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Redditi

dimpresa

Azioni a voto maggiorato


e imposte sui redditi
di Riccardo Michelutti e Filippo Maisto

Il cd. decreto Competitivit (D.L. n. 91/2014) ha introdotto la possibilit, per le societ quotate,
di attribuire il beneficio del voto maggiorato ad ogni azione che sia appartenuta al medesimo
azionista per un periodo di tempo non inferiore a ventiquattro mesi. E opportuno valutare gli
effetti dellintroduzione del voto maggiorato con riguardo ad una pluralit di fattispecie
tributarie, tra cui in particolare le norme in materia di imposte sui redditi che attribuiscono
rilevanza al coinvolgimento nella gestione sociale ed individuano il diritto di voto (generalmente nellassemblea ordinaria) come misura di tale coinvolgimento.

Il cd. decreto Competitivit (1) ha abrogato il


principio unazione, un voto in precedenza
previsto nellart. 2351 c.c. (2).
In particolare, per quanto attiene alle societ
non quotate, i nuovi commi 3 e 4 dellart. 2351
c.c. hanno introdotto la possibilit di emettere
una nuova categoria di azioni a voto plurimo
che consentono di esprimere un numero di voti
maggiore di uno (ma non superiore a tre).
Lemissione delle azioni a voto plurimo invece
vietata, ai sensi del nuovo art. 127-sexies, comma 1, TUF, per le societ con azioni quotate su
un mercato regolamentato (3), per le quali lart.
127-quinquies, TUF prevede invece la possibilit
di attribuire il beneficio del voto maggiorato,
nella misura massima del voto doppio (4), ad
ogni azione che sia appartenuta al medesimo
azionista per un periodo continuativo indicato
nello statuto della societ emittente, comunque
non inferiore a ventiquattro mesi dalliscrizione
dellazionista in un apposito elenco tenuto dallemittente stessa (cd. loyalty shares) (5).
Nel seguito si intende concentrare lattenzione
sulle azioni a voto maggiorato, per valutare gli
effetti della loro introduzione con riguardo ad
Riccardo Michelutti - Avvocato e Dottore commercialista in Milano - Studio Maisto e Associati (*)
Filippo Maisto - Studio Maisto e Associati (*)
Note:
(*) Gli Autori desiderano ringraziare il dott. Luca Rossi per il
proficuo scambio di opinioni.

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(1) D.L. 24 giugno 2014, n. 91, convertito, con modificazioni, dalla


legge 11 agosto 2014, n. 216.
(2) Si tratta di un principio gi derogato in passato in termini di
compressione del diritto di voto. il caso, ad esempio, delle azioni privilegiate, delle azioni di risparmio emesse dalle societ
quotate, delle azioni a voto limitato e a voto scaglionato, originariamente previste per le sole societ per azioni chiuse e oggi
estese, ai sensi dellart. 2351, comma 3, c.c., anche alle societ
quotate.
Per una prima disamina della disciplina civilistica delle azioni a
voto plurimo e delle azioni a voto maggiorato si rinvia a M. Sagliocca, Il definitivo tramonto del principio unazione, un voto:
tra azioni a voto multiplo e maggiorazione del voto, in Riv. Notariato, 2014, pagg. 921-950 e a N. Abriani, Azioni a voto plurimo e
maggiorazione del voto: prime considerazioni, in La Gestione
Straordinaria delle Imprese n. 9/2014, pagg. 8-20.
(3) Lart. 127-sexies, comma 2, TUF, prevede altres che le azioni a
voto plurimo emesse anteriormente alla quotazione dellemittente mantengano le loro caratteristiche e diritti.
(4) dibattuto se la maggiorazione possa essere prevista solo in
termini di duplicazione del voto o anche in termini di decimali di
voto, come sembrerebbe suggerire la formulazione letterale della
norma (ad es. 1,5 voti per ciascuna azione a voto maggiorato). In
questultimo senso propendono N. Abriani, op. loc. ult. cit., e I. Pollastro, Voto plurimo e voto maggiorato: prime considerazioni su ricadute e prospettive, in Il Nuovo Diritto delle Societ, 2015, pagg.
43-67. Di avviso contrario A. Busani e M. Sagliocca, Le azioni non
si contano, ma si pesano: superato il principio one share one vote
con lintroduzione delle azioni a voto plurimo e a voto maggiorato, in Le Societ, 2014, pag. 1048, cos come - con riferimento alle
azioni a voto plurimo ma con argomenti estensibili anche alle azioni a voto maggiorato - F. Tassinari, Le azioni a voto plurimo nelle
societ non quotate: convenienze nellutilizzo e ipotesi di clausole, in La Gestione Straordinaria delle Imprese n. 10/2014, pagg. 6-23.
(5) Alle societ quotate viene inoltre consentito di emettere, ai
sensi del nuovo art. 2351, comma 3, c.c., azioni a voto limitato
e a voto scaglionato (lemissione di tali categorie di azioni, come gi rilevato, era invece riservata nel previgente comma 3 alle
sole societ non quotate).

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SOLUZIONI OPERATIVE
invece, lattribuzione del
una pluralit di fattispecie
Natura qualificata o non qualificata
voto maggiorato non appare
tributarie, tra cui in particodelle azioni con voto maggiorato
idonea a integrare alcuna
lare le norme in materia di
Atteso che la cessione delle azioni a
delle fattispecie reddituali
imposte sui redditi che attrivoto maggiorato determina la perdita
previste dallart. 6 del
buiscono rilevanza al coindel voto maggiorato in capo al
T.U.I.R.
volgimento nella gestione
soggetto acquirente, pu accadere che
sociale ed individuano il dila partecipazione ceduta si consideri
ritto di voto (generalmente
qualificata in capo al cedente e,
nellassemblea ordinaria)
invece, assuma natura di
come misura di tale coinpartecipazione non qualificata in
volgimento (6).
capo allacquirente per effetto del
Note:
In termini generali, il decrevenir meno del voto maggiorato (non
(6) Le considerazioni svolte di seguito Competitivit dispone
risultando integrato il periodo minimo
to con riferimento allimpatto fiscale
che gli statuti delle societ
generato dalle azioni a voto maggiodi possesso che attribuisce tale diritto).
emittenti possano essere
rato possono estendersi in linea di
In tal caso, il regime applicabile in
principio anche alle azioni a voto plumodificati prevedendo, oltre
capo al soggetto cedente dovrebbe
rimo. Restano ferme le opportune diallaumento del termine miessere quello delle partecipazioni
stinzioni dettate dalla natura profonnimo di ventiquattro mesi di
damente diversa dei due istituti: le
qualificate, a nulla rilevando la natura
detenzione richiesto per
azioni a voto plurimo sono una catenon qualificata che assume la
goria speciale di azioni il cui voto,
lottenimento del voto magmedesima partecipazione in capo al
doppio o triplo, attribuito in sede di
giorato, modalit di rinuncessionario, posto che la verifica in
emissione e indipendentemente dalla
cia, anche parziali, dello
merito alla natura della partecipazione
vicende del soggetto titolare delle
stesso voto da parte delazioni, mentre il voto maggiorato
deve riguardare esclusivamente i diritti
un diritto legato alle vicende del relalavente diritto. Si tratta di
esercitabili da parte del soggetto
tivo titolare e, segnatamente, alla duuna facolt che consente
cedente che realizza il presupposto
rata dellinvestimento azionario.
agli azionisti di valutare in
impositivo.
Le azioni a voto maggiorato attribuimodo flessibile, eventualscono inoltre il diritto di voto nella
generalit delle deliberazioni dellasmente anche alla luce della
semblea
ordinaria.
Pertanto,
il voto maggiorato assume rilevanza
variabile fiscale, lopportunit di mantenere nel
nellapplicazione delle disposizioni tributarie facenti generico ritempo il voto maggiorato.
ferimento ai diritti di voto esercitabili dagli azionisti.
Assenza di un presupposto impositivo
nellattribuzione del voto maggiorato
Pur in assenza di espresse previsioni normative,
pacifico che lattribuzione del voto maggiorato
non costituisce evento imponibile ai fini reddituali in capo al socio, in quanto determina lattribuzione di soli diritti amministrativi, senza alcuna modifica dei diritti patrimoniali recati dalle
azioni.
In particolare, per i soggetti imprenditori in contabilit ordinaria, lattribuzione del voto maggiorato non riverbera effetti a conto economico
e, quindi, non suscettibile di influenzare la determinazione del reddito imponibile, in forza del
principio di derivazione del reddito fiscale dalle
risultanze del conto economico di cui allart. 83
T.U.I.R.
In caso di soci persone fisiche non imprenditori,

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Diversamente, per le azioni a voto plurimo, ai sensi dellart. 2351,


comma 4, c.c., il voto pu essere limitato statutariamente a decisioni su particolari argomenti, a decisioni da adottarsi dai soci
subordinatamente al verificarsi di determinate condizioni non
meramente potestative, o alle deliberazioni assunte in assemblea
straordinaria. Occorrer pertanto verificare caso per caso se le
limitazioni al voto plurimo previste statutariamente impediscano
o meno il computo di tali voti ai fini dellapplicazione delle singole disposizioni tributarie. Ad esempio, la limitazione del voto plurimo a particolari argomenti potrebbe escludere tali voti dal
computo delle percentuali richieste ai fini del requisito del controllo nel consolidato fiscale, per il quale il diritto di voto rileva
solo laddove sia esercitabile nellassemblea ordinaria per argomenti che siano validamente computabili al fine della verifica della sussistenza del requisito del controllo di diritto di cui allart.
2359 c.c. (cfr. circolare n. 53/E del 20 dicembre 2004). Diversamente, la limitazione del voto a particolari argomenti non preclude il computo di tali voti ai fini dellindagine in merito alla natura qualificata o non qualificata delle partecipazioni detenute da
persone fisiche, essendo sufficiente a tal fine che i voti siano genericamente esercitabili nellassemblea ordinaria (cfr. circolare n.
52/E del 10 dicembre 2004, successivamente confermata dalla circolare n. 10/E del 16 marzo 2005).

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IL PROBLEMA E LA SOLUZIONE
di voto esercitabili in asNatura qualificata o non
Distinta categoria omogenea
semblea ordinaria da tutti
qualificata delle azioni
per le azioni a voto maggiorato
gli azionisti della societ
con voto maggiorato
- Ci si chiede se le azioni con voto
emittente (9).
detenute da persone
maggiorato determinino ai fini fiscali
Sar pertanto opportuno, al
fisiche
la formazione di una distinta categoria
fine di verificare la natura
Secondo lart. 67, comma 1,
omogenea, secondo la definizione
qualificata o non qualificata
lett. c), T.U.I.R., costituisce
fornita dallart. 94, comma 3, T.U.I.R.,
della propria partecipaziocessione di partecipazioni
per il quale non si deve tenere conto
ne, accertarsi altres se le
qualificate la cessione a tidelle differenze di valore ma occorre
residue azioni in possesso
tolo oneroso di titoli negoconsiderare soltanto la diversa natura,
degli altri soci attribuiscano
ziati in mercati regolamenponendo riguardo a tal fine al soggetto
diritti di voto maggiorato o
tati italiani che rappresentiemittente e alle caratteristiche del
meno (10).
no una percentuale superiotitolo.
re al 2% dei diritti di voto
- Non essendo il voto maggiorato una
Note:
esercitabili nellassemblea
caratteristica intrinseca dellazione, ne
(7) Il voto maggiorato dovrebbe esseordinaria, ovvero al 5% del
dovrebbe conseguire che anche ai fini
re computato ai fini dellart. 67, comcapitale o del patrimonio.
fiscali le azioni a voto maggiorato
ma 1, lett. c), T.U.I.R. esclusivamente a
Dal momento che i criteri
partire dalla data in cui lo stesso vieconfluiscano nella medesima
ne effettivamente attribuito al titolare
suindicati sono tra di loro
categoria delle azioni a voto
delle azioni, a nulla rilevando la data
alternativi, lassegnazione
ordinario.
di iscrizione del titolare delle azioni
del voto maggiorato potrebnellapposito elenco in cui devono
be determinare la converiscriversi i soci che intendano beneficiare della maggiorazione del
sione di una partecipazione non qualificata in voto (data dalla quale decorre esclusivamente il periodo temporale necessario ai fini dellattribuzione del voto maggiorato).
una partecipazione qualificata (7).
Parimenti, atteso che la cessione delle azioni a (8) Si tratta di una soluzione in linea con la ratio sottesa alla previsione di un distinto regime impositivo per partecipazioni qualivoto maggiorato determina la perdita del voto ficate e non qualificate, posto che come evidenziato nella Relamaggiorato in capo al soggetto acquirente, pu zione illustrativa al D.Lgs. n. 461/1997 la finalit era quella di preaccadere che la partecipazione ceduta si consi- vedere un regime impositivo pi oneroso in capo ai titolari di
deri qualificata in capo al cedente e, invece, partecipazioni che non costituissero un mero investimento finanziario, ma fossero invece in grado di influenzare la gestione della
assuma natura di partecipazione non qualifica- societ in virt dellentit dei diritti di voto posseduti (o in virt
ta in capo allacquirente per effetto del venir della percentuale di partecipazione al capitale sociale). Per quanmeno del voto maggiorato (non risultando inte- to per effetto delle modifiche occorse pi di recente le partecigrato il periodo minimo di possesso che attribui- pazioni qualificate beneficino oggi di un regime di imposizione pi
tenue rispetto alle non qualificate, la ratio della norma conferma
sce tale diritto).
che lindagine in merito allentit dei diritti di voto debba essere
In tal caso, il regime applicabile in capo al sog- effettuata in capo al soggetto cedente e non gi in capo al cessiogetto cedente dovrebbe essere quello delle parte- nario.
cipazioni qualificate, a nulla rilevando la natura (9) Si veda il seguente esempio. Il capitale sociale di A, societ
composto da 1.000 azioni ordinarie prive del voto
non qualificata che assume la medesima parteci- quotata,
maggiorato. B, persona fisica, detiene una partecipazione in A copazione in capo al cessionario, posto che la veri- stituita da 21 azioni ordinarie. Tale partecipazione assume natura
fica in merito alla natura della partecipazione di partecipazione qualificata in quanto rappresenta il 2,1% dei dideve riguardare esclusivamente i diritti esercita- ritti di voto esercitabili nellassemblea ordinaria di A (pari al raptra 21 e 1.000). Nel caso in cui venga attribuito ad un altro
bili da parte del soggetto cedente che realizza il porto
socio, C, il voto maggiorato (nella forma di due voti per ogni
presupposto impositivo (8).
azione) con riferimento a 100 azioni ordinarie di A, la partecipaDaltro canto, lattribuzione del voto maggiorato zione societaria di B in A si convertirebbe in una partecipaziopotrebbe determinare la modifica della natura ne non qualificata. Infatti, la percentuale dei diritti di voto esercidella partecipazione anche in capo ad azionisti tabili da B nellassemblea ordinaria si ridurrebbe a circa l1,9%
(pari al rapporto tra 21 e 1.100).
non interessati dallattribuzione del beneficio. (10) Con la delibera CONSOB n. 19084 del 19 dicembre 2014
Lesistenza di azioni a voto maggiorato incide stato introdotto allart. 85 del Regolamento emittenti il comma
(segue)
infatti sul computo della percentuale dei diritti

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SOLUZIONI OPERATIVE
Individuazione
trebbe essere convenzionalmente veConsolidato fiscale
rificata con riferimento allultima codi una distinta categoria
Lattribuzione del voto maggiorato
municazione pubblicata dallemittente
omogenea per le azioni
potrebbe consentire di accedere al
prima della data della cessione. Si
a voto maggiorato
consolidato nel caso in cui gi siano
tratterebbe di unapprossimazione
Unulteriore questione se
con finalit semplificatorie, in quanto
integrati i requisiti della partecipazione
la percentuale dei diritti di voto eserle azioni con voto maggioagli utili e della partecipazione al
citabili in assemblea ben potrebbe
rato determinino ai fini ficapitale, ma difetti il requisito della
modificarsi tra la data della comuniscali la formazione di una
percentuale dei diritti di voto (in virt,
cazione dellemittente e la data di
distinta categoria omogecessione della partecipazione. Al riad esempio, del possesso di azioni
nea, secondo la definizione
guardo si segnala, tuttavia, che le sosenza voto o con voto limitato
ciet potrebbero prevedere, in sede
fornita dallart. 94, comma
allassemblea straordinaria). Il voto
di modifica dello statuto, che lasse3, T.U.I.R., per il quale non
maggiorato potrebbe altres integrare
gnazione del diritto di voto maggiorasi deve tenere conto delle
to allazionista intervenga contestualuna fattispecie interruttiva del
differenze di valore ma ocmente alla comunicazione mensile
consolidato fiscale nella (invero
dellammontare complessivo dei diritcorre considerare soltanto la
remota) ipotesi in cui il periodo di
ti di voto (cfr. CONSOB, Proposta di
diversa natura, ponendo ridetenzione minima maturi prima in
modifiche al Regolamento Emittenti in
guardo a tal fine al soggetto
capo a qualche azionista di minoranza.
materia di voto plurimo - Esiti della conemittente e alle caratteristisultazione, pubblicato in data 23 diIn tal caso, lattribuzione del voto
cembre 2014). Si tratta di una soluche del titolo.
maggiorato allazionista di minoranza
zione seguita, ad esempio, da Maire
La nozione di categoria
potrebbe infatti determinare il venire
Tecnimont S.p.A. (cfr. art. 6-bis, comomogenea in linea di prinmeno del requisito del controllo in
ma 2, lett. b, del relativo Statuto, cos
cipio interpretata in conforcome modificato ad esito della delicapo al socio maggioritario, laddove i
bera dellassemblea straordinaria asmit al dato civilistico
suoi voti scendano sotto la soglia
sunta in data 18 febbraio 2015).
espresso dallart. 2348 c.c.,
richiesta.
(11) Lappartenenza a distinte categosecondo cui ciascuna caterie omogenee sul piano fiscale per le
goria azionaria composta
azioni che costituiscono autonome categorie dal punto di vista cidalle azioni aventi gli stessi diritti amministrati- vilistico (ad es. azioni ordinarie, privilegiate, di godimento, di risparmio) stata affermata gi nelle note illustrative alla relazione
vi e patrimoniali (11).
schema di Testo Unico del 1986, a commento dellallora art.
Al riguardo, lart. 127-quinquies TUF prevede allo
61 T.U.I.R. (che peraltro imponeva di distinguere le categorie
che le azioni a voto maggiorato appartengano omogenee di titoli anche sulla base delle mere differenze di valoalla medesima categoria delle azioni ordinarie, re, oggi irrilevanti a seguito della modifica apportata dallart. 30
in quanto la relativa clausola statutaria determi- della legge 23 dicembre 1994, n. 724 allattuale art. 94 T.U.I.R.). La
na una mera modifica della regola di attribuzio- medesima interpretazione stata fornita pi volte dallAgenzia
delle entrate con riguardo alle leggi di rivalutazione dei beni di
ne del diritto di voto strettamente correlata alla impresa (cfr., da ultimo, la circolare n. 13/E del 4 giugno 2014, seposizione individuale dellazionista che rispetti condo cui si considerano della stessa categoria i titoli emessi dalil requisito della protratta detenzione azionaria lo stesso soggetto e aventi le medesime caratteristiche (azioni ordinarie, privilegiate, di risparmio ecc.). Nessun dubbio si pone
(12).
quindi per le neo-introdotte azioni a voto plurimo, le quali, costiNon essendo il voto maggiorato una caratteristi- tuendo (a differenza delle azioni a voto maggiorato) una speciale
ca intrinseca dellazione, ne dovrebbe consegui- categoria civilistica di azioni, confluiranno in una categoria omogeNote:
(segue nota 10)
4-bis, secondo cui la societ emittente deve comunicare al pubblico e alla CONSOB lammontare complessivo dei diritti di voto, con indicazione del numero di azioni che compongono il capitale sociale, entro il quinto giorno di mercato aperto dalla fine di
ciascun mese di calendario durante il quale ha accertato un aumento o una diminuzione di tale ammontare, nonch entro il
giorno successivo alla data di una eventuale convocazione dellassemblea. La qualificazione fiscale della partecipazione ceduta po-

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nea separata anche ai fini fiscali.


(12) Cfr. A. Busani e M. Sagliocca, op. cit., pag. 1059, secondo cui
La previsione della maggiorazione del voto , invero, una clausola statutaria che modifica (in melius, per i soci aventi diritto) la regola di attribuzione del diritto di voto, altrimenti spettante in base al criterio proporzionale correlato al numero delle azioni di
cui un dato soggetto sia titolare. La maggiorazione del diritto di
voto, in altri termini, connessa non allazione in s, bens alla
persona dellazionista (e quindi spetta - con parit di trattamento - a tutti gli azionisti che la meritano, e non solo a quelli titolari di certe azioni), e ci in funzione del tempo per il quale ciascuna azione stata nella sfera di titolarit dellazionista stesso.

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SOLUZIONI OPERATIVE
nimento del controllo di dire che anche ai fini fiscali le
Azionisti non residenti
ritto civilistico grazie allatazioni a voto maggiorato
Lattribuzione del voto maggiorato
tribuzione del voto maggioconfluiscono nella medesipotrebbe riverberare effetti in capo agli
rato, pur assumendo rilema categoria delle azioni a
azionisti non residenti, in quanto
vanza nel computo delle
voto ordinario (13).
lincremento nei diritti di voto
maggioranze richieste dagli
La formazione o meno di
potrebbe consentire il superamento
artt. 117 e 120 T.U.I.R., non
una distinta categoria omodelle percentuali di diritti di voto
di per s idoneo ad amgenea ai fini fiscali influenpreviste per lapplicazione di
pliare il perimetro di consoza la configurazione di coparticolari regimi per le ritenute in
sto di cui allart. 94 T.U.I.R.
uscita. il caso del regime di
rilevante per la determinaNote:
esenzione da ritenuta previsto per gli
(13) Tale conclusione non pare conzione dei relativi compointeressi e le royalties corrisposte a
fliggente con lorientamento secondo
nenti reddituali.
societ consociate non residenti, per
cui - in parziale deroga al concetto ciIn particolare, in virt del rivilistico di categoria azionaria - costiil quale richiesta una percentuale di
chiamo operato per una serie
tuiscono una distinta categoria omodiritti di voto esercitabili
genea anche i titoli che successivadi rimandi normativi dallart.
nellassemblea ordinaria non inferiore
mente allemissione siano interessati
87, comma 1 T.U.I.R. alle
al 25%. Diversamente, lattribuzione
da variazioni sopravvenute tali da
categorie omogenee di cui almodificare i diritti spettanti al relatidel voto maggiorato non ha effetti per
lart. 94 T.U.I.R., allinterno
vo possessore, quale il caso della
quanto attiene al regime di esenzione
costituzione del diritto di usufrutto
di ciascuna categoria omogeda ritenuta sui dividendi corrisposti a
su un titolo in precedenza posseduto
nea si rende applicabile il cd.
societ madri non residenti.
in piena propriet (cfr. N. Girolamo criterio LIFO per quantit
L. Rossi - P. Scarioni, La valutazione
previsto per la verifica
delle partecipazioni societarie nel reddito dimpresa, Bologna, 1997,
dellholding period per la participation exemption pagg. 154-159). La costituzione di diritti reali di godimento innel caso di realizzo di partecipazioni, secondo cui fatti trattata ai fini fiscali come un evento realizzativo di natura
patrimoniale, comportante lo scorporo di una parte del costo, e
devono considerarsi cedute per prime le azioni o quindi la formazione di una distinta categoria omogenea deriva
quote acquisite in data pi recente (14).
strettamente dalla qualificazione fiscale. Diverso il caso in cui
Si consideri il caso di una societ titolare di 100 lattribuzione del diritto di voto ad un soggetto diverso dal titoazioni ordinarie acquisite nel corso dellanno e lare dellazione derivi dalla costituzione di un diritto reale di ga(quale il diritto di pegno), privo di effetti realizzativi ai fini
100 azioni a voto maggiorato (acquisite, quindi, ranzia
fiscali.
almeno due anni prima), entrambe iscritte tra le (14) Computando in ogni caso distintamente le azioni iscritte
immobilizzazioni finanziarie. Si ipotizzi che la nellattivo circolante e quelle iscritte tra le immobilizzazioni fisociet ceda le azioni a voto maggiorato rima- nanziarie, ex art. 87, comma 1-bis, T.U.I.R.
Invero non ancora del tutto chiaro come tale scelta possa
nendo in possesso delle azioni ordinarie da ulti- (15)
essere esplicitata. Infatti, al par. 1.3. della proposta di modifica al
mo acquisite (15).
Regolamento emittenti presentata dalla CONSOB in consultazioLaddove le azioni a voto maggiorato non costi- ne in data 5 novembre 2014 si evidenziava lintenzione di procetuiscano una separata categoria omogenea ri- dere ad una modifica dellart. 26 del Regolamento in materia di
spetto alle azioni ordinarie, il criterio LIFO per gestione accentrata, al fine di prevedere lobbligo in capo allintermediario di segnalare alla societ emittente i casi di cessione
quantit si applicherebbe unitariamente, doven- delle azioni con diritto di voto maggiorato. In data 26 novembre
dosi considerare cedute per prime ai fini fiscali 2014, lABI ha formulato le proprie osservazioni al predetto documento CONSOB, proponendo un procedimento operativo
le azioni a voto ordinario da ultimo acquistate.
Pertanto, la cessione delle azioni a voto maggio- volto a regolare il monitoraggio delle vicende estintive del diritto
di voto maggiorato. LABI ipotizza lattribuzione di uno specifico
rato non soddisferebbe il requisito dellholding ISIN (ISIN maggiorato) alle azioni a voto maggiorato ad opera
period di cui allart. 87, comma 1, T.U.I.R. e degli intermediari depositari, che dovranno al contempo darne
non beneficerebbe del regime di participation indicazione a Monte Titoli S.p.A. Lintermediario depositario dovrebbe successivamente effettuare un monitoraggio continuo del
exemption.
Consolidato fiscale e trasparenza
Per quanto attiene al consolidato fiscale, lotte-

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deposito titoli e segnalare alla societ emittente eventuali atti di


cessione delle azioni con ISIN maggiorato disposte dal socio depositante o per suo conto, ai fini della cancellazione delle stesse
dallelenco delle azioni a voto maggiorato.

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lidamento, rimanendo ferma la necessit di soddisfare gli ulteriori requisiti della partecipazione
agli utili e al capitale disposti rispettivamente
alle lett. a ) e b) dellart. 120 T.U.I.R.
Lattribuzione del voto maggiorato potrebbe tuttavia consentire di accedere al consolidato nel
caso in cui gi siano integrati i requisiti della
partecipazione agli utili e della partecipazione al
capitale, ma difetti il requisito della percentuale
dei diritti di voto (in virt, ad esempio, del possesso di azioni senza voto o con voto limitato allassemblea straordinaria).
Al contrario, il voto maggiorato potrebbe integrare una fattispecie interruttiva del consolidato
fiscale nella (pi remota) ipotesi in cui il periodo di detenzione minima maturi prima in capo a
qualche azionista di minoranza. In tal caso, lattribuzione del voto maggiorato allazionista di
minoranza - incidendo sul computo della percentuale dei diritti di voto esercitabili in assemblea ordinaria da parte del socio di maggioranza
- potrebbe determinare il venire meno in capo a
questultimo del requisito del controllo, laddove
i suoi voti scendano sotto la soglia richiesta dallart. 117, comma 1, T.U.I.R.
Effetti analoghi si producono nellipotesi di
emissione di azioni a voto plurimo, con la differenza che in questultimo caso potrebbe altres
determinarsi un problema di coordinamento tra
consolidato e trasparenza fiscale (problema che
di fatto non si pone nellipotesi del voto maggiorato, non essendo ipotizzabile che una societ quotata possa accedere al regime di trasparenza fiscale, subordinato al possesso da parte di
tutti i soci di una percentuale di partecipazione
agli utili e di diritti di voto tra il 10 ed il 50%).
In particolare, lemissione di azioni a voto plurimo potrebbe precludere contemporaneamente
laccesso al regime di trasparenza fiscale, in virt del possesso da parte del socio con azioni a
voto plurimo di diritti di voto eccedenti la percentuale massima del 50%, e laccesso al consolidato fiscale, laddove al controllo di diritto non
si accompagni una partecipazione al capitale sociale ed agli utili superiore al 50%. Si tratterebbe di un effetto distonico con la ratio sottesa
allintroduzione del regime di trasparenza fiscale delle societ di capitali che - come evidenziato nella Relazione governativa al disegno di leg-

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ge delega poi approvato con legge 7 aprile 2003,


n. 80 - volta a garantire un meccanismo di trasmissione delle perdite della societ partecipata
alle societ partecipanti analogo a quello derivante dal consolidamento fiscale in presenza di
rapporti partecipativi significativi ma purtuttavia inferiori a quelli richiesti per accedere al
consolidato (16). Per salvaguardare la ratio sottesa allart. 115 T.U.I.R. si potrebbe pertanto
considerare leliminazione del requisito della
percentuale massima di diritti di voto, introdotto
originariamente con lesigenza di evitare la presenza di unarea di sovrapposizione con il consolidato fiscale (17).
Al contempo, il mantenimento di una soglia minima di diritti di voto permetterebbe di preservare la finalit di limitare il regime della trasparenza alle sole partecipazioni rappresentanti uno
stretto rapporto socio-societ escludendo le partecipazioni che costituiscono un mero investimento finanziario (quali, ad esempio, le partecipazioni mediante azioni privilegiate).

Conferimenti di partecipazioni
e regime di neutralit
e di realizzo controllato
Lart. 127-quinquies, comma 3, TUF, prevede la
Note:
(16) La relazione governativa al disegno di legge delega, richiamata dalla circolare dellAgenzia delle entrate n. 25/E del 16 giugno
2004, evidenziava in particolare lesigenza di introdurre opportuni correttivi, per evitare la penalizzazione delle corporate joint venture ed, in genere, degli altri accordi che richiedono la costituzione di societ di capitali, alla cui compagine sociale partecipano a
loro volta altre societ di capitali o enti commerciali. In questi casi, gli eventuali risultati negativi della joint venture sarebbero infatti fiscalmente irrilevanti per i partner, salva la possibilit per uno
solo di questi, ricorrendone le condizioni, di avvalersi del consolidato fiscale. Al fine di rimuovere questo effetto negativo, sar
consentito, in questi casi, di optare per il regime di trasparenza fiscale delle societ di persone.
Nella stessa ottica, lAgenzia delle entrate successivamente intervenuta al fine di evitare leffetto distorsivo della concomitante
inapplicabilit del regime del consolidato fiscale e di quello della
trasparenza, pervenendo nella risoluzione n. 245/E del 1 settembre 2009 ad una interpretazione estensiva del requisito del controllo di diritto, tale da ricomprendere il caso del controllo di diritto depotenziato mediante clausole statutarie o patti parasociali.
(17) Cfr. circolare dellAgenzia delle entrate n. 25/E del 2004, secondo cui solo il caso di osservare che la previsione di una soglia massima del 50% rende il regime in commento complementare a quello del consolidato fiscale, evitando la presenza di
unarea di sovrapposizione.

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decadenza del beneficio del voto maggiorato in
caso di cessione dellazione a titolo oneroso o
gratuito, prevedendo solamente in taluni specifici casi - salvo che lo statuto della societ emittente non disponga diversamente - il mantenimento del beneficio del voto maggiorato (18).
Il conferimento di azioni a voto maggiorato potrebbe quindi influenzare i regimi di conferimento di cui allart. 177, comma 2, T.U.I.R. e di
cui agli artt. 178, comma 1, lett. e), e 179
T.U.I.R., che subordinano rispettivamente il regime di realizzo controllato e quello di neutralit fiscale perfetta alla circostanza che la societ
conferitaria acquisti o integri il controllo di diritto ex art. 2359, comma 1, n. 1, c.c. nella societ oggetto di conferimento. Pu darsi infatti
che - pur costituendo le azioni conferite una partecipazione di controllo di diritto in capo al conferente - tale controllo di diritto non risulti integrato in capo al conferitario, in virt del venir
meno per questultimo del voto maggiorato per
effetto del conferimento (19).
Lo stesso vale con riferimento al regime di realizzo controllato di cui allart. 175 T.U.I.R. Secondo la C.M. n. 320/E del 19 dicembre 1997,
infatti, il controllo ed il collegamento devono
costituire una qualit implicita della partecipazione e in ogni caso il conferitario deve acquisire per effetto del conferimento una partecipazione di controllo o di collegamento nella societ conferita (20).

Voto maggiorato e azionisti non residenti


Lattribuzione del voto maggiorato potrebbe infine riverberare effetti anche in capo agli azionisti non residenti, in quanto lincremento nei diritti di voto potrebbe consentire il superamento
delle percentuali di diritti di voto previste per
lapplicazione di particolari regimi per le ritenute in uscita.
il caso del regime di esenzione da ritenuta
previsto per gli interessi e le royalties corrisposte a societ consociate non residenti. Lart. 26quater del D.P.R. n. 600/1973 richiede infatti a
tal fine una percentuale di diritti di voto esercitabili nellassemblea ordinaria (tra societ consorelle o tra una societ madre e due societ
consociate) non inferiore al 25%.
Diversamente, lattribuzione del voto maggiora-

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to non produce effetti per quanto attiene al regime di esenzione da ritenuta sui dividendi corrisposti a societ madri non residenti. Tale regime
infatti previsto dallart. 27-bis del D.P.R. n.
600/1973 soltanto nel caso in cui la societ non
residente detenga una partecipazione al capitale
sociale della societ italiana in misura non inferiore del 10%. A tale riguardo, si evidenzia che
la Relazione al D.Lgs. n. 143 del 30 maggio
2005 di attuazione della direttiva Interessi-Royalties aveva motivato la decisione di attribuire
rilevanza allentit dei diritti di voto in virt del
fatto che, ad esito della riforma del diritto societario del 2003 (cd. Riforma Vietti), venne introdotta la possibilit di unassegnazione delle
azioni non proporzionale al conferimento. In
questo nuovo contesto normativo, s ritenuto
che con ladozione del criterio di una quota minima dei diritti di voto si possa, in concreto, individuare il rapporto esistente tra le societ consociate (21). Lintroduzione delle azioni a voto
Note:
(18) Il mantenimento del voto maggiorato previsto in particolare nellipotesi di trasferimento delle azioni a titolo di successione
per causa di morte, fusione e scissione del titolare delle azioni e,
infine, con riferimento alle azioni emesse a seguito di un aumento di capitale a titolo gratuito ex art. 2442 c.c.
(19) Sul piano civilistico, la perdita del beneficio in ipotesi di conferimento di azioni a voto maggiorato ad una societ conferitaria
interamente detenuta dal soggetto conferente non appare del
tutto in linea con la ratio del nuovo istituto, che mirando a premiare gli investimenti di lungo termine richiederebbe di estendere il beneficio del voto maggiorato anche alla societ conferitaria.
(20) Si veda il seguente esempio. Il capitale sociale di A, societ
quotata, composto da 100 azioni ordinarie di cui 20 attribuiscono ai relativi soci il voto maggiorato (nella forma di due voti
per ogni azione). B detiene una partecipazione in A costituita da
10 azioni con diritto di voto maggiorato e dispone quindi di una
partecipazione di collegamento perch la percentuale dei diritti
di voto che pu esercitare nellassemblea ordinaria di A pari al
16,66% (pari al rapporto tra 20 e 120). Il conferimento da parte
di B delle predette azioni alla conferitaria C non potrebbe beneficiare del regime di realizzo controllato di cui allart. 175 T.U.I.R.
Infatti, per effetto del conferimento le azioni conferite perderebbero il diritto di voto maggiorato, con la conseguenza che C non
acquisirebbe una partecipazione di collegamento in A. In particolare, la percentuale dei diritti di voto esercitabili da C nellassemblea ordinaria di A si ridurrebbe a circa il 9% (pari al rapporto
tra 10 e 110).
(21) Si veda sul punto anche la circolare n. 47/E del 2 novembre
2005, secondo cui mentre la normativa precedente considerava
inderogabile la proporzionalit fra lattribuzione di diritti sociali e
lammontare dellinvestimento effettuato, il nuovo testo dellart.
(segue)

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maggiorato e a voto plurimo ha reso ancora pi


marcata la possibile asimmetria tra entit della
partecipazione al capitale sociale ed entit dei
diritti di voto esercitabili dal medesimo azionista; asimmetria che potrebbe quindi giustificare
una modifica normativa volta ad attribuire rilevanza ai diritti di voto anche ai fini dellapplicazione del regime di esenzione dei dividendi in
uscita (22).
Per quanto attiene invece al regime convenzionale dei dividendi in uscita, il modello di Convenzione OCSE designa la partecipazione al
capitale come criterio generale indicativo del
vincolo partecipativo e suscettibile di generare
un differente regime impositivo. Il paragrafo 15
del Commentario OCSE allart. 10 precisa altres che, nellambito della negoziazione delle convenzioni bilaterali, gli Stati contraenti possono
abbandonare il criterio del capitale per adottare
quello del potere di voto.
Tuttavia si tratta di una scelta che lItalia ha seguito espressamente solamente nellart. 10 del
Trattato stipulato con il Regno Unito, oggi in linea di principio privo di rilevanza pratica in
quanto meno favorevole rispetto allattuale regime interno per i dividendi erogati a societ residenti in altri Stati Membri (i.e. ritenuta convenzionale del 10% rispetto allattuale ritenuta
dell1,375% o al regime di esenzione previsto
dalla normativa interna a seconda della quota
partecipativa detenuta dalla societ percipiente)
(23).
Allo stesso modo, anche il regime convenzionale delle plusvalenze realizzate su partecipazioni
societarie non risulta inciso dallintroduzione
del voto maggiorato, in quanto i Trattati stipulati
dallItalia che prevedono limposizione di dette
plusvalenze nello Stato della fonte al superamento di determinate soglie partecipative fanno
generalmente riferimento alla partecipazione al
capitale sociale o agli utili e non, invece, allentit dei diritti di voto esercitabili nella societ
compravenduta (24).

meglio individuato con ladozione del criterio di una quota minima dei diritti di voto.
(22) Si tratterebbe di una modifica normativa compatibile con la
Direttiva Madre-Figlia. Lart. 3, comma 2 della Direttiva subordina
infatti lintroduzione del criterio dei diritti di voto alla stipula di
specifici accordi bilaterali solamente laddove tale criterio sia previsto dalla normativa interna in sostituzione del criterio di partecipazione al capitale e non, invece, laddove il criterio del diritto
di voto sia introdotto quale criterio aggiuntivo ed alternativo alla
partecipazione al capitale.
(23) Nelle Convenzioni bilaterali stipulate dallItalia con Thailandia, Giappone, Paesi Bassi e Stati Uniti dAmerica prevista una
ritenuta convenzionale di maggior favore con riferimento ai dividendi erogati a societ che detengano una determinata percentuale di azioni con potere di voto o di azioni con diritto di voto nella societ che paga i dividendi. Dal punto di vista letterale
il riferimento alle azioni con diritto di voto o alle azioni con
potere di voto sembrerebbe escludere che il voto maggiorato
possa determinare un superamento della soglia convenzionale.
Anche a seguito dellattribuzione del voto maggiorato rimarrebbe infatti invariato il numero delle azioni con diritto di voto,
per quanto alcune di esse disporrebbero di un voto maggiorato.
(24) Lunico caso in cui il voto maggiorato potrebbe avere effetti
costituito dal Trattato con Israele, che prevede allart. 13, comma 5, limponibilit delle plusvalenze su partecipazioni societarie
nello Stato della fonte laddove il soggetto cedente abbia detenuto, nei 24 mesi precedenti alla cessione, una partecipazione rappresentativa di una percentuale superiore al 10% dei diritti di voto.

Note:
(segue nota 21)
2346 c.c. prevede che latto costitutivo possa stabilire unassegnazione delle azioni non proporzionale al conferimento. Conseguentemente, alla luce del nuovo dettato normativo, si ritenuto
che il rapporto esistente fra le societ consociate possa essere

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