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ORIGINE DELLEPIFANIA E DELLA BEFANA

una delle feste cristiane pi importanti, celebrata dodici giorni dopo la


ricorrenza del Natale. Il termine "Epifania" deriva dal greco epifino, che
significa "mi rendo manifesto"; indica quindi la manifestazione pubblica di una
divinit. I cristiani, gi a partire dal III secolo, iniziarono a commemorare le
manifestazioni divine (come i miracoli, i segni, le visioni, ecc.) di Ges. Con la
visita alla grotta di Betlemme, i Re Magi, forse di origine persiana, resero
omaggio al Bambino offrendogli doni. Essi, guidati in Giudea da una stella,
portarono in dono oro (omaggio alla sua regalit), incenso (omaggio alla sua
divinit) e mirra (anticipazione della sua futura sofferenza redentrice) e lo
adorarono. La tradizione di questa antica festa, come quella del Natale, ha
origini pre-cristiane. L'origine della figura della Befana ha relazione con le
tradizioni agrarie pagane relative all'inizio dell'anno. Si soleva identificare
nell'aspetto di una vecchia l'anno trascorso, ormai pronto per essere bruciato e
"rinascere" come anno nuovo.
Anticamente, la dodicesima notte dopo il Natale, ossia dopo il solstizio
invernale, si celebrava la morte e la rinascita della natura, attraverso la figura
pagana di Madre Natura.
La notte del 6 gennaio, infatti, Madre Natura, stanca per aver donato tutte le
sue energie durante lanno, appariva sotto forma di una vecchia e benevola
strega, che volava per i cieli con una scopa.
Oramai secca, Madre Natura era pronta ad essere bruciata come un ramo, per
far s che potesse rinascere dalle ceneri come giovinetta Natura, una luna
nuova. Prima di perire per, la vecchina passava a distribuire doni e dolci a
tutti, in modo da piantare i semi che sarebbero nati durante lanno successivo.
Una seconda ipotesi quella che collega la Befana con lantica festa romana,
che si svolgeva all'inizio dell'anno, in onore di Giano e di Strenia, durante la
quale avveniva lo scambio di regali. Secondo i romani, nel corso di queste
dodici notti, alcune figure femminili volavano sui campi per propiziare i raccolti
futuri.
LIrlanda e la Sardegna, risparmiate dal Diluvio Universale, facendo parte
dellera primordiale della Terra, sono veri residui geologici della civilt
atlantidea. Insieme a questa affinit, altre caratteristiche accomunano
le due grandi isole: lassenza di serpenti velenosi, la presenza nella flora di
arbusti, piante ed erbe altrove sconosciute,nonch le tradizioni musicali e
canore, uniche per modulazioni vocali e per corredo strumentale.
E ancora unaltra particolarit riscontrabile,sul territorio di entrambe le
regioni,nelle testimonianze monumentali di comunit protostoriche impegnate
alla costruzione di opere megalitiche quali dolmen, menhir, stele e tombe
ipogeiche. In Sardegna vi sono persino resti di alcune ziqqurat, le piramidi a
gradoni tipiche della Mesopotamia e dellarea centroamericana.Nelle saghe
irlandesi, i luoghi sono popolati da elfi, leprecauni, folletti e fate, in Sardegna
da metafisiche entit femminili che abitano le domus de janas, e le tombe dei
giganti, costruzioni in pietra adoperate per gli antichi riti diniziazione.

Sono
le
signore
della
janua,
della
porta, ovvero della soglia per accedere allaltra dimensione, non streghe o
megere, come riportato da certi resoconti popolari. La jana sarda al
contrario benigna, e viene infatti definita sa filanzana,la filatrice. amica
delle donne, alle quali insegna a filare e a tessere, e si rende persino utile
sbrigando le loro faccende domestiche. Come is tres Reis della tradizione
cristiana, i tre Re in sella a favolosi destrieri bardati, la jana, come la Befana,
porta doni ai bambini.Nulla dunque si perde dellantico, semmai si perpetua
variando.
Le
donne
sarde
preparano,
durante
il
periodo
che va da Natale allEpifania, sa giuada, una focaccia rituale che ricorda la
janual dei Romani, offerta a Giano e alla dea Strenia sua consorte nei primi
giorni dellanno.Strenia, da cui le strenne, dispensava regali ai bambini
sotto forma di sigilla, bambole di stoffa, legno o cera.Fanno lo stesso in
Sardegna, dove si osservano ancora le antiche usanze: i bimbi ricevono le
pipie, pupattoledi cencio o di carta.La vecchia col fuso, la jana benevola e
zelante, dopo aver donato gioia e prosperit, si accomiata al termine delle
dodici notti sante. il giorno di Paschinunti, laPasquadellAnnuncio, quando il
mistero ipogeico dei riti pagani viene illuminato dallepifania gloriosa dell
adivinit incarnatasi nella materia terrestre e umana, per riscattarla dalla
caducit e sublimarla.
Non dimentichiamo che lEpifania , prevalentemente, una festa religiosa, che
ricorda la venuta al Mondo del Signore. Unendo sacro e profano, la Befana
resta un appuntamento importante, atteso soprattutto dai bambini, che
aspettano con ansia i suoi doni. Non molti anni fa, i bambini appendevano al
camino le calze fatte a mano. Scrivevano la letterina con i loro desideri,
puntualmente disattesi, per la povert. Nella calza trovavano poche caramelle,
qualche mandarino, castagne, noci e limmancabile carbone. Ma erano felici
ugualmente!

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