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A.A. 2013/2014
1. ESTERNALITA
Spesso il prezzo di libero mercato non riflette i
costi ed i benefici che la societ, nel complesso,
attribuiscono ad un bene/servizio.
Gli effetti negativi collegati ad alcune produzioni
dovrebbero riflettersi nei prezzi di mercato: ci,
tuttavia, non avviene.
1. ESTERNALITA
Quando i prezzi dei prodotti riflettono solo i costi
privati delle imprese e non anche i costi sociali, si
dice che tali produzioni sono caratterizzate da
ESTERNALITA NEGATIVE.
Es.: industrie chimiche; telefonia mobile
1. ESTERNALITA
Unesternalit un effetto negativo (o positivo)
provocato da una attivit di produzione e/o
consumo di beni e servizi su operatori diversi da
quelli direttamente coinvolti nella produzione o
nel consumo e non riflesso dal prezzo di
mercato.
1. ESTERNALITA
Lo Stato interviene obbligando le imprese a
farsi carico dei costi sociali che esse arrecano
con la loro attivit; fissando limiti ad emissioni e
scarichi; ecc.
1. ESTERNALITA
Esiste una categoria di beni per i quali le
esternalit positive sono talmente elevate
rispetto ai benefici privati che il libero mercato
non li produce
Essi sono noti come beni pubblici
2. INFORMAZIONE IMPERFETTA
Il funzionamento di libero mercato presuppone che
consumatori e imprese siano adeguatamente informati
in merito a tutti gli aspetti rilevanti delle loro decisioni di
allocazione delle risorse.
Tuttavia nessuno opera in condizioni di perfetta
informazione e pertanto i mercati non raggiungono
lefficienza.
2. INFORMAZIONE IMPERFETTA
Lo Stato interviene attraverso regolamentazione
delle condizioni di lavoro, della sicurezza duso
di beni di consumo; imposizione di etichette
informative e documentazioni specifiche in
prestazioni di servizi basati sulla fiducia,
(banche, assicurazioni), ecc..
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a. Dimensione dellimpresa
Le grandi imprese hanno, a parit di condizioni, un
maggior potere di mercato.
b. Segmentazione di mercato e differenziazione
Le imprese che operano in vari e diversi mercati con pi
prodotti hanno la possibilit di conseguire notevoli
vantaggi in termini di economie di scopo.
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c. Rendimenti crescenti
Vantaggi tecnologici ed organizzativi consentono ad
alcune imprese di aumentare la produttivit in misura
superiore alle imprese concorrenti, cos come il costo
unitario di beni e servizi prodotti diminuisce allaumentare
della scala di produzione (Economie di scala).
d. Presenza di barriere allingresso
Imprese che nel tempo hanno trovato degli strumenti di
limitazione della concorrenza godono di potere di
mercato. Per esempio sistema distributivo, riconoscibilit
del brand.
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4. INCERTEZZA
Nella teoria economica si postula che ogni scelta viene
assunta in condizioni di certezza, mentre tutte le
decisioni, nella realt, sono caratterizzate da rilevanti
dimensioni temporali ed informative incerte.
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6. IL PROBLEMA PRINCIPALE-AGENTE
Un soggetto (il principale) pu realizzare un certo
obiettivo, o realizzarlo pi facilmente, solo attraverso
lazione di un altro soggetto (agente)
Tuttavia lagente pu avere propri obiettivi egoistici non
necessariamente in linea con quelli del principale e
lallocazione delle risorse e lefficacia degli scambi pu
non essere ottimale!
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3. TRASFERIMENTO DI REDDITO
I Governi realizzano trasferimenti e integrazioni di reddito
attraverso
pensioni
di
invalidit,
indennit
di
disoccupazione, redditi da inserimento, ecc..
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4. IMPOSIZIONE FISCALE
Per far fronte alIe forniture ed agli acquisti di beni e
servizi ed ai trasferimenti di reddito, i Governi ricorrono al
prelievo fiscale o alla stipula di debiti finanziari.
Generalmente la fissazione di imposte
modificano lallocazione delle risorse.
sussidi
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alla
formazione:
stage,
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Fallimenti dellintervento
dello Stato in Economia
a. Eccessi di domanda ed eccessi di offerta
b. Scarsa informazione Lo Stato pu non conoscere
tutti i costi ed i benefici delle sue politiche
c. Burocrazia e inefficienza;
d. Mancanza di incentivi di mercato
e. Variazioni della politica economica pubblica
disorientano e spiazzano le decisioni delle imprese
f. Limitazione delle libert individuale
Pi Stato o pi Mercato?