Professional Documents
Culture Documents
Nascita
Morte
Venerato da
Canonizzazi
one
Ricorrenza
Attributi
1225
7 marzo 1274
Chiesa cattolica
18 luglio 1323 da Papa Giovanni
XXII
28 gennaio
abito domenicano, libro,
modellino di chiesa, sole raggiato
sul petto
Patrono di Teologi, accademici,librai, scolari,
studenti; della regione Campania e
delle citt
di Aquino,Grottaminarda, Monte
San Giovanni Campano,Priverno
muto" dicendo: Ah! Voi lo chiamate il bue muto! Io vi dico, quando questo bue muggir, i suoi muggiti
si udranno da un'estremit all'altra della terra!
Indice
[nascondi]
1 Biografia
o
2 Il pensiero di Tommaso
o
3 Importanza ed eredit
4 Culto
7 Note
8 Bibliografia
9 Voci correlate
10 Altri progetti
11 Collegamenti esterni
11.1 Biografia
Tommaso dei conti d'Aquino nacque nel 1225 a Roccasecca[1], nel castello paterno situato nel feudo dei
conti d'Aquino, da Landolfo d'Aquino e da Donna Teodora, appartenente al ramo Rossi della famiglia
napoletana dei Caracciolo. La sua data di nascita non certa, ma calcolata in maniera
approssimativa a partire da quella della sua morte. Bernardo Gui, ad esempio, afferma che Tommaso
morto quando aveva compiuto i suoi quarantanove anni e iniziato il suo cinquantesimo anno. Oppure,
in un testo un po' anteriore,Tolomeo da Lucca fa eco ad un'incertezza: Egli morto all'et di 50 anni,
ma alcuni dicono 48. Tuttavia, oggi, sembra che ci sia accordo nel fissare la sua data di nascita tra il
1224 e il 1226.
nuovo Studium generale, l'Universit degli studi fondata nel 1224 da Federico II per formare la classe
dirigente del suo Impero.
Fu proprio a Napoli, dove nel 1231 era stato fondato un convento, che Tommaso conobbe
i Domenicani, ordine in cui entr a far parte e in cui fece la sua vestizione nell'aprile del 1244.
Ma l'ingresso di Tommaso presso i Frati predicatori comprometteva definitivamente i piani dei suoi
genitori riguardo al suo futuro incarico di abate di Montecassino. Cos la madre invi un corriere ai suoi
figli, che in quel periodo stavano guerreggiando nella regione diAcquapendente, perch intercettassero
il loro fratello e glielo conducessero. Essi, accompagnati da un piccolo drappello, catturarono facilmente
il giovane religioso, lo fecero salire su di un cavallo e lo condussero al Castello di Monte San Giovanni
Campano, un castello di famiglia, per poi condurlo a Roccasecca. Qui tutta la famiglia tent di far
cambiare idea a Tommaso, ma inutilmente. Tuttavia bisogna precisare che egli non fu n maltrattato n
rinchiuso in qualche prigione, si trattava piuttosto di un soggiorno obbligato, in cui Tommaso poteva
entrare e uscire a piacimento e anche ricevere visite. Ma prendendo atto che Tommaso era ben saldo
nella sua risoluzione, la sua famiglia lo restitu al convento di Napoli nell'estate del 1245.
I Domenicani di Napoli ritennero che non fosse sicuro trattenere presso di loro il novizio e lo inviarono a
Roma dove si trovava il maestro dell'Ordine, Giovanni Teutonico, il quale stava per partire alla volta
di Parigi, dove si sarebbe celebrato il Capitolo generale del 1246. Egli accolse Tommaso inviandolo
prima a Parigi e poi a Colonia, dove c'era un fiorente Studium generale sotto la direzione di fra Alberto
(il futuro sant'Alberto Magno), maestro in teologia, il quale era ritenuto sapiente in tutti i campi del
sapere.
Nell'autunno del 1245 Tommaso, al seguito di Giovanni Teutonico, si sarebbe dunque messo in viaggio
per Parigi e vi avrebbe trascorso gli anni 1246-1247 e la prima parte del 1248, cio tre anni scolastici.
Qui potrebbe aver studiato le arti, sia in facolt che in convento[2].
Nel 1248 part per Colonia con fra' Alberto, presso il quale continu il suo studio della teologia e il suo
lavoro di assistente. Il soggiorno di Tommaso a Colonia, al contrario di quello a Parigi, non mai stato
messo in dubbio, poich ben testimoniato dalle fonti. Il 7 giugno1248 il capitolo generale dei
Domenicani riunito a Parigi decise la creazione di uno studium generale a Colonia, citt nella quale
esisteva gi un convento domenicano fondato nel 1221-1222 da fra' Enrico, compagno di Giordano di
Sassonia. L'incarico di insegnare venne affidato a fra Alberto, la cui reputazione in quel periodo era gi
notevole. Questo soggiorno a Colonia costitu una tappa decisiva nella vita di Tommaso. Per quattro
anni, dai 23 ai 27 anni, Tommaso pot assimilare profondamente il pensiero di Alberto. Un esempio di
questa influenza lo troviamo nell'opera nota con il nome di Tabula libri Ethicorum, la quale si presenta
come un lessico le cui definizioni sono molto spesso delle citazioni quasi letterali di Alberto.
Chiesa dei domenicani di Friesach:San Tommaso e papa Urbano V e il dogma della transustaziazione
Quando il Maestro Generale dei Domenicani domand ad Alberto di indicargli un giovane teologo che
potesse essere nominato baccelliere per insegnare a Parigi, Alberto gli propose Tommaso che stimava
sufficientemente preparato in scientia et vita. Sembra che Giovanni Teutonico abbia esitato per via della
giovane et del prescelto, 27 anni, perch secondo gli statuti dell'Universit egli avrebbe dovuto averne
29 per poter assumere canonicamente quest'impegno. Fu grazie alla mediazione del cardinale Ugo di
Saint-Cher che la richiesta di Alberto fu esaudita e Tommaso ricevette quindi l'ordine di recarsi subito a
Parigi e di prepararsi a insegnare. Egli inizi il suo insegnamento come baccelliere nel settembre di
quello stesso anno, cio del 1252, sotto la responsabilit del maestro Elia Brunet de Bergerac che
occupava il posto lasciato vacante a causa della partenza di Alberto. A Parigi Tommaso trov un clima
intellettuale meno tranquillo di quello di Colonia. Ancora nel 1250 era vietato commentare i libri
di Aristotele, ma tra il 1252 e il 1255, durante la prima parte del soggiorno di Tommaso, la Facolt delle
Arti avrebbe finalmente ottenuto il permesso di insegnare pubblicamente tutti i libri del grande filosofo
greco.
Tra il 1259 e il 1268 fu nuovamente in Italia, impegnato nell'insegnamento e negli scritti teologici: fu
prima assegnato a Orvieto, come lettore, vale a dire responsabile per la formazione continua della
comunit. Qui ebbe il tempo per completare la stesura della Summa contra Gentiles (iniziata nel 1258)
e della Expositio super Iob ad litteram (1263-1265).
Tra il 1265 e il 1268 fu inviato a Roma come maestro reggente. Durante il suo soggiorno, assegnato
alla formazione intellettuale di giovani dominicani, Tommaso cominci a scrivere la Summa
Theologiae e compil numerosi altri scritti su varie questioni economiche, canoniche e morali. Durante
questo periodo, ebbe l'opportunit di lavorare con la corte papale (che non era residente a Roma).
Nella primavera del 1272 Tommaso lasci definitivamente Parigi e poco dopo la Pentecoste di quello
stesso anno (12 giugno 1272) il capitolo della provincia domenicana di Roma gli affid il compito di
organizzare uno Studium generale di teologia, lasciandolo libero di scegliere il luogo, le persone e il
numero degli studenti. Ma la scelta di Napoli era gi stata designata da un precedente capitolo
provinciale ed anche verosimile che Carlo I d'Angi abbia fatto pressione perch venisse scelta la sua
capitale come sede e che a capo di questo nuovo centro di teologia venisse insediato un maestro di
fama.
Il 29 settembre 1273 egli partecip al capitolo della sua provincia a Roma in qualit di definitore. Ma
alcune settimane pi tardi, mentre celebrava la messa nella cappella di San Nicola, Tommaso ebbe una
sorprendente trasformazione e dopo questa messa non scrisse e non dett pi nulla e si sbarazz
persino degli strumenti per scrivere. A Reginaldo da Piperno, che non comprendeva ci che accadeva,
Tommaso rispose dicendo: Non posso pi. Tutto ci che ho scritto mi sembra paglia in confronto con
quanto ho visto.
Alla fine di gennaio o all'inizio di febbraio del 1274 Tommaso e il suo socius si misero in viaggio per
partecipare al Concilio che Gregorio Xaveva convocato per il 1 maggio 1274 a Lione. Dopo qualche
giorno di viaggio arrivarono al castello di Maenza dove abitava sua nipote Francesca. qui che si
ammal e perse del tutto l'appetito. Dopo qualche giorno, sentendosi un po' meglio, tent di riprendere
il cammino verso Roma, ma dovette fermarsi all'abbazia di Fossanova per riprendere le forze.
Tommaso sopravvisse a Fossanova per qualche tempo e tra il 4 o 5 marzo, dopo essersi confessato da
Reginaldo, ricevette il viatico e pronunci, com'era consuetudine, la professione di fede eucaristica. Il
giorno successivo ricevette l'unzione dei malati, rispondendo alle preghiere del rito. Mor di l a tre
giorni, mercoled 7 marzo 1274, alle prime ore del mattino dopo aver ricevuto il Corpo del Signore [3].
Le spoglie di Tommaso d'Aquino sono conservate nella chiesa domenicana detta Les
Jacobins a Tolosa. La reliquia della mano destra, invece, si trova a Salerno, nella chiesa di San
Domenico mentre l'insigne reliquia del suo cranio si trova custodita e venerata nella Basilica Cattedrale
di Priverno.
Per Tommaso l'anima creata "a immagine e somiglianza di Dio" (come dice la Genesi), unica,
immateriale (priva di volume, peso ed estensione), forma del corpo e non localizzata in un punto
particolare di esso, trascendente come Dio e come Lui in una dimensione al di fuori dello spazio e del
tempo in cui sono il corpo e gli altri enti. L'anima tota in toto corpore, contenuta interamente in ogni
parte del corpo, e in questo senso legata ad esso indissolubilmente: si veda, sul tema, la questione 76
della Prima Parte della Summa theologiae, questione dedicata appunto al rapporto tra anima e corpo [4].
Secondo Tommaso:
Ci che si accetta per fede sulla base della rivelazione divina non pu essere contrario alla conoscenza naturale... Dio non pu
(Tommaso d'Aquino, Summa contra Gentiles, I, 7.)
Ex motu et mutatione rerum (tutto ci che si muove esige un movente primo perch, come
insegna Aristotele nella Metafisica: "Non si pu andare all'infinito nella ricerca di un primo motore");
Ex ordine causarum efficientium (cio "dalla causa efficiente", intesa in senso subordinato, non
in senso coordinato nel tempo. Tommaso non , per sola ragione, in grado di escludere la durata
indefinita nel tempo di un mondo creato da Dio, la cosiddetta creatio ab aeterno: ogni essere finito,
partecipato, dipende nell'essere da un altro detto causa; necessit di una causa prima incausata);
Ex variis gradibus perfectionis (le cose hanno diversi gradi di perfezioni, intese in senso
trascendentale, come verit, bont, nobilt ed essere, sebbene sia usato un 'banale' esempio fisico
legato al fuoco ed al calore; ma solo un grado massimo di perfezione rende possibile, in quanto
causa, i gradi intermedi);
Ex rerum gubernatione (cio "dal governo delle cose": le azioni di realt non intelligenti
nell'universo sono ordinate secondo uno scopo, quindi, non essendo in loro quest'intelligenza, ci
deve essere un'intelligenza ultima che le ordina cos).
Nelle opere di Tommaso l'universo (o cosmo) ha una struttura rigorosamente gerarchica: posto al
vertice da Dio che viene posto come al di l della fisicit, governa da solo il mondo al di sopra di tutte le
cose e gli enti; al di sotto di Dio troviamo gli angeli (forme pure e immateriali) ai quali Tommaso
attribuisce la definizione di intelligenze motrici dei cieli anche esse ordinate gerarchicamente tra di loro;
poi un gradino pi in basso troviamo l'uomo, posto al confine tra il mondo delle sostanze spirituali e il
regno della corporeit, in ogni uomo infatti si ha l'unione del corpo (elemento materiale) con l'anima
intellettiva (ovvero la forma, che secondo Tommaso costituisce l'ultimo grado delle intelligenze
angeliche), l'uomo l'unico ente in contatto sia con il mondo fisico, sia con il mondo spirituale.
Tommaso crede che la conoscenza umana cominci con i sensi, l'uomo non avendo il grado di
intelligenza degli angeli non in grado di apprendere direttamente gli intelligibili, ma pu apprendere
solamente attribuendo alle cose una forma e quindi solamente grazie all'esperienza sensibile.
Un'altra facolt necessaria che caratterizza l'uomo la sua tendenza a realizzare pienamente la propria
natura ovvero compiere ci per cui stato creato. Ciascun uomo infatti corrisponde all'idea divina su
cui modellato di cui l'uomo consapevole e razionale, conscio delle proprie finalit, alle quali si dirige
volontariamente avvalendosi dell'uso dell' intelletto (l'uomo prende le proprie decisioni sulla base di un
ragionamento pratico con cui tra due beni sceglie sempre quello pi consono al raggiungimento del suo
fine).
Al di sotto dell'uomo troviamo le piante e le varie molteplicit degli elementi.
San Tommaso fu uno dei pensatori pi eminenti della filosofia Scolastica, che verso la met del XIII
secolo aveva raggiunto il suo apogeo. Egli indirizz diversi aspetti della filosofia del tempo: la questione
del rapporto tra fede e ragione, le tesi sull'anima (in contrapposizione adAverro), le questioni
sull'autorit della religione e della teologia, che subordina ogni campo della conoscenza.
Tali punti fermi del suo pensiero furono difesi da diversi suoi seguaci successivi, tra i quali Reginaldo da
Piperno, Tolomeo da Lucca,Giovanni di Napoli, il domenicano francese Giovanni Capreolus e Antonino
di Firenze. Infine per, con la lenta dissoluzione della Scolastica, si ebbe parallelamente anche la
dissoluzione del Tomismo.
Oggigiorno il pensiero di Tommaso d'Aquino trova ampio consenso anche in ambienti non cattolici
(studiosi protestanti statunitensi, ad esempio) e perfino non cristiani, grazie al suo metodo di lavoro,
fortemente razionale ed aperto a fonti e contributi di ogni genere: la sua indagine intellettuale procede
dalla Bibbia agli autori pagani, dagli ebrei ai musulmani, senza alcun pregiudizio, ma tenendo sempre il
suo centro nella Rivelazione cristiana, alla quale ogni cultura, dottrina o autore antico faceva capo.
Il suo operato culmina nella Summa Theologiae (cio "Il complesso di teologia"), in cui tratta in maniera
sistematica il rapporto fede-ragione ed altre grandi questioni teologiche.
Agostino vedeva il rapporto fede-ragione come un circolo ermeneutico (dal greco ermeneuo, cio
"interpreto") in cui credo ut intelligam et intelligo ut credam (ossia "credo per comprendere e comprendo
per credere"). Tommaso porta la fede su un piano superiore alla ragione, affermando che dove la
ragione e la filosofia non possono proseguire inizia il campo della fede ed il lavoro della teologia.
Dunque, fede e ragione sono certamente in circolo ermeneutico e crescono insieme sia in filosofia che
in teologia. Mentre per la filosofia parte da dati dell'esperienza sensibile o razionale, la teologia inizia il
circolo con i dati della fede, su cui ragiona per credere con maggiore consapevolezza ai misteri rivelati.
La ragione, ammettendo di non poterli dimostrare, riconosce che essi, pur essendo al di sopra di s,
non sono mai assurdi o contro la ragione stessa: fede e ragione, sono entrambe dono di Dio e non
possono contraddirsi. Questa posizione esalta ovviamente la ricerca umana: ogni verit che io posso
scoprire non minaccer mai la Rivelazione anzi, rafforzer la mia conoscenza complessiva dell'opera di
Dio e della Parola di Cristo. Si vede qui un esempio tipico della fiducia che nel Medioevo si riponeva
nella ragione umana. Nel XIV secolo queste certezze andranno in crisi, coinvolgendo l'intero impianto
culturale del periodo precedente.
La teologia, in ambito puramente speculativo, rispetto alla tradizione classica, considerata una forma
inferiore di sapere, poich usa le armi della filosofia senza partire da qualcosa che abbia la forza della
necessit filosofica, ma Tommaso fa notare, citando Aristotele, che non si pu mai dimostrare tutto
(sarebbe necessario un processo all'infinito), ed anche che si possono distinguere due tipi di scienze:
quelle che esaminano i propri principi e quelle che ricevono i principi da altre scienze, costruendo sopra
di essi come su dati validi. La teologia, rivalutata, si costruisce le basi della sua substantia. L'ideale, per
uno spirito concreto come Tommaso, sarebbe superare la fede e raggiungere la conoscenza ma, sui
misteri fondamentali della Rivelazione, questo non possibile nella vita terrena del corpo. Avverr nella
vita eterna dello spirito.
Il sapere teologico pi elevato per l'importanza assoluta e fondamentale delle sue "ipotesi", da cui
parte poi a ragionare e sulle quali cresce il suo essere; esso un moto a spirale della conoscenza che
muove da un'ipotesi, cio un atto di fede, guardando Dio e l'eternit. Per l'uomo pi importante dei
ragionamenti necessari che un filosofo riuscito a dimostrare. La filosofia dunque ancilla
theologiae eregina scientiarum, primo fra i saperi delle scienze. Il primato del sapere teologico non
nel metodo, ma nei contenuti divini che affronta, per i quali sacrificabile anche la necessit filosofica.
Il punto di discrimine fra filosofia e teologia la dimostrazione dell'esistenza di Dio; dei due misteri
fondamentali della Fede (Trinitario e Cristologico), la ragione pu dimostrare solamente e in parte il
primo, l'esistenza di Dio, mentre non pu dimostrare che questo Dio necessariamente Trinitario. Ci
non un paradosso razionale, perch da una premessa falsa non possono che derivare nel sillogismo
conseguenze false, pi semplicemente qualcosa che la ragione non pu spiegare: un
Dio Uno e Trino. Il maggior servizio che la ragione pu fare alla fede che non possibile nemmeno
dimostrare il contrario, che Dio non Trinitario, che la negazione non dimostrabile della Trinit a sua
volta porta conseguenze paradossali e contradditorie, laddove invece la Sua affermazione per fede
feconda di verit e conseguenze non contraddittorie. La ragione non pu entrare nella parte storica dei
misteri religiosi, pu mostrare solo prove storiche che tal "profeta" esistito, ma non che era Dio, e il
senso della Sua missione, che appunto un dato, un fatto a cui si pu credere o meno.
Il primato della teologia verr fortemente discusso nei secoli successivi, ma sar anche lo studio
praticato da tutti i filosofi cristiani nelMedioevo e oltre, tant' che Pascal fece la sua famosa
"scommessa" ancora nel XVII secolo. La teologia era questione sentita dal popolo nelle sacre
rappresentazioni, era il mondo dei medioevali e degli zelanti studenti che attraversavano a piedi
le paludi di Francia per ascoltare le lectiones dell'Aquinate nella prestigiosa Universit
della Sorbonne di Parigi, incontrandosi da tutta Europa .
Gli storici della filosofia richiamano l'attenzione anche sulla prevalenza dell'intelletto rispetto ad una
prevalenza della volont nella vita intellettuale/spirituale dell'uomo. La prima seguita da San
Tommaso e dalla sua scuola, mentre l'altra propria di San Bonaventura e della scuola francescana.
Per Tommaso il fine supremo "vedere Dio", mentre per Bonaventura fine ultimo dell'uomo "amare
Dio". Quindi per Tommaso la categoria pi alta "il vero", mentre per Bonaventura "il bene". Per
ambedue per, "il vero" anche "il bene", e "il bene" anche "il vero".
Il pensiero di Tommaso ebbe influenza anche su autori non cristiani, a cominciare dal famoso
pensatore ebreo Hillel da Verona.
A partire dal secondo Novecento poi il suo pensiero viene ripreso nel dibattito etico da autori cattolici e
non, quali Gertrude Elizabeth Margaret Anscombe, Alasdair MacIntyre, Philippa Ruth Foot.
in Symbolum Apostolorum
in salutationem angelicam
Commento all' Etica Nicomachea di Aristotele, Sententia Libri Ethicorum, in 2 volumi, Bologna,
1998
Commento alla Politica di Aristotele, Sententia Libri Politicorum, Bologna, 1996, ISBN 88-7094231-7
Commento alle Sentenze di Pietro Lombardo, Scriptum super Libros Sententiarum in 10 volumi,
Bologna, Ed. ESD, 2002
Opuscoli politici: Il governo dei principi, Lettera alla duchessa del Brabante, La dilazione nella
compravendita, Bologna, 1997
Opuscoli spirituali: Commenti al Credo, Padre Nostro, Ave Maria, Dieci Comandamenti, Ufficio
e Messa per la Festa del Corpus Domini, Le preghiere di san Tommaso,Lettera a uno studente,
Bologna, 1999
Pagine di Filosofia: I principi della natura, De principiis naturae ad fratrem Silvestrum, sola trad.
it., e antologia ragionata e commentata di altri brani filosofici di antropologia, gnoseologia, teologia
naturale, etica, politica e pedagogia
Tommaso d'Aquino
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Nascita
Morte
Venerato da
Canonizzazi
one
Ricorrenza
Attributi
1225
7 marzo 1274
Chiesa cattolica
18 luglio 1323 da Papa Giovanni
XXII
28 gennaio
abito domenicano, libro,
modellino di chiesa, sole raggiato
sul petto
Patrono di Teologi, accademici,librai, scolari,
studenti; della regione Campania e
delle citt
di Aquino,Grottaminarda, Monte
San Giovanni Campano,Priverno
1 Biografia
2 Il pensiero di Tommaso
o
3 Importanza ed eredit
4 Culto
7 Note
8 Bibliografia
9 Voci correlate
10 Altri progetti
11 Collegamenti esterni
o
11.1 Biografia
11.3 Su Tomismo
Tommaso dei conti d'Aquino nacque nel 1225 a Roccasecca[1], nel castello paterno situato nel feudo dei
conti d'Aquino, da Landolfo d'Aquino e da Donna Teodora, appartenente al ramo Rossi della famiglia
napoletana dei Caracciolo. La sua data di nascita non certa, ma calcolata in maniera
approssimativa a partire da quella della sua morte. Bernardo Gui, ad esempio, afferma che Tommaso
morto quando aveva compiuto i suoi quarantanove anni e iniziato il suo cinquantesimo anno. Oppure,
in un testo un po' anteriore,Tolomeo da Lucca fa eco ad un'incertezza: Egli morto all'et di 50 anni,
ma alcuni dicono 48. Tuttavia, oggi, sembra che ci sia accordo nel fissare la sua data di nascita tra il
1224 e il 1226.
il giovane religioso, lo fecero salire su di un cavallo e lo condussero al Castello di Monte San Giovanni
Campano, un castello di famiglia, per poi condurlo a Roccasecca. Qui tutta la famiglia tent di far
cambiare idea a Tommaso, ma inutilmente. Tuttavia bisogna precisare che egli non fu n maltrattato n
rinchiuso in qualche prigione, si trattava piuttosto di un soggiorno obbligato, in cui Tommaso poteva
entrare e uscire a piacimento e anche ricevere visite. Ma prendendo atto che Tommaso era ben saldo
nella sua risoluzione, la sua famiglia lo restitu al convento di Napoli nell'estate del 1245.
I Domenicani di Napoli ritennero che non fosse sicuro trattenere presso di loro il novizio e lo inviarono a
Roma dove si trovava il maestro dell'Ordine, Giovanni Teutonico, il quale stava per partire alla volta
di Parigi, dove si sarebbe celebrato il Capitolo generale del 1246. Egli accolse Tommaso inviandolo
prima a Parigi e poi a Colonia, dove c'era un fiorente Studium generale sotto la direzione di fra Alberto
(il futuro sant'Alberto Magno), maestro in teologia, il quale era ritenuto sapiente in tutti i campi del
sapere.
Nell'autunno del 1245 Tommaso, al seguito di Giovanni Teutonico, si sarebbe dunque messo in viaggio
per Parigi e vi avrebbe trascorso gli anni 1246-1247 e la prima parte del 1248, cio tre anni scolastici.
Qui potrebbe aver studiato le arti, sia in facolt che in convento[2].
Nel 1248 part per Colonia con fra' Alberto, presso il quale continu il suo studio della teologia e il suo
lavoro di assistente. Il soggiorno di Tommaso a Colonia, al contrario di quello a Parigi, non mai stato
messo in dubbio, poich ben testimoniato dalle fonti. Il 7 giugno1248 il capitolo generale dei
Domenicani riunito a Parigi decise la creazione di uno studium generale a Colonia, citt nella quale
esisteva gi un convento domenicano fondato nel 1221-1222 da fra' Enrico, compagno di Giordano di
Sassonia. L'incarico di insegnare venne affidato a fra Alberto, la cui reputazione in quel periodo era gi
notevole. Questo soggiorno a Colonia costitu una tappa decisiva nella vita di Tommaso. Per quattro
anni, dai 23 ai 27 anni, Tommaso pot assimilare profondamente il pensiero di Alberto. Un esempio di
questa influenza lo troviamo nell'opera nota con il nome di Tabula libri Ethicorum, la quale si presenta
come un lessico le cui definizioni sono molto spesso delle citazioni quasi letterali di Alberto.
Chiesa dei domenicani di Friesach:San Tommaso e papa Urbano V e il dogma della transustaziazione
Quando il Maestro Generale dei Domenicani domand ad Alberto di indicargli un giovane teologo che
potesse essere nominato baccelliere per insegnare a Parigi, Alberto gli propose Tommaso che stimava
sufficientemente preparato in scientia et vita. Sembra che Giovanni Teutonico abbia esitato per via della
giovane et del prescelto, 27 anni, perch secondo gli statuti dell'Universit egli avrebbe dovuto averne
29 per poter assumere canonicamente quest'impegno. Fu grazie alla mediazione del cardinale Ugo di
Saint-Cher che la richiesta di Alberto fu esaudita e Tommaso ricevette quindi l'ordine di recarsi subito a
Parigi e di prepararsi a insegnare. Egli inizi il suo insegnamento come baccelliere nel settembre di
quello stesso anno, cio del 1252, sotto la responsabilit del maestro Elia Brunet de Bergerac che
occupava il posto lasciato vacante a causa della partenza di Alberto. A Parigi Tommaso trov un clima
intellettuale meno tranquillo di quello di Colonia. Ancora nel 1250 era vietato commentare i libri
di Aristotele, ma tra il 1252 e il 1255, durante la prima parte del soggiorno di Tommaso, la Facolt delle
Arti avrebbe finalmente ottenuto il permesso di insegnare pubblicamente tutti i libri del grande filosofo
greco.
Nella primavera del 1272 Tommaso lasci definitivamente Parigi e poco dopo la Pentecoste di quello
stesso anno (12 giugno 1272) il capitolo della provincia domenicana di Roma gli affid il compito di
organizzare uno Studium generale di teologia, lasciandolo libero di scegliere il luogo, le persone e il
numero degli studenti. Ma la scelta di Napoli era gi stata designata da un precedente capitolo
provinciale ed anche verosimile che Carlo I d'Angi abbia fatto pressione perch venisse scelta la sua
capitale come sede e che a capo di questo nuovo centro di teologia venisse insediato un maestro di
fama.
Il 29 settembre 1273 egli partecip al capitolo della sua provincia a Roma in qualit di definitore. Ma
alcune settimane pi tardi, mentre celebrava la messa nella cappella di San Nicola, Tommaso ebbe una
sorprendente trasformazione e dopo questa messa non scrisse e non dett pi nulla e si sbarazz
persino degli strumenti per scrivere. A Reginaldo da Piperno, che non comprendeva ci che accadeva,
Tommaso rispose dicendo: Non posso pi. Tutto ci che ho scritto mi sembra paglia in confronto con
quanto ho visto.
Alla fine di gennaio o all'inizio di febbraio del 1274 Tommaso e il suo socius si misero in viaggio per
partecipare al Concilio che Gregorio Xaveva convocato per il 1 maggio 1274 a Lione. Dopo qualche
giorno di viaggio arrivarono al castello di Maenza dove abitava sua nipote Francesca. qui che si
ammal e perse del tutto l'appetito. Dopo qualche giorno, sentendosi un po' meglio, tent di riprendere
il cammino verso Roma, ma dovette fermarsi all'abbazia di Fossanova per riprendere le forze.
Tommaso sopravvisse a Fossanova per qualche tempo e tra il 4 o 5 marzo, dopo essersi confessato da
Reginaldo, ricevette il viatico e pronunci, com'era consuetudine, la professione di fede eucaristica. Il
giorno successivo ricevette l'unzione dei malati, rispondendo alle preghiere del rito. Mor di l a tre
giorni, mercoled 7 marzo 1274, alle prime ore del mattino dopo aver ricevuto il Corpo del Signore [3].
Le spoglie di Tommaso d'Aquino sono conservate nella chiesa domenicana detta Les
Jacobins a Tolosa. La reliquia della mano destra, invece, si trova a Salerno, nella chiesa di San
Domenico mentre l'insigne reliquia del suo cranio si trova custodita e venerata nella Basilica Cattedrale
di Priverno.
Per Tommaso l'anima creata "a immagine e somiglianza di Dio" (come dice la Genesi), unica,
immateriale (priva di volume, peso ed estensione), forma del corpo e non localizzata in un punto
particolare di esso, trascendente come Dio e come Lui in una dimensione al di fuori dello spazio e del
tempo in cui sono il corpo e gli altri enti. L'anima tota in toto corpore, contenuta interamente in ogni
parte del corpo, e in questo senso legata ad esso indissolubilmente: si veda, sul tema, la questione 76
della Prima Parte della Summa theologiae, questione dedicata appunto al rapporto tra anima e corpo [4].
Secondo Tommaso:
Ci che si accetta per fede sulla base della rivelazione divina non pu essere contrario alla conoscenza naturale... Dio non pu
(Tommaso d'Aquino, Summa contra Gentiles, I, 7.)
La certezza inoppugnabile che Dio esista ci data dalla fede, ma la ragione ha il suo percorso che
prepara l'adesione libera dell'intelletto e della volont dell'intera persona umana rendendo plausibile,
credibile l'adesione al Dio che si rivela. Ma tra i grandi pensatori cristiani si sono elaborati diversi
percorsi razionali: mentre Anselmo d'Aosta, sulla scia neoplatonica di Agostino d'Ippona procedeva
sia a simultaneo, cio dal concetto stesso di Dio, da lui ritenuto id quo maius cogitari
nequit (nel Proslogion, cap.2.3), sia a posteriori (nelMonologion) per dimostrare l'esistenza di Dio,
l'unico modo per arrivarci, secondo Tommaso, consiste nel procedere a posteriori: partendo cio dagli
effetti, dall'esperienza sensibile, che la prima a cadere sotto i nostri sensi, per dedurne razionalmente
la sua Causa prima. Si tratta di quella che chiama demonstratio quia[5], cio, appunto dagli effetti, il cui
risultato ammettere necessariamente che esista il punto d'arrivo della dimostrazione, anche se non
pienamente intelligibile, come in questo caso, ed in altri, il perch (demonstratio quid, es. i sillogismi: le
premesse esprimono propriet che sono cause della conclusione: Ogni uomo mortale; ogni ateniese
uomo; ogni ateniese mortale": essere uomo e mortale necessaria causa della mortalit di ogni
ateniese)
Sulla base di questo sfondo di pensiero Tommaso espone le sue prove dell'esistenza di Dio, non a caso
chiamate in latino viae, cio "percorsi", "cammini" presi come esempi di largo respiro[6]. Tutte e cinque,
con piccole variazioni, seguono questa struttura:
1) constatazione di un fatto in rerum natura, nell'esperienza sensibile ordinaria (movimento inteso come
trasformazione; causalit efficiente subordinata; inizio e fine dell'esistenza degli esseri generabili e
corruttibili, perci materiali, contingenti nel suo vocabolario, che quindi possono essere e non essere;
gradualit degli esseri nelle perfezioni trascendentali, come bont, verit, nobilt ed essere stesso;
finalit nei processi degli esseri non intelligenti);
2) analisi metafisica di quel dato iniziale esperienziale alla luce del principio metafisico di causalit,
enunciato in varie formulazioni ("Tutto ci che si muove mosso da un altro"; " impossibile che una
cosa sia causa efficiente di s stessa"; "Ora, impossibile che tutte di tal natura siano state sempre,
perch ci che pu non essere un tempo non esisteva"; "Ma il grado maggiore o minore si attribuiscono
alle diverse cose secondo che si accostano di pi o di meno a qualcosa di sommo o di assoluto"; "Ora,
ci che privo di intelligenza non tende al fine se non perch diretto da un essere conoscitivo e
intelligente");
3) impossibilit di un regressus in infinitum inteso in senso metafisico, non quantitativo, perch ci
renderebbe inintelligibile, inspiegabile pienamente il dato di fatto di partenza esistente ("Ora, non si pu
in tal modo procedere all' infinito, perch altrimenti non vi sarebbe un primo motore, e di conseguenza
nessun altro motore..."; "Ma procedere all' infinito nelle cause efficienti equivale ad eliminare la prima
causa efficiente; e cos non avremmo neppure l' effetto ultimo, n le cause intermedie..."; "Dunque non
tutti gli esseri sono contingenti, ma bisogna che nella realt ci sia qualcosa di necessario. Ora, tutto ci
che necessario, o ha la causa della sua necessit in un altro essere oppure no. D'altra parte [in
questo genere di esseri] non si pu procedere all'infinito..."; questo passaggio manca, per la sua
evidenza agli occhi dell' Aquinate manca nella quarta via e nella quinta via, si passa direttamente alla
conclusione;
4) conclusione deduttiva strettamente razionale (senza nessuna cogenza di fede) che identifica il
'conosciuto' sotto quel determinato aspetto con quello "che tutti chiamano Dio", o espressioni simili
("Dunque necessario arrivare ad un primo motore che non sia mosso da altri; e tutti riconoscono che
esso Dio"; "Dunque bisogna ammettere una prima causa efficiente, che tutti chiamano Dio"; "Dunque
bisogna concludere all'esistenza di un essere che sia di per s necessario e non tragga da altri la
propria necessit, ma sia causa di necessit agli altri. E questo tutti dicono Dio"; "Ora ci che
massimo in un dato genere causa di tutti gli appartenenti a quel genere, come il fuoco, caldo al
massimo, causa di ogni calore, come dice lo stesso Aristotele. Dunque vi qualcosa che per tutti gli
enti causa dell' essere, della bont e di qualsiasi perfezione. E questo chiamiamo Dio"; "Vi dunque
un qualche essere intelligente, dal quale tutte le cose naturali sono ordinate ad un fine: e quest'essere
chiamiamo Dio".
I cinque percorsi indicati da San Tommaso sono:
Ex motu et mutatione rerum (tutto ci che si muove esige un movente primo perch, come
insegna Aristotele nella Metafisica: "Non si pu andare all'infinito nella ricerca di un primo motore");
Ex ordine causarum efficientium (cio "dalla causa efficiente", intesa in senso subordinato, non
in senso coordinato nel tempo. Tommaso non , per sola ragione, in grado di escludere la durata
indefinita nel tempo di un mondo creato da Dio, la cosiddetta creatio ab aeterno: ogni essere finito,
partecipato, dipende nell'essere da un altro detto causa; necessit di una causa prima incausata);
Ex variis gradibus perfectionis (le cose hanno diversi gradi di perfezioni, intese in senso
trascendentale, come verit, bont, nobilt ed essere, sebbene sia usato un 'banale' esempio fisico
legato al fuoco ed al calore; ma solo un grado massimo di perfezione rende possibile, in quanto
causa, i gradi intermedi);
Ex rerum gubernatione (cio "dal governo delle cose": le azioni di realt non intelligenti
nell'universo sono ordinate secondo uno scopo, quindi, non essendo in loro quest'intelligenza, ci
deve essere un'intelligenza ultima che le ordina cos).
angeliche), l'uomo l'unico ente in contatto sia con il mondo fisico, sia con il mondo spirituale.
Tommaso crede che la conoscenza umana cominci con i sensi, l'uomo non avendo il grado di
intelligenza degli angeli non in grado di apprendere direttamente gli intelligibili, ma pu apprendere
solamente attribuendo alle cose una forma e quindi solamente grazie all'esperienza sensibile.
Un'altra facolt necessaria che caratterizza l'uomo la sua tendenza a realizzare pienamente la propria
natura ovvero compiere ci per cui stato creato. Ciascun uomo infatti corrisponde all'idea divina su
cui modellato di cui l'uomo consapevole e razionale, conscio delle proprie finalit, alle quali si dirige
volontariamente avvalendosi dell'uso dell' intelletto (l'uomo prende le proprie decisioni sulla base di un
ragionamento pratico con cui tra due beni sceglie sempre quello pi consono al raggiungimento del suo
fine).
Al di sotto dell'uomo troviamo le piante e le varie molteplicit degli elementi.
San Tommaso fu uno dei pensatori pi eminenti della filosofia Scolastica, che verso la met del XIII
secolo aveva raggiunto il suo apogeo. Egli indirizz diversi aspetti della filosofia del tempo: la questione
del rapporto tra fede e ragione, le tesi sull'anima (in contrapposizione adAverro), le questioni
sull'autorit della religione e della teologia, che subordina ogni campo della conoscenza.
Tali punti fermi del suo pensiero furono difesi da diversi suoi seguaci successivi, tra i quali Reginaldo da
Piperno, Tolomeo da Lucca,Giovanni di Napoli, il domenicano francese Giovanni Capreolus e Antonino
di Firenze. Infine per, con la lenta dissoluzione della Scolastica, si ebbe parallelamente anche la
dissoluzione del Tomismo.
Oggigiorno il pensiero di Tommaso d'Aquino trova ampio consenso anche in ambienti non cattolici
(studiosi protestanti statunitensi, ad esempio) e perfino non cristiani, grazie al suo metodo di lavoro,
fortemente razionale ed aperto a fonti e contributi di ogni genere: la sua indagine intellettuale procede
dalla Bibbia agli autori pagani, dagli ebrei ai musulmani, senza alcun pregiudizio, ma tenendo sempre il
suo centro nella Rivelazione cristiana, alla quale ogni cultura, dottrina o autore antico faceva capo.
Il suo operato culmina nella Summa Theologiae (cio "Il complesso di teologia"), in cui tratta in maniera
sistematica il rapporto fede-ragione ed altre grandi questioni teologiche.
Agostino vedeva il rapporto fede-ragione come un circolo ermeneutico (dal greco ermeneuo, cio
"interpreto") in cui credo ut intelligam et intelligo ut credam (ossia "credo per comprendere e comprendo
per credere"). Tommaso porta la fede su un piano superiore alla ragione, affermando che dove la
ragione e la filosofia non possono proseguire inizia il campo della fede ed il lavoro della teologia.
Dunque, fede e ragione sono certamente in circolo ermeneutico e crescono insieme sia in filosofia che
in teologia. Mentre per la filosofia parte da dati dell'esperienza sensibile o razionale, la teologia inizia il
circolo con i dati della fede, su cui ragiona per credere con maggiore consapevolezza ai misteri rivelati.
La ragione, ammettendo di non poterli dimostrare, riconosce che essi, pur essendo al di sopra di s,
non sono mai assurdi o contro la ragione stessa: fede e ragione, sono entrambe dono di Dio e non
possono contraddirsi. Questa posizione esalta ovviamente la ricerca umana: ogni verit che io posso
scoprire non minaccer mai la Rivelazione anzi, rafforzer la mia conoscenza complessiva dell'opera di
Dio e della Parola di Cristo. Si vede qui un esempio tipico della fiducia che nel Medioevo si riponeva
nella ragione umana. Nel XIV secolo queste certezze andranno in crisi, coinvolgendo l'intero impianto
culturale del periodo precedente.
La teologia, in ambito puramente speculativo, rispetto alla tradizione classica, considerata una forma
inferiore di sapere, poich usa le armi della filosofia senza partire da qualcosa che abbia la forza della
necessit filosofica, ma Tommaso fa notare, citando Aristotele, che non si pu mai dimostrare tutto
(sarebbe necessario un processo all'infinito), ed anche che si possono distinguere due tipi di scienze:
quelle che esaminano i propri principi e quelle che ricevono i principi da altre scienze, costruendo sopra
di essi come su dati validi. La teologia, rivalutata, si costruisce le basi della sua substantia. L'ideale, per
uno spirito concreto come Tommaso, sarebbe superare la fede e raggiungere la conoscenza ma, sui
misteri fondamentali della Rivelazione, questo non possibile nella vita terrena del corpo. Avverr nella
vita eterna dello spirito.
Il sapere teologico pi elevato per l'importanza assoluta e fondamentale delle sue "ipotesi", da cui
parte poi a ragionare e sulle quali cresce il suo essere; esso un moto a spirale della conoscenza che
muove da un'ipotesi, cio un atto di fede, guardando Dio e l'eternit. Per l'uomo pi importante dei
ragionamenti necessari che un filosofo riuscito a dimostrare. La filosofia dunque ancilla
theologiae eregina scientiarum, primo fra i saperi delle scienze. Il primato del sapere teologico non
nel metodo, ma nei contenuti divini che affronta, per i quali sacrificabile anche la necessit filosofica.
Il punto di discrimine fra filosofia e teologia la dimostrazione dell'esistenza di Dio; dei due misteri
fondamentali della Fede (Trinitario e Cristologico), la ragione pu dimostrare solamente e in parte il
primo, l'esistenza di Dio, mentre non pu dimostrare che questo Dio necessariamente Trinitario. Ci
non un paradosso razionale, perch da una premessa falsa non possono che derivare nel sillogismo
conseguenze false, pi semplicemente qualcosa che la ragione non pu spiegare: un
Dio Uno e Trino. Il maggior servizio che la ragione pu fare alla fede che non possibile nemmeno
dimostrare il contrario, che Dio non Trinitario, che la negazione non dimostrabile della Trinit a sua
volta porta conseguenze paradossali e contradditorie, laddove invece la Sua affermazione per fede
feconda di verit e conseguenze non contraddittorie. La ragione non pu entrare nella parte storica dei
misteri religiosi, pu mostrare solo prove storiche che tal "profeta" esistito, ma non che era Dio, e il
senso della Sua missione, che appunto un dato, un fatto a cui si pu credere o meno.
Il primato della teologia verr fortemente discusso nei secoli successivi, ma sar anche lo studio
praticato da tutti i filosofi cristiani nelMedioevo e oltre, tant' che Pascal fece la sua famosa
"scommessa" ancora nel XVII secolo. La teologia era questione sentita dal popolo nelle sacre
rappresentazioni, era il mondo dei medioevali e degli zelanti studenti che attraversavano a piedi
le paludi di Francia per ascoltare le lectiones dell'Aquinate nella prestigiosa Universit
della Sorbonne di Parigi, incontrandosi da tutta Europa .
Gli storici della filosofia richiamano l'attenzione anche sulla prevalenza dell'intelletto rispetto ad una
prevalenza della volont nella vita intellettuale/spirituale dell'uomo. La prima seguita da San
Tommaso e dalla sua scuola, mentre l'altra propria di San Bonaventura e della scuola francescana.
Per Tommaso il fine supremo "vedere Dio", mentre per Bonaventura fine ultimo dell'uomo "amare
Dio". Quindi per Tommaso la categoria pi alta "il vero", mentre per Bonaventura "il bene". Per
ambedue per, "il vero" anche "il bene", e "il bene" anche "il vero".
Il pensiero di Tommaso ebbe influenza anche su autori non cristiani, a cominciare dal famoso
pensatore ebreo Hillel da Verona.
A partire dal secondo Novecento poi il suo pensiero viene ripreso nel dibattito etico da autori cattolici e
non, quali Gertrude Elizabeth Margaret Anscombe, Alasdair MacIntyre, Philippa Ruth Foot.
L'11 aprile 1567 papa Pio V lo dichiar dottore della Chiesa con la bolla Mirabilis Deus. Il 29
giugno 1923, nel VI centenario della canonizzazione, papa Pio XI gli dedic l'enciclicaStudiorum
Ducem.
Trattati
De ente et essentia
De principiis naturae
Compendium theologiae seu brevis compilatio theologiae ad fratrem Raynaldum
De regno ad regem Cypri
De substantiis separatis
Lettere e pareri
De emptione et venditione ad tempus
Contra errores Graecorum
De rationibus fidei ad Cantorem Antiochenum
Expositio super primam et secundam Decretalem ad Archidiaconum Tudertinum
De articulis fidei et ecclesiae sacramentis ad archiepiscopum Panormitanum
Responsio ad magistrum Ioannem de Vercellis de 108 articulis
De forma absolutionis
De secreto
Liber De sortibus ad dominum Iacobum de Tonengo
Responsiones ad lectorem Venetum de 30 et 36 articulis
Responsio ad magistrum Ioannem de Vercellis de 43 articulis
Responsio ad lectorem Bisuntinum de 6 articulis
Epistola ad ducissam Brabantiae
De mixtione elementorum ad magistrum Philippum de Castro Caeli
De motu cordis ad magistrum Philippum de Castro Caeli
De operationibus occultis naturae ad quendam militem ultramontanum
De iudiciis astrorum
Epistola ad Bernardum abbatem casinensem
Opere liturgiche, prediche, preghiere
Officium de festo Corporis Christi ad mandatum Urbani Papae
Inno Adoro te devote
Collationes in decem precepta
Collationes in orationem dominicam
in Symbolum Apostolorum
in salutationem angelicam
Commento all' Etica Nicomachea di Aristotele, Sententia Libri Ethicorum, in 2 volumi, Bologna,
1998
231-7
Commento alle Sentenze di Pietro Lombardo, Scriptum super Libros Sententiarum in 10 volumi,
Bologna, Ed. ESD, 2002
Opuscoli politici: Il governo dei principi, Lettera alla duchessa del Brabante, La dilazione nella
compravendita, Bologna, 1997
Opuscoli spirituali: Commenti al Credo, Padre Nostro, Ave Maria, Dieci Comandamenti, Ufficio
e Messa per la Festa del Corpus Domini, Le preghiere di san Tommaso,Lettera a uno studente,
Bologna, 1999
Pagine di Filosofia: I principi della natura, De principiis naturae ad fratrem Silvestrum, sola trad.
it., e antologia ragionata e commentata di altri brani filosofici di antropologia, gnoseologia, teologia
naturale, etica, politica e pedagogia