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avvicinarsi in modo volontario e consapevole, a corollario e supporto di una cultura gi ben formata.
Lapproccio emotivo cerca invece di utilizzare emozioni,
ricordi personali, sensi, intuito, associazioni di idee, per
tentare di superare di un balzo gli anni luce di dati, informazioni, riflessioni e processi culturali che separano
la massa dei visitatori dalla comprensione di significati e
interazioni proposte dal sistema degli oggetti. Lemozione certo un valore ma non di per s un codice
che ci permetta di riflettere e non si pu sperare di trovare in essa la panacea di ogni lacuna ma solo lattivatore privilegiato di un processo critico, senza il quale
lapprendimento e lintrospezione non hanno la possibilit di procedere. faticoso, talvolta disperante, tentare
di colmare questo divario, ma mettere in atto ogni strategia per riuscirvi appare imperativo categorico del vivere civile, per trascinare un pubblico sempre maggiore
al museo, approfittando delloccasione per catturarlo,
affascinarlo e sedurlo, proponendo valori quali identit
storica, ermeneutica delle immagini, narrazione di una
storia condivisa.
Il motore di questa complessa operazione la consapevolezza di come il patrimonio culturale fornisca al cittadino identit culturale e senso della storia, che sono alla
base dellirrinunciabile senso di appartenenza. In questa ottica il museo ha dunque ricevuto dalla comunit il
mandato di rendere accessibili, fisicamente e culturalmente, le sue opere (che a tale scopo ha conservato,
documentato e studiato). Il sistema degli oggetti che
informa di s un allestimento museale non pu da solo
spiegare s stesso, proprio perch la massima parte
di tali oggetti non sono certo nati in funzione della loro
esposizione. la necessaria deportazione di queste
cose in un museo che ne provoca la decontestualizzazione e la conseguente cosiddetta sottrazione di fatti42
essere fuorviante lillusione di ricreare una reale continuit ideologica fra questi e quegli antichi spettacoli
cui sottendevano, perfino nei casi di commedie e farse,
aspetti religiosi e cultuali tanto lontani dallapproccio
allo spettacolo che caratterizza il mondo moderno.
Fatta salva questa riserva, nonch le esigenze conservative del monumento, tale tendenza sembra comunque da incoraggiare, sia perch crea loccasione per
catturare lattenzione del grosso pubblico sulle tematiche dellantico e sulla sua possibile interazione con le
esigenze moderne, sia perch rende possibile un approccio autentico e funzionale in scala reale al monumento, non pi visto dallesterno ma vissuto dallinterno.
Paola Desantis
Fig. 1
La citt etrusca di Marzabotto: veduta aerea da
nord.
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Si gi avuto modo di accennare allunicit del sito archeologico di Marzabotto che, caso fino ad oggi unico
in ambito etrusco, consente di avere per intero la percezione dellestensione di una citt etrusca e della dislocazione delle sue diverse aree funzionali. La vicenda
del sito, che dallepoca dellabbandono della citt (IV
secolo a.C.) non ebbe pi fasi di urbanizzazione, con
il solo episodio di una piccola fattoria romana, lo preserv dalla parcellizzazione e sebbene la coltivazione
del pianoro rimosse i resti emergenti al di sotto dellara-
Fig. 2
La necropoli
settentrionale
ai margini
del laghetto
artificiale di
Villa Aria.
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Fig. 4
Gli dei etruschi sullaltare D
dellacropoli.
Fig. 5
Copertine dei CD curati dal Gruppo
Archeologico Bolognese con i video delle
diverse rappresentazioni realizzate dai ragazzi
nellambito del progetto didattico.
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Dal 2006 i temi scelti per la rappresentazione rievocativa si sono ispirati al tema delle Archeologite bolognesi e dunque sono state interpretate dai ragazzi
sullantico pianoro vicende legate agli dei (Appuntamento con gli dei. Gli Inferi) (fig. 4), allo sport (Colpiti
da un insolito futuro nellassolata piana di Kainua), alla
vita quotidiana (In cucina con gli Etruschi: pane, amore
e archeologia), ma anche alle problematiche degli
antichi commerci.
Consuetudine e ormai consolidata tradizione che ogni
anno la rappresentazione si concluda, con la merenda
alletrusca realizzata dalle cuoche del comune di Marzabotto, che aiuta a costruire un momento di incontro
della comunit che si riappropria cos del proprio passato e del proprio museo. Va infatti sottolineato come
al seguito dei ragazzi siano entrati al museo, spesso
per la prima volta, i genitori che, a loro volta, coinvolti in
unesperienza emotiva di tipo personale, come creatori
dei costumi etruschi destinati ai loro ragazzi (chitoni, tebenne, calcei repandi) non ci hanno pi lasciato.
Oggi possiamo dire che ogni ragazzo di Marzabotto fra
i dieci e i ventanni, ha avuto unesperienza diretta e creativa del suo passato etrusco e non gli mancheranno
neppure gli strumenti per riviverla in quanto, fin dai primi
anni, si aggiunto alla drammatizzazione lesperimento
di una documentazione maggiormente sistematica di
quanto realizzato (fig. 5), grazie alla collaborazione del
Gruppo Archeologico Bolognese, che da anni segue
da vicino le vicende della realt archeologica di Marzabotto ed coinvolto, sulla base di una specifica convenzione con la Soprintendenza, in tutte le attivit di
valorizzazione del museo.
Il prodotto di questo coinvolgimento rappresentato da
filmati con audio che, in alcuni casi, contemplano anche
le fasi di laboratorio e di presentazione dellevento che
bene evidenziano nella pratica tutte le tappe dellavvicinamento didattico ad un problema, rendendo bene
evidente come didattica non sia e non debba essere
banalizzazione dei concetti. Al contrario la didattica, e
forse quella dellarcheologia anche pi di quella di altre discipline, va affrontata circoscrivendo al massimo
il tema di indagine per poter poi, nellapprofondimento,
indurre alla riflessione critica e allapproccio cosiddetto
generativo nei confronti di quanto proposto allattenzione.
Detto questo va da s che anche nella didattica non ci
sono e non ci possono essere schemi precostituiti e
ogni esperienza serve per quanto di metodo e tipo di
approccio possibile sintetizzarne. In ci sta la parte
migliore, quella creativa della didattica che, come per
ogni altra cosa che voglia essere unica e irripetibile, risponde alla regola di associare le cose in modo non
precostituito.
E in questo impegno di rompere gli schemi usuali per
creare senso di sorpresa e indurre quindi ad approcci
alla materia pi coinvolgenti ed interattivi, la materia del
parco archeologico si presta in modo straordinario proprio per leccezionale gamma di temi e interazione fra
gli stessi che pu suggerire. La proficua osmosi fra i
monumenti dellarea archeologica e gli oggetti mobili
conservati nel museo pu essere aiutata dalla stessa
architettura delledificio museale (fig. 6) che si dotato in
questi anni, grazie ad un finanziamento dellUnione Europea e soprattutto della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, di una nuova ala, costruita proprio per
enfatizzare questo rapporto interno-esterno. Il corpo
aggiunto infatti presenta ampie vetrate che sfondano
le pareti e utilizza lalzato per sorreggere unampia terrazza panoramica sullarea archeologica, vero e proprio
balcone sulla storia, che facilita rimandi e suggestioni
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Fig. 6a-b-c-d
La nuova ala del Museo realizzata con fondi dellUnione Europea
(Progetto Museums) e della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna.
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archeologica di Marzabotto, e in particolare la sua necropoli orientale ospita, sulla base di una specifica convenzione fra Museo, Comune di Marzabotto e Provincia
di Bologna rappresentazioni teatrali incentrate sul teatro classico che, con ogni evidenza, traggono ulteriore
suggestione dalla loro particolare ambientazione e, nel
contempo, contribuiscono a vivificare con voci, personaggi e temi trattati i monumenti in pietra della necropoli
certo la cornice pi prestigiosa e carica di suggestioni
dellintero territorio.
Tutte le sperimentazioni portate avanti per evocare la
presenza degli antenati etruschi sullantico pianoro e
quindi corredare di figure animate i resti lapidei della
citt, prima proposte a livello grafico (fig. 7), anche solo
con lambientazione dei personaggi pi significativi fra
quelli rappresentati nei reperti del museo, sullo sfondo
Fig. 7
I desultores di Marzabotto
ambientati nella necropoli
orientale (foto Robert Marnika).
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Fig. 8
La signora di Marzabotto
ambientata nella necropoli
orientale (foto Roberto Macr
- SBAER).
Fig. 9
Una scena da i Cavalieri di Aristofane,
rappresentata dalla compagnia
Teatro Perch con la regia di Marco
Marchesini, rappresentata nella
necropoli orientale di Marzabotto nel
2009 (foto Maurizio Molinari).
tutela e corretta comunicazione dei parchi archeologici e, pi in generale, del paesaggio storicizzato dalle
opere delluomo.
Questo lo stato delle cose e certo molto rimane ancora da fare. Appare comunque ben chiaro che se conservare la materialit delle cose certo imprescindibile
almeno altrettanto prioritaria la necessit di comunicarne i significati, vale a dire lavorare nellottica di conservare la capacit di comprendere il significato delle
cose contenute nei musei, disciplina che va coltivata
come bene prezioso per non rischiare di perdere per
strada i valori che hanno dato senso alla nostra civilt
e in questa impresa le attivit di rievocazione possono
risultare particolarmente preziose.
Paola Desantis
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Figg. 10-13
Istituto Comprensivo di Marzabotto. Laboratorio delle Meraviglie.
Fasi di realizzazione di un kantharos.
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Fig. 14
Maschera di Tuchulca.
guida della dott.ssa Desantis, quindi vengono organizzate alcune visite agli scavi e al Museo da parte degli
alunni.
A seguito di queste attivit propedeutiche, ha inizio il
lavoro in classe di approfondimento su argomenti di
storia e cultura etrusca.
Infine si lavora alla preparazione dellevento conclusivo: una recita a tema da tenersi nellarea archeologica verso il termine dellanno scolastico, nellambito di
una manifestazione a cui partecipa anche il Comune di
Marzabotto.
Questultima una fase importantissima del progetto,
quella in cui i genitori, gli amici e i parenti, nelle vesti di
spettatori, vengono condotti dai ragazzi a ripercorrere il
loro stesso cammino e a familiarizzare con il patrimonio
culturale del luogo in cui vivono.
Si realizza cos un altro obiettivo primario, cio attrarre
la comunit verso il Museo, investendo i ragazzi della
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Fig. 15
Scena dalla rappresentazione Vestivamo allEtrusca.
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funzione di trait dunion e di portavoce tanto nelle famiglie, quanto nellintero paese, di ci che hanno conosciuto attraverso la scuola.
Naturalmente, radicandosi nella scuola dellobbligo,
il progetto stato esteso alla totalit degli alunni delle
classi coinvolte, comportando un lavoro complesso,
tanto complesso, quanto gratificante per i risultati raggiunti.
Ma molto di ci che stato fatto sarebbe rimasto solo
sulla carta senza il lavoro del cuore pulsante della
Scuola Media di Marzabotto: il Laboratorio delle meraviglie, organizzato da un gruppo di educatori e dagli
insegnanti di sostegno.
Qui vengono accolti tutti quei ragazzi che hanno bisogno di fare per imparare, quelli che scontano situazioni
difficili e non riescono proprio a reggere il peso di tante
ore seduti in un banco, o, semplicemente, quelli che
hanno talenti non sempre spendibili nelle ore di lezione
tradizionale.
Alloccorrenza, il laboratorio si apre a tutte le classi che
preparano attivit significative, e le sue porte si sono
spalancate, appunto, per i Giovani Etruschi.
Da questa fucina di idee e creativit, attraverso il riciclaggio di ogni sorta di materiale, e rigorosamente a
costo zero, hanno preso corpo gli oggetti di scena pi
svariati: un kantharos, una vera da pozzo, lelmo della
dea Menerva, le maschere degli dei infernali, per citare
solo qualche elemento di una lunga lista che continuamente si arricchisce.
Quanto ai contenuti specifici che sono stati affrontati, la
selezione avvenuta con lo scopo che i ragazzi imparassero a riflettere sul loro presente, attraverso il dialogo
con il passato, e dunque attraverso la scelta di opportuni temi di approfondimento.
Festival storico.
Kainua - Gli Etruschi rivivono a Marzabotto
questo legame indispensabile per la definizione dellidentit dellevento, offre la possibilit di elevare il livello
qualitativo, ne fornisce lo spessore culturale.
Viceversa levento si riferirebbe ad un generico tempo
passato che non trova collocazione geografica, e, talvolta, anche cronologicamente impreciso.
I fattori identitari dellevento sono determinanti per garantire il successo dellevento stesso, ma soprattutto
per la durabilit dellevento, cio permettono una progettazione su medio/lungo termine, per mirare ad effetti
a lungo termine e sopratutto lunga durata sul territorio.
Per quanto riguarda lapporto che il Festival pu dare
alla valorizzazione del patrimonio, ricordiamo semplicemente che lambito dei rievocatori, appassionati o
studiosi di storia, rappresentano uno dei pi importanti
bacini di fruitori.
Ricordiamo anche che tra pubblico della rievocazione e
fruitori del museo, ci sono altri importanti punti di contatto: lattivit rievocativa contempla sempre un aspetto
didattico, rivolto proprio ai pi giovani. In questo aspetto
si pu constatare una precisa convergenza di interessi
che non risulta per di certo in una sovrapposizione o,
peggio, competizione: i ruoli sono assolutamente complementari ed anzi devono essere in sinergia, potenziandosi a vicenda.
Infine senzaltro utile tenere presente che la comunit
locale dovrebbe costituire la principale risorsa per il museo/patrimonio: ne dovrebbe costituire il primo fruitore,
almeno per importanza, ma anche il primo sostenitore.
Il legame tra comunit e territorio passa senzaltro attraverso la consapevolizzazione di una precisa identit, in
cui la storia, anche antica, un tassello fondante. Sia
lente museale che levento storico divulgativo, la rievocazione, sono operatori attivi e determinati in questo
percorso. Uno dei ruoli che la rievocazione pu, e deve,
Il festival storico Kainua - Gli Etruschi rivivono a Marzabotto un evento fortemente caratterizzato dalle
attivit di rievocazione e ricostruzione storica, ma con
valenze culturali e divulgative non secondarie.
Si tratta di una manifestazione che pu essere utilizzata come esempio per analizzare i rapporti tra rievocazione/promozione del territorio e rievocazione/valorizzazione del patrimonio.
La manifestazione nasce da un progetto di promozione
turistica locale, quindi non nasce con lobiettivo primario di comunicare e valorizzare il patrimonio.
Tuttavia la promozione del territorio non pu essere slegata dal patrimonio, in quanto parte del territorio stesso.
Uno dei temi fondamentali della promozione (anche
economica) del territorio senzaltro la creazione di
unimmagine del territorio, unimmagine che ha inevitabilmente anche una componente storica.
La promozione territoriale richiede la definizione di
unimmagine precisa e riconoscibile del territorio
stesso, sulla quale basare la comunicazione. Tale immagine deve essere basata su temi forti, chiaramente
individuabili ed il pi possibile esclusivi, almeno entro
certi limiti, del territorio stesso. La creazione dellimmagine del territorio finalizzata a renderlo un prodotto
identificabile e promuovibile.
Levento in questione ha avuto, nelle sue edizioni, la
possibilit, ed anche il compito, di concorrere a costruire questa immagine. Il riferimento al contesto storico
archeologico stato quindi fondamentale.
Tuttavia il rapporto col patrimonio anche importante
per un reciproco feedback: levento rievocativo stesso
ha una forte necessit del legame col contesto. Infatti
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Fig. 16
La rappresentazione di un rito aruspicino allinterno del festival rievocativo.
Lente organizzatore, individuando un tema forte per lidentit del territorio nel patrimonio unico della citt etrusca, ha iniziato il percorso di progettazione del festival
con una collaborazione qualificata nellambito storico
archeologico, ricercando una consulenza professionale che potesse fare da ponte tra lambito divulgativoricreativo, il festival, e lambito culturale, il patrimonio
archeologico.
Gi la scelta del nome e del marchio del festival ha co62
stituito una forte dichiarazione didentit e dintenti, evidenziando il rapporto con la citt e la civilt etrusca,
stabilendo un legame con la comunit attuale: la citazione di Marzabotto, volutamente accostata a Kainua,
cio la citt antica e la citt attuale che si ricongiungono.
Non dimenticando nemmeno di citare la storia di questo legame tra le due anime gemelle della comunit:
la cimasa degli sposi da considerare a buon diritto un
simbolo iconico per Marzabotto, essendone uno dei reperti archeologici pi noti, tanto da essere adottato nel
simbolo della Pro Loco, simbolo al tempo stesso anche
del ruolo che la famiglia Aria (tuttora proprietaria legittima della cimasa originale) ha svolto nella ricostruzione
dellidentit della comunit locale. La stessa immagine
quindi entrata anche nel marchio del festival, con il
preciso obiettivo di rimarcare il legami della comunit
col proprio passato.
Il festival ha avuto fin dallinizio lobiettivo di caratterizzarsi il pi specificamente possibile sulla storia del ter-
Fig. 18
Anche il percorso parallelo, di supporto allassociazionismo locale,
ha mirato a sottolineare sempre il legame con il patrimonio storicoarcheologico e lidentit della comunit: nellimmagine linsegna militare
adottata, in cui viene richiamato lantico nome della citt associato
allaquila, probabilmente lanimale simbolo di Tinia, divinit protettrice della
citt stessa.
Fig. 17
Il marchio del festival. Sottolinea i legami tra la comunit e la propria
storia.
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