Professional Documents
Culture Documents
Sono
le
signore
della
janua,
della
porta, ovvero della soglia per accedere allaltra dimensione, non streghe o
megere, come riportato da certi resoconti popolari. La jana sarda al
contrario benigna, e viene infatti definita sa filanzana,la filatrice. amica
delle donne, alle quali insegna a filare e a tessere, e si rende persino utile
sbrigando le loro faccende domestiche. Come is tres Reis della tradizione
cristiana, i tre Re in sella a favolosi destrieri bardati, la jana, come la Befana,
porta doni ai bambini.Nulla dunque si perde dellantico, semmai si perpetua
variando.
Le
donne
sarde
preparano,
durante
il
periodo
che va da Natale allEpifania, sa giuada, una focaccia rituale che ricorda la
janual dei Romani, offerta a Giano e alla dea Strenia sua consorte nei primi
giorni dellanno.Strenia, da cui le strenne, dispensava regali ai bambini
sotto forma di sigilla, bambole di stoffa, legno o cera.Fanno lo stesso in
Sardegna, dove si osservano ancora le antiche usanze: i bimbi ricevono le
pipie, pupattoledi cencio o di carta.La vecchia col fuso, la jana benevola e
zelante, dopo aver donato gioia e prosperit, si accomiata al termine delle
dodici notti sante. il giorno di Paschinunti, laPasquadellAnnuncio, quando il
mistero ipogeico dei riti pagani viene illuminato dallepifania gloriosa dell
adivinit incarnatasi nella materia terrestre e umana, per riscattarla dalla
caducit e sublimarla.
Non dimentichiamo che lEpifania , prevalentemente, una festa religiosa, che
ricorda la venuta al Mondo del Signore. Unendo sacro e profano, la Befana
resta un appuntamento importante, atteso soprattutto dai bambini, che
aspettano con ansia i suoi doni. Non molti anni fa, i bambini appendevano al
camino le calze fatte a mano. Scrivevano la letterina con i loro desideri,
puntualmente disattesi, per la povert. Nella calza trovavano poche caramelle,
qualche mandarino, castagne, noci e limmancabile carbone. Ma erano felici
ugualmente!