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Eraclito de-crittato.
Lontologia civica di
Eraclito di Efeso.

Ivan Pozzoni

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PREFAZIONE
Giovanni Giorgini

Lagile libro che il lettore accorto si trova tra le mani il frutto


di una lunga e appassionata ricerca da parte di un autore
giovane ma estremamente preparato e appassionato di filosofia
antica: Ivan Pozzoni. In questopera Pozzoni ci offre un
originale esame del pensiero di alcuni filosofi pre-socratici e
segnatamente di Eraclito, autore la cui interpretazione
complicata dal fatto che, unitamente al tipico problema di tutti i
filosofi pre-socratici concernente lo stato frammentario in cui
ci sono pervenute le loro opere, adotta uno stile oscuro e
aforistico che fin dallantichit ha lasciato sconcertati i suoi
lettori. Pozzoni non si tira indietro di fronte a questa difficolt
ma, anzi, la affronta di petto connettendola alla sua pi
generale prospettiva di indagine sui pre-socratici, e in tal modo
ci offre una soluzione originale e interessante che lesegesi presocratica aveva trascurato. Secondo Pozzoni, infatti, il
problema delloscurit eraclitea risulta passibile di soluzione
solamente se si adotta una prospettiva etico-politica nellesame
del suo pensiero (a meno che non si voglia attribuirla a un
idiosincratico gusto personale); in questo modo loscurit
stilistica viene ricondotta al pensiero politico del filosofo di
Efeso: essa costituisce lo strumento che Eraclito avrebbe
adottato per celare il significato politico delle proprie
asserzioni.
Pozzoni conscio di andare contro uninveterata
tradizione interpretativa adottando il punto di vista eticopolitico come prospettiva di indagine sul pensiero dei Presocratici e di Eraclito ma ha certamente ragione a lamentarsi
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del fatto che politica, morale e diritto nella dottrina ionica siano
ancora campi di indagine indebitamente trascurati. Eppure
lepoca di fioritura dei pensatori ionici straordinariamente
ricca di eventi storici importantissimi. Primo fra tutti le guerre
persiane, evento epocale e traumatico su entrambe le sponde
dellEgeo, che vedono per la prima volta contrapporsi
ideologicamente il modello greco e quello orientale e che
determinano la nascita della figura dell altro, del barbaro.
Nonch la chiusura della saracinesca, per usare
unespressione di Martin L. West, e il conseguente inaridirsi
dellinflusso orientale sul pensiero greco arcaico, cos
prominente fino ad allora.1
Pozzoni ci ricorda come i Milesi furono impegnati nella
vita politica delle proprie citt e nei conflitti interni ed esterni
che le videro protagoniste. Argomenta, interpretando
sottilmente un brano di Diogene Laerzio, come Talete si sia
dapprima interessato di politica e successivamente dei
fenomeni naturali;2 come Senofane abbia dedicato vari scritti
alla storia della propria citt e allevoluzione delle poleis
greche in Ionia e Magna Grecia; come Eraclito abbia sostenuto
la linea politica anti-persiana della propria citt, Efeso, e si sia
coerentemente opposto ai tiranni (strumento del dominio
persiano) e, dopo la sconfitta e la repressione della rivolta
ionica, si sia appartato dalla vita pubblica rifiutando ogni forma
di riconciliazione con il Medo. Proprio riguardo al pensatore di
Efeso, Pozzoni ha alcune osservazioni preliminari
estremamente interessanti. Innanzitutto, riguardo al topos
delloscurit ed enigmaticit di Eraclito, gi presente nelle fonti
antiche e che ricordavamo allinizio, Pozzoni sostiene che si
tratti di oscurit semantica, non solo grammaticale, e che essa

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sia deliberata. Non tanto per aristocratico disprezzo per la


capacit di comprensione della populace, quanto per ragioni
politiche: la necessit, sulla scia del fallimento della rivolta
ionica, di esprimere le proprie opinioni filo-ioniche e antipersiane in modo criptico. Pozzoni persuaso che sia possibile
interpretare correttamente alcuni celebri aforismi delloscuro
pensatore efesio riconducendoli alla loro matrice politica. In
questottica, per esempio, egli interpreta lesser dormienti e
lesser svegli del frammento B1 come il risultato di una
discriminazione morale e sociale, dove la moralit funge da
modello di verit; la celebre contrapposizione tra desti e
dormienti sarebbe, pertanto, da inserire nel contesto delle
discriminazioni indotte dalla rivolta ionica e andrebbe letta
come contrapposizione tra partigiani di Ermodoro e cittadini
lidizzanti in un trinomio Ermodorei/buoni/desti vs
Lidizzanti/cattivi/dormienti. In questo modo dimensione civile
condizione di discriminazione morale, e dimensione morale
diviene condizione di un rudimentale dualismo ontico (p. 22).
Ladesione al partito di Ermodoro non solamente una scelta
politica ma anche unopzione morale, perch implica
ladesione a una linea anti-edonistica e contraria al lusso.
Pozzoni pensa pertanto di poter ravvisare in Eraclito una
moralit di sophrosyne e autocontrollo morale e civile che si
oppone alledonismo individuale di stampo persiano, e
orientale in generale, e tipico anche della nascente democrazia.
In questo contesto, il frammento B33 viene da Pozzoni tradotto
Norma anche ubbidire alla decisione di uno solo e luno
solo viene interpretato come assemblea cittadina o anche
nomoteta carismatico e lintero frammento rimanderebbe alla
situazione di Efeso sotto il governo di Ermodoro.
Pozzoni si concentra quindi sul significato del termine
kosmos in Eraclito e ritiene che debba essere accentuata la sua
valenza politica: kosmos il sistema di norme comune, da
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identificare con lordine proposto a Efeso da Ermodoro. Di pi:


Lordine cosmico eracliteo ordinamento civile concreto,
ridotto a sistema (p. 48). Mascherando questa visione politica
sotto le sembianze di unastrazione scientifica, Eraclito in
grado di mantenere in vita e propagandare i fondamenti etico politici dellordinamento ermodoreo anche dopo la sconfitta e
la repressione della rivolta ionica. Anche la celebre dottrina
del logos avrebbe un risvolto politico. Partendo dalla
testimonianza di Ezio, che definisce il logos come situazione
che costruisce il tutto dal concorso dei contrari (22A8),
Pozzoni interpreta il logos come relazione normativa, come
discorso normativo con derivazione cosmica, ossia legato
allessenza del kosmos. Questo viene a sua volta interpretato
sia come universo sia, in senso pi strettamente politico,
come lordinamento dato a Efeso da Ermodoro. Pertanto il
frammento B89, che recita per i desti comune e unico il
cosmo, avrebbe un significato sia cosmico sia terreno-politico.
Analogamente, la visione eraclitea di una ciclicit cosmica
dovrebbe essere intesa anche come concezione politica tesa a
favorire alternanza costituzionale (in questo caso, tra
Ermodorei e Lidizzanti).
Pozzoni mostra originalit anche nellesame di un altro
dei capisaldi teorici del filosofo di Efeso: la dottrina dei
contrari. Nellesaminare la visione eraclitea del ruolo
cosmico dei contrari, Pozzoni si avvale della teoria della
adiacenza esistenziale elaborata da Kurt Lewin, il fondatore
della moderna psicologia sociale: egli ci fa cos notare il ruolo
dei contesti esistenziali enfatizzato da Eraclito in numerosi
frammenti, per fornire senso a pratiche altrimenti
incomprensibili o immorali; lesistenza di diversi sistemi di
valori conduce a un relativismo che fa perno sulla nozione di
individualit del contesto di vita. Pozzoni parla di
contestualismo morale a questo proposito e ritiene quindi che
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pluralismo e contestualismo siano i fondamenti teoretici


della riflessione morale eraclitea. Infatti, lintuizione che punti
di vista morali diversi inducano a differenti modi di vita e di
condotta, unitamente allidea che se si desiderino ricostruire
modi di vita e linee di condotta altrui sia conveniente riferirsi ai
contesti esistenziali dellaltro, consentono a Eraclito di
motivare lesistenza del conflitto, declinato anche come
contrasto civile e sociale allinterno della concreta situazione
storica della rivolta ionica contro la Persia (p. 48).
Analogamente, pu certamente essere interpretata in
senso politico la nozione eraclitea di contesa identificando i
due poli del conflitto negli Ermodorei e nei Lidizzanti in
politica interna e nei sostenitori della comune identit ionica e
(filo-)Persiani in politica estera. Pi nel dettaglio, Pozzoni
sottolinea la flessibilit (essi sono interscambiabili) e
complementariet (ciascuno condizione dellaltro) dei
contrari. Inoltre, dal momento che giustizia contesa
secondo il celebre frammento B80, ne discende che contesa
madre e norma fondamentale dellordine cosmico e Dike,
giustizia, non subordinata n alluomo n alla divinit, ma
lordine divino a doversi sottomettere a Dike (B94). Pozzoni
ritiene, inoltre, che Eraclito sia debitore di Anassimandro di
una concezione restaurativa della pena, per cui essa sarebbe
la reazione automatica alla violazione dellordine naturale tesa
al ristabilimento dellordine violato.
Pozzoni ritiene, tuttavia, che la concezione della norma
di Eraclito sia incoerente. La derivazione di tutte le norme
umane da ununica norma divina (B114), attribuita a Eraclito
nel Florilegium di Stobeo, infatti contraddetta dallasserzione
eraclitea secondo cui lordine universale, comune tutti, non fu
costruito da nessun uomo o divinit. Mentre la prima
asserzione farebbe pensare a unintuizione giusnaturalistica in
Eraclito lesistenza di un diritto naturale comune- la seconda
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sembra escludere un intervento divino nellordine del cosmo.


La contraddizione, tuttavia, potrebbe a mio parere essere
superata supponendo che il cosmo, lordine universale, non sia
di creazione divina sebbene sia retto da una norma divina, che
fonda anche il diritto dei diversi popoli.
In conclusione, Pozzoni non si nasconde che la natura
stessa delle testimonianze riguardanti i Pre-socratici, tarde,
incomplete, frammentarie, rendono quasi inevitabile per
linterprete compiere unoperazione di attualizzazione degli
autori. Ma dal momento che si tratta di unoperazione conscia,
meno esposta a ingenuit interpretative e mira a rendere
perspicuo il pensiero di autori assai lontani. A suo avviso, il
moderno interprete deve usare testo in esame e contesto storico
e sociale assieme per ottenere risultati significativi. Il contesto
nel quale si trova ad agire Eraclito ancora caratterizzato da
quella tendenza gi presente in Omero a considerare lordine
umano come un rispecchiamento dellordine naturale e
divino; pi precisamente, per usare le parole di Pozzoni, nei
Pre-socratici lordinamento rivelazione divina, norma
comando della divinit e sanzione vendetta celeste; tali
tradizioni ostentano unaccentuata teoria teistica del diritto e
dello stato, incentrata su meccanismi istituzionali di
sacralizzazione e di sovranit assicurata dal cielo (p. 45). Al
lettore attento non sfuggir che una delle importanti
conseguenze dellanalisi di Pozzoni la messa in discussione
della tesi secondo cui linvestigazione teorica sul mondo
delluomo e sulle istituzioni politiche e sociali avrebbe inizio
solamente con i Sofisti e Socrate: essa deve invece essere
retrodatata di quasi un secolo.
Acume e originalit interpretativa sono le qualit pi
evidenti di questo lavoro, condotto tuttavia con sicura
conoscenza delle fonti e della letteratura critica. Sia il lettore
curioso sia lesperto conoscitore dei Pre-socratici troveranno in
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esso analisi sempre interessanti e stimolanti, anche quando si


troveranno a dissentire con lautore.
Bologna, 23 giugno 2008
G. G.

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Indice
PREFAZIONE

(Giovanni Giorgini)

05

1. INTRODUZIONE

13

2. ETICA E TEORIA DEL DIRITTO: ERACLITO ED ERMODORO

23

2.1. PRE-CONDIZIONI MORALI A STILE E METODO ERACLITEI

35

2.2. ETICA: CONTESTUALISMO,DISCRIMINAZIONE E NUOVA PAIDEIA

43
43
47
54

2.2.1 Contestualismo eracliteo: relativismo morale e adiacenzalismo esistenziale


2.2.2 Discriminazione: ermodorei/buoni/desti o lydizontes/cattivi/dormienti?
2.2.3 Per una nuova paidea: auto-controllo e resistenza civile

2.3 TEORIA DEL DIRITTO: ORDINAMENTO CIVILE E ALTERNANZA


COSTITUZIONALE

60

2.3.1 Lgoj e

2.3.2Erij e ksmoj: contrasti civili e alternanza costituzionale


2.3.3 Giustizia, sanzione e norma

60
71
80

3. CONCLUSIONI

91

ksmoj: ordine cosmico ordinamento civile

4. RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

105

POSTFAZIONE (Dario Drivet)

121

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Autore : Ivan Pozzoni


Collana : Esprit
Tema : Filosofia antica
Formato : 15x21
Pagine : 128
Prezzo : 15,00
Isbn : 978-88-95881-07-2

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