
n
0 ).
n+
Esempio.
18
1
n
n+
0 ); converge
1/2
Sia xn (t) =
altrove
0
-1
n+
|xn (t)| dt = 1
0 ).
n+
2
0 ); non converge
|xn (t)|2 dt = n
Vedremo che tale successione converge alla distribuzione (t), secondo una nuova denizione
di convergenza.
t
,
1 + t2
3eit
e2it
,
; compilare poi la tabella seguente, indicando se le funzioni della prima
1 + t2
3 + t2
colonna appartengono agli spazi indicati nella prima riga. Ove possibile, calcolare anche
la norma corrispondente.
19
et
X (R)
X(R+ )
X1 (R)
X1 (R+ )
.. = ...
2t
e2it
3eit
1+t2
t
1+t2
2it
3 + t2
2. Siano x(t) = et e y(t) = e3t con t R+ ; calcolare la distanza tra x(t) e y(t) negli
b
a
4. Sia xn (t) = tent per t 0, n = 1, 2, .... Disegnare il graco di x1 (t), x2 (t), x3 (t).
Vericare che xn (t) x(t) 0, puntualmente per ogni t 0 e che xn (t) 0 anche
n+
+
tent dt
0
+
0
n+
nt
te
dt e vericare
5. Sia xn (t) = en t , n = 1, 2, ...; disegnare il graco di x1 (t), x2 (t), x3 (t). Vericare che la
successione converge per n + puntualmente, per t > 0, alla funzione x(t) 0 ; dire
se converge a tale funzione anche nella norma del sup e nella norma integrale di ordine 1
R+
sup .
t(0,1)
Soluzioni
1.
et
2t
si, ..
no
e2it
si, ..
3eit
si, ..
1+t2
t
1+t2
2it
3 + t2
X1 (R)
X(R+ )
X1 (R+ )
no
s, ..
=1
no
=3
si, ..
= 1/2
no (innitesima di ord1) s
no
= 1/ 3 no (innitesima di ord1) s
no
X (R)
si, ..
si, ..
=1
= 3
per t
per t
20
= 1 si,
..
= 1/2
no
si, ..
= 3/2
2.
xy
X (0,)
(0,+)
X (0,)
xy
X1 (0,)
2
= .
3 3
+
= 0 |e3t et | dt =
b
a
+ t
(e
0
1
2
1
log 3 e g( log 3) = , si ottiene
2
2
3 3
0.25
0.125
0
0
2.5
7.5
10
(0,+)
1 1
e
n
Calcoliamo
+
tent dt
0
= [ n1 tent ]+
+
0
n+
1
n
+ nt
e dt
0
n2 n+
n+
per n +;
0.5
1.25
2.5
21
3.75
2t
0
Fissato t0 0, la successione en
n+
La successione non converge nella norma della convergenza unforme, poich sup en t =
(0,+)
n+
Inne
0.
+ n2 t
e
dt
0
1
n2
xn xm
X (0,1)
n+
x(t) 0, nella
(0,1)
1
mn
n
m
[0,1]
1
2
1 2
2
n
m
n
mn
n
m
m
mn
0 per n +.
= x
+ y
2 Re < x, y > .
3. Mostrare che in L2 (1, 1) i vettori x(t) = t e y(t) = t2 sono ortogonali; vericare poi
il teorema di Pitagora, considerando x(t) + y(t).
4. Vericare che la successione
1 , sin
nt , cos
nt ,
in L (0, 2). Scrivere lo sviluppo di una funzione x(t) L2 (0, 2) in serie di tale sistema
ortonormale completo.
5. Vericare che Hi
L2 (R)
esempio 2, pag.8).
Vericare lortogonalit fra H0 e H1
et =
).
6. Vericare che, in uno spazio di Hilbert H, risulta < 1 x1 + 2 x2 , y >= 1 < x1 , y >
+2 < x2 , y >, i C.
Soluzioni
1. (x(t), y(t)) =
xm (t)
e(m+n)t
1
=
=
.
(m + n) 0
m+n
+
e2mt
1
+ 2mt
= 0 e
dt =
=
0, per m +
2m 0
2m
+ mt nt
e e dt
0
2
L2 (0,+)
22
2.
2
xy
3. Risulta
1
1
= x
2 Re < x, y > + y
= x 2+ y
t4 dt, x + y
( poich
1
1
1
1
2
0
sin
nt
2 2
(t + t ) dt =
2
L2 (1,1)
dt =
cos
nt
analogamente per
2
L2 (1,1)
1
3
2t ) dt = 1
, se (x, y) = 0. Si ha dunque x
2t3 dt = 0) x
4. Risulta
sin
nt
1
1
(t2 + t4 +
2
L2 (1,1)
+ y
2 1cos 2nt
dt
2
0
2 1
dt
0 2
1 2
t dt, y 2L2 (1,1)
1
1
t2 dt + 1 t4 dt =
= 1, per ogni n N (e
).
2
Inoltre, per la verica dellortogonalit, < sin nt, cos mt >= 0 sin nt cos mtdt =
int
eint eimt + eimt
2 e
2
dt = 4i1 0 [ei(n+m)t ei(mn)t + ei(nm)t ei(n+m)t ]dt = 0,
0
2i
2
m, n , m = n, poich eikt periodica di periodo 2; analogamente < sin nt, sin mt >=
2
0
sin nt sin mtdt = 0, m = n come pure < cos nt, cos mt >= 0 m = n.
1
sin nt
sin nt
cos nt
cos nt
x(t) =< x(t),
>+
< x(t), > +
< x(t), >
2
n=1
n=1
dove
2
0
nt >= 1
< x(t), sin
=an, n=1,2,.., a0 =
2
0
nt >= 1
< x(t), cos
2
0
x(t)dt.
5.
|H0 (t)|2 dt =
|H1 (t)|2 dt =
R
R
H0 (t)H1 (t)dt =
et dt = 1;
2
t2 et =
R
2
t2
t2
t2
12 te 2
2
2
2
2
et (1 + 2t2 )dt =
R
te
dt =
2
2
dispari.
H0 (t)H2 (t)dt =
R
+ 1
et dt = 1
2 (
2
+2
)
2
= 0.
tn per 0 t 1
0
, converge q.o.
altrove
3
t
2. Mostrare che la funzione
1
4. Dire se la funzione eit 1+2it
appartiene a L1loc (R), a L1 (R), a L2 (R).
1
dt 0
1 + nt2
per n +. Vericare il risultato, calcolando esplicitamente tali integrali.
sin t/n
6. Mostrare, utilizzando il teorema della convergenza dominata, che R
rect(t)dt
t/n
1 per n +.
1
1
e 1n12 t2
per < t <
n
n , n N; mostrare che R xn (t)dt 0
7. Sia xn (t) =
0
altrove
5. Mostrare, applicando il teorema della convergenza dominata, che
+
0
per n +.
8. Sia xn (t) : R C , n N, una successione di funzioni L2 (R). Dire cosa signica che
+
la serie
n=0
9. Sia x(t) =
n<t<n+
1
n3
altrove
/ L (R).
Soluzioni
1. Fissato t0 , con 0 t0 < 1, risulta lim tn0 = 0; invece, se t0 = 1, lim tn0 = 1.
n+
n+
Pertanto la successione converge alla funzione nulla in tutti i punti tranne che in t = 1,
che un insieme di misura nulla.
2. La funzione continua e positiva, perci lintegrabilit secondo Lebesgue coincide
con quella generalizzata. Essendo u(t) innitesima per t + di ordine
2
3
< 1, non
|e4it | dt =
1
4. Poich eit 1+2it
=
per t , risulta
L2 (R).
5. La successione
1
, che una funzione
1+4t2
1
eit 1+2it
[a,b]
1
1 + nt2
n+
1
L1 (R). Da ci lasserto.
1 + t2
24
1 + nt2
+
0
1
1
1
dt = [arctg nt]+
=
0
0
2
1 + nt
n
n2
sin t/n
rect(t) rect(t) (si ricordi
t/n
sin w
sin t/n
= 1); inoltre
rect(t) rect(t) e rect(t) integrabile in R .
w0 w
t/n
sin t/n
Applicando il teorema della convergenza dominata, si conclude quindi che R
rect(t)dt
t/n
1/2
rect(t)dt = 1/2 rect(t)dt = 1.
R
lim
1
1t2
, che
0
altrove
L1 (R), essendo continua e a supporto compatto. Pertanto, per il teorema del passaggio
n+
xn (t)dt
n+
k
x(t)dt =
R
Invece
n+ 13
n
n
x2 (t)dt =
R
n dt =
n+ 13
n
n
0 dt = 0.
n=0
xn (t) x(t) dt 0
n=0
1
convergente x(t) L1 (R).
2
n
1
2 1
n n3 =
divergente x(t)
/ L2 (R).
n
n n13 =
n2 dt =
per k +
25
Appendice
Spazio vettoriale lineare
Si dice spazio vettoriale lineare su un campo numerico scalare (che sar R o C) un
insieme V di elementi, detti vettori, per i quali sono denite
unoperazione di somma che associa ad ogni coppia di elementi x, y di V un altro
(unico) elemento di V , indicato con x + y;
unoperazione di prodotto che associa ad ogni coppia formata da un elemento x di
V e da un numero di un altro (unico) elemento di V , indicato con x.
Le due operazioni sopra denite devono inoltre possedere le seguenti propriet
i) propriet della somma
x+ (y + z) = (x + y) + z
x+y =y+x
esiste un vettore 0 t.c. x + 0 = x
per ogni vettore x esiste un vettore x t.c. x + (x) = 0
ii) propriet del prodotto per uno scalare
1x = x
(4x) = (4)x
(x + y) =x+y
( + 4)x =x + 4x
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