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Cfr. SC-MS. 340, Biblioteca Gambalunghiana di Rimini [BGR]. La sua Cronaca raccoglie notizie sul periodo
1782-1809. Essa fu continuata dal figlio Filippo relativamente agli anni dal 1811 al 1846 (cfr. SC-MS. 1242,
BGR). Nicola Giangi fu Cittadino consolare; il 14 marzo 1799 egli scrive nella Cronaca: Questa sera ho
cessato di esser Municipale.
Cfr. A. MONTANARI, Fame e rivolte nel 1797, Documenti inediti della Municipalit di Rimini, Studi
Romagnoli, XLIX (1998, ma 2000), p. 699.
Nel 1796, gli ebrei dimoranti con negozio da lungo tempo in Rimini risultano Mois di Bono Levi, Samuel
ed Elcana Costantini, i fratelli Foligno, Samuele Mondolfo, ed Abram e Samuel Levi: temendo, al passaggio
delle Truppe Francesi, di essere molestati per raggion davere per Comando Pontefficio il solito segno nel
Capello, essi ottennero di toglierlo con il versamento alla Comunit riminese di un dono gratuito di
cinquecento scudi. Il dono fu fatto, come scrivono i Consoli di Rimini, in luogo di darci conto del loro
peculio, e del valore de rispettivi negozj, come da noi esigevasi (cfr. Fame e rivolte nel 1797, cit., note 42
e 44, p. 687).
Un inventario fatto successivamente, cfr. in AP 617, 1799-1800, Atti della Cesarea Regia Reggenza,
Archivio storico comunale di Rimini, in Archivio di Stato di Rimini [ASR], sotto la data del 29 luglio 1799, c.
25r. (La sigla AP indica gli Atti Pubblici della Municipalit di Rimini. Molti di tali documenti non hanno nu merazione progressiva delle carte o delle pagine.) La Commissione per ricevere, riconoscere, ed
inventariare tutti gli oggetti, e parte che sono state tolte tanto al pubblico Palazzo, che ad alcuni Particolari
nella ben nota emergenza, stata istituita il 3 giugno 1799 [ibid., c. 3r], composta da Pompeo Rufo,
Alessandro Buonadrata, Nicola Manzaroli e Pietro Brunori.
Cfr. M. A. ZANOTTI , Giornale di Rimino dellanno MDCCIC, Tomo decimo, SC-MS. 317, BGR. Zanotti scompare
nel 1830, a 74 anni.
Cfr. G. CANDELORO, Storia dellItalia moderna, I, Le origini del Risorgimento, 1700-1815, Milano 1956, pp.
270-271.
Cfr. V. SANI, Le rivolte antifrancesi nel Ferrarese, Folle controrivoluzionarie a cura di A. M. RAO, Roma
1999, p. 210.
Cfr. M. VIGLIONE, Rivolte dimenticate. Le insorgenze degli italiani dalle origini al 1815, Roma 1999, p. 191.
Sullimpostazione data da questo autore al racconto dei fatti riminesi, rimando alla nota seguente.
Forse il soprannome (come le usanze popolari dimostrano), voleva indicare il personaggio ricorrendo alla
figura retorica dellironia che fa intendere il contrario di quanto si dice, mediante un tono di irrisione. Ci
troveremmo cos davanti non ad un personaggio eroico, ma ad un fanfarone, come il soldato plautino.
Secondo il cit. VIGLIONE, Martiniz sbarca dopo linsorgenza popolare, guidata da Giuseppe Federici. La
ricostruzione di questo autore non fedele: mentre Zanotti fa rientrare i pescherecci quando il brigantino
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numerosa di gente sussurrante del Porto. Tutta questa parte della vicenda
manca nella Cronaca di Giangi, il quale prosegue ricordando soltanto: La
notte per varj ladri particolari armati sono andati in Casa Lettimi, e in Casa
Ferrari voler del denaro.
La differenza tra le narrazioni di Giangi e Zanotti, dipende dal diverso
atteggiamento nei confronti della vicenda, che essi assumono nelle loro
cronache. Anzitutto Giangi, al contrario di Zanotti, ne subisce le conseguenze
nella notte tra 27 e 28 giugno, con un traumatico arresto che , come
vedremo, frutto di unavversione particolare nei confronti suoi e della sua
famiglia. Giangi inoltre fa un semplice resoconto, mentre Zanotti ambisce a
comporre una ben pi articolata e complessa pagina descrittiva, nella quale
esprimere una precisa (ma anche molto addomesticata) interpretazione degli
eventi 10. Tra i due esiste infine una diversit culturale: mentre Zanotti uomo
di studio e di lettere, Giangi un semplice mercante che compila le sue carte,
si direbbe, per passatempo (ed in questo caso, per testimonianza), senza
quella specifica intenzione storiografica che troviamo nel suo pi illustre
collega il quale fu pure archivista comunale.
A Zanotti preme di dimostrare che la rivolta antifrancese fatta in
nome di ideali politici e religiosi a cui doveva essere tributato il massimo
rispetto, perch rovesciavano i pericolosi princpi di libert propagandati dalle
truppe repubblicane e da quanti le avevano applaudite. Nelle pagine del
Giornale, dove si narrano gli sviluppi dei giorni seguenti, Zanotti accompagna
inevitabilmente allelogio degli Insorgenti pure la denuncia degli eccessi
commessi in quei giorni a Rimini, che egli attribuisce non agli stessi promotori
della rivolta antifrancese, ma a quella popolazione che loro saccompagnava,
provocando azioni che il nostro cronista definisce non condivisibili, anzi
decisamente condannabili.
Questa distinzione, in apparenza intelligente ed acuta nel contesto
letterario della pagina, non regge allatto della verifica logica della narrazione:
il giudizio storico devessere rivolto ai fatti nel loro complesso, non pu essere
interpretazione e giustificazione delle intenzioni (buoni i marinai, cattivi i
villani calati dalla Campagna, e dai vicini monti): soprattutto anche
perch non sappiamo sino a qual punto quelle intenzioni fossero veramente
degli Insorgenti oppure soltanto dellautore del Giornale.
Uno studioso riminese dellOttocento, Antonio Bianchi racconta quegli
stessi fatti con una lucidit che saccompagna ad una freschezza di ricordi se
non personali almeno famigliari: le sue parole, pi che da storico, sono quasi
quelle di un testimone, essendo nato nel 1784, e vivendo, allepoca degli
eventi esposti, a Rimini, dove attorno al 1790 il padre si era trasferito dalla
austriaco fa fuoco, VIGLIONE anticipa linsurrezione marinara a prima dello sbarco austriaco, per
valorizzare la figura di Federici.
10 Ho avuto gi modo di accennare alla mentalit di Zanotti, scrivendo come essa avesse unimpronta
codina, e fosse pi portata a credere nelle verit delle leggi e del potere che le incarnava, piuttosto che nel
primato del divenire storico: cfr. Lopulenza superflua degli Ecclesiastici, Studi Romagnoli L (1999, ma
2002), pp. .
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nata Savignano per fare educare meglio il figlio 11. Scrisse Bianchi che i nostri
paesi scarsi di presidj tumultuavano, specialmente per essersi innoltrati gli
austriaci fin sul Ravennate, quando il 30 maggio alla vista di un reggimento
austriaco scoppi una rivolta nella marineria, alla quale si unirono i birbanti
della citt secondo il solito, rivolta gi preparata e combinata 12.
La penna di Bianchi stava per procedere oltre, come documenta il
manoscritto, edito da Luigi Vendramin 13, per precisare che la rivolta era stata
combinata dal .... Ma un ripensamento lo porta a cancellare quel dal che
avrebbe introdotto un chiarimento, il quale sarebbe stato assai utile oggi per
noi, ed a limitarsi ad unaffermazione che potrebbe apparire generica, mentre
in sostanza non lo . Bianchi spiega che quellinsorgenza non era unazione
spontanea ma appunto combinata: la sua opinione reca cos un altro
significativo contributo nellinquadramento degli eventi riminesi. Bianchi era un
cattolico alieno da simpatie o nostalgie rivoluzionarie, anzi piuttosto
conservatore. Egli si mostra fortemente critico nei confronti del potere
temporale. Lequilibrio di giudizio che appare nella sua Storia di Rimino, deve
suggerirci di considerare con attenzione la cancellatura, che forse Bianchi usa
per non apparire troppo pettegolo riguardo ad avvenimenti a lui troppo vicini.
Ritornando a Zanotti, va detto che il suo racconto, nella posizione
pregiudiziale di favore e simpatia nei confronti dei protagonisti dellasserita
controrivoluzione, non coglie altri aspetti che appaiono evidenti e primari nella
successione degli eventi: i marinari non soltanto partecipano (lo vedremo
tra breve) a tutta una serie di gravi disordini contro cose e persone della citt,
ma (come si spiegher) bloccano la vita politica di Rimini sino al punto di
rendere necessario un governo provvisorio che deve dialogare con linvasore
austriaco, da cui riceve legittimit istituzionale, in unambigua fase di
transizione.
Dalla serie dei fatti realmente accaduti, potremo anzi ricavare un
giudizio opposto a quello espresso da Zanotti: ai marinai non interessava
soltanto cacciare i francesi, ma soprattutto approfittare della confusione
militare (e politica) esistente in quei momenti, per imporre con la violenza al
governo della citt un mutamento sostanziale che eliminasse il tradizionale
sistema di rappresentanza basato sui due ceti di Nobili e Cittadini (i
borghesi). Questo sistema li teneva lontani dal diretto controllo della cosa
pubblica, mentre essi si dimostravano da tempo, ed in maniera
incontrovertibile, uno dei motori delleconomia locale.
Ovviamente, Zanotti non poteva accettare che tutto questo accadesse,
e non poteva condividere anche gli aspetti negativi di quellinsorgenza: per
tale motivo, nel proprio racconto, deve accompagnare alle scene (a lui gradite)
in cui si grida a favore della Religione e del papa, anche quelle verso cui
esprime la sua condanna, cio quelle in cui agisce la malcostumata plebe ed
11 Cfr. A. MONTANARI, Antonio Bianchi scrittore, in A. BIANCHI, Storia di Rimino dalle origini al 1832, Rimini
1997, p. XV.
12 Cfr. BIANCHI, op. cit., pp. 172-173.
13 Luigi Vendramin ha curato la trascrizione del ms. pubblicato nelled. di cui alle due note precedenti.
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Queste, che sfidan gi venti e procelle | Genti intente a le reti, al remo, a lamo, | Le amiche loro
lasciando navicelle, | Fecer Fabert dardir ripiene gramo. (Fabert, gi cit. da Giangi, era il comandante
francese nella piazza di Rimini.)
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(od anche, nel migliore dei casi, per semplice disinteresse), non si esaminato
il significato del suo Giornale; ci si limitati a riprenderlo allo scopo di
costruire una trama narrativa di sottofondo, oppure per usarlo a conferma di
tesi applicate in sede locale a determinate questioni ideologico-politiche come
il fenomeno delle insorgenze. Vale anche per Zanotti quanto ha osservato
Anna Maria Rao in sede nazionale: a forgiare immagini negative delle
insorgenze popolari sono soprattutto le cronache redatte da membri del clero
o delle lites locali legittimiste: fonti preziose, spesso le sole disponibili per la
ricostruzione degli eventi, ma che molto ci dicono non tanto delle attitudini
popolari quanto delle paure di borghesi e possidenti 28.
4. Il quadro internazionale
Un altro aspetto preliminare da considerare, riguarda la capacit di
condizionamento che la rivolta dei marinai ha sul regolare corso della vita
amministrativa riminese. Gli insorti riminesi dimostrano un forte potere
contrattuale pure nei confronti delle autorit militari austriache. Essi si
permettono di disobbedire impunemente ai loro ordini ed ai progetti di
riappacificazione proposti, anzi imposti.
La provvisoria Magistratura che ne deriva, va aggiunto, non
soltanto una conseguenza della crisi interna alla societ riminese, bens pure
dellemergenza politica provocata dagli eventi militari che hanno contribuito a
rendere ancora pi instabile e squilibrata la situazione cittadina.
Quando muta il contesto internazionale, anche a Rimini cambiano le
cose, a dimostrazione della sovranit limitata a cui gli Stati italiani sono stati
sottoposti dal sistema politico europeo dellequilibrio 29, e dalle divisioni
territoriali della Penisola. Come ha scritto S. J Woolf, lItalia per tutta la prima
met del secolo XVIII stata considerata soltanto una pedina nel gioco
diplomatico europeo, rimanendo un oggetto di secondaria importanza fino ai
nuovi conflitti aperti dalla rivoluzione francese 30.
come denunci il prof. Luigi Dal Pane, docente dellUniversit di Bologna. Tempo fa, mentre stavo
componendo una storia dellAnnona riminese nel 1700, poi pubblicata con il titolo de Il pane del povero in
Romagna arte e storia (n. 56/1999, pp. 5-26), consultai un testo di Luigi Dal Pane del 1932, dove si
dichiarano tre cose: che la controversia sullAnnona era rimasta ignota in campo scientifico; che non si
potevano svolgere altre indagini per il preclaro disordine dellArchivio comunale; e che gli scrittori di
storia riminese [...] vi accennarono da cronisti, e, come al solito, non cercarono di penetrarne lintimo
significato. Prosegue Dal Pane: Carlo Tonini copi dal Giornale dello Zanotti non senza cambiare qualche
frase e mutare la costruzione del periodo [...] per occultare il plagio: cos, invece di chiarire le cose [...] le
imbrogli, per cui alla fine certi passi che erano chiari e significativi nella prosa dello Zanotti, divennero
oscuri e senza colore in quella del Tonini. (Cfr. A. MONTANARI, La Scienza illustrata, Il Ponte, Rimini, 6
gennaio 2002.) Lo scritto di L. DAL PANE Una controversia sullAnnona di Rimini nel secolo XVIII, Rivista
internazionale di scienze sociali e discipline ausiliarie, XL (1932), III, pp. 327-345.
28 Cfr. A. M. RAO, La questione delle insorgenze italiane, Folle controrivoluzionarie, cit., p. 33.
29 Le guerre europee (1667-1772) ridisegnano i rapporti tra gli Stati del continente ed anche la carta geopolitica dellItalia: basti ricordare lacquisto austriaco della Lombardia nel 1714 (pace di Rastadt) che
condiziona, nel bene e nel male, tutta la successiva storia della Penisola. (Per ci che riguarda la nostra
realt locale, importante sottolineare la politica austriaca diretta a conquistare il predominio
sullAdriatico.)
30 Cfr. S. J. WOOLF, La storia politica e sociale, Storia dItalia. 3. Dal Primo Settecento allUnit, Torino 1973,
p. 7.
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39 Lattivit politica pubblica di Felici Capello nel corso del 1799, attestata da lettere della Municipalit di
Rimini a lui rivolte, di cui diremo infra. (Cfr. anche AP 617, 13 luglio 1799, c. 17v, per una sua convocazione
dal Magistrato.) Egli muore nel 1836, ad 80 anni. Di lui Giangi scrisse, come riferisce C. TONINI (nel cit.
Compendio della Storia di Rimini, II, p. 502), che sarebbe asceso tantalto pi per le raccomandazioni del
cognato Marchese Innocenzo Belmonti, che per meriti proprii.
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44 Cfr. A. MONTANARI, Una fame da morire, Carestia a Rimini 1765-1768, Pagine di Storia & Storie, a. V, n.
11, supplemento al settimanale Il Ponte, Rimini, 14 marzo 1999.
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Il verbale non dice che il cambio di residenza si era reso necessario dopo il saccheggio del giorno
precedente. Giangi scrive semplicemente: La residenza del Magistrato in Casa Gambalunga. Zanotti
invece precisa: i nuovi eletti provvisoriamente posero la loro residenza nel palazzo Gambalunga finche
fosse ricomposta lantica primiera residenza del palazzo magistrale il giorno avanti manomesso, lo che non
si effettu poi, che ai 12 Ottobre avvenire del corrente anno. Questultimo particolare forse indica
qualcosa sullentit dei danni arrecati alla residenza municipale dagli insorti.
51 Lo stesso primo giugno 1799 [AP 504], al comandante austriaco, i Magistrati scrivono: Larrivo di vostra
Eccellenza in questa Citt ci ricolma di giubilo, e ci anima a sostenere la Magistratura provvisoriamente
conferitaci dal Popolo.
52 Cfr. il cit. Prospetto, delle miserie di questa citt, AP 504: qui si dice che De Potts si degn confermarci
nellUfficio.
53 Sulla lunga crisi economica della citt, in fasi anteriori, anche prima dellarrivo dei francesi, cfr. il cit. Fame
e rivolte nel 1797, passim.
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situazione: mancava il denaro 54, mancava il grano 55, non cerano altri generi
necessari, e soprattutto difettava una forza sufficiente (a mantenere
lordine). Inoltre si denuncia la perdita della maggior parte delle scritture e
de Libri Pubblici, bruciati o derubati nel saccheggio. Gli stessi eletti
aggiungono che s accettavano lincarico per zelo, ed amor della Patria, ma
che non potevano assumere nessuna responsabilit stante la suddetta
mancanza.
A questo punto, il maggiore De Potts incarica il tenente Giacomo
Viezzoli di accordarsi con la nuova Magistratura riminese allo scopo di
concertare, e prendere i mezzi opportuni alloccorrenza, dando ad essa le
analoghe facolt. Il verbale firmato da Giacomo Viezzoli per ordine del
Mayor Comandante Potts 56, e controfirmato da Girolamo Soleri e Carlo
Zollio. Finito il governo austriaco, sintravede cos lombra protettrice di
quello austriaco. (Viezzoli ha appena assunto lincarico di Comandante di
questa Piazza, leggiamo in Zanotti. Negli atti della Reggenza egli definito
Uffiziale dIspezione [AP 617, il 16 giugno 1799, c. 7v].)
La nuova Magistratura, nella stessa mattinata, pubblica un proclama
di ringraziamento al Popolo, ed istituisce una Guardia Civica alle dipendenze
di Giovanni Battista Agolanti, composta da quattrocento persone 57. Nel
contempo, il vescovo riapre il suo Tribunale, e gli uffici dei Vicariati foranei,
invitando tutti alla quiete. Parole al vento. Prosegue Zanotti: ma con tutte
queste affabili esortazioni gli armati, specialmente della marineria, che in copia
ricoprivano la Citt, e ne dirigevano le operazioni a loro talento, non
desistevano dallinveire contro diverse Persone, e Famiglie che si erano
dimostrate ligie al passato Governo.
Si ripetono danni alle abitazioni ed arresti di molti Individui anche
ecclesiastici, e nobili. Qualcuno riesce a fuggire. Chi catturato, imbarcato
e trasferito ad altro Paese. Tra gli arrestati c anche il bargello Antonio
Maria Palladini, spedito assieme ad altri in barca a Cervia: nonostante la sua
abilit, ed attenzione, Palladini non ha incontrato il gradimento del Popolo
54 Il 16 agosto 1799 [B 22], la Municipalit riminese progetta di chiedere ai Benestanti di sovvenire la Patria
con delle somme volontarie, al frutto del cinque per cento. Il 24 agosto si decide la vendita delle posate
del Pubblico [AP 617, c. 30v.].
55 Sul problema dellapprovvigionamento del grano, in AP 617 si trovano alcuni documenti relativi a tutto il
periodo della Reggenza provvisoria. Il primo del 12 giugno 1799 [c. 5r]. Come si constata in ibid., cc 9-10,
deliberata una generale diminuzione dei prezzi dei generi alimentari. A settembre, si chiede alle autorit
austriache di permettere lacquisto di grano a Trieste, cosa che allora non era possibile, e poi in Ungheria:
cfr. AP 505, Copialettere della Municipalit, dal 19.9.1799 al 3.2.1800, ASR, passim, mese di novembre
(lettere dirette al commissario provinciale Giuseppe Pellegrini); e B 22, lettera di Pellegrini del 25
novembre 1799.
56 Il comandante Potts ordina che, con il ripristino del sistema pontificio, si riuniscano allamministrazione di
Rimini tutte le Comuni del Contado, e le Ville del Barigellato, compresi quelle di Bellaria, ed il Borgo di
Cattolica, che nerano stati smembrati per la legge del 21 vendemmiale anno 7; e tornarono i Luoghi di
Verucchio, S. Ermete, e S. Martino de Molini, che erano stati uniti al loro primiero Corpo (lettera alla
Reggenza di Cesena, 22 ottobre 1799, AP 505).
57 La tassa di famiglia pel mantenimento della Guardia Urbana cade sopra i Possidenti, Mercanti, e Capi
darte che hanno capitali in questa Citt, e suo Territorio. Siccome questi vengono ad essere diffesi dalla
Forza, cos Essi soli debbono portarne il peso. La tassa di 40 baj mensili. Lettera del 18 agosto 1799 al
comandante della Guardia Urbana. Sullattivazione della tassa, cfr. la delibera del 10 agosto 1799 in AP
617 (c. 27v), dove si cita il relativo editto del 4 agosto
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, finendo nella lista di proscrizione dei rivoltosi. (Di lui, dovremo riparlare.)
Ancora disordine e spavento, dunque: e tutto questo giorno colla
notte susseguente non f che un tempo di tumulto, e di confusione in continuo
timore di funestissime vicende, prosegue Zanotti. Si cancellano i segni del
passato regime, come i primi articoli della Costituzione repubblicana che erano
stati incisi in marmo sopra le arcate del palazzo municipale, mentre il
popolo vomita le esecrazioni pi orribili contro i francesi. Sulla scorta di
Zanotti che parla dei bravi marinari come protagonisti dei nuovi disordini,
Carlo Tonini ipotizza che a guidarli sia ancora quel Federici, soprannominato il
Glorioso 59. Il fatto strano che Zanotti non scriva nulla al proposito: forse
ancora angustiato dalla constatazione che leroe Federici commetta continue
illegalit.
Il 2 giugno Viezzoli, per rimettere il buon ordine, e far cessare lo
spirito di violenza, scrive Zanotti, provvede a pubblicare un editto in cui si
legge che se plausibile lo zelo, e lattivit del Popolo per la difesa della sua
Patria, appare intollerabile labuso, e lo sregolamento con cui si conduce ad
un s bel fine. Si arruola anche la Guardia urbana, con beneficio seralmente
di mezzo boccale di vino, di una pagnotta, e di oncie otto di carne per
ciascuno dei quattrocento uomini che potranno farne parte. Soltanto a loro
permesso di prender le armi, che sono dichiarate proibite per tutti gli altri,
mentre si minaccia la fucilazione ai chi far suonare arbitrariamente la
campana a martello.
Neppure leditto di Viezzoli produce leffetto desiderato: il 3 giugno
pomeriggio, cio appena entra in funzione la Guardia urbana, gli armati
marinari arrestano Barbara Belmonti, esponente di una delle pi note
famiglie riminesi, e figlia di Gian Maria che pi tardi subir la stessa sorte, in
maniera ancor pi drammatica 60. Barbara Belmonti sospettata di aver
nascosto il comandante cisalpino generale Chirau. La catturano nella sua villa a
San Lorenzo in Correggiano e la trasferiscono a Rimini fra le grida
vituperevoli del Popolo: soltanto dopo linterrogatorio, e non senza gravi
impegni Barbara Belmonti ottiene di essere restituita alla propria abitazione.
Zanotti ritiene che tutto ci sia provocato non dalle azioni dei bravi
rivoltosi, ma dalla mancanza delle promesse truppe tedesche, senza le quali
la citt si trovava fra la confusione, ed il tumulto materialismo degli armati
marinari in uno stato pericoloso, ed infelice di continua combustione, e di
anarchia.
Nessuna colpa hanno i nobili, secondo Zanotti: da bravi
antirepubblicani, essi si dimostrano intrepidi, coraggiosi, arditi. Li muove
amor di patria, attaccamento alla Religione ed un giusto irritamento in essi
eccitato da danni enormi, e dagli insulti nazionali loro riferiti dai Protettori, e
Fautori del Repubblicanesimo. Quindi, linsorta Plebe, che giornalmente
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Cfr. R. COPIOLI, Ildegarda oltre il tempo, Rimini 1998, p. 64, nota 23. Sulla genealogia della famiglia
Belmonti, cfr. M. A. ZANOTTI , Genealogie di famiglie riminesi, SC-MS. 187-188, c. 134 (ora c. 144), BGR.
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Il ritorno allo status quo ante, un fatto illogico sotto il profilo politico
ed istituzionale: il sistema pontificio richiedeva collegamenti con il Legato e con
Roma; ora che tali collegamenti non esistono pi, la realt locale privata di
quella capacit amministrativa che le derivava dal potere superiore e che ne
legittimava lazione. Il provvedimento austriaco ripristina soltanto una
parvenza del sistema pontificio, intervenendo semplicemente sugli elementi
cittadini: ma nello stesso tempo, per evitare che essi assumano i contorni e le
caratteristiche di un comportamento anarchico, simprime il sigillo del
Cesareo Regio Magistrato Provvisorio, cio della dipendenza dal potere della
forza militare occupante.
Il secondo proclama dell8 giugno diretto al popolo: il nucleo centrale
riguarda i poteri del Cesareo Regio Magistrato Provvisorio, i cui
rappresentati sono definiti custodi gelosi dei veri diritti delle Genti. La
premessa cerca di adulare i riminesi: essi, sotto il governo francese, hanno
dimostrato una religiosa condotta, scegliendo un giovevole silenzio che ha
evitato sia le discordie civili sia le sanguinose fazioni. Ora che Dio ha
benedetto infine le armi austriache, sul Reno ed in Italia, ecco che anche a
Rimini dissipato finalmente il capriccio, e il dispotismo degliniqui. Ora
bisogna allontanare inimicizie, ingiustizie e minacce contro il prossimo,
lasciando a Dio ed allImperatore di Germani la cura di punire i ribelli, i
malvagi, i libertini.
Il fine che Viezzoli vuole raggiungere, commenta Zanotti, quello di
far cessare lopera della marinareccia armata, che con unattivit troppo
materiale, e senza principii non potea sortir nel buon esito della pubblica
tranquillit. Abbiamo cos, finalmente, la prima chiara ammissione che la
colpa della crisi in cui Rimini era precipitata, andava attribuita alla
marinareccia armata che faceva il bello ed il cattivo tempo, senza riguardi
per nessuno, neppure per il vescovo Ferretti al quale avrebbe dovuto prestare
ascolto se avesse veramente voluto agire in difesa della Fede. (La
marinareccia armata come s visto, era inserita, almeno in parte, nella
Guardia urbana.)
Zanotti aggiunge che questa gente insubordinata, ed incolta si era s
fattamente immersa nel sovrastare lordine sociale, che le superiorit non
vedeansi, che malamente attese, e peggio servite con danno proprio, e delle
sue Famiglie mancanti della sussistenza loro recata dagli utili dellarte
pescareccia, e della navigazione che avevano abbandonata.
Queste osservazioni servono a Zanotti per introdurre il terzo proclama
di Viezzoli, diretto agli stessi marinai, a cui si ordina di riprendere
sollecitamente lusato loro mestiere. Ogni capo-parone di barca grande deve
lasciare in terra due soli individui della sua ciurma; per le barche piccole, se
ne lascia uno soltanto. Questo numero riconosciuto bastante a provvedere
alloggetto della sicurezza, con il dovuto zelo e con subordinazione al
necessario servizio militare. Ai marinai rimasti a terra proibito dentrare
nelle case con il pretesto della ricerca del vino, o con qual siasi scusa; ed
ordinato di non oltraggiare alcuno nella persona e nelle sue cose. Allo scopo,
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63 La distribuzione delle sovvenzioni affidata ai parroci del Borgo di San Giuliano, don Filippo Copioli, e di
Santa Maria al Mare, don Giammaria Innocenti.
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68 Cfr. nel mio La filosofia della volutt, Aurelio Bertla nelle lettere di Elisa Mosconi, Rimini 1997, passim.
69 Cfr. A. MONTANARI, Dalla citt nuova ai Francesi. Aspetti di vita sociale nel Settecento, Storia di Cervia, III.
1. Let moderna, Rimini 2001, passim.
70 Loriginale del proclama si trova in BGR, Fondo Gambetti, Stampe Riminesi.
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Leggiamo in Giangi: il 23 giugno 1799, a Senigallia sono ritornati i francesi: arrivano a Rimini 27
barchette cariche di gente fuggita da Sinigaglia e Fano; il 24 giugno, Partono molti Insorgenti per
Pesaro; ed il 25 giugno, Vanno a Pesaro degli Insorgenti. Si accendono ogni sera i lumi alle fenestre.
74 Si tratta di Lorenzo Drudi che fu un sapiente Medico, profondo filosofo, libero Pensatore, e in ogni genere
di letteratura assai erudito, e buon critico, gran Bibliografo, nonch bibliotecario della Gambalunghiana
tra 1797 e 1818: cfr. G. URBANI, Scrittori e prelati riminesi, SC-MS. 195, BGR, p. 265. A Drudi la Reggenza
scrive il 7 ottobre 1799 [AP 505] per la riapertura della Biblioteca Gambalunghiana, osservando:
Ignoriamo quali siano i motivi, che ne impediscono lapertura, e chiedendogli di illustrarli alla stessa
Reggenza. (Come si visto, il palazzo Gambalunga, sede della Biblioteca, era divenuto la residenza
municipale provvisoria.)
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sia gli eletti alla Magistratura: De Loy vuol andarsene, gli amministratori
intendono dimettersi. Il comandante austriaco fermato in modo brusco sul
porto, da un gruppo di marinari. La Magistratura pubblica ancora un editto
per riportare la calma in citt. I primi a farne le spese sono gli Ebrei, per i
quali il 21 giugno ripristinato lantico loro segnale sul cappello: con il
ritorno al sistema, che vigeva sotto il Governo Pontificio, non si poteva
trascurare quella parte, che riguarda la necessaria distinzione degli Ebrei dai
Cattolici [B 22]. Il provvedimento non piace al Comando militare, secondo
quanto si ricava da una lettera che il vescovo di Cervia Gazzola invia il 23
giugno [B 22] al Magistrato di Rimini: Se nello Stato di S. M. I. si prattica in
contrario, ci non toglie, che fino allorganizzazione del nuovo Governo non si
debbano osservare le leggi di quello passato (il pontificio), nel momento che
il Popolo lo chiede per un zelo di Religione, che appunto ora si vuole in trionfo,
onde resti conservata la quiete, e la pubblica tranquillit. Gazzola non solo
non disapprova, ma elogia il proclama riminese: Un Cristiano non si
vergognerebbe di essere contrasegnato per tale; sicch lEbreo ancora non
deve ricusare di farsi conoscere per quello, che Egli .
La Magistratura incarica i mentovati sacerdoti Zollio e Ioli di svolgere
ulteriore opera di convincimento presso i marinai, per farli desistere dalle
prepotenze e dalle violenze. Intanto quasi tutti i detenuti sono rilasciati.
Soltanto pochi restano in carcere per un pi rigoroso esame.
I nobili Francesco Martinelli, Carlo Sotta, Girolamo Graziani ed il
negoziante Giovanni Santi sono nominati componenti di una Commissione
straordinaria di Polizia 75 che deve agire in attesa dellarrivo dei militari
austriaci (che avviene il 3 luglio). La Magistratura di Rimini non avea per
lincertezza annunciato larrivo dei soldati austriaci, osserva Zanotti,
aggiungendo che ufficialmente si accenna al fatto soltanto la mattina del 4
luglio. Ai centocinquanta soldati della cavalleria imperiale la gente indirizza
manifestazioni di fanatico entusiasmo: popolani dentrambi i sessi baciano le
gambe dei militari ed anche i loro cavalli. Alla prima avanguardia segue, la
sera giorno successivo, la truppa che il vescovo, i magistrati ed i nobili su
carrozze di gala vanno ad attendere alla porta nord di Rimini: sono
cinquecento soldati preceduti da un folto gruppo di marinai.
11. La Reggenza di Romagna
Il 5 luglio giunge con la truppa anche il colonnello barone De Buday,
capitano della cavalleria e, soprattutto, comandante della Romagna 76. Si apre
una nuova fase nella vita politica della citt, anche se il clima politico non muta
granch. Scrive Zanotti: non mancavano degli uomini torbidi, che
spargessero voci allarmanti con false relazioni che rattristavano la
75 Cfr. in AP 617, 30 giugno 1799, c. 12r.
76 Due giorni prima, lo stesso De Buday ha confermato Garampi nellimpiego di comandante della Guardia
Urbana: cfr. AP 908, Epistolario, 1799-1801, ASR, ad diem.
pag.
29
79 Il 25 luglio 1799 [AP 617, c. 24v] la Reggenza riminese incarica Daniele Felici Capello di contattare la
Reggenza di Ravenna, per rimediare agli estremi, e molteplici bisogni della nostra Patria. Cfr. pure la
lettera della Reggenza provinciale del 27 luglio 1799, B 22.
80 Cfr. il cit. AP 908. La richiesta di Rimini appoggiata anche dalla Reggenza provinciale (lettera del 26
luglio 1799, B 22: Si avr principalmente lavvertenza di far cadere lelezione sopra dei soggetti, che
godino la confidenza del Pubblico, e del Governo, e si dovranno prendere soltanto provvisorie misure).
81 Si veda al proposito il gi cit. documento del 7 febbraio 1797, sulla situazione deplorabile di Rimini (v.
alla nota 72).
82 Da Ravenna il vice presidente Federico Rasponi il 6 agosto 1799 [B 22] fa notare che anche in quella citt
sperimentasi la stessa penuria di denaro, per cui difficile si rende il rinvenirne ad interesse.
pag.
30
85 Cfr. la lettera del 26 luglio 1799 della Municipalit riminese alla Reggenza provinciale provvisoria [AP 504]:
vi si parla della ragione di non opporsi agli Ordini della Reggenza sino al risultato del ricorso.
86 Cfr. altra lettera del 26 luglio 1799 [AP 504], diretta a Daniele Felici Capello.
87 Cfr. la lettera alla Reggenza di Cesena, 19 agosto 1799 [AP 504].
88 Cfr. la lettera della Magistratura riminese alla Reggenza di Forl [AP 504].
pag.
31
89 Un ruolo di primo piano nella vertenza assunto dallavvocato imolese Mancurti Del Caretto: cfr. le lettere
a lui dirette dalla Municipalit riminese il primo ed il 19 agosto 1799 [AP 504]. Cfr. anche lettera
dellamministrazione imolese a quella di Rimini del 9 agosto 1799 [B 22].
90 Lincarico gli affidato il 10 luglio 1799, AP 617, cc. 16v-17v: la proposta di costituire una delegazione
romagnola con il compito di contattare il generale Klenau, del magistrato di Forl Luigi Brosi, ben
conosciuto a Rimini, perch, come si detto, stato il Governatore della citt sino al 2 febbraio 1797. In
tale documento si legge: La Reggenza Provvisoria destinata per Ravenna si arroga tale superiorit, che
giusta la sua istituzione non le compete sopra le altre Citt della Provincia. Si dovr chiedere a Klenau di
dichiarare che Ravenna non ha altra facolt, che sopra i propri Abitanti, e Territoriali, come hanno le altre
Magistrature. Il 13 luglio 1799, ibid., c. 18r, si decide ancora di chiedere una Reggenza provinciale
autonoma da Ravenna. Cfr. pure ibid., c. 28r, la cit. delibera dell11 agosto 1799.
91 In lettera alla Reggenza di Forl, si parla della capitolazione seguita fra le Reggenza di Ravenna, e le
cinque Citt unite mediante i Signori Deputati Mancurti, e Codronchi, e linterposizione di quel Mons.
Arcivescovo [18 agosto 1799, AP 504].
92 Cfr. la lettera al cit. Felici Capello del 18 agosto 1799 e allavv. Mancurti Del Caretto del 19 agosto [AP
504]. Sul problema esistono anche altre lettere del 19 agosto alle amministrazioni di Cesena e Forl.
93 Cos leggiamo nella cit. lettera del 19 agosto 1799 allavv. Mancurti Del Caretto.
94 Lettera alla Reggenza di Faenza del 19 agosto 1799 [AP 504].
pag.
32
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33
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34
1799] che linstallazione da farsi della nuova Reggenza a forma deglOrdini del Sig. Generale Klenau non
deve sospendere leffetto delle disposizioni dei tre Editti indicati da Rimini nel messaggio del 13 agosto
1799, e che sembrano essere proprio questi ricordati da Zanotti.
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36
Importanti sono le osservazioni che COPIOLI, op. cit., p. 65, nota 23, fa sopra la morte di G. M. Belmonti,
ipotizzando anche che su di lui sia piombata la giustizia massonica. Egli era stato ministro della Cisalpina
presso il Granduca di Toscana. Un bel ritratto (ricordo accorato, lo definisce COPIOLI, ibid., p. 60, nota 19)
del personaggio, della sua cultura e delle sue idee politiche, tracciato in URBANI, op. cit., pp. 669-678: G.
M. Belmonti pot attingere quel filosofico insegnamento, che tanto fa onore al secolo XVIII. per la copia de
lumi, che ad illuminare i Popoli sui loro veri diritti ne deriv, e che pel molto imperversare della in oggi
dominatrice intolleranza non sar giamai che sia tolto di mezzo, con danno della ragione, e del vero.
pag.
37
vera cagione del suo arresto: quella di Gian Maria Belmonti sembra una
vicenda orchestrata da misteriosi personaggi che agivano nellombra e che
fanno pensare ad una regia segreta anche dietro il manifestarsi del furore
popolare.
Il 25 settembre [AP 505] Garampi sequestra indebitamente del
formentone portato da un contadino in casa di una donna di Marina: secondo
la Reggenza non ci sono prove sufficienti per dichiararlo contrabbando (il
reato previsto soltanto se avviene limbarco della merce). Di conseguenza si
ordina il rilascio del contadino arrestato.
Il 4 ottobre Garampi invia alla Reggenza un piano per la formazione di
una nuova Guardia urbana. La Reggenza rimanda la decisione
allamministrazione provinciale [5 ottobre, AP 505].
Il 16, 17 e 18 ottobre i marinari organizzano un solenne triduo di
ringraziamento per li riportati favori nel conflitto co Francesi del d 31 maggio
scorso: Zanotti aggiunge che vi partecipa tutta la popolazione del Borgo di
San Giuliano. (Una curiosit insignificante, forse: perch il ringraziamento
celebrato con quattro mesi di ritardo? Pi che un ritardo, potrebbe essere la
conferma di voler continuare a controllare la piazza.)
Il 2 novembre [AP 505] la Reggenza lamenta leccesso di spesa per la
Guardia urbana (diecimila e pi scudi lanno). Lo stesso argomento
affrontato l11 novembre [ibid.]: il costo sostenuto assorbe tutte le sostanza
comunitarie, con uno smisurato sbilancio fra entrate ed uscite. I solleciti
precedenti inviati a Garampi dalla Reggenza per cambiare sistema e diminuire
la spesa, non hanno ottenuto risposta. Si rischia cos il totale dissesto della
pubblica Economia: occorre ridurre le forze ed introdurre anche una tassa
personale per let, e capitoli determinati di persone capaci di servire la
Guardia Civica 113.
Il 17 dicembre Garampi pubblica un proclama sullordine pubblico con il
quale si aumenta il numero dei pubblici esecutori, o ministri di Giustizia, e si
impartiscono precisi ordini al fine di evitare arresti arbitrari. Per ogni arresto,
leggiamo in Zanotti, si deve ricevere un ordine di esecuzione. Le esecuzioni
debbono poi avvenire senza vessazioni, n contumelie. I ministri di
Giustizia, ordina infine Garampi, debbono levarsi il cappello al passaggio dei
militari della Guardia urbana.
Quattro giorni dopo, il 21 dicembre, la Reggenza riminese scrive al
commissario Pellegrini 114 che i timori sulla pubblica tranquillit espressi da
Secondo Urbani, Belmonti fu vittima dellinvidia, e della vendetta di alcuni componenti dellOrdine dei
Nobili. (Sulla figura di Urbani, cfr. infra.) Partendo dal ritratto composto da Urbani, COPIOLI (ibid., p. 60)
scrive che G. M. Belmonti fu un idealista, un avventuroso, un rivoluzionario passato alla politica
attraverso le idee dei filosofi. Sullarresto di G. M. Belmonti, cfr. la lettera del Delegato Regio di Polizia di
Bologna alla Reggenza di Rimini del 21 dicembre 1799, AP 722. ANTONIOLI (op. cit., pp. 215-217, nota 2),
sottolinea lindipendenza di giudizio di G. M. Belmonti nei confronti degli occupanti francesi, e la sua
sollecitudine a frenare le requisizioni da essi operate. La stessa autrice (pp. 232-233, nota 30) sottolinea
che Daniele Felici Capello nel 1781 aveva sposato Innocenza Belmonti, sorella di Gian Maria, e scrive: Si
impone la riflessione che Daniele Felici nulla fece per cambiare la sorte del cognato nel 1799.
113 Cfr. anche ibid. alle date del 19 novembre 1799 e 10 dicembre 1799, in lettere rispettivamente dirette a
Garampi ed a Pellegrini.
114 Cfr. AP 545.
pag.
38
Garampi non hanno verun fondamento: Regna la quiete nella Citt nostra,
in modo che non si conosce pericolo alcuno, che possa rimanere turbata,
nonostante laumento dei prezzi dei generi alimentari. Alla quiete dellInterno
della Citt, si aggiunge, non si oppone ormai pi laggitazione de Montanari,
accordandosi loro dentro i limiti della Provincia del Granoturco pel giornaliero
sostentamento. Erano quegli stessi montanari che avevano turbato la vita del
territorio riminese nel 1797, sempre a causa della mancanza di cibo nelle loro
misere contrade 115.
116 In AP 504 presente la copia di lettera del vescovo di Rimini alla locale Magistratura del 29 luglio 1799.
117 La lettera, del 30 luglio 1799 [AP 504], intitolata Beni dei Monasterj vigenti alienati dal prossimo
cessato Governo.
118 Il provvedimento ribadito il 4 agosto 1799. (Nel giugno 1800 sar ordinata dal commissario imperiale la
restituzione dei beni nazionali a Mense vescovili, Capitoli, Seminari e Parrocchie. Le cose cambieranno
ancora il primo agosto 1800 quando il Primo Console Bonaparte restituisce quei beni agli acquirenti che ne
fossero stati spogliati.)
119 Il 31 ottobre 1799 il regio commissario ordiner la restituzione dei Beni non venduti alla Mense vescovili
[AP 908].
pag.
39
informi il Commissario Provinciale Organizzatore conte Giuseppe Pellegrini, con lettera di pari data.
Rimini invia successivamente una deputazione (composta da Soardi e Battaglini) presso Pellegrini, a cui si
dichiara, tra le altre cose, la penuria di grani [AP 617, 4 ottobre 1799, c. 40r].
122 Leggiamo nel Promemoria che, al provvedimento della Reggenza provinciale sui Beni nazionali del 30
luglio 1799, ne segue altro del 4 agosto 1799. Si legge in Zanotti che il 28 ottobre Pellegrini ordina da Forl
la restituzione dei beni ecclesiastici invenduti.
123 Il 14 dicembre 1799 il cit. commissario Giuseppe Pellegrini comunica: volont del sovrano che, in
mancanza dei fondi per quelle pensioni, esse debbano restare a peso di quanto attualmente possiedono i
beni gi goduti dalle corporazioni.
124 Le carceri riminesi nel 1799 ospitano ventotto persone, come risulta da un documento dellArchivio
Storico Comunale riminese [AP 722, cit.], dal quale apprendiamo che si trattava di ventiquattro uomini, un
sacerdote e tre donne. Queste ultime sono Teresa Urbinati di Coriano e Cattarina Bertozzi di Longiano,
entrambe responsabili di lajdezze e di contravvenzione desilio; e Maddalena Cevoli di San Clemente,
colpevole dinfanticidio. Il sacerdote don Piero Rombolotti del Territorio del Pallio di Urbino, per furto
sacrilego e mala qualit. Tra gli altri ventiquattro carcerati di sesso maschile incontriamo quattro
detenuti per furti, due borsaroli, poi tre altri accusati (o giudicati, non sappiamo) rispettivamente per
sparo, rissa e furto sacrilego. Infine ci sono quindici militari di cui uno francese. Il documento non ha una
data precisa. Lanno (1799) lo si ricava dalla lettura dellelenco dei detenuti. Nella parte del documento
relativa ai quindici militari, ci sono alcune precisazioni che ci potrebbero indicare come esso sia stato
compilato prima dellarrivo degli austriaci (30 maggio 1799). Nel gruppo dei quindici ci sono otto individui
bresciani condannati e spettanti al Capitano Rellatore del Consiglio di Guerra; altri due Cispadani [...] a
disposizione come sopra; altri tre Carattari spettanti come sopra; il Commissario Santamer e
Giuseppe Squadrini di Rimini arrestati il 14 febbraio a disposizione come sopra. Soltanto i due Cispadani
sono descritti in Secreta, mentre per gli otto bresciani si parla di detenzione alla Larga. Non si precisa
nulla per le altre persone. Circa il Commissario Santamer, si pu supporre che si tratti di uno degli agenti
pag.
40
14. LAnnona
Il sistema annonario 125 introdotto nel 1792 dal Legato Colonna
adottato, su replicate istanze del popolo 126, dalla Reggenza di Rimini che ne
ottiene approvazione dalla Reggenza provinciale il 27 luglio [AP 908, c. 16v, e
B 22]: tale sistema, come si illustra ai colleghi cesenati, riguarda
lamministrazione a conto pubblico e calmiere colla tolleranza de Panfangoli
venturieri soggetti per allo stesso calmiere, ed allobbligo di un determinato
spiano [distribuzione, n.d.r.] [9 agosto, AP 504].
In realt, nel 1792 a Rimini si era riaffermata lesclusiva
dellAbbondanza e si era riaperto lo spaccio comunale, in base ad un piano
annonario contro i panfangoli, voluto dal Legato come perpetua legge 127.
Par di capire che Rimini voglia in apparenza testimoniare una continuit con il
vecchio regime pontificio, facendo invece a modo suo. Si introducono delle
innovazioni rispetto a quel regime, ricalcando le vecchie, accese discussioni
sulla libert di panizzazione: come si gi visto, nel 1791 Nicola Martinelli si
era dimostrato sostenitore della libera panizzazione, ora introdotta
parzialmente e quasi di soppiatto.
(Nella nuova fase del governo della citt, con il ritorno al Magistrato
ordinario, la Congregazione dellAnnona il 14 febbraio 1800 decider di
tollerare i panfangoli sotto per quelle discipline, colle quali furono
introdotti. La delibera assunta per ridurre il pregiudizio che essi
arrecavano allAnnona medesima 128.)
In una successiva lettera del 23 settembre [AP 505], sempre diretta ai
colleghi cesenati, si spiega che lo spaccio del Pane, e della Farina v qui per
conto pubblico. Il Fornaio condotto non h altro obbligo, che di manipolare, e
cuocere a tutte sue spese il pane per la mercede di pavoli cinque per sacco.
Circa lincetta del grano da parte dellAnnona, si precisa che essa d un
aumento di due pavoli per sacco sul prezzo medio della Piazza.
Il 23 agosto la Reggenza riminese si occupa del problema annonario in
francesi che avevano preteso contribuzioni indebite. Si pu collocare cos il documento nel periodo di met
maggio 1799, dopo lo stato dassedio proclamato dal generale Lahoz per tutto il Dipartimento del
Rubicone, e durato dal 4 al 13 dello stesso maggio 1799. E quindi prima della liberazione della citt da
parte della marina imperiale.
125 LAmministratore interino dellAnnona Pellegrino Bagli.
126 Cfr. Memorie della Cesarea Regia Reggenza Provvisoria allIll.mo Magistrato Successore nel d 16 Gennaio
1800, contenute in un fascicolo allegato ad AP 617. Queste istanze erano state dirette al riaprimento
dellAbbondanza. Le Memorie contengono unimportante descrizione della situazione cittadina, sui cui
dettagli non posso soffermarmi.
127 Sullargomento rimando al cit. Il pane del povero. Nel 1788 lAnnona concesse ai fornai libert di spaccio.
Il Legato Nicola Colonna di Stigliano prima approv queste norme che gli sembravano tendenti al Ben
pubblico, poi le annull ed abol nel novembre 1791. Lanno successivo, come si scritto, Colonna
riafferm lesclusiva dellAbbondanza. Il 23 settembre 1795 il Legato Colonna impose nuovamente la
cessazione dei panfangoli, dopo aver ordinato il 25 agosto la panizzazione nel forno pubblico,
senzaggravio della Comunit e col possibile maggior sollievo de Poveri. Per la situazione annonaria nel
1796, cfr. il cit. Fame e rivolte nel 1797, pp. 681-684. Il 2 agosto 1799 [AP 617, c. 26] la Reggenza nomina
gli Abbondanzieri (Claudio Lettimi, Pompeo Rufo, Nicola Mattioli e Gaetano Ceccarelli); il 6 agosto 1799,
Francesco Mancini ballottato come presidente dellAnnona [ibid., c. 27].
128 Cfr. AP 99, Annona frumentaria, ASR, c. 259v.
pag.
41
una lettera al comandante Garampi [AP 504]. Il grano viene con scarsezza
nella Pubblica Piazza, perch nella maggior parte infossato: necessario che
la quantit disponibile sia divisa in piccole parti a contentamento de Poveri e
specialmente per provvedere alle richieste delle donne del Porto. I marinai
infatti e per abitudine, e per necessit si provveggono del grano a minuto nel
pubblico Mercato due volte la settimana. Fabbrican essi per mezzo delle loro
famiglie una qualit di pane particolare per gusto, e per la forma, che
trasportano in Mare 129. Il pane dellAnnona, infatti, non poteva essere
acquistato dai marinai perch (come scrive lAnnona) esso non pu resistere
ai dieci, o dodici giorni di navigazione 130. Nel Panfangolo riminese, pubblicato
nel 1791, Francesco Battaglini, oppositore delle teorie liberali di Martinelli 131,
scriveva che la classe marinaresca tanto utile alla Citt nostra, e nel tempo
stesso s grama, e misera 132, aveva per costume di panizare in casa per
proprio uso: laonde son queste solo a dir poco 2000 persone duna classe
altrettanto utile quanto misera e affaticante tra i rischi continui del mare, le
quali vivono settimanalmente al prezzo de grani sul mercato.
La Guardia urbana, si ordina a Garampi nella lettera del 23 agosto,
deve vigilare sulla Piazza per lequa distribuzione del Grano, e per il buon
ordine. Una settimana dopo, il 30 agosto, la Reggenza scrive nuovamente a
Garampi che il grano che nella maggior parte infossato, seguita tuttora a
venire con scarsezza nella Pubblica Piazza. E che occorre dividerlo nelle pi
piccole quantit a contentamento de Poveri, e per provvedere specialmente
alle donne del Porto. Per arrivare a questo risultato occorre che un ufficiale
della Guardia urbana e qualche Comune siano presenti a vigilare sulla
Piazza.
A settembre si aggrava la mancanza di grano e si chiede a chi, come il
conte Pietro Martinelli [AP 505], non ha versato la dovuta quota, di farlo
immediatamente per soddisfare le richieste de piccoli compratori, ed evitarne
il malcontento di chi non trovasse di provvedersi.
Il 2 ottobre, si prende un altro provvedimento per la quiete della
Popolazione in un Anno pur troppo carestoso, come il presente ed allo scopo
di render meno sensibile la gi non indifferente perdita dellAnnona onde
evitare in progresso un danno irreparabile: lesenzione dal Dazio macina
per il grano diretto allAnnona medesima. Qualunque altro bisogno, cui
supplire possa detto Provento, cede al confronto della Fame, si scrive
allamministratore dello stesso Dazio, Daniele Felici Capello [AP 505].
Il 7 ed il 16 novembre si delibera il grave ed impopolare provvedimento
della diminuzione delloncia del pane, a causa dellaumento del costo del
129 Cos troviamo in un documento riportato nel cit. Fame e rivolte nel 1797, p. 681, nel quale leggiamo pure:
Una buona parte de migliori Artisti, e di Persone, chesercitano professioni liberali, non vivono del Pane
dellAnnona.
130 Cfr. AP 99, c. 222v, sotto la data del 30 agosto 1796.
131 Cfr. Il pane del povero, cit., pp. 14-15.
132 Dopo larmistizio del 23 giugno 1796, la Municipalit riminese ha faticosamente impedito lemigrazione
di molti abitanti del Porto: cfr. AP 502, Copialettere della Magistratura, 1796-97, ASR, 24 giugno 1796.
pag.
42
135 Nel cit. AP 99, c. 241v, alla data del 22 agosto 1797, si trova una proposta (poi non pi ripresa od attuata)
di alzare il peso del pane bruno per il popolo a nove once, e quello del bianco a sette. Nellanno
annonario 1766-67 per maggiore vantaggio, e sollievo de Poveri, lAbbondanza riminese (in sistema
diretto) aveva stabilito di spianare una sola qualit di pane [...] quello di tutta Farina, dal peso di sei once
a bajocco. Nellanno annonario 1764-65, ultimo in regime di appalto, il peso del pane venale era stato di
undici once, e quello del pane affiorato di nove once a bajocco. Cfr. Il pane del povero, cit., pp. 16-17.
136 Cfr. AP 99, c. 246v., delibera del 16 agosto 1799. In tale registro annonario mancano i verbali successivi al
4 novembre 1797 (ultimo di quellanno) sino al cit. del 16 agosto 1799 (primo della nuova serie).
137 Cfr. le citt. Memorie in AP 617. Qui si possono vedere anche le notizie sul consumo del grano e sulla
perdita dellAnnona.
138 Cfr. in AP 505 le lettere sul tema, del 7 e 9 novembre 1799 al Sindaco delle stesse fosse ed al Giusdicente
dottor Filippo Martelli. Sullantecedente deviazione delle fosse Patara e Viserba verso le coltivazioni di orti e
risaie in territorio di Verucchio, cfr. Fame e rivolte nel 1797, passim.
pag.
43
Questo pane di terza qualit migliore del Bruno, richiede una maggior
cottura 139, ed ha il sale, che vi occorre uniformemente a quello che sogliono
fare in casa. Esso pu essere spacciato soltanto alle Porte di S. Giuliano, e
di Marina in Citt. I marinai, anche in campo annonario, sono gli unici a non
rimetterci. La decisione riminese approvata dal commissario Pellegrini che la
definisce lodevole, e che suggerisce lopportunit di aprire uno spaccio di
farina di formentone per il Popolo tenendolo ad un prezzo possibilmente pi
basso di quello delle Farine di grano, onde minorare lo spaccio giornaliero di
queste 140. La Reggenza con il commissario Pellegrini definisce provvisoria la
disposizione per la fabbricazione di un Pane casalino, e salato, atto alla
navigazione destinato ai marinai. I quali, si aggiunge, mal volentieri si
adattano a questo necessario provvedimento, essendo soliti a comprare il
grano sul mercato ed a fare il pane in casa [14 dicembre, AP 505].
Una notizia relativa al 1801 ci conferma la gravit della situazione: in
quellanno il ricordato medico Michele Rosa pubblica un testo in cui illustra il
modo di rendere commestibile la ghianda, ed un panettiere lo mette subito in
pratica ottenendo un prodotto che si narra aver riscosso unentusiastica
approvazione da parte della Municipalit 141.
15. Il complesso ritorno alla normalit
Il 30 novembre la Reggenza scrive al commissario Pellegrini [AP 505]
di trovarsi in difficolt ad amministrare la cosa pubblica a causa della malattia
del conte Ippolito Tonti, il pi idoneo fra i consiglieri, e dellassenza di Luca
Soardi (per le pericolose condizioni di salute della moglie). La Reggenza chiede
per tutti un opportuno riposo, per cui avanza la proposta di un rinnovo nelle
cariche. Questo rinnovo avviene soltanto dopo che la Reggenza provinciale
emana il 29 dicembre il ricordato Piano provvisorio di organizzazione.
In applicazione dellarticolo quinto (relativo alla ripristinazione del
Consiglio generale) di tale Piano, e dellordine trasmesso il 6 gennaio 1800
dal commissario Pellegrini alla Reggenza provvisoria [AP 908], si organizza per
la sera del 13 gennaio 1800 la generale Adunanza Consigliare della Citt allo
scopo di eleggere la nuova Magistratura ancora di sei componenti, come in uso
da agosto. Sono convocati avanti lonestissimo Gentiluomo Marco Bonzetti
Delegato del Principe 142, ventisette consiglieri Nobili e dodici Cittadini che
erano in funzione nel 1796. Sono presenti tutti i ricordati Reggenti
Provvisori, cio Ippolito Tonti, Federico Fregoso Carradori, Girolamo Soleri,
Luca Soardi, Pasio Antonio Valloni e Giovanni Pallotta: gli ultimi due, non
139 Abbiamo gi letto nel documento di cui alla nota 130, che il pane dellAnnona non poteva resistere ai
dieci, o dodici giorni di navigazione.
140 Qui leggiamo che stata rinnovata listanza per aver grano dallUngheria e da altri Paesi: cfr. AP 908, 18
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45
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150 La lettera di Pellegrini di nomina dei nuovi Magistrati anche in AP 905, Risoluzioni 1793-28.2.1797 e
13.2.1800-23.1.1801, c. 101r, ASR.
pag.
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Appendice.
31 magg.
_______
2 luglio
_______
Battaglini Battaglini
Bonadrata
(2)
Bonzetti
(3)
Soardi
Soardi
Soleri
Soleri
Zollio (1)
Tonti
Fregoso
Valloni
Manzaroli
Pallotta
4 agosto
_______
13 genn.
_______
19 genn.
_______
28 genn.
_______
31 genn.
_______
Soardi
Soleri
Soardi (6)
Soleri (6) Soleri
Tonti (4)
Fregoso
Valloni
Tonti (6)
Tonti
Pallotta
Bonsi
Ceccarelli
Bonsi (5)
Garattoni
Garattoni
Mancini
Agolanti
Belmonti
Agolanti
Belmonti
Felici
Guidanto
ni
Ceccarelli
(6)
Garattoni
Mancini
Agolanti
Belmonti
Felici (6)
Guidanto
ni
Bonsi
Ceccarelli
Garattoni
Mancini
Note allAppendice.
(1) Zollio dimesso il 16.6, sostituito da Tonti.
(2) Bonadrata dimesso il 2 luglio.
(3) Bonzetti dimesso il 2 luglio.
(4) Presidente. La data del 4 agosto, come si gi precisato, non quella
della riunione del Consiglio, tenutosi probabilmente il primo agosto.
(5) Unico eletto il 19 gennaio. Sugli altri 5 si vota inutilmente il 28 gennaio
1800.
(6) Seconda votazione del 28 gennaio 1800.
Ringraziamenti sinceri debbo rivolgere, per la cortesia dimostrata e la collaborazione
ricevuta, al personale tutto dellArchivio di Stato di Rimini e della Civica Biblioteca
Gambalunghiana di Rimini, ed in questultima sede in particolare alla dottoressa Paola Delbianco,
Responsabile della Sezione Manoscritti e Fondi antichi.
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48