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Vitolo, capitolo XXII

1. I difficili inizi della dinastia angioina.


a. la Sicilia:
i. mito del bel regno, ricco e ordinato;
ii. posizione strategica nel Mediterraneo e mire straniere;
iii. pretese papali;
b. dopo la morte di Federico II (1250):
i. intervento papale: Urbano IV chiama Carlo dAngi per rendere effettivo il controllo
papale sulla Sicilia e procurarsi un valido sostegno per le forze guelfe italiane;
ii. morte di Manfredi, sconfitto da Carlo dAngi a Benevento (1266);
iii. progetto di egemonia mediterranea di Carlo dAngi;
iv. emergere di dissapori con il papa;
v. soprusi e pressione fiscale: intervento regio contro i soprusi, necessit delle
imposizioni fiscali per le spese militari e diplomatiche;
vi. discesa in Italia di Corradino di Svevia (1269), sconfitto a Tagliacozzo;
vii. repressione e rinnovamento della feudalit;
viii. malcontento della popolazione, nonostante gli interventi del sovrano.
2. La rivolta del Vespro e la separazione della Sicilia dal regno angioino:
a. insurrezione a Palermo (1282) e in Sicilia:
i. racconto tradizionale: soldati francesi accusati di aver infastidito una nobildonna;
ii. piano di conquista di Costantinopoli di Carlo dAngi;
iii. congiura ordita da fuoriusciti legati agli Svevi: Giovanni da Procida e Ruggero di
Lauria, collegati a Pietro III dAragona, genero di Manfredi;
iv. progetto aragonese di espansione nel Mediterraneo opposto a quello angioino;
v. legami di Pietro III con la feudalit e la borghesia siciliane;
vi. scarso entusiasmo dei sudditi italiani per il progetto egemonico angioino: assenza di
una ricca borghesia meridionale interessata a nuovi sbocchi commerciali;
b. gli sviluppi del conflitto e la pace:
i. il papa Martino IV bandisce la crociata contro gli Aragonesi: allargamento del teatro
di guerra alla Catalogna,
ii. trattato di Anagni (1295): Giacomo II (1291-1327) accetta di acquisire solo Corsica
e Sardegna;
iii. nuova rivolta dei Siciliani;
iv. trattato di Caltabellotta (1302): Federico III dAragona riconosciuto re di Sicilia,
con lintesa che alla sua morte lisola torni agli Angioini;
v. trattato di Avignone (1372): definitivo riconoscimento della sovranit aragonese
sulla Sicilia.
3. Lo splendore della corte angioina di Napoli:
a. separazione definitiva della Sicilia dal resto del Mezzogiorno;
b. appoggio papale e sostegno degli affaristi toscani e fiorentini agli Angi;
c. accelerazione delleconomia meridionale ma dipendenza dalla finanza toscana;
d. cultura: giuristi, scienziati, scrittori, poeti, artisti, teologi, traduttori;
e. rinnovamento edilizio e urbanistico;
f. Roberto il Saggio (1309-43):
i. mecenatismo: Petrarca, Boccaccio, Simone Martini, Giotto;
ii. attenzione alle espressioni religiose autentiche: francescanesimo;
iii. capo del partito guelfo e protettorato sulla penisola.
4. Lo sviluppo delle autonomie cittadine:
a. autonomia e contrasti:
i. progressiva acquisizione di autonomia delle citt dai funzionari regi;
ii. contrasti tra classi e tra gruppi familiari;
iii. fuoriuscitismo;
b. assetto sociale e giuridico:

i. divisione sociale e giuridica tra Universit dei nobili e dei popolani;


ii. ripartizione delle collette sulla base dellapprezzo dei beni mobili e immobili;
iii. rifiuto dei nobili di pagare le imposte: crescita del carico fiscale sui poveri;
iv. cariche elettive, ma monopolizzate dai nobili;
v. esautoramento del parlamento cittadino;
vi. creazione di un ristretto Consiglio e poi di magistrature collegiali;
c. contrasti come pretesto per lintervento dei funzionari regi;
d. crescita complessiva del ruolo delle autonomie cittadine.
5. La crisi della dinastia angioina e lavvento degli Aragonesi:
a. regno di Giovanna I (1343-82):
i. crisi dinastica: Durazzo, Taranto e Ungheria;
ii. matrimonio di Giovanna con Andrea, del ramo dUngheria, e uccisione di costui nel
1345;
iii. il re Luigi il Grande dUngheria invade il regno di Napoli (1348): scatenamento di
odi e tensioni;
iv. ritiro degli Ungheresi (1352);
v. nuovo matrimonio di Giovanna con Luigi di Taranto e restaurazione;
vi. crescente potere dei feudatari e disordini;
vii. designazione come erede di Luigi (I) dAngi, ma avvento di Carlo III di Durazzo
(1382);
b. i Durazzeschi:
i. ripresa della politica espansionistica;
ii. assassinio di Carlo III a Buda, In Ungheria (1386);
iii. regno di Ladislao (1386-1414): nuovo tentativo di impadronirsi dellUngheria;
iv. guerra civile in Italia, alimentata da Luigi (II) dAngi;
v. Giovanna II (1414-35) minacciata da Luigi (III) e adozione di Alfonso V dAragona.
6. La Sicilia dopo i Vespri:
a. regni di Pietro II (1337-42), Ludovico (1342-55) e Federico IV (1355-77);
b. lassetto del regno:
i. impegno bellico costante contro i re di Napoli e debolezza dei re rispetto alla
nobilt;
ii. due fazioni di nobili (parzialit latina e parzialit catalana), accomunate dalla difesa
dei privilegi;
iii. crisi economica e demografica: debolezza delle citt e dei ceti borghesi;
c. regno di Maria e Martino il Giovane dAragona:
i. Pietro IV dAragona fa rapire Maria per darla in moglie al nipote Martino;
ii. Martino giunge in Sicilia nel 1392 per lottare contro i baroni ribelli;
iii. riorganizzazione del regno: parlamento articolato in tre bracci;
iv. maggiore circolazione delle lites tra centro e periferia;
v. crescita delleconomia: specializzazione delle aree subregionali e formazione di un
mercato integrato;
vi. morte di Martino (1308);
d. a Martino il Giovane succede il padre Martino il vecchio (1408-12);
e. regno di Ferdinando di Castiglia (1412-16) e di Alfonso il Magnanimo (1416-58).
7. Alfonso il Magnanimo e il mercato comune aragonese:
a. guerra tra Alfonso il Magnanimo e Luigi III dAngi per Napoli:
i. adozione di Alfonso e successiva revoca da parte di Giovanna II (1414-35);
ii. successo iniziale di Luigi;
iii. morte di Giovanna e Luigi (1435): conflitto tra Renato, fratello del re, e Alfonso;
iv. imprigionamento di Alfonso a Milano e alleanza tra Aragonesi e Visconti;
v. conquista di Napoli (1442) con il sostegno di Milano;
b. il regno di Alfonso il Magnanimo (1442-58):
i. ricostituzione dellunit del Regno di Sicilia;
ii. residenza a Napoli;
iii. integrazione economica tra domini spagnoli e domini italiani, produttori di derrate
agricole: inizio di un lungo sviluppo economico;

iv. rinnovamento e razionalizzazione delle strutture politiche e amministrative;


v. presenza a Napoli di banchieri catalani e fiorentini: controllo delle risorse
finanziarie;
vi. cultura umanistica;
vii. dispendiosa politica estera;
c. regno di Ferdinando I (1458-94):
i. prosecuzione dellammodernamento;
ii. stimoli allindustria e al commercio;
iii. ribellione dei baroni (Congiura dei baroni, 1485).

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