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La storia
Il centro abitato di Molino del Piano prende nome da un mulino in funzione almeno dai primi del 1300.
Di questo mulino rimane ancora l'edificio principale trasformato in residenza e gran parte del canale di
adduzione, visibili nella pagina il Mulino del Piano
Il mulino era importante per la sua posizione all'incrocio delle strade che portavano alle valli secondarie
del bacino del torrente Sieci: S. Brigida, Fornello, Doccia, Lubaco, Monteloro. Inoltre la portata d'acqua
era garantita tutto l'anno sia dall'ampio bacino idrografico che dal lungo canale di raccolta che, assieme al
bottaccio, componeva una riserva d'acqua considerevole. Nei pressi del mulino, in corrispondenza
dell'incrocio tra le principali strade per le Sieci, Lubaco e Doccia, sar sorta ben presto una modesta
osteria al servizio dei viandanti e dei barrocciai.
L'originaria chiesetta parrocchiale, denominata S. Martino a Sieci e citata fin dal XIII secolo, venne
costruita lungo la strada che saliva al castello di Monte di Croce (presso il Fornello) attraverso il Piano di
Decimo, dove sorgeva la Torre a Decima. Il territorio del Popolo di S. Martino a Sieci venne chiaramente
ritagliato in quello della Pieve di S. Andrea a Doccia, da cui dipendeva.
Da notare che, fino alla fine del 1700, il confine meridionale del Popolo era delimitato dalla confluenza
dei torrenti Sieci e Rimaggio, cio all'attuale piazza Matteotti. Dal Rimaggio al Fulioni, l'area che
rappresenta attualmente la parte pi popolata del paese (via F.lli Carli, via della Torretta, piazza Don
Milani, piazza Vittorio Emanuele, via di Rimaggio) apparteneva al Popolo di Doccia, mentre a sud del
Fulioni, cio l'area del campo sportivo, della pescaia e di Valiano, apparteneva al Popolo di Remole. Tutto
il versante a ovest del torrente Sieci e a sud del crinale di Gattaia faceva invece parte del piccolo territorio
della Villa di Montecapri (ora Tornaquinci).
Diversi indizi ci fanno pensare che una vera crescita del centro abitato si sia avuta solo a partire dalla fine
del 1700, con la costruzione del Palazzo Cassigoli (un edificio cubico nei pressi della chiesa parrocchiale)
e di altri palazzetti intorno all'attuale piazza Matteotti. Certamente di quell'epoca, se non leggermente
anteriori, anche le due casette nella strettoia di via F.lli Carli, con archivolti figurati. Non sar poi un caso
se, proprio nel 1786, la chiesa parrocchiale venne totalmente ricostruita.
Lo sviluppo demografico tra sette e ottocento cre una classe di braccianti poveri che accrebbero la
popolazione dei piccoli centri di campagna, come Molino del Piano. Qui le residenze povere furono
allineate lungo la gora del mulino, su un terreno stretto, tanto che per costruire un edificio pi ospitale fu
necessario gettare delle arcate a cavallo del canale.
Le case popolari dell'Ottocento costruite tra la strada per Lubaco e il canale del mulino.
Si notino le arcate dell'edificio costruito in parte sul canale.
Dietro visibile la mole quadrata del Palazzo Cassigoli. In alto a sinistra i cipressi e la chiesa
parrocchiale.
Una vecchia immagine di Molino del Piano, ripresa dal Poggiolino. In primo piano la casa della
Torretta. Oltre il Sieci si vede chiaramente una cava di pietra calcarea che biancheggia sulla sinistra. Si
noti anche la strada per Lubaco che sale lungo la collina in direzione del podere della Costa.
Piazza Matteotti come appariva tra 1920 e 1930. A sinistra l'insegna dell'osteria?
Via Fratelli Carli a cavallo del 1960. Siamo in un pomeriggio d'estate, con le donne sedute all'ombra
fuori del portone di casa, intente a ricamare il corredo. Erano i tempi in cui si lasciava la chiave sulla
porta e Molino del Piano era ancora un piccolo tranquillo paese dove tutti conoscevano tutti.
Nel 1919 viene impiantato un motore elettrico per muovere una macina; nel 1940 viene costruito un
impianto idro-elettrico con rotore verticale dal diametro di 1.5 m alimentato dal di sotto, posto al servizio
dellilluminazione del paese.
Nel 1950 viene avviata anche la macinazione elettrica a cilindri, con separatore, e dieci anni pi tardi
viene installata una turbina da 15 cv, con trasferimento meccanico del moto attraverso un sistema a
pulegge.
Il mulino cessa l'attivit nel 1973.
Il mulino trasformato in abitazione, dopo aver distrutto gran parte della colta.
Opera di presa con muro di protezione al canale d'adduzione, con saracinesche per regolare
limmissione dacqua. Sulla destra, in basso, si nota parte della pescaia
I documenti
1312
Viene rogato un atto notarile nel popolo di S. Martino a Sieci "apud domum altam Bini Salterelli, qui est
L'uscita dalla messa alla Chiesa di S. Martino a Sieci (Molino del Piano) in una immagine ripresa ai
primi del Novecento
Arredi
Acquasantiera a pila di marmo, con basamento a sezione rettangolare con due teste di cherubini nella
parte centrale e due stemmi laterali ove scolpita una tiara, due chiavi e tre corone di alloro. Il fusto a
sezione circolare a forma di vaso ed il catino, a forma di navicella, si presenta con il bordo rilevato a
due volute disposte ai margini. Sul fronte, scolpita a rilievo, una testa di cherubino a lato. L'esecuzione
raffinata proviene da ambiente fiorentino influenzato dal Bandinelli. Databile all'avanzato XVI secolo.
Attualmente adibita a fonte battesimale.
Nell'abside conservato un crocifisso donato alla chiesa nel 1975 dal pittore Massimo Cantini. Il ciborio
in pietra serena (richiama lo stile di Michelozzo) formato da un blocco monolitico scorniciato a centina
con porticina in legno argentato e dorato (prima met dell'Ottocento) ove raffigurato un calice su nubi.
Tra i pezzi di oreficeria un ostensorio in argento sbalzato e cesellato con tre piedi di leone, basamento a
sezione triangolare con tre cartigli nelle facce fra motivi di foglie. Fusto a sezione circolare, nodo
sagomato a vaso, con decoro floreale a rilievo. La raggera decorata da un motivo perimetrale continuo
di spighe di grano e grappoli d'uva. L'ostensorio datato al 1672. Ed un calice in metallo argentato (XVII
secolo) con piede e fusto a sezione circolare, nodo piriforme e piccola sottocoppa.
La Filarmonica Puccini
di
Molino del Piano
Le origini
La Societ Filarmonica Giacomo Puccini di Molino del Piano nacque nel 1860, e divenne in poco
tempo uno dei punti di riferimento principali per la vita degli abitanti della piccola frazione.
La prima "vera" sede del corpo fu al civico n.7 di via della Torre; in quegli spazi, oltre a svolgersi le
consuete prove, vennero ben presto organizzate serate danzanti col concorso di altri gruppi musicali
provenienti dai centri vicini.
Nell'immediato primo dopoguerra furono avviati i lavori di edificazione della nuova sede in via della
Costa, terminati in pieno periodo fascista con la costruzione della scalinata esterna. In questi anni la
banda cess di fatto la sua attivit, e i locali dell'Associazione divennero sede della locale sezione del
fascio.
Il secondo dopoguerra
Con la guerra andarono perduti i documenti relativi al primo periodo di vita del corpo, cosicch nel
1945 si rese necessaria anche la redazione di un nuovo statuto.
Gli anni del secondo dopoguerra furono contrassegnati da un grande fervore di iniziative, che
coinvolsero un numero sempre crescente di persone: non solo musica e attivit ricreative, ma anche
cinema, con proiezioni sia al chiuso che all'aperto. La relativa floridezza economica vissuta in quel
periodo dall'associazione permise anche un ampliamento della sede.