Il mondo romano assomigliava al moderno Occidente sotto vari aspetti. Il
progresso nella scienza e il declino della religione tradizionale furono seguiti da un forte aumento dell'interesse per l'occulto, con grande preoccupazione dei conservatori e dei razionalisti. Lo spirito scientifico del precedente pensiero greco non riusc a soddisfare i bisogni umani e verso il secondo secolo d.C. La fiducia nei mezzi razionali di acquisizione di conoscenza si era indebolita. Strane sette e culti fiorirono, esattamente come accade oggi. Esisteva un vivace interesse e una forte credenza nella magia, nella stregoneria, negli spiriti, nell'arte di guarire i malati, di prevedere il futuro e di fare incantesimi di buona fortuna, e nella capacita' di auto-sviluppo attraverso la meditazione, la trance e gli stati alterati di coscienza. L'astrologia faceva presa sulle menti colte in un modo che recentemente ha cominciato a riconquistare. Insomma si attendeva l'alba di una nuova et dell'oro, quella stessa di cui oggi sentiamo parlare sotto il nome di Et dell' Acquario. Lo spiritismo moderno trova dei paralleli nella teurgia classica. Era presente un fortissimo rispetto per le civilt pi antiche dell'Oriente, che era stato aperto allo sfruttamento occidentale. Alessandro il Grande aveva conquistato la Siria, l'Egitto, la Mesopotamia e la Persia, e si era fatto strada fino all'India, prima di morire nel 323 a.C. Egli venne seguito nel dominio sull'Occidente dalle dinastie greche e quindi dai Romani. Compiendo il cammino inverso giunsero in Occidente delle correnti di religione, magia e astrologia orientali, soprattutto attraverso i canali dell'Egitto ellenistico e romano: <<tutti i fiumi, assiri, babilonesi, anatolici, persiani, ebraici, si riversavano in Egitto come in un gran bacino, e dall'Egitto fluivano a irrigare la terra>>. Il mondo romano provo' la medesima delusione nei confronti del razionalismo e della religione ortodossa che familiare al moderno Occidente. Il razionalismo greco e le filosofie agnostiche provocarono grande ansia trasformando gli dei in figure astratte e lontane, distaccate dalla vita terrena e dai suoi problemi. Essi gettarono dei dubbi sull'esistenza reale della divinita' e sul fatto se fosse davvero possibile stabilire con sicurezza un qualsiasi progetto importante per l' umanita'. Le pubbliche cerimonie di culto degli dei dell'Olimpo e i riti agricoli della campagna furono considerati essenziali per il mantenimento dello Stato e furono ancora praticati, come oggi si celebrano i servizi religiosi nelle chiese e nelle sinagoghe. Essi attiravano ancora qualche genuina devozione, ma nei secoli pi tardi dell'impero, la presa delle divinit ufficiali si era indebolita in quei tempi di guerre, rivoluzioni e tumulti, che esse sembravano incapaci di impedire. Vi furono inoltre altri importanti fattori, soprattutto a un livello intellettuale medio. Roma continuava a inglobare citt e stati indipendenti, rendendo l'individuo un pesciolino in un mare immenso. L'urbanizzazione allontanava molte persone dalla campagna, dal suo antico modo di vita e dai suoi culti ben stabiliti. L'incremento della mobilit sociale e fisica, il cosmopolitismo e l'indebolimento dei legami familiari contribuirono a formare quella sensazione di mancanza di radici e di ansia che viene oggi chiamata crisi di identit: una situazione in cui molti si sentono insicuri circa la propria identit, la propria appartenenza sociale e il proprio ruolo. Ne risult il bisogno di un rapporto con il divino pi diretto, personale e certo di quello che poteva fornire il culto di Stato, di mezzi privati e non ufficiali per raggiungere la verit, la salvezza e la sicurezza psicologica. Tale richiesta venne esaudita dalle nuove religioni, dai culti misterici, dai gruppi esoterici e dagli <<uomini di potere>>, santoni, saggi, profeti, guaritori, maghi e astrologi. Alcuni di essi ricevevano una formazione ufficiale, ma la
proliferazione di schiere di praticanti illegali fu inevitabilmente male accolta
dalle autorit e dai conservatori. I gruppi privati furono sospettati di attivit antisociali, giudicati difficili da controllare e pericolosi per lo Stato, e molti di essi recavano il doppio marchio della novit e dell'essere stranieri.
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