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1+ j
o
Questo comportamento simile a quello di un filtro passa basso1, con una frequenza di taglio, pari a o .
Nella figura 4.1 mostrato landamento del modulo del coefficiente di amplificazione a circuito aperto,
Ao
AOL ( ) =
2
1 + j
o
A OL
10.1 0 5
8
6
4
2
0
1 0 - 1 10
10 1
10 2
10 3
[rad]
Figura 4.1. Andamento del modulo del coefficiente di amplificazione in funzione della frequenza.
Si pu notare che la risposta dellamplificatore diventa sempre meno accurata man mano che la frequenza si allontana dal valore della frequenza di taglio, per il quale lampiezza uguale a
AOL ( o ) = 0.707 Ao
con o = 10 [rad / s] e Ao = 10 6 .
Lipotesi fatta di amplificazione infinita:
AOL
perde la sua validit per frequenze maggiori di o. A questa frequenza lamplificazione diminuita di
3dB rispetto al valore a = 0 2:
1
2
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AOL ( o )
= 3dB
Ao
Per questa ragione o detto larghezza di banda a 3 dB. Si tratta di stabilire, ora, una relazione fra la
larghezza di banda dellamplificatore operazionale a circuito aperto, o e la larghezza di banda, i , di
un amplificatore a circuito chiuso, in cui il componente inserito. Nella pratica si osservato che il
prodotto fra guadagno e larghezza di banda a 3 dB di un amplificatore a circuito chiuso ( Ai i )
uguale al prodotto ( AOL o ) dellamplificatore operazionale utilizzato, per cui:
(4.2)
Ao o = A1 1 = A2 2 = L
in cui A o e o hanno il significato sopra accennato, relativo allamplificatore a circuito aperto e A i e i,
con i = 1,2, sono, rispettivamente, il guadagno e la larghezza di banda a 3dB dellamplificatore a
circuito chiuso, che pu essere, per esempio, un amplificatore invertente o non invertente, o un amplificatore formato da due amplificatori invertenti in serie, come in figura 4.2
20 log10
ei (t)
ee
e-
e+
eo (t)
A
80
2 0. l og 10 A0
60
2 0. log10 A1
40
20
20.lo g10 A2
0
o 1
fr eq uen ze [Hz]
Come gi esposto in precedenza3, lamplificatore operazionale per il suo funzionamento necessita di due
sorgenti di alimentazione a tensione costante, VS+ VS , il cui valore assoluto compreso, normalmente, fra
5 V e 25 V. Il fatto che le tensioni di alimentazione siano limitate, comporta una limitazione nel valore
massimo del valore in uscita dallamplificatore a circuito chiuso, eo, che nella pratica pu essere espressa
dalla seguente relazione:
(VS + e) eo (t ) (VS+ e)
in cui e attorno a 1,5 V.
Nella figura 4.4 mostrato un esempio, in cui la tensione di ingresso di un amplificatore non invertente
amplificata di un fattore 2 e le due tensioni di alimentazione dellamplificatore operazionale sono
VS+ = 5 V ,
VS+ = 5 V
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tensione
di u sci ta
ampie zza
Vm ax 4
2
0
t ens ione
di ingresso
-2
Vm in
-4
-6
0
6
8
tempo (s)
tensione
tensi one
di us cit a
tensi one
di ingress o
t emp o
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allingresso dellamplificatore, fra il morsetto non invertente e quello invertente positiva, la tensione di
uscita, eo (t ) , assume il valore della tensione di alimentazione, VS+ , mentre se negativa, assume il valore
della tensione VS .
V+S
ii (t)=i-=0
ee+
ei(t)
eo(t)
i+=0
+
-
er
V-S=0
ei
er
eo
+
VS
VS = 0
t1
t1
t2
t2
eo
+
VS
VS = 0
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Si nota come la presenza di frastagliature rende indeterminato il passaggio per il valore di soglia. Un
modo efficace di migliorare le prestazioni dellamplificatore comparatore quello di introdurre una
contro reazione positiva, come mostrato nella figura 4.9; questo tipo di amplificatore viene chiamato
Trigger di Schmitt.
V+
S
e-
ei
e+
VS
R1
R2
er
eo
+
-
per cui il passaggio della tensione di uscita al valore eo = VS = Va , avviene, quando il valore della
tensione di ingresso soddisfa la seguente disuguaglianza:
R2
ei (t ) > Va
+ er'
R1 + R2
Poniamo, adesso, il caso in cui in un determinato istante la tensione in uscita abbia il valore
eo = VS = Va
per cui la tensione al morsetto non invertente :
R2
e + = Va
+ er'
R1 + R2
e, quindi:
R2
= e + e = Va
+ er' ei (t )
R1 + R2
Il cambio di tensione sul morsetto di uscita al valore eo = VS+ = Va si verifica nel momento in cui:
ei (t ) < Va
R2
+ er'
R1 + R2
Nella figura 4.10 mostrato landamento della tensione di uscita del Trigger di Schmitt al variare del
valore della tensione sul morsetto invertente di ingresso.
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eo
e'r -
Va
Va
R2
R1
+ R2
ei
e'r
-V a
e'r +
Va
R2
R1
+ R2
e'r + Va
R 1 + R2
ei
e' r
e'r - Va
R2
R1
+ R2
eo
VS+
0
VS
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oscilloscopio
y
0
x
- 1
- 2
0
8
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tempo (s )
Figura 4.12. Andamento del segnale proveniente dal sensore e porzione dello stesso visualizzato
sulloscilloscopio.
Data lassenza di masse in movimento, loscilloscopio in grado di visualizzare in tempo reale la porzione del segnale; questa caratteristica rende loscilloscopio uno strumento prezioso, sia in laboratorio,
sia in ambiente industriale per la verifica in linea delle grandezze elettriche sotto osservazione. Oltre a
questa importante caratteristica, loscilloscopio pu memorizzare una porzione temporale del segnale e
riportarlo sullo schermo in un tempo successivo per una sua analisi.
Poich la funzione sullo schermo (vedi fig. 4.12b) deve essere simile alla forma donda proveniente dal
sensore, necessario che la dimensione verticale, y, della funzione disegnata sullo schermo sia proporzionale al valore della tensione proveniente dal sensore, mentre la dimensione orizzontale, x, sul
quadrante delloscilloscopio sia proporzionale al tempo:
y(t ) = c1 ey (t ) ;
(4.4)
x (t ) = c2 t
La visualizzazione di un segnale elettrico del tipo di figura 4.12a viene realizzata tramite un pennellino
di elettroni, che colpiscono lo schermo delloscilloscopio. Gli elettroni, colpendo gli atomi dello
schermo, li portano in uno stato eccitato4; il ritorno di questi atomi allo stato di riposo genera una
radiazione elettromagnetica nel campo del visibile.
Di seguito vengono illustrati i principi di funzionamento delloscilloscopio a filo caldo, schematizzato
nella figura 4.13. Gli elettroni del pennellino, emessi dal filamento caldo,f , del catodo, percorso dalla
corrente i , vengono accelerati verso lanodo dal campo elettrico, generato dalla forza elettromotrice ep.
pia stre per
il movimento
o rizzont ale
d egli eletro ni
elettrone
i
eS
+
-
piastr e per
il movim ento
vertica le
d egli eletr oni
catodo
ep
anodo
tra ettoria
dell'e lett rone
scherm o
flu orescente
Vedi paragrafo Il velocimetro laser nel Capitolo Misure di velocit lineare e rotazionale.
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sche rmo
D
L
vp
vt (t)
vp
d
e x (t)
vt (t + t ) vti (t ) vt (t + t ) vt (t )
=
t
t
t
in cui vti (t ) la velocit trasversale allingresso delle piastre (nulla nel nostro caso) e vt (t ) la velocit
trasversale dellelettrone alluscita dalle piastre. Ne consegue:
v (t )
v (t )
q Ex (t ) = me t = me t v p
(4.7)
s
t
in cui me la massa dellelettrone. Utilizzando le espressioni precedenti, si ottiene la velocit trasversale:
qs
vt (t ) =
e (t ) = k e x (t )
v p me d x
Lo spostamento x(t) del punto luminoso sullo schermo, prodotto dallurto degli elettroni con gli atomi
fluorescenti dello schermo, :
1 D
D
L
e x ( t ) = x ( t ) ,
x (t ) = v pd (t ) , da cui
h 2
vp
2
con h = L ( k v p ) e D la larghezza dello schermo che esprime una relazione lineare fra lo spostamento
del punto luminoso sullo schermo e la tensione alle piastre. Poich lo spostamento deve essere proporzionale al tempo (vedi 4.4), ne consegue che la tensione ex(t) deve essere a sua volta proporzionale al
tempo
1 D
ex (t ) = c2 t
h 2
e variare in modo che il pennellino parta dallestremo sinistro dello schermo e arrivi allestremo opposto, D, come mostrato nella figura seguente. Utilizzando queste due ultime espressioni, si deduce che il
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pennellino elettronico percorre lo schermo a velocit uniforme, c2; T il tempo impiegato dal punto
luminoso per attraversare lo schermo: T = D c2 .
pun to lum in os o
in m o vim e nto
sch erm o
D 0
pia st re pe r il
m ovime nto o rizzon ta le
elettro ne
+ ex(t1)
0 0
- +
ex(t1 +T/2 ) ex(t1 +T)
- e m ax
Figura 4.16. Andamento a dente di sega della tensione sulle piastre che
regolano il movimento orizzontale del pennellino elettronico.
Landamento della tensione regolato dalla relazione:
ex (t ) = emax + k2 t
Variando linclinazione della retta si varia il valore del tempo T e, di conseguenza, anche la velocit, vx,
di attraversamento orizzontale.
La combinazione delle due tensioni, ex(t) e ey(t), costringe il pennellino a muoversi in sintonia con la tensione proveniente dal sensore, nel senso che, mentre la tensione ex(t) costringe il pennellino a muoversi
lungo lasse x in modo proporzionale al tempo, la tensione ey(t) lo spinge a muoversi lungo lasse y,
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proporzionalmente alla tensione stessa. Sullo schermo delloscilloscopio viene, quindi, disegnato il tratto
del segnale compreso nellintervallo di tempo T, come mostrato nella figura 4.17.
partenza del
dente di sega
arres to del
dente di sega
schermo dello
oscilloscopio
eo
to
ex
emax
to + T
to
- e max
ex (t)
Ta
2Ta
3Ta
ema x
0
2T
3T
4T
- emax
Figura 4.18. Partenza non corretta della tensione a dente di sega (a) e visione sullo schermo
delloscilloscopio dei vari spezzoni di segnale (b).
Se si vuole, invece, evidenziare sullo schermo sempre lo stesso tratto di curva, occorre fare ripartire il
pennellino, non allistante t = T , ma nel momento in cui la curva periodica del segnale riprende il valore,
che aveva allistante t = 0 , cio, nel nostro esempio, il pennellino deve ripartire allistante t = 2 Ta , in cui
Ta il periodo della forma donda del segnale. Quindi, la partenza del dente di sega deve essere ritardata,
nel nostro esempio, di un tempo pari a t = 2 Ta T , dato che, in questo caso, il tempo T superiore a
un periodo, Ta, come mostrato nella figura 4.19.
Durante lintervallo di attesa, t, sullo schermo rimane limmagine della curva precedentemente impressa, la cui intensit va progressivamente attenuandosi; questa attenuazione non viene percepita dallocchio
e viene subito rafforzato dallimmagine successiva. Sullo schermo, quindi, si imprime sempre la stessa
porzione di curva, disegnata in neretto nella figura seguente.
Se il segnale non periodico, si predispone loscilloscopio in modo da acquisire la porzione di segnale, relativa allintervallo
di tempo 0 T , nella memoria delloscilloscopio; in un secondo tempo questa porzione di segnale viene visualizzata sullo
schermo per una sua analisi.
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ey (t)
ex (t)
Ta
2Ta
2Ta
3Ta
4Ta
e max
4Ta
- emax
V+
S = 5 V
ey (t)
V+
S= 5 V
e o (t)
er
VS = 0 V
VS = 0 V
= e y (t) -
er
Figura 4.20. Schema semplificato del Trigger di Schmitt con una tensione di soglia (a) e
andamento della tensione di uscita del Trigger di Schmitt.
Le tensioni di alimentazione sono VS+ = 5 V e VS = 0 V . La tensione di uscita del Trigger
eo = VS+ = 5 V 8, quando la tensione proveniente dal sensore superiore al valore di soglia er ed uguale a
zero nel caso contrario, come mostrato nella figura 4.20b.
Non appena la tensione ey (t ) attraversa il valore di soglia er , luscita del Trigger registra un brusco cambiamento di tensione, come stato accennato in precedenza, che determina la partenza della tensione
e x (t ) .
Il passaggio di tensione attraverso il valore di soglia pu avvenire, sia in fase di aumento della tensione
ey (t ) , sia in fase di diminuzione della stessa. Nelloscilloscopio possibile utilizzare le due possibilit: se
il comando di partenza del dente di sega posto sulla opzione up, caratterizzata dal simbolo
,
nellistante in cui la tensione eo (t ) passa da 0 [V] a 5 [V], parte la tensione ex (t ) . Se, viceversa, il comando posto sulla opzione down, caratterizzata dal simbolo
[V] a 0 [V], inizia la partenza della tensione ex (t ) .
7
8
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Lesempio riportato di seguito serve a chiarire quanto esposto precedentemente. La figura 4.21a mostra
landamento della tensione periodica, con periodo To, proveniente dal sensore, mentre nella figura 4.21b
presentata la tensione in uscita dal Trigger di Schmitt in opzione down. Quando la tensione ey (t )
attraversa in discesa il valore di soglia er , la tensione del Trigger passa da 5 V a 0 V; questo passaggio avviene al tempo to, tempo di partenza del dente di sega. Dopo lintervallo di tempo T, il pennellino elettronico ha percorso tutto lo schermo delloscilloscopio e viene riportato al punto di partenza sul lato
sinistro dello schermo, imponendo alla tensione ex (t ) di assumere il valore emax . Questo passaggio non
istantaneo, come vedremo pi avanti, ma avviene in un tempo finito, come mostrato nella figura 4.21c.
y
to
T+t o
er
(a)
eo (V)
5
(b)
To
ex
2T o
tout
emax
T+to
- emax
to
(c)
t1
Figura 4.21. Andamento delle tensioni del sensore, del Trigger e del dente di sega.
Dopo che il transitorio della tensione ex (t ) si esaurito, cio, dopo lintervallo di tempo tout,
loscilloscopio in grado di fare ripartire, al tempo t1, la tensione del dente di sega e, quindi, di
ridisegnare sullo schermo un altro spezzone della forma donda della tensione proveniente dal sensore,
identica alla prima (segnata in neretto nella fig. 4.21a). Durante tutto lintervallo di tempo
t = t1 to
il circuito di comando delloscilloscopio non percepisce gli impulsi di tensione provenienti dal Trigger.
Nella figura 4.22 mostrata la parte della forma donda della tensione del sensore, selezionata
dalloscilloscopio.
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+
V
-
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R
i1
+
V
-
eo (t)
R2
I2
I1
+
V
-
i2
R2
I2
I1
eo (t)
R2
I1
eo (t)
I2
c
i(t ) = c1 e
c
eo (t ) = 1 e dt = c1 R e d
C 0
0
t
t
.
eo (t ) = V 1 e
con =
(4.8)
eo (V)
5
4
3
2.emax
2
1
0
0
0.5
1.0
1.5
2.0
2,5
temp o [s]
i
t
dt
R
i
t
V
(
)
2
C t
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i (t ) = k e 2
con 2 = R2 C . Al tempo t = t1 la corrente ha la seguente espressione:
t
1 e 1
V
t1
i(t1 ) = k e 2 =
R2
da cui si ricava il valore della costante:
t
1
V 1 e t1
2
k=
e
R2
La tensione ai capi della resistenza data dallespressione:
T
V 1 e 1 T
2
eo 2 (t ) = R2
e e
R2
da cui:
t T
T
eo 2 (t ) = V 1 e e 2
t
2
0.4
0.2
tempo [s]
0.0
0. 0
0.04
0.08
0.12
+
eo (t)
-
ee+ +
eo (t)
+
e max
- +
+
ex (t)
-
Figura 4.26. Circuito per innalzare landamento di figura 4.25 di una quantit pari a emax e per
invertirne il segno
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Infatti, per il principio di Kirchoff sulle tensioni nella maglia [-eo(t), emax, ex(t)] si ha:
+ { eo (t )} + emax ex (t ) = 0
da cui:
ex (t ) = eo (t ) + emax
Nella figura 4.27 mostrato landamento della tensione a dente di sega.
ex
emax
T
0
- em ax
Figura 4.27. Andamento della tensione a dente di sega con un off-set di emax.
Variando il tempo di ritardo = R C si varia la pendenza del dente di sega, come evidente dalla figura
4.27. La discesa della tensione dipende dal valore della resistenza R2, dato che legata al valore della
costante di tempo 2 = R2 C ; la resistenza non pu essere troppo piccola per non avere correnti troppo
elevate nel circuito di scarica, in grado di danneggiare il circuito.
BIBLIOGRAFIA
R. Giometti, F. Frascari, Elettronica, lanalogica, Calderini 1999.
P. Horowitz, W. Hill, The art of electronics, second edition, Cambridge University Press (1998).
J. Millman, Christos, C. Halkias, Integrated electronics: analog and digital circuits and systems,
McGraw-Hill (1972).
G. Rizzoni, Principles and applications of electrical engineering, McGraw-Hill (2000), (third edition).
P.M. Azzoni, Strumenti e misure per lingegneria meccanica - copyright 2006, Hoepli, Milano.