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di Lubomr Sochor
da Storia del marxismo, III, T. 1, Einaudi, Torino 1978-1982, pp. 699-752.
Traduzione di Gianlorenzo Pacini.
Nei primi due decenni del secolo XX non sembra si sia avvertita se non da
rarissime eccezioni la necessit di rielaborare le fondamentali questioni
filosofiche del marxismo: nella misura in cui tale compito fu affrontato, ci
avvenne, in generale, non in conseguenza di una necessit interna allo stesso
marxismo, cio per la consapevolezza delle oscurit e delle lacune esistenti
o dei problemi nuovi o insoluti che venivano ponendosi, bens in seguito
alla pressione esercitata dai suoi avversari, si trattasse di filosofi borghesi
oppure usciti dalle file dei revisionisti, neokantiani, seguaci di Dietzgen o
empiriocriticisti.
La
riflessione
marxista
si
concentrava
piuttosto
autonoma, anzi di una filosofia vera e propria, che quindi non aveva bisogno
di alcun complemento n di alcuna fondazione filosofica ripresa da altri
sistemi. Con maggiore o minore erudizione e versatilit, essi citavano
volentieri, a sostegno del marxismo, quanto avevano detto qualche decennio
prima i suoi fondatori sui principali problemi in discussione.
A parte poche eccezioni, dunque, non apparvero in questi anni importanti
opere filosofiche originali. Fra quelli che superavano lambito della mera
polemica e della difesa scolastica della dottrina si possono ricordare i saggi
di Labriola, taluni scritti di Plechanov, Etica e concezione materialistica
della storia di Kautsky e Materialismo ed empiriocriticismo di Lenin. Se
non il caso, in questa sede, di addentrarci in unanalisi dellevoluzione
filosofica di Lenin, dobbiamo osservare a suo favore che pi tardi,
allepoca dellesilio in Svizzera durante la prima guerra mondiale, egli si
rese conto della debolezza della propria posizione filosofica nella polemica
con gli empiriocriticisti nonch dei limiti della propria cultura filosofica, e si
sforz di correggere quella posizione mediante soprattutto un intenso studio
delle opere di Hegel. Pertanto il quadro autentico dellevoluzione filosofica
di Lenin differisce profondamente da quello rigido e ossificato che di essa ci
offre la scolastica ortodossia filosofica leninista, che finisce con
lattribuirgli in filosofia unassoluta immobilit intellettuale. In Lenin
come in ogni altro pensatore esiste naturalmente un movimento e
unevoluzione che comportano necessariamente correzioni critiche e il
marxista si era prima reso conto, tornano alle fonti nel vero senso della
parola, e cio ai fondamenti stessi della teoria.
Elaborano cos una concezione tanto originale che, con la distruzione della
vulgata marxista, determinano una violenta reazione di rifiuto non solo
come se lattendevano da parte dei revisionisti e dei marxisti ortodossi
della II Internazionale, ma degli stessi rivoluzionari con cui, per contro,
volevano accordarsi. La discussione suscitata dai loro scritti nella prima
met degli anni 20 non fu profonda n fruttuosa, ma solo unaspra polemica
che risentiva del processo di istituzionalizzazione del marxismo, da tempo
avviato dai partiti della II Internazionale e ormai gi in corso di svolgimento
come sistemazione dogmatica del leninismo nellUrss e nella III
Internazionale. Tuttavia le loro idee riuscirono ad agire come catalizzatori
nelle discussioni che si riaccesero in seguito, sia pure con un ritardo di
qualche decennio.
G. Lukcs, K. Korsch, come pure E. Bloch vengono talora presentati come
pensatori che costituiscono una corrente unitaria. Limmagine tuttavia
troppo sommaria e semplicistica, creata da una marxologia superficiale
dopo la seconda guerra mondiale, in seguito alla loro riscoperta. Vi anche
chi li ha designati come rappresentanti del marxismo occidentale (M.
Merleau-Ponty) o del marxismo europeo (in opposizione al marxismo
sovietico), o come corrente hegelizzante o neohegeliana nel marxismo. Non
possibile negare levidente presenza di tratti comuni nei primi lavori
Luxemburg
Considerazioni
metodologiche
sulla
questione
dellorganizzazione)2.
I due gruppi di saggi sono collegati da una comune ispirazione
rivoluzionaria radicale: i saggi filosofici studiano la prassi rivoluzionaria (il
compito del partito rivoluzionario, dei consigli e della dittatura del
proletariato quale via verso il regno della libert), mentre i saggi politici
traspongono i prosaici problemi di organizzazione e di tattica su un piano
filosofico, che talvolta sconfina addirittura in una visione chiliastica.
Nei saggi filosofici Lukcs ha formulato alcuni concetti fondamentali che
gli sembra restituiscano il nucleo autentico della teoria del materialismo
storico di Marx: si tratta anzitutto del concetto di totalit concreta,
dellidentit soggetto-oggetto nella prassi sociale, del concetto di coscienza
di classe e di quello di reificazione. Tra le idee fondamentali di questo
lavoro si devono considerare loriginale definizione del marxismo propria di
Lukcs, la limitazione della dialettica alla storia con il conseguente rifiuto
della engelsiana dialettica della natura, linterpretazione del concetto
dideologia quale falsa coscienza e infine lidea della storicit dello stesso
2
Lukcs stesso, nella prefazione del 1967 (Storia e coscienza di classe, Milano 1967, pp.
XV-XVI), scrive che la stesura del libro avvenne nel 1922. Essa consisteva in parte di
rielaborazioni di testi precedenti: agli scritti del 1918 si aggiunse anche quello sulla
Coscienza di classe (del 1920). Entrambi i saggi su Rosa Luxemburg, cos come Legalit
e illegalit vennero inclusi nella raccolta senza sostanziale modificazioni. Del tutto nuovi
sono soltanto i due studi importanti e indubbiamente di maggior peso La reificazione e la
coscienza del proletariato e il saggio sulle questioni organizzative (per questultimo
servito come studio preparatorio il saggio Questioni organizzative delliniziativa
rivoluzionaria, scritto subito dopo lazione di marzo e pubblicato nella rivista Die
Internationale nel 1921). Perci Storia e coscienza di classe rappresenta, dal punto di
vista letterario, la conclusione e la sintesi del mio periodo di sviluppo a partire dagli
ultimi anni di guerra).
materalismo storico, che non viene concepito come teoria universale della
storia umana in generale, valida per tutto il passato e il futuro dellumanit,
bens come teoria capace di spiegare soltanto le leggi naturali
storicamente transitorie della formazione economico-sociale capitalistica.
Il marxismo ha sempre tenuto a differenziarsi rigorosamente dalle altre
correnti di pensiero. A tale scopo si procedeva in generale allenumerazione
delle differenze: in politica, con lelenco dei fondamentali principi
programmatici, nella teoria, con quello delle idee essenziali al cui
riconoscimento era collegata laccettazione del materialismo storico.
Chiunque mettesse in dubbio qualcuno di questi principi veniva dichiarato
revisionista o transfuga nel campo borghese. Tuttavia lelenco era mutevole
e spesso provocava dispute scolastiche o dava origine a classificazioni
formalistiche delle idee del marxismo, distinte in tesi variabili o principi
immutabili, in dottrine generali o particolari, mutevoli o intoccabili,
primarie o secondarie. Talora losservanza del marxismo veniva addirittura
fatta dipendere dal riconoscimento di ununica tesi, cos che Lenin giunse ad
affermare: marxista solo colui che dal riconoscimento della lotta di classe
deriva quello della dittatura del proletariato. Questo procedimento
condusse infine, con Stalin, allassurdo di codificare il marxismo in manuali
catechistici.
Lukcs, conscio dei pericoli di una tale tendenza, cerc di dare una
definizione non ortodossa dellortodossia, indicando quale criterio di
10
Ibid., pp. 1-2. Occorrer tenere presente la derivazione del termine ortodossia dalla
teologia: il fatto che in una certa epoca esso sia penetrato nel vocabolario marxista
meriterebbe unattenta analisi
11
12
4
5
13
Ibid.
14
dellidea del passaggio del soggetto nelloggetto, ossia della loro unit
identit dialettica.
La totalit concreta intesa come realt non n un meccanico aggregato di
fenomeni sociali, n una mera somma di fatti: invece la loro unit, ma non
certo nel senso di unidentit astratta. Essa contiene al suo interno
contraddizioni e tensioni dialettiche tra momenti parziali e lintero. La
totalit concreta non una struttura immobile, bens divenire,
totalizzazione, in cui linterazione reciproca dei singoli elementi e momenti
della totalit concreta determina e modifica la stessa forma di
oggettualit7.
Ibid., pp. 18-19: Lukcs d unillustrazione di ci mediante un noto passo di Marx, tratto
da Lavoro salariato e capitale (Roma 1960, p. 47): Un negro un negro. Solo in
determinate condizioni egli diventa uno schiavo. Una macchina filatrice di cotone una
macchina per filare il cotone. Soltanto in determinate condizioni essa diventa capitale.
Sottratta a queste condizioni essa non capitale, allo stesso modo che loro in s e per s
non denaro, e lo zucchero non il prezzo dello zucchero.
15
16
17
orientale. Grazie a questa teoria, il fossilizzato e dogmatico marxismoleninismo dovrebbe riacquistare la giovinezza: ci si aspetta infatti che i
rivolgimenti in corso nella tecnica e nelle scienze naturali sostituiscano la
dinamica assente dai rapporti economico-sociali irrigiditisi nel pi completo
immobilismo. I ritrovati della tecnica e la loro applicazione allindustria
dovrebbero quindi svolgere il compito che pu essere realizzato solo
dallevoluzione dei rapporti sociali, dalle loro trasformazioni dinamiche e da
coerenti riforme. Il rapporto tra la tecnica e i rapporti economici poggia
quindi anche qui come in Bucharin sulla testa.
La totalit concreta quale concetto fondamentale del metodo dialettico
criticamente indirizzata contro lempirismo e lapplicazione dei metodi
propri
delle
scienze
naturali
alla
realt
sociale.
La
limitazione
18
10
Ibid., p. 7 (la citazione stata corretta tenendo presente loriginale, perch la trad. it. di
questo passo manca di una riga [sono stati strappati al contesto di una teoria]).
19
11
Ibid., p. 10.
12
Ibid., p. il. Lukcs si richiama qui a un passo del libro terzo del Capitale di Marx (Torino
1978, vol. IV, p. 296) che sottolinea il condizionamento storico dei rapporti economici.
Sulla reificazione dei rapporti sociali nel capitalismo sul suo secondo aspetto la
personificazione delle cose si veda pi oltre; cfr. anche il saggio di M. Dobb, La critica
delleconomia politica, in Storia del marxismo, Einaudi, vol. 1, pp. 93 sgg.
13
Lukcs, Storia e coscienza di classe cit., p. 11.
20
nel
loro
aspetto
puro
come
forme
dellesistente,
21
22
in
maniera
estremamente
radicale,
come
completa
trasformazione della totalit della realt sociale. Per questo suo aspetto, il
concetto della totalit dialettica concreta indirizzato contro il riformismo.
Il distacco riformistico o utopistico dello scopo finale dal movimento
pratico in connessione con labbandono del punto di vista della totalit
concreta. Lo scopo finale il rapporto verso la totalit concreta della
realt sociale intesa come unit di soggetto e oggetto e come processo.
Soltanto in connessione con tale totalit concreta le azioni pratiche
quotidiane assumono un senso rivoluzionario. Labbandono del punto di
vista della totalit concreta conduce inevitabilmente al dualismo tra soggetto
e oggetto, teoria e prassi, movimento immediato e scopo finale. La
sociologia e leconomia marxiste, di carattere volgarmente empiristico, che
applicano i metodi delle scienze naturali ai fatti puri, sono scienze
meramente constatanti e cio contemplative, che non possono porre dei fini.
Tuttal pi esse possono considerare come fini le loro prognosi sui futuri
risultati delle leggi sociali naturali e inevitabili, leggi che dominano i fatti.
14
23
24
15
25
26
16
Lukcs si rendeva conto del fatto che la dialettica era allorigine di equivoci e di
difficolt per chi fosse abituato a un modo di pensare non dialettico, e ci proprio per la
sua terminologia e per il carattere delle sue determinazioni concettuali: proprio
dellessenza del metodo dialettico scriveva alla fine dellintroduzione del 1922 (Ibid.,
pp. LI-LII) il fatto che in esso giungano a sopprimersi i concetti falsi, nella loro astratta
unilateralit. Questo processo di soppressione esige tuttavia che si continui a operare con
questi concetti unilaterali, astratti e falsi: essi debbono essere portati al loro corretto
significato non tanto mediante una definizione, quanto piuttosto attraverso la funzione
metodologica che essi ricevono in quanto momenti soppressi nella totalit. Nella
dialettica corretta da Marx questo evolversi del significato ancor meno fissabile che
nella stessa dialettica hegeliana. Infatti, se i concetti sono soltanto figure intellettuali della
realt storica, la loro figura unilaterale, astratta e falsa, inerente alla vera unit in quanto
un suo momento. Ci che Hegel dice nella prefazione alla Fenomenologia ancora piti
vero di quanto creda egli stesso: Cos come lespressione dellunit di soggetto e
oggetto, finito e infinito, essere e pensiero, ecc., significano ci che essi sono al di fuori
della loro unit, nellunit essi non vengono dunque intesi in ci che la loro espressione
dice: e ugualmente il falso, non pi come falso, un momento della verit. Nella pura
storicizzazione della dialettica questaffermazione diventa ancora una volta dialettica: il
falso al tempo stesso, come falso e non falso, un momento del vero.
27
17
28
volta sul fatto che in questo caso il soggetto non un mero soggetto
individuale di conoscenza, ma anzitutto un soggetto collettivo di azione e
divenire sociale.
Con tali affermazioni Lukcs entrato consapevolmente in contrasto con
taluni aspetti dellinterpretazione data da Engels del materialismo storico di
Marx, e inconsciamente entrato in conflitto con Materialismo ed
empiriocriticismo di Lenin18.
Nel criticare Engels per non avere compreso rettamente il concetto kantiano
di cosa in s, e la differenza tra il criticismo kantiano e lagnosticismo di
Hume, come pure per essere caduto in unimprecisione terminologica
quasi inconcepibile in un conoscitore di Hegel come era Engels, non
rilevando la differenza tra i termini hegeliani in s, per noi e per s,
Lukcs osserva che Engels identifica lindustria e lesperimento con la
prassi in senso dialettico-filosofico19. Lukcs, al contrario, considera
lesperimento come una posizione contemplativa, giacch lo sperimentatore
crea un ambiente artificiale, puro, per poter osservare tranquillamente, in
18
Nellintroduzione del 1922 a Storia e coscienza di classe (p. XLVII), Lukcs insiste
esplicitamente sul fatto che la sua polemica con alcuni giudizi di Engels avviene nello
spirito del sistema complessivo, per il fatto che lautore sostiene, in questi punti
particolari, anche contro Engels, il punto di vista del marxismo ortodosso.
19
Ibid., pp. 172 sgg. Nel passo criticato da Lukcs, Engels dice: Esiste per anche una
schiera di altri filosofi, i quali contestano la possibilit di una conoscenza del mondo, o
almeno di una conoscenza esauriente di esso. Tra i moderni, appartengono a questa
schiera Hume e Kant, che hanno avuto una parte molto importante nello svolgimento
della filosofia La confutazione pi decisiva di questa ubbia filosofica, come del resto di
tutte le altre, data dalla pratica, particolarmente dallesperimento e dallindustria. Se
possiamo dimostrare che la nostra comprensione di un dato processo naturale giusta,
creandolo noi stessi, producendolo dalle sue condizioni e, quel che pi conta, facendolo
servire ai nostri fini, linafferrabile cosa in s di Kant finita. Segue poi il noto
esempio della produzione dellalizarina dal catrame di carbone (F. Engels, Ludovico
Feuerbach e il punto dapprodo della filosofia classica tedesca, Roma 1950, p. 27).
29
20
30
21
Ibid., p. 8.
31
delle teorie scientifiche sulla natura, che tuttavia deriva dalla dialettica di
soggetto e oggetto ed una parte della dialettica sociale, giacch le scienze
naturali e tecniche sono momenti della concreta totalit sociale.
Lukcs assume tuttavia una posizione ancor pi radicale e parlando della
natura sia quella che circonda luomo, sia quella che luomo porta in se
stesso afferma:
La natura una categoria sociale. Ci che vale come natura a un
determinato grado dello sviluppo sociale, la struttura del rapporto tra uomo
e natura e il modo in cui luomo si misura con essa, quindi il senso che la
natura deve avere in rapporto alla sua forma e al suo contenuto, alla sua
estensione e alla sua oggettualit, sempre socialmente condizionato22.
Allo stesso tempo Lukcs, in appoggio a questa tesi, tenta di stabilire
uninteressante tipologia dei concetti di natura nella filosofa borghese, in
cui individua almeno tre diverse concezioni. In primo luogo, la definizione
della natura come complesso di regolarit, indagate dalla scienza naturale,
che, secondo Lukcs, ha la sua origine nella struttura economica del
capitalismo. In secondo luogo, il concetto di valore della natura, che in
stretta connessione con il diritto naturale: la legittimit della societ
borghese al suo sorgere viene posta in tale concetto come naturale in
opposizione allartificialit, larbitrio e lingiustizia del feudalesimo e
dellassolutismo. In terzo luogo, il concetto di valore della natura intesa
22
Ibid., p. 291.
32
argomento
usato
nelle
polemiche
contro
Lukcs,
33
costruzione
del
metodo
dialettico
sarebbe
assolutamente
25
Cfr. p. 272: E una derivazione dialettica non pu a sua volta essere un semplice venire
luna dopo laltra o addirittura un conseguire separatamente luna dallaltra di forme che
permangono identiche. Anzi, se non si vuole irrigidire il metodo in uno schema, non pu
funzionare in modo meccanicamente omogeneo neppure un rapporto di forme.
34
26
Ibid., p. 273.
35
36
questo
punto
di
vista,
Lenin,
in
Materialismo
ed
del
rispecchiamento
le
cose
stanno
27
37
28
Infatti, in questa teoria [del riflesso] si oggettiva teoricamente la dualit insuperata per
la coscienza reificata tra pensiero ed essere, coscienza e realt. E da questo punto di
vista lo stesso che le cose vengano intese come riflessi dei concetti o i concetti come
riflessi delle cose, dal momento che in entrambi i casi questa dualit riceve
uninsuperabile fissazione logica (Lukcs, Storia e coscienza di classe cit., pp. 263-64).
29
Ibid., p. 269.
38
materialistica come teoria critica. Allo stesso tempo egli situa e collega la
teoria del rispecchiamento da una parte alle forme non superate di
reificazione sociale, dallaltra a oggetti che rimangono non toccati dal
superamento della reificazione capitalistica (la natura) e cio al rapporto
contemplativo tra soggetto e oggetto. Si pu evidentemente estendere la
posizione di Lukcs nei confronti del materialismo metafisico settecentesco
anche alla teoria del rispecchiamento: egli la rifiuta come forma ideologica
della rivoluzione borghese, ma allo stesso tempo la considera come
praticamente attuale, finch resta attuale la rivoluzione borghese (anche
come momento della rivoluzione proletaria)30.
4. Classe e partito.
Un altro fondamentale concetto teorico di Lukcs la coscienza di classe:
essa non coscienza empirica, n in senso individuale, n nel senso della
psicologia sociale; quindi non n coscienza del singolo, n una media o
una somma della coscienza dei singoli che costituiscono la classe sociale.
una coscienza idealmente tipica, attribuita (zugeordnetes Bewusstsein)
obiettivamente possibile, cio un concetto limite.
Lukcs qui si ricollega ai concetti weberiani di tipo ideale, in cui riconosce
elementi comuni con il concetto marxiano di maschera economica
caratteristica, di possibilit obiettiva e di attribuzione (Zurechnung).
30
Ibid., p. 266.
39
31
40
Queste
insuperabili
antinomie
traggono
origine
dal
41
42
43
Ibid., p. 65.
Ibid., pp. 94-95.
44
45
46
47
48
49
Cfr. Archiv fr die Geschichte des Sozialismus und der Arbeiterbewegung, XIII, 1928,
pp. 309 sgg.
50
Cfr. Marx, Il capitale cit., libro primo, cap. 1, 4: Il carattere di feticcio della merce e il
suo arcano (vol. I, pp. 86 sgg.). Il carattere di feticcio della merce non riguarda tuttavia
soltanto la merce, bens tutte le categorie economiche che hanno origine dal modo di
produzione capitalistico della merce, e parla dei rapporti di cose fra persone, dei
rapporti sociali fra cose, di fondamento materiale della societ, ecc. Torna poi su
questo problema nel terzo libro del Capitale, nel capitolo XLVIII intitolato La formula
trinitaria (vol. V, pp. 1095 sgg.), analizzando lintero processo della produzione
capitalistica considerata come unit del processo di produzione e del processo di
circolazione. La feticistica apparenza delle cose assume qui forme estreme, e poich le
forme sociali concrescono in maniera immanente con le condizioni materiali di
produzione (mezzi di produzione, la terra, ecc.), viene analizzata la reificazione dei
rapporti sociali.
37
La pi importante eccezione tra gli economisti rappresentata da I. I. Rubin. Nel suo
libro, Oerki po teorii stoimosti Marksa [Saggi sulla teoria del valore in Marx], 4a ed.
Moskva-Leningrad 1929, egli considera la teoria del feticismo della merce come teoria
generale dei rapporti di produzione capitalistica di merci, e dedica grande attenzione ai
concetti marxiani connessi con tale teoria: lautonomizzazione, la cristallizzazione, la
fossilizzazione, la reificazione, lalienazione, la mistificazione, ecc. Non sappiamo
quando sia uscita la prima edizione di questo libro, ma abbiamo trovato attacchi contro di
esso sulla rivista Pod znamenen marksizma gi nel 1926. Rubin evidentemente aveva
capito limportanza della teoria del feticismo della merce nel Capitale di Marx
indipendentemente da Lukcs. Tuttavia Rubin, a differenza di Lukcs, si limita al campo
delleconomia politica; egli venne dichiarato un idealista dai suoi oppositori e quando,
allinizio degli anni 30, scomparve dalla vita scientifica, in articoli polemici su varie
deviazioni in economia politica cominci ad apparire lespressione rubinovismo
controrivoluzionario.
51
38
52
Si veda il saggio La reificazione e la coscienza del proletariato (Ibid., pp. 107-275), che
costituisce, sotto questo aspetto, il nucleo fondamentale del libro.
53
si riflette nella forma di merce come propriet sociale delle cose (le merci),
forma ad esse conferita dalla natura. I rapporti sociali tra gli uomini
assumono cos le forme fantastiche di rapporti tra cose e cio si reificano,
mentre le cose si socializzano, si soggettivizzano e si personificano40. Il
carattere di feticcio delle merci si accentua man mano che la produzione di
merci diventa universale nel capitalismo (anche la forza-lavoro diventa
merce). In tal modo i rapporti sociali di produzione concrescono in maniera
inseparabile e immanente con gli elementi materiali della produzione. Le
cose (le merci) vivono una doppia vita: a parte il loro essere naturale,
sensibile, esse hanno anche unaltra forma di esistenza sociale che
inattingibile ai sensi, e cos diventano una specie di geroglifico del rapporto
sociale che esse mediano. La reificazione dei rapporti sociali raggiunge il
suo grado pi alto nelle categorie economiche che corrispondono alla
superficie fenomenica della vita economica e costituiscono la sfera in cui
attiva la prassi degli agenti della produzione capitalistica, e cio la prassi
imprenditoriale e speculatrice (per esempio, il capitale che fornisce un
reddito, ossia il denaro che genera altro denaro).
A proposito di questa fondamentale caratteristica strutturale della societ
borghese, bisogna in primo luogo mettere in evidenza il fatto che contro
luomo scende in campo la sua stessa attivit sotto laspetto di qualcosa di
40
Quindi a questi ultimi [i produttori] le relazioni sociali dei loro lavori privati appaiono
come quel che sono, cio, non come rapporti immediatamente sociali fra persone nei loro
stessi lavori, ma anzi come rapporti di cose fra persone e rapporti sociali fra cose (Marx,
Il capitale cit., vol. I, p. 89).
54
55
dellesistente,
determinazioni
esistenziali,
che
hanno
la
41
Ibid.,p. 92.
56
la
personificazione
del
capitale,
mentre
loperaio
solo
57
naturalistica
del
materialismo
storico
(Kautsky,
58
oggettive
del
capitalismo
diventano
contraddizioni
dialettiche nel senso pieno di questa parola solo quando un soggetto non
reificato la coscienza di classe del proletariato diventa loro parte
integrante. Con ci entra nel campo delle contraddizioni oggettive del
capitalismo la negativit dialettica, la potenzialit del nuovo che mira al
superamento dialettico di tali contraddizioni. Tale coscienza di classe, come
azione libera, diventa il concreto punto di partenza per linversione di
marcia verso una nuova qualit. La rivoluzione proletaria inaugura una
piena identit di soggetto e oggetto ed elimina la reificazione dei rapporti
sociali di produzione. Nella nuova societ i rapporti di produzione tra gli
uomini perdono il loro carattere illusorio di altra natura, diventano
59
60
Al
problema
centrale
del
nostro
tempo,
quello
61
il
processo
lavorativo
come
fondamentali
processi
di
62
che
il
materialismo
storico
classico
rappresenta
42
Lukcs, Storia e coscienza di classe cit., p. 284. Questo concetto viene cos spiegato da
Lukcs: Le verit di contenuto del materialismo storico hanno la stessa natura delle
verit delleconomia politica classica descritte da Marx: esse sono verit allinterno di un
determinato ordinamento sociale e della produzione. Come tali, e soltanto come tali, ad
esse spetta una verit incondizionata. Ma ci non esclude la comparsa di societ nelle
quali, per via delle loro strutture sociali, valgono altre categorie, altri nessi di verit.
63
naturali nel senso che hanno lobiettivit delle leggi fisiche e che sono
indipendenti dalla conoscenza, dalla volont e dai fini umani. In quarto
luogo, le leggi delleconomia da una parte dominano tutta la societ,
dallaltra si affermano per la loro potenza meramente economica, senza
lintervento di fattori extraeconomici.
Nelle societ precapitalistiche, invece, dominano sistemi di categorie
completamente diversi, e i loro settori parziali allinterno del complesso
sociale hanno una posizione pi autonoma e indipendente, mentre i loro
legami funzionali con lintero sono molto pi labili. Le differenze strutturali
delle formazioni economico-sociali precapitalistiche rispetto al capitalismo
si possono approssimativamente schematizzare nei termini seguenti. In
primo luogo, nelle societ precapitalistiche non dominano leggi economiche
reificate, naturali, ma vi prevalgono rapporti originari naturali (il termine
usato da Marx naturwchsig), rapporti di stirpe, di collettivit contadine,
di diretto dominio e diretta schiavit e cos via, e ci sia nello scambio tra
luomo e la natura, sia nei reciproci rapporti sociali tra gli uomini. Questi
rapporti non sono mediati e non hanno il carattere illusorio di cose, ma si
riversano direttamente in forme giuridiche:
Corrispondentemente alla minore coesione economica della societ, le
forme giuridico-statali, che costituiscono qui le stratificazioni in stati, i
privilegi, ecc., hanno una funzione completamente diversa che nel
capitalismo, sia oggettivamente che soggettivamente. Nel capitalismo queste
64
43
65
44
Ibid., p. 313. Anche la societ comunista produce naturalmente delle ricchezze materiali
e organizza uno scambio di materia tra luomo e la natura. Ma questa economia non
ha pi la funzione che leconomia ha sempre avuto in precedenza: essa deve servire la
societ guidata in modo cosciente, deve perdere la propria immanenza, quella sua legalit
autonoma attraverso cui propriamente diventa economia: in quanto economia, essa
devessere soppressa (p. 312).
45
Questi marxisti consideravano leconomia politica come una scienza che si occupa delle
leggi naturali della produzione capitalistica di merci, ossia come una scienza di
rapporti di produzione, la cui forma fenomenica accompagnata dalla reificazione
feticistica. Nel socialismo leconomia politica viene sostituita da una scienza
dellorganizzazione razionale e della direzione della produzione. A. Bogdanov cerc di
elaborare tale scienza, e la denomin tectologia (cfr. J. Scherrer, Bogdanov e Lenin: il
bolscevismo al bivio, in Storia del marxismo Einaudi, vol. 2, in particolare pp. 533 sgg.).
66
materialismo
storico
alle
societ
precapitalistiche
quelle
67
categorie
strutturali
diverse,
proprie
di
societ
68
Lukcs, Storia e coscienza di classe cit., p. 53. Recensioni polemiche apparvero in riviste
tedesche e sovietiche a opera di L. Rudas, H. Duncker, S. Marck, A. M. Deborin, J. Sten,
I. Vainstein e altri. Tra i politici, G. Zinovev e Bla Kun condannarono esplicitamente
Lukcs. La maggior parte di queste critiche stata raccolta da F. Cerotti e altri in
Geschichte und Klassenbewusstsein heute. Diskussion und Dokumentation, Amsterdam
1971; cfr. anche Bloch, A. Deborin, J. Rvai e L. Rudas, Intellettuali e coscienza di
classe, il dibattito su Lukcs 1923-24, introduzione e cura di L. Boella, Milano 1977.
69
Questi argomenti sono stati in seguito ripetuti infinite volte, mentre Storia e coscienza di
classe non mai stato pubblicato in nessun paese dellEuropa orientale, eccettuata la
Jugoslavia. In Unione Sovietica, nel 1924, usc una traduzione del saggio La reificazione
e la coscienza del proletariato, il cui livello scadente appare gi dalla traduzione del
titolo: Materializzazione e coscienza proletaria. Chi scrive ha tradotto in ceco il libro di
Lukcs e quello di Korsch Marxismo e filosofia, due opere che hanno fortemente
influenzato gli intellettuali comunisti della primavera di Praga. Purtroppo le truppe del
patto di Varsavia sono state pi rapide dei torchi tipografici e la composizione, gi
pronta, andata distrutta; oggi le due traduzioni circolano in dattiloscritto.
70
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73
7. Marxismo e filosofia.
Il saggio di Korsch Marxismo e filosofia usc quasi contemporaneamente al
libro di Lukcs e indipendentemente da esso. Alluno e allaltro libro tocc
la stessa sorte: anche il saggio di Korsch venne condannato sia da Kautsky
sia dalla III Internazionale e dai suoi teorici. Anche se il pensiero dei due
autori presenta alcuni elementi comuni, esistono tuttavia tra loro differenze
sostanziali che la critica socialdemocratica e comunista trascur
completamente, relegando semplicisticamente entrambe le opere tra le
revisioni idealistiche, hegeliane e professorali delle fondamenta
filosofiche del marxismo.
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Ibid., p. 83.
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Ibid., p. 77.
Ibid., p. 82.
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Ibid., p. 29.
Ibid., pp. 27-28.
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Ibid., p. 157 (Korsch chiosa qui unaffermazione del giovane Marx Dibattiti sulla legge
contro i furti di legna la forma non ha alcun valore, se non la forma del contenuto).
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rapporti che tra esse intercorrono, eccezion fatta per quello che di volta in
volta il loro contenuto storico concreto59.
Insomma, secondo Korsch, non si pu insegnare la dialettica materialista
come una scienza speciale con un suo oggetto autonomo; la si pu solo
applicare concretamente nella prassi rivoluzionaria e nella teoria critica
della societ borghese, che sua parte integrante. I manuali di materialismo
dialettico e di logica dialettica, su cui lavoravano con grande impegno, gi
nella seconda met degli anni 20, i filosofi sovietici, gli sembravano pure
assurdit e li considerava come lespressione della tendenza a trasformare il
marxismo da teoria rivoluzionaria in una concezione del mondo
tradizionale, in mera ideologia.
Korsch aveva chiara coscienza delle differenze esistenti tra il materialismo
delle scienze naturali e quello storico: nellarticolo del 1922 La concezione
materialistica della storia, polemizzando con il darwinista socialista L.
Woltmann, Korsch caratterizza il materialismo marxiano come una coerente
applicazione dellimmanenza sociale, come una radicale rinuncia a tutti i
concetti trascendentali, come una svolta radicale verso la reale vita storica
della gente, e afferma:
Quasi tutti i passati disconoscimenti dellessenza reale della concezione
materialistica della storia e della societ di Marx hanno ununica causa: una
messa in pratica tuttora insufficiente del principio dellimmanenza
59
Ibid., p. 124.
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questo
carattere
assolutamente
immanente
del
pensiero
marxiano60.
La concezione materialistica della storia supera gli elementi trascendenti
presenti nel materialismo naturalistico (contemplativo): se invece questo
viene applicato alla storia e diventa lideologia del movimento operaio, si
arriva necessariamente a due conclusioni complementari: o il passaggio al
socialismo diventa un postulato meramente etico, privo di ogni fondamento
nella dialettica del divenire sociale, oppure viene inteso come unautomatica
necessit naturale completamente indipendente dalla prassi rivoluzionaria
umana. Successivamente, allanalisi delle differenze esistenti tra il
materialismo storico e quello delle scienze naturali Korsch dedic con
particolare impegno nel suo Anti-Kautsky, uno studio polemico del vasto
compendio di Kautsky, Die materialistische Geschichtsauffassung (1927)61,
in cui il pi autorevole teorico della II Internazionale aveva applicato tanto
coerentemente il materialismo delle scienze naturali alla storia che
levoluzione della societ gli appariva una mera variante dellevoluzione
60
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Ibid., p. 109.
K. Korsch, Die materialistische Geschichtsauffassung. Eine Auseinandersetzung mit Karl
Kautsky, Leipzig 1929.
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Ibid.,p. 33.
Ibid.,p. 34.
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Le Zehn Theseti ber den Marxismus, redatte e distribuite in dattiloscritto nel corso di
conferenze tenute in Germania e in Svizzera nel 1950, sono state pubblicate su
Arguments, Paris 1959, n. 16, e nella raccolta di scritti di K. Korsch, Politische Texte,
Frankfurt am Main 1974, pp. 385 sgg.
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