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Cera una volta lEconomia

(di Geminello Alvi, Luigi Veronelli, Giacinto Auriti E ALTRI)


http://www.signoraggio.com/signoraggio_lafavoladelleconomia.html
La favola della moderna economia ha inizio nel 1776, quando Adam Smith, filosofo ed economista
scozzese, d alle stampe il libro: La Ricchezza delle Nazioni. Egli osserva che, per favorire il
progresso materiale della societ, possibile ed necessario rovesciare lesortazione cristiana, cio
linvito ad abbandonare i propri beni per darli ai poveri, e perseguire invece il profitto personale; perch
limpegno dei singoli individui ad arricchirsi e a migliorare le proprie condizioni materiali si tradurr,
grazie a quel potente mito della mano invisibile, anche in un vantaggio collettivo. In unepoca che
vede lingresso delle macchine e dei primi automatismi produttivi, Adam Smith si interessa anche
dellorganizzazione del lavoro. La manualit, la forza fisica, labilit, lintelligenza organica vengono
messe in ombra dalla potenza della macchina a vapore, dalla inesorabile precisione e dallinfaticabile
movimento dei congegni meccanici ad essa collegati. Il lavoro delluomo entra in simbiosi con quello
della macchina, pertanto si meccanizza e si macchinizza: la sua attivit viene scomposta in tante
operazioni, ciascuna delle quali assegnata a differenti individui. il principio della separazione del
lavoro, che porter pi tardi al taylorismo, al fordismo o alla catena di montaggio. In altri termini si
pu dire che per rendere pi produttivo un lavoro stupido occorre renderlo ancora pi stupido. A un
pi alto livello dellorganizzazione industriale, amministrativa e governativa, la separazione del lavoro
prende il nome di specializzazione tecnica, di separazione delle competenze; oggi degenerate nelle
burocrazie statali e in quelle private - altrimenti dette management; dove, spesso, per una sorta di
nemesi storica, la mano sinistra non sa quello che fa la destra.
Con audacia si ricollegata la nascita della moderna economia allevoluzione della matematica che, da
sintetica, come sviluppata dai greci, si trasforma, grazie a Cartesio, a Newton e a Leibniz, in analitica,
dirigendosi verso lo studio locale delle curve. linizio del capitalismo.
Geminello Alvi:
Scienza newtoniana e capitalismo sono impensabili separati perch ambedue richiedono un
pensiero privo di levit, densificatosi nella costruzione di artifici. [..] Non importa al calcolo
mercantile la percezione della vita nella natura, ma piuttosto la sua meccanizzazione. Le seduzioni
economiche di Faust (Adelphi, Milano, 1989, p. 48)
Fonte: Bartocci: http://www.cartesio-episteme.net/libri/cap1-4.pdf
Il profitto personale, nella filosofia di Adam Smith, va a costituire la natura umana, pertanto il corso
della storia economica viene rimodellato su questo pregiudizio, nonostante che ricerche etnologiche e
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antropologiche indicassero il contrario, ponendo invece in risalto la natura sociale, collettivistica e


altruistica dellorganizzazione della vita delluomo.
Invece Adam Smith, mistificando il passato, mette unipoteca sul futuro; perch, come avviene con lo
iettatore di Pirandello, luomo e la societ si dovranno adeguare a quella perversa filosofia. Lentrata in
campo della moderna economia accompagnata da nuovi concetti, e anche dalla trasformazione di
vecchi termini: i bisogni delluomo, la scarsit, il lavoro, il mercato, lo scambio, il capitale, i mezzi scarsi,
i mezzi di produzione, la libera concorrenza. Parole e locuzioni apparentemente neutre, ma che
pervertiranno la mente e il pensiero. Ne riparleremo alla fine di questa grottesca favola.
La rivoluzione industriale e lorganizzazione capitalistica inondano la societ di merci, di prodotti in
serie; la societ, sommersa dalla produzione materiale, non riesce pi a relazionarsi e a dialogare con
lo spazio e il territorio, inizia quindi la graduale scomparsa dellarchitettura e dellurbanistica, del
paesaggio urbano e rurale. Strade e piazze, case e palazzi vengono sacrificati alla misura e alla
quantificazione delle aree e delle cubature. Non sar pi possibile, per una nazione e per un popolo,
concepire e realizzare progetti che lasceranno unimpronta nel territorio, duraturi nel tempo; come le
citt imperiali romane, il romanico dei comuni, il rinascimento delle signorie, il barocco dei papi. Nuovi
e amorfi materiali da costruzione vengono depositati e spalmati, a formare una crosta di cemento e
asfalto che caratterizza il territorio urbano moderno. Oggi larchitettura e lurbanistica sono diventati
sterili esercizi stilistici, degli assolo del designer attore senza pi rapporto con lambiente, il territorio,
la cultura e larte. Con la morte dellarchitettura, cio sin dalla rivoluzione industriale - anche larte, la
letteratura e la scienza hanno soltanto il compito di servire come una pelle artificiale di aspetto
giovanile, che contribuisce a tenere saldamente insieme lo scheletro, in dissoluzione, del tempo.
Nasce, con il capitalismo, il concetto della creazione artistica, nasce quel personaggio avulso
dallambiente in cui vive, una sorta di alterit in una societ dedita alla produzione materiale. In altre
epoche, invece, il fatto di dipingere, di scolpire, di suonare era connaturato e consustanziale al proprio
ambiente, pertanto non ci si curava di firmare le proprie opere. Federico Zeri, giustamente, si
rammaricher di avere indugiato nellesercizio dellattribuzionismo seguendo gli insegnamenti del
positivista Giovanni Morelli, invece di porre lattenzione allo studio delle condizioni in cui le opere
venivano prodotte.
Comunque Adam Smith vive unepoca di ottimismo, la sua filosofia celebra il progresso e la ricchezza
ormai alla portata di tutti; per converso la storia celebra lopera e lautore, che entrano cos nel mito.
Sembra che nulla possa ostacolare le sorti progressiste della nuova societ. E invece no, la societ della
disperazione dietro langolo: lambiente contadino, con la sua frugalit e umanit, presto si trasforma
in quel paesaggio della prima industrializzazione inglese, che molti romanzieri dipingono come un
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abisso di abiezione: con labbrutimento della persona e dellambiente, coi lavoratori sfruttati e
violentati, coi bambini in miniera, con la miseria senza speranza.
Si assiste, per la prima volta nella storia, anche a una stridente contraddizione: una produzione di beni
materiali senza precedenti per quantit, e una condizione umana sotto la sussistenza. Si pensa per che
questa debba essere la condizione umana da sempre. E cos, sempre nellInghilterra povera di storia,
un ecclesiastico, il reverendo Robert Malthus, sentendosi chiamato a spiegare lo stato delle cose, d
inizio alla filosofia della disperazione. Egli giustifica candidamente lo status quo in quanto necessario
che gli uomini restino nella miseria, perch la condizione e lo sprone affinch essi siano costretti a
lavorare. Non bisogna dare loro niente oltre lo stretto necessario, perch essi per natura sono incapaci
di gestire il di pi.
Non a tutti piace la spiegazione. Non piace agli utopisti: Proudhon, Fourier, Owen; la spiegazione
non piace soprattutto a un ricco borghese, Karl Marx, che denuncia un fatto ovvio: che il ricco pi
ricco ruba al povero pi povero, e lo deruba attraverso lappropriazione di una quota parte del suo
lavoro, il plus valore, che va a costituire i mezzi di produzione, il cosiddetto capitale, dei datori di
lavoro. Marx fa anche notare che, nel processo di appropriazione, c il rischio di giungere al fondo della
pentola, quando non ci sar pi niente da rubare: il lavoratore, che ha prodotto il capitale di cui
necessita il padrone per costituire il sistema produttivo, non serve pi perch verr sostituito da questo;
si verificher quindi quel fenomeno che i tecnici definiscono come la riduzione tendenziale del saggio
di profitto: il fuoco, bruciando, esaurisce il proprio combustibile.
Marx predice allora la crisi del capitalismo, e dalla polvere della sua rovinosa caduta sorger il sol
dellavvenire, il comunismo. Come il suo antagonista virtuale, Adam Smith, anche Marx, quando divide
la societ in classi in lotta fra loro, effettua una forzatura e una distorsione della storia e della societ a
proprio uso e mal uso. Introduce il sentimento dellodio di classe; un odio spesso consumato
allinterno della propria classe, dalla spocchia del ceto intellettuale nei confronti degli operai che si
sente chiamato a difendere. Notevole e affascinante lanalisi di Marx riguardo ai connotati che gli
oggetti assumono nel mondo capitalistico: non pi aventi valore di uso, bens ridotti a valore di
scambio. la cosiddetta reificazione: qualsiasi cosa viene ad assumere un carattere materiale con un
prezzo.
Da qui si eleva un formidabile edificio sociologico, pari allaltro che pi tardi Sigmund Freud eriger
sulla psiche e sullinconscio. Al contrario di Marx, che interpreta la crisi della societ in quanto
determinata da forze esterne al singolo, Freud si concentra sui conflitti delluomo con se stesso. Ancora
oggi vi sono circoli dove intellettuali di rara raffinatezza combinano lanalisi marxiana con quella
freudiana, e hanno la pretesa di spiegare la struttura del mondo e delluomo a tutti gli uomini e al
mondo intero. Possono realmente apprezzare il genio di Marx e di Freud soltanto coloro che vedono
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con quanta precocit essi definiscono le regole del dramma moderno. Sono loro che forgiano i concetti
definitivi che sarebbero serviti a definire e a orchestrare il nuovo tipo dattore, luomo
industrializzato.
Il lavoro salariato apporta un nuovo tipo di sofferenza che distrugge sia gli uomini sia le donne. Tutti i
lavoratori retribuiti sono vittime della stessa epidemia di disorientamento, solitudine e dipendenza.
Questi sentimenti generano interpreti politici e llite di una nuova classe. La diagnosi dellafflizione
universale diviene larena della carriera di nuovi professionisti - educatori, medici e altri ingegneri
sociali - che prosperano producendo programmi, orientamenti e terapie.
Per certi versi lanalisi di Marx incontrovertibile, senza vie di uscita, mette perci in allarme le
istituzioni minacciate da scioperi e rivolte popolari. Ma come in un appuntamento con la Storia, dalle
nazioni pi importanti, come i tre re magi, Menger, Walras e Jevons accorrono al capezzale del
capitale e cercano di arginare le forze sociali e intellettuali che il marxismo aveva messo in campo.
Con una mossa del cavallo vengono scombinate le carte in tavola e scambiati gli attori della favola: non
vi sono pi i capitalisti e i proletari, i padroni e i lavoratori, i ricchi e i poveri; bens, alternativamente,
in diversi momenti della nostra vita, siamo tutti produttori e tutti consumatori, tutti venditori e tutti
compratori. Anche il pi sfortunato, si fa osservare, pu vendere il proprio lavoro e contrattarne incredibile - il prezzo.
Siamo tutti soggetti, nei nostri atti di vendita e di acquisto, alle leggi della domanda e dellofferta che,
in un mercato perfetto, non possono essere modificate dal singolo attore. Finalmente! Leconomia ha
raggiunto il suo obiettivo: la scoperta delle sue leggi naturali, lestromissione delluomo dalla scena dei
fatti economici per far posto alle curve che descrivono i meccanismi della domanda e dellofferta, per
far posto a un formidabile apparato matematico che mette in relazione le forze del mercato per
realizzare le condizioni di equilibrio: una situazione che si raggiunge quando si compra tutta la quantit
desiderata al prezzo desiderato; e quando, contemporaneamente, si vende tutta la quantit desiderata
al prezzo desiderato. Marginalismo o economia neoclassica il nome dato alla nuova teoria.
Occorre a questo punto seguire gli sviluppi di una favola parallela, la finanza. Lo scambio di merci, a
differenza di come oggi lo intendiamo, in altre epoche rivestiva un aspetto marginale nella vita della
societ. La rivoluzione industriale, la riduzione delluomo alla dimensione economica, latomizzazione
dellattivit produttiva, lesplosione della produzione industriale di merci, laffermarsi della mentalit
di mercato, con il conseguente febbrile scambio di merci, sono fenomeni nuovi, di notevole intensit
ed estensione. Si impone pertanto una riflessione circa la natura e il significato del mezzo di pagamento,
la moneta. Si gi accennato al lavoro come merce di scambio; con maggiore perplessit si pu parlare
della terra e delle risorse naturali come merce di scambio; anche se, volendo essere coerenti fino in
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fondo, si dovrebbe parlare anche dellaria come risorsa naturale e quindi come merce di scambio; allora
una persona si potrebbe trovare nella situazione di non poter respirare per mancanza di potere di
acquisto.
Quando poi si parla della moneta come merce si scivola in un discorso ambiguo, perch ci si accorge
subito che essa pu assumere la caratteristica opposta, quella di segno. Unambiguit simile a quella
dei fisici quando parlano della natura della luce, instancabile viaggiatrice, ora onda nelluniverso pieno,
ora proiettile nelluniverso vuoto. (In questo eccesso di visualizzazioni che mutuamente si escludono,
anche i rilievi sperimentali falliscono, e lasciano il campo alle eccessive formalizzazioni einsteiniane,
che nascondono le difficolt dietro anti-intuitive relazioni di trasformazione).
La moneta merce, quale loro, largento o il tabacco, presenta una rigidit dovuta alla sua base
materiale difficilmente controllabile o modificabile; al contrario, la moneta segno flessibile perch
basta un provvedimento governativo per stampare e creare nuova moneta. Comunque, fino a una certa
epoca, la moneta cera, come la luce, e non ci si faceva troppe domande sulla sua natura; tuttal pi
capitavano degli inconvenienti come in Francia con John Law e con gli assignats. La celebre
relazione quantitativa, come la celebre legge di Gresham per cui la moneta cattiva scaccia la
buona, doveva essere sottotraccia nella mente di molti, molto prima che il filosofo David Hume e
leconomista Irving Fisher la esplicitassero nella formula: MV=PQ; una relazione di stato come
quella termodinamica che collega la pressione, il volume e la temperatura di un gas: PV = RT. Nulla ci
dicono, queste relazioni, circa le modalit del raggiungimento di un particolare stato; per cui, se per le
leggi della termodinamica si pu indifferentemente affermare che: un fluido compresso si riscalda e
un fluido riscaldato si espande, similmente, per le leggi della circolazione monetaria, si pu
indifferentemente affermare che: un aumento della massa monetaria provoca inflazione e
leconomia ristagna se la moneta non circola (trappola della liquidit).
Alla moneta segno e alla moneta merce se ne aggiunge una terza, il credito bancario, un tipo di
moneta che alla flessibilit unisce la discrezionalit e lusura, ma che oggi costituisce la gran
parte della massa monetaria. Quindi non sono solo le autorit centrali che possono creare
moneta, ma anche le banche, che, sulla base dei versamenti in moneta effettuati, creano un credito
pari a diverse volte lammontare dei depositi. (Gli storici fanno osservare che gi nel tardo
medioevo, con le lettere di cambio, erano state poste le basi del sistema bancario).
Vengono date delle regole che stabiliscono le relazioni fra la moneta segno e loro, la cosiddetta base
aurea o gold standard - al fine di creare stabilit e flessibilit -, fra la moneta depositata nelle banche
e il volume dei loro crediti, la riserva - per evitare la bancarotta. La necessit degli scambi fra divise
di diversi paesi complica oltremodo la gestione della multiforme moneta. Ai governi, che devono far
quadrare i bilanci, si presenta lannosa questione: se accettare la devalutazione attraverso lemissione
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di carta moneta, col rischio di perdere il controllo della situazione, come in Germania negli anni 2223, o di forzare la deflazione, col rischio di una stagnazione economica, come nel 29.
Luna o laltra inevitabilmente favoriscono o penalizzano contrapposte categorie: gli imprenditori o i
rentier. Il complicato artificio barocco che si viene a creare intorno alla moneta far impazzire il
maggiore poeta del 900 [nota di SP: Ezra Pound], e, in tempi recenti, porter allindignazione un
combattivo professore di diritto di Teramo [nota di SP: Giacinto Auriti], che denuncer per
truffa i vari governatori della Banca dItalia. Si fa notare che anche gli altri termini della
relazione quantitativa non hanno una sicura definizione. Le quantit di merci prodotte, Q, aumentano
non solo per effetto del progresso tecnologico ma anche in seguito alla riorganizzazione della societ:
si pensi ai parcheggi e alluso delle strade, allacqua, al legnatico (equivalente dellenergia), allo
smaltimento dei rifiuti, ieri gratuiti e oggi a pagamento. I risultati del monitoraggio del livello dei
prezzi, P, sempre oggetto di discussioni; o meglio, c sempre stato uno sconcio interesse a
mascherare una notevole inflazione (ad esempio, nel calcolo dellinflazione non viene mai considerato
il costo delle case, come se fossero investimenti e non abitazioni).
Pure le abitudini di pagamento, che dovrebbero essere registrate da V, sono di difficile verifica.
Pertanto, se gi la relazione quantitativa fondamentale ha cos fragili fondamenta, si ha il sospetto che
gli arditi sviluppi matematici successivi possano ridursi a esercizi accademici e a spauracchi per
allontanare una pacata riflessione e un controllo democratico.
La grande guerra determina le crisi valutarie degli anni 20, il crollo della borsa nel 29, la grande
depressione e la concomitante nascita dei totalitarismi. Questi sconvolgimenti favoriscono anche una
riflessione critica sulle venerate dottrine economiche. Spesso in economia la teoria segue la pratica; la
necessit e il desiderio di un determinato corso mettono in azione gli studiosi, la nuova teoria diventa
la ratifica dei desideri di determinate classi o gruppi di pressione. Quasi tutti i governi, dopo il 29, con
empiria e buon senso, abbandonano il gold standard, abbandonano il principio del laissez-faire ed
entrano come attori principali nella gestione delleconomia; perch non ci va molto a capire che, se un
largo strato della popolazione senza lavoro e senza reddito, occorre che qualcuno glielo dia; e se
limpresa privata, per qualche increscioso e sconosciuto inceppamento dei suoi meccanismi, non ce la
fa, occorre forzare dallesterno, con lintervento pubblico.
Qualche anno dopo John Maynard Keynes giustifica linterventismo statale con una ponderosa
opera di letteratura economica: Teoria Generale dellOccupazione, dellInteresse e della
Moneta. Leconomia controllata da un termostato? Il keynesismo che esplode in tutto il mondo tra gli
anni 20 e 30, e che prende il nome di Fascismo, New Deal e Socialismo in un solo paese, il tentativo
di mettere il termostato alleconomia, in modo che meccanismi di retroazione coscienti e non spontanei
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permettano di conservare lo specifico sistema produttivo capitalistico. Keynes dice esplicitamente che
la sua proposta rappresenta la via di salvezza del capitalismo, il quale tende ormai a distruggersi da s.
Alla fine della seconda guerra mondiale si stipulano gli accordi di Bretton Woods, dove si sancisce il
ritorno

al

gold

standard,

un

modo

per

mascherare

il

dollar

standard,

ovvero

il signoraggio statunitense. Ma la Francia di De Gaulle accusa gli Stati Uniti di esportare inflazione;
e insieme ad altri stati europei cominciano a risucchiare oro statunitense. Pertanto Nixon, con
unazione brutale, abolisce la convertibilit, dando cos inizio allepoca delle monete fluttuanti.
Contemporaneamente agli accordi di Bretton Woods vengono istituiti il Fondo Monetario
Internazionale e la Banca Mondiale, pi tardi il World Trade Organization: organismi super
partes per regolare il mercato monetario e quello delle merci, e per favorire lo sviluppo e la
ricostruzione dei paesi emergenti. Non si sa se per astuzia dei governanti occidentali o per leterogenesi
dei fini, oggi quelle organizzazioni, con abili operazioni, riuniscono e controllano i capitali di tutto il
mondo, ma sempre sotto gli auspici della democrazia e del liberalismo.
Il costo del denaro forse oggi lespressione pi ambigua che circola nel mondo della finanza, un
modo per dire che un prestito va restituito con interesse. Ma lespressione senza senso, e potrebbe
suggerire la fame del pane o la sete dellacqua. Inoltre, quando mai, se si chiede in prestito una
macchina o un attrezzo a un amico o a un conoscente, ci si sente in dovere di restituirgli qualcosa di pi
di quella macchina o di quellattrezzo? Del resto, al contrario di quello che si pensa, il finanziamento
delle imprese allalba della rivoluzione industriale proveniva da individui, famiglie, amici, vicini, in
modo assai poco formale. Anche lanalisi della parola Banca dovrebbe far riflettere. Banca era un
termine per indicare un luogo di deposito per tenere al sicuro la moneta che in epoche passate era
ingombrante e di difficile gestione. Ma oggi quella necessit non sussiste, tanto pi che lavvento
dellinformatizzazione sta portando alla scomparsa della banconota e dellassegno, gli ultimi residuati
fisici della moneta.
Le persone a modo, altrimenti dette liberali, rispondono sostenendo che oggi la banca, anche se ha
cambiato natura, grazie al credito e ai propri strumenti di analisi finanziaria, trasforma il risparmio
raccolto in un volano economico, favorendo un armonico sviluppo della libera impresa - ed proprio
larmonia e la libert ci che oggi mancano. In alternativa e in parallelo alle banche si sviluppato il
mercato azionario e obbligazionario: strumenti ancora pi ambigui di finanziamento delle imprese,
quindi, indirettamente, di creazione di moneta. Il risparmiatore acquista per cos dire parti di
unazienda, le cosiddette azioni, o presta per cos dire soldi a unazienda, le cosiddette obbligazioni;
le une e le altre sono in balia dei capricci del mercato finanziario, delle sue fluttuazioni, dei giochi
speculativi; tanto che, senza mistero e senza vergogna, le operazioni di borsa vengono anche chiamate
giochi di borsa e gli sprovveduti risparmiatori vengono additati come parco buoi. Linteresse
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bancario e i corsi azionari, mediamente in rialzo nel tempo, trovano poi, purtroppo, un triste
contrappeso in una fasulla o disordinata crescita, e in una cripto ma neanche tanto - inflazione.
Ma ora di riprendere il filo della favola principale e portarla a conclusione. Verso la fine dell800 si
pensa che il mercato debba svolgere per leconomia quello che lagor greca aveva svolto per la vita
politica e sociale. Una copiosa letteratura fiorisce intorno al mercato, il principe, o il principio,
delleconomia. Ma gi un tarlo mina la poderosa impalcatura ideologica che lo sorregge. abbastanza
semplice osservare che una situazione iniziale di effettivo mercato concorrenziale, che si viene a creare
con la nascita di un nuovo prodotto, tende a trasformarsi in monopolio od oligopolio, perch lindustria
o limpresa, per diventare pi competitiva, deve cercare di allargarsi per meglio ripartire le spese fisse
e i costi di gestione; e nel processo di competizione e di espansione assorbir ed eliminer via via i
propri concorrenti. In un certo senso il mercato concorrenziale autocontradittorio, perch tende a
distruggere s stesso - come il turismo.
Linconsistenza del marginalismo, il supporto teorico al libero mercato, del mercato autoregolato, viene
definitivamente resa pubblica da un riservato professore piemontese, Piero Sraffa, che in poche
pagine, senza una formula, ma con un linguaggio asciutto ed essenziale, ne dimostrer dallinterno la
fallacia delle premesse e delle conclusioni. (Qualche anno dopo un angelo delleconomia dimostrer
che il mercato autoregolato non mai esistito nella storia, che un fenomeno assolutamente nuovo,
improvviso. Oggi vi sono tutte le prove per affermare che lidea di un mercato autoregolato implica una
grossa utopia che distrugger luomo fisicamente e trasformer il suo ambiente in un
deserto). Produzioni di Merci a Mezzo di Merci lunico libro di Sraffa. L si dimostra che per
ogni particolare distribuzione del reddito tra salari e profitti esiste un corrispondente insieme di prezzi
relativi. Di conseguenza, non si pu dire che un insieme di questi prezzi relativi sia migliore di un altro,
perch sono tutti strumentali alla distribuzione del reddito, lunica cosa che pu diventare migliore o
peggiore.
Sfortunatamente la lezione di Sraffa viene poi tradotta in sindacalese con il salario quale variabile
indipendente. Le politiche interventiste, ispirate alle teorie keynesiane, e la presa di distanza dai ciechi
meccanismi del mercato saranno comuni, nel dopoguerra, alle economie dei paesi occidentali, saranno
anche provvidenziali per le nazioni distrutte dallultimo conflitto mondiale. Grazie a queste politiche
stato possibile quel progresso, secondo i parametri economicisti, di cui le nazioni occidentali hanno
goduto dal dopoguerra e per 25 anni ininterrottamente. Poi, allinizio degli anni 70, si assiste a un
fenomeno inflattivo a due cifre, determinato dalle rivendicazioni salariali e dallimpennata dei prezzi
del petrolio, che interessa tutte le economie occidentali. I restauratori e i controriformisti non
aspettavano altro. Servendosi di un armamentario di idee regressive, a gran voce accusano gli stati
scialacquatori e invocano il primato dellimpresa privata, della libera iniziativa. Si risponde alle
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difficolt di una vecchia politica economica, nata quarantanni prima, con una politica che,
quarantanni prima, era gi vecchia. Alcuni economisti si prestano al gioco del tiro al piccione-stato.
Uno di questi, Milton Friedman, leconomista stupido, rispolvera la vecchia equazione quantitativa;
poi, confondendo la correlazione con la causalit, stabilisce, per via osservativa, la costanza della
velocit di circolazione, V. Quindi gli viene molto semplice, avendo eliminata unincognita, addossare
la responsabilit dellinflazione alle autorit statali che, per finanziare le proprie economie
spendaccione, aumentano la massa monetaria.
Nicholas Kaldor gli fa per notare che la creazione di moneta, in uneconomia creditizia, endogena
e non esogena inutilmente. Due bifolchi della politica, Margaret Thatcher e Ronald Reagan, da
un capo allaltro delloceano, adottano i suggerimenti di Friedman, mettendo cos a soqquadro le
proprie monete e le proprie economie nazionali. La debolezza intellettuale di Friedman comunque
oggetto

di

molti

sarcasmi.

In

suo

soccorso

arrivano

per

gli

economisti

troppo

intelligenti: Barro, Lucas, Sargent, Wallace, i virtuosi della matematica, da loro usata per
dimostrare che, per quanto riguarda le politiche economiche, vale il detto: chi non fa non falla, cio
che stati e governi si devono guardare dal cercare di influire in qualche modo sui processi economici,
perch questi posseggono una razionalit interna, ben conosciuta dai singoli individui ed operatori.
Questi hanno delle aspettative razionali ben conosciute, e neutralizzeranno qualsiasi intervento inteso
a modificare la direzione e il corso naturale delle vicende economiche.
Una posizione-situazione, questa, che si ispira al detto: fatta la legge trovato linganno. La politica
del non intervento, suffragata da tanto ingegno, fa molto comodo al pesce grosso; ed quella che di
fatto oggi adottata dai politici di destra, di sinistra, di tutti i colori e di tutte le ideologie. successo
limpensabile. Cose che si ritenevano ragionevolmente acquisite, il pensiero di Sraffa, Keynes, Kaldor,
eccetera, non gi discusso o confutato, ma semplicemente passato sotto silenzio o dimenticato,
mentre invenzioni ingenue e inverosimili, come leconomia dellofferta o il monetarismo, vengono alla
ribalta. Parimenti, i cantori del neoliberismo presentano le loro aberrazioni come evidenze del buon
senso, quando la libert assoluta dei movimenti del capitale rovina settori interi della produzione di
quasi tutti i Paesi e leconomia mondiale si trasforma in un casin planetario.
rinato il mito del mercato, in forma ancora pi radicale, pertanto pi ideologica; si arriva anche a
pubblicare libri dal titolo: Privatizziamo il Chiaro di Luna - forse per metterlo in concorrenza con
la luce del sole; spregiudicatamente si offre al mercato, cio ai padroni ladroni, la propriet delle
autostrade, della rete idrica, elettrica, ferroviaria. Si pretende cio di mettere in un mercato
concorrenziale attivit per loro natura esclusive.
Ovviamente i guadagni stratosferici dei gestori della sala mungitura dei servizi di
pubblica utilit sono un formidabile olio persuasivo nei confronti dei politici di ogni
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colore e fazione; giornalisti, professori, tecnici, storici fanno a gara ad esaltare la nuova
scoperta delleconomia moderna, il mercato.
Ovviamente non mancano gli ingenui e gli utili idioti: gruppi e circoli che, con lostinazione dei nuovi
arrivati o dei convertiti dellultima ora, recitano le formule di rito: meno stato e pi mercato, la
classe dei produttori contro quella dei burocrati.
Luigi Veronelli:
Anche le persone pi leali, serie e dantica prova si sono convinte della bont del mercato. Ahi che
fatto - con intenti criminosi, allopposto dogni lealt - dalle multinazionali. I ricchi pi ricchi hanno
intuito: le produzioni massive messe in opera da una manovalanza sottopagata, daranno loro un
potere assoluto. E lo hanno realizzato con una spietata e inesorabile consecuzione a partire dai paesi
pi poveri, per semplificare ed esemplificare, dallo Zambia allArgentina. Vi sono stati processi
politici per massacri bellici, concepiti e realizzati; ora chiediamo processi per crimini che hanno
portato e portano alla fame, alla disperazione e alla morte, vittime ancora pi numerose. Contro i
ricchi pi ricchi che hanno sradicato le colture e la cultura, ovunque non gli sono state contrapposte
lindisciplina, la refrattariet e la ribellione.
Miliardi di ettari di terra ora incapaci di soddisfare le loro popolazioni, proprio per la cancellazione
di ci che era stato prodotto e li aveva alimentati per secoli. Aggiungi che ragioni politiche e
religiose hanno indotto ad una moltiplicazione anche criminale della crescita demografica. Oggi
abbiamo ovunque nel mondo una agricoltura transgenica mostruosa con rese sempre pi alte
e qualit peggiori, per confezionare bevande e cibi da imporre coi mezzi pi ingannevoli, quale la
pubblicit, i pi orridi, quale la guerra, a popolazioni che si sono trovate nello stesso momento prive
del nutrimento abituale e avvelenate dalle farine, dalle coca cole e dagli hamburger altrui.
Lintegerrimo economista, Federico Caff, piuttosto che assistere inerme allimpazzimento generale
preferisce togliere il disturbo: letteralmente scompare; John Kenneth Galbraith, il decano degli
economisti americani, invece, si rifugia nel sarcasmo e nei ricordi. E siamo arrivati alla fine della favola,
e si spera di non arrivare alla fine della nostra civilt, perch ci sono i segni di una catastrofe imminente.
Dopo avere spazzato via larchitettura e lurbanistica, il mercato oggi vuole depredare la Terra stessa,
con linquinamento dellaria e delle acque, con le devastazioni del territorio, il sovvertimento climatico
e lesplosione demografica. Il sistema industriale lasciato andare alla deriva.
Si pensi che la quasi totalit delle materie prime e dellenergia poggia su una sola risorsa, il petrolio,
per giunta in via di esaurimento e concentrato in poche regioni politicamente molto instabili. La rapina
comunque interessa tutto lecosistema, dalle foreste secolari ai fondali marini. Luomo economico non
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si preoccupa pi del suo ambiente, anzi come un bambino che, trovandosi in casa con i muri di
cioccolata, si messo a mangiarli, senza capire che presto il resto della casa gli cadr sulla testa. Tutto
questo in nome di uno sviluppismo economicistico che conduce alla disperazione, di conseguenza
conduce anche a un pericoloso rigurgito di fondamentalismo religioso, islamico e cattolico.
Forse questa favola poteva seguire un altro corso. Se i nostri economisti avessero riflettuto
maggiormente sulle parole e sul loro uso avrebbero risparmiato allumanit tragedie a non finire.
Quello che successo da pi di duemila anni nella filosofia, si sta ripetendo da pi di duecento anni
nelleconomia: luomo sta ingannando se stesso e il proprio pensiero. I sacri testi, nelle prime pagine,
spiegano che leconomia la scienza che studia lallocazione dei mezzi o risorse scarse per massimizzare
la soddisfazione dei bisogni crescenti; cio leconomia come un problema di ottimizzazione, di minmax.
Si pu far notare che un italiano in buona salute soddisfa i suoi bisogni tutti giorni. Fisiologia a parte comunque ridicolo parlare, come fanno i testi, di bisogni insoddisfatti o sempre crescenti nel mondo
occidentale, quando oggi met della popolazione cerca strenuamente di vendere qualcosa allaltra met
recalcitrante; spesso usando mezzi illeciti o imbecilli, come la pubblicit. assurdo parlare di bisogni
insoddisfatti quando oggi la tecnologia ci mette a disposizione migliaia di opere musicali e letterarie,
racchiuse in astucci di microelettronica, e a un costo irrisorio.
Pertanto, la sfida di Amleto: Posso essere racchiuso in un guscio di noce e sentirmi sovrano dello
spazio infinito oggi purtroppo ribaltata in un sentimento di nullit: Ho il mondo racchiuso in un
guscio di noce e non ho il potere su niente. Unaltra assurdit economicistica proviene dallanalisi
marxiana, eredita da Adam Smith, del lavoro come merce. Perch gli economisti, quando trattano il
lavoro come merce, trasferiscono un proprio modello, limitatamente valido, a tutte le attivit umane.
Mentre il lavoro un modo di esplicarsi della persona, un modo per manifestarsi, per costituire il
proprio essere. Difatti, cosa sarebbe Mozart senza la sua musica? e Raffaello senza i suoi dipinti?
Avrebbero prodotto di pi o di meno se avessero ricevuto in vita lattuale valore monetario delle loro
opere?
Considerazioni analoghe si possono avanzare anche per i lavori pi umili: lagricoltore soddisfatto della
bont dei frutti che ha coltivato, il muratore soddisfatto della bellezza della casa che ha costruito.
Scarsit. Lacqua come merce scarsa lepitome dellaberrazione delleconomicismo odierno.
Lacqua quella che . Una nazione o un popolo si deve adeguare alle disponibilit e alle situazioni
presenti. Leschimese, che vive sullacqua, e i carovanieri del deserto non dicono che lacqua
abbondante o scarsa. Essi organizzano la loro vita, la loro attivit in relazione allacqua che hanno a
disposizione. Anche lattrazione gravitazionale che ci tiene a terra quella che , e un ingegnere si
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farebbe ridere dietro se dicesse che abbondante o scarsa. Ovviamente il concetto di scarsit fa molto
comodo, e ci dovremmo aspettare di vedere commercializzata anche laria.
Gli che le risorse sono scarse anche in virt di un condizionamento culturale: si pensi alloro e ai
diamanti. Crescita e PIL. La crescita fisica di un individuo, la crescita di piante e di animali un
fenomeno transitorio nellarco della loro vita. Oggi invece una regressione primaria porta a considerare
la crescita economica o laumento del prodotto interno lordo, il PIL, come lobiettivo economico
primario; non ci si accorge che, sommersi dalle merci, come nel corpo sovralimentato, le funzioni vitali
rallentano e si vive male. (Questa regressione primaria colpisce anche lindagine cosmologica, attaccata
in modo infantile al grande botto e alla consecutiva espansione delluniverso, nonostante che
semplici osservazioni, oramai alla portata di cannocchiali amatoriali, smentiscano la teoria. Ma non si
pu abbandonare la riposante immagine di un universo che cresce). Leccesso di materiale-merci
derivanti dal forzato aumento del PIL trova sfogo nel sovraconsumo della classe burocratica pubblica
e privata - altrimenti detta management.
Per giustificare la propria esistenza, la burocrazia avanza come una lava che trasporta cumuli di
normative e controlli capricciosi, valanghe di divieti e obblighi assurdi. Dopo il passaggio della
burocrazia amministrativa arriva quella medica che estende la medicalizzazione della vita, quando va
bene; quando va male blocca semplici e gratuite terapie a favore di terapie costose e dannose; quando
va malissimo inventa delle terribili malattie e conseguenti progetti per costosissime ricerche per
combatterle.
Comunque le istituzioni pi efficaci nel consumare PIL sono la scuola e il sistema pensionistico. Le
strutture scolastiche sono ormai diventate immani parcheggi per studenti e lucrose fonti di reddito per
gli insegnanti. Si per obbligati a sostenere una specie di recita o di rito, dove un certo numero di
nozioni deve fluire da una parte a unaltra, senza la passione di chi deve insegnare e linteresse di chi
deve apprendere, e con frustrazione per entrambe le parti. motivo di perplessit quando, per
denunciare la finzione scolastica, si fa notare lapprendimento pi difficile per luomo, dal punto di vista
fisico e intellettuale, camminare e parlare, avviene grazie esclusivamente alle cure parentali.
Se lingresso nel mondo del lavoro ritardato, la sua uscita anticipata, anche se, in un gioco delle
parti, oggi sembra si voglia rimettere in discussione let della pensione. Ci sono ancora degli ingenui
che discutono circa il significato economico del complesso militare industriale: se solo un assorbitore
di risorse, di PIL, oppure se pu funzionare come moltiplicatore keynesiano. Ma si tratta di briciole: il
keynesismo militare ha fatto la sua epoca, anche se il Pentagono ordina ancora giocattolini e
gli States si impegnano in stupide guerre.
Una maggiore riflessione occorreva rivolgere alla moneta che il sangue delleconomia.
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Giacinto Auriti:
Non possibile spiegarsi la struttura, la funzione e lessenza stessa dello strumento monetario, senza
muovere da considerazioni strettamente giuridiche. Come noto, le definizioni oggi proposte della
moneta sono riconducibili tutte alle due ipotesi di valore creditizio e valore convenzionale.
Poich, sia il credito che la convenzione sono delle fattispecie giuridiche, ovvio che sfugge al
controllo scientifico delleconomista ogni possibilit di unanalisi approfondita della fattispecie.
Se a ci si aggiunge che la moneta si manifesta in quella forma particolare per cui il simbolo viene
considerato di corso legale, ci si accorge che listituzionalit e la rilevanza giuridica che il simbolo
monetario assume nei confronti della coscienza sociale fanno s che il valore monetario si oggettivizzi
come bene in virt di un procedimento creativo che esclusivamente giuridico. solo in un secondo
tempo che leconomista pu prendere in considerazione questo bene e valutarlo come protagonista di
grande rilievo nelle vicende economiche. Ove mai non accettasse come punto di partenza
dellindagine monetaria la fenomenica giuridica da cui la moneta trae origine, la sua indagine si
manifesterebbe come puro fatto empirico perch, mancando il lui la consapevolezza dei principi,
verrebbe meno la possibilit di elaborare strumenti conoscitivi di dignit scientifica. da
LOrdinamento Internazionale del Sistema Monetario
http://www.primit.it/forum/phpBB3/viewtopic.php?p=35870#p35870
Occorre anche chiedersi cosa sia effettivamente leconomia, occorre valutare una sua radicale
trasformazione
semantica,
passando
dalla
sua
odierna
accezione
formale,
la
massimizzazione/minimizzazione dei prodotti/mezzi, a quella sostanziale, il rapporto
istituzionalizzato fra luomo e la natura.

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